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PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Manzione n. 2-01217 (vedi l'allegato A - Interpellanze ed interrogazioni sezione 5).
ROBERTO MANZIONE. Con l'interpellanza presentata il 22 giugno dello scorso anno, nell'approssimarsi del provvedimento allora all'attenzione del Governo - si trattava di un decreto legislativo che avrebbe dovuto provvedere alla trasformazione dell'amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato in ente pubblico economico -, chiedevo di conoscere quali provvedimenti, di fatto, il Governo stesse
predisponendo. Chiedevo inoltre se in qualche modo si potesse ventilare, nella logica di una progressione che avrebbe visto nell'immediato la trasformazione dell'amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato in ente pubblico economico e nel biennio successivo in società per azioni, in che modo si intendesse affrontare il problema degli stabilimenti di Cava dei Tirreni e di Scafati, entrambi in provincia di Salerno, per i quali, in un certo qual modo, si cominciava a prevedere un periodo di crisi, quindi la ristrutturazione e la chiusura. Chiaramente, tutto ciò con specifico riferimento alle 600 unità operative operanti nei due stabilimenti, conseguenza dell'incapacità dei Monopoli di Stato di prevedere una razionalizzazione, un ammodernamento e una ristrutturazione del servizio che, nella logica della progressiva privatizzazione, consentisse ancora la competitività degli stabilimenti.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le finanze ha facoltà di rispondere.
FERDINANDO DE FRANCISCIS, Sottosegretario di Stato per le finanze. Signor Presidente, con l'interpellanza al nostro esame l'interrogante esprime preoccupazioni per il futuro delle manifatture tabacchi di Cava dei Tirreni e di Scafati in relazione all'istituzione dell'Ente tabacchi italiani.
e che il testo del decreto legislativo 9 luglio 1998, n. 283, recante l'istituzione dell'Ente tabacchi italiani, contiene la specifica disciplina all'articolo 4. In particolare, vengono previste apposite garanzie per tutto il personale attualmente in servizio, che transiterà nell'istituendo Ente; in ogni caso, il personale che dovesse risultare eventualmente in esubero anche dopo la trasformazione dell'ente in società per azioni, entro i sette anni successivi a tale trasformazione avrà diritto alla riammissione nei ruoli dell'amministrazione finanziaria, con specifiche garanzie inerenti, tra l'altro, alla qualifica rivestita e all'anzianità di servizio maturata.
PRESIDENTE. L'onorevole Manzione ha facoltà di replicare.
ROBERTO MANZIONE. Onorevole sottosegretario De Franciscis, va precisato che l'amministrazione dei monopoli ha negli ultimi anni privilegiato negli stanziamenti per ristrutturazione ed acquisti di nuovi impianti certamente gli impianti del centro-nord. Non è un caso che proprio nel polo emiliano, tra Bologna e Modena, vengano prodotte la maggior parte dei 15 milioni di chilogrammi di tabacco lavorato che il monopolio fabbrica su licenza della Philip Morris.
L'onorevole Manzione ha facoltà di illustrarla.
Era questo il dato che sottoponevo al Governo per una riflessione e che, dopo gli sviluppi legislativi che conosciamo, sottopongo nuovamente al Governo stesso, riservandomi di valutare la risposta.
Al riguardo, la competente amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, in relazione alla prevista privatizzazione delle attività produttive e commerciali dell'amministrazione stessa, ha rappresentato che la chiusura delle manifatture di Cava dei Tirreni e Scafati non è conseguenziale all'istituzione dell'Ente tabacchi italiani. Pertanto, la situazione delle predette manifatture, come quella di altre diffuse sul territorio, formerà oggetto del piano di ristrutturazione industriale e commerciale che sarà elaborato dagli organi gestionali responsabili dell'Ente tabacchi italiani in relazione alle concrete possibilità di vendita dei prodotti del mercato interno e internazionale.
Per quel che concerne i volumi di produzione conseguiti dalle due unità produttive di cui trattasi, risulta che nell'anno 1997 sono stati, rispettivamente, per la manifattura tabacchi di Cava dei Tirreni di circa 295 mila chilogrammi di sigari toscani, toscani Garibaldi, toscani Garibaldi ammezzati e toscanelli, e per la manifattura tabacchi di Scafati di 4 milioni 164 mila chilogrammi di sigarette MS soft, n. 80, nazionali filtro e superfiltro.
Gli stessi opifici sono stati interessati, nell'ultimo decennio, da interventi in conto capitale realizzati e in corso di realizzazione, rispettivamente, per la manifattura tabacchi di Cava dei Tirreni per lire 7 miliardi 400 milioni, per la manifattura tabacchi di Scafati per lire 17 miliardi 300 milioni circa, per un importo complessivo di 24 miliardi 700 milioni. Per la prima delle predette manifatture è stata, tra l'altro, appena ultimata una nuova linea di preparazione materia, la cosiddetta linea industriale di organizzazione impiantistica per la preparazione del tabacco, di prossima attivazione, installata presso la locale ex azienda coltivazioni tabacchi; alla seconda, invece, sono state assegnate due confezionatrici di sigarette della più avanzata tecnologia, la cui operatività è prevista nel breve periodo.
Per quel che concerne l'adeguamento alla normativa nazionale e comunitaria sulla sicurezza del lavoro delle predette manifatture, la medesima amministrazione ha rappresentato che lo standard è da ritenersi soddisfacente, provvedendosi in entrambi gli impianti ad un continuo miglioramento.
Infine, riguardo ai problemi di tutela dell'occupazione e degli ammortizzatori sociali utilizzabili, si rileva che la materia è stata oggetto di specifico e approfondito esame da parte dell'amministrazione finanziaria
Un'altra struttura nuova ed in avanzata fase di approntamento è quella di Lucca, dove dovrebbe essere accentrata la fabbricazione dei sigari toscani.
Però, dalle cose che ella mi ha riferito, prendo atto che, proprio in forza di quei 24 miliardi di investimenti che sono stati destinati agli stabilimenti di Cava dei Tirreni e di Scafati, certamente - è in una logica progressiva di approntamento e di aggressione del mercato produttivo - non potranno significare dismissione o riconversione. Quindi, l'ultima parte della sua risposta - che riguardava il mantenimento e la salvaguardia dei livelli produttivi - dovrebbe essere «a futura memoria», ma non dovrebbe poter riguardare quegli stabilimenti per i quali gli investimenti sono stati già effettuati.
Signor sottosegretario, prendo atto quindi delle informazioni che mi ha fornito e mi dichiaro parzialmente soddisfatto della sua risposta.