Seduta n. 388 del 9/7/1998

Back Index Forward

Pag. 55


...
(Messa in liquidazione dell'azienda Belleli)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Malagnino n. 2-01251 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 2).
L'onorevole Malagnino ha facoltà di illustrarla.

UGO MALAGNINO. Signor Presidente, signor sottosegretario, il motivo di questa interpellanza, da me presentata e sottoscritta da altri trenta parlamentari, è quello di sottoporre all'attenzione del Parlamento un paradosso, se volete, tutto meridionale o meglio italiano. Mi riferisco alla situazione che in queste ore sta vivendo l'azienda di Taranto Belleli, Offshore, che opera nella costruzione di piattaforme petrolifere.
Dico subito che non si tratta della solita litania meridionale, di un'azienda decotta, insomma di una di quelle situazioni che il Parlamento negli ultimi dieci anni ha ben conosciuto. Stiamo parlando di un'azienda che costruisce impianti che vanno solo all'estero; aggiungo che di recente, su incarico della Shell, l'azienda ha varato una piattaforma, la cosiddetta Ursa, una delle più grandi mai costruite nel mondo. In quest'azienda lavorano circa 2 mila operai cui si aggiungono 500 delle ditte appaltatrici. Il suo fatturato nel 1997 è stato di circa 300 miliardi. Non sto a dire cosa possa significare la chiusura definitiva di un'azienda del genere e lo smantellamento di un'attività industriale del Mezzogiorno svolta da una delle poche aziende dell'impiantistica nazionale che lavora per moduli internazionali.
Proprio ieri l'azienda ha ottenuto l'ammissione al concordato preventivo dal tribunale di Taranto. Il suo obiettivo è quello di neutralizzare l'istanza di fallimento così da avere tempo per costruire il nuovo assetto societario. Dopo il crack del finanziamento della Belleli Spa, un ramo d'azienda è stato ceduto ad una nuova società, per l'appunto la Belleli Offshore, il cui controllo di fatto è nelle mani delle banche creditrici della vecchia società per azioni, che rischia di fallire, anzi senz'altro fallirà. Sappiamo che verso la Belleli Offshore oggi vi sono grandi interessi di aziende italiane e internazionali, ma come al solito si aspetta il fallimento per poi acquistarla a prezzi stracciati. Non invento niente se dico che


Pag. 56

la storia del Mezzogiorno è costellata di esempi del genere, verificatisi purtroppo anche a Taranto; e dicendo questo penso all'Ilva. Signor sottosegretario, in queste ore la Belleli sta trattando con la Shell la possibilità di non perdere una commessa di circa 400 miliardi. È necessario però che l'azienda sia in grado di offrire alla Shell garanzie per una trentina di miliardi di cui, allo stato, l'azienda non dispone. Purtroppo, poi, le banche non concedono queste garanzie in modo da consentire di poter iniziare a lavorare su queste commesse.
Signor sottosegretario, i lavoratori di questa azienda e gli abitanti di tutta la provincia di Taranto chiedono al Governo che l'intera vicenda della Belleli sia affrontata in maniera autorevole da tutto il Governo, e non delegata purtroppo - com'è stato fatto in questi giorni - a qualche funzionario ministeriale. Occorrerà procedere rapidamente alla costituzione di una società facendo sedere attorno ad un tavolo tutti i soggetti interessati. Sappiamo per certo che sono interessate aziende private e soprattutto quelle pubbliche (quando mi riferisco a queste ultime parlo dell'Itenvest ex GEPI).
Chiediamo inoltre la possibilità di intercedere presso la Shell dando garanzie che il Governo si sta interessando al problema.
Vorrei concludere il mio intervento rilevando come il Governo Prodi e noi tutti membri della maggioranza sottolineiamo sempre come, dopo l'euro ed il risanamento dei conti, la priorità da seguire si chiami lavoro e sviluppo nel Mezzogiorno. Ebbene, il caso della Belleli di Taranto può servire a dimostrare che l'esecutivo fa davvero sul serio e che, quando si è in presenza di una realtà produttiva che funziona ed esporta, il Governo si deve muovere concretamente. Dobbiamo dimostrare alla gente del Mezzogiorno che il «sud» non deve essere solo uno slogan.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'industria, il commercio e l'artigianato ha facoltà di rispondere.

UMBERTO CARPI, Sottosegretario di Stato per l'industria, il commercio e l'artigianato. Signor Presidente, onorevole interpellante, devo innanzitutto precisare che il ministro Bersani avrebbe desiderato venire personalmente in aula, ma ciò gli è stato reso impossibile da un impegno all'estero (oggi è in Francia) al quale non poteva in alcun modo mancare. Dico questo per confermare, anche relativamente ad uno degli interrogativi posti a conclusione dell'interpellanza, la piena consapevolezza del Ministero, del ministro e del Governo nel suo complesso della delicatezza e dell'importanza della questione. Tra l'altro, devo personalmente rilevare che condivido pienamente gli accenti di preoccupazione utilizzati dall'onorevole Malagnino.
Mi corre l'obbligo di definire innanzitutto la situazione oggettiva, la quale, d'altra parte, non si discosta molto da quanto l'onorevole Malagnino ha indicato.
La Belleli Offshore srl è una realtà societaria che nasce da una complessa azione legale e finanziaria attuata tra gli anni 1996 e 1997. L'obiettivo di allora era quello di consentire alla società di svincolarsi dai lacci dei creditori che attanagliavano il gruppo Belleli nel suo complesso. La costituzione di una nuova società ha consentito alla Belleli di non perdere le competenze tecnologiche di know how nel settore della costruzione delle piattaforme petrolifere.
Parimenti, anche sul territorio di Mantova la neo holding di controllo del gruppo denominata Impianti aveva costituito una nuova società la Belleli Energies per salvaguardare le produzioni e, come per Taranto, i livelli occupazionali. Si ricorda che le due neorealtà industriali hanno di fatto ereditato dalla ex Belleli spa gli impianti che comunque sono sempre rimasti di proprietà di Belleli spa non più operativa.
In sintesi, lo scorporo dei due asset, Mantova per la parte impiantistica e componenti, e Taranto per la costruzione delle piattaforme petrolifere, ha consentito di proseguire ad oggi le attività produttive mantenendo vivo il marchio.


Pag. 57

Tuttavia, la ex Belleli spa, da cui sono derivati la holding Impianti e le due realtà di Mantova e di Taranto, è da mesi in concordato preventivo. Questa procedura, giuridicamente necessaria, ha pur tuttavia rallentato gli interessi di potenziali acquirenti negli asset di Taranto e Mantova e ciò perché si teme che si possa rovesciare sui nuovi acquirenti il peso delle passività di Belleli Spa.
In questi mesi la situazione di Belleli Offshore è diventata critica anche per la dirompente attività dei creditori che hanno prodotto iniziative dei tribunali. Nella riunione del 22 giugno 1998 il consiglio di amministrazione di Belleli Offshore Srl, non essendoci un partner azionario industriale - infatti oggi l'azionariato è composto da impianti, la neo holding, che a sua volta è formata da capitale proveniente dal sistema bancario che ha accettato di trasformare parte dei crediti in equity - di forte riferimento, in grado di assumersi eventuali responsabilità pregresse della Belleli Spa in concordato (articolo 2560 del codice civile), e data la mancanza di oggettivo portafoglio commerciale, essendosi esaurite le commesse in corso, ha deliberato di procedere alla messa in concordato preventivo.
Dare un assetto societario nuovo è importante anche per acquisire nuove commesse. L'azienda non ha potuto acquisire sinora due importanti nuove commesse proprio per la difficoltà di dare al cliente le garanzie necessarie, data l'incerta situazione finanziaria e societaria. Questa è la fotografia oggettiva.
Mi corre altresì l'obbligo di precisare, anche per la critica contenuta nella sua illustrazione su una sostanziale disattenzione o insufficiente attenzione per il mero affidamento a funzionari ministeriali di una situazione così delicata, quanto il ministero ha obiettivamente compiuto in questi due anni. Pur ribadendo, onorevole Malagnino, che la situazione è effettivamente di grande difficoltà e delicatezza, il Governo è pienamente impegnato nello sforzo di trovare una soluzione.
Innanzitutto il ministro ha condotto in prima persona le riunioni con il sistema bancario per mediare una posizione che non compromettesse le attività industriali ed i livelli occupazionali; ha gestito i rapporti con le organizzazioni sindacali e le istituzioni coinvolte ed interessate, fornendo tutte le informazioni necessarie; ha tenuto costantemente i contatti e le relazioni con i management del gruppo al fine di dare un proprio contributo politico e organizzativo.
In questa veste è stato verificato l'interesse anche di Itainvest Spa al fine di ricercare soluzioni finanziarie di partnership tali da consentire un effettivo evolversi della situazione. A tal fine Itainvest ha avviato rapporti con soggetti finanziari e industriali che lasciano ben sperare per un'ipotesi di acquisizione della Belleli Offshore. L'entrata in concordato di Belleli Offshore Srl consentirà a qualunque partner industriale di essere tutelato da eventuali azioni di creditori provenienti dalla ex casa madre Belleli Spa.

PRESIDENTE. L'onorevole Malagnino ha facoltà di replicare per la sua interpellanza n. 2-01251.

UGO MALAGNINO. Sono soddisfatto della risposta e la ringrazio anche, signor sottosegretario, per aver fatto riferimento all'assenza del ministro Bersani, la cui presenza credo molti si aspettassero, ma mi pare possa essere giustificato dati i suoi impegni in Francia.
Voglio sottolineare soltanto un aspetto. So che anche il Presidente del Consiglio - lo abbiamo ascoltato ieri - è interessato all'argomento. Credo che dobbiamo tutti considerare che nella provincia di Taranto a 2.500 famiglie, a prevalenza monoreddito, nei prossimi giorni verrà meno lo stipendio. È un problema che non può essere sottovalutato in una realtà dove è già molto forte la disoccupazione. Ritengo altresì che bisogna dare atto alla volontà dei lavoratori che ancora oggi hanno mantenuto la contestazione in termini democratici. Ci auguriamo che questo continui, soprattutto con l'apporto che il Governo vorrà dare.

Back Index Forward