![]() |
![]() |
![]() |
PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Volontè n. 3-02193 e Giancarlo Giorgetti n. 3-03844 (vedi l'allegato A - Interpellanze ed interrogazioni sezione 5).
ROBERTO PINZA, Sottosegretario di Stato per il tesoro, il bilancio e la programmazione economica. Sul punto in questione abbiamo sentito la Consob e quanto riferito può essere sintetizzato come segue.
mesi del 1998, un forte andamento al rialzo, con notevoli incrementi sia delle quotazioni che dei volumi negoziati.
PRESIDENTE. L'onorevole Volontè ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-02193.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, sono soddisfatto della cortesia del sottosegretario Pinza nel leggerci il dispaccio della Consob, sulla sostanza del quale sono totalmente insoddisfatto in quanto, senza entrare nella tecnica finanziaria borsistica, mi sembra che i fatti, riportati anche dalla Consob, siano abbastanza chiari.
GIANCARLO GIORGETTI. Non sono suoi!
LUCA VOLONTÈ. Non sono suoi, certo, ma è stato uno dei pochi, una delle poche «campane» che probabilmente - così dice la Consob, a me sembravano tutte dello stesso tenore - non invitava a vendere e a svendere le azioni. Egli pronunciò le seguenti parole: «Noto che alcune Cassandre hanno innescato una crisi di panico che, secondo me, non ha giustificazioni, guardando ai fondamentali economici e alle prospettive delle aziende quotate in borsa in Italia».
PRESIDENTE. L'onorevole Giancarlo Giorgetti ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-03844.
GIANCARLO GIORGETTI. Non sono chiaramente soddisfatto della risposta fornita dal Governo, anche se devo riconoscere che è difficile per l'esecutivo, in particolare per un sottosegretario che ha ricoperto analogo ruolo nel precedente gabinetto, trarre delle conclusioni da quello che è l'asettico giudizio della Consob su quanto è oggettivamente avvenuto il 3 aprile 1998.
svalutazione della moneta che insegnano come si debbono fare le svalutazioni e soprattutto quando.
Queste interrogazioni, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente.
Il sottosegretario di Stato per il tesoro, il bilancio e la programmazione economica ha facoltà di rispondere.
Nella mattinata del 3 aprile 1998 il Presidente del Consiglio, a Londra per un incontro internazionale, commentando con i giornalisti gli ultimi rialzi della borsa italiana, auspicava maggiore prudenza da parte degli investitori.
Tali dichiarazioni, diffuse dall'agenzia Radiocor alle ore 10,44 e alle 10,59 dello stesso 3 aprile, furono successivamente riprese dall'agenzia Reuters alle ore 13,16.
Analoghe dichiarazioni venivano rilasciate nel corso della medesima giornata da esponenti del mondo finanziario e bancario.
La seduta del 3 aprile è iniziata con un netto rialzo; dopo aver segnato un valore di apertura di 25.867 punti (più 0,74 per cento rispetto alla chiusura del giorno prima), l'indice Mibtel ha ampliato il rialzo nel corso della mattinata fino ad un massimo di 26.300 (più 2,42 per cento) alle ore 11,25.
Le quotazioni sono rimaste su tali livelli sino alle 14,30 circa, allorché è iniziata una progressiva diminuzione dei corsi, che si è protratta sino al termine della seduta con l'indice Mibtel a 25.570 punti, in calo dello 0,42 per cento rispetto alla chiusura precedente. In questa seduta, peraltro, è stato raggiunto un nuovo record degli scambi, pari a 8.269 miliardi di lire.
Va precisato che la borsa italiana, sostenuta da un contesto internazionale favorevole, aveva registrato, nei primi
In particolare, nel periodo 1 gennaio-2 aprile 1998, l'indice Mibtel si era apprezzato del 49,24 per cento, realizzando una performance di gran lunga superiore a quella delle altre principali borse internazionali.
Tale forte rialzo dei corsi, registratosi in appena tre mesi, esponeva il mercato italiano alla possibilità di cali improvvisi, anche a seguito della realizzazione di plusvalenze da parte degli operatori, per cui non era da escludere che gli inviti alla prudenza avessero rappresentato anche un'occasione per mutamenti di tendenza.
È possibile che numerosi piccoli investitori, i quali si erano accostati di recente al mercato azionario e confidavano in quotazioni in crescita, si siano affrettati a disinvestire al primo segnale di cedimento dei corsi. È sintomatico che, nella seduta del 3 aprile, siano risultati più attivi nelle vendite le banche e le SIM di matrice bancaria, quali intermediari attraverso cui operano solitamente tali investitori.
Sulla base di quanto esposto, la Consob è dell'avviso che non vi sia elemento alcuno che possa far ritenere che in borsa si siano verificate operazioni anomale, non riconducibili cioè alla normale attività, nei momenti precedenti e successivi alla diffusione delle dichiarazioni in questione, anche in considerazione del breve lasso di tempo intercorso tra i dispacci dell'agenzia Radiocor e l'inizio (alle ore 14,30 circa) dell'inversione di tendenza delle quotazioni.
Nella medesima giornata, peraltro, il mercato dei titoli di Stato è stato caratterizzato da quotazioni in leggero rialzo; il BPT future decennale ha chiuso le contrattazioni al LIFFE a quota 119,82 (119,62 il prezzo di apertura), mentre lo spread BPT-Bund sulla scadenza dei dieci anni ha segnato, a fine seduta, un valore di 26 basis points (25 nella seduta precedente).
In merito alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio del successivo 7 aprile, va osservato che queste ultime non possono avere avuto effetti sulle quotazioni della stessa giornata, in quanto sono state diffuse dopo la chiusura della seduta borsistica con un dispaccio Radiocor delle ore 18,06.
Inizialmente, nella citata seduta il mercato ha mantenuto l'impostazione rialzista della seduta precedente, chiusasi con un rialzo del 3,16 per cento dell'indice Mibtel, raggiungendo un nuovo massimo storico alle ore 13,59 (indice Mibtel a 26.741, più 1,38 per cento); a partire da tale momento, le quotazioni sono progressivamente calate e la seduta si è chiusa con una diminuzione dell'indice del 2,39 per cento, influenzata dall'andamento cedente di Wall Street (indice Dow Jones -0,85 per cento); anche le altre borse europee hanno subito, peraltro, un calo (Madrid General -1,07 per cento, Xetra Dax -0,68 per cento, CAC 40 -2,09 per cento, FTSE -0,19 per cento), mentre sono rimasti stabili i mercati obbligazionari.
In data 8 aprile, il mercato ha proseguito la tendenza ribassista e l'indice Mibtel in chiusura ha segnato un valore di 24.762 punti, con una variazione negativa del 3,85 per cento. Lo stesso giorno sono risultate in calo, seppure più contenuto, le principali borse internazionali (Dow Jones -0,73 per cento, Madrid General -1,35 per cento, eccetera), mentre sono rimasti stabili i mercati obbligazionari.
Anche il 9 aprile l'indice Mibtel ha registrato una variazione negativa (-1,31 per cento), mentre le sedute successive dello stesso mese sono state caratterizzate da una elevata volatilità delle quotazioni.
Sulla base dell'andamento del mercato si è dell'avviso, pertanto, che la forte ascesa delle quotazioni, registratasi nei mesi precedenti, esponeva il mercato stesso al rischio di una correzione dei corsi; infatti, un forte ridimensionamento del movimento al rialzo dei corsi, il quale permettesse al mercato di ripartire da basi più solide, era atteso da gran parte degli intermediari finanziari.
L'allora Presidente del Consiglio italiano, professor Romano Prodi, docente esperto di mercati finanziari e di economia, si reca a Londra, una piazza finanziaria ben diversa da Montevideo per importanza e per tradizione, sia per l'Europa sia per l'intero globo terracqueo - come direbbe il collega Marinacci -, ed invita caldamente i piccoli azionisti italiani a non farsi prendere dalla frenesia di investire in borsa.
Appena letta la notizia d'agenzia, ho pensato ai piccoli investitori italiani, che non potevano più investire in BOT, CCT e CTZ, essendo ormai divenuti ridicoli i tassi di interesse di tali titoli di Stato, e che, dopo essere stati invitati in più di un'occasione, nel mese di gennaio, ad entrare nel mercato azionario, perché rischiando in borsa si diventava cittadini più adulti, si sentivano dire dal Presidente del Consiglio, persona - lo ripeto - alla quale mancano altri tipi di esperienza ma non quella di politica finanziaria ed internazionale, appena uscito dalla borsa di Londra, di fermarsi perché la borsa era sopravvalutata.
Credo molto a quel che ha letto il sottosegretario Pinza, a ciò che ha rilevato la Consob, ossia che la maggior parte delle vendite sono state operate dagli istituti finanziari, dalle SIM e dalle banche, anche perché, probabilmente, i piccoli azionisti avranno visto il telegiornale delle 20 e quindi non avranno potuto raccogliere immediatamente l'invito del Presidente del Consiglio, rimanendone scottati ulteriormente; infatti, se lo avessero appreso in tempo reale, forse avrebbero dato ordine ai propri istituti di credito o alle proprie SIM di vendere ugualmente in tempo reale, come hanno fatto i soggetti investitori indicati.
Vi è, però, un fatto oggettivo: la borsa è caduta dopo tali dichiarazioni e - riporto la frase di un articolista esperto che ha scritto su l'Unità - «il risultato nel mese di aprile è lì da vedere; in una settimana, nelle ultime settimane, azioni come FIAT, Banca Intesa, Benetton e Alitalia, per non citarne che alcune, hanno lasciato sul campo più del 20 per cento, cioè oltre un quinto, del loro valore».
Per quanto riguarda ciò che afferma la Consob, sulla quale torneremo con un'altra interrogazione, ossia che anche altri investitori, oltre al Presidente del Consiglio, hanno invitato a frenare gli entusiasmi, leggerò, soltanto per alcuni secondi, la dichiarazione di Massimo Fortuzzi, che dovrebbe essere conosciuto in seno alla Consob perché responsabile della gestione dei fondi «Finanza e futuro» del gruppo Deutsche Bank, una persona - poveretto - che gestisce solo 11 mila miliardi di patrimonio.
Ribadisco che la mia insoddisfazione non è nei confronti del sottosegretario e della sua correttezza (anche se, forse non per colpa sua, abbiamo atteso un anno per avere questa risposta), ma dell'allora Presidente del Consiglio Prodi, che oggi veleggia dalle parti di Bruxelles, pur presiedendo un partito di «asini», cioè che ha come simbolo l'«asinello».
Forse questa libertà che il Governo si è preso nel risponderci dopo un anno è da apprezzare, ma certamente con le poche cose che ho detto - che verranno sicuramente integrate anche dal mio collega Giancarlo Giorgetti - intendevo sottolineare che vi è stato poco riguardo nei confronti dei piccoli azionisti e dei piccoli investitori italiani.La falsità detta, secondo la quale importanti istituti di credito ed importanti presidenti di SIM avrebbero invitato il signor Presidente del Consiglio a dismettere le azioni, nei confronti di tutti coloro i quali avevano investito e soprattutto dei piccoli; il fatto che comunque ai piccoli azionisti non sia stata data la possibilità di ascoltare in tempo reale le dichiarazioni del Presidente del Consiglio e che alcuni investitori di borsa non abbiano ritenuto urgente fare richiami di questo tipo; mi pare che tutti questi rilievi, che in parte sono presenti anche nel carteggio della Consob, avrebbero dovuto essere maggiormente approfonditi dalla stessa Consob perché esistono - non sono un esperto, perciò questo rilievo mi è stato suggerito da alcuni amici che lavorano in varie SIM - anche possibilità di investire su azioni al ribasso.
Non si ravvisa, quindi, soltanto l'esistenza di un insider che guadagna sui titoli che crescono, ma anche un altro tipo di insider. Sono, pertanto, molto sospettoso per il fatto che l'attuale presidente della Commissione europea, l'allora Presidente del Consiglio e presidente di quel partito che ha il simbolo degli asini, abbia fatto dichiarazioni in una piazza finanziaria tra le più importanti del mondo, sapendo benissimo quello che sarebbe potuto succedere in Italia e che solo importanti istituti di credito avrebbero potuto dismettere le proprie azioni.
Condivido peraltro anche nel merito l'appello fatto a suo tempo da Prodi, secondo il quale bisognava guardarsi dall'euforia ed essere prudenti. Peccato, però, che in altre occasioni l'andamento dell'indice borsistico sia stato esaltato come uno dei più rilevanti risultati ottenuti dal Governo Prodi.
Veniamo al merito di quanto si è verificato.
Cosa è accaduto? È successo che il Presidente del Consiglio Prodi si recò a Londra e fece il seguente appello: «Vedo un'economia sana, ma se la gente fosse un pochino più prudente sarebbe meglio».
Un anno e un mese dopo tali dichiarazioni, ritengo che sarebbe anche ingeneroso dire che questa affermazione fosse assolutamente infondata e falsa.
Quando è stata rilasciata tale dichiarazione? Non è stata rilasciata a borsa chiusa, perché era la giornata di venerdì, ma alle 11,30! Se in un'ora come questa parlasse un qualsiasi personaggio preso dalla strada nella piazza finanziaria di Londra, si potrebbero concedere delle attenuanti; ma visto che ciò è stato fatto da un Presidente del Consiglio, nonché illustre docente di politica economica-industriale, non si può tranquillamente affermare che egli non poteva non conoscere le conseguenze che quell'appello avrebbe comportato sulla piazza finanziaria italiana. Se non possiamo parlare di dolo, non possiamo neanche parlare di colpa lieve. Qui ci troviamo nell'ambito della colpa grave perché una persona con le capacità di intendere della materia, con quel ruolo di responsabilità, non fa queste dichiarazioni alle ore 11,30 ma alle 17, alle 18, il sabato o la domenica. Credo che ci siano anche dei casi precedenti di
Il sottosegretario ci ha detto che non vi sono stati movimenti speculativi. Io penso che non si possa affermare questo ma, al contrario, il fatto che la Consob ci dica che le operazioni di vendita sono state effettuate dalle banche SIM e che sono state quindi probabilmente originate da un flusso di ordini di vendita da parte dei piccoli risparmiatori conferma che essi, con i tempi tecnici di reazione dal momento in cui l'informazione è uscita (cioè non alle 13, ma alle 14.30, quando gli ordini che sono stati impartiti sono giunti alle banche SIM che hanno potuto vendere), hanno realizzato alcune perdite in relazione a questa situazione. Dunque, solamente per questo fatto, quello che è stato definito il parco buoi (qui si è parlato di asini, ma il bue è un animale notoriamente non molto aggressivo e sicuramente non è un toro di borsa) ha ottenuto ben poco riguardo, soprattutto nei confronti dei piccoli investitori. Indurre, attraverso dichiarazioni, un danno patrimoniale nei confronti di queste persone che spesso e volentieri sono chiamate a contribuire alla crescita del mercato azionario, alla crescita della borsa e quindi dell'economia è assolutamente ingiusto!
Conseguentemente, per quanto riguarda le dichiarazioni della Consob mi dichiaro soddisfatto, perché trovo un riscontro oggettivo dei dubbi. Per quanto riguarda la condanna politica dell'atteggiamento dell'ex Presidente del Consiglio Prodi, attuale presidente della Commissione europea, credo che non ci siano dubbi. In relazione alle sue qualifiche accademiche e al suo incarico in quell'epoca non poteva ignorare le conseguenze per i poveri buoi, per i piccoli investitori, e ha causato loro un danno!
Io credo che tutto questo, come colpa grave, debba essere ascritto all'ex Presidente del Consiglio.