Allegato A
Seduta 355 del 15/5/1998


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(Sezione 3 - Operato della procura di Milano nei confronti di Silvio Berlusconi)

DONATO BRUNO. - Al Ministro di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che:
in data venerdì 8 maggio l'agenzia Ansa annunciava che la Procura di Milano aveva notificato al Presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, la proroga delle indagini per il procedimento relativo al cosiddetto «lodo Mondadori»;
con tale atto veniva formalizzato l'annuncio di un'indagine da tempo conosciuta e ampiamente divulgata dagli organi di stampa;
in data 9 maggio i maggiori quotidiani portavano l'annuncio di un'ulteriore indagine, condotta dal Pool milanese, ed avente come destinatario sempre il capo dell'opposizione parlamentare, l'indagine riguarda la sentenza «Iri-Sme»;
con il tempismo che, secondo l'interrogante, contraddistingue l'operato del Pool diretto da Francesco Saverio Borrelli, l'annuncio ufficiale delle indagini avveniva proprio mentre Silvio Berlusconi si apprestava ad aprire la campagna elettorale per le elezioni amministrative;
il cosiddetto «lodo Mondadori» è, come si legge dai giornali dell'epoca, al centro delle indagini dei Magistrati milanesi sin dal 1995, e cioè sin dall'acquisizione della contestata ed oscura testimonianza del cosiddetto teste Omega, Stefania Ariosto;
il 6 settembre 1995, infatti, la Procura milanese iscrive Silvio Berlusconi nel registro degli indagati per corruzione in atti giudiziari, le dichiarazioni della signora Ariosto sono specificamente relative al «lodo Mondadori» e la stessa teste in più interviste sostiene di conoscere soprattutto quella vicenda;
i magistrati milanesi, pertanto, indagano sin dal 1995 proprio sul «lodo Mondadori», ma, sorprendentemente, il capitolo relativo al cosiddetto «Caso Squillante» si chiude monco della parte principale, rimangono, cioè, ignoti i magistrati «interessati», sconosciute le sentenze «aggiustate»;
violando le norme relative alla durata delle indagini e le disposizioni del codice di procedura penale, ad avviso dell'interrogante il Pool milanese ha aggirato la legge al fine di continuare ad indagare su un procedimento che doveva essere legittimamente chiuso;
l'evidente fine perseguito dal Pool è quello di indagare all'infinito nei confronti di Silvio Berlusconi attraverso quello che viene definito «un sistema di scatole cinesi»;
il «lodo Mondadori» costituisce l'ultimo atto di quella che fu allora definita «la guerra di Segrate» fra Silvio Berlusconi e Carlo De Benedetti per il controllo sull'impero Mondadori. La contesa si concluse con un accordo firmato da Berlusconi e da De Benedetti, mentre la sentenza cosiddetta «aggiustata» non è stata neanche impugnata dallo sconfitto De Benedetti;
Berlusconi, però, risulta indagato anche per l'affare «Iri-Sme». L'Iri di Romano Prodi aveva, infatti, concluso un contratto che, a parere di molti, «regalava» l'industria alimentare di Stato all'ingegner De Benedetti. Avverso tale accordo iniziò una dura guerra in Parlamento, che prese avvio dall'atto d'accusa contenuto in un'interrogazione parlamentare dell'allora Pci, primo firmatario il capogruppo onorevole Giorgio Napolitano. Intervennero, allora, le offerte d'acquisto di tre diverse cordate, la prima formata da Fininvest, Barilla ed altri, la seconda dalle cooperative rosse, la terza da industriali del Nord. Di fronte all'accendersi dei riflettori Romano


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Prodi fu costretto all'annullamento del «regalo» a De Benedetti, che si rivolse al Tribunale di Roma, il quale diede, però, ragione all'Iri;
a distanza di anni, e su due casi che furono oggetto di aspra contesa fra interessi contrapposti e dell'attenzione della stampa, il Pool milanese decide d'incriminare il solo Silvio Berlusconi;
appare sicuramente anomalo il rapporto instaurato fra la Procura milanese ed i giornali del gruppo editoriale dell'ingegner Carlo De Benedetti che si sono sempre distinti per l'adesione alle iniziative del Pool milanese, divenendo una vera e propria interfaccia delle inchieste ambrosiane;
è il settimanale del gruppo De Benedetti, l'Espresso, che a titolo esemplificativo conduce una feroce campagna di stampa contro l'ex Ministro della difesa di Forza Italia, Cesare Previti, con la difesa strenua della teste Omega, arrivando a pubblicare per l'intera estate 1996 il memoriale e l'album fotografico della stessa;
è sempre l'Espresso a dare voce assidua al cosiddetto «partito delle procure», durante i lavori della Commissione bicamerale per riforme istituzionali, a dare voce assidua e ad avviare una dura campagna contro il relatore sulle garanzie, onorevole Marco Boato;
è sempre dalle pagine di Repubblica che il 14 settembre 1997 parte la nuova offensiva sul cosiddetto «caso Previti» è l'ex direttore del quotidiano, Eugenio Scalfari, con sorprendente capacità di vaticinio, a «pilotare» le nuove «rivelazioni» della teste Omega, così com'è sempre lo stesso quotidiano a pubblicare verbali e documenti segretati d'accusa nei confronti dell'ex Ministro;
di contro, il rapporto privilegiato fra la Procura milanese ed il gruppo editoriale di proprietà dell'ingegner De Benedetti appare particolarmente forte se si osserva che i processi nel mirino dei magistrati della Procura milanese, nell'inchiesta cosiddetta «toghe sporche» sui magistrati romani, avevano come parte in causa proprio l'ingegner Carlo De Benedetti, che avrebbe notevoli ed ingenti vantaggi economici dall'eventuale esito positivo delle inchieste ambrosiane;
attraverso le indagini giudiziarie il Pool di Milano, oltre che invadere il campo della politica e le prerogative del Parlamento diviene arbitro dello stesso sistema economico del Paese, volontà già dimostrata con la richiesta di commissariamento nei confronti di Publitalia -:
se il Ministro, valutati i fatti in oggetto, non ritenga urgente e indispensabile l'avvio dell'azione disciplinare nei confronti dei componenti del Pool milanese, ed in particolare del procuratore capo Francesco Saverio Borrelli, anche per l'ipotesi di abuso d'ufficio per la ritardata iscrizione del provvedimento Mondadori.
(3-02355)
(14 maggio 1998).

NERI, SELVA e ARMAROLI. - Al Ministro di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che:
Silvio Berlusconi, la Fininvest e Forza Italia sono divenuti oggetto pressoché unico di indagine da parte della Procura di Francesco Saverio Borrelli;
contro Silvio Berlusconi ed i suoi collaboratori sono stati aperti innumerevoli procedimenti, sono state effettuate quasi cinquecento perquisizioni, inoltrate numerosissime richieste di rogatoria, richieste migliaia di intercettazioni telefoniche, si è proceduto a centinaia di arresti;
nel dicembre 1993 Silvio Berlusconi muove i primi passi in politica, seguiti all'annuncio, effettuato il 24 novembre 1993, dell'appoggio a Gianfranco Fini per la poltrona di Sindaco di Roma. Il 20 dicembre 1993 il capo della Procura di Milano, Borrelli, lancia il suo monito dalle pagine del Corriere della Sera, «Non si candidi chi ha scheletri nell'armadio e non ha le mani pulite». L'avvertimento è inteso da tutti i quotidiani come direttamente


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rivolto a Silvio Berlusconi. Con tale atto Francesco Saverio Borrelli apre ufficialmente le ostilità nei confronti del futuro Presidente del Consiglio;
il 12 febbraio 1994 a Milano è il giorno della presentazione ufficiale del Polo delle Libertà presso il Circolo della stampa. La Procura di Milano nello stesso giorno spicca un ordine di custodia cautelare nei confronti di Paolo Berlusconi. Oggetto dell'indagine: «una vecchia storia che, adesso, però, rischia di condizionare le sorti della Fininvest e forse la stessa campagna elettorale di Silvio Berlusconi e della sua Forza Italia» (Corsera 12 febbraio 1994). Borrelli risponde «il voto non ci può fermare, la giustizia è un juke-box, se il gettone è buono la canzone va suonata»;
il 27 marzo 1994 l'Italia è chiamata alle urne. Parte la grande offensiva del Pool, il 5 marzo 1994 parte l'inchiesta sul Milan, obiettivo effettivo: la Fininvest. La Procura indaga a 360 gradi, Standa, Edilizia, Milan, Publitalia;
il 24 marzo 1994 il pubblico ministero di Palmi, Maria Grazia Omboni, ordina la perquisizione delle sedi di Forza Italia e l'acquisizione degli elenchi dei candidati di Forza Italia e dei presidenti dei club. Si scoprirà solo in seguito che il fratello della dottoressa Omboni risultava indagato dalla Procura milanese. L'indagine provocò una serie di arresti, unico «graziato» il fratello del pubblico ministero Omboni;
il 21 aprile 1994 il capogruppo al Senato di Forza Italia, Cesare Previti, annuncia la volontà di Forza Italia di modificare la legge elettorale del Consiglio superiore della magistratura, infuria la polemica politica. Lo stesso giorno la Procura milanese, a sorpresa, riapre il «caso Lentini», inviando un invito a comparire ad Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan;
il 29 aprile 1994 il Presidente della Repubblica, Scàlfaro, incarica Silvio Berlusconi di formare il nuovo Governo. Tre giorni dopo, il 1o maggio, Francesco Saverio Borrelli annuncia «al Governo se ci chiama Scàlfaro», è l'offerta ufficiale del cosiddetto «servizio di complemento», il 3 maggio il Tribunale della Libertà di Milano, accogliendo le richieste della Procura milanese, ribalta la decisione del giudice per le indagini preliminari, ordinando l'arresto di uno dei più vicini collaboratori di Silvio Berlusconi, Marcello Dell'Utri;
il 20 maggio 1994 il Governo Berlusconi ottiene la fiducia al Senato, a Milano «saltano fuori» nuove accuse contro Paolo Berlusconi, inizia la raffica degli arresti dei manager Fininvest;
il 14 luglio 1994 il Ministro di grazia e giustizia, Alfredo Biondi, illustra il suo progetto sulla giustizia, il giorno dopo dagli schermi televisivi il Pool milanese annuncia il suo «ammutinamento», dieci giorni più tardi la Procura milanese ordina nuove perquisizioni alla Fininvest, vengono firmati 7 ordini di cattura, fra gli arrestati Paolo Berlusconi;
il 22 novembre 1994, a Napoli, durante il vertice mondiale sulla criminalità, con i rappresentanti di 140 Paesi, il Pool milanese sceglie come messo di notifica il Corriere della Sera che annuncia: «Milano, indagato Berlusconi». È il colpo decisivo al Governo Berlusconi, il 23 dicembre il Presidente del Consiglio rassegna le dimissioni. Borrelli si difende: «i tempi, solo coincidenze»;
nel 1995 l'offensiva del Pool milanese raggiunge il suo culmine. Alla vigilia delle elezioni amministrative partono le inchieste sulle vicende dei libretti al portatore della Fininvest, tangenti alla Guardia di Finanza, Telepiù, l'iscrizione per il caso Lentini. Frattanto, Francesco Saverio Borrelli continua il suo attacco aprendo nuove indagini su Edilnord, la villa di Macherio, la società Medusa, All Iberian;
nel mese di marzo 1996, vigilia delle elezioni politiche, Berlusconi è già in campagna elettorale quando il Pool milanese sferra il suo più duro attacco. Con una spettacolare catena di arresti eccellenti si apre il «caso Squillante». Indagato il


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Coordinatore nazionale di Forza Italia, Cesare Previti. Al centro delle indagini le confuse ed oscure dichiarazioni della teste Omega, Stefania Ariosto. Obiettivo reale del Pool ancora Silvio Berlusconi. Il presidente di Forza Italia accusa: «Giustizia ad orologeria», Borrelli si difende: «coincidenze, la giustizia ha i suoi tempi»;
inizia una devastante campagna di stampa, le notizie delle inchieste, sapientemente filtrate, appaiono sui giornali in beffa al segreto istruttorio, al fine di costituire un grande processo pubblico-mediatico gestito esclusivamente dal Pool milanese;
i primi mesi del 1997 sono caratterizzati dal durissimo scontro fra il Parlamento, impegnato sulla riforma della Carta Costituzionale, ed i magistrati, soprattutto Francesco Saverio Borrelli ed i suoi sostituti, che ostacolano apertamente il processo riformatore;
nel mese di settembre 1997 alla vigilia dei lavori della Commissione bicamerale per le riforme sullo scottante capitolo della giustizia, e dell'esame della bozza Boato, il Pool milanese interviene nel dibattito politico, lanciando la sua sfida al Parlamento con la richiesta di arresto nei confronti dell'onorevole Cesare Previti. L'intento del Pool diviene manifesto quando Borrelli lancia il suo monito al Parlamento; «È una questione di moralità»;
nei primi mesi del 1998, caratterizzati dalla ricerca di un accordo sulla giustizia da parte delle forze politiche, il Pool, attraverso le pagine del Corriere della Sera, si schiera apertamente contro il Parlamento, tentando di «affossare» le riforme;
l'8 maggio 1998 Silvio Berlusconi ufficialmente apre la campagna elettorale per le elezioni amministrative, i maggiori quotidiani annunciano l'inizio della settimana decisiva per l'accordo sulla giustizia, Francesco Saverio Borrelli lancia il suo ennesimo colpo: Berlusconi è indagato per corruzione in atti giudiziari per le sentenze Mondadori ed Iri-Sme;
nei confronti dell'opposizione parlamentare, secondo gli interroganti, è ormai da anni in corso un vero e proprio linciaggio giudiziario, che assume con sempre maggiore evidenza le caratteristiche di una «sparatoria alla cieca», una caccia alle streghe in cui il Pool milanese apre continui spazi di contenzioso col fine evidente di creare una situazione talmente confusa da divenire un groviglio inestricabile;
le indagini compiute dal Procuratore Borrelli e dai suoi sostituti si sono distinte, secondo gli interroganti, per l'assoluta arbitrarietà, per il continuo spregio delle norme, per l'ostentato disprezzo nei confronti della legge;
l'accanimento giudiziario del Pool milanese nei confronti di Silvio Berlusconi e del suo movimento è evidente e ricavabile da dati oggettivi, nonché ormai riconosciuto da pressoché tutti gli osservatori;
innegabile appare al tempo stesso, ad avviso degli interroganti, l'uso strumentale delle richieste da parte del Pool milanese al fine di condizionare le scelte politiche e, soprattutto, mantenere il ruolo di controllo e di supremazia sul Parlamento;
è inaccettabile il comportamento sinora tenuto dal Ministro di grazia e giustizia, che appare, forse per timore reverenziale, aver completamente rinunciato al suo potere di controllo sull'ufficio giudiziario milanese;
un atteggiamento ulteriormente omissivo non può che essere considerato come un gravissimo avallo della politica destabilizzante del Procuratore Borelli e dei suoi sostituti -:
nell'obiettiva valutazione dei fatti ed in conformità ai suoi doveri costituzionali, quali urgenti e severi provvedimenti il Ministro di grazia e giustizia intenda adottare nei confronti dei magistrati della Procura di Milano responsabili di tali fatti.
(3-02356)
(14 maggio 1998).