(Sezione 1 - Furto avvenuto alla Galleria d'Arte Moderna di Roma)
A) Interrogazioni:
CENTO. - Al Ministro dei beni culturali ed ambientali. - Per sapere - premesso che:
è stata messa a segno, nella notte tra il 19 e il 20 maggio 1998 e nonostante la presenza dei sistemi di sicurezza, una rapina ai danni della Galleria d'arte moderna di Roma di due Van Gogh e un Cézanne;
detta rapina rappresenta un colpo grave al nostro patrimonio artistico e offre lo spunto per rivedere tutto il sistema dei controlli, non solo per evitare rapine come questa, ma anche per porre fine alla quotidiana dispersione di opere, di cui spesso ci si accorge solo dopo mesi, perché magari non inventariate o catalogate -:
quali iniziative intenda intraprendere per evitare che questi fatti vengano a ripetersi, anche dotando la Galleria d'arte moderna, ma anche gli altri musei e tutte le chiese che ospitano opere d'arte di grande valore, di sistemi di sicurezza ad alta tecnologia e per utilizzare su larga scala quei giovani disponibili ad un'opera di vigilanza dei beni di valore artistico, primi fra tutti gli obiettori di coscienza. (3-02399)
(20 maggio 1998).
TASSONE, VOLONTÈ e TERESIO DELFINO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere:
quali siano gli elementi di valutazione circa la sottrazione di due quadri di Van Gogh e di un Cézanne dalla Galleria nazionale di arte moderna a Roma;
se alla luce delle sue dichiarazioni, ampiamente riportate dalla stampa, il furto di tre dipinti dell'impressionismo rientri nella nuova strategia stragista delle organizzazioni criminali e mafiose.
(3-02400)
(25 maggio 1998).
SAVARESE, STORACE, GRAMAZIO e MAZZOCCHI. - Ai Ministri dei beni culturali e ambientali, dell'interno e della difesa. - Per sapere - premesso che:
durante la notte del 20 maggio, secondo quanto si apprende, ignoti hanno perpetrato una rapina a mano armata presso la Galleria di arte moderna di Roma, asportando tre preziose tele di Van Gogh e Cézanne, dopo aver immobilizzato ed imbavagliato il personale di custodia, evidentemente incuranti del sistema di allarme;
la città di Roma è stata in passato oggetto di gravi episodi di sfregio e vandalismo - dalla fontana di Piazza Navona ai musei Capitolini - del patrimonio artistico nazionale;
il Ministro dei beni culturali Valter Veltroni propaganda, come fiore all'occhiello del suo ministero, la fruibilità dei
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musei da parte di cittadini e turisti ascrivendone il merito al Governo di cui egli è Vice Presidente del Consiglio -:
per quale motivo, nel caso specifico, i sistemi di allarme abbiano potuto essere disconnessi da tre signore addette al servizio di sorveglianza del museo, e non siano stati collegati, invece, in via esclusiva con le centrali dell'Arma dei carabinieri o della questura;
quali siano le valutazioni dei Ministri interrogati sulla situazione di sicurezza per il patrimonio museale italiano;
come intendano rafforzare la sorveglianza nelle strutture interessate, per evitare il ripetersi di un fenomeno, che oltre al grave danno culturale e materiale, inficia ulteriormente l'immagine dell'Italia all'estero.(3-02402)
(25 maggio 1998).
ROSSETTO. - Al Ministro dei beni culturali ed ambientali. - Per sapere - premesso che:
il giorno 19 maggio 1998, intorno alla mezzanotte, tre uomini armati hanno fatto irruzione nella Galleria d'arte moderna a Roma a Valle Giulia ed hanno rubato due tele di Van Gogh, unici due capolavori custoditi in una galleria italiana, e un Cézanne;
il furto dei tre capolavori, di valore inestimabile, avvenuto in un museo statale, è il più grave degli ultimi vent'anni;
con la legge 1 luglio 1997 n. 203, di conversione del decreto-legge 6 maggio 1997 n. 117, recante «Interventi straordinari per il potenziamento degli impianti di prevenzione e sicurezza a tutela del patrimonio culturale», sono stati stanziati 160 miliardi;
secondo i dati Istat relativi al 1996, i musei italiani sono circa 3500, di cui 466 dipendono direttamente dal ministero dei beni culturali e ambientali;
secondo la sezione elaborazione dati statistici del comando dei carabinieri, tutela patrimonio artistico, dal 1996 al 1997 nei musei italiani sono stati trafugati 2293 oggetti d'arte -:
se i 160 miliardi stanziati dal Governo per la sicurezza nei musei italiani siano stati utilizzati, per quali interventi e con quali priorità;
quali e quanti programmi di interventi da realizzare in materia di sicurezza siano stati presentati;
se esista un rapporto analitico sulla sicurezza dei musei che dipendono direttamente dal ministero per i beni culturali;
i motivi per i quali nei musei italiani non siano stati adottati sistemi di sicurezza ad alta tecnologia collegati con le centrali dei carabinieri e della polizia;
se esista un censimento di tutti gli oggetti d'arte di proprietà dello Stato che sono custoditi nei musei, e se esista un censimento degli oggetti d'arte di proprietà dello Stato che giacciono nei depositi;
se esista una mappatura delle opere d'arte di proprietà dello Stato in uso a ministeri, sovrintendenze, enti pubblici, ambasciate, uffici di rappresentanza, sedi istituzionale, eccetera.(3-02403)
(25 maggio 1998).
MALGIERI. - Al Ministro dei beni culturali e ambientali. - Per sapere - premesso che:
l'asportazione da parte dei rapinatori dalla Galleria nazionale d'arte moderna di Roma di due opere di Van Gogh e di una di Cézanne, e gli sfregi arrecati ad importanti tele a Palazzo Venezia ripropongono la questione della sicurezza nei musei italiani e del complessivo patrimonio culturale del Paese in termini drammatici;
il modo in cui la rapina è stata perpetrati alla Galleria nazionale d'arte moderna mette in discussione la gestione complessiva dei beni culturali in Italia;
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nonostante il personale della Galleria di Valle Giulia avesse più volte segnalato l'indeguatezza del numero dei custodi al ministero dei beni culturali, la sera in cui il furto è stato consumato a vigilare nella Galleria nazionale d'arte moderna si trovavano soltanto tre donne che altro non hanno potuto fare se non cedere agli ordini dei banditi;
in analoghe istituzioni museali (per esempio al Metropolitan Museum di New York, dove tra l'altro sono esposti i tesori di Morgantina che il Governo italiano dovrebbe reclamare ed invece resta inerte) sono decine i poliziotti che vigilano sui beni culturali intrasferibili dello Stato;
ovunque in Europa i grandi musei sono collegati con sistemi d'allarme a centrali di polizia: abbiamo scoperto con sconcerto che la Galleria nazionale d'arte moderna ne era priva, e soltanto dopo il «fattaccio» si è ritenuto opportuno collegarla con la centrale operativa dei carabinieri;
la sopraintendente della Galleria nazionale d'arte moderna, dottoressa Sandra Pinto, ha dichiarato al quotidiano la Repubblica: «Una richiesta di collegamento diretto con il 113 e di rinforzo dei sistemi di sicurezza è partita dal mio ufficio nel 1995. Ma da allora non ho ricevuto alcuna risposta scritta»;
altri musei, dal punto di vista della sicurezza, versano in condizioni precarie, per cui sarebbe auspicabile un censimento degli edifici bisognosi di rafforzamento degli allarmi e della vigilanza -:
se non ritenga di riesaminare la complessa materia della sicurezza, alla luce di quanto è avvenuto;
come siano stati impiegati i centosessanta miliardi stanziati con la legge n. 203 del 1 luglio 1997, concernente gli interventi straordinari per il potenziamento degli impianti di prevenzione e di sicurezza a tutela del patrimonio culturale;
se è vero che parte della ricordata somma è ancora inutilizzata;
quali provvedimenti intenda assumere per potenziare la vigilanza notturna in quei musei che rischiosamente rimangono aperti, per disposizione ministeriale, fino a tarda notte;
se abbia un qualche fondamento la notizia secondo la quale ci sarebbe un interesse della mafia sul patrimonio artistico del nostro Paese, ed in tal caso come si stia muovendo il ministero;
se sia consapevole che buona parte del patrimonio culturale italiano è incustodito, sconosciuto, perfino abbandonato, e dunque bisognoso di essere catalogato per prevenire sparizioni e poi «miracolose» riapparizioni in musei stranieri o in collezioni private.(3-02405)
(25 maggio 1998).
LENTI e DE MURTAS. - Al Ministro dei beni culturali ed ambientali. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra martedì 19 e mercoledì 20 maggio 1998 nella Galleria nazionale di arte moderna di Roma è avvenuta una gravissima rapina: tre persone armate, dopo aver immobilizzato alcune vigilatrici e averle costrette a disattivare l'allarme, hanno portato via due tele di Van Gogh e una di Cézanne;
la modalità della rapina, secondo gli inquirenti, farebbe ritenere che si tratti di «un'azione predeterminata, probabilmente commissionata» e il generale dei carabinieri Conforti, responsabile del nucleo di tutela del patrimonio artistico, ha parlato di un possibile «sodalizio criminoso»: alle opere possono essere interessati i mercati nazionali, ma anche quelli esteri. D'altra parte, il mercato illegale dei beni artistici è fiorente e muove ogni anno un giro d'affari di migliaia di miliardi: nel 1997 in Italia sono stati denunciati 1.987 furti, che hanno permesso ai ladri di sottrarre 23.513 oggetti d'arte;
nella giornata di mercoledì, forse durante l'ora di pranzo, meno coperta dalla sorveglianza, un altro attentato ai beni
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culturali italiani si è aggiunto alla rapina di Valle Giulia: quattro tele del Seicento sono state danneggiate a Palazzo Venezia dove erano esposte in una mostra su medicina e alchimia. I cinque buchi inferti, forse con una cannuccia, ricordano da vicino le ferite fatte di recente ai Matisse esposti ai Musei Capitolini;
per la Galleria di Valle Giulia la sovrintendente Sandra Pinto ha subito denunciato l'indifferenza in cui è caduta la sua richiesta, fatta nel 1995, di collegare il sistema di allarme perimetrale al centro di controllo della Questura: per la sorveglianza, un requisito minimo. Per Palazzo Venezia è evidente il buco di sorveglianza, ma non di meno lo è un problema da mettere all'ordine del giorno, e cioè l'eccesso di mostre ad effetto, che comporta una circolazione forsennata di opere, anche importantissime, e che richiamano un numero elevatissimo di visitatori; è chiaro, quindi, che i rischi aumentano se il sistema della tutela non è attrezzato a sufficienza;
il decreto legislativo appena approvato sul decentramento dei beni culturali separa la tutela (che rimane appannaggio delle sovrintendenze) dalla gestione, promozione e valorizzazione dei beni culturali (che passano agli enti locali) -:
se alla luce anche dei fatti recenti non ritenga di dover invece salvaguardare le funzioni delle sovrintendenze liberandole dal peso di un'indubbia conduzione burocratica per rianimarle nella realtà al fine di tutelare quello sguardo d'insieme, che è soprattutto storico, del nostro patrimonio artistico e monumentale, e come è stato attuato quanto stabilito dalla legge n. 203 del 1997 in materia di interventi straordinari del potenziamento degli impianti di prevenzione e sicurezza a tutela del patrimonio culturale.(3-02407)
(25 maggio 1998).
CENTO. - Al Ministro dei beni culturali ed ambientali. - Per sapere - premesso che:
da oltre un anno i lavoratori della Galleria d'Arte Moderna di Roma, organizzati nelle Rappresentanze sindacali di base, hanno denunciato tramite lettere datate 4 novembre 1997, 12 gennaio 1998 la carenza dei sistemi di sicurezza, la riduzione del personale e l'aumento dei carichi di lavoro attraverso la dilatazione dell'orario;
inoltre, durante un incontro tenuto a Roma il 13 marzo 1998 con il direttore amministrativo, la rappresentante del personale e le organizzazioni sindacali era stato sottolineato il problema della validità del sistema di allarme e quello riguardante la sicurezza del personale addetto alla sorveglianza -:
per quale motivo i punti cardine dell'incontro e le lettere di denuncia presentate dai lavoratori non siano stati presi in considerazione, anche alla luce del recente furto che ha messo in evidenza le carenze e i problemi sottolineati dei lavoratori. (3-02471)
(Interrogazione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente sullo stesso argomento).