Seduta n. 322 del 10/3/1998

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(Finanziamento delle attività formative nazionali)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Lo Presti n. 3-01560 (vedi l'allegato A - Interpellanze ed interrogazioni sezione 3).
Il sottosegretario di Stato per il lavoro e la previdenza sociale ha facoltà di rispondere.

ANTONIO PIZZINATO, Sottosegretario di Stato per il lavoro e la previdenza sociale. Signor Presidente, in relazione alla problematica sollevata dall'interrogazione dell'onorevole Lo Presti ed altri, occorre precisare in via preliminare che gran parte delle osservazioni formulate investono l'attività delle regioni che, come è noto, godono di piena autonomia in materia di formazione professionale, essendo titolari di risorse del Fondo sociale europeo.
Le regioni stesse, d'altro canto, stanno operando con il massimo impegno per garantire il pieno utilizzo, nel rispetto della trasparenza, delle procedure e della rapidità dell'espletamento delle stesse.
Tutto ciò premesso, si fa presente in primo luogo che tutte le azioni finanziate dal Fondo sociale europeo, dallo Stato e dalle regioni sono sottoposte ad attività di controllo allo scopo di accertare il regolare svolgimento delle stesse, la migliore utilizzazione dei fondi pubblici, nonché allo scopo di assicurare il rispetto della normativa comunitaria, nazionale e regionale, di garantire il raggiungimento degli obiettivi formativi e di procedere al recupero dei finanziamenti in caso di gestione non corretta. Tale ricorrente controllo, che si esplica con visite programmate nelle sedi in cui viene effettuata l'attività, trova espressione in tutte le fasi di attuazione dell'attività stessa; quindi, sia nella fase preliminare che in quella in cui l'attività è in itinere, nonché nella fase seguente la fine della stessa.
Peraltro, l'attenzione e la cura prestate dall'amministrazione del lavoro che rappresento in ordine al sistema dei controlli e di monitoraggio delle attività formative, è ampiamente dimostrata anche dalla recente realizzazione del vademecum per la gestione e il controllo delle attività di formazione professionale, cofinanziate dal Fondo sociale europeo. Inoltre, con un'apposita circolare del maggio 1997, sono state definite le modalità di collaborazione tra le direzioni regionali del lavoro e le agenzie regionali per l'impiego relative, appunto, alle attività di controllo e di monitoraggio.
Per quanto concerne più specificatamente i quesiti posti nell'interrogazione in esame, si rende noto in primo luogo che il Ministero del lavoro ha gestito l'approvazione dei progetti da finanziare nell'ambito dei programmi di interesse comunitario (i cosiddetti PIC) denominati Now, Horizon ed Euroform fase I e fase II, di cui sono a disposizione i dati finanziari; in secondo luogo, l'approvazione dei progetti da finanziare nell'ambito dell'iniziativa comunitaria «Occupazione e valorizzazione delle risorse umane fase I», denominati Horizon, Now e Youthstart, di cui è a disposizione la tabella allegata al decreto di finanziamento 20 novembre 1996, nonché la fase II dei progetti regionali e multiregionali denominati Horizon, Integra, Now, Youthstart nella fase II, i cui decreti ministeriali sono stati pubblicati


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sulla Gazzetta Ufficiale n. 248 del 23 ottobre 1997; in terzo luogo, l'approvazione dei progetti regionali e multiregionali da finanziare nell'ambito dell'iniziativa comunitaria Adapt, II fase, i cui decreti ministeriali sono stati ugualmente pubblicati sulla suddetta Gazzetta Ufficiale.
Per gli altri interventi cofinanziati con il Fondo sociale europeo dal 1994, anno di inizio delle attività relative alla programmazione 1994-1999, bandi e decreti di approvazione dei progetti finanziati con risorse comunitarie sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale. Tutti i soggetti interessati, quindi, hanno avuto l'opportunità di conoscere l'elenco dei beneficiari dei contributi e l'esatto ammontare degli importi nei vari anni.
Sugli interventi finanziati è in atto un monitoraggio al fine di conoscere l'esatta attuazione, nonché una valutazione in itinere al fine di verificare l'impatto dell'attività formativa con il mercato del lavoro. I risultati di tali indagini sono disponibili presso gli uffici competenti del Ministero e presso l'ISFOL.
Per quanto concerne il chiarimento richiesto nell'interrogazione in esame relativo all'ammontare dei finanziamenti erogati nel 1996-1997 dall'amministrazione ad enti o altre associazioni di impresa, si fa presente in primo luogo che, ai sensi dell'articolo 18 lettera d) della legge n. 845 del 1978, il Ministero del lavoro ha provveduto al finanziamento dell'ente ECAP (ente confederale di addestramento professionale) complessivamente per 2.264.967.707 lire nel 1996 e per 1.583.844.874 lire nel 1997.

Per quanto riguarda, invece, l'erogazione dei contributi per le spese di coordinamento sostenute dalle sedi centrali degli enti di formazione professionale a carattere nazionale, che siano in possesso di una serie di requisiti stabiliti dall'articolo 1 della legge n. 40 del 1987, si fa presente che hanno beneficiato dei suddetti contributi 38 enti, per un importo totale di lire 9.376.149.664 per il 1996 e di lire 9.413.958.000 per il 1997, come si evince dal prospetto fornito dall'ufficio competente.
Si ritiene di poter escludere, infine, ogni presunta violazione del decreto legislativo n. 157 del 1995 di attuazione della direttiva comunitaria 92/50 in materia di appalti pubblici e di servizi, poiché non esiste alcuna attinenza tra questa e le disposizioni relative ai finanziamenti previsti dalla legge n. 40 del 1987.

PRESIDENTE. L'onorevole Gasparri ha facoltà di replicare per l'interrogazione Lo Presti n. 3-01560, di cui è cofirmatario.

MAURIZIO GASPARRI. Signor Presidente, le cifre fornite dal sottosegretario Pizzinato da un lato soddisfano, almeno in parte, i quesiti che sono stati posti, dall'altro mantengono la perplessità, alla quale non è stato risposto, circa i criteri e i favoritismi che abbiamo voluto denunciare con la nostra interrogazione nell'ambito delle politiche della formazione professionale, politiche fondamentali per un corretto sviluppo, ma spesso fallimentari.
Sicuramente il Governo ha una quota di colpe, perché altri enti sul territorio sono preposti al coordinamento di queste attività, ma vi è una distorsione nell'impiego dei mezzi, vi è, ripeto, una politica di favoritismo. Le stesse sigle citate dal sottosegretario fanno capo a ben note centrali sindacali che, al di là della loro rappresentatività e presenza nel mondo del lavoro, godono dell'innegabile vantaggio di una rendita di posizione che le favorisce nell'ambito della gestione di queste attività.
Esamineremo nel dettaglio le cifre fornite dal sottosegretario, che mi sembra rispondano solo ad una parte delle domande poste. In altri campi si è detto che c'è un monitoraggio in corso e altri...

ANTONIO PIZZINATO, Sottosegretario di Stato per il lavoro e la previdenza sociale. Gli altri dati sono disponibili al Ministero.

MAURIZIO GASPARRI. Ne prendo atto, per cui approfondiremo sulla base


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dei dati forniti e, se dovessero essere carenti rispetto alla domanda, accogliendo la disponibilità del Governo, eventualmente procederemo ad un supplemento di richiesta di informazioni.
Riteniamo, in ogni caso, che l'attenzione che abbiamo voluto porre sui problemi della formazione professionale debba essere presente in tutte le forze politiche, anche nel Governo, poiché in molti casi queste attività anziché essere volano dello sviluppo e propedeutiche alla formazione di professionalità necessarie, sono servite ad alimentare «baracconi». In molte regioni - anche in quelle governate dal centro-destra si è ereditata una situazione prodottasi nel tempo - abbiamo raccolto eserciti di formatori. Pertanto spesso queste attività, più che formare nuove professionalità, servono a mantenere stuoli di formatori, con un meccanismo che si autoalimenta e che ha scarse ricadute sul tessuto sociale.
Pensiamo, soprattutto nel sud, alle carenze che si registrano nei settori collegati al turismo, nei settori che potrebbero offrire una opportunità occupazionale reale, mentre in molti casi queste attività restano collegate ad una concezione della società e del sistema produttivo ormai arcaico, a fronte delle trasformazioni in atto.
Pertanto restiamo molto preoccupati dell'andamento di questo settore e ci dichiariamo sostanzialmente insoddisfatti delle politiche attuate dal Governo, latitante in materia di occupazione e di formazione. È ormai da un anno e mezzo che si attende la convocazione di una conferenza nazionale sull'occupazione, tante volte annunciata e tante volte rinviata, annullata o evocata in alcuni discorsi del Presidente Prodi.
Ritengo che anche i temi della formazione, della modernizzazione delle sue procedure, della trasparenza e dell'apertura, onorevole sottosegretario, a nuove realtà associative e organizzative, perché non esistono solo vecchie realtà monopolistiche, se hanno i requisiti debbano avere lo stesso accesso ai temi della formazione e trovare una maggiore attenzione ed una diversa centralità. Qualora su questi temi dovesse svolgersi quella conferenza, anche l'opposizione e le regioni, che hanno vissuto sulla loro pelle un'esperienza in questi anni, dovranno e potranno dire la loro.

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