[Sezione 5 - Invito in una scuola di Bagnoli (Napoli) a Renato Curcio]
E) Interrogazioni:
SELVA e GASPARRI. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
per iniziativa di un preside del napoletano, Renato Curcio, ex brigatista, ispiratore
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anche se non esecutore di gran parte delle efferatezze che insanguinarono il Paese negli «anni di piombo», salirà in cattedra in una scuola di Bagnoli, per raccontare che cosa ha fatto in quegli anni;
fu quello un periodo molto doloroso per il nostro Paese, in cui si contarono vittime, uccise in nome di una ideologia eversiva di cui Curcio si è vantato in più occasioni di essere un maestro -:
quale sia il giudizio su questo invito rivolto dalla scuola all'ex capo delle Brigate Rosse, e quali altre iniziative intenda assumere perché i giovani che non hanno vissuto quegli anni possano essere obiettivamente informati su ciò che realmente è accaduto.
(3-03137)
(9 dicembre 1998)
GASPARRI e MENIA. - Ai Ministri della pubblica istruzione e di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che:
è in corso per l'Ipsia di Bagnoli, a Napoli, un programma di lotta alla dispersione scolastica, finanziato dalla Unione europea e approvato dal ministero della pubblica istruzione;
tale programma è stato affidato alle cooperative Sensibili alle Foglie, con sede a Tivoli;
i corsi di aggiornamento ai docenti sono stati affidati a due operatori, Nicola Valentino e Renato Curcio;
proprio Renato Curcio è noto per essere stato il fondatore delle Brigate Rosse e per essere stato uno dei protagonisti dei terribili «anni di piombo»;
sempre Curcio è stato condannato, con sentenze passate in giudicato, a trent'anni di reclusione, pene che ancora non sono state interamente espiate, sebbene egli stia usufruendo di un permesso di libertà;
la partecipazione di Curcio ha suscitato le proteste dell'associazione nazionale vittime del terrorismo, il cui presidente, dottor Maurizio Puddu, ha definito tale episodio «allucinante, offensivo e vergognoso»;
il docente promotore dell'iniziativa dichiara alla stampa cittadina di essere stato arrestato in passato per rappresaglie varie, di aver manifestato più volte e di aver partecipato a manifestazioni e risse contro i «fascisti» e gli attivisti del Msi -:
se non ritenga che il fatto che un terrorista mai pentito, il quale non ha dimostrato segni di ravvedimento sincero e non ha finito di scontare la propria pena, entri in una scuola, seppur per presenziare ad un corso per docenti, non rischi di diventare un pericoloso modello anche per gli studenti;
se tutto ciò sia in linea con i programmi ministeriali;
se il Ministro della pubblica istruzione non ritenga inopportuno che un istituto dello Stato venga utilizzato per ospitare chi della lotta armata contro lo Stato ha fatto una ragione di vita;
se il ministro non ritenga opportuno fissare limiti per le scuole che intraprendono questo tipo di programmi, onde evitare che le scuole italiane divengano palcoscenico per delinquenti condannati per gravissimi delitti;
se non ritenga opportuno censurare certi atteggiamenti del corpo docente, soprattutto quando potrebbero divenire di pessimo esempio per i propri allievi.
(3-03148)
(10 dicembre 1998)