(Sezione 5 - Problemi attinenti alla centrale nucleare in territorio francese Superphenix)
E) Interpellanza e interrogazione:
I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dell'ambiente e dell'industria, del commercio e dell'artigianato, per sapere - premesso che:
l'Enel partecipa con una quota del 33 per cento nella società Nersa, soggetto gestore della centrale nucleare di Creys-Malville-Superphenix (Francia);
per decisione del Governo francese, ufficializzata il 2 febbraio 1998 dal Primo
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Ministro Jospin, la centrale sarà chiusa senza neppure attendere l'esaurimento delle scorte di combustibile;
le procedure di chiusura di un impianto nucleare sono ovviamente molto complesse e richiedono una messa a punto almeno cinque anni prima della conclusione del ciclo di vita dell'impianto;
a fronte di un investimento dell'Enel, stimato in misura non inferiore a 4.300 miliardi, la centrale ha operato per non più di dieci mesi, ed è quindi legittimo chiedersi i motivi di una simile dilapidazione di risorse pubbliche;
gravi problemi si pongono in ordine al ritrattamento e allo stoccaggio del combustibile irradiato giacente, per circa un terzo attribuibile all'Enel;
l'Italia non possiede depositi di scorie nucleari -:
quando si preveda che la quota parte del combustibile irradiato, opportunamente vitrificato, verrà restituita all'Italia;
come si stia programmando la fase di rientro e di stoccaggio, con riferimento alla localizzazione delle scorie, e in particolare se il Ccr di Ispra (Varese) possa essere considerato idoneo allo scopo;
a quanto ammonti il costo dell'operazione.
(2-01156) «Giancarlo Giorgetti, Comino, Vascon, Gambato, Signorini, Apolloni, Luciano Dussin, Galli, Rizzi, Bagliani, Bosco, Grugnetti, Michielon, Fontanini, Roscia, Gnaga, Formenti, Rodeghiero, Ciapusci, Bianchi Clerici, Stucchi, Molgora, Bampo, Barral, Dozzo, Lembo».
(28 maggio 1998).
MERLO e MORGANDO. - Al Ministro dell'ambiente. - Per sapere - premesso che:
sul futuro del supergeneratore Superphenix, situato a 200 km da Torino, continua a pesare l'incertezza e la paura di un possibile incidente di percorso;
questo impianto, il solo di questo tipo e di tale potenza al mondo, è stato successivamente trasformato, con un decreto del luglio 1994, in laboratorio sperimentale; tuttavia, ritorna in funzione come supergeneratore, funzione per la quale è stato costruito;
manca, a tutt'oggi, la certezza per i cittadini sulle condizioni di sicurezza dell'impianto. La controprova è data dalla presenza di avarie gravi. Nel giugno 1994, le autorità francesi avevano affermato che il supergeneratore non avrebbe più funzionato a piena potenza mentre ora, dicono gli esperti, è previsto che entro qualche mese la sua potenza raggiunga il 100 per cento;
la rimessa in funzione ha avuto luogo senza il rapporto pubblico di sicurezza - tenuto conto che Superphenix contiene attualmente cinque tonnellate di plutonio e 5.000 tonnellate di sodio - sullo stato della centrale, profondamente modificata da lavori successivi e senza una qualsiasi informazione alla popolazione, nel caso si verificasse un incidente grave -:
quali provvedimenti siano stati presi per accertare le reali condizioni tecniche dell'impianto e, soprattutto, quali garanzie di sicurezza esso possa realisticamente offrire;
quali siano le intenzioni del Ministro interrogato nei confronti del Governo francese, per ottenere un eventuale recesso dall'utilizzo della centrale, dal momento che le centrali nucleari si degradano più rapidamente quando sono ferme piuttosto che quando funzionano e, quindi, l'operazione di rimessa in funzione può essere esposta a seri rischi di «bloccare il reattore», rischi gravissimi che, secondo gli stessi fisici, non sono prevedibili.
(3-03553)
(8 marzo 1999).
(ex 4-01046 del 19 giugno 1996).