Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dei lavori pubblici, per sapere - premesso che:
in attuazione della legge 15 marzo 1997, n. 59, il decreto legislativo n. 112/1998 prevede il passaggio della titolarità delle competenze in materia di viabilità dallo Stato alle regioni, previa definizione della rete stradale di interesse nazionale, per la quale la competenza rimane in capo allo Stato; la legge n. 191/1998 tuttavia prevede per tale passaggio, che in origine avrebbe dovuto essere definito entro il presente mese di luglio, delle procedure più accorte e dei tempi più distesi, che consentono una riflessione più attenta ai fini della definizione della rete stradale nazionale, secondo criteri possibilmente non solo quantitativi e formali; la stessa legge determina anche uno stretto collegamento funzionale tra passaggio di competenze e definizione della rete nazionale da un lato, e riorganizzazione dell'Ente nazionale per le strade dall'altro;
per la regione Veneto, il suddetto passaggio di competenze e titolarità si è tradotto, per quanto si può evincere dalle fasi già attuate delle procedure di trasferimento, nella presa in carico di 2300 chilometri di strade su un totale di 2370, per cui resterebbero di competenza statale solo i 71 chilometri della strada statale Romea; tuttavia, da un lato questa situazione dovrà essere formalmente consolidata secondo i nuovi termini di cui alla citata legge n. 191/1998; dall'altro la regione Veneto, a causa del suo forte sviluppo economico e della sua posizione strategica nell'ambito della rete infrastrutturale nazionale e transnazionale (zone industriali, direttrici di traffico nazionale, collegamenti con le frontiere eccetera) presenta una situazione infrastrutturale e viaria di cui non solo è riconosciuta da più parti l'insufficienza (la quale deve necessariamente essere affrontata di concerto con le autorità centrali), ma evidenzia inoltre specifiche fattispecie il cui inquadramento come di rilevanza nazionale piuttosto che locale e regionale merita un esame accorto ed attento alla luce della realtà non solo locale e delle connessioni con la rete nazionale vera e propria;
tra queste ultime fattispecie, possono senz'altro venire inquadrati, ad esempio, i collegamenti essenziali con le direttrici nazionali strada statale 309 Romea e strada statale 516 dei Vivai all'interno della regione, ed essenziali per il traffico industriale, turistico e di trasporto non solo della regione, ma anche dell'intero territorio nazionale e per quello proveniente dal, e diretto verso l'estero per via dei collegamenti transfrontalieri;
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se ciò vale per i collegamenti strategici esistenti, deve valere anche per quelli non ancora in essere, ma già progettati e pianificati, di cui è riconosciuta l'importanza strategica a vari livelli; tra questi, l'attenzione va in particolare al da tempo progettato completamento del tratto di connessione di soli 5 chilometri e 320 metri da Liettoli a Piove di Sacco verso la strada provinciale dei Pescatori come collegamento diretto alla strada statale 309 Romea, a completamento della strada statale 516 dei Vivai;
la redazione del progetto esecutivo per tale collegamento tra il 1995 e il 1996 è stato oggetto di un accordo di programma tra le province di Padova e Venezia, la regione Veneto e l'allora competente Anas; nel mese di febbraio del 1996, rappresentanti dell'Anas hanno manifestato la disponibilità di assumere in carico all'Anas il suddetto tratto stradale al fine «di dare continuità al tratto principale costituito dal collegamento Padova-Chioggia-Costa Adriatica e valichi di frontiera in direzione dell'attuale Romea e della Romea commerciale...»; in attesa delle conseguenti determinazioni che la direzione centrale dell'Anas avrebbe dovuto predisporre, ed in attuazione del citato accordo di programma, la regione ha accordato alla provincia di Padova i fondi per l'elaborazione del progetto esecutivo relativo al menzionato tratto di connessione;
dai fatti concreti appena esposti (accordo di programma con vasto coinvolgimento soggettivo ed oggettivo, disponibilità alla presa in carico da parte dell'Anas, importanza strategica per i collegamenti Padova-Venezia-Chioggia-Ravenna-Riviera Adriatica-frontiere con rilevanza per il traffico turistico ed industriale anche nazionale e transfrontaliero, concessione fondi regionali per il progetto esecutivo, eccetera) e dalla conseguente ed evidente disponibilità degli organismi centrali a riconoscere come strategica l'opera in questione, emerge come incontestabile la rilevanza non solo locale e regionale, ma senz'altro anche nazionale del suddetto tratto di collegamento, la cui realizzazione è funzionale alla rete infrastrutturale dell'intera regione, dei tratti stradali statali e nazionali, del traffico transnazionale, a scopi industriali, economici e turistici;
di conseguenza, tutti gli enti locali coinvolti, dopo avere per loro parte avviato le procedure ed i passi necessari per l'avvio dell'opera, sono rimasti in fiduciosa attesa delle determinazioni definitive a livello centrale (il più recente incontro per stabilire la necessità della verifica dei flussi di traffico ai fini della redazione del progetto esecutivo, si è svolto presso la prefettura di Padova il 1 luglio); queste determinazioni sono state ritardate, probabilmente, anche a causa dell'intanto mutato assetto legislativo ex lege n. 59 del 1997 e decreto legislativo n. 112/98 che impone ormai di escludere la diretta competenza dell'Anas come ente centrale in ordine a tali determinazioni, ma impone altresì di includere tra queste determinazioni quelle ministeriali relative alla individuazione della rete viaria nazionale e di quella trasferita alle regioni, e inerenti altresì la riorganizzazione dell'Anas in funzione del nuovo assetto di competenze;
se in conseguenza del mutato assetto legislativo cambiano le competenze, ciò da un lato non può certo vanificare quanto fin qui raggiunto in ordine alla espressa disponibilità degli enti regionali e statali a riconoscere la rilevanza strategica interregionale e nazionale del collegamento in questione, e dall'altro lato, come emerge dalle dichiarazioni rese dal Ministro interpellato nel corso di una audizione resa il 16 luglio 1998, deve avvenire «senza pregiudicare il processo di ammodernamento della rete stradale» e ponendo «le regioni in condizioni di operare così come avrebbe fatto lo Stato», onde «rispondere meglio agli interessi dei cittadini»; a questi fini, i termini fissati dalla legge n. 191 del 1998 possono rappresentare una utile occasione di riflessione «estensiva»;
la suddetta disponibilità del coinvolgimento nazionale, sia pure solo fattuale e
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con funzione di coordinamento, in un'opera di rilievo strategico interregionale, e le relative aspettative di interazione ed assistenza da parte degli enti locali, traspaiono da ultimo da una recentissima nota dell'Anas alla provincia di Padova, dell'8 giugno, in cui si precisa che per il suddetto tratto da realizzare è stata avviata la valutazione di impatto ambientale, ed il relativo progetto esecutivo (che dunque l'ente centrale considera come necessariamente elaborando) dovrà conformarsi alla normativa statale, regionale e Cnr in vigore; il dialogo tra enti locali e centrali è dunque ancora attivo ed aperto, con volontà di successo fattuale da parte di entrambi i lati;
d'altra parte, il Ministro interpellato, nella citata e recentissima audizione, rileva egli stesso che, per garantire una gestione ottimale del periodo transitorio, l'attribuzione delle competenze alle regioni non esclude, ove necessario, «l'affidamento temporaneo all'Anas di funzioni relative a strade già trasferite»; lo stesso decreto legislativo n. 112/1998 prevede che l'Anas sia temporaneamente affidatario della gestione anche delle strade già trasferite;
le considerazioni fin qui svolte, ed in particolare i tre dati della perdurante disponibilità centrale a riconoscere l'importanza strategica di fattispecie solo formalmente locali ma sostanzialmente rilevanti a livello interregionale, la necessità di un trasferimento senza traumi e nel rispetto delle esigenze di ammodernamento, ed il pur provvisorio mantenimento in capo all'Anas di competenze relative a strade già trasferite, consentono la seguente conclusione: esistono situazioni viarie di interesse strategico interregionale e nazionale anche a livello formalmente locale, di cui lo Stato, e per esso l'Anas, può e deve prendere atto a prescindere dal formale trasferimento di cui alla legge n. 59 del 1997 ed al decreto legislativo n. 112 del 1998; questa presa d'atto ed il relativo coinvolgimento nell'interesse nazionale non deve estrinsecarsi necessariamente nell'allargamento formale della rete viaria qualificata come nazionale, ma può consistere in un mantenimento di competenze funzionali e/o economiche (affinché le regioni possano agire «come farebbe lo Stato»), ovvero nel coordinamento operativo con le regioni competenti per la realizzazione delle opere in questione; pur riconoscendo la competenza regionale a norma delle recenti disposizioni, può così profilarsi il riconoscimento del rilievo strategico ed un conseguente contributo economico ovvero organizzativo, ovviamente vincolando la regione coinvolta alla priorità riconosciuta; quanto alle risorse economiche, risulta che il Cipe abbia preso atto che vi sono disponibilità non impegnate per le quali spetta al Ministro dare indicazioni di utilizzo;
nel caso di specie, relativo al completamento della connessione con la strada statale n. 309 Romea, in sede centrale ne era stata riconosciuta l'importanza strategica, con l'avvio di tutte le procedure del caso; poi, nelle more della nuova normativa, la regione non ha inserito tale opera nelle priorità di fascia A; il che significa che, venendo meno anche la competenza dell'Anas in favore di quella regionale, paradossalmente l'opera viaria resta scoperta, e non sarà realizzata da nessuno; e ciò nonostante i riconoscimenti di cui sopra, le attese della popolazione e delle economie locali e non, e del coinvolgimento degli enti locali che, sulla base dell'affidamento determinato dall'iter fin qui svolto e dei perduranti rapporti con l'Anas, continuano a muoversi in funzione del progetto esecutivo; ovviamente, da un lato l'opera a questo punto merita di essere eseguita; dall'altro, la regione non può essere lasciata a se stessa nemmeno nella inerzia; allora, in relazione alle conclusioni di cui al punto precedente, ed in attuazione pratica delle stesse, se da un lato cambiano le competenze, e dall'altro la Regione non inserisce l'opera in questione nella fascia A nonostante il riconosciuto rilievo strategico per i collegamenti nazionali verso la strada statale n. 309, la strada statale n. 516, le autostrade, le grandi zone industriali, la Riviera adriatica e le frontiere, il riconoscimento della rilevanza dell'opera ed il mantenimento da parte dell'Anas di competenze anche per strade
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trasferite dovrebbero consentire che, senza disconoscere la competenza regionale, il ministero e l'Anas intervengano per eliminare gli ostacoli all'ammodernamento della rete viaria, ed assistano gli enti locali nel completamento dell'iter che gli stessi hanno avviato e stanno portando avanti per la realizzazione dell'opera in questione -:
se, in relazione a quanto esposto, ed alla disponibilità manifestata il 16 luglio 1998 ad accogliere nuove proposte relative all'individuazione della rete stradale nazionale, non ritenga di estendere tale disponibilità anche ad interventi strategicamente funzionali a tale rete nazionale;
se, in relazione a ciò, non ritenga di condividere il giudizio sulla importanza strategica, peraltro già riconosciuta, della realizzazione del collegamento della strada da Liettoli a Piove di Sacco (Padova) verso la strada provinciale dei Pescatori in funzione del collegamento con la strada statale n. 309 Romea, ai fini del completamento della strada statale n. 516 dei Vivai, in considerazione delle necessità interregionali e nazionali nella connessione tra Padova, Venezia, Chioggia, Ravenna, le grandi zone industriali ed urbane, la riviera adriatica e le frontiere, e quindi di convenire che la suddetta opera non può restare confinata nell'ambito della rilevanza locale, pur trattandosi di poco più di 5 chilometri, che soprattutto il traffico pesante ed industriale attendono da anni;
se quindi, senza disconoscere l'eventuale competenza regionale alla scadenza dei termini di cui alla legge n. 191 del 1998, ma realizzando la possibilità dell'affidamento temporaneo di competenze all'Anas nel senso esposto, non intenda comunque dare attuazione concreta a tale riconosciuta rilevanza, venendo incontro alle attese degli enti locali coinvolti ed alle esigenze date dalle procedure e dai passi già avviati, ed adoperandosi per un sollecito completamento di tali passi e procedure verso il progetto esecutivo, di cui da tempo si tenta l'affidamento e la redazione, sulla base di certezze attuative che possono provenire solo dagli organi centrali sino ad oggi coinvolti, come l'Anas, che resta infatti l'interlocutore degli enti locali sul merito della questione;
se, in conclusione, non intenda intervenire, non solo per la questione specificamente esposta, ma in genere per tutti i casi simili, per coordinare, definire chiaramente e sollecitare operativamente i ruoli e le azioni di regioni, enti locali ed Anas nel corso di questo delicato periodo transitorio determinato dai termini fissati dal decreto legislativo n. 112/1998 e dalla legge n. 191/1998, al fine di definire questioni pendenti ed avviate, di cui si attende la risoluzione in relazione ad aspettative da tempo maturate nei rapporti con gli enti centrali, e per consentire il completamento di procedure e di opere avviate da tempo. E ciò anche per ragioni di coerenza con le dichiarazioni rese nel corso dell'audizione del 16 luglio 1998 dinanzi alla competente Commissione della Camera, per l'attuazione della legge n. 59 del 1997, ed in precedenti risposte ad atti di indirizzo e sindacato ispettivo sull'argomento.
(2-01334)«Saonara».
(30 luglio 1998)