Seduta n. 389 del 10/7/1998

Back Index Forward

Pag. 43


...
(Discussione sulle linee generali - A.C. 4712)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Ha facoltà di parlare il relatore, onorevole Settimi.

GINO SETTIMI, Relatore. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, interverrò molto brevemente per illustrare i contenuti del disegno di legge, rinviando gli approfondimenti alla relazione scritta e al dossier che accompagna il provvedimento.
Il disegno di legge, che è già stato approvato dal Senato, ha lo scopo di rideterminare il contingente dell'Arma dei carabinieri in servizio di vigilanza e scorta valori per conto della Banca d'Italia. Con questo disegno di legge, si propone di portare il contingente in parola a 2 mila unità dalle attuali 1.600. Il personale del contingente è collocato in sovrannumero rispetto all'organico dell'Arma dei carabinieri ed i relativi oneri sono a totale carico della Banca d'Italia.
La motivazione dell'aumento del contingente risiede nell'estensione dei compiti affidati originariamente all'Arma, nell'aumento delle sedi della Banca d'Italia che debbono essere sorvegliate, nel potenziamento del presidio di alcune strutture, nell'aumento delle scorte ai trasporti valori nel territorio nazionale ed inoltre nella riduzione dell'orario di lavoro dei militari, passato dalle 42 ore settimanali del 1982, quando è stata approvata la tabella che ha determinato il contingente in essere, alle attuali 37 ore.
La tabella che è allegata all'articolo 1 del disegno di legge si allinea inoltre alle previsioni del decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 198, che ha riordinato le carriere del personale non dirigente e non direttivo dell'Arma, innovando i relativi ruoli.
Il disegno di legge approda in quest'aula dopo un approfondito esame della Commissione, che ha svolto anche un'audizione del comandante generale dell'Arma dei carabinieri, i cui contenuti sono riportati nel dossier che accompagna il provvedimento.
In conclusione, vorrei raccomandare l'approvazione del provvedimento, per la delicatezza e per la importanza del servizio che svolge l'Arma dei carabinieri nell'attività di vigilanza, di sicurezza e di scorta ai trasporti valori della Banca d'Italia.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

MASSIMO BRUTTI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Anche il Governo sollecita una rapida, rapidissima approvazione di questo provvedimento. In realtà, per uno scopo come quello che il provvedimento si prefigge, in un ordinamento capace di funzionare un po' meglio, non credo sarebbe necessaria una legge. Ma tant'è, la legge ci vuole e approviamola al più presto.


Pag. 44

PRESIDENTE. Il primo iscritto a parlare è l'onorevole Gnaga. Ne ha facoltà.

SIMONE GNAGA. Nel mio piccolo, accetto subito la sollecitazione da parte del Governo. Sono pienamente concorde: è opinione di molti, dello stesso relatore e di molti esponenti della maggioranza e dell'opposizione, che forse un provvedimento di legge per un argomento del genere è qualcosa di eccessivo, non certo perché non sia altamente prestigioso il rapporto reciproco tra l'Arma dei carabinieri e la Banca d'Italia. Però è anche vero che in questo caso un procedimento legislativo è qualcosa di troppo: si sarebbe potuto benissimo intervenire - come il Governo ha fatto in altri settori - attraverso strumenti diversi.
In se stesso il provvedimento è necessario, sia perché prevede una variazione dell'orario settimanale (da 42 a 37 ore) sia per la presenza di nuove strutture. Conseguentemente si richiede un ampliamento dell'organico. Fra l'altro, questi duemila appartenenti all'Arma in realtà non fanno parte dell'organico dei carabinieri: sono dati che emergono sia dal testo della legge del 26 gennaio 1982 (articolo 3) sia dagli stessi dubbi contenuti nei pareri (pur favorevoli) espressi dalle Commissioni del Senato. La Commissione bilancio del Senato, per esempio, ha messo in evidenza che è necessario un approfondimento in ordine alla quantità di personale che si intende come «effettivamente» impiegato. La parola «effettivamente» richiama l'esigenza di un chiarimento: è necessario capire in che modo il personale venga utilizzato, anche se non vi sono oneri per il bilancio dello Stato o adempimenti di diversa natura (visto che tutto è a carico della Banca d'Italia). Si potrebbe pensare, per esempio, che forse dei 1.600 uomini oggi impiegati presso la Banca d'Italia qualcuno non sia effettivamente utilizzato. Sono certo che non è così, ma il dubbio va chiarito ed è stato messo in risalto anche dalla Commissione bilancio del Senato.
Va poi sottolineato un altro aspetto che fa pensare ad una situazione non del tutto chiara. È vero che la Banca d'Italia ha personalità giuridica di ente pubblico - e quindi ha un rapporto di collaborazione con tutta la comunità - ma, al di là del reciproco prestigio di cui ho parlato, restano problemi in merito all'incremento di personale. La Commissione finanze del Senato, per esempio, ha espresso un parere favorevole con osservazioni, prospettando dubbi che non sono stati chiariti dalle Commissioni difesa né della Camera né del Senato. La Commissione finanze ha invitato a verificare l'effettiva utilità dell'incremento. In pratica, al di là dell'esigenza di coprire le ore di straordinario derivanti dalla diminuzione dell'orario settimanale e di rendere operative le nuove strutture, non sappiamo perché si sia creata una domanda di personale, visto che non conosciamo i dati sull'utilizzo attuale (dati che le Commissioni del Senato e della Camera non hanno potuto trarre nemmeno dalla relazione del comandante generale). Sta di fatto che oggi non conosciamo in che modo sia effettivamente impiegata la totalità delle 2.000 persone appartenenti all'Arma.
Riconoscendo l'urgenza del provvedimento, preannunciamo che non presenteremo emendamenti. Aggiungo però che è necessario sapere chi saranno i 400 appartenenti all'Arma dei carabinieri, ossia da dove saranno reperiti. Proverranno dall'Arma oppure saranno presi all'esterno (dopo aver presentato richiesta all'Arma) e poi assegnati direttamente alla Banca d'Italia?
La garanzia che deve essere data alla comunità è che l'utilizzo di questi 400 carabinieri, di cui vi è necessità, non comporti una loro distrazione dal controllo del territorio. È estremamente importante chiarire se costoro verranno distolti dall'attuale organico dell'Arma dei carabinieri.
Attualmente l'ordine pubblico è garantito sul territorio dall'esercito e anche numerose stazioni rilevano l'esigenza di una più ampia dotazione di organico per fornire una risposta più efficace. Mi chiedo dunque da dove potranno essere presi questi 400 carabinieri.


Pag. 45

Si dice che non si inciderà sull'articolo 39 della legge finanziaria, che prevedeva 3 mila unità per tutte le forze dell'ordine. È però altrettanto vero che non si chiarisce se in un futuro vi sarà un cambiamento analogo a quello che si è verificato nel 1982.
Prima di tale data, infatti, le funzioni di vigilanza e di scorta valori per la Banca d'Italia erano svolte dalla Guardia di finanza ed alcuni ritengono che quella fosse la soluzione più adatta. Dal 1982 in poi la competenza è passata all'Arma dei carabinieri. Qualora essa tornasse alla Guardia di finanza - non ci possiamo stupire di nulla -, dobbiamo chiederci se questi 2 mila carabinieri debbano essere considerati in detrazione alle 3 mila unità previste dalla legge finanziaria per il 1998.
Sono questioni che il Governo deve chiarire: i parlamentari hanno espresso dubbi, nelle Commissioni bilancio, finanze e difesa del Senato, non tanto sul contenuto del provvedimento, sul quale peraltro non mi pare si possa esprimere contrarietà, quanto piuttosto sull'esigenza di fornire determinati chiarimenti. Innanzitutto bisognerà dire di che natura sarà questo rapporto e poi cosa si intenda con l'espressione «effettivamente impiegati» nel servizio di scorta valori e di vigilanza.
Non mi sembra vi sia molto altro da aggiungere. Nel dossier si parla di servizi aggiuntivi ed io vorrei sapere a che cosa ci si riferisca. Non penso infatti si tratti soltanto di un servizio di vigilanza per le nuove strutture della Banca d'Italia: se è così, vorrei che fosse chiarito nella norma, al fine di evitare che un giorno alcuni militari dell'Arma dei carabinieri possano trovarsi a fare la scorta personale ad esponenti della Banca d'Italia. Dato che il nostro è un paese nel quale non ci si deve sorprendere di nulla, non me ne sorprenderei, ma ritengo che questa garanzia debba essere offerta non tanto a me, quanto ai cittadini.
È giusto che si sappia in quale modo sia gestito il rapporto di collaborazione tra la Banca d'Italia e l'Arma dei carabinieri. Si parla, infatti, di 2 mila militari, la cui preparazione, peraltro, non ha gravato sulla Banca d'Italia, ma sul bilancio dello Stato. Il costo della formazione e della preparazione militare di questi carabinieri è stato sostenuto dalla comunità, ma la Banca d'Italia ne usufruisce per espressa disposizione di legge (al riguardo occorrerebbe soffermarsi sull'opportunità per il futuro di intervenire con una legge su una materia del genere).
Concludo, signor Presidente, ricordando che il territorio nazionale richiede una presenza continua e massiccia delle forze dell'ordine. Quindi, se questi 400 vengono «attinti» dal territorio vorrei sapere, a questo punto, per quale motivo il servizio di vigilanza non possa essere assicurato dalle forze dell'esercito, che sono state impiegate fino a pochi giorni fa a Napoli, nel napoletano e in Sicilia. In questo modo, non solo non verrebbero sottratte unità all'Arma dei carabinieri, ma anzi verrebbero rimmessi dei militi che hanno una preparazione, per quanto riguarda l'ordine pubblico, sicuramente più elevata rispetto ad unità appartenenti alle forze armate che - lo ripeto ancora una volta - fino a pochi giorni fa accompagnavano le forze dell'ordine per il controllo del territorio in una parte della nazione.
Sarà dunque bene chiarire quale rapporto di collaborazione con la Banca d'Italia avranno queste 400 (e più: complessivamente 2 mila) unità appartenenti alle forze dell'Arma dei carabinieri.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Ascierto. Ne ha facoltà.

FILIPPO ASCIERTO. Il gruppo di alleanza nazionale si è opposto all'esame in sede legislativa di questo provvedimento, a differenza di quanto si è verificato al Senato, per due importanti motivi.
Anzitutto perché consideriamo questa un'opportunità unica di poter denunciare un determinato stato delle forze di polizia in questo momento sotto il profilo degli organici, e in secondo luogo perché intendiamo porre in evidenza un grosso paradosso.
Noi non siamo contrari all'ampliamento degli organici della Banca d'Italia


Pag. 46

anche perché a Vermicino vi è un nuovo stabile e si pone dunque questa necessità di 400 carabinieri in più. Su questo argomento tuttavia nutriamo alcune evidenti perplessità. Perché i carabinieri alla Banca d'Italia? Ricordo che il provvedimento è nato tra la fine degli anni settanta e l'inizio degli anni ottanta. Per quale motivo? C'era la Guardia di finanza; l'Italia era allora in pericolo di fronte all'azione terroristica di vari gruppi armati e sarebbe stato assurdo per la nazione correre il rischio di un attacco alla Banca d'Italia, che avrebbe sottratto allo Stato la borsa. Coloro che in quel momento erano particolarmente specializzati nella lotta alla criminalità, nella sorveglianza e nel controllo del territorio, considerando che la Banca d'Italia era «distribuita» in varie sedi sul territorio nazionale, erano i carabinieri. Per tale motivo venne indicata l'Arma dei carabinieri e ci fu un accordo tra il ministro della difesa e il ministro che era allora «competente» per la Banca d'Italia.
Oggi gli scenari sono mutati; ci troviamo in un'altra epoca, il terrorismo - grazie al cielo - è stato debellato ma abbiamo una piaga che è ancora più gravosa del terrorismo di quegli anni. Mi riferisco alla piaga della microcriminalità e della criminalità organizzata, che ogni giorno impegna migliaia e migliaia di appartenenti alle forze di polizia su tutto il territorio nazionale.
Ebbene, di fronte ad un'emergenza come questa, ci troviamo a discutere di un aumento di 400 carabinieri in servizio di vigilanza e scorta valori per conto della Banca d'Italia, che apre questa nuova struttura, in un momento che è tra l'altro particolare. Con l'arrivo della moneta unica europea, infatti, non si sa quale sarà la struttura della banca europea e quante strutture della Banca d'Italia dovranno chiudere.
Sono queste le perplessità che intendevo sottolineare; esistono poi alcune certezze che rasentano il paradosso. Mentre tra la fine degli anni settanta e l'inizio degli anni ottanta vi erano degli organici adeguati per quella lotta alla criminalità, gli stessi organici, con gli stessi numeri di allora, ce li troviamo alla fine degli anni novanta, anzi con dei problemi ancora maggiori perché, come ben sa il Governo, gli ausiliari sono stati ridotti e soltanto con l'ultima finanziaria si è proceduto ad una loro integrazione.
Quindi, a fronte di un cospicuo impegno delle forze di polizia, vi è stata una riduzione e non un aumento degli organici. Eppure ogni anno in Italia si verificano tre milioni di reati. Ditemi se questa non è emergenza! Se volete divertirvi, fate una proporzione, e vedrete che tre milioni di reati significa un reato ogni uno o due secondi. Tra l'altro tali reati non vengono tutti denunciati, perché molti hanno perso la fiducia nei confronti del sistema giustizia e quindi non denunciano più i soprusi, le violenze e gli altri reati di cui sono vittime.
A fronte di questa situazione di emergenza vi deve essere una maggiore presenza delle forze dell'ordine sul territorio. Ciò può essere realizzato solo attraverso un ampliamento degli organici. Non a caso alleanza nazionale ed il sottoscritto hanno denunciato, presentando interrogazioni parlamentari, carenze di organico scandalose di alcune stazioni dei carabinieri. Infatti, alcune stazioni, anni fa, quando le zone in cui sono ubicate non erano ancora sviluppate, disponevano di otto componenti ed oggi, in situazioni di sviluppo demografico pari talora al 300 per cento, presentano lo stesso organico.
A fronte di simili paradossi non possiamo tacere. Per questo siamo venuti in aula a rappresentare una emergenza nazionale e a lanciare un grido di allarme. A gran voce reclamiamo una maggiore presenza di forze di polizia sul territorio, non riuscendo più quelle a disposizione a far fronte all'arrembaggio del crimine.
Chiediamo al Governo di ampliare gli organici del contingente dell'Arma dei carabinieri in servizio di vigilanza e scorta valori per conto della Banca d'Italia. Invitiamo inoltre l'esecutivo a riflettere per valutare se tale servizio possa essere svolto dalla finanza, dalla Mondialpol o da un altro organismo di vigilanza privato.

Pag. 47

Vogliamo però che ci si renda conto della situazione in cui versano gli abitanti di alcune città, soprattutto al sud. In intere zone d'Italia vi è una infinita lista di morti per regolamento di conti; vi sono aree in cui i cittadini vengono massacrati, come ad Oppido Mamertina, perché hanno una macchina identica a quella di un appartenente ad una famiglia criminale.
Così come Andreatta e Ciampi hanno avuto la sensibilità di rispondere alle esigenze della Banca d'Italia, vogliamo che entrambi rispondano alle esigenze dei cittadini. Vogliamo che si ricordino di tutte le stazioni dei carabinieri, che sono 5 mila, e di tutti i commissariati della Polizia di Stato che si trovano in difficoltà nel far fronte all'attività lavorativa quotidiana, che non consiste più semplicemente nel controllo del territorio, ma che si trova sovraccaricata di competenze. Mi riferisco alle notifiche da parte della autorità giudiziaria e agli interrogatori su delega da parte dell'autorità giudiziaria. I commissariati non sanno più come fare per istituire dei servizi che consentano il controllo del territorio.
Vogliamo dunque che il Governo ed il Parlamento ascoltino questo grido di dolore che oggi viene lanciato dal gruppo di alleanza nazionale e non in modo strumentale. Esso proviene da un appartenente delle forze di polizia che ha vissuto il dramma della tutela della sicurezza del cittadino per vent'anni nelle strade di Roma.
Qui, in Parlamento, gli stessi ministri devono presentarsi con altre proposte, più valide. Pensate che cosa avrebbe significato un ampliamento dell'organico per quella pattuglia che a Saronno, qualche giorno fa, ha effettuato un controllo notturno in una fabbrica al cui interno si trovava un rapinatore; erano due carabinieri, uno dei quali, penetrato nella fabbrica, è stato ucciso. Se su quella macchina vi fossero stati tre carabinieri, forse l'esito non sarebbe stato così tragico.
Ecco il paradosso: nel nostro paese si propongono leggi per aumentare gli organici dei carabinieri per la vigilanza per conto della Banca d'Italia ma non per aumentare gli organici delle forze di polizia. Si propongono leggi per una materia banale come questa, che poteva essere regolata con un atto interno e poi ratificato dai ministeri competenti, mentre per provincializzare servizi come i ROS, specializzati nella lotta alla criminalità, si emanano semplici circolari.
Essendo diventato un uomo politico solo di recente stento sinceramente a comprendere certe concezioni. Mi viene da sorridere pensando che forse questo grido di dolore è arrivato al ministro Andreatta durante un Consiglio dei ministri; forse stava sonnecchiando e, svegliandosi all'improvviso, ha visto di fronte a sé Ciampi e ha detto fra sé: d'accordo, aumentiamo gli organici per la vigilanza alla Banca d'Italia. Nella sua distrazione, ha pensato in modo diverso rispetto alla stragrande maggioranza dei cittadini italiani.
Ho una richiesta da fare al Governo e approfitto di trovarmi ad intervenire in questa discussione. È mai possibile inviare l'esercito a Napoli o in Sicilia (il 30 giugno l'esercito è stato sostituito dai carabinieri) e dimenticarsi, proprio per quanto riguarda la presenza sul territorio, che 400 o 500 carabinieri (che corrispondono alle esigenze di vigilanza della Banca d'Italia) si trovano al Ministero della difesa, a fare i piantoni davanti agli uffici dei rappresentati del Governo o a timbrare i cartellini di quanti devono entrare in quel Ministero?
Recuperiamo questi uomini e destiniamoli al controllo del territorio! Se lei, signor sottosegretario, effettuasse un controllo tra gli uomini che si trovano nel suo Ministero, si accorgerebbe che fra di loro vi sono dei decorati per azioni contro la mafia. Cosa stanno a fare lì dentro se sono uomini così capaci nella lotta alla criminalità? Svolga questo controllo: avrà delle belle sorprese.
Comunque, alleanza nazionale non è contraria all'aumento degli organici per la sorveglianza per conto della Banca d'Italia, per il semplice motivo che i 400 carabinieri sono extraorganico, nel senso

Pag. 48

che sono a carico della Banca stessa e non dell'istituzione; inoltre essi rappresentano una valvola di sfogo per quanti non hanno più l'opportunità, la capacità, la forza di stare in strada. Molti soffrono di piccoli acciacchi fisici e possono essere impiegati in quel servizio.
Tuttavia, vi sono degli aspetti paradossali, dei problemi, delle eccezioni. Ripeto che questo servizio potrebbe tranquillamente essere effettuato da altri e, mediante l'ampliamento degli organici, si potrebbe recuperare gran parte del personale che opera alla Banca d'Italia, che oltre tutto in futuro diventerà banca d'Europa.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

Back Index Forward