(Sezione 3 - Situazione del tribunale di Nola)
C) Interrogazione:
COLA. - Al Ministro di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che:
il tribunale di Nola, di recente istituzione ed in funzione dal 14 aprile 1994, per
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mole di processi trattati, sia in campo penale che in quello civile, in relazione al numero di residenti nel circondario (circa seicentomila) è fra i più gravati nel contesto nazionale;
quanto assunto, trova ineccepibile riscontro nell'impressionante dato statistico, in base al quale risulta che sono pervenuti, dal 14 aprile 1994 al 24 settembre 1998, alla procura della Repubblica di Nola, sia presso la pretura circondariale che presso il tribunale, ben 286.450 processi e che, al 24 settembre 1998, pendono in fase di indagini preliminari ben 146.146 procedimenti - cioè il 25 per cento del carico del tribunale di Napoli -;
non meno pesante è la situazione in campo civile, rappresentando il carico ben il 28 per cento di quello del tribunale di Napoli;
già qualche giorno prima del suo insediamento, coincidente con l'entrata in funzione del nuovo tribunale, il procuratore della Repubblica, dottor Adolfo Izzo, segnalava le drammatiche ed insostenibili condizioni in cui si sarebbe trovato costretto ad operare, proponendo nel contempo un opportuno slittamento dell'entrata in funzione del tribunale di Nola;
tali rilievi furono recepiti dal consiglio giudiziario della Corte di appello di Napoli e dal Consiglio superiore della magistratura, che richiese, inutilmente, di sospendere l'entrata in funzione della istituita struttura giudiziaria;
in seguito, il dottor Izzo segnalava la inadeguatezza dell'organico sia dei giudici (sostituti procuratori previsti nell'esiguo numero di otto unità - uno ogni settantamila abitanti), che del personale amministrativo (appena trentaquattro unità);
con più comunicazioni, lo stesso procuratore della Repubblica evidenziava la inconcepibile disparità con gli altri uffici giudiziari della corte di appello di Napoli nei quali il rapporto fra magistrati e personale amministrativo da una parte, e re-sidenti, dall'altra, era ed è di gran lunga inferiore e più accettabile;
contestualmente, analoghi rilievi venivano più volte mossi dal consiglio dell'ordine degli avvocati di Nola e dalle locali organizzazioni forensi;
peraltro, il già inadeguato organico non è stato mai, nel corso di questi anni, interamente coperto, determinando, di fatto, la paralisi dell'attività giudiziaria e le più che legittime proteste della classe forense, sfociate in una lunga astensione dalle udienze;
per far constatare la drammaticità della situazione, il dottor Izzo ha sollecitato più volte, ma invano, un'ispezione ministeriale, ricevendo solo formali assicurazioni sulla futura funzionalità del Tribunale, peraltro fondate su motivazioni erronee e dati fantasiosi;
nonostante le iniziative assunte nel prosieguo del consiglio giudiziario della corte di appello di Napoli, sia il Ministro di grazia e giustizia che il Consiglio superiore della magistratura non hanno provveduto a colmare le gravi ed insostenibili lacune segnalate;
egualmente, nessun effetto hanno prodotto reiterati atti ispettivi promossi sull'argomento dall'interrogante; né alcun idoneo provvedimento è stato adottato a seguito di una visita sollecitata dall'interrogante, presso il tribunale di Nola nel 1997 del sottosegretario onorevole Corleone, che ha avuto modo di constatare di persona la fondatezza di quanto più volte segnalato;
addirittura, si è verificato che alcune richieste di applicazione di personale amministrativo presso il tribunale di Nola sono state liquidate con parere contrario e con strabilianti motivazioni del tipo: «valutate comparativamente le esigenze di entrambe le procure, si ritengono prevalenti quelle della procura presso il tribunale di Napoli, rispetto a quelle della procura
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presso il tribunale di Nola». Ciò, nonostante il tribunale di Napoli, senza considerare la pretura circondariale, sia dotato di un organico di personale amministrativo di ben 337 unità su circa due milioni di residenti, mentre in quello di Nola, compresa la pretura circondariale, operano solo trentaquattro unità a fronte di seicentomila residenti, cioè una proporzione che dovrebbe essere di uno a tre ed, invece, è di uno a dieci;
attualmente, la situazione è ai limiti del collasso, in quanto l'ufficio della procura, che non ha mai potuto funzionare con un organico completo, è costretto ora ad operare con solo tre sostituti, in quanto altri tre o sono stati praticamente trasferiti con delibera del consiglio superiore della magistratura, o stanno per essere trasferiti;
parimenti, sussistono vuoti nell'organico del personale amministrativo, proprio nel momento in cui aumenta considerevolmente il carico dei processi sia per l'aumento dei reati commessi sul territorio del circondario, sia per la acquisita competenza per l'applicazione delle misure di prevenzione in un contesto ambientale in cui proliferano le associazioni per delinquere di stampo mafioso;
in siffatta incredibile situazione si è ritenuto opportuno solo dar luogo ad un'inutile ispezione ordinaria, dalla quale potrebbero venire fuori solo insignificanti irregolarità, ma certamente non la inquietante problematica prospettata -:
quali iniziative urgenti si intendano assumere e quali provvedimenti immediati adottare per far sì che la giustizia torni a funzionare in un contesto territoriale così importante;
se, in particolare, non sia il caso di disporre con somma urgenza una ispezione speciale diretta ad accertare la fondatezza di quanto esposto;
se, infine, non sia necessario provvedere subito a coprire gli organici e ad ampliarli in misura adeguata alle esigenze, più volte rappresentate in premessa, in modo tale, perlomeno, da attenuare la differenza che esiste rispetto alle altre strutture giudiziarie, con riferimento al rapporto organico-residenti. (3-02956)
(9 ottobre 1998).