Seduta n. 463 del 14/1/1999

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(Produzione e vendita abusiva di materiale pirotecnico)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Soro n. 2-01527 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 10).
L'onorevole Molinari, cofirmatario dell'interpellanza, ha facoltà di illustrarla.

GIUSEPPE MOLINARI. Signor Presidente, signor sottosegretario, le festività natalizie e di fine anno sono state funestate da un triste episodio che ha riguardato un giovane di Vietri di Potenza, Vito Teta. A soli sedici anni questo ragazzo ha perso, nell'esplosione di un grosso petardo, entrambe le mani, gli avambracci, ha subìto l'amputazione chirurgica dell'avampiede sinistro e non si escludono ulteriori complicazioni a causa dello scarso afflusso di sangue nella gamba sinistra. Il suo corpo è stato, quindi, devastato dalla deflagrazione dell'ordigno: questo è il termine corretto per indicare la potenza del petardo.
Questo giovane, la cui prognosi resta ancora riservata, sta lottando per la vita, assistito con grande professionalità e partecipazione dall'intero staff medico dell'ospedale San Carlo di Potenza. La vita di questo ragazzo resterà segnata per sempre così come quella di tante altre persone che sono state vittime, negli anni scorsi, di analoghi episodi.
Tale fatto ha suscitato una grande emozione non solo nella comunità della Basilicata, ma anche nell'intero paese. Purtroppo, ogni anno si verificano tragici episodi a causa dello scoppio di petardi e di fuochi pirotecnici, nonostante l'egregia azione di prevenzione operata dalle forze dell'ordine. Per questi motivi chiedo al sottosegretario se non sia nelle intenzioni del Governo rivedere la relativa normativa, agendo in modo vigoroso nella repressione del fenomeno sia sotto l'aspetto della produzione e della vendita sia dell'autorizzazione all'utilizzo del materiale esplosivo e pirotecnico, senza dimenticare il problema dell'importazione illegale di tali prodotti smerciati dalla microcriminalità che costituisce un problema per la sicurezza e l'incolumità dei cittadini.
Ritengo che da parte dello Stato vi debba essere un forte segnale mediante l'inasprimento delle sanzioni penali.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia ha facoltà di rispondere.

MARETTA SCOCA, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Onorevole Molinari,


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innanzitutto vorrei sottolineare che è un fatto grave che una giovane vita sia stata devastata così inutilmente. Speriamo che episodi di questo genere non debbano più ripetersi perché, da quanto ho capito, anche se il ragazzo si salverà, resterà segnato per tutta la vita. Venendo ora alla risposta, posso dire che dalle notizie fornite al ministero dalla procura della Repubblica presso la pretura circondariale di Potenza, compatibilmente con il segreto investigativo, è emerso che il ragazzo Vito Teta ha riportato le gravissime lesioni a seguito dell'esplosione di una bomba carta, che era stata confezionata con petardi tipo «raudi», di marca Mefisto. Il predetto ufficio giudiziario ha precisato che per i fatti in argomento è stato iscritto procedimento penale nei confronti di persona nota per il reato previsto dall'articolo 678 del codice penale, in relazione agli articoli 46 e 47 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.
A sua volta la procura della Repubblica presso il tribunale per i minorenni di Potenza ha comunicato che sono in corso indagini nei confronti di tre minorenni in relazione al confezionamento della bomba carta con la polvere pirica contenuta in oltre un centinaio di petardi.
In merito all'episodio, certamente grave per le drammatiche conseguenze che ha avuto, sarà dunque la magistratura ad accertare le eventuali responsabilità ed individuare i reati ravvisabili nei fatti.
Venendo alle questioni sollevate dagli interpellanti, appare opportuno accennare brevemente alle problematiche relative all'individuazione delle norme applicabili. Al riguardo si ricorda innanzitutto che la giurisprudenza sia della Corte costituzionale che del giudice di legittimità ormai da tempo è orientata nel senso di distinguere tra esplosivi propriamente detti e materie esplodenti e ha ritenuto applicabili le leggi sulle armi, - la legge n. 895 del 1967, la n. 497 del 1974 e la n. 110 del 1975 - che, come è noto, prevedono sanzioni particolarmente severe, in caso di condotte illecite relative ai primi, e le norme contravvenzionali, previste dagli articoli 678 e 679 del codice penale, in relazione agli articoli 46 e 47 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza e agli articoli 81 e seguenti del relativo regolamento, nel caso di condotte illecite relative al predetto materiale. Per esplosivi sono stati intesi poi in generale quelle sostanze e quei prodotti la cui deflagrazione sia suscettibile di produrre effetti micidiali o comunque gravemente dannosi, e per materie esplodenti quelle prive di tali caratteristiche. Si è peraltro ritenuto in alcune sentenze che anche i giocattoli pirici e altre materie esplodenti non micidiali, se singolarmente considerati, possono in particolari circostanze acquisire tali requisiti e costituire «esplosivi» quando dalle loro concentrazioni in un determinato posto o nelle mani di un singolo soggetto derivi una oggettiva e intrinseca capacità offensiva, come nel caso di specie.
Occorre anche ricordare che, ai sensi dell'articolo 53 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, il Ministero dell'interno provvede con propri decreti alla classificazione delle materie esplodenti e che è vietato tenere in casa o altrove, trasportare o vendere materiale esplodente non classificato. Inoltre l'articolo 55 del testo unico prevede una serie di adempimenti per gli esercenti di fabbriche, depositi di tali materiali, che consentono un efficace controllo della loro circolazione e destinazione.
Come ricordano gli interpellanti, sul piano della prevenzione si sono ottenuti buoni risultati. Il Ministero dell'interno al riguardo ha comunicato che nel corso del 1998 sono stati sequestrati oltre 163 mila chilogrammi di esplosivo e oltre 350 mila pezzi di materiale esplodente e denunciate 774 persone (dati peraltro ancora parziali).
Il sistema dei controlli previsto dall'attuale normativa appare quindi sostanzialmente adeguato a dare una risposta soddisfacente alle esigenze di tutela dell'ordine pubblico e della collettività. D'altra parte, in caso di violazione della normativa il giudice, alla luce della giurisprudenza richiamata, ha la possibilità di


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valutare di volta in volta i fatti, sanzionandoli, quando ne ricorrano i presupposti, anche con pene particolarmente elevate; ma consente anche di applicare modeste sanzioni a fatti oggettivamente non gravi. Del resto, l'articolo 678 del codice penale prevede la pena dell'arresto fino a diciotto mesi e l'ammenda fino a 400 mila lire e l'articolo 679 l'arresto fino a dodici mesi o l'ammenda fino a 720 mila lire.
Le pene detentive, nel massimo, non pare si possano ritenere inadeguate, né appare opportuno aumentare le pene minime dell'arresto, poiché certamente possono verificarsi anche episodi di modesto disvalore sociale. Invero, più che l'aumento delle pene, che difficilmente avrebbe un effetto deterrente, appare utile un'attività informativa che porti ad una maturazione delle coscienze sociali e ad una diffusa consapevolezza della pericolosità di tali condotte, accelerando un processo certamente già in atto.
Allo stato, appare quindi non necessaria una riforma legislativa o solo una riforma legislativa. Qualora, peraltro, venisse presentata una proposta di legge, che regolamentasse in modo nuovo tutta la materia, certamente sarebbe attentamente valutata dal Governo.

PRESIDENTE. L'onorevole Molinari, cofirmatario dell'interpellanza, ha facoltà di replicare.

GIUSEPPE MOLINARI. Signor Presidente, prendo atto della risposta del sottosegretario, che ha illustrato in modo dettagliato quel che è accaduto e la normativa che regola la materia. Ritengo però che il problema della produzione, della commercializzazione e dell'utilizzo di questi veri e propri ordigni, dal potenziale esplosivo molte volte equiparabile a bombe da guerra, debba essere affrontato in modo ancora più efficace per limitarne sia la domanda sia l'offerta.
È vero che in Italia quest'anno, durante la notte di Capodanno, vi sono stati meno feriti dallo scoppio dei cosiddetti «botti» rispetto ad altri anni, ma il numero resta purtroppo elevato, soprattutto in relazione alle motivazioni degli stessi incidenti. L'intera normativa prevista dal capo V del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza ha bisogno, a mio avviso, di una ulteriore modifica volta a rafforzare l'azione preventiva attraverso un più efficace sistema sanzionatorio, molte volte non solo di tipo contravvenzionale. Infatti, vengono sequestrati piccoli quantitativi e raramente viene fatta la segnalazione all'autorità giudiziaria, per cui si interviene prevalentemente con sanzioni di natura amministrativa; ciò accade purtroppo nei piccoli centri e, in questo senso, il caso di Vietri è emblematico.
Non dimentichiamoci, poi, che la commercializzazione di tali prodotti così pericolosi è strettamente collegata, in alcune realtà, al fenomeno della criminalità organizzata che, nel periodo delle festività di fine anno, accanto alle tradizionali attività illecite (vendita di contrabbando di sigarette o di altri prodotti), arricchisce l'offerta di detti ordigni. Molti di tali prodotti sono di importazione e, più che essere fabbricati nel nostro paese, provengono da Taiwan o dalla Cina.
L'azione preventiva, come ha sostenuto giustamente il sottosegretario, deve essere svolta in modo più intelligente e, a mio avviso, coinvolgere anche le scuole, considerato che principalmente interessa i ragazzi, i giovani; si tratta di avviare iniziative di formazione sui giovani pedagogicamente volte ad evitare questi tristi ed incresciosi incidenti.
Credo che il ministro di grazia e giustizia, ma anche quello della pubblica istruzione, possano attuare una campagna di informazione preventiva anche con forme di pubblicità comunicativa che vadano ad incidere su comportamenti e costumi, per evitare che momenti di festa rischino, com'è accaduto, di trasformarsi in tragedie. Le sanzioni penali previste, ricordate dal sottosegretario, vanno applicate soprattutto per coloro che contrabbandano e commercializzano tali prodotti esplosivi che minacciano l'incolumità.
Ritengo che dal citato episodio venga l'invito al Parlamento di rivedere, anche


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con alcune iniziative legislative, la normativa in materia affinché non si ripetano questi fatti, a mio avviso di inciviltà; siamo forse l'unico paese in Europa che usa festeggiare così il Capodanno. Mi prefiguro già cosa potrà succedere in occasione del prossimo capodanno del 2000, visto che entreremo in un nuovo millennio, per il quale sono previste una serie di manifestazioni. Ritengo quindi che sia quantomai opportuna un'azione di prevenzione, attraverso un impiego intelligente delle forze dell'ordine, nonché mediante un'attività di formazione ed informazione in ordine a quanto può accadere in caso di utilizzo di materiale pirotecnico, proprio sulla base dell'esperienza del passato. Renderemo così un servizio utile alla comunità e credo che questo sia l'insegnamento che può venirci dalla tragedia di fine 1998 cui abbiamo fatto riferimento nella nostra interpellanza.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

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