(Sezione 5 - Vicende relative al processo penale cosiddetto «delle discariche»)
E) Interrogazioni:
ARMOSINO e DONATO BRUNO. - Al Ministro di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che:
come risulta dalle cronache del giorno 17 luglio 1996 (si vedano Il Resto del Carlino, edizione di Ancona, articolo a firma Andrea Sandroni, intitolato «Fuga di appunti, giallo in procura», e Il Messaggero, edizione Marche, articolo a firma G. Sg., intitolato «Giallo a Palazzo di Giustizia», nonché Il Corriere Adriatico, articolo a firma Emanuela Fiorentino, intitolato «Giallo in Tribunale sugli appunti del p.m»), in un appunto trovato tra le carte di un procedimento penale promosso dalla procura della Repubblica di Ancona (procedimento cosiddetto delle discariche) per reati contro la pubblica amministrazione, redatto dal sostituto procuratore dottoressa Cristina Tedeschini e destinato al sostituto procuratore dottor Gubinelli, vengono ipotizzati «teoremi» in ordine alla colpevolezza di persone estranee al processo e rispetto alle quali non esistevano, né sono in seguito stati acquisiti, indizi;
nel suddetto appunto venivano preventivati arresti con l'indicazione degli elementi che sarebbe stato necessario acquisire per giustificarli, ed inoltre risultava redatto un «elenco» di politici da coinvolgere nel procedimento relativo alla società Ipgi ed indicato quale persona da coinvolgere l'onorevole Angelo Tiraboschi;
nella nota in questione appare la sconcertante indicazione delle «contropartite», in termini di chiamate in correità, che l'indagato ingegner Lucchi avrebbe dovuto effettuare in cambio della concessione degli arresti domiciliari in luogo della custodia in carcere;
significativo è il linguaggio usato, in cui le persone da «incastrare» sono trattate come una sorta di merce;
nell'appunto si ricordano frasi attribuite ad imputati e testi che non risultano verbalizzate, così che è lecito ritenere siano intervenute conversazioni e forse contrattazioni private;
la dottoressa Tedeschini trasmise al dottor Gubinelli il suo intendimento di estorcere, mediante la carcerazione, elementi di prova all'imputato ed i nomi delle persone da accusare;
nell'ambiente giudiziario di Ancona sono noti alcuni trascorsi della Tedeschini, ampiamente e puntualmente illustrati dalla stampa (si vedano «Giustizia Giusta», gennaio 1995, ed il libro di Mauro Mellini «Toghe padrone, Mani Pulite andata e ritorno») ed in particolare l'acquisto a prezzo palesemente inferiore a quello di mercato, da un ente di beneficenza per gli orfani nel cui consiglio di amministrazione figura un sindaco indagato dalla procura di Ancona, di un fabbricato di due piani con circostante terreno di dodicimila metri quadri, e ciò previa stima dell'immobile effettuata da un tecnico abituale consulente della procura;
il marito della Tedeschini, dottor Paolo Rossi, ha ottenuto, presentandosi in molti comuni come «il marito della dottoressa Tedeschini», consulenze in materia di «organizzazione e ripartizione dei carichi di lavoro» nelle amministrazioni locali, consistenti in relazioni assolutamente e vistosamente ripetitive, il tutto per centinaia di milioni -:
se non ravvisi le condizioni di assoluta urgenza per l'esercizio dell'azione ispettiva in riferimento all'intera vicenda e l'eventualità dell'adozione di misure disciplinari nei confronti dei due magistrati, ed in particolare della dottoressa Tedeschini, il cui prestigio è così vistosamente compromesso, sicuramente in misura ben più rilevante rispetto ad altri episodi in cui si è proceduto nei confronti di magistrati da parte del CSM e della Procura Generale della Cassazione. (3-00139)
(18 luglio 1996).
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PARENTI e REBUFFA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri ed al Ministro di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che:
il giorno 26 settembre 1996 alcuni ufficiali della polizia giudiziaria hanno notificato l'ordine di acquisizione di una videocassetta della trasmissione del TG3 Rai Marche del 26 settembre 1996, nel corso della quale l'avvocato Pauri, presidente dell'ordine degli avvocati e procuratori di Ancona, era stato intervistato sulle iniziative formali adottate dall'ordine in conseguenza del rinvenimento, tra le carte del processo penale cosiddetto delle «discariche», di un appunto della dottoressa Tedeschini, sostituto procuratore, comprovante il disegno di utilizzare la custodia cautelare allo scopo di ottenere dichiarazioni e chiamate in correità, episodio per il quale anche la camera penale aveva formulato severe critiche e vibrate proteste e per il quale sono state presentate interrogazioni parlamentari;
in tale intervista, l'avvocato Pauri ipotizzava una possibile responsabilità penale della dottoressa Tedeschini;
in tale occasione gli ufficiali della polizia giudiziaria facevano richiesta di consegna di una supposta esistente scheda di appunti per l'intervista, utilizzata dal giornalista Varagona, allo scopo, pare, di individuare chi ne fosse il redattore e chi l'avesse consegnata al giornalista -:
se il compimento di una tale attività, che si aggiunse al provvedimento atipico con il quale il procuratore Angelucci ha disposto il «ritiro» dell'appunto della dottoressa Tedeschini dal fascicolo già a disposizione dei difensori, in quanto compiuta da una procura incompetente in tema di reati di magistrati del luogo o commessi in danno di essi, non assuma carattere arbitrario e di non equivoca intimidazione nei confronti dei mezzi di informazione, nonché degli avvocati del Foro di Ancona, che debbono tornare a riunirsi per trattare l'argomento il 4 ottobre;
se il Ministro di grazia e giustizia intenda assumere iniziative a tale riguardo e quali misure dirette ad assicurare ampia libertà di critica e di esercizio dei compiti istituzionali per l'ordine degli avvocati e per l'informazione saranno prese con riferimento agli episodi sopra ricordati.
(3-00335)
(16 ottobre 1996).
DUCA, GIACCO, SBARBATI, GALDELLI, MARIANI, BRESSA, GALLETTI e GASPERONI. - Al Ministro di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che:
a partire dal 17 luglio 1996, dalle pagine regionali marchigiane dei quotidiani Il Corriere Adriatico, Il Messaggero e Il Resto del Carlino, si è appreso che una serie di carte private, attribuite al sostituto procuratore della Repubblica dottoressa Cristina Tedeschini, sono state trovate in un fascicolo riguardante una maxi-inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti, che si è conclusa con il rinvio a giudizio di sette persone accusate di reati gravi contro la pubblica amministrazione;
nei giorni successivi si è appreso, sempre attraverso gli organi di stampa, che si tratta di fogli non facenti parte del procedimento processuale in corso, bensì di appunti personali finiti negli atti processuali o per un errore nel momento dell'affoliazione del fascicolo o a seguito di una indebita appropriazione, tanto che lo stesso magistrato ha sporto denuncia contro ignoti;
il 18 luglio, cioè a poche ore dalla notizia, due deputati, Armosino Maria Teresa, eletta a Canelli in Piemonte, e Bruno Donato, eletto a Monopoli in Puglia, hanno presentato un'interrogazione al Ministro di grazia e giustizia (atto n. 3-00139) sull'episodio, dimostrando uno stupefacente tempismo e una innegabile rapidità di valutazione, tanto che nell'atto di sindacato ispettivo vengono persino indicati articoli di stampa del 1995 e un libro ove vengono citati «alcuni noti trascorsi della dottoressa Tedeschini»;
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ancor più sorprendente appare il fatto che lo stesso giorno della presentazione dell'interrogazione, sul Resto del Carlino, (18 luglio 1996) sotto il titolo «Appunti di un giudice finiti nelle carte di un processo», si legge tra l'altro: «Ed intanto corre voce di imminenti interrogazioni parlamentari, che qualche partito politico avrebbe già predisposto». Considerato che gli articoli vengono depositati il giorno precedente, si possono avanzare diverse ipotesi: a) la preveggenza dell'articolista; b) uno stretto legame del duo Armosino-Donato Bruno con il territorio dorico anche nei giorni nei quali si svolge l'attività della Camera (mercoledì-giovedì); c) la preordinata costruzione da parte di terzi dell'interrogazione da consegnare, per la presentazione, a deputati compiacenti, per attuare un disegno strumentale e persecutorio nei confronti del cosiddetto «pool di mani pulite delle Marche». Tale pool è costituito da magistrati che hanno condotto inchieste coraggiose, che hanno permesso di individuare l'intreccio politico affaristico che è stato costruito nelle Marche come in gran parte d'Italia. I processi già celebrati nelle Marche hanno portato alla luce centinaia di miliardi sottratti alla collettività, molteplici illegalità compiute per soddisfare gli appetiti e gli interessi di un ceto dominante che aveva messo le mani su gran parte della vita economica, civile e amministrativa della Regione, dalle licenze commerciali al piano di ricostruzione; dalle obliteratrici sugli autobus ai lavori portuali; dall'assegnazione dei mutui alla realizzazione del centro intermodale della Vallesina; dallo smaltimento dei rifiuti alla realizzazione di carceri e caserme. Magistrati che hanno subìto reiterati e violenti attacchi, vere e proprie vendette - soprattutto da coloro che vorrebbero ricominciare «come ai bei tempi» - e forse proprio per aver brillantemente indagato su tanti fronti: le tangenti miliardarie al provveditorato opere pubbliche delle Marche, la licenza per la costruzione del centro commerciale Extramarket, la truffa da sedici miliardi del Cemim a danno della regione Marche e dei cittadini marchigiani, fino alla maxi-inchiesta sui rifiuti o sul piano di ricostruzione -:
se risponda al vero che «i noti trascorsi della Tedeschini e puntualmente illustrati dalla stampa ed in particolare l'acquisto a prezzo palesemente inferiore a quello di mercato...» rispolverati dal duo Armosino-Bruno Donato, siano riferiti a esposti (presentati nei confronti del Sostituto Procuratore della Repubblica di Ancona, Cristina Tedeschini) sui quali siano state svolte accurate indagini da parte della competente procura della Repubblica di Perugia;
se risponde al vero che le suddette indagini si siano concluse con l'archiviazione e con la remissione degli atti affinché si procedesse per calunnia in danno degli imprudenti denuncianti;
se sia a conoscenza dei fatti su esposti e quali misure intenda attuare per consentire alla magistratura marchigiana di poter proseguire, senza calunnie e intimidazioni, l'opera di giustizia da tempo avviata;
se l'episodio, riguardante i sostituti procuratori Cristina Tedeschini e Paolo Gubinelli, sia solo un tassello di un più ampio disegno volto a delegittimare e a isolare i magistrati dorici impegnati in prima linea contro il malaffare, e quali iniziative intenda attuare per individuare i responsabili di tale disegno.(3-02698)
(Interrogazione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente sullo stesso argomento).