Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 587 del 22/9/1999
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(Esame dell'articolo 8 - A.C. 4860)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 , nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, e del complesso degli emendamenti ad esso presentati (vedi l'allegato A - A.C. 4860 sezione 8).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ALFONSO PECORARO SCANIO, Relatore. Signor Presidente, il parere della Commissione è contrario sugli emendamenti Anghinoni 8.1 (Nuova formulazione) e Losurdo 8.10; la Commissione invita al ritiro dell'emendamento Ferrari 8.8 ed esprime parere contrario sull'emendamento Scarpa Bonazza Buora 8.12. Invita al ritiro dell'emendamento Ferrari 8.9 ed esprime parere contrario sugli emendamenti Dozzo 8.2, Scarpa Bonazza Buora 8.13, Vascon 8.3 (Nuova formulazione), Anghinoni 8.4 e Scarpa Bonazza Buora 8.14; esprimo parere favorevole sull'emendamento 8.18 della Commissione e parere contrario sugli emendamenti Anghinoni 8.5 e 8.6, Dozzo 8.7, Losurdo 8.11, Scarpa Bonazza Buora 8.15, 8.16 e 8.17.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO BORRONI, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole e forestali. Il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Anghinoni 8.1 (Nuova formulazione).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Occhionero. Ne ha facoltà.

LUIGI OCCHIONERO. Signor Presidente, intervenendo sull'emendamento Anghinoni 8.1 tengo a precisare a lei, che ha fatto un appello per gli occupati dei consorzi agrari, che questo provvedimento nulla ha a che fare con l'occupazione, perché i 1.000 miliardi che vengono stanziati


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vanno in gran parte a coprire debiti pregressi: la ristrutturazione di consorzi interprovinciali è un fatto dovuto e necessario. Credo però che questo sia il terzo provvedimento che viene presentato alla Camera sulla materia: ne è stato presentato un primo nel 1982; l'anno scorso, con la legge finanziaria sono stati stanziati 1.500 miliardi ed ora si ritorna su questo punto con l'articolo 8.
Su sua iniziativa si è costituita la Commissione di inchiesta sulla Federconsorzi. La Commissione, Presidente, esprimendosi all'unanimità, ha delegato il presidente a chiederle la sospensione dell'esame di questo provvedimento perché dagli atti che si stanno studiando si evince che vi sono forti dubbi sui 1.000 miliardi per gli ammassi volontari. La SGR, la società che ha rilevato il patrimonio della Federconsorzi, con un proprio atto scritto alla procura di Perugia ha espresso la sua rinuncia, in qualità di creditore, perché si tratta di crediti inesigibili. Altrettanto, però, non hanno fatto le società partecipanti. Quindi, potremmo trovarci di fronte ad un provvedimento che non va in direzione della salvaguardia dei consorzi agrari, bensì dei patrimoni delle banche che ancora oggi godono di crediti nei confronti di questi consorzi.
Per quanto riguarda le cifre, poi, queste sono del tutto diverse: 56 miliardi, 468 e così via. Un provvedimento di questa natura, allora, apre anche la possibilità che si porti avanti il contenzioso esistente sostanzialmente tra i consorzi agrari e la Federconsorzi per l'ammasso dell'olio negli anni sessanta e per quello di altri prodotti.
Invito anche il professor Mancuso, membro della Commissione di inchiesta sulla Federconsorzi e sempre così attento e lineare, dotato di onestà e preparazione, ad intervenire. Ritengo, insomma, che questo articolo non possa essere votato prima che si sia fatta chiarezza sulla questione. Delle due l'una: o lei ritiene che la Commissione di inchiesta sulla Federconsorzi non abbia motivo di esistere, oppure, se vi è un motivo per la sua esistenza, essa deve essere anche ascoltata, valutando i dubbi che sorgono nel corso delle sue audizioni. Mi riferisco, per esempio, all'audizione dell'avvocato Lettera, commissario del ministero, il quale addebita responsabilità al Ministero, alla vigilanza del Ministero dell'agricoltura, al Ministero del tesoro, alla sezione vigilanza della Banca d'Italia, in merito ad uno sperpero di denaro che in tutti questi anni non è stato debitamente documentato. Addirittura, al commissario nominato dal Governo è stato proibito l'accesso alla documentazione della Federconsorzi e le carte che sono state consegnate o meglio gli involucri che sono stati consegnati sono vuoti.
Pertanto io le chiedo formalmente, Presidente, di accantonare gli articoli 8 e 9 e di procedere oltre, chiedendo però ulteriori verifiche, perché il Parlamento non può assegnare 395 mila lire agli invalidi civili e sperperare mille miliardi dandoli non si sa a chi, ad una gestione che certamente non fa onore né a questo Parlamento né a questo paese (Applausi di deputati dei gruppi dei democratici di sinistra-l'Ulivo, della lega forza nord per l'indipendenza della Padania e di alleanza nazionale).

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Occhionero: come lei sa, il Presidente non può sospendere l'esame di un provvedimento. Esistono invece una serie di istituti cui poteva esser fatto ricorso da parte sua e di altri colleghi e che non sono stati utilizzati, come per esempio la presentazione di questioni sospensive o pregiudiziali. Non rientra nella competenza del Presidente, ma in quella dell'Assemblea, insomma, sospendere l'esame di un progetto di legge: gli strumenti a disposizione per fare ciò non sono stati utilizzati, non so cosa dire.

BENITO PAOLONE. Perché non chiede a tutti di pronunciarsi?

PRESIDENTE. Onorevole Paolone, la prego: la questione sospensiva andava comunque presentata prima, non ora.


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Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Questo Parlamento ha voluto la Commissione d'inchiesta e noi sappiamo benissimo che certi pagamenti e determinati rendiconti che sono stati firmati non sono veritieri. Si è passati infatti da un importo di 172 miliardi nel 1982 ad un altro importo di mille e rotti miliardi al momento attuale! È quindi assolutamente necessario che questo Parlamento si renda conto che non si può assolutamente sperperare del denaro pubblico!
Per tale ragione e per accertare in maniera definitiva l'entità dei crediti, con l'emendamento 8.1 abbiamo proposto l'istituzione di un'apposita commissione, costituita da esperti di materie giuridiche. Naturalmente, i membri di questa commissione andranno ad esaminare pure gli atti della Commissione d'inchiesta sulla Federconsorzi. Credo che questo sia un ruolo che il Parlamento debba darsi per avere la garanzia effettiva che i più di mille miliardi che con questa legge stiamo stanziando siano dei soldi utilizzati appunto per spese certe.
Non capisco perché il relatore e presidente della Commissione agricoltura, onorevole Pecoraro Scanio, che in determinate occasioni è stato attento a denunciare tangenti e situazioni di malaffare che hanno coinvolto questo Stato italiano, su tale questione non voglia (in primo luogo, come presidente della Commissione e, in secondo luogo, come relatore sul provvedimento) dire una parola definitiva e chiara!
Inviterei il collega Occhionero e i deputati della maggioranza a votare almeno a favore di questo emendamento, l'approvazione del quale consentirebbe di «coprirsi le spalle» per quanto riguarda questa situazione.
Signor Presidente, qui si sta parlando veramente di una situazione a dir poco anomala. La maggioranza, pur volendo la Commissione d'inchiesta sulla Federconsorzi, poi, portando in aula questa proposta di legge, dimostra di non voler dar vita a dei veri e propri «slanci» di carattere legalitario.
Allora, delle due, l'una: o vogliamo veramente fare chiarezza su questa annosa vicenda, oppure metteremo una volta per tutte una pietra tombale su ciò che è stato il malaffare del passato (Applausi dei deputati del gruppo della lega forza nord per l'indipendenza della Padania).

ALFONSO PECORARO SCANIO, Relatore. Chiedo di parlare per una precisazione.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFONSO PECORARO SCANIO, Relatore. Signor Presidente, vorrei che si evitasse un equivoco su questo provvedimento, perché esso tratta una delle problematiche che abbiamo affrontato; anzi, devo essere onesto nel dire che prima di noi l'ha affrontata, decidendo all'unanimità, la Commissione agricoltura del Senato effettuando una ricognizione di questa parte recepita nell'articolo 8 che, per essere molto chiari, non è stata assolutamente toccata dalla Commissione agricoltura della Camera. Essa non concerne la questione dei debiti che riguardano la Federconsorzi (sui quali non solo sta indagando una Commissione parlamentare d'inchiesta, che noi stessi abbiamo fortemente voluto e di cui abbiamo prorogato i termini addirittura in una seduta durata un giorno, ma anche e legittimamente la magistratura), ma di debiti pregressi dello Stato rivolti direttamente ai consorzi, che sono stati accertati con sentenze e rispetto ai quali si è pervenuti ad una definizione garantita dal Governo e all'unanimità dei gruppi al Senato (a meno che non pensiamo che vi sia una combutta di malfattori nella Commissione agricoltura di tutti i gruppi al Senato della Repubblica...); si tratta di debiti accertati giudizialmente, che nulla hanno a che vedere - lo ripeto - con la Federconsorzi e soprattutto che intervengono per estinguere un debito pregresso e storico dello Stato che risale addirittura agli anni sessanta!


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Preciso, infine, che non vengono dati e liquidati dei soldi, ma viene semplicemente dato mandato al Ministero del tesoro - verificata la consistenza di questi crediti - di provvedere agli eventuali pagamenti. Mi sembra un modo corretto e sano di affrontare i problemi in modo trasparente e non con le maglie di leggi o leggine. Il Senato ha già fatto una verifica e mi pare che, se vi sono motivi quali quelli di cui prima si è parlato, ci si rivolge direttamente alla procura della Repubblica perché alcuni nostri colleghi stanno facendo cose strane. Se non si hanno questi elementi, non si deve buttare fango su una questione che non ha nulla a che vedere con lo scandalo della Federconsorzi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolone. Ne ha facoltà.

BENITO PAOLONE. Ma che dici!

PRESIDENTE. Onorevole Paolone, le ho dato la parola!

BENITO PAOLONE. Ma che dici, è uno scandalo!

PRESIDENTE. Evidentemente l'onorevole Paolone non vuole parlare.

FILIPPO MANCUSO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BENITO PAOLONE. Presidente, Presidente!

PRESIDENTE. Ho dato la parola all'onorevole Mancuso. L'avevo chiamata prima e lei non ha parlato.

BENITO PAOLONE. Non ho parlato perché non l'ho sentita!

PRESIDENTE. Bene, ora aspetti il suo turno, parlerà dopo.
Prego, onorevole Mancuso.

FILIPPO MANCUSO. Signor Presidente, a me sembra esatta la sua osservazione circa l'impossibilità per la sua autorità di sospendere una deliberazione già calendarizzata, ma è esatta anche l'osservazione dell'onorevole Occhionero che attiene al merito di un'attività che condivido con lui e che mi fa pensare all'opportunità di trovare un sistema affinché questo scorporo, questo accantonamento delle due disposizioni in esame, sia comunque realizzato.
Potrei pensare che ciò possa avvenire per una deliberazione dell'Assemblea, se lei condividesse quest'apprezzamento che io e Occhionero - e non soltanto a quel che pare - abbiamo formulato. In questo senso, signor Presidente, provveda come crede.

PRESIDENTE. La sua proposta va senz'altro esaminata.
La proposta di accantonamento è pregiudiziale e su di essa darò la parola ad un oratore a favore e ad un oratore contro, dopodiché si voterà.

FLAVIO TATTARINI. Chiedo di parlare contro.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BENITO PAOLONE. Presidente, avevo chiesto di parlare a favore!

CRISTINA MATRANGA. È vero, aveva chiesto di parlare!

PRESIDENTE. Onorevole Paolone, dopo le darò la parola. Prego, onorevole Tattarini.

FLAVIO TATTARINI. Sono contrario all'accantonamento e propongo di procedere alla discussione degli emendamenti e all'approvazione dell'articolo, se sarà possibile. Intendo intervenire a salvaguardia dell'onorabilità di tutti i componenti della Commissione agricoltura della Camera che hanno discusso a lungo e approfonditamente di questo articolo e degli emendamenti presentati da alcuni gruppi.


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Hanno riconosciuto la correttezza del lavoro svolto al Senato che ha stabilito l'ancoraggio oggettivo delle risorse accantonate con gli ammassi, nonché la correttezza delle procedure con cui si individuano i crediti e la relativa liquidazione attraverso la verifica del tesoro, come sosteneva poco fa il collega Pecoraro Scanio.
Proprio per questi motivi il nostro gruppo si è dichiarato indisponibile a variazioni di questo testo; ritenevamo, infatti, che oltre all'oggettività adottata dal Senato vi fosse il rischio di avventurarsi in un terreno non verificabile da parte della Commissione.
Abbiamo allora preferito respingere alcuni emendamenti - i colleghi lo sanno - perché ritenevamo che non si potesse trovare un aggancio così forte come quello che il Senato aveva messo in campo, senza obiettare alla buona fede e alla buona volontà dei colleghi che avevano presentato quegli emendamenti.
Lo ripeto, abbiamo lavorato con assoluta correttezza su questo testo, ma non fa altrettanto chi utilizza il dato parziale di un lavoro che la Commissione di inchiesta ancora non ha finito di esaminare e che non può essere rappresentato come dato certo e conclusivo dei lavori di quella Commissione, tale da indurci a cambiare opinioni verificate e sperimentate, non solo da questo ramo del Parlamento.
Per questi motivi sono contrario all'accantonamento (Applausi dei deputati del gruppo dei democratici di sinistra-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore l'onorevole Paolone. Ne ha facoltà.

BENITO PAOLONE. Signor Presidente, è sorprendente che si metta in campo un ragionamento come quello svolto dal collega che mi ha preceduto. Nessuno mette in discussione la serietà, l'impegno, la precisione con cui questo provvedimento è stato affrontato, esaminato ed approfondito dai membri della Commissione. In questa sede, in pieno Parlamento, un deputato rileva però una serie di fatti che dimostrano, relativamente al provvedimento, l'assoluta mancanza di precisione circa i mille miliardi riferiti al discorso della Federconsorzi e chiede che quel discorso venga sospeso perché, di fatto, esiste questa situazione. Prende quindi la parola l'onorevole Mancuso, il quale propone di sospendere la trattazione degli articoli 8 e 9. Mi pongo allora una domanda: o è vero quello che ha detto chi mi ha preceduto, oppure è vero - ed io ritengo sia verissimo - quello che ha dichiarato l'onorevole Occhionero e noi votiamo all'oscuro della verità per quanto riguarda dati ed elementi.
Stiamo per affrontare l'esame della legge finanziaria, abbiamo una situazione economica gravissima, dobbiamo recuperare tutto ciò che è necessario per risanare conti della gente e dello Stato e ci troviamo di fronte ad una cifra «ballerina», ma vera, di migliaia di miliardi, relativa ad uno scandalo, che non deve essere precisata. Perché dobbiamo dare una possibilità di coprire questa questione?
È chiaro che lei, Presidente, dica «io non ho il potere»; il Parlamento, però, lo ha ed allora, colleghi, pronunciatevi su queste cose, perché è inutile che si discuta sugli emendamenti, sul sesso degli angeli e sugli scarabocchi quando ci si trova di fronte a questi problemi e li si vuole sorvolare in questo modo. È inutile!
Questo Parlamento ha visto falcidiare intere classi dirigenti ed una cosa simile, dopo una denuncia di questo genere, non può essere passata sotto silenzio in questo modo, per il buon lavoro dei componenti la Commissione. Ritengo quindi sia fondamentale sostenere la proposta dell'onorevole Mancuso (Applausi dei deputati dei gruppi di alleanza nazionale e della lega forza nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. Vorrei rivolgere una domanda ai colleghi della Commissione. Sono le 20,10 e, visto che comunque rimangono poche votazioni, chiedo se la Commissione ritenga opportuno continuare domani l'esame del provvedimento,


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avendo così il tempo per riesaminare la questione, indipendentemente dal voto, raggiungendo insomma un risultato di maggiore meditazione del testo. Decidete voi, colleghi, altrimenti porrò ai voti la richiesta di accantonamento.

ALFONSO PECORARO SCANIO, Relatore. Presidente, possiamo accettare pur sapendo...

PRESIDENTE. Se chiedete di votare, votiamo; ci mancherebbe altro.

ALFONSO PECORARO SCANIO, Relatore. Presidente, poiché sulla questione non c'è una posizione unanime, è giusto votare.

PRESIDENTE. Sta bene.
Colleghi, vi prego di prendere posto. Dobbiamo votare la proposta dell'onorevole Mancuso - se non ho capito male, ventilata dal collega Occhionero - di accantonare gli articoli 8 e 9.
Per agevolare il computo dei voti, dispongo che la votazione sia effettuata mediante procedimento elettronico, senza registrazione dei nomi. Si vota senza registrazione dei nomi perché si tratta di una questione procedurale.
Pongo in votazione mediante procedimento elettronico, senza registrazione dei nomi, la proposta di accantonare gli articoli 8 e 9.

(È respinta).

Continuiamo pertanto i nostri lavori.
Passiamo ai voti.
Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anghinoni 8.1, (Nuova formulazione) non accettato dalla Commissione né dal Governo.

(Segue la votazione).

MARCO ZACCHERA. Che votiamo a fare?

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Poiché la Camera non è in numero legale per deliberare, a norma del comma 2 dell'articolo 47 del regolamento dovrei rinviare la seduta di un'ora. Tuttavia, considerata l'ora, rinvio la votazione ed il seguito del dibattito alla seduta di domani.

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