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PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Gambale n. 2-01843 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 5).
GIUSEPPE GAMBALE. Signor Presidente, esprimo innanzitutto rammarico perché non è presente il ministro dell'interno. Ho già espresso tale rammarico al
sottosegretario La Volpe al quale mi lega un rapporto personale di stima ed anche di amicizia; tuttavia, credo che su temi così delicati come le vicende dei consigli comunali e la pervasività della criminalità organizzata vi siano ministri e sottosegretari più competenti e con maggiore attenzione rispetto a tali problemi.
perché il Vicepresidente del Consiglio dei ministri non ha risposto a tale quesito già contenuto in un precedente strumento del sindacato ispettivo; pertanto, sono costretto a chiedere se sia vero quanto ho detto e che cosa si stia facendo per evitare ciò.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno ha facoltà di rispondere.
ALBERTO LA VOLPE, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, rispondo all'interpellanza urgente in merito alla quale gli onorevoli interpellanti auspicano più incisive misure per combattere i tentativi di infiltrazione della malavita nei comuni di Sant'Antimo, Qualiano, Marano e Casandrino, affinché si contrasti con tutti gli strumenti disponibili la diffusione dell'illegalità nelle zone interessate e, più in generale, per garantire maggiori livelli di sicurezza nell'area a nord di Napoli.
recisi quei legami con la criminalità organizzata in conseguenza dei quali era stata prospettata l'applicazione della misura di rigore di cui all'articolo 15-bis della legge n. 55 del 1990. L'esito degli accertamenti allo stato riferiti dalle forze di polizia ha permesso di acquisire ulteriori elementi sui procedimenti penali a carico del sindaco e di alcuni consiglieri ed è tuttora in corso un attento monitoraggio delle vicende amministrative del comune in argomento, al fine di accertare in modo più pregnante la sussistenza o meno degli elementi necessari per l'eventuale adozione di provvedimenti di rigore.
antimafia di Napoli, in data 9 settembre 1997, è stato sottoposto al regime speciale di cui all'articolo 41-bis, secondo comma, dell'ordinamento penitenziario, in considerazione della sua elevata pericolosità sociale e del ruolo rivestito in seno alla criminalità organizzata campana.
quanto di competenza - e per lo scambio di informazioni e notizie, mirate e funzionali alla risoluzione di specifiche problematiche d'intesa con le forze territoriali provinciali.
PRESIDENTE. L'onorevole Gambale ha facoltà di replicare.
GIUSEPPE GAMBALE. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario La Volpe per la puntuale mole di notizie riportate con dettaglio. Certamente non è in discussione da parte mia l'attenzione del Ministero dell'interno su questi problemi e la stima e la fiducia nei confronti del ministro Jervolino. Ma questa zona a nord di Napoli merita, ad avviso del mio gruppo e dei parlamentari eletti in quel territorio, un'attenzione maggiore.
eleggere liberamente un'amministrazione, si rischia di costringere i cittadini a sottostare alle imposizioni e ai condizionamenti degli stessi personaggi. Comunque, è andata così e sono passati due anni. Credo che la prefettura di Napoli potrebbe essere in condizioni di fornire al Ministero gli elementi per una decisione, perché altrimenti, tra altri due anni, in prossimità di nuove elezioni, ci troveremo a fare lo stesso ragionamento: siamo alla vigilia di nuove elezioni ed è, dunque, inutile sciogliere questo comune. Sono passati due anni e credo non sia possibile consentire, a maggior ragione con dati che confermano alcune preoccupazioni, che un'amministrazione sia ancora lì in attesa che la prefettura decida di volgere maggiori attenzioni su questo comune.
ALBERTO LA VOLPE, Sottosegretario di Stato per l'interno. Chiedo scusa per l'interruzione, lei a chi si riferisce?
GIUSEPPE GAMBALE. A Salvatore Grappa.
ALBERTO LA VOLPE, Sottosegretario di Stato per l'interno. Ho spiegato il motivo.
GIUSEPPE GAMBALE. Ripeto, o il prefetto garantisce libere elezioni o, altrimenti, non è possibile consentire che un consigliere comunale sia eletto se gli è stato ritirato il certificato elettorale e negato il diritto di voto. In questo meccanismo vi è qualcosa che non funziona. È stato necessario che le opposizioni facessero le barricate in consiglio comunale per costringere questo signore ad uscirne.
elettorale in favore del candidato Di Guida. In tali comuni questi fatti li conoscono anche le pietre.
PRESIDENTE. Avverto che, per accordi intercorsi tra i presentatori e il Governo, lo svolgimento dell'interpellanza Paissan n. 2-01844 è rinviata ad altra seduta.
L'onorevole Gambale ha facoltà di illustrarla.
L'interpellanza che abbiamo presentato riguarda la zona a nord di Napoli. Nel corso di questa legislatura, nei mesi passati, sono stati presentati vari atti ispettivi che riguardano i comuni di Marano, Sant'Antimo, Casandrino - in particolare -, nonché quello di Mugnano di Napoli. In tutta quest'area permane una presenza della criminalità organizzata molto forte e vi sono condizioni di inquinamento della vita amministrativa: il consiglio comunale di Casandrino è stato sciolto anche a seguito dell'interrogazione presentata da me, dall'onorevole Albanese e da altri deputati del centro-sinistra. Anche in quest'ultima campagna elettorale purtroppo abbiamo dovuto verificare casi di inquinamento del voto, con compravendita di voti e altre condizioni, purtroppo legate a nomi e cognomi già denunciati in precedenti interrogazioni. Ciò a dimostrazione che poi, nei fatti, l'intervento del ministero, delle forze dell'ordine e della magistratura è purtroppo molto limitato.
Nello specifico, il comune di Qualiano è stato interessato precedentemente da una mia interrogazione, nella quale si chiedeva la nomina di una commissione d'accesso. Tale commissione è stata nominata, ma non abbiamo saputo nulla riguardo gli esiti della vicenda. È stata eletta una nuova amministrazione, ma i personaggi sono sempre gli stessi e permangono operazioni poco trasparenti.
Nel comune di Sant'Antimo sono state presentate numerose denunce - anche da parte di rappresentanti istituzionali - alla direzione distrettuale antimafia; tuttavia, dal punto di vista giudiziario, le inchieste non procedono. Dal punto di vista amministrativo, invece, personaggi che erano citati nel decreto del 1991 di scioglimento per infiltrazioni camorristiche dello stesso consiglio comunale siedono oggi, direttamente o indirettamente, alla guida della nuova amministrazione.
Recentemente, uno dei principali sostenitori del sindaco in carica - Lorenzo Russo, soprannominato Sindona, per la sua nota attività di usuraio - è stato fatto oggetto di un provvedimento giudiziario di sequestro di un panfilo del valore di oltre un miliardo. Tra l'altro, la stessa abitazione del primo cittadino è stata perquisita ed è in corso una pesante inchiesta in materia di usura, che costituisce una delle attività principali dei clan locali e di alcune famiglie che rappresentano i diretti sostenitori dell'amministrazione in carica.
Nella recente campagna elettorale che ha interessato la provincia di Napoli ed i collegi nominati, si sono ripetuti gli stessi fenomeni verificati per la competizione amministrativa, denunciati all'autorità giudiziaria e nelle interrogazioni parlamentari: compravendita di voti per 50, 100 mila lire, presenza nelle case, eccetera. Chiediamo, pertanto, un intervento da parte del ministero perché si nomini una commissione d'accesso e si agisca, se possibile, prima dell'intervento giudiziario in senso stretto.
Nella zona del maranese la situazione è molto grave: essa non riguarda direttamente l'amministrazione, ma le attività sul territorio. Il clan Nuvoletta-Polverino sembra scomparso: non si hanno, infatti, più notizie di cronaca su tale clan, ma abbiamo la netta sensazione che esso sia in uno stato cosiddetto di immersione, in quanto le attività economiche e produttive della zona sono fortemente condizionate dal clan stesso. Angelo Nuvoletta è stato talmente bravo - come latitante - da riuscire persino a scomparire per un periodo dalla lista dei latitanti ricercati; ovvero, non lo ricercano neanche più, il che mi sembra abbastanza sintomatico della situazione.
Stando a quel che risulta all'interpellante, anche sulla base di notizie fornite da alcuni organi di informazione, starebbero per scadere i termini di custodia cautelare per Giuseppe Polverino; sono stato costretto a ripetere tale domanda
Ad Eduardo Nuvoletta - seppure affetto da una grave patologia - sono stati concessi gli arresti domiciliari quando era ancora latitante: egli, cioè, si è presentato alla caserma dei carabinieri avendo già gli arresti domiciliari. Credo che anche questo sia un fatto sconcertante, in quanto indica che alcuni agganci di tale clan a livello istituzionale sono ancora presenti ed operanti.
Vi è nella zona un calo di attenzione, sia da parte dell'autorità giudiziaria, sia da parte degli organismi competenti della polizia e dei carabinieri. Basti dire che nell'organizzazione dei commissariati di polizia, incredibilmente, il territorio di Marano è stato lasciato senza commissariato; ve ne sono, infatti, due - uno a Chiaiano, nella zona a nord di Napoli, e l'altro a Giuliano - ma proprio il territorio di Marano, che è patria dei Nuvoletta, non ha commissariato di polizia.
Tutto questo ci induce a chiedere un'attenzione maggiore al Governo, alle autorità di polizia e ai carabinieri, nonché all'autorità giudiziaria; abbiamo, infatti, la sensazione che la zona a nord di Napoli sia abbandonata a se stessa e, soprattutto, che alcuni legami concreti con i clan e con le famiglie, che condizionano di fatto la vita economica ed amministrativa, non siano mai stati spezzati del tutto.
Andiamo per ordine. Per quanto riguarda il comune di Sant'Antimo, allo stato non risultano acquisiti dal prefetto di Napoli significativi elementi a suffragio dei supposti condizionamenti della criminalità organizzata, tali da giustificare eventuali accertamenti ispettivi. Il 2 febbraio scorso il prefetto di Napoli ha interessato il sindaco di Sant'Antimo per promuovere la dichiarazione di decadenza di Salvatore Grappa da consigliere comunale, in quanto lo stesso era stato condannato per fallimento e la sentenza non era pervenuta, alla data di scadenza del termine per la presentazione delle candidature, all'ufficio elettorale del comune. Il successivo giorno 15 l'amministrazione comunale provvedeva, al riguardo, comunicando all'interessato la perdita della carica e disponendo il ritiro del certificato elettorale. Le vicende del comune, comunque, vengono attentamente seguite dalle autorità di Governo.
Per quanto riguarda, invece, il comune di Qualiano, con provvedimento del 12 marzo 1997 veniva nominata una commissione d'accesso per accertare eventuali tentativi di infiltrazione camorristica. L'esito degli accertamenti fu riferito alla direzione generale dell'amministrazione civile del Ministero dell'interno, tuttavia, nell'imminenza del rinnovo degli organi elettivi, si ritenne opportuno non procedere allo scioglimento dell'amministrazione comunale, al fine di non privare i cittadini del diritto di eleggere nuovi amministratori. Si è continuato comunque a seguire con attenzione il lavoro dell'amministrazione di Qualiano, al fine di accertarsi che le suddette attività si svolgessero nel pieno rispetto della legalità. Infatti, con le elezioni del 27 aprile 1997 si era determinata una significativa presenza nell'ente rinnovato di amministratori che avevano già ricoperto cariche elettive: tale circostanza poteva rendere attendibile l'ipotesi che non fossero stati
I comuni cui viene fatto riferimento dagli interpellanti costituiscono un'area estremamente sensibile sia sotto il profilo economico - per il persistente disagio legato a diffusi fenomeni di disoccupazione - sia per l'avvertita esigenza di affermazione della legalità, nella più ampia accezione del termine, per i vari fenomeni di delinquenza che sono presenti nella zona. In questa direzione, soprattutto contro il gruppo delinquenziale Polverino-Nuvoletta, presente a Marano, sono stati compiuti significativi passi avanti per contenere l'espansione delle attività criminali. Di fatto, si è avuta una riduzione sensibile degli episodi criminosi gravi (tre rapine avvenute nei comuni di Sant'Antimo, Casandrino e Qualiano e, in quest'ultimo, anche un tentato omicidio non riconducibile ad un contesto di criminalità organizzata).
Già nel 1996 le accurate indagini della DIA - cosiddetta operazione Giardino - avevano consentito di individuare i tentativi di infiltrazione del gruppo Polverino-Nuvoletta nei lavori di realizzazione del parco urbano Camaldoli, le cui risultanze consentirono all'autorità giudiziaria di emettere cinque ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone per abuso d'ufficio, truffa ed altri reati connessi all'espletamento delle gare d'appalto.
Più recentemente, l'azione di contrasto all'organizzazione dei Polverino-Nuvoletta ha consentito di conseguire positivi risultati sul versante dell'aggressione ai patrimoni di illecita provenienza. Nel corso del 1998, su proposta della questura di Napoli, l'autorità giudiziaria ha disposto il sequestro di una scuderia di cavalli da corsa, di rilevante valore economico.
Nello stesso anno è stata inoltre eseguita la confisca di ventotto immobili e di diciassette terreni del gruppo delinquenziale e sono state già avanzate, dal questore di Napoli, ulteriori proposte per il sequestro di altri beni del predetto sodalizio, tuttora al vaglio dell'autorità giudiziaria.
Analogo impegno viene profuso nell'attività tesa alla cattura dei latitanti particolarmente pericolosi, che rappresenta una delle più efficaci direttrici di intervento nella lotta alla criminalità. Nel corso del 1998 sono stati catturati sessantanove affiliati a clan camorristici e, dall'inizio dell'anno, sono stati assicurati alla giustizia altri diciassette latitanti. Tra le catture più recenti sono da ricordare quelle di Giuseppe Autorino, noto per l'evasione dall'aula-bunker di Salerno e deceduto a seguito del conflitto a fuoco ingaggiato, per la sua cattura, con il personale della DIA e del NOCS della Polizia di Stato, e di Vincezo D'Apice, elemento di spicco del clan dei Cesarano.
Il procedimento a carico di Giuseppe Polverino si trova attualmente nella fase dibattimentale dinnanzi alla VI sezione penale del tribunale di Napoli, che ha fissato la prossima udienza per il 25 di questo mese. Il processo riguarda complessivamente ventisei imputati per gravi reati. In particolare, Giuseppe Polverino è imputato, in concorso con altri, del reato previsto dall'articolo 416-bis, primo, terzo, quarto, quinto e sesto comma, del codice penale (associazione per delinquere armata di tipo camorristico da lui promossa e diretta), di condizionamento del libero esercizio del voto, di delitti contro il patrimonio, di tentata estorsione ed altro.
Giuseppe Polverino è stato arrestato il 20 maggio 1997, dopo un lungo periodo di latitanza, in esecuzione di varie misure cautelari in carcere emesse dall'autorità giudiziaria di Napoli. Lo stesso, su espressa richiesta della direzione distrettuale
Il Polverino è attualmente ristretto nella sezione 41-bis della casa circondariale di Cuneo in esecuzione di diverse ordinanze di custodia cautelare (tra l'altro risulta appellante avverso sentenza di condanna a diciassette anni e sei mesi per i reati di associazione a delinquere di stampo camorristico ed altro). Per i fatti per i quali è pendente procedimento penale dinnanzi alla sesta sezione del tribunale di Napoli sono effettivamente scaduti i termini di custodia cautelare. Il Polverino rimane comunque in carcere in esecuzione di altri titoli di reato.
Il Governo è impegnato in importanti riforme per dare un'efficace risposta al problema della rapidità della giustizia (questo è un altro elemento sottolineato dall'onorevole Gambale).
Per quanto riguarda il settore penale, la riforma del giudice unico, quando entrerà pienamente in vigore, consentirà la celebrazione di un numero maggiore di processi e, quindi, una loro più rapida definizione. In sede di attuazione definitiva di tale riforma si procederà anche ad una rideterminazione degli organici dei magistrati nell'ambito dei vari distretti di corte d'appello in vista della nuova organizzazione complessiva dell'attività giudiziaria.
Un contributo significativo alla soluzione del problema si avrà con la rapida approvazione di alcuni provvedimenti legislativi attualmente all'esame del Parlamento. Mi riferisco, in particolare, al disegno di legge n. 1873-B relativo alla delega al Governo in materia di competenza penale del giudice di pace e modifica dell'articolo 593 del codice di procedura penale. Importante sarà anche l'approvazione della delega al Governo per la depenalizzazione dei reati minori, per l'incidenza sul carico di lavoro degli uffici. A tal fine, la legge 5 maggio 1999, n. 155, ha delegato il Governo ad emanare, entro sei mesi, uno o più decreti legislativi finalizzati a decongestionare i tribunali di Torino, Milano, Roma, Napoli e Palermo.
Con specifico riferimento all'ultimo quesito, particolare importanza assume l'azione di controllo del territorio.
Nell'area a nord di Napoli, il dispositivo delle forze di polizia si articola, per quanto riguarda la Polizia di Stato, nel commissariato di pubblica sicurezza di Afragola (76 uomini), in quello di Frattamaggiore (92 uomini) e nel posto fisso a Sant'Antimo, mentre l'Arma dei carabinieri è presente con le stazioni di Afragola (16 uomini), Frattamaggiore (17 uomini), Marano (27 uomini), Sant'Antimo (24 uomini) e Qualiano (10 uomini).
La consapevolezza che un'efficace lotta alla criminalità non può prescindere dal ricercare il coinvolgimento di tutte le forze della società civile ha indotto le autorità provinciali di pubblica sicurezza ad instaurare fattive intese collaborative con le amministrazioni locali. In tale contesto assume particolare rilievo il protocollo di legalità stipulato presso la prefettura di Napoli il 15 gennaio 1998 nell'ambito del «patto territoriale del nord-est» riguardante nove comuni della provincia di Napoli tra cui Acerra, Afragola, Crusciano, Cardito, Caivano e Casalnuovo.
Da tempo, inoltre, il prefetto di Napoli ha assunto l'iniziativa di effettuare riunioni del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica presso le sedi municipali dei comuni della provincia, con la partecipazione dei sindaci interessati.
Si sono già svolti incontri presso i comuni di Giugliano e Villaricca, a cui hanno partecipato anche i sindaci di Calvizzano e Mugnano, nel corso dei quali è stato convenuto che presso il commissariato di pubblica sicurezza di Giugliano verranno svolti incontri periodici con la presenza, oltre che dei rappresentanti locali delle forze dell'ordine, anche dei sindaci, per la predisposizione dei necessari interventi - integrati anche con il coinvolgimento dei vigili urbani per
Tutta l'area nord è, comunque, oggetto di particolare attenzione da parte delle forze dell'ordine anche per le interconnessioni tra le diverse organizzazioni criminali della limitrofa provincia casertana, quali ad esempio le cointeressenze del clan Mallardo di Giugliano con l'organizzazione casertana dei casalesi ed anche in ragione di ciò vengono con frequenza svolti servizi straordinari da parte delle tre forze di polizia.
Peraltro, per una migliore razionalizzazione dell'attività di coordinamento di servizi di contrasto ed una più efficace integrazione degli interventi sui territori, in una apposita riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, alla quale ha partecipato anche il prefetto di Caserta, è stata concordata la predisposizione di un programma di servizi straordinari di controllo, con ingente disponibilità di forze, nella fascia territoriale a confine con le due province.
Non si è trascurato, inoltre, di tenere in debita considerazione l'esigenza di creare in questa zona i presupposti necessari per l'insediamento di nuove attività produttive al fine di riavviare un processo di espansione economica ed occupazionale. A tal fine ricordo che, nell'ambito del «progetto sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno», sono previsti specifici interventi per le zone dei comuni di Frattamaggiore con gli attigui e connessi territori di Acerra, Afragola, Casoria e Caivano.
In conclusione, nel ringraziare l'onorevole Gambale per le cortesi espressioni che mi ha rivolto, vorrei dirgli che l'assenza odierna del ministro competente e il fatto che questi mi abbia delegato a rispondere non possono essere assolutamente intesi come una sottovalutazione dei problemi che sono stati posti con grande rigore dall'onorevole Gambale.
Avendo anche la delega in materia di legalità, vorrei precisare che l'argomento della estensione dell'attività dei comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica sul territorio costituisce uno degli impegni prevalenti e a mio avviso più significativi del Ministero dell'interno, soprattutto in zone dove è rilevantissima la realtà criminale di cui parliamo, e che confinano con un'altra provincia il cui territorio è infestato da una analoga presenza criminale di queste bande che vanno parallelamente combattute.
Infatti, in un'analoga interpellanza al Senato riguardante la città di Caserta, il Ministero ha espresso e dimostrato il proprio impegno per contrastare in termini concreti, e credo con significativi risultati, le bande che imperversano nella zona.
Vorrei puntualizzare alcune questioni sulle quali, signor sottosegretario, la prego di prendere nota e, in caso, di riferire al ministro perché vi sono alcuni dati che non sono esattamente così o, per lo meno, meritano una maggiore riflessione.
Lei ha fatto presente che, dopo l'interrogazione che portò alla nomina di una commissione di accesso nel marzo del 1997, in prossimità della scadenza elettorale, non si ritenne opportuno sciogliere il comune di Qualiano per consentire ai cittadini di votare. Lei ha dovuto ammettere che molti degli eletti sono ancora oggi gli stessi che erano in carica prima e ciò a dimostrazione che le competizioni elettorali, fino a quando non si recidono alcuni legami, non sono elezioni libere. Così, invece che consentire ai cittadini di
Presenterò una nuova interrogazione, specificamente sul comune di Qualiano, chiedendo cosa stia facendo la prefettura di Napoli.
Riguardo al comune di Sant'Antimo le cose non stanno così come lei ha detto quando ha affermato che il prefetto di Napoli è intervenuto. Siamo in una situazione paradossale: il signor Salvatore Grappa è stato eletto, nonostante gli fosse stato negato il diritto di voto, perché il prefetto non è intervenuto in tempo durante la campagna elettorale. È stata necessaria l'opposizione del centro sinistra per denunciare in consiglio comunale l'assurdità di aver eletto un consigliere privo di diritto di voto. C'è voluta una barricata in consiglio comunale per costringere il sindaco e il prefetto a prendere provvedimenti perché l'elezione è stata anche confermata e solo in un secondo momento si è arrivati alla sospensione e alla surroga di questo consigliere. Non è possibile che noi dobbiamo sempre arrivare dopo. In questo momento della campagna elettorale...
Il prefetto ha rimproverato il sindaco che aveva convalidato l'elezione di questo signore. Nel momento in cui, in una campagna elettorale, viene ritirato il certificato elettorale e negato il diritto di voto ad un candidato, o si invalidano le elezioni o si blocca in qualche maniera la vicenda. Non è possibile intervenire dopo, perché i voti cui questo signore non aveva diritto sono confluiti per eleggere un'amministrazione e ciò mi rammarica fortemente. Se è stata perquisita la casa del sindaco e sono stati sequestrati i beni di una famiglia di usurai diretti sostenitori di questa amministrazione (che sono poi le stesse persone citate in un decreto di scioglimento del 1991) chi ha fornito gli elementi per la sua risposta come può sostenere che non vi siano situazioni tali da consentire almeno la nomina di una commissione di accesso?
Mi chiedo allora che cosa si debba verificare. Si deve verificare, come è accaduto nel corso di questa campagna elettorale, che i noti usurai vadano in giro a sostenere i candidati alle elezioni provinciali con lo stesso meccanismo? C'è stata l'ennesima compravendita dei voti. A Qualiano - le dico nomi e cognomi - vi è stata una campagna spietata da parte della criminalità organizzata nei confronti del candidato alle elezioni provinciali Onofaro; a Marano è successa la stessa cosa: la famiglia Nuvoletta, i Simeoli e gli altri sostenitori hanno svolto una campagna
Mi chiedo, allora, che cosa dobbiamo aspettare affinché le forze di polizia, la prefettura e l'autorità giudiziaria consentano libere elezioni.
Nella competizione elettorale che ha portato all'elezione dell'amministrazione di Sant'Antimo il candidato sindaco andò finanche in questura a denunciare che in quella casa i certificati elettorali venivano consegnati insieme con i soldi; non si è riusciti ad ottenere neanche una perquisizione. Noi chiediamo che si possano svolgere le elezioni in condizioni di libertà, è questo il punto.
Non è in discussione l'impegno del Governo ma, secondo me, manca un'attenzione sufficiente da parte della prefettura prima, durante e dopo il periodo elettorale, cioè durante la gestione amministrativa. Fin quando continueranno a svolgersi le elezioni in tali condizioni, è inutile lamentarsi, dopo che il fatto è avvenuto, nel prendere atto che a Qualiano sono state rielette le stesse persone; non potrebbe avvenire diversamente, non ci sono le condizioni perché ciò accada.
Ripeto, su Qualiano e Sant'Antimo chiediamo una maggiore attenzione perché credo vi siano elementi sufficienti per arrivare, a Qualiano, almeno alla nuova nomina di una commissione d'accesso per l'accertamento, ad oggi, dello stato dell'arte e, a Sant'Antimo, alla nomina di una commissione d'accesso che accerti quel che sta accadendo. Non si può giungere in prossimità di nuove elezioni e dire che ormai si è vicini a ridare la parola ai cittadini; dovremmo essere sicuri, infatti, che i cittadini abbiano la parola per poterla esprimere liberamente, è questa la mia preoccupazione.
Per quanto riguarda la vicenda del clan Nuvoletta, prendo atto delle azioni di competenza del Governo e delle forze di polizia; per il resto, credo che il compito spetti all'autorità giudiziaria e, quindi, ciò non ci compete.
Concludo osservando che, sicuramente, la convocazione nei territori dei comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica è un segnale importante, ma le assicuro che spesso tali riunioni si riducono ad una pura lagnanza dei sindaci che, a ragione, esprimono una serie di preoccupazioni; il tutto, però, finisce lì perché, di fatto, i segni concreti di attenzione verso il territorio non sono poi così evidenti.
È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.