Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 559 dell'1/7/1999
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(Chiusura di agenzie di assicurazione nel Mezzogiorno)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Sica n. 2-01860 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 7).
L'onorevole Sica ha facoltà di illustrarla.

VINCENZO SICA. Signor Presidente, onorevole rappresentante del Governo, in molte regioni del sud del paese si è creata una situazione molto grave: molte compagnie di assicurazione che operano, appunto, nel Mezzogiorno chiudono le agenzie, abbandonando intere aree del territorio, oppure consigliano ai propri agenti di non stipulare contratti assicurativi. Finora, per citare solo la provincia di Napoli, la Winterthur ha chiuso cinque agenzie su sei; la Ras ha chiuso l'agenzia di Marigliano e di Portici; le assicurazioni Milano del gruppo Fondiaria hanno chiuso ventidue agenzie su ventinove; la Sara, collegata all'Aci, ha praticamente chiuso tutte le agenzie della provincia di Napoli; la Toro ha chiuso sei agenzie su otto; la Nuova Maa due agenzie e la Fondiaria due agenzie su cinque. La smobilitazione delle compagnie di assicurazione non solo mette i cittadini in difficoltà perché rischiano di non trovare compagnie assicurative disponibili per stipulare i contratti assicurativi, ma ha ripercussioni negative sull'occupazione.
Solo a Napoli e provincia l'indotto del settore assicurativo occupava, prima che si verificassero tali fatti, circa diecimila unità. Oggi vi è un calo drastico dell'occupazione e le ripercussioni si riflettono sull'intera economia. Ad esempio, la Piaggio e la Aprilia che, come è noto, sono case italiane produttrici di motoveicoli, accusano tra il giugno 1998 e il giugno 1999 una flessione delle vendite del 30 per cento circa nella provincia di Napoli per i ciclomotori con cilindrate fino a 50 centimetri cubi. Questa è la conseguenza del fatto che a Napoli e provincia è diventato davvero difficile assicurare un ciclomotore da 50 centimetri cubi per la responsabilità civile auto, sia per la continua diminuzione di compagnie assicurative sul territorio, sia per il rifiuto, aperto o velato, che si ottiene dalle compagnie residuali. Se poi si trova una compagnia che assicura, queste sono le tariffe per assicurare un motorino: per la Lloyd


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Adriatico, un milione e 350 mila lire all'anno; per le assicurazioni Generali, un milione cento mila; per l'Assitalia, che è una compagnia di Stato, 750 mila lire. Confrontato con il costo di un motorino nuovo, che varia da 2 milioni 900 mila a 3 milioni 100 mila, si vede che il premio assicurativo è assolutamente sproporzionato rispetto al valore dell'oggetto.
Le assicurazioni auto sono obbligatorie in base alla legge n. 990 del 1969 e successive modificazioni ed integrazioni. Rifiutare le polizze assicurative per la responsabilità civile auto è pertanto una violazione di legge.
Chiudere le agenzie in alcune aree del territorio nazionale è in contrasto con le autorizzazioni che le compagnie di assicurazione ricevono dal Ministero dell'industria per esercitare il ramo assicurativo. Se in un ramo assicurativo le compagnie registrano perdite, non possono certamente scegliersi le zone sulle quali operare e quelle sulle quali non operare. Se, ad esempio, su Napoli, Caserta, Bari, Reggio Calabria, Messina e Catania le compagnie gestiscono rami assicurativi come la responsabilità civile auto nei quali registrano perdite, non possono escludere di operare in quelle aree in quanto le autorizzazioni all'esercizio del ramo responsabilità civile auto è per tutto il territorio nazionale.
Signor sottosegretario, vi sono poi anche altre conseguenze.
È attualissimo il tema delle pensioni. I cittadini si vanno orientando sempre di più verso un sistema previdenziale integrativo o alternativo che in magna pars gestiscono le compagnie di assicurazione. Orbene, perché in alcune aree del territorio nazionale i cittadini utenti non devono poter scegliere tra diverse proposte e accontentarsi solo di quelle offerte dalle compagnie che restano?
Tutti gli interventi finanziari comunitari, nazionali e regionali vengono erogati previa presentazione di fideiussione assicurativa. Perché le imprese beneficiarie in alcune aree devono soffrire o perdere finanziamenti per la mobilitazione delle assicurazioni?
Infine, esistono anche ragioni oggettive perché gruppi malavitosi organizzano falsi incidenti e danni inesistenti con truffe colossali, com'è avvenuto recentemente a Castellammare di Stabia per una truffa di circa 60 miliardi. Per quanto esposto, si chiede se il ministro possieda tutti i dati riguardanti l'intero Mezzogiorno d'Italia; se non ritenga necessario intervenire sulle compagnie per evitare una smobilitazione così massiccia da intere aree meridionali; se l'ISVAP abbia esercitato la vigilanza prevista dalla legge e se, infine, non ritenga di interessare il ministro di grazia e giustizia perché nei tribunali situati nelle zone più colpite dai fenomeni malavitosi, che inducono le compagnie a smobilitare, vengano costituiti degli appositi pool di magistrati e di forze dell'ordine per prevenire e stroncare le attività in corso.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'industria, il commercio e l'artigianato ha facoltà di rispondere.

GIANFRANCO MORGANDO, Sottosegretario di Stato per l'industria, il commercio e l'artigianato. Signor Presidente, fornirò una risposta puntuale alle questioni poste dal collega Sica, riconoscendo preliminarmente ed introduttivamente che i problemi richiamati effettivamente esistono, sono reali e rientrano nel dibattito sull'assetto strutturale del sistema assicurativo del nostro paese. Il rapporto tra la qualità strutturale del sistema assicurativo e la qualità complessiva dell'ambiente sociale, in particolare nel Mezzogiorno d'Italia, è stato oggetto, anche con riferimento ai problemi dei costi delle polizze, di un ampio dibattito e dell'attenzione dell'assemblea delle imprese di assicurazione, dell'intervento del ministro in quella sede, nonché di approfondimenti in sede parlamentare (ricordo l'indagine conoscitiva in corso al Senato della Repubblica) e del dibattito politico e nella pubblica opinione.
Accanto alle osservazioni puntuali che svolgerò, quindi, voglio notare che indubbiamente si tratta di un tema nei cui


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confronti vi è un'attenzione del Ministero dell'industria: vi è dunque l'esigenza di mantenere tale attenzione viva, anzi di approfondirla e renderla più puntuale. A parte queste considerazioni di carattere generale, dalle informazioni di cui disponiamo e da quelle che abbiamo acquisito direttamente presso l'ISVAP, anche con riferimento all'interpellanza in oggetto, devo rilevare che il fenomeno, evidenziato nell'interpellanza stessa, della chiusura massiccia da parte di molte imprese assicuratrici di agenzie nel Mezzogiorno d'Italia, in particolare nella provincia di Napoli, non risulta a noi sussistere nelle dimensioni che sono state descritte.
Da una prima indagine effettuata al riguardo dall'ISVAP, infatti, non risultano confermati i dati contenuti nell'interpellanza. In particolare, nella provincia di Napoli, la società Toro risulta aver revocato un solo mandato agenziale dal 1997 ad oggi, passando da otto a sette agenzie; la società La Fondiaria risulta aver incrementato il numero delle agenzie di un'unità, da otto a nove; la società Sara, dal 1997 ad oggi, risulta aver confermato il numero di cinque agenzie generali; la società RAS risulta aver confermato nello stesso periodo il numero di tredici agenzie e la società Milano risulta averne dismessa una passando da diciassette a sedici agenzie attualmente operanti.
Confermo tuttavia che l'ISVAP sta approfondendo l'indagine sui dati specifici, anche con riferimento ai dati puntuali molto diversi che sono contenuti nell'interpellanza: è un'indagine non limitata alle sole imprese indicate nell'interpellanza ed alla sola provincia di Napoli ma estesa a tutte le imprese più rappresentative del mercato, al fine di verificare l'effettiva presenza delle stesse nella provincia di Napoli e la consistenza del fenomeno nelle altre realtà del Mezzogiorno. Accanto a questa sottolineatura dei dati che ci risultano e dell'approfondimento che faremo, dobbiamo precisare che una decisione delle società assicuratrici di ridurre la propria presenza in un determinato territorio rientra nella sfera della libera determinazione imprenditoriale e pertanto sfugge ai poteri di intervento diretto e di disposizione diretta dell'ISVAP, anche se indubbiamente la conoscenza del fenomeno e la sottolineatura della sua anomalia consente evidentemente, anche soltanto sul piano dell'espressione di orientamenti, indirizzi e giudizi, di incidere nei confronti del fenomeno stesso.
Per quanto concerne l'osservazione relativa al fatto che molte compagnie di assicurazione consigliano ai propri agenti di non stipulare contratti assicurativi per la responsabilità civile delle automobili, faccio presente che l'ISVAP vigila costantemente in ordine al rispetto dell'obbligo scaturente dall'articolo 11 della legge n. 990 del 1969 e non ha mai mancato di richiamare le imprese affinché forniscano indicazioni rigorose alla propria rete agenziale.
Al riguardo l'istituto stesso ha in corso specifici accertamenti istruttori, al fine di verificare l'effettiva esistenza di comportamenti illegittimi o irregolari posti in essere da imprese di assicurazione o da agenti. Qualora dagli esiti di tali accertamenti dovessero emergere violazioni della normativa di settore, l'istituto prenderà i provvedimenti necessari per il ripristino della situazione di legalità.
Per quanto riguarda, poi, il fenomeno della criminalità collegato al settore assicurativo, purtroppo non posso che confermare la gravità della situazione. Riporto alcuni dati numerici rappresentativi del fenomeno in base all'ultima elaborazione disponibile che fa riferimento ai dati del 1997. Nel corso di tale anno il numero dei sinistri RC auto che presentano aspetti fraudolenti ammonta a 169.911, con un'incidenza percentuale sul totale dei sinistri pari al 3,2 per cento. In proposito, rilevo una diminuzione rispetto all'anno 1996 dell'1,5 per cento, infatti nel 1996 i sinistri con aspetti fraudolenti erano stati 172.471. Con riferimento agli importi liquidati, si è passati dai 438 miliardi del 1996, ai 409 miliardi del 1997, con un'incidenza percentuale sul totale dei risarcimenti pari al 2,3 per cento, contro il 2,7 per cento del 1996. I numeri


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e le percentuali sono evidentemente tali da non rendere assolutamente soddisfacente la pur positiva diminuzione percentuale ricordata.
Tra le regioni italiane, la Campania presenta i dati più elevati riscontrati su tutto il territorio nazionale: il 15,7 per cento dei sinistri può ritenersi collegato a reati, mentre nel 1996 era solo il 13 per cento; quindi vi è stato un aumento con un costo che, rapportato al valore dei sinistri complessivi della regione, è pari all'11,8 per cento. In Campania il valore dei risarcimenti per sinistri connessi ad atti criminosi nel 1997 è stato pari a 164 miliardi, il 40 per cento del totale nazionale. L'ISVAP reputa di dover seguire attivamente il mercato incentivando quanto più possibile l'opera di prevenzione e sensibilizzando le imprese ad adottare tutte le misure idonee a contrastare il fenomeno criminoso.
In questa direzione credo che anche il provvedimento recentemente approvato dal Consiglio dei ministri in materia di danni alle persone svolgerà un ruolo significativo; ovviamente seguirà il suo iter parlamentare, ma costituisce già un elemento importante ai fini della moralizzazione del settore. Per quanto concerne l'ultimo quesito posto nell'interpellanza, il dicastero di grazia e giustizia rende noto che la creazione di specifici gruppi di lavoro nell'ambito dell'attività degli uffici del pubblico ministero è espressamente prevista dall'articolo 6 del decreto legislativo n. 51 del 19 febbraio 1998, che contiene norme in materia di istituzione del giudice unico di primo grado.
Il Ministero di grazia e giustizia fa presente, inoltre, che la costituzione di pool di magistrati che si interessino di particolari tipi di indagini rientra nell'esclusiva competenza dei capi degli uffici giudiziari. Sarà, tuttavia, cura del Ministero di grazia e giustizia richiedere periodicamente notizie alle varie procure della Repubblica interessate dai fenomeni criminosi indicati nell'atto di sindacato ispettivo.

PRESIDENTE. L'onorevole Sica ha facoltà di replicare.

VINCENZO SICA. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole sottosegretario. La risposta è stata, a mio avviso, precisa e puntuale; pertanto, mi ritengo soddisfatto.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

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