Allegato A
Seduta n. 495 del 2/3/1999


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INTERPELLANZA URGENTE

(Sezione 1 - Offerta pubblica di acquisto riguardante la Telecom)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri del tesoro, bilancio e programmazione economica, delle comunicazioni e dell'industria, del commercio e dell'artigianato, per sapere, premesso che;
la Olivetti e la sua controllata Tecnost affermano di aver lanciato un'Opa, offerta pubblica per l'acquisto del 100 per cento delle azioni Telecom Italia Spa, concessionaria del servizio pubblico di telefonia fissa e partecipante, in Tim Spa, del primo gestore di telefonia mobile;
dalle informazioni stampa risulta che il Presidente del Consiglio dei ministri Massimo D'Alema, dopo aver polemizzato con gli esponenti tradizionali del capitalismo nazionale che fanno parte del nocciolo duro di controllo di Telecom, abbia affermato: «consentitemi, allo stato delle cose, di apprezzare il coraggio di persone che vogliono gestire l'impresa»;
dalle modalità rese note dai promotori dell'Opa si apprende che, mentre una parte considerevole dei capitali necessari verrebbe reperita con indebitamenti vari in Italia e all'estero, un'altra parte, non indifferente, deriverebbe dalla cessione alla tedesca Mannesmann del totale controllo di Oliman, di cui fanno parte Infostrada e Omnitel, l'una operatore per la telefonia fissa, l'altra operatore per la telefonia mobile;
dal capitolato di concessione per la gestione della telefonia mobile da parte del ministero delle comunicazioni risulta che la società titolare della concessione non può cedere l'attività prima che siano trascorsi cinque anni dal momento della concessione e che tale scadenza per Omnitel si avrà il 31 dicembre 1999;
l'Opa di Olivetti e Tecnost su Telecom, rivolgendosi alla totalità o almeno al 67 per cento, come dichiarato, del capitale, supera il 3 per cento del possesso previsto dalla legge di privatizzazione della Telecom per ciascun azionista;
è necessario ampliare il processo di liberalizzazione effettiva per creare un mercato italiano nel campo della gestione delle telecomunicazioni -:
se le parole del Presidente del Consiglio debbano essere intese come preventiva autorizzazione a derogare, per Omnitel e Infostrada, dall'impegno del rispetto dei cinque anni di proprietà per i gestori concessionari;
se con le stesse affermazioni del Presidente del Consiglio sia stata data preventiva assicurazione circa la deroga a superare la proprietà del 3 per cento del capitale sociale di Telecom Italia Spa per ciascun azionista;
quando il Governo nella sua totalità o singoli ministri abbiano avuto conoscenza, anche in maniera informale, della possibilità di un'offerta pubblica di acquisto riguardante la Telecom;
se ministri, sottosegretari o dirigenti ministeriali abbiano avuto, anche per interposta persona, incontri con persone o indirettamente coinvolte, a qualsiasi titolo, nelle vicende relative all'offerta in questione;
se, comunque, siano state inoltrate al Governo nella sua totalità o a singoli ministri o a dirigenti ministeriali istanze o richieste di informazioni relative alla posizione


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del Governo rispetto all'offerta o all'eventuale utilizzo dei poteri derivanti dalla golden share, oppure all'autorizzazione alla cessione a terzi di partecipazioni detenute in Infostrada o in Omnitel, e, in ogni caso, da parte di chi, a chi rivolte e con quali risultati;
quale ruolo abbia svolto il ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, in qualità di azionista di Telecom, nella vicenda e quali iniziative siano state adottate dal medesimo e dal «nucleo stabile» della società, da parte di chi e con quali esiti;
se non si ritenga opportuna una modifica alle attuali disposizioni che regolamentano l'offerta pubblica di acquisto allo scopo di impedire o limitare, nell'interesse dei risparmiatori, la possibilità di procedere all'acquisto dei titoli quotati, da parte degli offerenti, con mezzi di pagamento diversi dal denaro o con il ricorso alla cessione di azioni o obbligazioni della società appositamente costituita per il lancio dell'offerta;
cosa si intenda fare per impedire che - attraverso la conquista della proprietà di Telecom, tuttora monopolio privato, concessionario assolutamente dominante per la telefonia fissa, nonché per la telefonia mobile tramite la partecipata Tim - si pongano le condizioni di sostanziale chiusura all'instaurazione in Italia di un mercato competitivo;
quali provvedimenti si intendano adottare per evitare che, attraverso la conquista di Telecom da parte di un gruppo che fa appello soprattutto a capitali da indebitamento, vengano precluse alla stessa Telecom possibilità di investimento per lo sviluppo del servizio e per l'indotto industriale italiano nel campo delle telecomunicazioni e dell'informatica, dovendo anzitutto Olivetti e Tecnost, in caso di Opa loro favorevole, rimborsare il debito per una tipica operazione di «laverage by out»;
quali siano gli intendimenti dell'azionista Tesoro in ordine alle iniziative prospettate da notizie di stampa e paventate allo scopo di «mettere al riparo» la società da ulteriori offerte, in particolare, in ordine ad un'eventuale operazione di fusione tra Tim e Telecom;
quale giudizio si dia sulle modalità con cui è stata proposta l'offerta pubblica di acquisto e sulla decisione della Consob di ritenerla in contrasto con le disposizioni vigenti.
(2-01653)
«Rasi, Contento, Alboni, Anedda, Benedetti Valentini, Bocchino, Bono, Foti, Gasparri, Landi, Manzoni, Mazzocchi, Menia, Migliori, Giovanni Pace, Pampo, Antonio Pepe, Urso, Armaroli, Fragalà, Gramazio, Malgieri, Napoli, Carlo Pace, Savarese, Trantino, Alemanno, Buontempo, Mantovano, Zaccheo, Zacchera, Berselli, Caruso, Cola, Marino, Morselli, Pezzoli, Antonio Rizzo».
(23 febbraio 1999)