Seduta n. 388 del 9/7/1998

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ALFREDO BIONDI (ore 10,33)

(Esame degli emendamenti)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli emendamenti presentati alla mozione Maiolo ed altri n. 1-00202, che avverrà ai sensi dell'articolo 113, comma 4, del regolamento.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Carmelo Carrara n. 1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maiolo. Ne ha facoltà.

TIZIANA MAIOLO. Presidente, vorrei ricordare all'aula, se lei me lo consente, che la discussione su questa mozione è stata fatta in un'aula deserta, e mi pare che anche adesso non vi sia un grande interesse...

PRESIDENTE. La collega ha ragione. Mi pare che il tema sia estremamente significativo, spesso se ne parla fuori; è bene che si ascolti dentro!

TIZIANA MAIOLO. Presidente, probabilmente comincerà ad interessare a quei deputati che saranno, via via, colpiti da qualche calunnia di pentiti.
Come stavo per ricordare questa mozione è stata presentata nell'ottobre del 1997, ossia nel momento in cui importanti collaboratori di giustizia erano stati sorpresi mentre commettevano gravissimi reati e quindi arrestati.
Gli emendamenti e le risoluzioni che sono stati presentati successivamente dipendono dalla necessità, da un lato, di rendere più generale il problema, ossia di ancorarlo di meno al fatto specifico e, dall'altro, di impegnare il Governo, che ha dato per l'ennesima volta, diciamo così, una brillante dimostrazione di attività collaborativa (anche con le iniziative dell'opposizione), a venire quanto meno a riferire in quest'aula su quanto è accaduto. Questo perché, Presidente e colleghi, di quei fatti gravissimi accaduti nell'ottobre del 1997 non si è mai più parlato in quest'aula; è infatti calato un velo di silenzio.
Il primo emendamento aggiunge alle considerazioni fatte nella parte motiva della mia mozione un ulteriore elemento. Infatti, di tutte le risultanze concernenti questi importantissimi collaboratori di giustizia, che a tutt'oggi vengono utilizzati in rilevanti processi anche di tipo politico, non è stata data comunicazione tempestiva né al procuratore nazionale antimafia né ad altre autorità più potenti che potessero modificare il programma di protezione. Il problema, dunque, consiste nel fatto che i collaboratori di giustizia non si sono mai dissociati dalle loro attività criminose e da Cosa nostra e nel frattempo continuano ad essere utilizzati sempre come collaboratori di giustizia.
Vorrei ricordare ai colleghi che lo stesso procuratore della Repubblica Caselli, dopo l'arresto di Di Maggio, si è affrettato a dire che il signor Di Maggio continuava a rimanere attendibile. Ebbene, mi domando come un delinquente, un acclarato mandante di omicidi, possa essere considerato attendibile e possa essere reputato una persona che si è dissociata da Cosa nostra e dalle sue attività criminose.
Per tali ragioni ho presentato insieme con l'onorevole Carmelo Carrara questo emendamento aggiuntivo (Applausi del deputato Volonté).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Carmelo Carrara n. 1, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Prego i colleghi che avessero la vocazione alla sostituzione di persona e a votare per un altro di non farlo, perché qui non è punibile, ma altrove sarebbe un reato.
Dichiaro chiusa la votazione.


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Comunico il risultato della votazione:
Presenti 331
Votanti 327
Astenuti 4
Maggioranza 164
Hanno votato 150
Hanno votato no 177
(La Camera respinge -
Vedi votazioni).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Fragalà n. 2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maiolo. Ne ha facoltà.

TIZIANA MAIOLO. Presidente, sono veramente stupita del fatto che il Governo abbia espresso un parere negativo così tranchant su questo emendamento perché, sottosegretario Mirone, con esso si chiedeva semplicemente al Governo di venire a riferire in quest'aula su alcuni fatti molto gravi. Lei avrebbe potuto contestarmi la perentorietà della richiesta di venire a riferire entro trenta giorni, obiettando che il Governo potrebbe venire in Parlamento entro sessanta o entro novanta giorni. Ma il Governo mi sta dicendo che non verrà mai a riferire in aula su fatti accaduti nell'ottobre 1997 e questo, mi scusi, sottosegretario, è di una gravità inaudita (Applausi dei deputati del gruppo di forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Miraglia Del Giudice. Ne ha facoltà.

NICOLA MIRAGLIA DEL GIUDICE. Signor Presidente, l'emendamento in questione è stato sottoscritto anche dal collega Carmelo Carrara del nostro gruppo. Si tratta di una questione molto importante; mi riferisco, infatti, a quello che è successo a Palermo e che è balzato sulle prime pagine di tutti i giornali.
Presidente, lei poc'anzi, richiamando l'attenzione dei deputati un po' distratti, ha detto che di questo argomento si parla spesso fuori dall'aula ed ha invitato tutti a stare attenti a quanto succede qui in aula. È proprio quello che vogliamo ed è per questo che chiediamo che il Governo venga a riferire in Parlamento. Invece di leggere sui giornali le notizie concernenti determinate vicende, vogliamo che il Governo ci informi direttamente dell'accaduto. Per tale ragione chiediamo che l'esecutivo venga a riferire alle Camere entro trenta giorni.
Invitiamo, dunque, i colleghi a votare a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fragalà n. 2, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

ELIO VITO. Presidente, secondo settore!

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 340
Votanti 338
Astenuti 2
Maggioranza 170
Hanno votato 152
Hanno votato no 186
(La Camera respinge -
Vedi votazioni).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Maiolo n. 3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maiolo. Ne ha facoltà.

TIZIANA MAIOLO. Questo emendamento chiederebbe che si compisse ogni atto necessario di indagine amministrativa.
Come abbiamo già spiegato durante la discussione generale, che i colleghi potranno leggersi nel resoconto stenografico visto che non c'erano, tutti sapevano quanto meno che il signor Di Maggio era tornato nel luogo originario dei suoi misfatti e stava riorganizzando la sua cosca: tra l'altro, lo avevano detto anche altri collaboratori di giustizia ed era stato detto


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in alcuni pubblici dibattimenti che il signor Di Maggio si apprestava a compiere dei reati, a far ammazzare delle persone, che poi sono state in effetti uccise.
Allora, vogliamo fare trasparenza o siamo contrari anche al fatto che all'interno delle istituzioni si verifichi se ci fossero eventuali, larvatissime, involontarie responsabilità? O siamo anche contro il controllo di legalità nelle istituzioni?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Acierno. Ne ha facoltà.

ALBERTO ACIERNO. Ritengo che il problema già esposto dalla collega Maiolo sia meritevole di un voto favorevole, non fosse altro perché questi accadimenti rischiano sempre di falsare la realtà oggettiva. L'utilizzazione dei pentiti è sicuramente uno strumento fondamentale per la lotta alla mafia, ma poi accadono episodi che rischiano solo di confondere la pubblica opinione ed il cittadino, che deve essere educato alla partecipazione alla lotta contro la mafia. Quando accadono fatti come questi, lo scoramento che il cittadino per primo prova causa quella scarsa chiarezza nei rapporti tra l'organo inquirente ed il popolo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maiolo n. 3, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 336
Votanti 335
Astenuti 1
Maggioranza 168
Hanno votato 145
Hanno votato no 190
(La Camera respinge -
Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Carmelo Carrara n. 4, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 342
Votanti 341
Astenuti 1
Maggioranza 171
Hanno votato 146
Hanno votato no 195
(La Camera respinge - Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Carmelo Carrara n. 5, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 333
Maggioranza 167
Hanno votato 139
Hanno votato no 194
(La Camera respinge - Vedi votazioni).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Fragalà n. 6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maiolo. Ne ha facoltà.

TIZIANA MAIOLO. Come avevo già accennato in precedenza, è da prima del 1995, cioè dal periodo immediatamente successivo alla dichiarata intenzione di collaborare con la magistratura del signor Di Maggio, che addirittura i responsabili del servizio di protezione del pentito avevano segnalato che nel luogo segreto dov'era ospitato teneva contatti con personaggi malavitosi.
Era stato segnalato che il signor Di Maggio si spostava di frequente e che si era avvicinato a San Giuseppe Jato. C'era stata poi la denuncia del deputato Enzo


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Fragalà, che aveva ricevuto in forma anonima delle intercettazioni telefoniche dove il signor Di Maggio, parlando con un suo amico (che poi sarà vittima della «lupara bianca»), diceva frasi del tipo: «Bisogna far saltare la testa di quello!», «Anche per quella persona arriverà presto il suo turno!». Erano frasi inequivocabili. Eppure, anche dopo la denuncia del deputato Fragalà, che mandò le intercettazioni anche alla procura della Repubblica, non accadde nulla.
Con questo emendamento noi vorremmo allora sapere per quale motivo non fu presa nessuna iniziativa dopo quella denuncia e perché non è stata disposta alcuna indagine né giudiziaria né amministrativa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Miraglia Del Giudice. Ne ha facoltà.

NICOLA MIRAGLIA DEL GIUDICE. Vorrei riallacciarmi a quanto detto dalla collega Maiolo. Quelli denunciati dal collega Fragalà già nel febbraio 1995 erano fatti di estrema gravità, che riguardavano un collaboratore di giustizia, per cui sarebbe stato opportuno effettuare almeno delle indagini di carattere amministrativo, se non addirittura giudiziario, per verificare se vi fossero irregolarità commesse da quel personaggio.
Con l'emendamento in questione si chiede soltanto che il Parlamento, attraverso il rappresentante del Governo, possa sapere se siano state avviate tali indagini. E se ciò non è avvenuto, in un paese dove si avviano indagini su qualunque argomento venga portato a conoscenza dell'autorità giudiziaria, vorremmo sapere perché tali indagini non sono state avviate. Questo è il motivo per cui insistiamo su questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fragalà n. 6, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 343
Votanti 341
Astenuti 2
Maggioranza 171
Hanno votato 142
Hanno votato no 199
(La Camera respinge -
Vedi votazioni).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Maiolo n. 7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maiolo. Ne ha facoltà.

TIZIANA MAIOLO. Anche per quanto riguarda questo emendamento non capisco il diniego pregiudiziale del Governo. La mozione, che - ripeto - è molto datata dal momento che risale all'ottobre 1997, chiedeva che fossero avviate anche iniziative sul piano legislativo per modificare la situazione. Poiché però al Senato è attualmente in discussione una riforma sulla legislazione che riguarda i collaboratori di giustizia, abbiamo presentato questo emendamento proponendo di sostituire nella parte dispositiva, all'ultimo capoverso, la parola «avviare» con quella «accelerare». È possibile, colleghi, che non siate d'accordo neanche sul fatto che la riforma in discussione al Senato abbia un'accelerazione? Si tratta di una riforma su cui mi pare di aver capito che vi sia un consenso tra maggioranza e opposizioni. Mi sembra strano che mi respingiate anche questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Acierno. Ne ha facoltà.

ALBERTO ACIERNO. Certo, è strano avere un parere contrario da parte del Governo su un termine che non vuole rappresentare altro che una speranza nei confronti di milioni di cittadini. Credo che oramai tutti i colleghi che siedono in questa Assemblea concordino sul fatto che


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occorre affrontare il problema del pentimento. Che sia necessario e dovuto intervenire sull'attuale legislazione sul pentimento è opinione comune. Non capisco allora perché da parte del Governo non si debba dare un segnale forte in tal senso. Questo Governo, peraltro, ha già dato dei segnali: ha chiuso dei supercarceri, ha mandato via dalla Sicilia l'esercito, che era stato incaricato del controllo sul territorio. Quando vuole, questo Governo i segnali li manda e li manda subito! Non capisco perché non voglia dare al popolo italiano un segnale che non intende far tornare indietro la storia della lotta alla mafia bensì migliorarla.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto i colleghi che, ai sensi dell'articolo 113, comma 4, del regolamento, porrò in votazione la parola, «avviare», che l'emendamento Maiolo n. 7 è volto a sostituire, avvertendo che, se l'esito sarà positivo, l'emendamento si intenderà respinto, se negativo, porrò successivamente ai voti l'emendamento. Questa è la procedura che sarà seguita. Dobbiamo quindi votare ora la parola che la collega Maiolo intende sia sostituita.

TIZIANA MAIOLO. Scusi, Presidente, non ho ben capito.

PRESIDENTE. Ripeterò allora quanto ho detto, onorevole Maiolo. L'articolo 113, comma 4, del regolamento, prevede che, quando l'emendamento è sostitutivo, si ponga in votazione l'inciso che l'emendamento tende a sostituire; se l'inciso è mantenuto, l'emendamento proposto si intenderà respinto; se invece vi sarà un voto negativo, allora si porrà in votazione l'emendamento Maiolo n. 7 con la parola sostitutiva aggiunta.

VASSILI CAMPATELLI. Chiedo di parlare per un chiarimento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VASSILI CAMPATELLI. Signor Presidente, vorrei avere la certezza di aver capito bene cosa stiamo per votare.
Lei ha detto che porrà in votazione il mantenimento della parola; per cui, per respingere l'emendamento della collega Maiolo dovremo votare «sì».
Ho compreso bene?

PRESIDENTE. Sì, onorevole Campatelli.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento della parola «avviare» contenuta nell'ultimo capoverso dalla parte dispositiva della mozione Maiolo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 357
Votanti 356
Astenuti 1
Maggioranza 179
Hanno votato 205
Hanno votato no 151
(La Camera approva -
Vedi votazioni).

È così respinto l'emendamento Maiolo n. 7, per la «contraddizion che nol consente».
Questa è una complicazione del tipo: «non poteva non respingere» (Applausi dei deputati dei gruppi di forza Italia e di alleanza nazionale).

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