![]() |
![]() |
![]() |
PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Volontè n. 3-02525 (vedi l'allegato A - Interpellanze ed interrogazioni sezione 4).
VINCENZO MARIA VITA, Sottosegretario di Stato per le comunicazioni. In relazione all'interrogazione Volonté n. 3-02525, precisando che qui si risponde per incarico della Presidenza del Consiglio dei ministri, vorremmo chiarire che, nel quadro delle attività tese a liberalizzare il sistema delle telecomunicazioni e tenendo conto ovviamente dell'innovazione tecnologica, è stata emanata una serie di atti tra i quali vorrei ricordare il decreto ministeriale del 25 novembre 1997 con cui fu aggiornato il piano regolatore nazionale delle telecomunicazioni, approvato con il decreto ministeriale del 6 aprile 1990, nella parte in cui si prevedeva la suddivisione del territorio nazionale per il servizio telefonico.
PRESIDENTE. L'onorevole Tassone, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
MARIO TASSONE. Prendo atto della risposta del sottosegretario che, partendo proprio dalle mie valutazioni, ha tentato di tranquillizzarci, anche se, signor sottosegretario, molto tranquilli non siamo. Mi riferisco a quanto da lei affermato sul provvedimento legislativo n. 249 del 1997 che demanda all'autorità sulle comunicazioni anche la fissazione delle tariffe. Non ci tranquillizza perché è a nostra conoscenza che questa autorità, su sollecitazione della Telecom, stia andando in direzione di un aumento delle tariffe telefoniche.
che faccia riferimento alle ultime vicende e a Rossignoli, che evidenziano continuamente l'assenza di qualsiasi tipo di controllo, di politiche da parte del Governo sull'attività della Telecom.
FORTUNATO ALOI. Attivista anche del Presidente del Consiglio!
MARIO TASSONE. Vorremmo però capire, onorevole sottosegretario, se il gruppo Telecom è privato, è qualcosa di più, fa altre cose, da chi è condizionato, quali sono gli input. Ritengo che questi aspetti sia giusto conoscerli; certamente, se dovessi portare la mia esperienza, quella della Calabria, come è stata organizzata da parte di Telecom l'intera area meridionale, penso che ciò non farebbe onore né all'economia né, soprattutto, all'esigenza di razionalizzare le spese. Anche l'onorevole Volontè, che sostituisco indegnamente in questo momento, avrebbe potuto portare in quest'aula tanta esperienza relativamente alla sua zona e all'intero territorio nazionale.
Il sottosegretario di Stato per le comunicazioni ha facoltà di rispondere.
Tra le attività necessarie per agevolare l'ingresso dei nuovi operatori nel sistema delle telecomunicazioni, si realizzò attraverso il citato decreto la revisione del territorio in aree sufficientemente estese per una migliore gestione dei cosiddetti «archi di numerazione» e anche per favorire la concorrenza con un possibile effetto sulla riduzione dei costi per i cittadini.
L'apposita commissione per la normativa tecnica sulla numerazione delle telecomunicazioni pervenne alla conclusione di arrivare al più presto ad una suddivisione del territorio in un numero di aree locali più vicine alla consistenza degli attuali distretti, nella quale quindi scomparissero via via i cosiddetti settori.
In Italia abbiamo avuto una tradizione molto particolare nella suddivisione del territorio in settori telefonici, il cui numero è storicamente elevatissimo. Il nostro impegno è volto a ridurre progressivamente il numero dei settori in modo da rendere possibile quella che è stata definita la tariffa di prossimità, vale a dire l'opportunità per gli utenti che vivono in settori contigui di poter parlare avvalendosi di una tariffa simile a quella urbana.
Vorrei ricordare che tale obiettivo richiede una sequenza di fasi, la prima delle quali fu introdotta con il citato decreto del 25 novembre 1997. In quell'occasione i settori furono accorpati in modo da ridurre a circa la metà la loro consistenza e questo fu un passo in avanti molto significativo. La seconda fase - e veniamo all'attualità di questi giorni - è in corso di realizzazione, a cura però, in base alla legge n. 249 del 1997, dell'autorità per le garanzie delle comunicazioni a cui spetta la titolarità della definizione delle nuove tariffe e quindi la conclusione del percorso che ho prima evocato. Tuttavia, possiamo affermare già ora che anche quell'accorpamento, ancorché parziale, operato nella prima fase, fu già nella sua globalità conveniente per l'utenza, trattandosi del dimezzamento, o quasi, del numero dei settori. In diverse aree del territorio italiano le chiamate interurbane furono quindi declassate a chiamate urbane, eliminando la teleselezione tra i due settori preesistenti, ridotti in molti casi già ad uno.
È un processo non semplice ed anche oneroso per i gestori telefonici, ma noi siamo particolarmente sensibili - abbiamo già avuto modo di dirlo ad altri onorevoli interroganti - ad un tema che riteniamo di grande valore sia per l'utenza sia anche per la liberalizzazione in cui crediamo profondamente. Comunque, vorrei comunicare in questa sede che il Ministero ha incaricato i propri ispettori territoriali di svolgere una attenta indagine su tutto il territorio nazionale per segnalare eventuali anomalie che possono essersi verificate o che, eventualmente, si potranno verificare in futuro, nell'ambito della stesura del già citato decreto ministeriale del 25 novembre 1997. In questo modo è possibile sanare eventuali evidenti situazioni di sperequazione tariffaria, laddove vi fosse un mancato accorgimento nella definizione del piano regolatore, attento alle esigenze orografiche o sociali. Si tratta, ripeto, di un piano regolatore assai complesso, al quale guardiamo con molta soddisfazione perché nella sua conclusione ci riporta - anche per questa via - ad essere un paese di avanguardia in Europa.
Occorre che il Governo valuti a fondo il problema anche per capire il rapporto tra il Governo e la Telecom, da sempre piuttosto strano. Quest'ultima, infatti, sembra un impero a parte, uno Stato a parte, fuori da ogni controllo, condizionamento e scelta politica. Possiamo fare tutti i provvedimenti legislativi che vogliamo (anche quello a cui lei faceva riferimento, il decreto ministeriale del 25 novembre 1997), ma non vi è dubbio che la Telecom si sottragga ad ogni tipo di controllo e, soprattutto, di stimolo di carattere politico.
Signor sottosegretario, prendo atto che vi è stata una compressione dei settori e un avvio di facilitazione per l'utenza sul piano economico; tuttavia, vi è sicuramente una strategia politica, economica di Telecom che non ci convince. È inutile
È necessario che il Governo avvii tutte le iniziative possibili e immaginabili; non bastano, infatti, gli ispettori che sono impegnati su aspetti particolari quali la realizzazione di provvedimenti legislativi, al fine di evitare che vi siano abusi. Ritengo che vi debba essere qualcosa di più e lo dico tranquillamente perché lei, signor sottosegretario, è costretto a rispondere su una vicenda e su situazioni che le sfuggono e sfuggiranno anche all'authority. Questo è il dramma vero perché si apre un conflitto molto forte. Peraltro si tratta di una storia antica, noi non abbiamo fiducia nella Telecom; ritengo che la nuova numerazione e la compressione dei settori rappresentino da parte di quest'ultima un'azione volta ad aumentare le tariffe. Ci ricordiamo di quando la Telecom, allora SIP, alterò i bilanci e, con questa scusa, chiese l'aumento delle tariffe. Si tratta di vicende che non possono essere cancellate.
Vorremmo sapere da chi è controllata la Telecom; certamente non dal Governo, né dal Parlamento e lo si evince anche dalla sua risposta, per la quale la ringrazio di cuore. Da chi è controllata la Telecom? Certamente non va nella direzione giusta ma, soprattutto, Telecom non sta sul mercato per quanto riguarda le tecnologie, a causa di scelte ed impieghi sbagliati. Ritengo che Telecom sia molto indietro rispetto ad altri paesi europei e non soltanto europei. Penso che ci siano degli equivoci, delle difficoltà di compressione, come nel caso della vicenda del dottor Sircana. Un flash dell'agenzia Ansa di oggi pomeriggio dà la notizia che il dottor Sircana è stato nominato direttore delle comunicazioni del gruppo Telecom. Il dottor Sircana, lo devo ricordare, è stato autorevole attivista dell'ex Presidente del Consiglio dei ministri (non intendo fare polemiche, per carità di Dio).
Detto questo, signor sottosegretario, non posso dichiararmi soddisfatto, ovviamente non per la sua risposta, in quanto lei ha dovuto, con grande solerzia e puntualità, delle quali la ringrazio, dichiarare ciò che poteva. Se posso fare una sollecitazione, ritengo che questo Governo, in favore del quale ho votato, debba svolgere nei confronti di Telecom un'azione molto più decisa e decisiva. Non si può sfuggire dichiarando che vi è l'authority, il gioco dello scaricabarile è antico. Quando in quest'aula molti anni fa presentavamo interrogazioni sulla Telecom, si diceva che era un gruppo privato per cui non era soggetto al controllo del Governo. Ora vi è il problema dell'authority. Telecom non può sottrarsi al controllo del Parlamento nel momento in cui svolge un servizio pubblico in termini monopolistici ed assolutistici; non possiamo accettare né le circostanze, né le condizioni né, soprattutto, le scelte.
Signor Presidente, ritengo che il mio parere non positivo relativamente alla materia oggetto dell'interrogazione esprima anche una sollecitazione al Governo di fare di più per quanto riguarda Telecom, per salvaguardare lo stesso prestigio del Governo e di quest'assemblea.