(Sezione 2 - Infrastrutture Enel in Sicilia)
B) Interpellanza e interrogazione:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, per sapere - premesso che:
vanno richiamate le considerazioni e i quesiti enunciati dall'interrogante con l'interrogazione n. 4/17619 avente ad oggetto il ruolo dell'Enel in Sicilia, pubblicata nell'allegato B del resoconto dei lavori d'Aula del 20 maggio 1998, ancora in attesa di risposta;
nel corso di una conferenza stampa rilasciata il 15 giugno 1998 dal segretario generale della Faile-Cisal Domenico Vinci e riportata dal quotidiano La Sicilia del 16 giugno 1998 è stato annunciato che «chiuderanno definitivamente 46 agenzie dell'Enel; saranno istituite 20 zone a struttura ridotta e si accentrerà tutto su 5 sedi Enel di esercizio rete; è prevista la soppressione del centro ripartizione carico e teleconduzioni; la dismissione di alcuni impianti elettrici, quali la centrale di Augusta e il primo e il secondo gruppo di Termini Imerese»;
dalla stessa dichiarazione, che ha preceduto lo sciopero di quattro ore del personale dell'Enel aderente a Cgil, Cisl e Uil svoltosi in Sicilia nella giornata del 16 giugno 1998, è stata evidenziata la contraddizione insanabile tra l'impegno del Governo Prodi di incrementare l'occupazione in Sicilia e la scelta dell'Enel di avviare un piano di ristrutturazione dell'Ente, dal quale risulteranno esuberi di personale per ben 2600 unità lavorative, che nella migliore delle ipotesi anziché l'immediata condizione di disoccupati fruirebbero della cosiddetta «mobilità lunga»;
dal sindacato sono paventati fenomeni non di normale privatizzazione dell'Enel, bensì di polverizzazione in tante società per azioni da vendere sul mercato, un mercato peraltro non scevro di inframmettenze mafiose e poco trasparenti;
le condizioni di mancanza di manutenzione di alcuni gruppi rischia di far diminuire ulteriormente la quantità di energia elettrica predetta scesa da 3363 megawatt a 1476 megawatt -:
se i fatti suesposti siano a conoscenza del Ministro;
se rientri nella politica industriale del Governo l'eliminazione dalla Sicilia e dalle zone depresse dell'isola di infrastrutture esistenti che di tutto abbisognano tranne che di depotenziamento;
se rientri nella politica occupazionale del Governo, anziché l'ampliamento dell'occupazione, l'avallo a ristrutturazioni quali quelle dell'Enel con espulsione di ben 2600 unità occupate.
(2-01207)«Garra».
(17 giugno 1998).
GARRA. - Al Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato. - Per sapere - premesso che:
l'Enel ha in progetto di sostituire alle quattordici zone attuali presenti in Sicilia
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sei strutture territoriali, chiamate «esercizi rete», da attivare nelle città di Palermo, Catania, Messina, Agrigento, Siracusa e Trapani;
gli attuali presidi hanno sede non solo nei capoluoghi di provincia ma anche nei grossi centri non capoluoghi siti all'interno dell'isola (ad esempio a Caltagirone);
la contrazione delle quattordici zone in sei strutture arrecherà evidenti disagi nei confronti dei cittadini interessati;
è evidente che vi sarà per i centri già sede di zona una penalizzazione con perdita di posti di lavoro ed un aggravio per l'utenza che dovrà accedere ad alcuno dei comuni sede di esercizio specialmente per le tante pratiche attinenti ad utenze speciali, impianti industriali ed artigianali e per questioni legali;
nel caso della soppressione della zona di Caltagirone (che serve ben quindici comuni all'interno della Sicilia), l'evento si pone come ennesimo fattore di depauperamento di una zona denominata il «profondo sud» della provincia di Catania, centro dalla quale la distanza media dei quindici comuni è di oltre 60 chilometri -:
se i fatti suesposti siano a conoscenza del Ministro interrogato;
se rientri nella politica industriale del Governo l'eliminazione dalle zone depresse persino delle infrastrutture esistenti, come nel caso dell'Enel in Sicilia.(3-03169)
(15 dicembre 1998).
(ex 4-17619 del 20 maggio 1998).