Seduta n. 313 del 17/2/1998

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Sulle dimissioni del deputato Achille Serra (ore 16,41).

PRESIDENTE. Comunico che in data 11 febbraio 1998 è pervenuta alla Presidenza la seguente lettera dal deputato Achille Serra:
«Signor Presidente,
dopo lunga e sofferta riflessione, sono giunto alla decisione di rassegnare le dimissioni da deputato.
Lasciare la Camera, non senza grande emozione, è per me un gesto di rinnovato rispetto per il Parlamento e per il ruolo che esso svolge.
Ritengo, in cuor mio, un grande onore avervi fatto parte ed un dono prezioso l'arricchimento umano e professionale che ne ho tratto. Ed è proprio il supremo valore di quel ruolo e la coscienza di questo onore che mi hanno determinato nella decisione.
L'esperienza professionale di tanti anni, infatti, mi ha certamente insegnato non soltanto il rispetto per le istituzioni democratiche, ma anche lo spirito di servizio che, come funzionario dello Stato, si concretizza in un'azione imparziale ed equidistante che deve prescindere da valutazioni di parte, alle quali il parlamentare, al contrario, ha il dovere di conformarsi, talora anche nel confronto duro ed acceso.
Tale differenza mi ha indotto a ritenere che tornare alla mia originale vocazione potrebbe aiutarmi a servire meglio il


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Paese, con rinnovato entusiasmo, grazie anche a questa straordinaria ed indimenticabile esperienza.
Esprimo dunque a lei, signor Presidente, e ai colleghi tutti un grazie sincero e l'augurio sentito per un sereno lavoro.
Firmato: Achille Serra» (Generali applausi).
Avverto che, ai sensi dell'articolo 49, comma 1, del regolamento, la votazione sull'accettazione delle dimissioni avrà luogo a scrutinio segreto mediante procedimento elettronico.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Gasparri. Ne ha facoltà.

MAURIZIO GASPARRI. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, le parole contenute nella lettera di Achille Serra sono certamente nobili e comprensibili nella volontà di poter tornare a svolgere una funzione diretta all'impegno nelle istituzioni che egli ha servito con grande dedizione, capacità ed imparzialità nell'ambito di una carriera che lo ha portato a ricoprire anche incarichi di grande prestigio, quali quello della guida della questura di Milano per molti anni, quello di vice capo della polizia, quelli prestigiosi al Servizio centrale operativo e, infine, quello di prefetto di Palermo. Quest'ultimo è stato un incarico difficile e delicato, che nel passato ha visto grandi protagonisti della vita civile italiana impegnati su quello che resta un territorio di confine dello Stato per il grande impegno che le istituzioni in quelle località devono profondere a difesa della legalità.
In genere, quando vengono esaminate in prima istanza le richieste di dimissioni di un deputato, l'Assemblea per prassi usa respingerle (ritengo che l'Assemblea si regolerà in questo modo; certamente, in questo modo mi regolerò io e - credo - i colleghi del mio gruppo). Al di là di questo voto di prassi, però, penso che esso potrà indurre il collega Serra ad una riflessione alla luce dell'utilità della sua permanenza in Parlamento, dove tante volte si è affermato che la politica si deve aprire alla società civile ed ai qualificati apporti della pubblica amministrazione, del mondo dell'imprenditoria, della magistratura e di tanti altri settori che in questo contesto sono ampiamente rappresentati. Noi riteniamo quindi che sia giusto che il Parlamento consideri un'attività importante per il bene comune anche l'impegno e la competenza di chi si dedica alla politica a tempo pieno (che non va nemmeno disprezzato, perché negli ultimi tempi a volte si è esagerato nel senso opposto, poiché se la politica viene svolta con serietà, onestà ed impegno, è un'attività importante proprio per il bene comune).
Penso che il concorso di competenze, che soprattutto nelle ultime legislature vi è stato in Parlamento, abbia rappresentato un apporto molto utile per l'attività legislativa e politica. In quest'aula, nei banchi di tutti i gruppi, ci sono deputati che forniscono apporti estremamente qualificati dal mondo accademico, da vari settori, dal più umile al più elevato della società italiana. Achille Serra rappresenta uno spicchio importante dello Stato, una prima linea della battaglia per la legalità, una forte esperienza. L'attuale Governo, per esempio, ha posto all'attenzione del Parlamento le delicate questioni del coordinamento tra le forze dell'ordine, temi cari anche al Presidente dell'Assemblea.
Al Senato si stanno discutendo queste materie e le proposte del Governo e di tutti i gruppi arriveranno presto alla nostra attenzione. Si tratta, ripeto, di materie delicatissime quali, appunto, quelle del coordinamento tra le forze di polizia, il controllo del territorio, l'aumento del tasso della sicurezza nel nostro paese dove la criminalità è ancora presente, feroce. Le cronache di queste settimane sono state da questo punto di vista allarmanti, con la ripresa dei sequestri e con vicende che possono richiedere la competenza parlamentare di un deputato come Achille Serra, che anche nella Commissione speciale che si occupa dei temi della lotta alla corruzione ha fornito un contributo significativo per aiutare le istituzioni a dotarsi di strumenti di salvaguardia.


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Non voglio aggiungere molte altre considerazioni, ma mi auguro che la riflessione del Parlamento possa indurre Achille Serra a continuare a servire le istituzioni in quest'aula, dove ciascuno di noi fa parte di un gruppo parlamentare, rappresenta delle idee, rappresenta gli elettori che ci hanno dato questo mandato e questo onore. Tutti cerchiamo di svolgere con imparzialità, comunque con obiettività e rispondendo alla nostra coscienza e agli italiani senza vincolo di mandato, la nostra funzione parlamentare. Si può quindi essere ottimi prefetti in una sede scomoda e difficile, come è stato Achille Serra a Palermo e prima ancora svolgendo tutti gli incarichi della sua carriera, e si può essere ottimi parlamentari affrontando la generalità dei temi, ma soprattutto quelli che a questo Parlamento sono molto cari della sicurezza, della legalità e della lotta alla corruzione, sui quali Achille Serra molto ha dato e molto potrà dare.
Mi auguro che il voto dell'Assemblea possa indurre l'onorevole Serra a rivedere la sua rispettabile e nobile decisione e che questa Camera possa continuare ad avvalersi della sua competenza, della sua presenza e della sua onestà. Per questo voterò contro le dimissioni, non come atto formale, ma come atto sostanziale, di stima, di amicizia, nella speranza che queste parole, queste riflessioni, la stima che vogliamo rinnovare a Serra, lo possano indurre a pensare che qui può svolgere con grande impegno la sua opera, nell'interesse non solo di chi lo ha votato o del gruppo parlamentare a cui appartiene, ma della cittadinanza italiana tutta. Siamo infatti in quest'aula senza vincolo di mandato e rispondiamo soprattutto alla nostra coscienza, pur avendo ciascuno, senza alcuna vergogna, idee, orientamenti, come ovviamente anche Achille Serra ha espresso nella sua battaglia elettorale, ma sempre mantenendo dal punto di vista ideologico la sobrietà che giustamente lo ha caratterizzato e per la quale è stato sollecitato a entrare in Parlamento perché il suo fosse un apporto utile; certamente il mandato parlamentare non è stato per lui un'occasione ulteriore, dal momento che per gli incarichi e le funzioni di alto livello che ha assolto non poteva certo essere una forma di arrivismo completare o aggiungere alla sua carriera l'incarico parlamentare.
Quindi «no» alle dimissioni, ma soprattutto, onorevole Serra, «no» a questa sua scelta, nell'auspicio che la possa riconsiderare (Applausi dei deputati dei gruppi di alleanza nazionale e di forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

TULLIO GRIMALDI. Signor Presidente, è prassi che le dimissioni di un parlamentare vengano respinte, per lo meno nella prima votazione. Tuttavia, vorrei che il voto negativo, che preannuncio da parte mia e a nome del gruppo di rifondazione comunista, avesse un significato che va al di là della prassi.
Vi sono in queste scelte motivazioni estremamente personali: vanno al di là della politica ed in esse naturalmente non è lecito entrare. Vorrei però ribadire al collega Serra che durante la presente legislatura, partecipando all'attività della Commissione affari costituzionali e della Commissione speciale competente per l'esame dei progetti di legge in materia di misure contro la corruzione, egli ha guadagnato la nostra stima; vorrei anche sottolineare il suo apporto ed il suo contributo di professionalità e di correttezza, nonché il suo impegno nell'attività della Camera dei deputati. Vorrei che questo fosse anche un segnale per il collega Serra al fine di un eventuale ripensamento. Non è facile - come è già stato detto - avere in Parlamento professionalità e competenze provenienti dalla società civile; naturalmente esse arricchiscono notevolmente il dibattito ed i lavori dell'Assemblea.
Credo quindi che il collega Serra, al di là delle sue scelte personali, possa ripensare a questa decisione, possa tornare su di essa per non privare - eventualmente - la Camera del contributo che ha finora


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offerto e che è stato apprezzato da tutte le parti (anche dalla nostra, al di là delle distinzioni politiche che naturalmente sussistono fra noi). Mi auguro quindi che il collega Serra, per la stima che ha guadagnato fra questi banchi, possa ancora restare in Parlamento e contribuire al lavoro di questa Assemblea (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paissan. Ne ha facoltà.

MAURO PAISSAN. Signor Presidente, i deputati verdi voteranno contro le dimissioni del collega Achille Serra, non soltanto perché è buona tradizione ed indice di fair play respingere in prima battuta le dimissioni di un collega, chiunque esso sia, anche per dargli modo di riflettere ulteriormente (per confermare, eventualmente, la propria scelta in seguito). Noi vogliamo però dimostrare con un voto contrario il nostro rispetto nei confronti delle motivazioni che hanno portato il collega Serra a presentare le sue dimissioni dal mandato parlamentare.
Noi non condividiamo l'analisi dell'attività parlamentare formulata dal collega Serra, altrimenti saremmo indotti ad assumere la stessa scelta, tuttavia quanto egli ha detto sul modo di esercitare l'attività parlamentare deve essere per noi un motivo di riflessione.
Voglio ripetere pubblicamente quanto ho avuto modo di dire al collega Serra qualche giorno fa, quando egli ha voluto anticiparmi la sua decisione prima di renderla pubblica.
Dal punto di vista politico noi la pensiamo diversamente: infatti siamo stati eletti in poli contrapposti ed abbiamo militato in schieramenti contrapposti. Ma questo non impedisce ai deputati verdi ed al sottoscritto di esprimere stima al collega Serra, anche per il carattere non fazioso, sempre razionale, spesso ragionevole del suo modo di stare in Parlamento come rappresentante di una parte (dell'altra parte, per quanto mi riguarda).
Per quanto ho potuto conoscere di Achille Serra penso che - qualora dovesse confermare la sua scelta - egli potrà passare da una militanza di parte (come quella del parlamentare) ad un servizio per tutti, come quello che si esercita all'interno di un'amministrazione pubblica.
Per i motivi che ho esposto, noi voteremo contro le dimissioni annunciate dal collega Serra. Qualora dovessero essere ripresentate, noi formuleremmo al collega Serra gli auguri più sinceri di buon lavoro su un altro fronte (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pistelli. Ne ha facoltà.

LAPO PISTELLI. Signor Presidente, vorrei brevemente ripetere le parole che abbiamo già avuto modo di rivolgere al collega Serra in Commissione affari costituzionali - nella quale lavoriamo insieme - quando sui giornali è apparsa la notizia della presentazione delle sue dimissioni prima ancora della comunicazione formale che lei ha letto all'Assemblea.
Abbiamo avuto modo di apprezzare come deputati popolari e democratici le qualità umane e professionali di Achille Serra prima del suo impegno politico nello svolgimento del mandato parlamentare ed in questa legislatura, fino ad oggi, abbiamo stimato l'umanità, l'assiduità, la competenza e la correttezza con la quale ha esercitato il suo mandato sulle molte questioni che la Commissione ha esaminato. Il voto contrario alle dimissioni del collega Serra che anche i deputati democratici e popolari esprimeranno non vanno evidentemente interpretate come una forzatura sulla volontà chiaramente espressa dallo stesso onorevole Serra, né come una consuetudine quanto, se possibile, come un invito estremo ad un ripensamento sulle decisioni che egli comunque ha manifestato.
A conclusione di questo breve intervento, pur non condividendo, come è già stato detto, alcune considerazioni del collega Achille Serra, nelle interviste rilasciate, sul modo di funzionare delle Assemblee parlamentari, vorrei ricordare a tutti i colleghi che questa occasione può


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costituire un invito a ripensare comunque al modo con cui lavoriamo. Se infatti è vero che un collega delle qualità di Achille Serra non trova il modo di esprimersi appieno nella fisiologia delle Assemblee parlamentari vuol dire che c'è qualcosa di patologico in questa difficile transizione che il paese sta attraversando. Vorrei allora che chi rimane nelle aule parlamentari utilizzasse questa occasione per fare una riflessione ulteriore sulla patologia di questa transizione, sui meccanismi che impediscono il pieno soddisfacimento delle qualità umane, professionali e politiche di colleghi come Serra, sul nostro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo dei popolari e democratici-l'Ulivo).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Pistelli.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Crema. Ne ha facoltà.

GIOVANNI CREMA. Signor Presidente, i deputati socialisti voteranno contro le dimissioni dell'onorevole Serra, non solo per la tradizione formale che si segue in questi casi, ma proprio in riferimento al merito della persona, stimata,...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia!

GIOVANNI CREMA. ...che ho avuto anche l'occasione di conoscere giacché lavoriamo insieme nella I Commissione; una persona che in questi mesi ha dimostrato un altissimo senso dello Stato e delle istituzioni. Direi anzi che in molti passaggi del nostro lavoro in Commissione egli è stato un punto di riferimento nel confronto, perché più volte ha saputo spogliarsi delle legittime posizioni di parte per affrontare i problemi dal punto di vista tecnico e della qualità, mantenendo un grande senso dell'istituzione ma anche della sua capacità umana e professionale.
Riteniamo necessario - ed oggi è opportuno valutare i motivi delle sue dimissioni - che egli abbia l'occasione di soprassedere e di valutare ulteriormente la possibilità di rimanere ancora in questa Camera come collega deputato. Egli è un esempio di serietà e di moralità che vogliamo sottolineare, ringraziandolo per l'ausilio che ci ha dato in alcuni passaggi, scevri della divisione politica - più che legittima - e della nostra militanza. Il contributo fornito fino ad ora è stato importante e riteniamo che sia estremamente utile per quest'Assemblea, le Commissioni e il Parlamento, per la parte che egli rappresenta, in un passaggio così delicato, che dobbiamo affrontare anche in sede di revisione dell'istituzione.
Respingeremo quindi le dimissioni del collega Serra, invitandolo a valutare liberamente l'opportunità di rimanere al suo posto di deputato (Applausi dei deputati del gruppo misto-socialisti italiani e misto-verdi l'Ulivo).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Crema.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Sanza. Ne ha facoltà.

ANGELO SANZA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, considero quella del collega Achille Serra una lettera molto onesta e molto nobile, che posso capire se mi immedesimo nel suo trauma nell'inserirsi all'interno di questo Parlamento. Probabilmente è necessario un training più lungo per trovare gli aspetti positivi anche di questa funzione parlamentare.
Proprio per questa considerazione ritengo che Achille Serra sia una risorsa per il nostro Parlamento, come ha detto molto correttamente e bene il collega Maurizio Gasparri, quando ha richiamato il ruolo esterno a questo Parlamento svolto da Serra e come la sua esperienza sia stata utilizzata positivamente in Parlamento.
Non voglio recuperare tutti i meriti personali di uomo dello Stato, di funzionario di amministrazioni delicate del paese: sono meriti a tutti noi noti. Certamente Serra è una delle persone più nobili di questo consesso, un servitore dello Stato: lo è stato fuori del Parlamento e credo lo possa continuare ad essere dentro.
Confermo la mia stima personale, che è profonda, e la stima di tutti i colleghi


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del CDU. Pertanto, come è consuetudine, voteremo contro la sua richiesta, sperando che il periodo di riflessione tra questo voto ed il prossimo possa far modificare a Serra la decisione e consentirci di averlo ancora a lungo tra noi (Applausi dei deputati dei gruppi misto-CDU, del CCD e di forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manca. Ne ha facoltà.

PAOLO MANCA. Preannuncio che i deputati del gruppo di rinnovamento italiano voteranno contro le dimissioni del collega Serra.
Molte considerazioni sono state fatte e noi le condividiamo tutte. Qualcuna la voglio fare anch'io ed è di grande stima per il gesto del prefetto Serra. Personalmente credo di aver capito fino in fondo le sue motivazioni: anch'io vengo da una professione ed ho dovuto affrontare problematiche che molte volte mi hanno scoraggiato e molte volte mi hanno sconcertato, sicuramente mi hanno impegnato fino in fondo, moralmente e fisicamente, per cercare di superarle.
Quando ci si trova davanti a tali considerazioni - il collega Serra ha dichiarato di essere arrivato a questa determinazione perché non se la sentiva più di fare un mestiere per il quale non gli appariva di essere tagliato -, non dobbiamo pensare che egli abbia gettato le armi, ma che ha compiuto un gesto di grandissimo coraggio che, tutto sommato, dobbiamo invidiargli.
Dicendo questo e ribadendo che i deputati del gruppo di rinnovamento italiano esprimeranno un voto contrario, ricordo al collega Serra quanto disse un antico autore greco, Plutarco, parlando della politica: chi si dedica alla politica e si trova a disagio in tale ruolo non può provare sofferenza maggiore del continuare nel lavoro per il quale non si sente tagliato.
Credo che il gesto di Serra sia coraggioso anche per questo: gli rivolgo pertanto i miei auguri, pur votando contro le sue dimissioni (Applausi dei deputati dei gruppi di rinnovamento italiano e di forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Folena. Ne ha facoltà.

PIETRO FOLENA. Il nostro gruppo voterà contro le dimissioni. Si tratta, come è stato sottolineato, di una consuetudine che non è formale: è il rispetto per una scelta che gli elettori hanno espresso, mandando in Parlamento l'allora prefetto Achille Serra, diventato poi onorevole Achille Serra.
Il nostro voto contrario si motiva anche con una considerazione, su cui invito l'onorevole Serra ad un supplemento di riflessione, che accomuna uomini e donne di parti molto diverse e contrapposte all'interno di quest'aula.
Ho sentito pronunciare parole, che non mi sono parse di circostanza, di apprezzamento per il modo in cui lei, onorevole Serra, ha inteso interpretare in questi due anni il suo mandato parlamentare: doti di equilibrio e di sobrietà, doti di riservatezza in alcuni passaggi anche difficili, doti, mi permetta di dirlo, non comuni a tutti noi, ma particolarmente importanti in un momento in cui il paese si sta faticosamente avviando sulla strada del bipolarismo. Il nostro paese si sta faticosamente, ma inequivocabilmente e ineluttabilmente avviando su questa strada, dalla quale non si torna indietro. Dovremo imparare ad essere avversari rispettandoci di più; lei, nel modo in cui è stato parlamentare in quest'aula, avversario (non mi è naturale dirlo) mio o nostro, ci ha dato, credo, una lezione.
Tuttavia, le motivazioni contenute nella sua lettera sono motivazioni che questa Camera ha l'obbligo di considerare, proprio per il rispetto che dobbiamo avere nei suoi confronti. Non so se, come diceva efficacemente poco fa il collega Manca, vi è chi è tagliato per la politica e chi non lo è. Sono convinto che la politica sia una passione che prima o poi prende tutti, ed io l'ho vista partecipare al lavoro parlamentare con passione. Ma so anche che per un alto funzionario dello Stato che


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abbia della sua concezione delle istituzioni un'interpretazione autentica, se mi è consentito direi quasi sacrale, è particolarmente difficile collocarsi nella vita politica in un'epoca come quella del bipolarismo, che si sta affermando, perché agli uomini delle istituzioni, ai magistrati, ai prefetti, ai questori, ai comandanti dei carabinieri, ai generali si chiede e si chiederà sempre di più di esaltare nel modo più elevato la propria terzietà. Del resto, è oggetto di riflessione e persino di riforma costituzionale o di riforma con legge ordinaria il tema che attiene al modo in cui si possono regolare le incompatibilità con riferimento ai magistrati e ad altre cariche dello Stato.
Con la lettera che ha inviato al Presidente della Camera lei, onorevole Serra, ci consegna questa riflessione, ci interroga su come, attraverso le leggi ordinarie e la riforma costituzionale, possiamo risolvere questo problema per creare le condizioni affinché chi ha alte responsabilità istituzionali possa essere collocato in una effettiva posizione di neutralità e di terzietà rispetto alla competizione politica. Lo dico con particolare convinzione avendola conosciuta non come parlamentare, ma come prefetto a Palermo, in anni tragici per quella città e per quella provincia. Posso affermare senza alcun dubbio che lei è stato tra quegli uomini delle istituzioni che, senza guardare da una parte o dall'altra, hanno consentito a tantissimi palermitani e a tantissimi siciliani di ritrovare un senso di fiducia nelle istituzioni.
Mi auguro che lei ci ripensi, ma sono assolutamente convinto che se lei non dovesse rinunciare a compiere questo passo, nel momento in cui dovesse rientrare nell'amministrazione avrà la possibilità di esprimere le sue caratteristiche, le sue doti con la professionalità, la dedizione e lo spirito di servizio che le sono riconosciuti da tutti (Applausi dei deputati dei gruppi della sinistra democratica-l'Ulivo e di forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Biondi. Ne ha facoltà.

ALFREDO BIONDI. Signor Presidente, colleghi, care colleghe, caro Achille, credo che rare volte nel corso della mia lunga vita parlamentare ho assistito, quando si è discusso di dimissioni di un collega, ad un'affermazione corale ed individuale di tanto significato, di tanta unanime valutazione; un sentimento comune che nasce anche dalle diversità delle posizioni e che proprio di esse si avvale per cogliere i motivi veri per i quali in quest'aula ciascuno di noi è uguale all'altro, ciascuno di noi rappresenta la comunità nazionale, la nazione senza vincolo di mandato. In un'aula severa e qualche volta, per così dire, anche ruvida, abbiamo ascoltato affermazioni non rituali. Le affermazioni rituali attengono alla richiesta di riflessioni, perché chi ha ricevuto un mandato popolare non lo dismetta specie, come sottolineava Folena, in una realtà bipolare nella quale anche la scelta di posizione e la fiducia ricevuta, la fedeltà ad essa, rappresentano un rapporto molto forte che assieme alle qualità personali e professionali antefatte fanno sì che esse si collochino all'interno della più alta espressione della sovranità popolare - il Parlamento - come qualcosa che non le deprime. Certo, può darsi che a confronto di una realtà personale, di una storia e della capacità di essere stato capito in momenti difficili (come è stato poco fa ricordato) vi sia qualche volta in tutti noi, ma particolarmente in uomini come Achille Serra, il senso di una non corrispondenza del ruolo che da questi banchi si svolge (quale che sia la temporaneità di ciascuno di noi nell'esercizio di attività istituzionali) con quello che potremmo vederci riconoscere nel campo della nostra professionalità fuori da qui. Ma caro Achille, voglio ricordarti a nome degli amici che ti vogliono bene ed anche a nome degli avversari amici che ti hanno dimostrato stima, come sia facile farsi capire, essere apprezzati, come sia facile avere acquisito in poco tempo un bagaglio di stima e di affetto che devi considerare nelle tue valutazioni.
Ero a letto con l'influenza quando ho ascoltato dalla televisione, che ormai è


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l'unica compagna consueta di quanti stanno a casa, delle tue dimissioni e ti ho scritto una «letterina» corta corta. Non sono portato alla violazione del segreto epistolare - vi sono di quelli che hanno in tal senso attitudini molto più spiccate della mia - ma nella mia lettera ti ho scritto quello che penso. Quando ci siamo conosciuti tu eri prefetto ed io facevo l'avvocato ed ero Vicepresidente della Camera. Siamo stati in buoni rapporti a Palermo quando ho avuto l'onore di rappresentare la famiglia Dalla Chiesa nel processo che si teneva a quell'epoca e ti ho conosciuto anche in quelle circostanze. Dopo di allora, per la scelta politica, per le occasioni di incontro, per la serenità e sobrietà che sei portato a dare alle tue valutazioni, che non sono mai conformiste, ma semmai conformi ad un costume e ad una linearità di condotta che ti è propria, hai sempre saputo prendere posizioni che non sono usuali, che non sono di una sorta di militanza subordinata. Questa è una qualità. Non la perdere e non farci perdere questa qualità. Questo è un Parlamento, questa è un'aula in cui si può stabilire una stanza di compensazione, per cui le aspettative che ciascuno pone nella propria opinione e nella propria azione politica qualche volta sono inversamente proporzionali ai sentimenti, nel senso che si crede di poter far qualcosa ma si capisce che l'amore per quanto si vuole fare o proporre non è un amore ricambiato.
Ebbene, è proprio allora che si vede com'è il Parlamento. Essere un parlamentare non è un'adesione per copia conforme all'originale, ma un modo di stare insieme e di essere in buonissimi rapporti personali o di vivere fortissime tensioni, come è successo a me, e qualche volta anche fortissime incomprensioni o, ancora di più, addirittura delle piccole malvagità polemiche. Ebbene, proprio di questo io sono orgoglioso, perché «andare a favore di pelo» non è mai una cosa che rende tranquilli quelli che lo fanno: è, semmai, quando si manifesta qualche opinione in contrasto che si dimostra che il Parlamento è vivo, vero, sincero e capace di dare giudizi.
Caro Achille, quello che ti hanno detto gli altri, più di quello che ti dico io, per concessione dell'amico Pisanu, a nome di tutto il gruppo, non è un «resta con noi»: non ti rivolgiamo un appello sentimentale, potremmo farlo, ma preferiamo di no. Ti rivolgiamo un invito intellettuale, qualificante per il gruppo, che fa onore alla tua presenza tra noi, che si trasferisce in noi. Se te ne vai, certo, eserciti un tuo diritto; avrai fatto valutazioni che sono certamente frutto di una riflessione, che naturalmente rispetto, ma se fosse possibile, ad un amico che si rivolge ad un amico per conto di amici (credo di interpretare anche il sentimento già espresso da altri), chiederei di valutare la possibilità di un ripensamento, e se in forza di esso tu continuassi a collocare le tue qualità in questa nostra difficile realtà, in questa fase ardua della vita parlamentare, credo che ciò sarebbe cosa buona e giusta e, forse, anche fonte di salvezza (Applausi dei deputati dei gruppi di forza Italia e di alleanza nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Jervolino Russo. Ne ha facoltà.

ROSA JERVOLINO RUSSO. Signor Presidente, prendo la parola in qualità di presidente della Commissione affari costituzionali, nella quale il collega Serra ha lavorato fin dall'inizio della legislatura.
Abbiamo lavorato molto intensamente, a volte anche trovandoci su posizioni dialettiche molto forti, ma devo dire che durante tutti questi mesi il collega Serra ha guadagnato la stima, il rispetto, l'ammirazione e anche - perché non dirlo? - l'affetto di tutti i membri della Commissione. Giovedì scorso, quando la stampa ha dato notizia delle sue dimissioni, in Commissione vi è stato un coro unanime, come oggi in quest'aula. Al di là del rispetto e dell'affetto nei confronti dell'onorevole Serra credo, signor Presidente, che quella di giovedì scorso in Commissione affari costituzionali e quella di oggi


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in Assemblea siano due belle pagine della vita parlamentare ed anche di profondo significato istituzionale, perché dimostrano che, pur nella diversità delle opinioni politiche, pur nella dialettica delle posizioni, quando si lavora con profonda convinzione interiore, con coerenza rispetto alla propria convinzione e con rispetto reciproco, è possibile giungere a momenti di forte sintonia.
Certamente, se l'onorevole Serra dovesse insistere nelle sue dimissioni, la sua mancanza in Commissione si sentirà e si sentirà fortemente. Anch'io mi auguro che egli possa ripensarci e che interpreti il voto unanime contrario alle sue dimissioni, che la Camera senz'altro esprimerà, come un invito a tornare indietro. Avendo, però, parlato a lungo con lui, ho qualche dubbio: spero di sbagliarmi.
Voglio dire, però, che nelle dimissioni dell'onorevole Serra ho apprezzato molto due aspetti. In primo luogo, lo stile di profondo rispetto nei confronti del Parlamento: Serra ha sottolineato che questa per lui è stata comunque un'esperienza forte, un'esperienza arricchente.
Ho apprezzato molto anche la decisione di ritornare alla sua carriera di prefetto. Sono quindi sicura che, all'interno del Parlamento o come prefetto, l'impegno di Serra andrà avanti con la solita energia e la solita convinzione a favore delle istituzioni democratiche del nostro paese.
Quindi, con semplicità, vorrei dirgli grazie, riconfermare tutta la stima per il suo lavoro e dargli l'augurio più vivo per i suoi futuri impegni (Applausi dei deputati dei gruppi dei popolari e democratici-l'Ulivo e di forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI. Mi sembra, onorevoli colleghi, onorevole Presidente, che l'orientamento prevalente e il buon senso abbiano dato l'indicazione che la Camera poi probabilmente fotograferà con un voto. Devo dire che non posso dissociarmi, per la conoscenza e la considerazione che ho avuto in questi mesi dell'attività dell'onorevole Serra, dall'universale consenso anche alla sua funzione, che egli sente più debole di quella che potrebbe esprimere tornando ai suoi compiti antichi.
Io l'ho sentito nella Commissione anticorruzione, deuteragonista con l'onorevole Veltri, a rappresentare la parte più onesta e più nobile di quelli che, dell'area del centro-destra, vogliono altrettanto combattere la corruzione, nonostante la campagna giornalistica che li vede come difensori dei corrotti, senza peraltro perdere i principi generali dello Stato di diritto. Ed è questo in fondo che divide un onesto prefetto da un politico di valore come Veltri, per cui la ragion di Stato è superiore, nella punizione dei corrotti, allo Stato di diritto. In questa differenza fra i due orientamenti degli illustri colleghi, io vedo la giusta necessità della permanenza di Serra qui, anche se ben al di sotto delle funzioni che egli ritiene di poter altrove esprimere, proprio perché far sentire che c'è una forza onesta di verità e di rispetto per i cittadini, ma che insieme all'onestà - questione che non è soltanto politica, ma che riguarda ogni singolo cittadino - c'è anche il supremo rispetto dei diritti civili, è cosa che credo vada testimoniata attraverso un esponente del centro-destra di cui nessuno possa dir nulla, su cui nessuno possa obiettare, su cui nessuno possa fare insinuazioni, su cui nessuno possa dire: «sei amico di quello». In questo senso, grave sarebbe l'assenza, nonostante che egli si senta sottoutilizzato, di Serra.
D'altra parte, una volta che si è sentita, letta sui giornali, la volontà di Serra di dimettersi - già avevo capito da alcune sue considerazioni private questo intendimento - mi ha stupito vedere iscritta immediatamente all'ordine del giorno la questione per il dibattito ed il voto, che sarà probabilmente negativo, contro la sua volontà. Mi è venuto in mente, pur avendo altrettanta stima per l'onorevole Saraceni - altro valente parlamentare che sarebbe grave non avere in quest'aula, nonostante i dissapori personali che io ho avuto con lui -, che anch'egli dichiarò pubblicamente,


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non alla stampa, di volersi dimettere, ma non so come - e questa è una questione morale in senso stretto - quella sua richiesta di dimissioni, pubblica, contro l'orientamento del suo partito, non ha avuto poi, non so perché, una così immediata proposizione di quell'intenzione alla Camera. Nella differenza di questi due comportamenti ravviso anche la volontà sostanziale di Serra di andarsene e quella invece soltanto formale, probabilmente, dell'altrettanto ammirevole Saraceni, di cui non riesco a capire come mai non si sia discusso, anche per concludere allo stesso modo, con un voto negativo, quella richiesta così prepotente di dimissioni.
È importante anche questo: dire che non soltanto a sinistra albergano i valori di rigore, di onestà, di chiarezza, di pulizia, con cui si è falsificata la storia d'Italia, come se il centro destra fosse stato e fosse oggi l'erede di una corruzione che non ha toccato una sinistra partecipe, negli scorsi decenni, di quelle spartizioni per cui molti magistrati sono intervenuti forse in modo non sufficientemente, come dire, equilibrato, forse piegando più da una parte che dall'altra.
Ebbene la vita parallela di questi due illustri dimissionari mi induce a questa conclusione. Così come l'onorevole Saraceni ha detto (e in aula non è stato affrontato il dibattito su questo argomento), se l'Assemblea, su richiesta dell'onorevole Serra, ha subito messo all'ordine del giorno il punto relativo alle sue dimissioni, occorre forse andare contro gli spiriti generali di dignità, di decoro, di bellezza ed anche di opportunità che quella figura faccia da controaltare all'onorevole Veltri, ed accogliere la sua richiesta perché non pare essere una richiesta di persona che abbia fatto, diciamo così, capricciosamente questa indicazione, ma di persona che ha sofferto il ruolo di parlamentare per molte ragioni. E forse il ritardo alla destinazione a prefetto o ad altre funzioni potrà ulteriormente impedirne una nobile battaglia parlamentare; quindi non farà bene questa e non sarà collocato nel posto dove forse egli ritiene opportuno dover andare. Cosa singolare!
Altri occuperanno (magari di area governativa) il posto che in qualche misura attende l'onesto onorevole Serra.
Per cui, sono combattuto tra l'idea di avere un parlamentare che difende l'onestà privata e pubblica dei parlamentari e i diritti civili e l'esigenza sua di poter meglio esprimere le sue capacità altrove; credo che la costrizione in quest'aula sia un'operazione arbitraria e arbitrale. A tale riguardo ricorderete quanto è avvenuto qualche tempo fa; dopo la conta dei voti, nonostante magari uno abbia avuto anche cento, mille o duemila voti in più di un altro, è comunque il Parlamento che alla fine, contro i numeri, stabilisce chi debba rimanere in quest'aula.
Forse questa è un'azione illiberale, violenta che cozza contro l'intenzione di un individuo, forse pensando che egli deve riflettere e deve meditare. Ma in nessun'altra Assemblea è consentito che uno venga trattenuto per la giacca quando vuole andarsene.
Credo pertanto che occorrerà riflettere se l'intenzione dell'onorevole Serra, così immediatamente corrisposta dal dibattito in aula, non sia assolutamente irrimediabile o in alcun modo discutibile. Sono arrivato da poco, ma forse sarebbe importante sentire prima di votare anche la parola di Serra per testimoniarci chi quello che di buono ha visto nell'attività parlamentare e quello che di meglio lui attende nel ritorno alle sue antiche funzioni. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo di forza Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Serra, mi permetta di aggiungere solo poche parole (le ho già scritto e credo che abbia ricevuto oggi la mia lettera).
Ho avuto modo di conoscerla, se ben ricordo, molti anni fa come dirigente del nucleo antisequestri, poi come dirigente del servizio centrale operativo, vicecapo della polizia, prefetto di Palermo e adesso come deputato.


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Devo dire che in tutte queste sue attività io ho sempre riscontrato rigore, senso di umanità e grande correttezza professionale oltre che qualità professionale.
Debbo darle atto che queste qualità non le sono venute meno quando è entrato in quest'aula, anzi, così come hanno riconosciuto tutti i colleghi, lei ha saputo manifestarle nel migliore dei modi, anche con una sobrietà che non tutti abbiamo in quest'aula e di cui le sono molto grato.
Esprimo l'auspicio, credo anche raccogliendo quanto è stato indetto dai colleghi, che l'amministrazione dello Stato sappia riconoscere tutte queste sue qualità se lei dovesse rientrare nell'amministrazione stessa (Generali applausi a cui si associano i membri del Governo).
Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'accettazione delle dimissioni del deputato Achille Serra.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:


Presenti 471
Votanti 464
Astenuti 7
Maggioranza 233
Voti favorevoli 63
Voti contrari 401
(La Camera respinge -
Vedi votazioni - Generali applausi).

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