Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 537 del 19/5/1999
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(Caso del detenuto Carmine Aquino)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Taradash n. 3-02866 (vedi l'allegato A - Interpellanze ed interrogazioni sezione 8).
Il sottosegretario di Stato per la giustizia ha facoltà di rispondere.

MARIANNA LI CALZI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, dalle notizie acquisite in merito alla interrogazione in esame, emerge quanto segue.
Il GIP presso il tribunale di Salerno, con decreto dell'11 settembre 1997, ha disposto il rinvio a giudizio nell'attuale stato di custodia cautelare in carcere e innanzi alla seconda sezione della corte d'assise di Aquino Carmine, imputato di duplice omicidio aggravato in danno dell'avvocato Michele Ciarlo e di Luigi Casarucci. L'udienza del processo in questione si è svolta il 9 febbraio del 1999.
L'Aquino, peraltro, è chiamato a rispondere in stato di custodia cautelare dinanzi a diverse autorità giudiziarie di altri reati, oltre ad essere stato condannato in via definitiva a pena che - per vari cumuli intervenuti - andrà a scadere il 17 giugno del 2007.
Per quanto concerne in particolare i provvedimenti emessi dalla corte di assise relativi alle istanze di libertà avanzate dall'Aquino in considerazione della asserita incompatibilità delle patologie da cui è affetto (si parla di cardiopatie e stato depressivo) con il regime carcerario, ovvero adottati più in generale con riferimento alle necessità di salute del detenuto, è stato accertato quanto segue.
Con ordinanza del 15 gennaio 1998 la corte di assise rigettò l'istanza di revoca o di sostituzione della misura cautelare presentata il 18 febbraio 1997 nell'interesse dell'Aquino in relazione all'esito di una relazione del sanitario del centro penitenziario di Secondigliano. Questa relazione sanitaria, che concludeva per la compatibilità, faceva riferimento ad accertamenti diagnostici svolti attraverso visite cardiologiche e psichiatre seguite a ricoveri presso centri specializzati.


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L'appello proposto avverso il provvedimento della corte venne rigettato dal tribunale per il riesame di Salerno. Il 22 febbraio 1998 la corte di assise respinse un'analoga istanza di libertà e avverso tale provvedimento non è stato proposto alcun gravame. Poco prima, e cioè il 4 febbraio 1998, la stessa corte aveva accolto la richiesta, fatta dalla direzione sanitaria del centro penitenziario, di trasferire l'Aquino in un luogo esterno di cura per consulenza cardiochirurgica ed aveva concesso la relativa autorizzazione.
Il 19 febbraio 1998, sollecitato sempre dalla direzione sanitaria, la corte aveva autorizzato il trasferimento dell'Aquino dal centro penitenziario di Secondigliano al policlinico di Napoli presso il dipartimento di cardiologia.
Il 28 marzo 1998, l'Aquino presentava istanza di modifica del regime di custodia cautelare sempre la ritenuta incompatibilità delle proprie condizioni. La corte ha disposto una perizia medico-legale in seguito alla quale, con provvedimento del 16 giugno 1998, rigettò l'istanza del detenuto ordinando il trasferimento del medesimo in un istituto penitenziario dotato di un centro clinico per la cura delle patologie indicate.
Il provvedimento della corte fu impugnato ma il tribunale per il riesame ha rigettato il gravame.
Il 19 settembre 1998 la direzione sanitaria del centro penitenziario redigeva una relazione sulle discrete condizioni cliniche dell'Aquino.
Il 14 settembre 1998, il presidente della corte d'assise richiedeva alla direzione sanitaria una dettagliata relazione sulle condizioni e sulla compatibilità con il regime carcerario. La richiesta relazione attestava l'adeguatezza delle terapie che erano state prescritte all'Aquino.
Il 17 luglio 1998 la corte autorizzò, sempre su richiesta della direzione sanitaria, il trasferimento dell'Aquino dal carcere in uno dei luoghi esterni di cura indicati nell'ospedale Cardarelli, l'ospedale Pellegrino e il policlinico di Napoli. Analoga autorizzazione di trasferimento fu rilasciata dalla corte il 22 ottobre 1998 per il reparto neuropsichiatrico del policlinico di Napoli.
In conclusione, va quindi sottolineato che il centro penitenziario di Secondigliano è in grado di assicurare all'Aquino la necessaria assistenza sanitaria attraverso le attrezzature e i servizi medici del centro diagnostico-terapeutico di cui dispone.
La corte di assise di Salerno non ha mai negato al detenuto l'autorizzazione a recarsi nei luoghi di cura esterni per i necessari accertamenti che siano stati ritenuti di volta in volta adeguati dall'autorità sanitaria carceraria.
Alla luce di tutto ciò, deve ritenersi che le condizioni di salute dell'Aquino sono sempre state considerate e quindi attentamente valutate dalla competente autorità giudiziaria, che ha assunto le decisioni nel rispetto della normativa processuale vigente. Tali dichiarazioni hanno peraltro trovato conferma da parte dei giudici competenti, che sono stati impegnati attraverso gli strumenti, previsti dall'ordinamento, delle autorizzazioni concesse di volta in volta.

PRESIDENTE. L'onorevole Taradash ha facoltà di replicare.

MARCO TARADASH. Il sottosegretario ha fatto una descrizione dettagliata dei provvedimenti che l'autorità penitenziaria ha preso nei confronti di questo detenuto. Mi auguro che le cose siano andate successivamente bene, in quanto mi pare che l'ultima data citata dal sottosegretario sia il febbraio di quest'anno. La mia interrogazione risale al settembre 1998 e quindi francamente non conosco quale sia stato poi l'esito dei trattamenti sanitari nei confronti di questo detenuto. Avevo segnalato che nel giro di due anni il suo peso era sceso da 82 a 48 chilogrammi, un indizio certamente non di ottima salute, mentre tutta una serie di perizie avevano dichiarato l'incompatibilità fra lo stato di detenzione e la possibilità di sopravvivenza del detenuto.
Se poi, a seguito dell'intervento dell'amministrazione penitenziaria e del trasferimento


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del detenuto in sedi cliniche all'interno del carcere, la situazione dell'Aquino è migliorata e se questa è la rassicurazione che ci dà il sottosegretario oggi, ne prendo atto e per quanto mi riguarda trasmetterò a chi di dovere questi dati, in modo da avere certezza sulle effettive condizioni di questo detenuto, certamente accusato di delitti molto gravi, ma che non deve perdere oltre alla libertà anche la salute, soprattutto trattandosi di un detenuto in stato di carcerazione preventiva. Credo che sia compito dello Stato garantire al tempo stesso la certezza della pena e la certezza del diritto e sicuramente il diritto alla salute non deve essere messo mai in discussione.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze e delle interrogazioni all'ordine del giorno.

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