Allegato A
Seduta 296 del 14/1/1998

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INTERPELLANZE E INTERROGAZIONI

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A) Interpellanza:

(Sezione 1 - Dichiarazioni del dottor Paolo Giordano vice presidente ANM)

Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri ed il Ministro di grazia e giustizia, per sapere - premesso che:
presso il Senato della Repubblica è in discussione un disegno di legge, di iniziativa della senatrice Salvato ed altri, che prevede la soppressione della pena dell'ergastolo e l'elevazione a trentadue anni della pena massima;
tale disegno di legge si ispira esplicitamente all'articolo 27 della Costituzione, nel quale, al terzo comma, si prevede che «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato»;
sabato 19 luglio, a pagina 10 del Corriere della Sera, è stata pubblicata un'ampia intervista al pubblico ministero dottor Paolo Giordano, vicepresidente dell'associazione nazionale magistrati e segretario della corrente di magistratura indipendente, sotto il titolo virgolettato «Niente abolizione dell'ergastolo. Il governo favorisce i criminali»;
nella premessa all'intervista, il giornalista Felice Cavallaro scrive che il magistrato «si guarda intorno irritato, esternando con tono pacato una "riflessione" che deflagra come una bomba»;
tale «riflessione» viene riportata testualmente tra virgolette in questi termini: «Abolire l'ergastolo significa scardinare un altro tassello nella lotta al crimine, grazie al "sì" del Senato. E grazie a questo governo che sta realizzando il programma politico di Cosa Nostra»;
nel seguito dell'intervista al Corriere della Sera, il dottor Giordano critica apertamente anche la presidente dell'Anm, dottoressa Elena Paciotti, per aver condiviso la scelta legislativa del Senato, attacca ripetutamente il Ministro di grazia e giustizia Flick in materia di politica penitenziaria, critica il Parlamento per le innovazioni legislative in materia di abuso d'ufficio e di articolo 513 del codice di procedura penale, evoca «il programma politico di Cosa Nostra» e conclude affermando che «non ce ne accorgiamo, ma piano piano stiamo scivolando da quella parte»;
nel pomeriggio dello stesso sabato 19 luglio 1997, il dottor Giordano ha «puntualizzato» e «precisato» il contenuto della sua intervista attraverso un dispaccio dell'agenzia Ansa da Caltanissetta: «Evidentemente si è trattato di una semplificazione giornalistica che sintetizza un ragionamento politico più articolato, e cioè che la mafia può trarre oggettivamente vantaggio dalle misure legislative delle quali si parla e che sono in corso di esame»;
da tale precisazione si ricava che il Governo e il Parlamento non starebbero intenzionalmente realizzando il programma politico di Cosa Nostra, ma starebbero facendo scelte che «oggettivamente» vanno in quella direzione -:
quale sia il giudizio del Governo su tali dichiarazioni, anche tenendo conto della successiva «precisazione»;


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se il Ministro di grazia e giustizia ritenga che tali dichiarazioni rientrino nella sfera del primo comma dell'articolo 21 della Costituzione, ovvero ne travalichino i limiti e rientrino in una indebita interferenza di un magistrato del pubblico ministero nell'ambito delle competenze del potere legislativo e del potere esecutivo, interferenza aggravata dal contenuto infamante delle accuse al Governo e al Parlamento, sia nella versione originaria dell'intervista, sia nella stessa maldestra «precisazione».
(2-00626) «Boato».
(22 luglio 1997)