Seduta n. 456 del 16/12/1998

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Comunicazioni del Governo sul crollo di un palazzo del quartiere Portuense di Roma.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: comunicazioni del Governo sul crollo di un palazzo del quartiere Portuense di Roma.
Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per il coordinamento della protezione civile, Franco Barberi.

FRANCO BARBERI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, prima di riferire sulle terribili conseguenze del crollo verificatosi la notte scorsa...

PRESIDENTE. Colleghi, scusate! Qui siamo al livello, diciamo, di valori civili, vi prego! Onorevoli Veltri, onorevole Mussi, il sottosegretario Barberi ci sta informando sulla tragedia avvenuta stanotte. Onorevole Berselli, quanto ho appena detto vale anche per lei.

FRANCO BARBERI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Stavo dicendo che prima di riferire sulle conseguenze di questo terribile crollo avvenuto la scorsa notte, desidero esprimere in questa sede il profondo cordoglio del Governo e mio personale ai familiari delle vittime (Generali, prolungati applausi - I deputati e i membri del Governo si levano in piedi).
Alcuni minuti dopo le ore 3 della scorsa notte (la prima chiamata al centralino dei vigili del fuoco è pervenuta esattamente alle 3,08) si è verificato il crollo totale dell'intero edificio situato al n. 65 di via di Vigna Jacobini.
I vigili del fuoco, le forze dell'ordine e il volontariato sono intervenuti immediatamente ed hanno iniziato subito le operazioni di rimozione delle macerie, impiegando tutti gli uomini e i mezzi meccanici compatibili con gli spazi operativi, che per la verità non sono molti, e con l'esigenza di non pregiudicare la sopravvivenza di eventuali superstiti.
L'edificio crollato era stato costruito tra il 1952 e il 1954, con una struttura mista muraria e in cemento armato.

PRESIDENTE. Onorevole Marongiu, onorevole Turroni, state parlando da un quarto d'ora: per cortesia un po' di rispetto per le cose di cui stiamo parlando!

FRANCO BARBERI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Era composto da un piano interrato e quattro piani fuori terra. Il piano interrato ospitava una tipografia che occupava anche parte del piano terra. I piani terra e primo erano adibiti in parte ad uffici e in parte ad abitazioni; i restanti piani erano destinati esclusivamente ad uso abitativo. È verosimile ritenere, dai dati dell'anagrafe del comune di Roma e dagli altri dati raccolti dai familiari, che all'interno dell'edificio, al momento del crollo, fossero presenti tra le 30 e le 35 persone.
Alle ore 18,30, mezz'ora fa, erano stati estratti dalle macerie i corpi di 15 persone decedute nel crollo, delle quali 14 sono state già identificate. Due persone sono state estratte vive e ricoverate in ospedale. Le operazioni, ovviamente, proseguiranno senza soluzione di continuità, fino alla


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rimozione completa delle macerie, che si presume potrà avvenire entro due giorni. Il Ministero dell'interno e il dipartimento della protezione civile hanno predisposto un piano operativo per ridurre i tempi di lavoro, impiegando circa 100 vigili del fuoco provenienti da tutto il Lazio, coadiuvati da personale delle forze dell'ordine e del volontariato.
L'amministrazione comunale di Roma, congiuntamente alla Croce rossa, ha attivato un centro di accoglienza per i familiari delle vittime, mentre l'assessorato ai lavori pubblici del comune ha attivato la commissione stabili pericolanti che sta operando per verificare le condizioni di sicurezza strutturale degli edifici circostanti. Analoghi controlli sono stati condotti dai tecnici del corpo nazionale dei vigili del fuoco. Fino al momento attuale non è emersa alcuna evidenza di fessurazioni o lesioni strutturali in questi edifici. Dico subito che peraltro, contrariamente a quanto riportato da qualche organo di informazione, non risultava nessuna segnalazione di fessurazioni nell'edificio crollato e non corrisponde assolutamente a verità la notizia, riportata in merito a presunte dichiarazioni di sgombero o ordinanze di sgombero dell'edificio che, da questo punto di vista, non era oggetto di alcuna segnalazione.
Dai dati che abbiamo raccolto presso la commissione edilizia del comune di Roma risulta un percorso abbastanza anomalo, in un certo senso, peraltro comune purtroppo a molti edifici costruiti nell'immediato dopoguerra o nel decennio successivo alla guerra.
La licenza edilizia risulta rilasciata nel 1956, apparentemente dopo la costruzione dell'edificio. Una variante edilizia apparentemente importante, relativa all'aumento del vano interrato, è del 1957, anno in cui è stata anche richiesta l'abitabilità.
Il collaudo statico che - come i deputati ricorderanno - era previsto dalla normativa in materia di edifici in cemento armato, e che è stato depositato in prefettura, è del 26 maggio 1959.
Un'altra annotazione è che i vigili urbani, con un verbale del 21 luglio 1994, avevano constatato un'infrazione relativa ad interventi eseguiti su due travi in cemento armato per allargare il sottopasso di accesso alla tipografia.
Il comune di Roma notificava, in data 26 settembre 1994, alla società di gestione della tipografia, l'ordinanza che imponeva il ripristino di queste due strutture che non risulta essere mai stato eseguito. Peraltro, i funzionari della XV circoscrizione di Roma riferiscono che si trattava di interventi e di infrazioni leggeri.
Da una sommaria indagine delle modalità del crollo e dall'esame visivo delle strutture edilizie, che si sono tutte ammassate tra loro, è verosimile ritenere che il disastro sia stato originato da un collasso strutturale che ha interessato contemporaneamente gli elementi portanti verticali e gli orizzontamenti ai piani bassi dell'edificio.
I dati finora raccolti sembrano escludere che si possa essere verificata un'esplosione. Gli argomenti sono i seguenti. Certamente non può essersi verificata alcuna esplosione nella parte che usciva dal suolo dell'edificio, perché non c'è nessuna evidenza di materiale proiettato lateralmente e nessun vetro rotto in immobili e stabili anche molto vicini.
L'ipotesi di un'eventuale esplosione verificatasi nel locale interrato dove ha sede la tipografia sembra al momento pure esclusa, anche perché abbiamo controllato i dati delle stazioni sismiche, una delle quali abbastanza vicina, le quali sono in grado di registrare eventuali esplosioni nel sottosuolo: non sono stati assolutamente registrati eventi di questo tipo in corrispondenza del crollo dell'edificio.
Al momento non possiamo ancora definitivamente escludere che possa esserci stato un crollo nel sottosuolo, anche se sembra molto poco probabile. Il sottosuolo di questa zona della città di Roma, partendo dalla superficie e scendendo verso il basso, è costituito da un banco di tufo solido, che ha buone proprietà meccaniche; al di sotto vi sono dei terreni alluvionali del Tevere, i quali comunque presentano anch'essi buone caratteristiche meccaniche complessive. È quindi impossibile


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che si sia verificata una cavità per ragioni naturali, ma non si può, a stretto rigore, escludere - come spesso avviene nel sottosuolo di Roma - che ci possa essere nel banco di tufo una cavità dovuta ad escavazioni o a cave la cui realizzazione si è prolungata dall'epoca romana fino alla fine del secolo scorso.
È stato condotto oggi un sopralluogo da parte di tecnici geofisici e domani verranno eseguite delle misure dalla superficie con tecniche geoelettriche e si sperimenterà anche una tecnica georadar, per verificare sia l'eventuale presenza di cavità nel sottosuolo, sia ovviamente la situazione relativa alle palazzine vicine.
Comunque anche quest'ipotesi sembra molto poco probabile, sostanzialmente per il fatto che non c'è nessuna evidenza di crollo; si sarebbe dovuta verificare una circostanza molto particolare, vale a dire che la cavità crollata avesse una dimensione esattamente corrispondente a quella del palazzo crollato, il che non sembra molto probabile. In generale, in corrispondenza di simili crolli si osservano sempre fratture e lesioni che si estendono un po' al di là della zona collassata. Inoltre i vigili del fuoco sono già arrivati in un angolo dell'edificio a rimuovere tutte le macerie, giungendo quindi al basamento: almeno in questa zona, non c'è alcuna evidenza di collasso, nel senso che il piano è orizzontale; bisognerà comunque aspettare il completamento della rimozione delle macerie e vedremo quali dati potranno emergere dalle indagini geofisiche.
L'ultima informazione che devo dare è che non risulta presente nel sottosuolo di questo edificio alcun collettore di acque bianche o nere, le cui eventuali perdite avrebbero potuto provocare nel tempo erosione e quindi una situazione di instabilità.
Ripeto quindi che l'indicazione principale che emerge dalle informazioni a tutt'oggi disponibili è quella di un collasso strutturale in un edificio che peraltro risulta costruito con tecniche veramente molto povere. Si attenderanno indagini precise, ma i primi dati indicano che la qualità del ferro e del cemento impiegati nel cemento armato dell'edificio era davvero piuttosto povera.
Come probabilmente gli onorevoli deputati sanno, il comune di Roma ha decretato per domani il lutto cittadino; nel pomeriggio si svolgeranno i funerali delle vittime, almeno di quelle che finora sono state recuperate.
Queste sono le informazioni sostanziali. Come commento finale, devo dire che è veramente impressionante che da un momento all'altro, senza alcun preavviso, un edificio crolli come è crollato stanotte quello di cui stiamo parlando. La ricostruzione della storia abbastanza anomala dello stesso, che peraltro riflette il disordine con il quale in quegli anni si costruiva, rappresenta certamente un campanello d'allarme.
Credo che, d'intesa con il comune di Roma, bisognerà - al di là delle indagini che sono state predisposte - approfondire la questione e verificare negli edifici coevi, con tecniche non distruttive, le attuali condizioni di resistenza meccanica.

PRESIDENTE. Ringrazio il Governo e il sottosegretario Barberi per la puntualità, la tempestività e la completezza dell'informazione.
Credo di poter interpretare i sentimenti di tutti noi - siamo molto colpiti - osservando un minuto di silenzio. Dopo riprenderemo i nostri lavori (Si leva in piedi e con lui i deputati e i membri del Governo).

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