Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 563 del 7/7/1999
Back Index Forward

Pag. 17


...
Commemorazione del deputato Giovanni Panetta.

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e con lui i deputati ed i membri del Governo - Sul banco del deputato Panetta sono deposti dei fiori). Cari colleghi, come sapete, sabato scorso è morto in un incidente stradale il collega Gianni Panetta, che aveva 43 anni.
Era stato eletto per la prima volta alla Camera in questa legislatura ed aveva portato in quest'aula la passione per la politica che gli veniva dalla lunga militanza di partito, prima nella democrazia cristiana e quindi in alcune delle formazioni che dopo la democrazia cristiana hanno dato corpo all'impegno dei cattolici nella vita politica. Egli apparteneva alla grande maggioranza di parlamentari che non hanno il privilegio della notorietà, che i mezzi di informazione trascurano, ma ai quali l'impegno parlamentare richiede uguale assiduità nella presenza, uguale competenza, uguale attività di studio e di ricerca.
Il forte vincolo che lega nel sistema maggioritario l'eletto al proprio territorio ed ai propri concittadini ed il parallelo indebolimento dei partiti e delle loro strutture territoriali, oggi, hanno di fatto spostato sul parlamentare il peso dei compiti nuovi e gravosi che ieri spettavano alle strutture di partito. Molto più che in passato, oggi il parlamentare è chiamato a svolgere, oltre alla funzione tradizionale della rappresentanza nazionale, quella della mediazione tra cittadini ed istituzioni, a risolvere problemi e situazioni locali, a comporre i conflitti che sorgono sul territorio. Il parlamentare comune - la maggioranza di noi e la struttura di questa Camera - spesso sconta con la stanchezza la necessità di assolvere proficuamente tutti i compiti, onerosi e complessi, che gravano su di lui.
L'incidente stradale nel quale Gianni Panetta ha perso la vita è avvenuto mentre tornava in macchina a Roma da una riunione politica che lo aveva tenuto impegnato fino a notte alta; è avvenuto, quindi, mentre egli serviva i propri ideali politici ed il suo paese. Gianni Panetta lascia sulla giovane moglie la responsabilità di crescere due figli assai piccoli, un bambino di due anni ed una bambina di pochi mesi. È questo un fatto che ci colpisce particolarmente, che rende ancora più profonda la nostra partecipazione al dolore.
Io credo che il modo migliore per ricordare questo nostro collega sia portare a compimento in modo serio la riflessione avviata in questa legislatura sulle condizioni di lavoro di tutti i parlamentari, individuando allo stesso tempo le forme concrete per esprimere la nostra vicinanza ed il nostro sostegno ai familiari, soprattutto ai figli, così duramente colpiti. Ci adopereremo, con i colleghi questori e con i colleghi dell'Ufficio di Presidenza, perché la vedova ed i bambini possano pensare alla Camera dei deputati come ad una istituzione che non dimentica coloro che per scelta dei cittadini servono il paese e che nel servirlo sono caduti, vittime di un lavoro la cui durezza non sempre viene compresa fuori da quest'aula (La Camera osserva un minuto di silenzio - Seguono generali, prolungati applausi, cui si associano i membri del Governo).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Follini. Ne ha facoltà.

MARCO FOLLINI. Signor Presidente, come lei ha ricordato, Gianni Panetta era alle 3 del mattino su un'autostrada, tornava


Pag. 18

a casa stanco dopo una giornata passata a parlare di politica. È una situazione nella quale tutti noi tante volte ci siamo trovati e tutti sappiamo che quella stanchezza, quella fatica è il prezzo che si paga ad una convinzione forte, all'amore per il proprio lavoro, a quella che con un po' di retorica possiamo chiamare passione civile.
Gianni Panetta quella passione l'aveva ed era profonda, gli veniva da una famiglia che lo aveva educato, cresciuto e nutrito, se così si può dire, a pane e politica. Di lui voglio ricordare solo due aspetti; Panetta aveva un sentimento lieve, mite della politica, non era un fanatico e prendeva molto sul serio il suo compito, ma riusciva a non prendere troppo sul serio il suo rango. Sapeva che oltre alla politica esiste un territorio di valori che va coltivato e rispettato ed era una persona di grande, voluta modestia. Ognuno di noi fa del suo meglio per sembrare migliore di quello che è, lui no, lui non si curava delle apparenze e chiunque lo abbia conosciuto sa bene che valeva più di quanto non desse a vedere a prima vista. Noi, i suoi amici, i suoi compagni di avventura politica lo ricordiamo con affetto; mancherà terribilmente alla sua famiglia, a Paola e Gianpaolo, i suoi figli, mancherà molto anche a noi (Generali applausi, cui si associano i membri del Governo).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Follini.

Back Index Forward