(Sezione 3 - Interventi per la situazione dell'Ilva di Taranto)
C)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
il 16 giugno 1998 la Commissione attività produttive e la Commissione lavoro pubblico e privato della Camera dei deputati, riunite in seduta congiunta, hanno approvato una risoluzione sulla situazione Ilva di Taranto;
tale risoluzione concludeva un dibattito protrattosi per varie sedute al fine di esaminare il rapporto relativo alla missione effettuata dalla Commissione attività produttive in data 6 e 7 marzo 1998, a Taranto, presso lo stabilimento Ilva;
in tale visita si era constatata l'inosservanza da parte della società Ilva di norme contrattuali e disposizioni di legge in materia di lavoro, oltre alla pesante compromissione del sistema di relazioni sindacali;
fra le altre gravi e sistematiche violazioni ed anomalie appariva plateale esempio di una situazione inaccettabile perché lesiva dei diritti e della dignità dei lavoratori, quella riguardante il caso della «Palazzina Laf», un edificio nel quale erano stati confinati 60 lavoratori, condannati alla più assoluta inattività;
successivamente chiuso il «reparto confino» in conseguenza di una sentenza della magistratura jonica, la società Ilva ha impedito l'ingresso in stabilimento a tali lavoratori costringendoli a restare a casa, dove ricevono la retribuzione ormai da molti mesi;
nella risoluzione approvata dalla X e XI Commissione della Camera dei deputati il Governo veniva impegnato «ad adottare un intervento immediato e risolutore affinché cessi di operare tale "reparto confino" e a riferire in Parlamento entro 30 giorni sull'attività svolta in tal senso e sui risultati conseguiti»;
identica missione conoscitiva veniva svolta dalla Commissione lavoro del Senato, che visitava Taranto e lo stabilimento Ilva nei giorni 17 e 18 maggio 1998;
anche tale missione si concludeva con un dibattito presso la Commissione lavoro del Senato, protrattosi ben sei sedute, e con una risoluzione con la quale si rilevava che Riva, proprietario della società Ilva, «si ritiene svincolato dalle regole ed esercita i propri poteri in modo assolutamente arbitrario»;
a proposito della palazzina Laf e dei lavoratori ivi confinati prima ed adesso retribuiti a domicilio perché indesiderati,
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la risoluzione afferma che «su questa vicenda non basta soltanto l'indignazione: occorrono interventi e strumenti che inducano l'azienda a rimuovere una situazione assolutamente incivile»;
la risoluzione invitava il Governo ad intervenire per «superiore situazione emersa nel corso delle indagini, che presentano aspetti particolarmente preoccupanti, come dimostrano anche le denuncie fatte alla magistratura da parte dell'Uplmo di Taranto per violazione degli articoli 610 e 612 del codice penale e degli articoli 5 e 15 della legge n. 300 del 1970, della legge n. 692 del 1923 e della legge n. 488 del 1968;
da tali risoluzioni sono trascorsi molti mesi e i lavoratori ancora sono costretti a restare a casa a percepire la retribuzione senza lavorare, con grave nocumento della loro dignità umana ed anche della loro salute psicofisica, come testimoniato dalla preoccupante relazione del responsabile dei servizi neuropsichiatrici della Asl di Taranto che ha evidenziato gravi patologie in atto su taluni fra i lavoratori «ex Palazzina Laf» -:
se non ritenga di intervenire così come richiesto dalle risoluzioni delle Commissioni lavoro e attività produttive della Camera dei deputati e lavoro del Senato, per assicurare il rispetto delle leggi e dei contratti collettivi e della dignità umana, riconosciuta dalla Costituzione Repubblicana.
(2-01669)
«Angelici, Abbate, Boccia, Borrometi, Casinelli, Castellani, Ciani, Cutrufo, Ferrari, Fioroni, Giacalone, Domenico Izzo, Lombardi, Maggi, Malagnino, Merlo, Molinari, Niedda, Palma, Mario Pepe, Pistelli, Prestamburgo, Repetto, Risari, Riva, Rogna Manassero di Costigliole, Ruggeri, Scantamburlo, Tuccillo, Valetto Bitelli, Armando Veneto, Voglino».
(2 marzo 1999).