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La seduta, sospesa alle 15,15, è ripresa alle 16,15.
PRESIDENTE. Dovremmo ora procedere nuovamente alla votazione dell'emendamento Boghetta 1.3, sul quale in precedenza è mancato il numero legale, tuttavia, apprezzate le circostanze, ritengo di dover rinviare il seguito del dibattito ad altra seduta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sulla questione degli incendi boschivi con particolare riguardo alla situazione della regione Liguria.
FRANCO BARBERI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, il Governo è stato chiamato a riferire in aula circa i gravissimi incendi boschivi che nei giorni tra il 24 e il 27 luglio hanno colpito in particolare la regione Liguria.
veniva segnalato al nostro centro operativo aereo unificato. Questo incendio aveva 4 chilometri di fronte.
ritardo nell'arrivo del primo velivolo Canadair e un'altra relativa all'impiego ritardato dell'elicottero russo MI 26T di stanza a Genova. In merito alla prima questione, se è vero, come già ricordato, che il primo velivolo Canadair è intervenuto sull'incendio di Levanto diverse ore dopo la segnalazione dell'incendio, pervenuta, lo ripeto, alle 13,53, va rilevato che il primo mezzo aereo (un elicottero del Corpo forestale dello Stato) è stato assegnato alle 14,10, vale a dire meno di venti minuti dopo la segnalazione.
condizioni di impiego ottimale dei differenti mezzi, che hanno caratteristiche differenti.
procedure di attivazione del concorso aereo, che vengono aggiornate e snellite sulla base delle esperienze accumulate nelle precedenti campagne.
norma in base alla quale le competenze sono state trasferite recentemente dallo Stato alle regioni), tocca allo Stato il coordinamento degli interventi con mezzi aerei pesanti. È di competenza delle regioni tutta l'attività di previsione, prevenzione, avvistamento e spegnimento da terra. Le regioni attivano convenzioni con il Corpo forestale dello Stato e negli ultimi anni si è cercato di promuovere convenzioni anche con i vigili del fuoco (con risultati modesti perché solo poche convenzioni sono state attivate). Nella nostra normativa c'è un paradosso secondo il quale, se un incendio interessa solo un bosco e non vi sono persone o beni a rischio, i vigili del fuoco non dovrebbero in linea di principio nemmeno poter intervenire. Naturalmente intervengono ugualmente per ovvi motivi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Armaroli. Ne ha facoltà.
PAOLO ARMAROLI. Professor Barberi, come deputato della Liguria, l'altro ieri, a nome di alleanza nazionale, ho chiesto che il Governo riferisse il più presto possibile sulla tragedia che si verifica ogni anno in Liguria: quella degli incendi. Il Governo è arrivato in aula dopo due giorni; meglio tardi che mai! Siamo in «zona Cesarini»: tra poco chiuderanno i lavori della Camera per ferie estive.
ai fini della sicurezza. La protezione civile si difende, anch'essa, in qualche modo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Chiappori. Ne ha facoltà.
GIACOMO CHIAPPORI. Professor Barberi, la ringrazio per l'illustrazione che ha dato dei fatti, ma sono d'accordo con l'onorevole Armaroli sul fatto che ci sono voci discordanti che derivano non da persone qualunque, ma da responsabili regionali, ministri e così via.
dei fiori - potrebbe servire quale piccola base per poter partire subito e senza problemi, riuscendo ad intervenire fin nelle vicinanze di Genova con tempi che si aggirano intorno ai 25-30 minuti. Credo che con piccoli velivoli si possa diventare operativi entro 30 minuti.
PRESIDENTE. È bene che non abbia altro da aggiungere, perché il suo tempo è esaurito.
NICOLA BONO. Anche se lo avesse avuto, lei non glielo avrebbe concesso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Nan. Ne ha facoltà.
ENRICO NAN. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, non posso ritenermi soddisfatto per quanto da lei affermato nella sua relazione, perché credo che ci troviamo nuovamente di fronte all'ennesima rappresentazione di quel teatrino che allontana la gente dalla politica e crea sfiducia.
La risposta che ci è stata data dal rappresentante del Governo è dunque carente sotto il profilo degli interventi ma anche sotto quello delle speranze e delle garanzie che debbono essere date a quei poveri cittadini che sono le vittime di questa situazione.
PRESIDENTE. Onorevole Nan, la prego di concludere.
ENRICO NAN. Concludo auspicando, signor sottosegretario, che la prossima estate non ci si trovi dinanzi al medesimo problema e alle stesse vuote risposte.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Repetto. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO REPETTO. Signor Presidente, signor sottosegretario, non inizierò, come ha fatto qualche collega che mi ha preceduto, dicendo: «Governo ladro» perché piove! Penso che in queste circostanze siamo tutti bravi nel fare un'analisi e nel cercare dei colpevoli.
PAOLO ARMAROLI. Mai troppo zelo!
PRESIDENTE. Onorevole Armaroli, per cortesia non si faccia richiamare all'ordine nell'ultima seduta di questa stagione preestiva!
NICOLA BONO. Voleva solo dire che il Governo è ladro anche quando splende il sole!
ALESSANDRO REPETTO. Presidente, credo che vorrà tenere conto del tempo che l'onorevole Armaroli sta facendo perdere!
altre situazioni che a terra devono essere ancora molto potenziate.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Labate. Ne ha facoltà.
GRAZIA LABATE. Signor Presidente, innanzitutto voglio ringraziare il professor Barberi per l'illustrazione molto dettagliata sulla situazione degli incendi avvenuti nella mia regione, riservandoci di leggere nel merito anche quei dati cui non ho potuto dare voce poiché alcuni di essi non collimano con i riscontri che ho fatto sia con gli organi competenti nella nostra regione, sia con la sua direzione generale in ordine alla tempestività e ai mezzi usati.
mezzo non può avvicinarsi alle case con le sue due cisterne agganciate ad un lungo cavo e necessita di un corridoio aereo tra il mare e le zone di operazione, per evitare appunto gli altri velivoli.
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Labate, ma per una ragione di par condicio non posso concederglielo. Deve concludere.
GRAZIA LABATE. Concludo dicendo che amerei conoscere meglio nel dettaglio la situazione, perché non comprendo la dislocazione dei Canadair nel nord-ovest. Se vi fosse una base specifica, essendo la Liguria a rischio, come altre zone del nord-ovest, forse prevenzione e tempestività si legherebbero meglio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pecoraro Scanio. Ne ha facoltà.
ALFONSO PECORARO SCANIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, sottosegretario, purtroppo c'è una sensazione di déjà vu, perché spesso in questa stagione ci troviamo a discutere di questi problemi. Francamente credo che le cose si modifichino, ma che si debba mostrare ulteriore determinazione. Nelle more, come Commissione agricoltura abbiamo fatto qualcosa, svolgendo un'indagine conoscitiva sulle risorse forestali italiane, da cui sono emersi dati purtroppo complessivamente sottovalutati dal Governo e dallo stesso Parlamento, che spesso analizza il problema degli incendi solo quando si verificano i roghi estivi.
questo paese. Sono vent'anni che le regioni hanno la competenza in materia di prevenzione, avvistamento, spegnimento e manutenzione e gran parte di esse non hanno piani forestali e, da quando esercitano queste deleghe, non hanno mai fatto un'opera di forestazione, con buona pace delle richieste pseudofederaliste, con cui sollecitano poteri pur essendo molte volte inette nel gestire quelli che hanno a disposizione. Credo che ciò vada detto con franchezza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, ho ascoltato con molta attenzione le comunicazioni del sottosegretario Barberi. Non c'è dubbio - l'hanno detto anche altri colleghi - che in questo periodo ci troviamo sempre a dover parlare degli stessi problemi.
Signor Presidente, signor sottosegretario, penso che dovremmo mettere alcuni punti fermi per capire fino in fondo se questi incendi siano determinati da autocombustione oppure se vi sia dolo; nella sua informativa, così come in altre occasioni, lei ha paventato l'esistenza di una situazione mista di responsabilità e di occasionalità.
PRESIDENTE. Onorevole Tassone, dovrebbe concludere.
MARIO TASSONE. Devo prendere altri 30 secondi.
PRESIDENTE. Mi rincresce, non li ho concessi agli altri e non posso concederli a lei.
MARIO TASSONE. Poco fa sono stato interrotto e quindi le chiedo di lasciarmi concludere.
PRESIDENTE. Concluda.
MARIO TASSONE. La ringrazio per la sua cortesia. Signor sottosegretario, ritengo che, sia per quanto riguarda il Corpo forestale sia per quanto riguarda i vigili del fuoco, sia necessario un coordinamento dello Stato e che le competenze rimangano allo Stato. Ma occorre anche un coordinamento vero della protezione civile, nell'ambito della quale si deve fare ordine. Questa è la sollecitazione e la proposta che mi permetto ancora di reiterare e di porre alla sua attenzione e valutazione.
PRESIDENTE. Constato l'assenza del deputato Galdelli, che aveva chiesto di parlare: si intende che vi abbia rinunziato.
Dopo l'intervento del sottosegretario per l'interno, con incarico per il coordinamento della protezione civile, potrà intervenire un deputato per gruppo per cinque minuti, nonché rappresentanti delle componenti del gruppo misto.
Ha facoltà di parlare il sottosegretario per l'interno con incarico per il coordinamento della protezione civile, professor Barberi.
Nel corso del mio intervento fornirò una sintetica esposizione degli eventi con particolare riguardo ai tempi, alle modalità del concorso aereo coordinato dal dipartimento della protezione civile. In conclusione fornirò alcuni dati generali sull'andamento della campagna antincendi boschivi in corso descrivendone, seppure sommariamente, gli elementi principali.
Come emergerà dagli elementi che fornirò, l'intera flotta aerea di Stato ha operato in quei giorni al massimo della disponibilità, combattendo contro i numerosi incendi sorti contemporaneamente sul territorio nazionale e di quasi certa origine dolosa.
A seguito di un forte vento di tramontana, nel primo pomeriggio del 24 luglio scorso, si sono sviluppati in Liguria due incendi, rispettivamente nei comuni di Levanto (La Spezia) e di Avegno (Genova). Il primo si è sviluppato dapprima con un fronte di circa un chilometro ed ha interessato un'area boscata di terzo e quarto livello vicino ad abitazioni; il secondo, con un fronte di circa 300 metri, aggredendo lo stesso tipo di vegetazione.
Considerata la specifica pericolosità, in seguito alla richiesta formulata dal COR Liguria, pervenuta alle 13,53, nel comune di Levanto sono stati inviati un elicottero NH 500 del Corpo forestale dello Stato da Cecina e un AB 212 della marina militare da Luni, che sono giunti sul posto dopo circa un'ora. Successivamente sono stati inviati in zona anche un velivolo Canadair da Ciampino, un aereo G 222 da Pisa e un elicottero dei vigili del fuoco che è stato successivamente deviato su un altro incendio. Ad Avegno sono stati inviati due aerei G 222 provenienti da Pisa.
Poiché in serata, nonostante gli interventi operati, non era ancora stato possibile assicurare il controllo della situazione, si è proceduto a predisporre il rischieramento di un Canadair su Genova e contemporaneamente altri tre Canadair sono stati approntati per poter intervenire alle prime luci dell'alba del 25 luglio. Alle ore 6,20 un nuovo incendio nel comune di Arnasco (Savona), di rilevanti proporzioni,
A quest'ultimo incendio, in considerazione della sua elevata pericolosità, è stata data la massima priorità negli interventi di spegnimento assegnando un elicottero AB 212 della marina militare da Luni, un Canadair da Olbia, un Canadair da Ciampino, un aereo G 222 da Pisa e un altro Canadair da Olbia.
Per l'incendio di Levanto, ancora attivo, sono stati assegnati un elicottero NH 500 del Corpo forestale dello Stato da Cecina, un Canadair da Olbia, due G 222 da Pisa e un Canadair da Genova, integrati nel pomeriggio da altri due Canadair provenienti da Cagliari e rischierati a Genova. Solo in serata si è ottenuta l'autorizzazione all'impiego dell'elicottero MI 26T, sul quale riferirò in dettaglio più oltre, di stanza a Genova, che è stato assegnato all'incendio di Levanto, mentre per l'incendio di Avegno, rimasto attivo dalla sera prima, la conferma della richiesta di concorso aereo del COR era pervenuta alle 8,05: è intervenuto un Canadair da Genova.
La situazione degli incendi nella serata del 25 luglio si presentava in questo modo: ancora attivo quello di Arnasco con un fronte di oltre 5,5 chilometri; attivo quello di Levanto con un fronte vasto ma frastagliato; sotto controllo quello di Avegno. Nella mattina seguente - siamo al 26 luglio - l'incendio di Arnasco si presentava ancora con un fronte vasto ma diviso in tre tronconi e vi operavano due Canadair, un MI 26T e due aerei G 222. L'incendio di Levanto era ormai, invece, ridotto a tre fronti da 150 metri ciascuno ed impegnava un Canadair decollato da Genova, un elicottero AB 212 della Marina militare proveniente da Luni e due elicotteri pesanti CH 47 da Viterbo.
Nel frattempo si era sviluppato un nuovo incendio a Vado Ligure, in provincia di Savona, che ha visto impegnati un Canadair inviato da Genova e un G 222 da Pisa, dirottato poi su Arnasco. In serata rimaneva attivo solo l'incendio di Arnasco, ormai diviso in due tronchi da 600 metri, mentre sotto controllo risultava quello di Vado Ligure e ormai finalmente spento quello di Levanto. La mattina del 27 luglio, tutti gli incendi del giorno prima risultavano spenti, ma se ne sviluppavano altri due in Liguria nei comuni di Davagna, in provincia di Genova, e di Castelbianco, in provincia di Savona, nonché un altro al confine con il Piemonte nel comune di Ponzone, in provincia di Alessandria. Sul primo incendio sono stati inviati l'elicottero pesante MI 26T di stanza a Genova e un CH 47 da Luni. Sul secondo incendio, hanno invece operato due Canadair da Genova, mentre all'ultimo incendio sono stati assegnati un Canadair ed un AB 412 dei vigili del fuoco da Genova. Durante il pomeriggio tutti gli incendi sono stati messi sotto controllo o in bonifica e si sono poi esauriti durante la notte.
In tutte le operazioni hanno prestato valido aiuto anche i tre elicotteri antincendio convenzionati con la regione Liguria. Dal quadro fornito, emerge come la quasi totalità della flotta aerea «pesante» di Stato sia stata impegnata contro gli incendi sviluppatisi in Liguria. Dal riscontro dei tempi menzionati emerge anche la tempestività con la quale i mezzi aerei sono intervenuti sugli incendi segnalati. Si tenga presente che nelle stesse giornate (24-27 luglio) le richieste di concorso aereo per incendi gravi provenienti da altre regioni d'Italia sono state, rispettivamente, per il 24 luglio nove richieste, per il 25 luglio due richieste, per il 26 luglio una e per il 27 luglio ancora quattro richieste.
Solo il ridotto numero di incendi gravi sviluppatisi negli ultimi giorni, in particolare il 25 ed il 26 luglio, ha consentito al centro operativo aereo unificato del dipartimento della protezione civile di dirottare in Liguria, anche stabilmente, la quasi totalità della flotta Canadair disponibile. Alcune polemiche, amplificate dai mezzi di informazione, hanno richiamato l'attenzione dell'opinione pubblica su lamentate disfunzioni del sistema di intervento. In particolare, sono state avanzate due serie di critiche: una relativa al
L'ordine di attivazione per il Canadair è intervenuto dopo che altri mezzi erano stati inviati sull'incendio e, in considerazione della particolare gravità della situazione, è stato impartito dal COAU alle 15,30, vale a dire poco meno di un ora e quaranta minuti dopo la segnalazione. Il velivolo è decollato nei tempi previsti ed è giunto sull'incendio nel tempo necessario al trasferimento, vale a dire alle 16,50, tre ore dopo la segnalazione dell'incendio.
A questo proposito, devo ricordare che forse non tutti sanno che quando scoppia un incendio non è possibile far operare immediatamente il Canadair o mezzi pesanti, occorre avere prima un direttore del fuoco da terra che, in collegamento radio con i mezzi aerei, li guidi sull'incendio. Occorre assicurarsi che nella zona dove vengono scaricate tonnellate e tonnellate di acqua non vi siano persone, occorre disattivare tutte le linee elettriche, altrimenti i danni prodotti sarebbero giganteschi. Esiste, quindi, un tempo tecnico incomprimibile prima che gli aerei o altri mezzi possano operare sull'incendio.
È necessario sgombrare il campo, tuttavia, da alcune errate convinzioni. Il Canadair è sicuramente un mezzo potente e determinante, soprattutto in particolari condizioni, ma non è l'unico mezzo aereo antincendio disponibile. Il dispositivo di intervento per la Liguria, anche in considerazione della complessa orografia del territorio, privilegia l'intervento di elicotteri e, in occasione dei gravi incendi della scorsa settimana, è stato pienamente attivato. Chi sostiene che il ritardo del Canadair abbia sostanzialmente lasciato bruciare il fuoco, dice il falso, non solo in considerazione del numero di mezzi intervenuti prima e durante la missione del Canadair, ma anche perché alimenta l'errata convinzione che, senza Canadair, nulla può essere fatto contro il fuoco. Non va mai dimenticato, peraltro, come determinanti nella lotta agli incendi boschivi siano quelle misure di prevenzione (pulizia del sottobosco, realizzazione di viali taglia-fuoco, ecc.) e di avvistamento degli incendi che la direttiva di protezione civile sulla lotta agli incendi boschivi annualmente richiama e ribadisce. Essenziale è poi il tempestivo intervento delle squadre a terra.
È necessario, inoltre, spendere qualche parola sulla particolare tipologia dell'incendio di Levanto. Come è rilevabile dalle immagini registrate dai nostri operatori a bordo di uno degli elicotteri intervenuti, l'incendio si è andato sviluppando con una rapidità del tutto anomala e non giustificabile con il solo forte vento che imperversava sull'area. Dalle immagini, infatti, si può distinguere il successivo innesco dei diversi focolai, a poche centinaia di metri l'uno dall'altro, ed in sequenza temporale. L'origine dolosa dell'incendio, sulla quale la magistratura sta effettuando indagini, ma soprattutto la particolare strategia, purtroppo drammaticamente efficace, attuata dall'incendiario, o dagli incendiari, hanno reso problematico il controllo delle fiamme, vanificando gli sforzi delle squadre di terra e dei mezzi via via inviati, al punto che è stato necessario far convergere sulla zona gran parte della flotta di Stato.
Il rischieramento dei mezzi della campagna antincendi 1999 è stato elaborato sulla base degli indici di rischio delle diverse regioni, valutati in sequenza temporale. Tali indici sono dati oggettivi, si basano sulla statistica, la frequenza di accadimento degli incendi nelle varie stagioni e nelle varie regioni d'Italia e quindi non lasciano margini ad interpretazioni di sorta. Ritengo inutile lanciarsi in una sorta di gara a chi protesta di più: i rischieramenti vengono stabiliti sulla base di tali indici e in considerazioni delle
Al riguardo, in particolare, per offrire alla regione Liguria una protezione proporzionale al rischio in essa presente, è stato assegnato, per la campagna in corso uno dei due elicotteri di fabbricazione russa MI 26T che la protezione civile sta sperimentando quest'anno per la prima volta. Si tratta di una macchina dalle caratteristiche molto particolari, potendo trasportare in due secchioni esterni circa 20 mila litri d'acqua. Ricordo che il Canadair più efficiente e moderno può portare 5.500 litri, quindi quasi quattro volte meno di questo elicottero.
Il concorso di tale apparecchio è quindi particolarmente indicato proprio negli incendi di grandi proporzioni e nelle zone orograficamente complesse come la Liguria. L'apparecchio è certificato nel paese originario, già sperimentato con successo in Belgio, e le autorità aeronautiche italiane hanno effettuato una meticolosa procedura di raffronto tecnico con le regole di certificazione europee prima di concedere, per la campagna antincendi boschivi 1999, un permesso temporaneo finalizzato alle esigenze della lotta agli incendi boschivi.
Su queste basi, la protezione civile ne ha avviato la sperimentazione. Al termine di questo periodo una commissione di esperti effettuerà una serie di raffronti sull'efficacia operativa del mezzo, sul rapporto costi-benefici del suo impiego e su tutti gli aspetti tecnici coinvolti, in primis quello della sicurezza.
Al riguardo è bene precisare che nella procedura attivata dagli enti aeronautici italiani particolare attenzione è stata dedicata proprio alle questioni di sicurezza, puntualmente riportate nell'autorizzazione temporanea, con la sottolineatura delle limitazioni di impiego relative a tutti i mezzi con carichi trasportati. Ovviamente, la cautela di utilizzo deve essere proporzionata alle dimensioni e al peso del carico, che in questo caso sono notevoli.
I primi, parziali risultati della sperimentazione - anche in Liguria, quando finalmente l'elicottero ha volato - sono molto soddisfacenti, per il momento solo sotto il profilo dell'efficacia degli interventi, poi a fine campagna analizzeremo gli altri aspetti.
Il ritardo nella mobilitazione dell'elicottero russo in occasione dell'incendio di Levanto è dovuto ai tempi con i quali è stata concessa l'autorizzazione temporanea, che è pervenuta solo il 27 luglio, a causa della già richiamata complessità delle procedure di equiparazione e valutazione tecnica della certificazione dell'aeromobile. In considerazione delle esigenze di emergenza, il velivolo è stato autorizzato al decollo dalle competenti autorità aeroportuali solo dopo che il dipartimento della protezione civile ha segnalato l'estrema pericolosità della situazione ed ha disposto l'impiego del mezzo per esigenze di Stato.
In Calabria un identico elicottero opera a Lamezia Terme e, in questo caso, l'autorizzazione è arrivata più rapidamente: è dal 17 luglio che questo elicottero opera, anche con risultati molto positivi.
La mobilitazione progressiva dei mezzi aerei disponibili sugli incendi liguri è stata effettivamente segnata da alcuni ostacoli oggettivi, la cui incidenza è stata esaltata non solo dalle condizioni climatiche, ma soprattutto, come già ricordato, dalle particolari caratteristiche degli incendi. In termini complessivi, peraltro, il totale dispiegamento di mezzi nei giorni interessati non può certo far parlare di inadeguatezza del dispositivo.
Come ogni anno, il concorso dei mezzi aerei statali impiegati per lo spegnimento degli incendi nei periodi di maggiore rischio è stato pianificato nella specifica direttiva anticendi boschivi 1999, emanata il 10 giugno, che ha previsto l'inizio della campagna estiva per il 21 giugno e il suo termine per il 30 settembre.
La direttiva viene messa a punto ogni anno, d'intesa con il Corpo forestale dello Stato, il corpo nazionale dei vigili del fuoco e le regioni, e comprende anche le
Nel periodo in cui è attiva la campagna anticendi boschivi, i velivoli disponibili delle varie amministrazioni vengono rischierati secondo il programma concordato in varie basi sul territorio nazionale in relazione al rischio.
Il rischieramento, a seconda di particolari necessità, può subire variazioni: ho detto poco fa che durante l'incendio in Liguria il dispositivo è stato drasticamente modificato, spostando lì la maggior parte dei mezzi disponibili. La direttiva 1999 ha previsto il rischieramento dei seguenti mezzi (e, a tale proposito, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna di una relazione in cui sono indicati anche i punti in cui essi sono dislocati): 5 elicotteri pesanti CH47 dell'esercito; 3 elicotteri AB212 dell'esercito e della marina militare, 3 elicotteri AB412 dell'esercito e del Corpo forestale dello Stato, 3 elicotteri NH500 del corpo forestale dello Stato, 3 aerei G222 dell'aeronautica militare e 10 Canadair CL415, il tipo moderno, della protezione civile. Infine, otto elicotteri di tipo AB204 e AB412 dei vigili del fuoco, per un totale di 22 elicotteri e 13 aerei. Questa è la flotta di Stato per lo spegnimento degli incendi boschivi.
A questi si aggiungono - l'ho già detto - i due elicotteri russi in sperimentazione, un elicottero americano S64F, capace di portare fino a 9 mila litri di acqua, che è dislocato in Sardegna, e tre piccoli aerei che possono portare fino a duemila litri d'acqua. Si tratta dei Dromadair, che possono volare continuamente carichi di acqua e quindi scaricarla subito sulle fiamme, attualmente in fase di sperimentazione in Basilicata.
Vi è poi il concorso regionale, assicurato anche questo dalla direttiva. La relazione contiene l'elenco del numero degli elicotteri che le varie regioni hanno attivato. Visto che parliamo di Liguria, vi ricordo che tale regione ha tre elicotteri attivati attraverso una convenzione.
Penso che valga la pena fornire qualche dato sull'andamento della campagna antincendi boschivi in corso, anche se siamo alla fine del mese di luglio.
Nel periodo dell'anno che va dal 1 gennaio ad oggi nel territorio nazionale si sono verificati 3.300 incendi di boschi con poco più di 30 mila ettari di territorio percorsi dal fuoco, dei quali rispettivamente circa 12 mila di superficie boscata e 18 mila di superficie non boscata.
Facendo gli opportuni scongiuri, possiamo dire che per il momento sta andando molto meglio dell'anno scorso quando, nello stesso periodo, la superficie totale percorsa dal fuoco era stata di circa 111 mila ettari, quasi quattro volte di più rispetto a quella di quest'anno. Manca ancora un mese particolarmente a rischio, quello di agosto, ma non c'è dubbio che la situazione è nettamente migliore rispetto a quella dell'anno scorso.
Riferisco inoltre che la protezione civile compie, d'intesa con le regioni, anche una grande attività di informazione per cercare di far penetrare una coscienza ambientale e un modello di comportamento nei cittadini, per cui, al di là dei normali metodi, quali gli interventi nelle principali trasmissioni radiotelevisive giornalistiche e di intrattenimento ed i messaggi inviati agli automobilisti nelle giornate di maggiore percorrenza sulle strade italiane, quest'anno è stata realizzata un'iniziativa che sta ottenendo un successo importante: La Settimana Enigmistica ha curato, d'intesa con il dipartimento, un numero speciale gratuito, con una tiratura iniziale di 500 mila copie, in corso di distribuzione. Essendo un divertissement molto diffuso, è tutta impostata sull'educazione contro gli incendi boschivi (cosa fare per non farli sviluppare e come proteggerci). Contiamo di estendere questa iniziativa alle scuole nel prossimo inverno.
Credo che a questo punto sia opportuno fare riferimento al quadro delle competenze. Secondo la normativa in vigore da oltre vent'anni (e quindi non una
Informo, da ultimo, che ieri il Senato della Repubblica ha approvato un disegno di legge-quadro in materia di incendi boschivi che riordina le competenze, rivede alcuni articoli del codice penale per introdurre pene più severe, stabilisce tutta una serie di procedure per migliorare la preparazione alla lotta agli incendi boschivi; si tratta di una legge molto importante e mi auguro che la Camera dei deputati, alla ripresa dei lavori, la esamini rapidamente, in modo che il prossimo anno si disponga di un importante strumento normativo che consenta di mettere ordine nelle competenze e di conferire mezzi importanti per migliorare la lotta agli incendi boschivi (Applausi).
Professor Barberi, le do correttamente atto che la sua esposizione è stata analitica e puntuale, anche se mi sono appuntato alcune sue frasi sulle quali svolgerò il mio brevissimo intervento.
Per cominciare, ella ha detto che la protezione civile è intervenuta al massimo delle disponibilità. Tra poco dirò che «disponibilità» è un termine equivoco: un conto sono gli aerei effettivamente operativi sul complesso degli aerei. Un'altra sua frase che mi ha colpito è la seguente: «È stata impiegata la quasi totalità della flotta aerea di Stato»: su quel «quasi» ci sarebbe qualcosa da dire e da ridire.
Inoltre, professor Barberi, lei ha detto che vi sono state polemiche alimentate dalla stampa. Signor sottosegretario, la stampa in genere non alimenta polemiche - salvo qualche caso estremo - ma le registra, se è una stampa corretta. Mi sembra che nei giornali di questi giorni vi sia stata semplicemente una registrazione delle critiche rivolte da più parti.
Infine, ella ha detto che, statisticamente, la situazione quest'anno è stata migliore di quella degli anni passati. Per forza - dico io, che non sono un grande tecnico come lei -, c'è meno materia da bruciare! Ci sono, infatti, meno boschi da bruciare.
Professor Barberi, constato che, se i dati riportati dalla stampa sono esatti, la Liguria brucia anche quest'anno e sono andati in fumo - non è un'espressione metaforica - più di cinquecento ettari di terreno boschivo anche quest'anno. Ovviamente, la tragedia mi inquieta, ma mi inquieta ancora di più la farsa; la farsa non riguarda lei personalmente, bensì il solito rimpallo di responsabilità, a riprova del fatto che in Italia gli 8 settembre non finiscono mai.
Vengo al punto. L'assessore all'agricoltura della Liguria, Egidio Banti, attacca la protezione civile per non aver schierato subito i Canadair a Genova; il ministro dell'ambiente parla di eccessivi ostacoli burocratici che impediscono il pieno utilizzo della flotta aerea antincendi; l'ENAC - ente nazionale aviazione civile - per bocca del suo presidente, Alfredo Roma - replica alle accuse osservando che i ritardi nell'invio degli aerei si devono ai controlli
Quello che mi colpisce, professor Barberi, è che qui gli imputati fanno i pubblici accusatori e viceversa, con un rimpallo di responsabilità per cui poi non si capisce se ci sia un colpevole, come nei gialli di Agatha Christie.
Vengo al punto relativo al «massimo della disponibilità». Risponde al vero, professor Barberi, che il famoso ed efficacissimo - a quanto pare - elicottero russo nei primi due giorni di incendi non è decollato da Genova perché le istruzioni erano in russo e ancora non si era provveduto alla traduzione? Sono fatti che veramente fanno riflettere. Ci dia una speranza, professor Barberi: finiranno gli 8 settembre, in Italia?
Ricordo che anni fa, quando forse si viveva ancora del reddito delle nostre campagne, non c'era questo grosso problema degli incendi. C'erano due pericoli, in genere: uno era quello dei piromani e l'altro era rappresentato da chi lavorava in campagna e magari al tempo delle potature accendeva fuochi che poi non controllava a dovere, provocando incendi. Poi è venuto un secondo periodo (le dico questo a scopo informativo, perché c'è qualcosa che non riusciamo a capire negli incendi in Liguria), in cui con la speranza dei soldi facili, al piromane, che di solito è l'elemento di base negli incendi, si è aggiunta la speculazione edilizia. Qualcuno, in sostanza, appiccava gli incendi perché poi un domani avrebbe potuto ottenere vantaggi con le modifiche dei piani regolatori.
Oggi - e questo è forse il punto più grave - si ritiene che oltre al solito piromane ed alla solita speculazione edilizia ci sia anche un problema di appalti. Ricordo, per esempio, il caso dell'isola d'Elba, in cui furono sorprese delle guardie forestali ad appiccare incendi. Si dice (e lei ha in pratica confermato questa ipotesi, perché ci ha riferito che a Levanto il fuoco è stato appiccato in modo scientifico) che ci sia gente esperta nell'appiccare il fuoco per poi accorrere nella fase di spegnimento. Io non voglio alimentare queste voci che girano (i giornali, effettivamente, molte volte vanno a cercare le cose anche dove non ci sono), però ritengo che sia il caso di verificare - magari con l'attività di una Commissione monocamerale - l'attendibilità di questa tesi, che sarebbe davvero incredibile.
Vorrei anche raccontarle, professor Barberi, ciò che mi è stato detto l'altro giorno a Genova da un ex pilota di Canadair, che oggi lavora per l'Alitalia. Egli mi ha raccontato che a Genova ci sono quattro Canadair, ma soltanto due possono volare, perché mancano i piloti, a causa di problemi con la società, che non paga la cassa marittima (io non sapevo neppure che per i piloti fosse previsto questo adempimento), e a causa del fatto che i piloti sono molto richiesti anche da altri Stati. Insomma, ritengo si tratti di una situazione grave, perché ci sono gli strumenti per combattere gli incendi, ma non è possibile farli funzionare. Così, almeno, mi è stato detto: chiedo a lei se tali notizie siano vere.
Lei parlava di dislocare meglio questi mezzi per renderli più efficienti. Ebbene, abbiamo un piccolo, ma efficiente aeroporto nel ponente ligure, quello di Albenga, che da anni ci si aspetta possa diventare una base stabile per questo tipo di prevenzione. Come ricordava anche lei, partendo da Genova si può interferire con il traffico aereo di linea e, quindi, non possono iniziare rapidamente le operazioni oppure si perde tempo prima di diventare operativi. Pertanto, e la prego di prendere nota, questo piccolo ma efficiente aeroporto - si effettuano già piccoli voli di linea con Ciampino, Olbia e addirittura con la Germania per il commercio
Non avrei altro da aggiungere. È una situazione strana e tragica che si ripete negli anni...
È intollerabile che ogni anno ci sentiamo dare le stesse giustificazioni e si verifica lo stesso tentativo di scaricare su altri le responsabilità. Quelle che abbiamo ascoltato oggi sono le stesse giustificazioni dell'anno scorso, di due anni o tre anni or sono. Intanto, in Liguria circa 800 ettari di bosco sono andati in fumo; è stato distrutto un patrimonio naturale, storico e turistico. Questa volta non ci fidiamo più delle parole: è stato un disastro annunciato che ha visto roghi mettere a repentaglio case abitate e le fiamme mettere in pericolo la vita delle persone che sono intervenute. Non è stato un fatto imprevisto o imprevedibile, perché sappiamo che tutti gli anni si verifica la stessa situazione.
Ci saremmo aspettati qualcosa di più, perché, al di là della cronistoria dei fatti, io non condivido che nella sua relazione lei abbia detto che ci sia stata tempestività negli interventi. Mi riferisco, in particolare, a due questioni.
In primo luogo, a quella dell'elicottero russo, dove la burocrazia ha trionfato sulla prevenzione, in quanto lei stesso ha riconosciuto che fino al 27 luglio - in ritardo, cioè, di qualche giorno rispetto all'inizio degli incendi - questo elicottero non ha potuto decollare per questioni burocratiche, perché il collaudo non era stato effettuato e la certificazione è avvenuta solo il 27 luglio, ricordando che è stata data solo per questioni di urgenza. Mi domando se sia possibile aspettare fino al 27 luglio, sapendo quel che accade in Liguria, per una certificazione ed un collaudo.
L'intervento non è stato tempestivo, perché ella stesso ha detto che il primo Canadair è decollato alle 15,30 ed è arrivato alle 16,50 sul luogo dell'incendio. Lei ha indicato i luoghi di partenza - Ciampino, Pisa, Olbia, Viterbo e Cagliari - che sono tutte località che non si trovano in Liguria. Anch'io mi sarei aspettato che lei avesse speso qualche parola in più sull'aeroporto di Villanova di Albenga, l'unico del ponente ligure dal quale, in pochi minuti, i mezzi di intervento sarebbero potuti intervenire rapidamente e tempestivamente sui luoghi dell'incendio. Queste cose le abbiamo già dette l'anno scorso e due anni fa.
Signor sottosegretario, il problema non è solo quello dell'arrivo dei Canadair, ma anche quello che questi aerei debbono tornare indietro alle loro basi per fare rifornimento; in questo modo si perde ulteriore tempo.
È stato fatto cenno ad una normativa che preveda sanzioni più severe per i piromani. Anche a tale riguardo mi aspettavo che questo Governo, considerato che oggi va di moda inasprire le sanzioni per gli automobilisti che non allacciano le cinture di sicurezza, considerasse che anche in questo caso ci troviamo dinanzi ad un problema che riveste carattere d'urgenza. Le attuali sanzioni penali, infatti, sono ridicole. È vero che in materia esiste un provvedimento di legge, ma è altrettanto vero che il Governo non si è ancora attivato perché si avviasse l'esame di quel provvedimento.
Signor sottosegretario, non ho sentito alcunché in ordine alla volontà del Governo di predisporre un piano per il ripristino boschivo o di prevedere sussidi per quei poveri contadini che vivono grazie agli uliveti e ai vitigni liguri, e che hanno visto distrutta la loro attività.
Aggiungo che non ho sentito alcunché nemmeno per quanto riguarda quei comuni che ancora oggi non hanno acqua e che, signor sottosegretario (questa è un'informazione che sono in grado di darle io), non riescono ad averla perché purtroppo i mezzi dei vigili del fuoco non possono approvvigionarsi presso le vasche idriche.
Io cercherò invece di essere propositivo, riconoscendo nella relazione del sottosegretario una sostanziale precisione per quanto riguarda i dati che sono emersi.
Volevo comunque evidenziare alcuni aspetti di un rapporto collaborativo e interattivo con il Governo, che considero sostanzialmente necessario.
Innanzitutto dobbiamo prendere atto - come è emerso nelle ultime circostanze - che risulta ancora insufficiente il raccordo tra il coordinamento degli interventi a terra e la copertura aerea.
Le indicazioni che lei ha dato, signor sottosegretario, appaiono indubbiamente ancora carenti per quanto riguarda questo tipo di raccordo. I casi di Levanto, Arnasco e Bergeggi sono significativi a tale riguardo.
Quanto alla competenza per fare levare in volo i mezzi aerei, in funzione di esperimenti del comando aereo unificato di Roma, credo che vi siano ancora problemi sotto il profilo del coordinamento e dei disservizi.
Le confermo che da più anni la regione Liguria chiede al Governo una dislocazione dei mezzi aerei nell'aeroporto di Genova o di Villanova, in ogni caso in Liguria. Non è più pensabile che gli aerei decollino da Ciampino, da Olbia, da Viterbo o da altre zone, ma è necessario che in Liguria vi sia un minimo di flotta aerea che consenta interventi immediati.
Un altro aspetto che le volevo rappresentare è che la regione Liguria ha già praticamente completato le prime due annualità del progetto Alenia di monitoraggio incendi, con una spesa di oltre 17 miliardi. È stato chiesto alla protezione civile di destinare i 13 miliardi residui e la terza annualità non per il completamento di questo sistema antincendio perché, data la configurazione particolare della Liguria, il sistema delle telecamere non è formalmente molto efficace, ma per il potenziamento dei mezzi di equipaggiamento per le squadre d'intervento e per
Un ultimo punto riguarda l'adeguamento degli organici del corpo forestale e dei vigili del fuoco. Il corpo forestale - so che la questione non riguarda il suo Ministero, ma credo di doverla sottoporre all'attenzione del Governo - in Liguria è fortemente sotto organico e necessita di un potenziamento proprio per la prevenzione degli incendi.
Un altro aspetto che vorrei evidenziare - e mi associo a quanto detto precedentemente dai miei colleghi - è la necessità di verificare i casi di dolosità anche tra coloro che, magari sotto l'apparenza del volontariato o di azioni di spegnimento degli incendi, sono in realtà piromani. I fatti di Levanto e di Albenga hanno dimostrato che vi sono episodi di dolosità. Un ultimo aspetto riguarda l'entità degli stanziamenti: 20 miliardi per la regione nel suo complesso credo rappresentino uno stanziamento veramente ridicolo. La regione Liguria da alcuni anni sta avendo in maniera continuativa danni ingenti, non soltanto per quanto riguarda il patrimonio boschivo, ma anche per quel che concerne il patrimonio paesaggistico e, quindi, il bene essenziale della Liguria che è il turismo. In questo senso mi faccio portavoce della regione Liguria che da molto tempo sta chiedendo l'adeguamento delle richieste di risarcimento ai danni effettivamente subiti e al ripristino del patrimonio boschivo, ma anche ad una prevenzione efficace, data la particolare conformità del suo suolo.
Vorrei soffermarmi, però, intaccando i pochi minuti a mia disposizione, sulla gravità dell'incendio avvenuto nella nostra regione poiché, come hanno già detto alcuni colleghi, oltre 500 ettari di bosco sono stati bruciati e il gigantesco incendio avvenuto nell'Albenganese ha provocato una devastazione di 250 ettari; ciò vuol dire che, in poco più di 30 ore, sono andate in fumo vaste aree, comprese tra Vendone e Castel d'Ermo: una specie di ellisse di fuoco che da levante a ponente ha incendiato alberi, macchia mediterranea, ha minacciato paurosamente case e villaggi turistici, ha distrutto impianti tecnologici, ha spaccato condotte e sospeso i servizi di luce, gas e acqua. È stata, quindi, una vera e propria emergenza per le popolazioni del nostro entroterra ligure che sono state pesantemente provate da molte notti insonni, con la paura di perdere la casa e anche i raccolti di olive; trattasi di particolari zone della Liguria destinate a questo tipo di coltivazione.
Vorrei aggiungere - e in questo mi associo alle sue considerazioni - che l'opera dei vigili del fuoco, della forestale e dei volontari antincendio è stata assolutamente incessante e tempestiva; è stata una lotta senza tregua per le dimensioni dell'incendio e per le peculiarità atmosferiche nelle quali si è verificato. Vi è una piccola differenza di dati tra quelli che lei ha citato e quelli che mi erano stati forniti due giorni fa dalla sua direzione generale. Nel momento peggiore, domenica scorsa, operavano nella nostra regione due Canadair non uno - in questo caso c'è un riscontro in eccesso piuttosto che in difetto -, un G222 dell'aeronautica e 3 elicotteri. Il lunedì è arrivato il famoso aereo di fabbricazione russa che è in grado di rovesciare 20 mila litri di acqua per volta. Però, a detta anche degli uffici competenti della nostra regione, oltre alle osservazioni dei colleghi, questo aereo ha mostrato i suoi difetti anche in termini di tempo, poiché effettua un lancio ogni 13-18 minuti a fronte dei 4-6 minuti dei Canadair. Inoltre, come lei sa, questo
I 15 forestali che erano impegnati a coordinare il lavoro dei mezzi aerei, hanno lavorato incessantemente con i 45 vigili del fuoco dei distaccamenti del savonese, che hanno operato su due turni (comandanti e cinque ufficiali con trenta automezzi), aiutati anche da 35 uomini delle regioni circonvicine, Piemonte e Lombardia.
Nel Levante, invece, sui versanti scoscesi di Levanto e di Bonassola, si è verificata una devastazione delle caratteristiche che lei ha descritto, se non ancor più grave. Forse, addirittura - la magistratura sta indagando - gli incendi hanno causa colposa e dolosa. Vorrei solo ricordarle che il villaggio turistico La Francesca è stato devastato, con un danno di oltre 900 milioni. In questa sede mi sento però di rilevare che il disastro va oltre il valore venale del danno prodottosi in quei territori. Infatti, perché l'ambiente torni in quelle aree alla situazione precedente al rogo, secondo i calcoli di esperti dell'ambiente e delle vegetazioni tipiche di quel territorio, dovranno passare un secolo e mezzo.
Ora è scattato anche il pericolo frane, che si possono agevolmente prevedere tenuto conto delle previsioni statistiche che i suoi uffici inviano alla regione, a fronte delle previsioni di pioggia per il primo autunno. La situazione, quindi, è molto grave che ha già indotto da parte dei sindaci dei comuni interessati la richiesta di pubblica calamità. Debbo dire peraltro che la regione Liguria si è mossa tempestivamente.
Due sole domande finali, scusandomi con il Presidente se ho rubato un minuto in più...
Un dato molto importante è quello riguardante i boschi italiani, che ricoprono 10 milioni di ettari e sono aumentati anziché diminuiti, ma la qualità è scadente rispetto alla possibilità di avere un patrimonio ben tenuto. A questo proposito colgo l'occasione per sollecitare nuovamente il Governo - ma anche i gruppi parlamentari, che molte volte parlano a vanvera su questi argomenti, senza mai leggersi le carte - a leggere i risultati dell'indagine conoscitiva parlamentare e a capire qualcosa in materia di patrimonio forestale in questo paese. Tra l'altro, l'Italia è il più grande produttore di mobili del pianeta ed uno dei maggiori importatori di legno, tanto che importiamo perfino 100 miliardi l'anno di segatura e siamo incapaci di fare una politica forestale.
Il dato rilevante, peraltro ben identificato nella sua informativa, è la totale inettitudine di molte realtà regionali di
Sicuramente, l'informativa è chiara su molti argomenti, mentre su altri vi è bisogno di un maggiore impegno da parte del Governo. Colleghi, va però sfatato un mito: il vero federalismo è un principio di responsabilità e di rapporto con il territorio. Oggi ci troviamo di fronte ad una avidità di incarichi o di deleghe, come sta avvenendo a proposito del Corpo forestale dello Stato e dei vigili del fuoco. Credo sia irresponsabile chiedere di smembrare il Corpo forestale dello Stato, un organo di polizia nazionale di tutela dell'ambiente; il Governo non può prestarsi ad una scelta così dissennata. Lo stesso discorso vale per i vigili del fuoco, in ordine ai quali va mantenuta una vera capacità operativa.
Sarebbe opportuno, poi, che il Governo varasse un decreto-legge che recepisca le norme che prevedono aumenti di pena per i piromani, approvati ieri dal Senato della Repubblica; credo si tratti di un segnale da dare durante l'estate, in questo momento. Non si possono aspettare i tempi necessari per l'approvazione del provvedimento da parte della Camera, approvazione che naturalmente non avverrà nel periodo estivo. Penso che il voto a larga maggioranza di un ramo del Parlamento possa consentire al Governo di varare un decreto-legge, recependo immediatamente l'aumento di pena per gli incendiari e, nel contempo, eliminando - credo saremmo tutti d'accordo - la norma assurda che vieta ai vigili del fuoco di intervenire nelle aree prive di centri abitati. Penso che il Governo potrebbe darci immediatamente questo segnale.
Colgo l'occasione per soffermarmi brevemente sulla specifica vicenda ligure, anche se crediamo che l'informativa del Governo riguardi tutta l'Italia; al riguardo, mi sorprende che molte forze politiche non abbiano colto l'aspetto complessivo, ferma restando la solidarietà per la vicenda che ha colpito la Liguria. In ordine ad essa, anch'io mi associo alla richiesta di sostegno in favore degli agricoltori e degli operatori turistici gravemente danneggiati.
Penso che alcune regioni (la Liguria, la Sardegna e alcune aree della Calabria), che soffrono particolarmente il fenomeno degli incendi estivi, abbiano bisogno di una particolare attenzione; all'interno del quadro nazionale, alcune regioni vanno considerate in modo particolare per la «sensibilità» che hanno verso questo fenomeno nei periodi estivi.
Concludo ringraziando il rappresentante del Governo per l'informativa e ribadendo che credo sia giunta l'ora che le nostre realtà, il Parlamento, gli enti locali e le regioni assumano consapevolezza del fatto che la barzelletta di rivendicare competenze e di non dare conto dell'incapacità di gestire i poteri ottenuti non può più reggere. Affermo ciò perché sono un sincero federalista, ma sono anche stanco di assistere a rivendicazioni come se ci trovassimo in un mercato; mi riferisco, per esempio, alla richiesta di smembramento del Corpo forestale dello Stato. Le entità che funzionano vanno mantenute e le regioni pensassero a fare forestazione, a fare prevenzione, perché una cosa sono gli aerei ed un'altra lo spegnimento del singolo incendio, al quale le regioni, pur dovendolo fare, non provvedono da vent'anni (Applausi dei deputati del gruppo misto-verdi-l'Ulivo).
Non c'è dubbio che, per quanto riguarda sia l'autocombustione sia il dolo, nel nostro paese manca un'azione preventiva, che presuppone, ovviamente, anche l'individuazione delle responsabilità. Lei ha sostenuto in quest'aula, ancora una volta, che le responsabilità della prevenzione e dell'avvistamento spettano alle regioni; lo stesso collega Pecoraro Scanio ha fatto riferimento alle responsabilità di queste ultime. La prima domanda che noi poniamo è la seguente: è possibile avere dal Governo una comunicazione completa sull'inaffidabilità o sull'inadempienza delle regioni in questa direzione?
Da questo ritengo che dobbiamo trarre anche alcune conclusioni, che sono di carattere operativo e, per il Parlamento, l'unica conclusione è l'iniziativa parlamentare. Non si tratta di un malocchio, che non si può toccare: se le regioni sono inadempienti, dobbiamo intervenire legislativamente. Credo che le comunicazioni del Governo servano a questo, altrimenti lei si sarebbe limitato a fare un'esposizione molto puntuale e precisa, quale quella che ha fatto e di cui prendo atto, poi ognuno avrebbe svolto il suo interventino e sarebbe tornato nel proprio collegio, avendo fatto il proprio dovere...
È così esaurita l'informativa urgente del Governo sulla questione degli incendi boschivi, con particolare riguardo alla situazione della regione Liguria.