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PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 nel testo della Commissione e del complesso degli emendamenti e degli articoli aggiuntivi ad esso presentati (vedi l'allegato A - A.C. 5535 sezione 2).
SERGIO SABATTINI, Relatore per la maggioranza. Esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti e articoli aggiuntivi presentati.
PRESIDENTE. Il Governo?
ELENA MONTECCHI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del consiglio dei ministri. Il Governo si rimette all'Assemblea.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Piscitello 2.11 e Taradash 2.2.
ELIO VITO. Nel preannunciare il nostro voto favorevole sull'emendamento Taradash 2.2, ricordo ai colleghi che l'articolo 2, che potrebbe sembrare una piccola ed ininfluente disposizione normativa, contiene invece una rilevante modifica che va proprio ad incidere sul sistema elettorale, in senso fortemente peggiorativo e proporzionalistico, favorendo cioè la frammentazione dei partiti politici.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Intervengo a titolo personale, visto che, per il mio gruppo, ha chiesto di parlare anche l'onorevole Anedda.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Anedda. Ne ha facoltà.
GIAN FRANCO ANEDDA. Tenterò molto pacatamente di riconquistare l'Assemblea alla razionalità, anche se non lo credo possibile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Orlando. Ne ha facoltà.
FEDERICO ORLANDO. Signor Presidente, abbiamo presentato l'emendamento 2.11, soppressivo dell'articolo 2, perché ci sembra che quella norma sottolinei in modo evidentissimo il carattere antinazionale ed antipopolare di questa legge. Infatti, ammettere al finanziamento partiti che hanno raggiunto la soglia dell'1 per cento significa veramente andare contro tutto ciò che nel paese è maturato ed emerge con forza.
che si propone di sopprimere la residua quota proporzionale, che era la legge dei piccoli partiti. Abbiamo un ministro per le riforme istituzionali, Giuliano Amato, il quale ha prospettato al Parlamento la possibilità di risolvere la questione sollevata dal referendum attraverso una legge interamente maggioritaria, sia pure con diritto di tribuna.
DOMENICO COMINO. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DOMENICO COMINO. Comprendo che nella sua visione pluralistica e democratica di conduzione dei lavori dell'Assemblea lei debba, per quanto possibile, concedere la parola a tutti. Comprendo anche che, forse, i suoi aggiornamenti regolamentari si fermano ai tempi pannelliani di questa Assemblea. Ora, però, è subentrata una modifica regolamentare che prevede il contingentamento dei tempi, su decisione della Conferenza dei presidenti di gruppo.
ELIO VITO. Vergognati!
PRESIDENTE. Onorevole Comino, lei ha affermato alcune cose giuste ed una ingiusta...
DOMENICO COMINO. Va bene!
PRESIDENTE. ...alla quale non replico, perché non ritengo opportuno farlo: le insinuazioni si condannano da sole.
MARCO TARADASH. Signor Presidente, la maggioranza e il relatore dovrebbero fornire risposte alle questioni che sono state sollevate, da ultimo dall'onorevole Orlando, perché, effettivamente, ci troviamo di fronte ad un articolo, del quale chiediamo la soppressione, che favorisce in modo spudorato la presentazione delle liste minori alle elezioni sia politiche, per le quali l'1 per cento dei voti consentirà la partecipazione al finanziamento
pubblico, incentivando la nascita di liste anche fittizie, sia europee o regionali.
SERGIO SABATTINI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SERGIO SABATTINI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, è una facoltà che uso ogni tanto.
PRESIDENTE. Come dovrebbe avvenire sempre.
SERGIO SABATTINI, Relatore per la maggioranza. ...ma pur sempre di contrasto.
del sistema politico, cioè di ciò che esiste già; senza provocare quest'ultimo fenomeno.
RICCARDO MIGLIORI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RICCARDO MIGLIORI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, vorrei innanzitutto esprimerle vicinanza più che solidarietà per gli attacchi di carattere personale ai quali è stato sottoposto oggi in modo ingeneroso.
MAURO PAISSAN. La lista Pannella rientrerebbe in questa percentuale.
RICCARDO MIGLIORI, Relatore di minoranza. La lista Pannella non è rappresentata in questa sede, mentre i comunisti italiani e i rappresentanti dell'UDR sono qui. Questa è una differenza sostanziale (Commenti del deputato Paissan). Non penso che Pannella abbia voluto questo riferimento al testo, ma che lo abbiano voluto altri colleghi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Balocchi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BALOCCHI. Presidente, colleghi, il problema delle liste portate all'1 per cento forse nasconde il desiderio di alcuni partiti che sono ben distanti da quella soglia (mi riferisco a forza Italia e ad alleanza nazionale) di guadagnare un bottino più grosso eliminando i partiti piccoli; quindi nel caso delle elezioni europee - nelle quali si utilizza il sistema proporzionale - si cerca di non dare la possibilità (Commenti di deputati del gruppo di forza Italia)... Questo non è sicuramente il caso del partito che rappresento, perché noi non abbiamo il problema di raggiungere la soglia del 3, del 4 o del 5 per cento.
hanno raccolto il 3 per cento, però le spese le hanno sostenute. Ci sembrava una cosa logica, invece di incrementare i partiti di maggior spessore che già incamerano quattrini in maniera sufficiente perché hanno un consenso maggiore, consentire quello che l'onorevole Vito invece non vuole lasciare neanche alla democrazia.
ELIO VITO. Vergogna!
MAURIZIO BALOCCHI. Pagliacci!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Armaroli. Ne ha facoltà.
PAOLO ARMAROLI. Signor Presidente, a titolo personale vorrei ricordare all'onorevole Balocchi che la predica è veramente inopportuna. Se ho capito bene, egli imputa al Polo l'intenzione di ripristinare il 3 per cento anziché l'1 per cento per interessi di bottega. Vorrei dire all'onorevole Balocchi, di guardare alla maggioranza governativa: è un vestito di Arlecchino con delle pezze, a volte, così piccole da essere microscopiche. Stando così le cose, non possiamo accettare questa predica dall'onorevole Balocchi.
PRESIDENTE. Essendo arrivati alle ore 13,30 circa, ritengo opportuno rinviare le votazioni al prosieguo della seduta.
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Vito. Ne ha facoltà.
L'articolo 2, infatti, e in particolare il secondo comma, anche se è formulato in maniera tale da renderne difficile l'interpretazione, diminuisce il limite del 3 per cento, stabilito già dalla citata legge n. 515 del 1993, concernente il requisito di voti per poter accedere ai rimborsi elettorali, all'uno per cento.
Signor Presidente, a mio avviso, questa modifica proposta dalla maggioranza della Commissione, che a parole si dichiara sostenitrice anche di modelli elettorali maggioritari e bipolari per la stabilità del sistema politico e della maggioranza, contro la frammentazione delle forze politiche, tuttavia in ordine ad una delle normative che possiamo definire di contorno, che accompagnano cioè i meccanismi di formazione del consenso e di organizzazione dei partiti, favorisce, agevola e in pratica influisce nella vita politica sulla formazione di soggetti politici i quali sanno che è sufficiente raggiungere l'uno per cento per poter accedere ai rimborsi elettorali. Tutto ciò è in chiara controtendenza rispetto a tutti gli «spiriti» maggioritari e bipolari dichiarati.
Per tale ragione abbiamo presentato questo emendamento tendente a sopprimere l'articolo 2.
Colgo l'occasione per ricordare che vi è anche l'emendamento Pisanu 2.3, che sarà esaminato più avanti, tendente a sopprimere il comma 2 di questo articolo che - lo ricordo ancora - abbassa addirittura all'uno per cento il limite di voti necessari per poter accedere ai rimborsi elettorali. Complimenti alla maggioranza bipolare e maggioritaria!
Ritengo estremamente grave che non si parli di sbarramento, nel momento in cui si parla di bipolarismo. Anche chi è a favore del sistema proporzionale come me (sono contrario al maggioritario perché lo ritengo la morte della politica), ha sempre chiesto uno sbarramento al 3, al 4 o al 5 per cento per restituire dignità alla politica e per evitare che i partiti siano fondati solamente per ottenere finanziamenti.
Non mi pare che tutto ciò possa avere i connotati della sinistra, della destra o del centro. Se il finanziamento pubblico riconosce i partiti che ottengono l'uno per cento dei voti, come si può pensare allo sbarramento al 3, al 4 o al 5 per cento per avere rappresentanza politica? Pensiamo forse che tutto debba essere adeguato alla legge che stiamo votando? Anche questo punto non riguarda la sostanza dell'argomento. In realtà, vi sono patti conclusi in segreto che non sono manifestabili in aula. Quando si stabilisce l'uno per cento come limite per il finanziamento, i signori della maggioranza devono spiegarci perché siano giunti a questo livello di aberrazione e di vendita di dignità!
Nel dibattito politico odierno vi sono due temi dominanti: il primo riguarda l'aumento del fenomeno dell'astensionismo, al quale tutti guardiamo con preoccupazione perché lo consideriamo sintomo di una perdita di fiducia nella politica, prima ancora che nei partiti; il secondo è relativo alla frantumazione delle formazioni politiche che è un qualcosa di più, di diverso e di più grave persino rispetto alle trasmigrazioni da un gruppo all'altro. Se accogliessi la polemica innescata da un mio conterraneo, il senatore Cossiga, non parlerei di trasmigrazione ma di transumanze (Applausi dei deputati del gruppo di alleanza nazionale).
Ebbene, nel momento in cui riteniamo che sia un vantaggio per le istituzioni e un beneficio per la stabilità andare verso il bipolarismo, chiamiamo a usufruire del finanziamento o dei rimborsi movimenti che abbiano conseguito un consenso pari all'uno per cento. Si farà la corsa a presentare candidati e liste pur di ottenere questo minimo risultato.
La razionalità cui mi sono richiamato all'inizio si basa sulla riflessione che tutti, maggioranza e opposizione, sappiamo che questa legge più che la sfiducia sta determinando il discredito dei partiti. Non discuto sul merito, non voglio parlare della necessità del finanziamento della politica, ma dell'effetto che il provvedimento produce. Quel provvedimento ed il dibattito in corso stanno gettando il discredito sui partiti. In questo momento non solo ci avviamo ad approvare quella proposta di legge ma, andando contro a tutto ciò che si dice da tante parti, incrementiamo quella frantumazione politica che determina e determinerà l'instabilità; creiamo inoltre una confusione legislativa tra gli sbarramenti che tante leggi elettorali - anche regionali - pongono, ben superiori alla soglia dell'uno per cento, e quanto previsto in questo provvedimento sul finanziamento.
In nome della razionalità, ritengo che l'articolo 2 debba essere soppresso (Applausi dei deputati del gruppo di alleanza nazionale).
In questo momento in Italia è quasi in corso una campagna elettorale referendaria
Ebbene, mentre tutto questo matura sia nel paese (referendum), sia nel Parlamento e tra le forze politiche (riforma Amato), andiamo a proporre il finanziamento dei partiti che raggiungono la quota dell'1 per cento. Chiedo allora ai colleghi che si battono per il maggioritario, o almeno così dicono, se un'incentivazione di questo tipo non sia quasi un invito alla moltiplicazione dei minipartiti, con la conseguenza di far saltare l'intero meccanismo bipolare.
Presidente, nelle democrazie bipolari o ci sono due partiti, o due coalizioni di partiti rilevanti, che hanno un peso nel paese. Quando però si sta in un sistema bipolare con una moltiplicazione di minipartiti, si consente a questi minisoggetti politici di condizionare le scelte dei due poli e le candidature. Infatti, in ogni collegio l'1 per cento può far pendere il giudizio popolare da una parte o dall'altra e noi dobbiamo scoraggiare questa tendenza al malcostume. Ci sembra invece che l'articolo 2 la incentivi; magari ciò avviene senza alcuna malizia, ma il risultato pratico sarebbe questo. Da qui la nostra richiesta di sopprimerlo.
Credo allora che, a questo punto, una verifica dei tempi della discussione fin qui trascorsi sia doverosa da parte della Presidenza, che deve garantire non lo sparring partner verso una parte politica che gli ha consentito di sedere sullo scranno di Presidente, ma una gestione effettivamente oggettiva e produttiva dei nostri lavori.
Per quanto riguarda la parte giusta delle sue dichiarazioni, ho controllato i tempi e non vi è stato alcuno sforamento; tutti i gruppi intervenuti hanno ancora, chi più chi meno, tempo disponibile per svolgere le proprie argomentazioni (Commenti del deputato Comino). Se, poi, lei vuole mettere la mordacchia al Parlamento, lo farà quando ne avrà il potere (Applausi dei deputati dei gruppi di forza Italia e di alleanza nazionale)!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Taradash. Ne ha facoltà.
Ci si spieghi la ratio di tale articolo. Capisco che un Governo un po' abborracciato, che non si sa bene come definire perché non è più di centrosinistra, non è più Ulivo, era centro e sinistra e ora non si sa più cosa sia, che comunque deve contare su soggetti politici coalizzati innumerevoli - e finora da nessuno contati -, abbia anche il problema di restituire qualcosa. Francamente, però, ci si dia una risposta di sistema, ossia come si intenda conciliare il percorso verso il bipolarismo e, secondo qualcuno, verso il bipartitismo, con il criterio contenuto nell'articolo 2, che prevede l'assegnazione del rimborso elettorale a chi ottiene l'1 per cento dei voti e non, come in passato, il 3 per cento.
Mi si consenta una battuta; dalle mie parti sull'oggetto si dice: «parliam di niente». Il collega Taradash ha testé affermato che vi sarebbe un incentivo alla presentazione di liste minori. Sicuramente il collega Taradash saprà che in occasione delle ultime elezioni, con uno sbarramento del 4 per cento - come nel caso in cui venisse soppresso l'articolo in esame -, sono state presentate molte decine di liste; pertanto, non è questo il problema.
In secondo luogo, in Germania per il rimborso vale il criterio dello 0,5 per cento (basta leggere l'apposito dossier).
In terzo luogo, rispondo alle argomentazioni - le uniche secondo me abbastanza fondate e non gesuitiche e quindi strumentali - svolte dal collega Anedda, che ho conosciuto personalmente in questi mesi e con il quale ho stabilito un rapporto di contrasto affettuoso...
Penso che se il referendum per il maggioritario avrà esito positivo - come credo -, ciò che stiamo per approvare verrà destituito di fondamento. Noi, però, approviamo il provvedimento tenendo conto della legge elettorale vigente e non di quella che speriamo, temiamo o pensiamo sarà in vigore in futuro; credo che questa affermazione sia inoppugnabile.
Già oggi al Senato la ripartizione dei rimborsi viene fatta, sulla base delle circoscrizioni regionali, tenendo conto dei poli e non dei partiti; il riferimento all'1 o al 4 per cento, quindi, non ha alcun rilievo. Al Senato, infatti, nel 1996 i rimborsi sono stati dati nel modo seguente: per regione, al Polo, all'Ulivo, ai progressisti (rifondazione comunista) ed alla lega; poi, i partiti si sono messi d'accordo tra loro.
Per quanto riguarda il Parlamento europeo, vorrei ricordare che esso non è oggetto di nostra pertinenza!
Io credo che nel testo in esame non vi sia quell'incentivo la presenza del quale viene paventata con timore; anzi, sono certo che, se si andasse ad esaminare i voti sul piano nazionale rispetto agli attuali non gruppi ma partiti che hanno i rimborsi (e non sono molti), ne entrerebbero due, perché quella dell'1 per cento corrisponde ad una quota di centinaia di migliaia di voti piuttosto alta.
Credo, francamente, che questa discussione venga utilizzata strumentalmente, pur essendo stata espressa una preoccupazione giusta rispetto alla questione della frantumazione eccessiva. Tuttavia, è evidente che non è questo il terreno per porre un freno alla questione, perché nel testo in esame non si dà vita ad un eccesso di frantumazione. Poi, naturalmente, è legittimo essere d'accordo o meno; tuttavia, ribadisco che «non produce quella cosa che c'è già»: una legge come questa, infatti, può rappresentare al massimo l'istantanea di una frantumazione
Vorrei ora sollevare una questione di carattere sostanziale.
Il collega Sabattini in effetti non ha indicato la ragione per la quale si passa da una soglia del 3 per cento ad un'altra dell'1 per cento per quel che riguarda la possibilità di ottenere i rimborsi; il riferimento alla Germania è infatti molto elastico: serve in alcuni casi e non in altri! La realtà è che alcuni partiti della maggioranza, che si apprestano a partecipare alle prossime elezioni europee, non sono sicuri di superare la soglia del 3 per cento e abbisognano di una diminuzione di tale soglia per ottenere la cifra ed il rimborso elettorale per le europee (Applausi dei deputati dei gruppi di alleanza nazionale e di forza Italia).
Questa è la realtà dei fatti che, come relatore di minoranza, volevo rappresentare all'Assemblea nell'annunciare il voto...
Come relatore di minoranza intendevo soltanto spiegare all'Assemblea il senso di questo passaggio del provvedimento.
Mi sembrava pertanto giusto consentire a chi fa una campagna elettorale e non raggiunge il 3 per cento di uniformarsi ai metodi europei; noi, infatti, non facciamo i richiami come e quando si vuole alla legge tedesca, ma abbiamo improntato il provvedimento in esame al modo in cui ci si comporta in Europa e soprattutto al modo in cui ci si comporta in Germania. In quest'ultimo paese, pure essendo previsto uno sbarramento elettorale del 5 per cento, viene consentito tassativamente alle forze politiche che predispongono una lista e la presentano alle elezioni di avere un rimborso spese quando superino lo 0,5 per cento dei suffragi nelle europee e nel Bundestag e l'1 per cento nel caso delle elezioni politiche per i lander.
A noi sembrava più che logico raddoppiare quella cifra perché lo 0,5 ci sembrava veramente poco e ciò per una esigenza di moralità nei confronti di forze politiche che raccolgono 400 o 500 mila voti. Se andiamo a verificare, nelle ultime elezioni tali forze sono presenti in entrambi gli schieramenti, ma non nella lega. La lista Pannella, il CCD ed altre formazioni, anche nella sinistra, non