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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'interpellanza urgente.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Comino n. 2-00976 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 1).
GIANCARLO GIORGETTI. Signor Presidente, signor sottosegretario, nella notte di domenica 15 marzo una bomba è esplosa nello studio dell'architetto Giuseppe Leoni, nel comune di Vergiate in provincia di Varese. Come lei certamente saprà, signor Presidente, l'architetto Giuseppe Leoni non è un semplice professionista, ma è anche uno dei soci fondatori della lega lombarda, il primo deputato in questo Parlamento della stessa lega lombarda, che recentemente è stato riconfermato per acclamazione presidente dello stesso movimento, nonché leader di quello dei cattolici padani. Non si tratta quindi, evidentemente, di un grave atto di intimidazione compiuto nei confronti di un professionista, ma può essere inteso chiaramente inteso - tutti in provincia di Varese lo hanno inteso in tal modo - come un avvertimento, un segnale al movimento politico della lega nord per l'indipendenza della Padania.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno ha facoltà di rispondere.
GIANNICOLA SINISI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con l'interpellanza iscritta all'ordine del giorno della seduta odierna l'onorevole Comino ed altri richiamano l'attenzione del Parlamento e del Governo sull'attentato compiuto nella notte del 15 marzo nello studio dell'architetto Giuseppe Leoni a Vergiate, in provincia di Varese. Gli interpellanti chiedono di conoscere le iniziative che si intendono assumere per scoprire i responsabili e appurare l'esistenza di un disegno politico contro la lega nord.
PRESIDENTE. L'onorevole Giorgetti ha facoltà di replicare per l'interpellanza Comino n. 2-00976, di cui è cofirmatario.
GIANCARLO GIORGETTI. Sono chiaramente insoddisfatto della risposta del sottosegretario, perché sarà pur vero che i servizi di informazione non hanno svolto un ruolo attivo e, quindi, non hanno contribuito a gettare la bomba, ma sicuramente non hanno svolto un ruolo preventivo e probabilmente, anche in questo caso, hanno fatto pervenire qui a Roma, dalla provincia dell'impero, qualche informazione un po' sbagliata. A me, ad esempio, risulta che a seguito della segnalazione
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza urgente all'ordine del giorno.
L'onorevole Giancarlo Giorgetti, cofirmatario dell'interpellanza, ha facoltà di illustrarla.
Sottolineo inoltre che questo episodio non rappresenta un fatto isolato perché, come lei certamente saprà, signor Presidente, in provincia di Varese anche recentemente si sono verificati altri fatti di intimidazione. Ricordo solamente che nel medesimo comune di Vergiate, proprio di questi tempi, l'anno scorso, un comizio dell'onorevole Bossi fu disturbato senza che le forze dell'ordine intervenissero; non solo, ma la sede di Gallarate della lega è stata incendiata e, recentissimamente, la sede della segreteria provinciale della lega
nord di Varese è stata evacuata in piena notte poiché era stata segnalata la presenza di una bomba.
Il clima che si va creando nella culla della lega - dove è nata e consegue un vastissimo consenso popolare, che in più località supera addirittura la percentuale del 50 per cento dei voti - ci preoccupa enormemente. Ma ci preoccupa ancor di più nel momento in cui tutto ciò si verifica nel silenzio di tutti gli organi di informazione. Abbiamo ben chiaro nella nostra mente come episodi analoghi, o forse di minore importanza, siano stati ripresi dalla stampa locale e nazionale. Se si va a rileggere la stampa locale e nazionale di questi giorni, si scoprirà che la notizia è stata data con estrema «accortezza», nelle pagine interne, in modo nascosto e tale da non rendere esattamente quella che è la reale situazione.
Sono state poi rese note - almeno così sembra - talune rivendicazioni di quell'episodio da parte di fantomatici gruppi di natura fascista. Esso, tra l'altro, è stato descritto come se fosse avvenuto nella sede della lega nord di Vergiate e non come un attentato verificatosi nello studio di un libero professionista, qual è l'architetto Giuseppe Leoni. Da questo fatto si può anche trarre probabilmente l'impressione che la volontà degli attentatori fosse quella di colpire Giuseppe Leoni in quanto esponente politico e non in quanto libero professionista.
Poiché noi vediamo questo Governo molto solerte e molto attento nello svolgimento dell'attività investigativa ai danni degli esponenti della lega nord per l'indipendenza della Padania, a mezzo anche di migliaia di intercettazioni telefoniche, vorremmo capire come l'esecutivo intenda presidiare anche questa situazione di pericolo nei confronti di sedi e di esponenti del movimento della lega nord per l'indipendenza della Padania. Avanziamo tale richiesta perché vorremmo evitare che siano ripercorse strade già viste, del tipo di quella della strategia della tensione, che magari fanno comodo ad alcuni ambienti magari anche del Governo. La lega nord per l'indipendenza della Padania è un movimento pacifico, come ha sempre dimostrato; nessuno dei nostri esponenti è stato in questi ormai anni di storia politica accusato di intidimazioni violente o di atti di violenza verso alcuno.
Di conseguenza, come è nostro costume, pazientiamo, aspettiamo, ma crediamo che questo Stato italiano debba dare alcune risposte. Per questo motivo abbiamo presentato un'interpellanza urgente e fiduciosi attendiamo la replica del sottosegretario.
Rispondo sulla base degli accertamenti immediatamente disposti dal prefetto di Varese e dal dipartimento della pubblica sicurezza. Verso le due di lunedì 16 marzo al 113 perveniva una telefonata per segnalare che a Vergiate, nella zona compresa tra via Cusciago e via Piave, era stato avvertito, pochi minuti prima, un forte boato. Personale della questura di Varese, intervenuto in via Cusciago 1 presso la sede della lega nord-lega lombarda, non rilevava nulla di anomalo. Riscontrava invece, in via Piave 44, sede dello studio di Giuseppe Leoni, il dispositivo di allarme in funzione, e nonostante ogni tentativo non riusciva a rintracciare l'architetto, assente anche dalla sua abitazione di Mornago.
Nella stessa mattinata di lunedì 16 marzo, nel corso di un sopralluogo effettuato dalla Digos e da tecnici della scientifica,
nel bagno dello studio venivano rinvenuti frammenti metallici di un ordigno, quasi certamente bombe a mano di fabbricazione jugoslava. L'ordigno era stato lanciato all'interno del bagno attraverso una finestra basculante, aperta, che affaccia sul lato posteriore dell'edificio.
Sull'episodio sono in corso indagini dirette dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Busto Arsizio. Nell'ambito degli accertamenti è oggetto di attento esame la telefonata anonima pervenuta alle 2,08 del 16 marzo al quotidiano La Prealpina, che è stata del seguente tenore: «Rivendichiamo l'attentato alla sede della lega di Vergiate. Siamo gli stessi di Gallarate». Ad essa faceva seguito pochi minuti dopo, alle 2,15, un'altra telefonata intimidatoria.
Viene anche valutata la circostanza che lo studio dell'architetto Leoni si trova in una via distante qualche centinaio di metri dalla sede della lega nord-lega lombarda di Vergiate, che è ben riconoscibile dal logo del movimento e da due bandiere raffiguranti il sole delle Alpi poste all'ingresso. La visibilità e la inequivocabilità della sede del movimento sono tali che ad avviso degli organi inquirenti ed investigativi è da ritenere poco probabile l'errore di obiettivo.
Le sedi della lega nord-lega lombarda, come anche quelle degli altri partiti e movimenti, sono inserite, nel controllo del territorio, tra gli obiettivi da sottoporre a particolare vigilanza a mezzo di equipaggi mobili in servizio di perlustrazione e con servizi mirati della Digos.
Anche a seguito dell'episodio di Vergiate, i servizi a protezione delle sedi del movimento della lega nord sono stati intensificati con ulteriori più sofisticati controlli. Proprio mentre vi parlo è in corso una riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, appositamente convocato dal prefetto di Varese per formalizzare le misure di protezione a tutela dell'abitazione e dello studio dell'architetto Leoni, predisposte fin dalla notte dell'attentato.
Il collegamento dell'episodio con l'attentato incendiario avvenuto a Gallarate il 3 maggio dello scorso anno, richiamato dagli onorevoli interpellanti, è al momento privo di riscontro, fatta eccezione per la telefonata anonima pervenuta al quotidiano La Prealpina, di cui ho detto, e che è oggetto di valutazione. Su quell'episodio il Governo non dispone di altri elementi oltre quelli forniti a questa stessa Assemblea il 28 maggio dello scorso anno.
Fin qui la ricostruzione dei fatti. Come ho detto sono in corso indagini da parte del magistrato inquirente che non tralascia nessuna delle ipotesi possibili. È fin troppo evidente, infatti, che la particolare natura del clima politico presente nella provincia di Varese, anche per iniziative avviate dalla lega nord, deve purtroppo registrare il susseguirsi di episodi di contestazione, di contrapposizione e di intolleranza, sui quali il Governo ha già richiamato l'attenzione del Parlamento il 28 maggio dello scorso anno, in occasione del dibattito seguito all'attentato contro il segretario del partito popolare italiano di Varese, Luca Perfetti.
È poi del tutto fuorviante la tesi, avanzata dagli interpellanti, di una possibile strategia di carattere intimidatorio nei confronti di esponenti politici della lega nord con il coinvolgimento addirittura - come si legge nel quotidiano di quel movimento - dei servizi di informazione che, semmai, possono fornire un contributo prezioso all'accertamento della verità.
avvenuta nella notte - alle 2,08, come è stato giustamente ricordato - di un boato in località Vergiate, le forze di polizia intervenute per verificare la situazione hanno riscontrato che la sede di Vergiate non aveva subito alcun danno e che l'allarme era in funzione presso lo studio dell'architetto Leoni, ma non hanno accertato che in quello studio era scoppiato una bomba. Mi sembra infatti che i danni prodotti da quell'ordigno si siano scoperti, grazie anche alla polizia scientifica, solamente la mattina di lunedì. Ciò non è affatto rassicurante ed invito il sottosegretario a verificare se la circostanza che io denuncio in questa sede corrisponda al vero o meno. Si può infatti intervenire in piena notte, dopo un forte boato, riscontrare che un impianto di allarme è in funzione (evidentemente chi è intervenuto sapeva che lo studio professionale dell'architetto Leoni era un potenziale bersaglio, altrimenti non avrebbe verificato che l'allarme, come dicevo, era in funzione) senza poi ritenere doveroso andare ad accertare se il boato fosse da mettersi in correlazione con l'allarme che suonava (o con l'avvio dell'allarme), ovvero con altre situazioni o circostanze?
Non posso inoltre che ribadire che la lega nord per l'indipendenza della Padania, in tutte le sue manifestazioni, specialmente in quelle attuate in provincia di Varese, ha sempre tenuto un comportamento assolutamente pacifico e democratico. Gli episodi che sono stati ricordati anche in questa sede dal sottosegretario Sinisi restano tutti da dimostrare. Siamo in attesa anche dei rilievi che la magistratura potrà eccepire, ma non possiamo ancora una volta che constatare che, a distanza di un anno, per quanto riguarda Gallarate, ad esempio, non si è saputo nulla e che, molto probabilmente, anche per quanto riguarda l'episodio alla nostra attenzione non si saprà nulla. La magistratura che indaga su questo episodio (nonché la stessa procura) ha ordinato non molto tempo fa perquisizioni domiciliari notturne a casa di decine e decine di persone per bene, le quali si sono trovate in casa i carabinieri con il mitra spianato, senza peraltro che, come ormai è noto a tutta l'opinione pubblica e credo anche al Governo, nulla fosse rilevato.
Di conseguenza, ciò che ci preoccupa ulteriormente è che da un lato non si giunge mai ad alcuna conclusione e, dall'altro, il sottosegretario prometta l'utilizzo di strumenti più sofisticati di controllo. Infatti, se permette, questa sofisticazione provoca in noi qualche perplessità e qualche timore, visto come questi mezzi sofisticati sono stati utilizzati nei confronti anche di colleghi presenti in questo Parlamento.