Seduta n. 296 del 14/1/1998

Back Index Forward

Pag. 14


...
(Situazione della giustizia civile in Calabria)

PRESIDENTE. Segue l'interrogazione D'Ippolito n. 3-00672 (vedi l'allegato A - Interpellanze ed interrogazioni sezione 3).
Il sottosegretario di Stato per la giustizia ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE MARIA AYALA, Sottosegretario di Stato per la giustizia. In relazione alle problematiche sollevate con l'interrogazione si premettono le notizie sugli organici.
La dotazione organica del personale di magistratura del tribunale di Catanzaro prevede: un presidente di tribunale presente; tre presidenti di sezione presenti e 19 giudici di cui 18 presenti.
Il posto vacante di giudice è stato pubblicato con un telex del 21 luglio 1997.
È applicato in questa sede un consigliere della Corte di appello di Catanzaro in qualità di presidente di sezione a decorrere dal 3 febbraio 1997.
Passiamo ora al personale amministrativo. La dotazione organica del personale amministrativo prevede, complessivamente, 78 posti, ripartiti tra i vari profili professionali secondo il seguente prospetto... Presidente, credo che sia più producente che consegni agli atti tale prospetto per non tediare l'aula con una lettura di meri numeri anche se essi, per carità, hanno un importante significato.

PRESIDENTE. La Presidenza ne consente senz'altro la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

GIUSEPPE MARIA AYALA, Sottosegretario di Stato per la giustizia. In relazione agli organici assumono rilievo novità legislative e disegni di legge all'esame del Parlamento.


Pag. 15


Per quanto riguarda il giudice unico la recente legge n. 253 del 1997 delega il Governo ad emanare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della suddetta legge, uno o più decreti legislativi per realizzare una più razionale distribuzione delle competenze degli uffici giudiziari.
Con l'istituzione del giudice unico di primo grado sarà soppresso l'ufficio del pretore e le relative competenze saranno trasferite al tribunale, direi: come è noto, visto che parliamo di una legge già approvata dal Parlamento. Richiamo questi dati soltanto per comodità e competenza di esposizione.
Saranno, inoltre, soppresse le attuali sezioni distaccate presso le preture circondariali e, ove occorra, saranno costituite sezioni distaccate di tribunale.
L'ufficio della procura della Repubblica circondariale sarà soppresso e le relative funzioni saranno trasferite alla procura della Repubblica presso il tribunale.
L'istituzione del giudice unico comporterà, pertanto, la revisione delle piante organiche degli uffici giudiziari, consentendo una migliore distribuzione del personale nell'ambito dell'ufficio diventato unico.
Passiamo ora alle sezioni stralcio. Nella Gazzetta Ufficiale del 19 agosto 1997 è stata pubblicata la legge sull'istituzione delle sezioni stralcio nei tribunali ordinari per la definizione del contenzioso civile pendente.
Con successive circolari sono state diramate le necessarie indicazioni al fine di realizzare il progetto nazionale per la rilevazione delle pendenze civili. Entro il 4 settembre presso ogni tribunale è stato istituito un ufficio spoglio per la ricognizione dei procedimenti civili pendenti. Ciascun tribunale ha ricevuto, a cura del gabinetto del ministero - coordinamento servizi statistici e di gestione, una scheda cartacea di rilevazione ed un dischetto contenente un programma finalizzato al caricamento dei dati e all'estrazione dei risultati da inviare entro il 20 settembre prossimo venturo. Sulla base dei dati pervenuti con decreto del ministro di grazia e giustizia, sentito il Consiglio superiore della magistratura, sono stati individuati i tribunali presso cui istituire le sezioni stralcio e determinati il numero delle sezioni e la pianta organica dei giudici onorari aggregati e del relativo personale ausiliario. È in fase di attuazione il reclutamento di detto personale.
La situazione di carenza dei magistrati nelle regioni gravemente esposte alla criminalità organizzata necessita di interventi straordinari al fine di garantire la funzionalità e la effettività della giurisdizione. In particolare, appare necessario garantire la presenza di magistrati in quelle sedi e in quegli uffici giudiziari ove si è rivelato più difficile assicurare la copertura degli organici al punto di dover ricorrere a procedure di trasferimento di ufficio.
Il disegno di legge presentato da questo dicastero contempla incentivi di ordine economico e di altra natura. In primo luogo è previsto che il magistrato che accetta di essere destinato ad un ufficio di una sede disagiata dell'Italia meridionale od insulare riceva una indennità che dura per quattro anni e che l'anzianità di servizio maturata nella sede disagiata valga il doppio al solo fine del trasferimento successivo.
Si vuole introdurre in questo modo un meccanismo che compensi il sacrificio sopportato dal magistrato, consentendogli di ottenere con maggiore facilità la successiva sede di servizio o di fare rientro in una città ove originariamente prestava servizio al fine di stimolare anche soggetti con una certa esperienza ai quali viene garantita la possibilità di fare rientro nel luogo prescelto.
Va precisato, inoltre, che una esplicita previsione del disegno di legge allunga sia per gli uditori sia per gli altri magistrati trasferiti d'ufficio a tre anni il periodo di permanenza obbligatoria prima di poter chiedere ed ottenere altra sede. Le sedi disagiate sono state individuate dal Consiglio superiore della magistratura su proposta del ministro di grazia e giustizia sulla base del concorso di almeno due dei seguenti parametri: le vacanze siano superiori

Pag. 16

al 15 per cento dell'organico e siano rimasti non coperti i posti messi a concorso nell'ultima pubblicazione; un elevato tasso di criminalità organizzata; un alto numero di affari civili in rapporto alla media del distretto di corte di appello ed alla consistenza degli organici.
Per quanto riguarda le tabelle infradistrettuali, per le assenze o gli impedimenti di breve durata ogni ufficio provvede con supplenze interne senza particolari problemi, secondo turni prestabiliti che consentono un impiego tempestivo del magistrato di turno di supplenza. Ma se l'assenza o l'impedimento si protraggono per alcuni giorni sorgono difficoltà, specie per gli uffici di piccole dimensioni.
Il Governo ha presentato in Parlamento il disegno di legge n. 3686, che prevede la costituzione di tabelle infradistrettuali quale strumento per soddisfare queste esigenze, perché riunendo in una tabella unica più uffici è possibile una osmosi di magistrati anche se dislocati in territori diversi del medesimo distretto, in modo da assicurare funzionalità al settore operativo che presenta caratteri di difficoltà. Si tratta di una novità riguardante l'organizzazione strutturale degli uffici e che, pur non modificandone la tradizionale organizzazione né l'autonomia e non alterando in alcun modo le circoscrizioni giudiziarie, è diretta a conseguire una maggiore efficienza, consentendo l'utilizzabilità di magistrati di più circondari per sopperire alle situazioni di difficoltà dei singoli uffici senza vulnerare in alcun modo il principio della inamovibilità del magistrato. La formazione delle tabelle infradistrettuali continuerà ad essere, ovviamente, di competenza del Consiglio superiore della magistratura.

PRESIDENTE. L'onorevole D'Ippolito ha facoltà di replicare per la sua interrogazione 3-00672.

IDA D'IPPOLITO. Signor Presidente, signor sottosegretario, la tardiva risposta ad una interrogazione che registrava una situazione emergenziale e certamente assai grave per il clima di violata pacificazione tra chi dal proprio fronte aveva a cuore in egual misura la buona amministrazione della giustizia certo rende, come è prevedibile, inattuale la risposta medesima, soprattutto se si tiene conto del cammino che nel frattempo il Governo ha avviato e degli interventi legislativi, positivi, anche se complessivamente non significativi; ripeto testualmente il giudizio espresso dal procuratore generale presso la corte d'appello di Catanzaro nella giornata di inaugurazione dell'anno giudiziario 1998. Se si tiene conto della annunciata riforma, cui lei, signor sottosegretario, faceva riferimento - mi riferisco alla introduzione del giudice unico, che certamente porterà ad una razionalizzazione delle risorse umane e strutturali - non posso affermare che questa sia una panacea tout court. Ad ogni modo nella risposta alla mia interrogazione si è tracciato un percorso che deve trovare una attuazione.
Per il momento resta forte la voce della denuncia che proprio il giorno della inaugurazione dell'anno giudiziario 1998 il procuratore generale alla corte di appello ha portato all'attenzione dei cittadini e delle istituzioni presenti.
Quindi si tratta di un contenzioso penale gravissimo che non ha registrato alcun miglioramento, non essendo venuti meno, sotto il profilo del numero dei magistrati, gli inconvenienti che si incontrano per la composizione dei collegi giudicanti in occasione della celebrazione dei maxiprocessi di competenza della DDA e soprattutto nelle piccole sedi di giurisdizione. Inoltre drammaticamente inadeguato appare l'ufficio del GIP distrettuale, il cui organico e la cui struttura sono estremamente carenti sia rispetto al numero dei pubblici ministeri ordinari e della DDA, sia rispetto alla qualità e alla quantità degli interventi richiesti allo stesso GIP e per di più in tempi necessariamente ristretti (cito dalla relazione del procuratore generale della corte d'appello di Catanzaro).
A tutto ciò si aggiunga come elemento aggravante la progressiva riduzione del numero dei vicepretori e dei viceprocuratori


Pag. 17

onorari. Passando al campo civile, uno dei temi fondanti dell'interrogazione, non risulta diminuito il numero dei procedimenti evasi e tanto meno presentati davanti ai vari livelli di giudizio né appare ancora incisivo il ruolo dei giudici di pace il cui «rodaggio» non appare compiuto né completato, poste le difficoltà che proprio per la selezione degli stessi nascono all'interno dello stesso ordine forense.
Il quadro complessivo, al quale fanno capo le responsabilità di tutti, è ancora drammatico e allo stato delle cose non può dirsi sospeso quello stato di agitazione permanente che vede in trincea magistrati ed avvocati. Occorre recuperare in fretta le condizioni affinché un clima di pacificazione finalmente veda la luce e si affermi, stabilendo con chiarezza l'ambito delle competenze e dei ruoli, perché ciascuno abbia consapevolezza della dignità di un ruolo che certamente non è minore, se appartiene alla difesa, rispetto a quello di chi esercita il diritto del giudizio o il dovere di revoca del giudizio e della risposta.
Colgo l'occasione per svolgere anche una considerazione di ordine più generale, che sono certa non sarà estranea alla sensibilità del sottosegretario. Mi riferisco alla modificazione della tipologia dei reati che è stata rappresentata nella relazione del procuratore generale presso la Corte d'appello di Catanzaro, una tipologia che si concentra sia nel settore civile (l'incremento del numero dei divorzi dimostra un sempre maggiore stato di crisi della famiglia) sia nel settore penale dove si registrano reati che appartengono alla crisi dei tempi (penso agli stupefacenti, all'usura, ai reati di frode, di estorsione e, è il dato più inquietante, all'aumento della criminalità minorile). Tutto ciò crea una situazione ancora più preoccupante, non solo sotto il profilo della risposta tecnica e giuridica, ma soprattutto sotto quello della risposta etica ad una regione il cui grado di ritardo nello sviluppo rende ancora più difficile, oltre che necessario ed urgente, l'intervento istituzionale ai vari livelli.
Ecco perché, onorevole sottosegretario, seppure non posso che salutare favorevolmente l'impegno del Governo verso una ridefinizione complessiva del sistema giustizia, che necessita di interventi responsabili, non posso ritenermi soddisfatta da una risposta che appare tecnica, e per questo sterile ed inadeguata all'emergenza che ogni giorno va affrontata in quella che è una vera e propria trincea. Le risposte devono essere complessive, a cominciare da quelle alle esigenze dell'edilizia carceraria per la quale è stato avviato qualche intervento significativo; rimangono però alcuni edifici nuovissimi ancora completamente inutilizzati.
Credo di poter concludere, signor Presidente, affermando che l'emergenza giustizia in Calabria deve rappresentare un momento di responsabilità aggiuntiva per tutte le forze politiche. È una considerazione che appartiene alla Calabria, ma anche a tutto il paese: la giustizia è un dovere e un patrimonio di tutti! Credo che l'assunzione della responsabilità debba essere sinergica e corale e che la risposta vera si potrà dare al paese e alle sacche più deboli dello stesso, soltanto attraverso una giustizia che abbia il coraggio della neutralità, che abbia cioè la consapevolezza che nessuno è detentore del diritto di fare meglio di altri e che soltanto attraverso il confronto sereno e responsabile dei cittadini e delle forze politiche tutte si potrà costruire un paese unito e un paese che si avvia verso quella pacificazione tra le istituzioni, che rappresenta a mio giudizio oggi la condizione indispensabile e indifferibile per ricreare la serenità dell'Italia e delle regioni come la Calabria.

Back Index Forward