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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.
PRESIDENTE. Cominciamo con le interrogazioni Armaroli n. 3-02420 e Mammola n. 3-03501 (vedi l'allegato A - Interpellanze ed interrogazioni sezione 1) che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente.
GIORDANO ANGELINI, Sottosegretario di Stato per i trasporti e la navigazione. Signor Presidente, al fine di poter inquadrare quanto è occorso al treno ES 9347-ETR 450 Roma Termini-Reggio Calabria centrale, occorre premettere che il giorno 20 maggio 1998, data del disservizio, era in atto dalle ore 10 alle ore 17 un'astensione dal lavoro del personale di macchina aderente al COMU, che ha provocato disagi alla clientela e riflessi, anche pesanti, sulla regolarità della circolazione ferroviaria. Pertanto, il convoglio in partenza ha subito 50 minuti di ritardo.
e ha determinato anche la deviazione di alcuni di essi via Salerno-Bivio di Santa Lucia-Caserta-Villa Literno.
PRESIDENTE. L'onorevole Neri, cofirmatario dell'interrogazione n. 3-02420, ha facoltà di replicare.
SEBASTIANO NERI. Non posso esprimere soddisfazione per la risposta del Governo. Innanzitutto, l'esposizione dei fatti relativi alle vicende che provocarono l'incidente in questione non ha avuto un chiarimento sufficiente e, in secondo luogo, non vi è stata una soddisfacente risposta relativamente ai disservizi che interessano la gestione dei treni intercity.
PRESIDENTE. L'onorevole Mammola ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-03501.
PAOLO MAMMOLA. Non posso che associarmi alle considerazioni esposte dal collega Neri relative alle interrogazioni in oggetto ed alla risposta del sottosegretario sugli argomenti che gli interroganti avevano sottoposto al Governo.
non adiacente ad esso), ciò ha comportato tutti i problemi che un passeggero si trova ad affrontare quando, anziché dover scendere da un gradino alto al massimo 30 o 40 centimetri, dovendo arrivare alle rotaie, deve fare un salto magari di 80-90 centimetri (se sono sufficienti).
Il sottosegretario di Stato per i trasporti e la navigazione ha facoltà di rispondere.
Inoltre, dalle ore 9,15 alle ore 14,35 era rimasta sospesa la circolazione nella stazione di Napoli centrale, interessante l'intero nodo di Napoli, per l'occupazione della sede ferroviaria, in corrispondenza dei deviatori di uscita (lato Napoli Gianturco), da parte di dimostranti (disoccupati organizzati) che protestavano per fatti estranei alle Ferrovie dello Stato; tale evento ha aumentato notevolmente i ritardi dei treni provenienti da e per il sud d'Italia
Alle ore 19,41 il treno si fermava all'ingresso della stazione di Napoli centrale, in prossimità della fermata di Napoli Gianturco, per caduta della linea aerea provocata dal pantografo posteriore in presa, rimasto impigliato nei fili dell'alta tensione.
Immediatamente i viaggiatori venivano informati della tipologia del guasto e rassicurati circa la tempestività delle operazioni di soccorso.
Nel frattempo il personale addetto procedeva alla ricognizione della linea e alle operazioni di liberazione e ricondizionamento del pantografo e, contemporaneamente, veniva inviata la locomotiva di manovra di Napoli centrale in testa al materiale, ove gli addetti del vicino passaggio a livello avevano collaborato per la messa in opera della barra di trazione. Alle ore 22,25 il treno veniva trasportato in stazione.
Il protrarsi delle operazioni per disimpigliare il pantografo, induceva la clientela diretta a Napoli a scendere dal treno per raggiungere la limitrofa fermata di Gianturco; ciò avveniva, con tutte le cautele del caso, con l'ausilio del personale di scorta al treno, della squadra della Polfer e di funzionari e dirigenti dell'assistenza a terra giunti sul posto.
Peraltro, il treno intercity 519 (Torino Porta Nuova, ore 9,10 - Reggio Calabria centrale, ore 23,02) era stato fermato a Napoli centrale ed era stata disposta la fermata straordinaria a Napoli Gianturco per i viaggiatori già scesi dal treno. Il treno è partito alle ore 21,55.
Durante la sosta a Napoli centrale, i viaggiatori rimasti sul treno, in tutto venticinque, venivano invitati ad interrompere il viaggio con l'assicurazione di essere ospitati, a cura e spese delle Ferrovie dello Stato, presso l'Hotel Terminus, invito che è stato declinato da tutti.
Inoltre, nessun cliente ha aderito alla proposta di raggiungere gratuitamente la propria meta, a bordo di un taxi, una volta giunto a destinazione.
L'intervento dei macchinisti riusciva a rimettere in ordine il pantografo ed il treno ES 9347 ripartiva alle ore 23.
Durante il viaggio da Napoli a Reggio Calabria, il personale di assistenza a bordo chiedeva informazioni ai viaggiatori circa eventuali difficoltà di raggiungimento delle mete finali, a causa delle coincidenze saltate, avvisando gli stessi che avrebbero potuto utilizzare il servizio taxi, le cui spese sarebbero state rimborsate; nessuno esprimeva partircolari necessità, pur essendo state allertate le strutture di assistenza lungo tutto il percorso.
In relazione poi alle problematiche legate ai treni intercity, la Società FS ha riferito che, dal mese di maggio dello scorso anno, si è verificato un aumento delle carrozze indisponibili per il servizio, soprattutto per quanto riguarda le carrozze utilizzate dai treni intercity; ciò ha determinato l'utilizzo, in composizione a tale tipo di treno, di carrozze di qualità non adeguata.
Con l'adozione di tutti i provvedimenti necessari, la situazione è successivamente migliorata.
Infine, si fa presente che, con la pubblicazione della carta dei servizi del settore mobilità, approvata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 30 dicembre 1998, sono stati evidenziati, oltre ai diritti-doveri del cittadino viaggiatore, i fattori qualitativi ai quali deve essere commisurata la qualità del servizio, le procedure da seguire in materia di rimborsi, nonché le tipologie di danni che prevedono il diritto al risarcimento.
È, inoltre, prevista la costituzione di un gruppo di lavoro per la redazione e la gestione delle carte aziendali, per la progettazione, realizzazione ed esercizio di un osservatorio della qualità della mobilità, per la valutazione dei margini di coerenza tra gli standard del servizio e le aspettative degli utenti, nonché per il monitoraggio del grado di integrazione modale.
Nell'interrogazione Armaroli, di cui sono cofirmatario, è espressamente sottolineata la circostanza, soltanto en passant richiamata dal sottosegretario, che spesso i passeggeri si trovano a viaggiare su carrozze inadeguate (fatto che, comunque, lo stesso sottosegretario ha ammesso), nonostante abbiano pagato un biglietto per usufruire di un servizio classificato in altra maniera.
Il fatto è particolarmente grave, non solo perché incide sullo standard qualitativo delle nostre ferrovie, ma anche - e soprattutto - perché, trattandosi di un'azienda formalmente privata che agisce, però, sostanzialmente in regime di monopolio, non è possibile chiedere ai cittadini il pagamento del prezzo di un servizio che non si è in grado di offrire. In altri termini, qualora vi fosse stata indisponibilità delle carrozze, le ferrovie, per una correttezza di comportamento che è ai limiti dell'illecito penale, avrebbero dovuto informare i cittadini che non potevano usufruire di quel servizio, non chiederne il pagamento o, qualora le prenotazioni fossero state precedenti all'acquisita indisponibilità delle vetture, prevedere il rimborso. Viceversa, si tenta anche da parte del rappresentante del Governo di giustificare un comportamento che può tranquillamente e senza enfatizzazioni essere definito truffaldino.
A ciò si aggiunge che ancora oggi la qualità del servizio sugli intercity, anche quando non vi sono problemi di disponibilità delle carrozze previste per tale servizio, è realmente scadente. Una banalità: manca spesso l'acqua nei bagni delle vetture, come si è verificato giovedì scorso sull'intercity Napoli-Roma-Firenze ed ancora ieri su quello che transitava sul percorso inverso.
A questo punto, la questione mi pare evidente: per quanto riguarda il trasporto ferroviario il paese non trae grande beneficio dall'essersi liberato dal precedente ministro dei trasporti, il quale evidentemente gestiva in modo quantomeno singolare la responsabilità di assicurare trasporti di livello europeo. Le risposte burocratiche che vengono fornite ad interrogazioni che, benché partano da fatti specifici, evidenziano una carenza del servizio ingiustificabile non possono essere sufficienti e l'insoddisfazione degli interroganti deve essere totale nel momento in cui dobbiamo prendere atto non solo che gli italiani oggi non godono di un trasporto ferroviario di livello europeo, ma anche che il Governo non si pone nemmeno il problema che possano usufruirne in futuro.
Oltre a quanto ha già detto il collega Neri circa la vetustà dei mezzi e le difficoltà da parte delle Ferrovie dello Stato di fornire oggi servizi di livello adeguato agli utenti (i quali, oltre tutto, pagano il biglietto, magari con la maggiorazione per un servizio che molte volte non viene loro reso), ciò che a me ha lasciato totalmente insoddisfatto è la risposta fornita dal sottosegretario in merito alla fase dell'abbandono del treno a Napoli-Gianturco da parte dei passeggeri. Infatti, se è vero quanto è stato riportato dagli organi di informazione, ossia che il personale viaggiante delle Ferrovie dello Stato (in modo non ufficiale, ma a quanto pare è stato fatto) ha invitato i passeggeri ad abbandonare il treno mentre questo era fermo sui binari (sia pur all'ingresso della stazione quindi, probabilmente, non distante dalle banchine, ma sicuramente
Oltre a questi problemi si è posto, non da ultimo, quello legato alla sicurezza ed all'incolumità dei passeggeri. Se è vero, come ci ha riferito il sottosegretario ai trasporti, che è stata allertata la polizia ferroviaria e si è costituito una sorta di cordone sanitario per le persone che scendevano dal treno sui binari, esponendosi al rischio più assoluto di eventuali incidenti, quella seguita è una pratica quantomeno assai singolare, visto che, oltre tutto, si stava predisponendo un servizio per agganciare il treno e portarlo in stazione. Mi sembra di poter desumere da tale episodio, come da tanti altri casi di disservizi ferroviari che si stanno verificando quotidianamente nel nostro paese, che, oltre alle croniche difficoltà in cui versa la Ferrovie dello Stato Spa, vi sia anche una sorta di dilettantismo nella gestione delle medesime anche da parte del personale che dovrebbe assicurare un adeguato livello di assistenza ai clienti. Purtroppo, infatti, pur rendendoci conto delle difficoltà in cui il personale è chiamato ad operare, stante le premesse fatte, molte volte per risolvere problemi spiccioli, quali giustificare un ritardo o una fermata improvvisa del treno per la rottura, magari a causa di un pantografo, della rete elettrica, i rimedi possono rivelarsi addirittura peggiori dei tentativi per lenire le difficoltà e il disservizio fornito ai clienti.
Mi domando chi avrebbe pagato se una persona anziana, un bambino o una donna, scendendo l'ultimo scalino così alto del treno per raggiungere il terreno, fosse caduta, avesse battuto la testa, si fosse fatta male, si fosse procurata una lesione anche grave. Chi avrebbe risposto di questo disagio o danno personale che si sarebbe potuto verificare?
Signor sottosegretario, conosciamo la situazione della Ferrovie dello Stato Spa e del materiale rotabile e sappiamo quali sono i limiti della rete anche dal punto di vista della sicurezza; mi auguro, anche se di ciò non si dice nulla nella risposta alla interrogazione, che vi sia un intervento del dicastero nei confronti della Ferrovie dello Stato Spa affinché, al ripetersi di tali situazioni, per lo meno non vengano adottate queste soluzioni di trasbordo passeggeri su rotaia, se non nei casi di assoluta impossibilità di dare risposte diverse alle necessità contingenti, proprio per evitare di creare, oltre al disservizio, danni dei quali non sappiamo chi risponderebbe.
Spero e mi auguro che ciò sia di stimolo per il Governo affinché trasmetta ancora una volta, qualora ve ne fosse bisogno, alla sede della Ferrovie dello Stato Spa di piazzale della Croce rossa una esortazione, una sollecitazione, al fine di rendere ai cittadini un servizio degno, se non del prezzo che viene pagato, almeno del livello di civiltà che vogliamo contraddistingua la vita nel nostro paese.