(Sezione 4 - Sequestro Sgarella)
D)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri ed i Ministri dell'interno e di grazia e giustizia, per sapere - premesso che:
la sconcertante vicenda del sequestro Sgarella, conclusasi con una trattativa sottobanco da parte dello Stato con i boss tenacemente nascosta e negata dai Ministri dell'interno e di grazia e giustizia è stata poi clamorosamente rivelata dalla pubblicazione del quotidiano il Corriere della Sera del 6 settembre 1998 di una nota riservata indirizzata al Ministro Napolitano dal capo della polizia dottor Masone;
questo agghiacciante scenario, nel quale ancora una volta una vicenda di sequestro di persona fa emergere una zona grigia in cui uomini dello Stato e, altri personaggi in veste di «mediatori», presumibilmente da qualcuno autorizzati e «coperti», ha come costante il pagamento di riscatti a suon di miliardi sempre regolarmente negati dall'autorità competenti, ma poi sempre regolarmente confermati dagli sviluppi delle indagini e/o dalle carte processuali -:
quali siano gli esatti termini dell'accordo intervenuto fra lo Stato e i boss della 'ndrangheta al fine della liberazione della signora Sgarella;
chi abbia autorizzato e/o ordinato ad un ufficiale di polizia giudiziaria a contattare nelle super carceri e altrove esponenti di «almeno cinquanta cosche» per sondarne la disponibilità all'accordo,
se risponda al vero la notizia giornalistica di un summit a Palazzo Chigi nel corso del quale si sarebbe presa in sede politica la decisione di attuare tale procedura;
come sia stato possibile, con tali accordi, aggirare le previsioni di legge, promettendo o assicurando sconti di pena e benefit carcerari a soggetti diversi dai personaggi implicati in prima persona in tale sequestro;
se risponda al vero, in particolare la sconcertante notizia che il deus ex machina di tale trattativa segreta dello Stato sia stato un super latitante della 'ndrangheta il boss di Platì Giuseppe Barbaro - detto 'u canarinu - figlio del capo clan Francesco colpito da mandato di cattura per il processo nord-sud e che questi, in cambio della collaborazione per la soluzione del sequestro Sgarella avrebbe ottenuto favori alla propria latitanza ed alleggerimento del regime di cui all'articolo 41-bis per i propri familiari attualmente detenuti;
quali siano state le esatte modalità della liberazione della signora Sgarella, se sia vero che essa abbia immediatamente telefonato al misterioso mediatore fra lo Stato e i boss;
se e quale sia stato il ruolo degli organismi di sicurezza dello Stato in ordine a questa torbida vicenda.
(2-01353) «Comino, Borghezio».
(14 settembre 1998).
I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dell'interno e di grazia e giustizia, per sapere - premesso che:
la ricostruzione della vicenda del sequestro di Alessandra Sgarella da parte del titolare delle indagini, il sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Milano dottor Alberto Nobili, pone una serie di interrogativi, dal momento che la trattativa per la liberazione è avvenuta non attraverso strutture dipendenti dal ministero dell'interno, ma sotto la direzione e il controllo del predetto pubblico ministero;
se è vero che l'articolo 630 del codice penale concede forti riduzioni di pena a chi si adopera per far tornare il sequestrato in libertà, e che l'articolo 6 della legge n. 82/1991 consente uno sconto ulteriore per chi presti un contributo di
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eccezionale rilevanza, il premio, in un caso e nell'altro, riguarda il concorrente nel reato - e cioè uno dei sequestratori - che si dissocia dagli altri. Le affermazioni del dottor Nobili fanno escludere che nel caso concreto si sia verificata tale ipotesi;
la scelta della trattativa con la 'ndrangheta ha un rilievo politico. Pur in sé estremamente discutibile, sarebbe stata di competenza stretta del Governo; avrebbe richiesto una assunzione di responsabilità da parte del Presidente del Consiglio dei ministri - da spiegare in Parlamento e alla nazione - e una modalità di realizzazione affidata al Ministro dell'interno. Invece è stata posta in opera da un magistrato del pubblico ministero, che peraltro nell'immediatezza del rilascio della dottoressa Sgarella aveva fornito una versione dei fatti falsa;
concedere riduzioni di pena o attenuanti compete al tribunale e alla corte di appello; non possono costituire oggetto di mediazione o di contratto con un pubblico ministero, il quale non ha modo per garantire realmente che la clemenza avrà il suo corso. E invece nel caso in questione è accaduto che il pubblico ministero abbia stretto un patto avente quest'oggetto;
le trattative che hanno portato alla liberazione sarebbero avvenute nel corso di colloqui investigativi disposti dal pubblico ministero che procede alle indagini; posto che i colloqui investigativi sono lo strumento, introdotto dalla legge sui pentiti, per preparare in qualche modo la strada alla collaborazione e per raccogliere da individui che si trovano in carcere le informazioni che poi saranno oggetto delle deposizioni davanti all'autorità giudiziaria, va dedotto che i colloqui sono avvenuti evidentemente non con i responsabili del sequestro, ma con persone a loro prossime. In tal caso il pubblico ministero che indaga sul sequestro Sgarella, in violazione della legge, avrebbe creato le premesse per la fruizione di benefici in favore di soggetti estranei a quel sequestro, e indagati o condannati per altre vicende e da differenti autorità giudiziarie -:
se condividano la linea della trattativa con la criminalità organizzata, realizzatasi nel caso del sequestro di Alessandra Sgarella;
qualora la condividano sulla base di quali norme di legge la ritengano possibile;
qualora non la condividano, se ritengano che tale trattativa sia realizzabile a opera di un magistrato del pubblico ministero;
nel caso non lo ritengano realizzabile, se e quali provvedimenti disciplinari abbiano chiesto o ritengano di chiedere nei confronti del dottor Alberto Nobili, titolare delle indagini, che ha diretto la trattativa;
con quali soggetti sia stata realizzata la trattativa, presso quali istituti di pena si trovavano, e a chi fra i contattati sono stati assicurati i benefici;
quanti e quali benefici siano stati assicurati, e se tali benefici ineriscano soltanto all'ordinamento penitenziario o siano anche di altro tipo;
se i soggetti con i quali è avvenuta la trattativa si trovino tutti attualmente in carcere;
quanti e quali fra costoro si siano trovati, al momento della trattativa, sottoposti al regime previsto dall'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario;
quanti e quali fra costoro si trovino oggi sottoposti al regime previsto dall'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario;
quanti e quali colloqui investigativi, e con quali soggetti, siano stati disposti in relazione al sequestro Sgarella;
a chi sia stata chiesta l'autorizzazione ai colloqui, ai sensi dell'articolo 18-bis comma 2 della legge n. 354/1991; in particolare, se e in quali casi l'autorizzazione sia stata chiesta anche al Ministro di grazia e giustizia.
(2-01358) «Selva, Mantovano, Contento».
(14 settembre 1998).
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I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dell'interno e di grazia e giustizia, per sapere - premesso che:
la liberazione della imprenditrice Alessandra Sgarella, dopo un lungo sequestro ad opera delle cosche criminali, nonostante il blocco dei beni è avvenuta per spregiudicata trattativa così come è stato accertato per i recenti casi di Giuseppe Soffiantini e Silvia Melis -:
se intenda rendere noto ogni elemento di valutazione sui protagonisti della vicenda sulle modalità della trattativa e sulla sua conclusione anche alla luce del rapporto informativo del Capo della Polizia secondo il quale nel corso delle indagini sono stati effettuati numerosi colloqui investigativi e sono emersi elementi che fanno obiettivamente ritenere che il rilascio dell'ostaggio sia stato condizionato dalla possibilità da parte degli arrestati e degli indagati di ottenere benefici giudiziari;
se nella trattativa risultino essere stati impegnati esponenti degli apparati e delle forze di polizia;
se nella trattativa siano stati utilizzati esponenti della criminalità organizzata che hanno collaborato con le forze di polizia e con procure della Repubblica;
chi abbia operato nelle fasi dirette e indirette della trattativa e quali autorità siano state informate della trattativa e ne abbiano autorizzato l'accordo sui benefici anche a soggetti estranei al sequestro;
se oltre i benefici giudiziari sia stato pagato o debba essere pagato un riscatto aggirando il blocco dei beni;
se non ritenga di fornire al Parlamento ogni elemento per l'accertamento della verità in considerazione della estrema gravità della vicenda che configura un patto scellerato tra esponenti delle Istituzioni e cosche criminali che rappresenterebbe una gravissima lesione dei princìpi dello Stato di diritto.
(2-01359)
«Cardinale, Manzione, Teresio Delfino, Tassone, Volontè».
(14 settembre 1998).
I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dell'interno e di grazia e giustizia, per sapere - premesso che:
la liberazione della signora Sgarella è un fatto di grande importanza; la salvezza della vita del sequestrato è un obiettivo prioritario; appaiono fuori luogo le polemiche strumentali seguite alla liberazione della signora Sgarella, al di là della giusta e condivisa necessità di avviare una seria verifica della legislazione contro i sequestri di persona e del contrasto di questi fenomeni;
la legislazione sul blocco dei beni ha prodotto risultati positivi, con una netta diminuzione del numero dei sequestri, ma rimane la necessità di evitare che ancora oggi nella gestione di alcuni sequestri si possa formare una "zona grigia", popolata da intermediari che si interpongono fra i familiari e i sequestratori con relazioni ambigue e spesso deviate attraverso le bande criminali organizzatrici dei sequestri;
è necessario collegare maggiormente, durante la gestione dei sequestri, i familiari alla magistratura e alle forze investigative per aumentare la "discrezionalità regolata" dei magistrati affinché valutino insieme ai familiari i percorsi più adatti a salvare la vita dei sequestrati, a impedire l'azione di intermediari e a bloccare la strategia delle organizzazioni criminali -:
se confermino il pieno rispetto della legge da parte dei magistrati di Milano, che hanno condotto le indagini sul sequestro Sgarella;
se confermino che non sia stato pagato alcun riscatto e che nessun intermediario non autorizzato abbia agito durante le varie fasi del sequestro in questione;
quali iniziative intenda proporre il Governo per migliorare la già positiva legislazione sui sequestri, in ordine soprattutto al tema del blocco dei beni;
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quali azioni di prevenzione il Governo intenda adottare per bloccare e ridurre la forza delle organizzazioni criminali e la loro capacità di controllo di alcuni territori in cui vengono tenuti prigionieri i sequestrati.
(2-01360)
Mussi, Lumia, Folena, Bonito, Soda, Bova, Marco Fumagalli, Gambale, Olivo, Gaetano Veneto, Gaetani.
(14 settembre 1998).
I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dell'interno e di grazia e giustizia, per sapere, premesso che:
l'intera opinione pubblica italiana ha accolto con grande soddisfazione e sollievo la notizia della incruenta liberazione della signora Alessandra Sgarella, sottoposta per nove mesi ad un sequestro di persona a scopo di estorsione ad opera di una banda criminale;
l'obiettivo della salvezza del sequestrato è prioritario per uno Stato costituzionale di diritto, che pone la vita dei suoi cittadini come valore fondamentale da salvaguardare con tutti gli strumenti consentiti dalla legge e dall'ordinamento;
l'immediata esplosione di una dura polemica, anche con aspetti palesemente strumentali, ad opera di alcune forze politiche, prima ancora che fossero puntualmente conosciuti tutti gli aspetti giuridici e giudiziari della drammatica vicenda, ha giustamente suscitato nella famiglia Sgarella una reazione di sgomento e di sconcerto a fronte della gioia e soddisfazione per la vita salvaguardata e la liberazione avvenuta;
i magistrati del pubblico ministero competenti per l'indagine su sequestro Sgarella hanno puntualmente riferito alla Commissione antimafia, in sede di audizione sulle modalità di condotta adottate nel quadro della legislazione vigente;
da più parti è emersa l'esigenza di una profonda revisione della legislazione vigente relativa sia ai sequestri di persona sia ai cosiddetti «collaboratori di giustizia» -:
quale sia il giudizio del Governo, per quanto di propria competenza, sul sequestro della signora Alessandra Sgarella e sulla vicende giudiziarie che hanno consentito la sua liberazione;
quale sia il giudizio del Governo sulla legislazione vigente in materia e sulle possibili iniziative per una sua riforma, in relazione tanto al sequestro Sgarella quanto ad altri episodi precedenti e in generale ai sequestri di persona a scopo di estorsione e all'utilizzo dei cosiddetti «collaboratori di giustizia»;
quali iniziative il Governo intenda assumere - sia sotto il profilo della prevenzione che sotto il profilo della repressione, sempre con l'obiettivo prioritario della tutela della vita dei cittadini e della salvaguardia della sicurezza della comunità - per rendere più efficace la lotta contro la criminalità organizzata in generale e la lotta contro l'infamia dei sequestri di persona, in particolare.
(2-01365) «Paissan, Boato, Cento».
(15 settembre 1998).
I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dell'interno e di grazia e giustizia, per sapere - premesso che:
il rilascio della signora Alessandra Sgarella, vittima di un sequestro di persona durato circa 300 giorni ad opera di cosche criminali, è avvenuto dopo una lunga e laboriosa trattativa condotta da rappresentanti istituzionali con esponenti di primo piano della criminalità da tempo detenuti in carcere;
per la liberazione dell'ostaggio non sarebbe stato, secondo le fonti ufficiali, pagato alcun riscatto;
ai mediatori ristretti in carcere sarebbero stati promessi, per la loro opera, consistenti benefici carcerari;
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benefici giudiziari sarebbero stati, invece, promessi agli indagati del sequestro di persona -:
se e da chi siano state autorizzate tali intermediazioni;
se e da chi sia stata autorizzata la falsa promessa di concedere benefici giudiziari e carcerari ad intermediari e sequestratori;
se non ritengano che tale «accordo» tra delinquenti e Stato configuri un pactum sceleris o comunque dia «lustro» e legittimazione ad una criminalità tra le più efferate;
se possano e vogliano dare assicurazione circa l'inesistenza di una promessa di pagamento di riscatto a rilascio avvenuto dell'ostaggio;
se non ritengano che la legislazione attuale sul sequestro di persona vada completamente riformata, anche per evitare che, come è avvenuto in altri sequestri, sia lo stesso Stato ad aggirare la legge del blocco dei beni.
(2-01370) «Pisanu, Giuliano».
(15 settembre 1998).
I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dell'interno e di grazia e giustizia, per sapere - premesso che:
la liberazione della signora Alessandra Sgarella a 266 giorni dal suo sequestro è un fatto positivo, in quanto è stato salvaguardato il principio fondamentale dell'incolumità dell'ostaggio;
ciò nonostante si è aperto nell'opinione pubblica un dibattito molto sentito sulle modalità della liberazione e sulla validità della normativa vigente in materia di sequestri di persona con particolare riguardo al blocco dei beni -:
se corrisponda a verità che per ottenere la liberazione della signora Sgarella non sia stato pagato alcun riscatto;
se confermino che nessun intermediario abbia agito nel corso del sequestro;
quali siano le notizie in possesso del Governo in merito al rapporto intercorso tra il pubblico ministero competente e i banditi e se risulti che i magistrati della procura di Milano abbiano agito nel pieno rispetto della legge;
quali iniziative il Governo intenda proporre al Parlamento per adeguare la legislazione sui sequestri di persona (che pure ha complessivamente prodotto risultati apprezzabili), giovandosi della particolare contingenza per cui, per la prima volta dopo molto tempo, le organizzazioni criminali non hanno alcun ostaggio;
quali iniziative il Governo intenda adottare per contrastare con sempre maggiore efficacia le bande criminali, sottraendo definitivamente ad esse il controllo di alcuni territori che continuano ad essere difficilmente accessibili per lo Stato.
(2-01372) «Mattarella, Palma».
(16 settembre 1998).