Seduta n. 309 del 11/2/1998

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(Dismissione di palazzo Wedekind di proprietà INPS)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Manzione n. 3-01941 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5).
L'onorevole Manzione ha facoltà di illustrarla.

ROBERTO MANZIONE. Signor Presidente, signor ministro, onorevoli colleghi, l'interrogazione odierna prende spunto dalle anomalie registratesi in merito alla vendita di palazzo Wedekind per analizzare tutta la complessa problematica relativa al programma straordinario di dismissione del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali pubblici. Le normative di riferimento sono il decreto legislativo n. 104 del 1996 e il decreto-legge n. 79 del 1997.
Palazzo Wedekind si affaccia su piazza Colonna nel centro di Roma e si inserisce, quasi come un cuneo, proteso tra palazzo Chigi e la Camera dei deputati. Se volessimo utilizzare una metafora, potremmo sostenere che il prestigioso palazzo del XVIII secolo, da oltre cinquant'anni sede del quotidiano Il Tempo, rappresenta il controllo dell'informazione nei rapporti tra il Governo ed il Parlamento.
Come mai, signor ministro, lei continua ad inserire palazzo Wedekind tra gli immobili da dismettere, mentre l'INPS, che è l'ente proprietario, anche in considerazione dell'altissimo reddito prodotto, continua a chiederle di non venderlo? Come mai inoltre non risulta ancora presentata al Parlamento quella relazione sulle dismissioni che lei, per legge, signor ministro, avrebbe dovuto depositare entro il 31 dicembre 1997?

PRESIDENTE. Il ministro del lavoro e della previdenza sociale ha facoltà di rispondere.

TIZIANO TREU, Ministro del lavoro e della previdenza sociale. Il programma straordinario di dismissioni per gli immobili di proprietà degli enti trae indicazione ed origine specifica dalla legge n. 140 del 1997 e riguarda un insieme di immobili per un controvalore di 3 mila miliardi di lire. A tal fine è stata avviata una complessa operazione di selezione che concerne 387 edifici per un controvalore catastale stimato più alto della indicazione fornita dalla legge. Faccio notare che questo è un programma straordinario che riguarda un po' meno del 10 per cento del patrimonio immobiliare degli enti.
È stata fatta una selezione su una prima lista di immobili che possono essere posti in vendita. Quindi, non si è venduto ancora niente, non solo, ma non è stata ancora completata la procedura di accertamento dei valori degli immobili. La lista


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è stata compilata sulla base di criteri oggettivi applicati dall'osservatorio sul patrimonio immobiliare degli enti, previsto dalla legge n. 335.
Nel caso di palazzo Wedekind, va detto che esso è stato incluso in una prima lista di luglio e che in quella sede non vennero avanzate proposte di modifica, evidentemente perché l'INPS reputò corretti i criteri di selezione adottati. È bensì vero che molto di recente l'INPS ha comunicato di aver verificato i dati relativi a tutti gli immobili inclusi nella lista ed ha fatto presente che palazzo Wedekind non rientrava nelle sue priorità, presentando caratteristiche di redditività tali da indurre a non includere tale palazzo tra gli immobili effettivamente da vendere. Si deve fra l'altro tener presente il fatto che la lista degli immobili selezionati già ammonta ad un valore più alto di quello necessario.
Quindi, ho preso atto di queste indicazioni. La procedura di accertamento definitivo sia dei valori sia delle modalità che delle opportunità di vendita è ancora in corso. Nell'ultima fase di verifica è possibile, come prevede la legge, sia includere altri immobili sia stralciarne alcuni se si ritiene che non siano da inserire nella procedura di alienazione. Da tale punto di vista il ministero effettuerà una valutazione definitiva tenendo conto delle indicazioni di legge ed anche dei suggerimenti dell'ente proprietario, l'INPS. Pertanto, se ci sono le condizioni indicate, palazzo Wedekind potrà non essere inserito nella lista definitiva.

PRESIDENTE. L'onorevole Manzione ha facoltà di replicare.

ROBERTO MANZIONE. Signor ministro, sono onestamente perplesso, nel senso che lei ha dato conto, e non poteva essere diversamente, di un ordine del giorno votato ieri per la terza volta dal consiglio di amministrazione dell'INPS, però continua a non farci comprendere (forse gli italiani lo hanno compreso, ma io no) se ritiene che palazzo Wedekind, sulla base delle indicazioni che l'ente ha fornito, sia escluso o no.
Sappiamo benissimo purtroppo che palazzo Wedekind è la sede del quotidiano Il Tempo (dico «purtroppo» per il quotidiano), sappiamo che i suoi rapporti con quel tipo di quotidiano non sono stati fra i migliori, poiché c'è stato un attacco violento sia in occasione della riforma delle pensioni (mi riferisco alla proposta fatta nel 1996) sia allorché lei ha sciolto gli enti previdenziali che gestivano i patrimoni immobiliari; sappiamo altresì che vi è stato un altro attacco da parte di quel quotidiano, che rappresenta una voce libera e fuori dal coro nel panorama editoriale nazionale, quando lei, da un lato, ha fatto in modo che si attuasse una riforma che escludeva i sindacati dalla gestione degli enti previdenziali e, dall'altro, li ha fatti rientrare attraverso il CIV in maniera concreta nel tentare di bloccare la gestione degli enti.
Sono questi dati rispetto ai quali mi auguro che, per le cose che lei ha detto e che io ho individuato, si possa fare chiarezza e andare in quella direzione. Se questo sarà, avremo reso entrambi un ottimo servizio alla nazione (Applausi dei deputati del gruppo del CCD).

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