Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 531 del 4/5/1999
Back Index Forward

Pag. 40


...
(Fusione gruppo Ansaldo-Breda)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Soro n. 2-01769 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 11).
L'onorevole Molinari, cofirmatario dell'interpellanza, ha facoltà di illustrarla.

GIUSEPPE MOLINARI. Signor Presidente, signor sottosegretario, la privatizzazione della Finmeccanica rappresenta un passaggio molto importante per l'economia del paese, soprattutto per le sue ripercussioni nei diversi settori industriali dove essa opera. In particolare, è da porre attenzione al processo di privatizzazione e di integrazione societaria del gruppo Ansaldo-Breda nel settore delle costruzioni ferroviarie.
Il riassetto complessivo, secondo le intenzioni dei vertici societari, dovrebbe consentire un miglioramento finanziario, riportando il bilancio in pareggio per il 1999 ed in crescita per il successivo biennio. Tuttavia è stata annunciata una razionalizzazione dei siti produttivi presenti, che oggi sono sedici, affinché la produzione si concentri negli stabilimenti di Genova, Pistoia e Napoli. Gli esuberi prospettati si aggirano sulle 550 unità, di cui 237 nelle realtà presenti nel Mezzogiorno. In particolare, ben sessantanove unità risulterebbero in esubero nello stabilimento Ferrosud di Matera. Attualmente, in detto impianto sono occupate 325 unità ed in passato lo stabilimento di Matera ha rappresentato una delle più importanti realtà industriali dell'intera Basilicata. I tagli prospettati nel prossimo triennio, quindi, sono davvero pesanti per Matera e soprattutto penalizzanti alla luce dei risultati produttivi conseguiti in questi anni.
Nell'impianto Ferrosud, infatti, vengono realizzati i vagoni intermodali che attraversano lo stretto della Manica e anche i vagoni della metropolitana di Boston (è quindi uno stabilimento in attivo). È dunque necessario che il Governo intervenga per evitare una progressiva ma inesorabile dismissione delle attività concernenti le costruzioni ferroviarie nel Mezzogiorno ed in Basilicata. Sul territorio lucano sono presenti, infatti, altre due realtà produttive appartenenti all'Ansaldo, presso l'area industriale di Tito (Potenza): l'Ansaldo segnalamento ferroviario (proprio in questi giorni il gruppo della Finmeccanica ha messo in cassa integrazione, in maniera unilaterale, 19 dipendenti) e la Firema trasporti.
Complessivamente, sono oltre 500 i lavoratori lucani occupati in tale settore ed un ridimensionamento della presenza industriale sul territorio determinerebbe una crisi irreversibile del sistema industriale in questione, con conseguenze gravissime in una realtà difficile per il


Pag. 41

reinserimento produttivo delle maestranze, che in queste ore vivono momenti di grande incertezza. Bisogna quindi impedire che i tagli prospettati dal gruppo Ansaldo-Breda possano colpire indiscriminatamente l'industria lucana. È pertanto indispensabile che il Governo intervenga e dia una risposta in termini chiari, soprattutto sul problema della disoccupazione nel Mezzogiorno.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'industria, il commercio e l'artigianato ha facoltà di rispondere.

GIANFRANCO MORGANDO, Sottosegretario di Stato per l'industria, il commercio e l'artigianato. Signor Presidente, nella risposta che fornisco all'interpellanza illustrata dall'onorevole Molinari sono necessariamente costretto a ripetere alcuni elementi già evidenziati in risposte a molteplici strumenti di sindacato ispettivo che sull'operazione complessiva Ansaldo-Breda sono state trattate in quest'aula ed alle quali il Governo ha dato tempestivo riscontro. Alcune delle informazioni che richiamerò per completezza del mio ragionamento le ho peraltro già sentite nella stessa illustrazione dell'interpellanza del collega Molinari.
Il piano industriale Ansaldo-Breda, ripetutamente illustrato ai sindacati e oggetto di riflessioni e verifiche specifiche, si colloca in un contesto di forte spostamento del mix di acquisizione ordini sui mercati esteri, per fronteggiare la progressiva caduta del mercato interno. In questo scenario, risulta ancora più essenziale un forte recupero di efficienza al fine di fronteggiare la competizione sempre più agguerrita tra i grandi gruppi mondiali. In questa ottica, il gruppo Finmeccanica ha avviato incisivi processi di razionalizzazione e di integrazione: in particolare, è stato avviato, con la costituzione di un consorzio tra Ansaldo trasporti e Breda costruzioni ferroviarie, il processo di integrazione del settore trasporti, che comporterà la formazione di un gruppo unico fornitore di sistemi di trasporto ferroviario capaci, in particolare, di facilitare il miglioramento delle performance reddituali del comparto. Il piano industriale Ansaldo-Breda prevede, a questo fine, una serie di misure che, incidendo sulle diverse linee di gestione, oltre che sui costi di struttura, sulla esternalizzazione di attività, più efficientemente gestibili da operatori terzi, e per taluni insediamenti sulla ricerca di imprenditori in grado di garantire meglio di Ansaldo-Breda la piena saturazione e la continuità produttiva degli impianti, assicuri un assetto industriale più flessibile e meno vulnerabile con una struttura di costi più competitivi e con margini unitari tali da consentire una più aggressiva politica commerciale e di prodotto.
In tal modo potranno essere scelte, tra l'altro, tutte le possibili sinergie per penetrare i nuovi mercati, anche al fine di sopperire alle riduzioni di investimenti registrate nel mercato italiano. Il consorzio Ansaldo-Breda avrà ricavi per circa 2.500 miliardi e un organico di circa 6.500 persone e sarà caratterizzato da una struttura industriale integrata articolata nelle tre unità di business: veicoli, segnalamento e sistemi. Sarà in grado di fornire una risposta concreta alla domanda dei clienti nazionali ed esteri, in termini di gamma di prodotti, livelli qualitativi e possesso di ogni necessaria competenza.
Le unità produttive di progettazione commerciale dell'azienda in Italia e all'estero avranno come siti di riferimento, rispettivamente, Napoli per le componenti elettriche del veicolo e la sistemistica, Pistoia per la componente meccanica e di sistema veicolo e Genova per il segnalamento e la sistemistica.
Le presenze commerciali ingegneristica e produttive all'estero, in particolare in nord America e Francia, nonché le numerose presenze commerciali operative nei mercati di maggiore interesse, collocheranno l'azienda in una posizione competitiva altamente qualificata e tale da permettere, anche in un mercato difficile, come quello attuale, prospettive di consolidamento e di sviluppo positive.
Per sostenere la sfida competitiva con i grandi operatori, che hanno volumi di


Pag. 42

attività e risorse finanziarie superiori ed hanno già da tempo realizzato operazioni di consolidamento e ristrutturazione, in particolare per quanto riguarda il sistema veicolo, è necessaria un'incisiva opera di riorganizzazione, ristrutturazione e razionalizzazione della struttura della nuova azienda.
Come dicevo, a supporto della operazione societaria di integrazione, è stato elaborato un piano industriale che valorizzando e perseguendo obiettivi di efficienza e di competitività consolidi la posizione competitiva e sia supportato da disponibilità di risorse finanziarie adeguate.
Sui punti fondamentali di questo piano nel luglio del 1998 era stato raggiunto un accordo di massima con le organizzazioni sindacali; esso vive in questo momento un passaggio di difficoltà di varia natura che rendono urgente un nuovo confronto con le organizzazioni sindacali. Naturalmente, il destino dello stabilimento Ferrosud di Matera è all'interno del progetto industriale complessivo, che se da un lato ha confermato per molti insediamenti le attuali specifiche finalità, non ha tuttavia escluso per alcuni la cessione ad altri imprenditori.
Per l'insediamento di Matera, peraltro, risulta determinante la progressiva caduta del mercato interno e in particolare la mancata previsione, quanto meno per i prossimi due anni, nel piano di investimenti delle Ferrovie, di ordini di ETR 500, inizialmente previsti in numero di 100 treni alla cui produzione è particolarmente interessata questa unità produttiva.
Da queste indicazioni ed illustrazioni deriva un quadro che, da un lato, mette in evidenza la necessità di un processo di ristrutturazione che sia in grado di costituire una grande azienda nazionale operante nel settore dei trasporti e, dall'altro, sottolinea la necessità di verificare concretamente - come del resto era sollecitato dall'interpellanza - le ricadute organizzative della presenza degli stabilimenti sul territorio, nonché quelle occupazionali e delle scelte di riorganizzazione.
Ho parlato prevalentemente in quest'ultima parte della risposta dello stabilimento Ferrosud di Matera, ma il collega Molinari ha ragione quanto ricorda che altri stabilimenti, segnatamente quello del segnalamento Ansaldo nell'area di Tito sono interessati da questo processo e sono presenti sul territorio della regione Basilicata. Credo che siamo in un passaggio delicato e si dovrà cercare di costruire un'intesa con le organizzazioni sindacali che riesca a rendere compatibili, da un lato, il processo di riorganizzazione e, dall'altro, le prospettive sul piano occupazionale, in particolare nelle regioni del Mezzogiorno.
Questi problemi saranno specificamente affrontati, riprendendo, come ho ricordato, le verifiche condotte presso il Ministero dell'industria nel corso del 1998, in un incontro che si terrà il prossimo 6 maggio presso il Ministero dell'industria stesso e che è stato già convocato dal ministro Bersani. In quella sede sarà analizzata in maniera più approfondita anche la situazione della Ferrosud e delle altre aziende interessate al processo di ristrutturazione insediate nella regione Basilicata.

PRESIDENTE. L'onorevole Molinari ha facoltà di replicare.

GIUSEPPE MOLINARI. Signor Presidente, intervengo brevemente.
Prendo atto della risposta e mi dichiaro soddisfatto soprattutto per quanto riguarda l'ultima parte, nella quale il Governo, tramite il sottosegretario, ha confermato l'incontro che si terrà il 6 maggio tra l'azienda e le organizzazioni sindacali con una partecipazione attiva - mi auguro molto attiva - da parte del Governo.
Infatti, non vorrei che ci si trovasse di fronte all'ennesima riorganizzazione e ristrutturazione di un'azienda, che alla fine diventa solo un'operazione finanziaria, che porta al taglio di molte aziende, alla messa in cassa integrazione e al licenziamento di molti dipendenti e penalizza soprattutto il Mezzogiorno d'Italia.


Pag. 43

Al Governo dico che deve assumere un'iniziativa forte nell'ambito di tale trattativa e non svolgere solo un ruolo notarile, registrando le posizioni delle parti. Proprio questo Governo ha sottoscritto alla vigilia di Natale il patto sociale per rilanciare l'occupazione nel Mezzogiorno; il Mezzogiorno, quindi, non può essere poi penalizzato dalle riorganizzazioni dei grossi gruppi presenti nel nostro paese e anche in una regione come la Basilicata.
È vero che l'Ansaldo, per tutto il 1999, ha ancora delle commesse, ma credo che il nostro paese, e soprattutto il sistema ferroviario, debba porsi il problema di un maggiore ammodernamento e, quindi, di un maggiore investimento nel settore: tale stabilimento può trovare in questo ambito anche una sua migliore collocazione.
Poiché da parte dell'azienda è stata compiuta, in maniera poco corretta, un'azione ingiusta, chiedo al Governo che in quella sede l'azienda ritiri i provvedimenti che sono stati assunti in maniera unilaterale nello stabilimento dell'Ansaldo di Tito, violando anche lo statuto dei lavoratori, nei confronti di 19 dipendenti che sono stati posti in cassa integrazione.
Voglio ricordare che lo stabilimento di Tito è stato costruito con i fondi della legge n. 219, cioè con fondi pubblici, e non privati, per circa il 75 per cento e si trova nell'area del cratere del terremoto del 1980. Credo, quindi, che il Governo abbia una maggiore responsabilità nell'affrontare tali questioni.
L'auspicio è che il 6 maggio il Governo assuma una posizione molto più attiva nell'invitare la Finmeccanica a rivedere il piano, che, obiettivamente, non soddisfa i sindacati e, credo, in base alle numerose interpellanze presentate, anche molti parlamentari e molte forze politiche. Penso che ciò non possa essere sottaciuto e debba essere preso in considerazione dall'azienda.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

Back Index Forward