(Sezione 1 - Lotta alla criminalità in Calabria)
A) Interpellanze:
La sottoscritta chiede di interpellare i Ministri dell'interno e di grazia e giustizia, per sapere - premesso che:
venerdì 7 maggio 1998 la 'ndrangheta ha scritto un'altra pagina di sangue nel comune di Oppido Mamertina (Reggio Calabria);
l'interminabile faida tra tre famiglie del luogo ha provocato venerdì scorso quattro morti, fra i quali una bambina di otto anni, e tre feriti in condizioni gravi, di cui un bambino di sette anni;
l'ennesimo agguato ha evidenziato come la 'ndrangheta sanguinaria non rispetti più bambini e donne;
le tre cosche protagoniste della guerra che dal 1992 insanguina la città di Oppido Mamertina ha provocato decine di morti senza che mai venissero individuati i colpevoli;
l'ennesimo ultimo agguato ha provocato vittime innocenti, bambina e nonno, ed ha creato nell'intera comunità oppidese grande disperazione congiunta a palese sfiducia nei confronti dello Stato;
l'interpellante ha più volte chiesto ai Ministri competenti adeguati interventi contro la criminalità organizzata che, attraverso la ripresa della sua attività sanguinaria nell'intera provincia di Reggio Calabria, evidenzia l'immagine di una Calabria come terra violenta e crudele, mentre i numerosi cittadini onesti che la abitano chiedono soltanto giustizia -:
quali urgenti iniziative intendano assumere affinché ancora una volta, dopo i giorni delle fatidiche e tristi notizie, non venga abbassata la guardia nella lotta alla 'ndrangheta;
quali interventi intendano effettuare perché siano assicurati tempestivamente alla giustizia i responsabili degli ultimi delitti verificatisi in Oppido Mamertina.
(2-01111) «Napoli».
(12 maggio 1998).
I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dell'interno e di grazia e giustizia, per sapere - premesso che:
venerdì 8 maggio 1998 ad Oppido Mamertina (Reggio Calabria) in un agguato mafioso sono state trucidate quattro persone e gravemente ferite altre tre;
dei quattro morti due erano inermi cittadini che per caso si trovavano a bordo della propria auto, nei pressi del luogo dove una squadra di killer aveva portato a termine un mortale agguato verso Giovanni Polimeni e suo cugino Vittorio Rustico;
i killer, nella fuga, incrociando una Fiat Croma con a bordo una famiglia di inermi e pacifici cittadini, hanno aperto il fuoco all'impazzata uccidendo Maria Angela Ansalone, una bambina di nove anni e suo nonno Giuseppe Antonio Biccari che guidava l'auto;
nella tempesta di fuoco scatenata da tali barbari criminali sono stati gravemente feriti: Giuseppe Ansalone di otto
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anni, Francesca Biccheri, madre dei due bambini e la nonna Annunziata Pignataro;
a Oppido Mamertina da anni è in corso una faida che vede in contrasto, per il controllo del territorio alcune note famiglie mafiose;
la faida ha avuto inizio nel 1992 ed ha provocato 22 morti;
reale è il rischio che si apra, dopo l'agguato di venerdì, una spirale di vendette e violenza criminale e mafiosa determinando un comprensibile clima di terrore nella comunità di Oppido Mamertina -:
quali urgenti iniziative intendano intraprendere perché siano assicurati alla giustizia i mandanti e gli esecutori del criminale attentato, e siano catturati i molti latitanti che vivono ed operano in provincia di Reggio Calabria;
se intendano favorire per quanto di competenza, una efficace e tempestiva azione di indagine giudiziaria;
quali urgenti provvedimenti intendano adottare per potenziare le strutture giudiziarie dei distretti calabresi;
se non intendano rivedere i criteri che fissano, nei distretti giudiziari, gli organici dei magistrati in proporzione alla popolazione e non in rapporto alla gravità della situazione criminale sul territorio;
se non ritengano di definire un progetto mirato alla sicurezza in quell'area territoriale, integrando gli interventi di ordine pubblico con quelli di sviluppo economico e sociale.
(2-01112)
«Bova, Folena, Oliverio, Olivo, Mauro, Gaetani, Lumia».
(12 maggio 1998).
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
nella regione calabrese la criminalità organizzata è sempre più pericolosamente presente sul territorio dove si verificano atti gravissimi che determinano situazioni insostenibili e in un clima inconciliabile con i processi civili che dovrebbero essere assicurati;
l'ultimo episodio, oltre a quello più volte richiamato in altre occasioni di Oppido Mamertina, è stato quello recentissimo di Seminara che ha creato lacerazioni profonde nella vita socio-economica nel comune reggino;
è da segnalare ancora la vicenda di Serrastretta, dove l'autovettura del bravo sindaco di quella comunità è stata data alle fiamme;
si fa presente che Serrastretta è una realtà che non ha mai registrato fatti di grande o di micro criminalità -:
alla luce anche degli ultimi avvenimenti e considerata la drammaticità dell'ordine pubblico in tutta la regione Calabria, se intenda assumere iniziative efficaci atte a contrastare le organizzazioni criminose ed assicurare a quelle popolazioni una civile convivenza ed un ordinato sviluppo.
(2-01167)«Tassone».
(1o giugno 1998).
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro di grazia e giustizia, per sapere - premesso che:
quali siano gli intendimenti del Governo in ordine alle gravissime disfunzioni emerse in relazione alla strage di Oppido Mamertina (Reggio Calabria), nella quale sono stati barbaramente assassinati, nella piazza principale della stessa Oppido Mamertina, la piccola Mariangela Anzalone, uccisa insieme al nonno Giuseppe Bicchieri, e gravemente feriti un altro bambino, la di lui madre e la nonna; delitti commessi dagli assassini per coprire la propria fuga dopo che avevano ucciso Giovanni Polimeni e Vittorio Rustico all'interno
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della macelleria di proprietà del Rustico e della sua famiglia, nella piazza principale di Oppido;
i gravissimi episodi delittuosi dell'8 maggio 1998 hanno le loro premesse nelle uccisioni di Antonio Gugliotta, Antonino Gangemi ed Angela Bonarrigo e nel ferimento di Giuseppe Antonio Gullotta, perpetrati l'11 agosto 1997, sempre ad Oppido Mamertina;
quali siano le valutazioni del Governo e se intenda verificare, attraverso accertamenti ispettivi, quali ragioni abbiano indotto la procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria a restituire alla procura di Palmi il fascicolo relativo alla «faida» di Oppido, sul presupposto che la faida non fosse riconducibile ad uno scontro tra cosche mafiose, tesi contestata in sede di Commissione antimafia e, a suo tempo, da magistrati della stessa direzione distrettuale antimafia che avrebbero inviato una lettera al procuratore capo, al Consiglio superiore della magistratura ed al Procuratore nazionale antimafia, mentre il procuratore della Repubblica di Palmi, ed i suoi sostituti avevano chiesto, più di un anno addietro, che dell'inchiesta si occupasse la Procura distrettuale antimafia, ricevendo, in risposta, la restituzione degli atti.
(2-01144)
«Valensise, Aloi, Napoli, Fino».
(Interpellanza non iscritta all'ordine del giorno ma vertente sullo stesso argomento).