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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
VITO LECCESE, Relatore f.f.. Signor Presidente, ci troviamo di fronte ad un accordo di grande importanza sia per la storia dell'Eritrea che per i legami che il nostro paese ha con essa. Nel 1993 l'Eritrea, dopo una guerra di liberazione trentennale, ha conquistato l'indipendenza a seguito di un referendum plebiscitario che ha riconosciuto la volontà di autodeterminazione del popolo eritreo.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
PIERO FASSINO, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Il Governo condivide le valutazioni del relatore.
PRESIDENTE. Si alzi in piedi, per cortesia!
PIERO FASSINO, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Mi scusi!
PRESIDENTE. Il primo iscritto a parlare è l'onorevole Calzavara. Ne ha facoltà.
FABIO CALZAVARA. Rinuncio.
PRESIDENTE. Sta bene.
MIRKO TREMAGLIA. Signor Presidente, ho avuto l'occasione di trovarmi ad
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
del Trattato di amicizia e collaborazione tra la Repubblica italiana e lo Stato di Eritrea, fatto a Roma il 9 febbraio 1996.
Avverto che questo disegno di legge, essendo stato approvato integralmente dalla III Commissione (Esteri) all'unanimità, tanto nelle sue disposizioni quanto nella motivazione della sua relazione, sarà discusso ai sensi del comma 15 dell'articolo 79 del regolamento.
Ha facoltà di parlare, in sostituzione del relatore, il vicepresidente della III Commissione, onorevole Leccese.
L'Italia è stato il primo paese ad effettuare il riconoscimento formale della sovranità nazionale dell'Eritrea e su questo percorso si inserisce il Trattato di amicizia e collaborazione di cui ci stiamo occupando.
Passando alla situazione interna di quel paese, ricordo che oggi il fronte popolare, che ha ormai il controllo di tutto il territorio eritreo, si appresta a traghettare il paese da un regime di tipo monopartitico ad un sistema democratico pluripartitico e a dare ad esso una nuova costituzione. Negli ultimi quattro anni l'Eritrea ha cercato di ripristinare, a livello internazionale, i rapporti con i paesi del Corno d'Africa, a partire dalla stessa Etiopia. Anche i rapporti con gli altri paesi sono fondati sui valori universali della libertà, della democrazia, del pluralismo e del rispetto dei diritti dell'uomo.
L'Italia, in particolare, con il Governo Prodi ha attivato una politica di grande attenzione al processo di crescita democratica ed economica dell'Eritrea, tant'è che nel campo della cooperazione bilaterale l'Eritrea è un paese di «prima priorità» per il quale è in fase di elaborazione un apposito programma paese. È stato inoltre siglato un accordo per la promozione degli investimenti ed il provvedimento oggi al nostro esame, sul quale si sono pronunciati favorevolmente sia il Senato sia la Commissione esteri della Camera all'unanimità, è un trattato ad ampio spettro teso ad individuare un quadro generale di riferimento e a creare le condizioni favorevoli per la successiva stipula di accordi più specifici e più concreti.
Considerati l'importanza e la valenza nonché il grande rilievo del trattato, chiedo all'Assemblea di esprimersi in senso favorevole.
È iscritto a parlare l'onorevole Tremaglia. Ne ha facoltà.
Asmara il giorno dell'indipendenza dell'Eritrea. Era anche presente il ministro degli esteri italiano, che era anche l'unico ministro degli esteri europeo. Lo ricordo perché ho potuto constatare grandi possibilità per l'Italia di fungere da cerniera tra il Corno d'Africa e l'Europa in una visione nuova che reca in sé i termini di una grande amicizia sul piano popolare tra lo Stato eritreo e quello italiano.
Subito dopo, l'Italia ha trasformato il consolato generale di Asmara in ambasciata ed i nostri rapporti si sono certamente intensificati anche sul piano della cooperazione e degli investimenti.
Un mese fa mi è capitato di incontrarmi con il Capo dello Stato eritreo. Non vi sono soltanto sentimenti di grande amicizia e di grande riconoscenza da parte dell'Eritrea nella sua storia e nella sua tradizione che motivano la sua «vicinanza» all'Italia. Il Capo dello Stato eritreo rivolgendosi a me infatti si è così espresso: «Benedetto quel periodo di cento anni - un po' diverso da tutti gli altri - perché ha consacrato la grande amicizia e la fratellanza tra l'Eritrea e l'Italia».
Dobbiamo tenere conto di questa situazione, anche e soprattutto non soltanto su questo piano, di quelli che sono gli aiuti, i fatti culturali e la conoscenza della nostra lingua in quel paese; ma dobbiamo anche tenere conto di che cosa possa rappresentare l'Eritrea nel Corno d'Africa (mi riferisco, cioè, alla Somalia, all'Etiopia ed all'Eritrea stessa) come uno degli aspetti strategici della politica italiana, e certamente europea, sia sul piano della riconciliazione che su quello della ricostruzione.
Mi pare che rispetto a tali temi vi sia un'apertura nel Trattato, con grande senso di amicizia e sul piano costruttivo.
Poiché dobbiamo dare una risposta adeguata a tutte queste esigenze, diciamo «sì» a questo Trattato.
Prendo atto che il relatore ed il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.
Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.