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PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Romano Carratelli n. 2-01333 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 3).
DOMENICO ROMANO CARRATELLI. Signor Presidente, desidero illustrare la nostra interpellanza per sottolineare l'importanza della questione e la sua urgenza, perché in questi giorni vengono assunti comportamenti e scelte, ed in effetti le conseguenze delle scelte che l'ENEL effettuerà ricadranno sulla regione Calabria, in particolare sul territorio su cui richiamo l'attenzione (la provincia di Vibo Valentia). È bene richiamare l'attenzione del Parlamento sulle ragioni che ci hanno indotto a presentare l'interpellanza e in essa ampiamente illustrate. Si tratta di una circostanza che riguarda la regione Calabria, che notoriamente è la più gracile economicamente del nostro intero sistema produttivo, ma nel contempo, per quanto riguarda la materia che ci occupa, è la regione che, in relazione al rapporto con la popolazione servita, produce ed esporta la maggiore produzione di energia elettrica.
altissima qualità e in sviluppo, in cui le attività turistiche richiederebbero una forte presenza del servizio dell'ENEL, che oggi è assolutamente carente.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'industria, il commercio e l'artigianato ha facoltà di rispondere.
UMBERTO CARPI, Sottosegretario di Stato per l'industria, il commercio e l'artigianato. Presidente, come sempre i documenti
del sindacato ispettivo sull'ENEL e, in genere, sulle questioni del mercato elettrico risultano interessanti e, per altri versi, molto delicati. Ha ragione pertanto l'onorevole interpellante nel chiedere al Governo risposte non solo di puntualizzazione burocratica.
ove permanessero situazioni di sofferenza e di difficoltà politica in modo da trovare le soluzioni migliori.
PRESIDENTE. L'onorevole Romano Carratelli ha facoltà di replicare per la sua interpellanza n. 2-01333.
DOMENICO ROMANO CARRATELLI. Signor Presidente, dirò se sono soddisfatto ed esprimerò il mio pensiero. Di quanto è stato detto dal sottosegretario devo dire che l'unica cosa che ho apprezzato è stato il garbo e la delicatezza con cui ci ha fatto inghiottire questa incredibile polpetta.
L'onorevole Romano Carratelli ha facoltà di illustrarla.
L'ENEL sta conducendo una ristrutturazione della sua presenza sul territorio nazionale, che ovviamente si realizza anche in Calabria. In questa regione, vi sono 5 province e la ristrutturazione rilancia e rivaluta, in maniera positiva, la presenza dell'ENEL su 4 province, mentre diventa penalizzante e negativa su una sola provincia, quella di Vibo Valentia. Guarda caso, questa è una delle province che a monte ha una realtà di grande presenza e di grande tradizione; tanto importante è stato per l'ENEL questo territorio che in questa provincia venne costruito un palazzo del valore di 15 miliardi, che non comprendiamo quale fine farà con la ristrutturazione.
La ristrutturazione dell'ENEL prevede la creazione dei cosiddetti esercizi rete, che sono i veri depositari della capacità di scelta e di organizzazione del servizio nelle realtà dove operano. Essi hanno riguardo e si rapportano ad una popolazione fra le 350 e le 400 mila unità; in Calabria, che ha un milione e 150 mila abitanti e quindi utenti, se ne realizzerebbero tre. La provincia di Vibo Valentia verrebbe ridotta a zona, perdendo l'attuale capacità di presenza e di organizzazione dei servizi, che riguardano non solo la provincia di Vibo, ma anche alcuni territori contermini, per cui allo stato gravano su Vibo Valentia circa 200 mila utenti.
La provincia di Vibo Valentia verrebbe quindi penalizzata, a differenza delle altre province calabresi, perché non verrebbe riconosciuto l'esercizio rete, ma paradossalmente verrebbe penalizzata oltre che verso l'alto anche verso il basso, perché, a fronte della gestione attuale, non solo non farebbe il salto di qualità costituito dall'esercizio rete, ma addirittura la penalizzazione si estenderebbe alle due grandi realtà che compongono la provincia, oltre il comune capoluogo e il suo territorio, cioè Serra San Bruno e Tropea, che uscirebbero ulteriormente ridimensionate dalle scelte che l'ENEL vorrebbe imporre alla realtà calabrese.
Il territorio delle Serre avrebbe potuto tranquillamente aspirare ad avere una zona, essendo territorio montano e di difficile raggiungimento. Ciò appare ancora più inspiegabile se si tiene conto che nella stessa Calabria l'ENEL ha fatto delle scelte che hanno superato i parametri di utenza per realizzare una zona, che si situano intorno a 70 mila utenze; basta pensare, per esempio, a San Giovanni in Fiore, mentre analoga scelta non ha ritenuto di fare per Serra San Bruno.
Ancora più paradossale e grave appare la scelta dell'ENEL relativamente alla zona di Tropea. Si tratta di una zona di
La zona di Tropea poteva essere tranquillamente realizzata, perché pur avendo oggi competenza su 35 mila utenze questa platea poteva essere estesa ai comuni contermini, i quali sarebbero interessati e fanno parte di un unico comparto turistico (la cosiddetta Costa degli dei). In questo modo l'utenza avrebbe raggiunto dimensioni tali da consentire la realizzazione della zona. Non si tratta di chiedere un pennacchio o di cercare un riconoscimento: vi è l'esigenza di un servizio che oggi è qualitativamente negativo e non dà la possibilità all'intera realtà turistica della provincia di Vibo Valentia di sviluppare compiutamente le sue potenzialità.
Vorrei citare quanto è stato pubblicato lo scorso 23 agosto in un giornale di grande diffusione locale, a commento di un guasto dell'ENEL in questo territorio: «Il guasto è stato improvviso ma non inaspettato; quello di ieri sera, a memoria, è il terzo trasformatore che va in fumo, avvalorando le preoccupazioni delle amministrazioni che più volte avevano manifestato tale preoccupazione all'ENEL sollecitando opportuni provvedimenti in vari incontri avuti con i responsabili. L'amministrazione ed il sindaco erano stati rassicurati sugli interventi di potenziamento e di ammodernamento della rete elettrica tropeana ancora in programma». Va notato, poi, che l'emergenza si era trasformata in ulteriori disservizi nascenti dalla mancanza di energia elettrica.
In altre parole, nella zona di Tropea, in agosto manca l'energia elettrica per oltre cinque ore (non per un minuto o per mezz'ora), a causa della qualità del servizio. Ciò provoca a catena tutte le conseguenze che conosciamo, oltre al malessere che riguarda la comunità locale. Si sta parlando dell'area di maggiore sviluppo turistico dell'intera Calabria e di maggiore significato - anche sotto il profilo dell'immagine - per il turismo calabrese.
L'esempio che ho citato è la dimostrazione palese della necessità che l'ENEL riveda la sua scelta, considerando la possibilità da un lato di realizzare l'esercizio di Vibo Valentia e dall'altro di realizzare le zone di Serra San Bruno e di Tropea.
Non entro ulteriormente nel merito, perché penso sia amaro - in un Parlamento che si appresta ad approvare la finanziaria che dovrebbe avere l'obiettivo del lavoro come punto di riferimento - dover ricordare cosa significano la ristrutturazione dell'ENEL in Calabria ed il mancato riconoscimento dell'esercizio a Vibo Valentia in termini di perdita di posti di lavoro.
Vorrei soltanto far notare che il mancato riconoscimento dell'esercizio vuol dire anche la mancata gestione delle risorse legate all'esercizio. Dal punto di vista economico, quindi, tutto ciò che discende dalla presenza dell'ENEL sul territorio sarà gestito altrove. Così si andranno a perdere sia la professionalità maturata all'interno dei quadri ENEL - che saranno trasferiti - sia una capacità imprenditoriale locale che probabilmente non avrà più l'occasione di concorrere alla gestione del tessuto economico dell'area legato all'ente elettrico.
Spero che la mia lunga esposizione dei problemi della mia comunità non sia risultata fastidiosa. Chiedo però al rappresentante del Governo di non ripetere qui le ragioni presunte che hanno indotto l'ENEL ad effettuare questa scelta. Vorrei che il sottosegretario desse a me, come parlamentare della Repubblica, ed alla mia comunità - che vive nella Repubblica - la possibilità di dire che il Governo ha la volontà di esercitare il suo ruolo determinando per l'ENEL scelte politiche che possono anche contrastare con le scelte burocratiche assunte dall'ente.
Mi è occorso, poche settimane fa, di rispondere in quest'aula ad una interpellanza relativa alle politiche dell'ENEL in Sardegna. In quella occasione, poiché si trattava di accordi intercorsi e garantiti dal Governo su investimenti ENEL concordati con la regione, io ebbi modo di insistere su due punti: innanzitutto sul riconoscimento da parte del Governo dell'assoluta autonomia di ENEL Spa nelle sue politiche industriali e nelle sue scelte aziendali e, in secondo luogo, in ordine alla determinazione del Governo ad intervenire in tutti quei casi in cui spetta al Governo stesso garantire il mantenimento di accordi e di intese pubblicamente sottoscritti. In quella occasione riconobbi la fondatezza della interpellanza e richiamai la necessità che ENEL rispettasse quegli accordi.
Ho voluto richiamare tale precedente innanzitutto perché mi serve per ribadire che il Governo, quando si presenta qui, non viene sempre a difendere le politiche aziendali dell'ENEL, ma risponde puntualmente e, in secondo luogo, perché in quella occasione, pur assumendo la posizione che ho ricordato, ribadii che, per quanto riguarda le scelte organizzative interne di ENEL, il Governo non può e non vuole tornare ad una prassi del passato in cui troppo spesso accadeva che il Governo stabilisse dove si facevano le direzioni e le zone e l'azienda troppo interveniva nel determinare le tariffe con risultati assolutamente perversi, se non altro sul piano dell'andamento tariffario.
In linea di metodo, devo dire all'onorevole interpellante che il Governo non può politicamente imporre - su questo abbiamo già discusso in X Commissione e ne abbiamo riparlato in aula - ad ENEL l'una o l'altra scelta nella determinazione della sua organizzazione interna. Non rientra nei poteri del Governo e costituirebbe un elemento di lesione dell'autonomia dell'azienda, la quale naturalmente dovrà rispondere delle scelte e dei risultati nelle sedi e al momento opportuni.
D'altra parte devo anche rassicurare l'onorevole interpellante sul fatto che, al di là delle puntualizzazioni che nel merito cercherò di fare, è del tutto evidente che, se si pone un problema politico dovuto alle scelte di ENEL o comunque anche ad altre situazioni aziendali, il Ministero dell'industria è sempre disponibile a procurare incontri, discussioni ed intese tra gli amministratori locali ed ENEL e a favorire la possibilità che si raggiungano accordi soddisfacenti. Se da un lato, quindi, mi correva l'obbligo di precisare che in questa materia è molto difficile intervenire in sede di Governo per far spostare, ad esempio, una zona da un punto ad un altro o comunque per altri provvedimenti simili, devo dire che è invece doveroso rispondere positivamente a preoccupazioni politiche. Vi è quindi, onorevole, la massima disponibilità a dar luogo, ove se ne avverta il bisogno e ne venisse avanzata una precisa richiesta al ministero, ad incontri di chiarimento e di discussione al fine di superare il problema. Devo dire, tra l'altro, che di situazioni di questo tipo sono attualmente note al Ministero dell'industria alcune decine di casi. Il che dimostra - anche questo va precisato - che in una fase di ristrutturazione di tutto il mercato elettrico (ella sa che il Parlamento ha conferito al Governo la delega per il recepimento della direttiva europea e che entro l'anno verrà quindi emanato il relativo decreto delegato) effettivamente tutte le aziende del settore, sia quelle pubbliche come l'ENEL sia quelle private, vivono un momento di transizione difficile proprio perché non sono state ancore rideterminate tutte le regole quadro. Credo pertanto di poter affermare che anche queste scelte organizzative dovranno poi essere riviste in conseguenza della ristrutturazione sia del comparto produttivo sia del comparto della distribuzione. Quello attuale è pertanto un momento di grande incertezza.
All'interno di queste considerazioni di carattere generale e con riferimento all'interpellanza in oggetto, devo peraltro precisare quanto segue.
Nei suoi programmi l'ENEL Spa assicura e sostiene di dedicare particolare attenzione, soprattutto nel meridione (dove è verissimo che si registrano spesso disservizi seri e dannosi per l'apparato produttivo), al tema della qualità del servizio per renderlo più corrispondente alle esigenze dei clienti. Tale attività ha comportato, in particolare per l'area della distribuzione, progressivi adattamenti delle strutture territoriali e delle strutture operative anche mediante l'ammodernamento tecnologico ed una più efficace e razionale gestione delle risorse umane. In linea di continuità con i precedenti riassetti organizzativi e per meglio corrispondere alle sfide indotte dagli imminenti processi di liberalizzazione, l'ENEL sta attuando su tutto il territorio nazionale un ulteriore adeguamento delle proprie strutture, cercando di ottimizzare l'esercizio operativo della rete di distribuzione mediante un potenziamento delle unità di controllo e manutenzione degli impianti sul territorio. Il progetto prevede che la nuova struttura territoriale si articoli in zone ed esercizi.
Per quanto riguarda le zone, le stesse sono state confermate, sia pure con una configurazione più snella, come unità polifunzionali di base della distribuzione; esse sono dimensionate in modo tale da servire un numero di clienti compreso tra 70 mila e 140 mila. Tale dimensionamento ha comportato un aumento del numero delle zone medesime.
Per quanto riguarda gli esercizi, tali nuove articolazioni organizzative, costituite come unità intermedie tra le direzioni di distribuzione e le zone interessate, sono finalizzate ad assicurare, con l'ausilio di tecnologie avanzate, la gestione della rete di media tensione operando per ragioni di economicità su bacini di clientela compresi tra 350 mila e 420 mila clienti. L'ampiezza di tale settore così come quello utilizzato per le zone è stata prevista per consentire un'adeguata flessibilità nell'individuazione di tali nuove strutture in relazione alle diverse realtà territoriali, comprese quindi quelle proprie della regione Calabria.
In particolare, ENEL Spa fa presente che l'individuazione dei confini e delle sedi delle zone degli esercizi è stata oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali di categoria e a livello centrale e regionale secondo quanto prevede la normativa contrattuale in atto. Per la regione Calabria l'incontro è avvenuto nello scorso mese di luglio ed ha portato all'individuazione di tre esercizi e di tredici zone - ben sette in più rispetto alla precedente organizzazione -, e precisamente: esercizio di Catanzaro, con le zone di Catanzaro, Vibo Valentia, Lamezia Terme e Crotone; esercizio di Cosenza con le zone di Cosenza, Castrovillari, Paola, Rossano, San Giovanni in Fiore; esercizio di Reggio Calabria, con le zone di Reggio Calabria, Reggio Calabria esterna, Palmi e Siderno.
Da quanto sopra emerge che la provincia di Vibo Valentia continuerà ad essere sede di zona senza alcuna modifica rispetto alle sue attuali caratteristiche di centro decisionale ENEL.
Con riferimento ai riflessi che l'attuazione del progetto potrebbe avere sui lavoratori e sui livelli occupazionali locali, l'ENEL Spa precisa che non sono previste azioni forzose di riduzione del personale. È intenzione della società operare per assicurare, per quanto possibile, il proficuo utilizzo di tutto il personale nelle nuove strutture anche attraverso la realizzazione di interventi di formazione e di riqualificazione.
Per quanto riguarda, infine, la mobilità del personale, l'ENEL Spa assicura che gli spostamenti saranno contenuti nei limiti strettamente necessari per il conseguimento degli obiettivi cui si ispira il progetto di riassetto territoriale.
In conclusione, voglio ribadire all'onorevole interpellante la piena disponibilità del Ministero ad ascoltare, ove fosse richiesto, le parti sindacali locali e le amministrazioni locali insieme all'ENEL
Alla fine della sua risposta egli ha detto che gli spostamenti saranno contenuti nei limiti necessari, il che significa che l'ENEL può fare quello che vuole. Inoltre, egli ha asserito che le preoccupazioni dell'interpellante sono fondate.
Apprezzo la disponibilità del Governo ad affrontare assieme alle realtà territoriali e locali che hanno titolo e diritto di parlare il problema che ho voluto richiamare e sottoporre questa mattina all'attenzione della Camera. Proprio in ragione di tale disponibilità chiederò questo incontro. Tuttavia, lei comprende che non posso accettare quanto lei ha detto perché, se lo facessi io che rappresento questa comunità, chi potrebbe poi parlare nell'interesse della stessa?
Quanto lei ha detto è vero, ma rappresenta una faccia della verità. Quando lei ha sostenuto che in Calabria sarebbero state aumentate le zone di intervento e che sarebbero stati realizzati tre esercizi, ha evidenziato quanto è stato fatto e non la situazione precedentemente esistente né ha effettuato una comparazione fra la situazione preesistente e quanto è stato fatto. Lei dice che vengono istituite un numero superiore di zone, ma non spiega perché non viene creata la zona di Serra San Bruno che è in montagna, come sono in montagna altre zone realizzate in Calabria; non spiega perché non viene realizzata la zona a Tropea dove c'è una forte esigenza di sviluppo della regione, mentre vengono realizzate altre zone.
Lei parla di accordi e di negoziazioni sindacali; non vorrei pensare che chi è stato al tavolo si sia mostrato più forte per certi interessi e meno per altri, per cui le scelte sono state dettate dalla negoziazione, dalla necessità di fare l'accordo.
È allora giusto riaprire il discorso, onorevole sottosegretario. Siamo convinti di avere ragione sul problema che abbiamo sollevato; quello che proponiamo non è una rivendicazione sterile ma un contributo positivo allo sviluppo della regione. Le esigenze che facciamo valere relative all'esercizio per Vibo Valentia o alle zone si riferiscono all'economia della regione, oltre che a quella degli interessati.
Credo allora sia giusto parlare di autonomia dell'ENEL, la quale - secondo ciò che ci ha detto lei - è sui generis, perché l'ENEL negozia e quindi ha necessità di confrontarsi con le parti sociali, con chi rappresenta il paese (non dico con il suo azionista); quindi l'ENEL ha uno spazio di dialogo, di confronto e di scelta che, pur rispettando l'autonomia, può essere indirizzata. Noi questo chiediamo ed abbiamo una grande disponibilità a partecipare a nostra volta a questo accordo.
Onorevole sottosegretario, credo che il confronto di questa mattina tra me e lei, non sul piano personale ma tra me come deputato di questo territorio e legittimo portatore delle esigenze di quella comunità e lei che è espressione del Governo, possa servire a riaprire uno spazio di confronto e di dialogo che non riteniamo chiuso. La invitiamo a farsi interprete di questo e ad attivarsi in tal senso.