Seduta n. 234 del 23/7/1997

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Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni (ore 9,08).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.
Cominciamo con l'interpellanza
Armani n.2-00277 (Revisione del catasto) (vedi l'allegato A).
L'onorevole Armani ha facoltà di illustrarla.

PIETRO ARMANI. Questa interpellanza può essere ormai considerata storica, perché è la risultante di interrogazioni precedenti che risalgono addirittura all'inizio dell'attuale legislatura, mi sembra all'estate dello scorso anno. In essa si fa riferimento alla legge 28 dicembre 1995, la legge finanziaria per il 1996, nella quale era contenuta una delega al Governo riferita alla necessità di coinvolgere il sistema dei comuni italiani nel processo di riforma del catasto. Questa delega è stata fatta scadere e la vicenda che ha portato alla scadenza è abbastanza oscura. Su tale vicenda ho presentato una interrogazione, poi, constatando che gli interpellati non rispondevano, il 3 dicembre 1996 (è quindi un fatto storico, sul quale la polvere si è depositata) ho trasformato l'interrogazione in interpellanza.
La sostanza del problema consiste anzitutto nel vedere perché la scadenza della delega nasca da una richiesta specifica ed improvvisa del presidente dell'ANCI Enzo Bianchi, immediatamente recepita dal ministro dell'epoca Fantozzi (atto Camera n.3438 trasmesso dal Senato il 20 novembre 1995), di avviare il processo di revisione del catasto non utilizzando lo strumento del decreto legislativo previsto dalla delega prima citata, bensì un disegno di legge che passasse attraverso il vaglio del Parlamento, come se le precise indicazioni già contenute nella delega di cui alla finanziaria per il 1996 fossero state esaminate dal Parlamento di uno Stato diverso da quello italiano. La delega conteneva sostanzialmente la riforma del catasto e alcune indicazioni precise, che consentivano ai comuni di partecipare a tale riforma e di avere finalmente una presenza attiva nella gestione del catasto, problema che diventa sempre più significativo nel momento in cui i comuni sono


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titolari della potestà tributaria per il prelievo dell'imposta comunale sugli immobili. Lei sa, Presidente, che per calcolare tale imposta è determinante il calcolo della rendita catastale, che è legata al problema annoso dell'aggiornamento del catasto, soprattutto sotto il profilo della sua informatizzazione.
È strano che proprio il presidente dell'ANCI, cioè dell'Associazione nazionale dei comuni italiani, che dovrebbe essere il principale portavoce dell'interesse dei comuni a gestire e a partecipare alla gestione di questo importante strumento per l'accertamento dei tributi, sia stato colui che ha spinto il ministro delle finanze dell'epoca a rinunciare alla delega e a passare ad un altro strumento legislativo, che peraltro non ha ancora determinato una soluzione complessiva del problema, tant'è vero che la Sogei (la società dell'anagrafe tributaria) si affatica ancora su questo aspetto.
Tra l'altro vi sono strane connessioni tra tutti questi personaggi, perché l'ex ministro delle finanze Fantozzi è stato a suo tempo presidente dell'Ascotributi, cioè dell'associazione che raccoglie gli enti che prelevano tributi a livello locale. Quando Fantozzi è diventato ministro delle finanze, la presidenza è passata all'ex senatore Triglia, che era stato presidente dell'ANCI.
Vi è dunque una serie di connessioni di carattere anche personale: Triglia ex presidente dell'ANCI, ex sottosegretario per le finanze, nonché attuale successore di Fantozzi alla Ascotributi. Vi è un passaggio quasi familiare di cariche dall'uno all'altro.
Questa strana connessione sembra collegata alla funzione dell'Ancitel. Ieri ho ritirato il mio personal computer ed ho visto una letterina nella quale si invitano i deputati ad utilizzare gli strumenti dell'Ancitel, il quale dovrebbe essere un ente direttamente strumentale dell'ANCI per l'informatizzazione dei comuni ed invece entra sul mercato. Infatti, se è stato coinvolto dalla Camera, ciò dipende - io credo - da una gara che dovrebbe aver vinto o comunque da una scelta elaborata sulla base di qualche sistema, certamente legale, chiarissimo, trasparente, ma che comunque dimostra che questo Ancitel ce lo troviamo, insieme alla Sogei, come il prezzemolo sulle pietanze.
Presidente, lei ricorderà la vicenda relativa all'Albania, dalla quale noi stiamo uscendo, di trasferimento attraverso una società di alcune operazioni di informatizzazione che riguardano, fra l'altro, il catasto. Non si capisce bene: è una situazione molto confusa. Tra l'altro, come lei sa, l'ANCI è un ente di fatto che si finanzia con i contributi degli enti locali prelevati attraverso i concessionari della riscossione dei tributi. Si tratta dunque di un meccanismo abbastanza strano. Anche i sindacati sono enti di fatto; anche i sindacati dovevano prelevare le trattenute attraverso il meccanismo dei datori di lavoro (quindi i sostituti d'imposta): vi è stato un referendum ed i sindacati lo hanno scavalcato, introducendo nei contratti collettivi l'obbligo della riscossione dei contributi.
Qui, viceversa, siamo in una situazione molto più complessa e discutibile perché l'ANCI - un ente di fatto - utilizza le banche assegnatarie della concessione per la riscossione dei contributi per prelevare i contributi che servono al suo finanziamento. In più dispone di questa società strumentale, l'Ancitel, che sta sul mercato, fa il mestiere dell'informatizzazione dei comuni e, insieme alla Sogei, dovrebbe partecipare all'informatizzazione del catasto (una chimera che ancora non ha avuto una sua configurazione precisa).
In questo contesto si muovono i personaggi ai quali ho fatto cenno: il presidente dell'ANCI Bianco; l'ex ministro Fantozzi, che ha passato il testimone all'ex senatore Triglia; Nicola Melideo, designato da Riccardo Triglia, allora presidente dell'ANCI, quale amministratore delegato dell'Ancitel, il quale partecipa senza successo alle elezioni politiche del 1994 quale candidato del PDS, e che rimane contemporaneamente funzionario dell'ANCI.
Tutta una serie di situazioni molto strane, poco chiare danno sostanzialmente la sensazione di un pasticcio, rispetto al

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quale chi ci rimette sono i comuni - che ancora non possono utilizzare lo strumento del catasto in modo adeguato ed aggiornato - ed i contribuenti, che non possono verificare (attraverso un catasto aggiornato e trasparente) l'andamento delle rendite. Queste ultime sono state recentemente aggiornate con provvedimenti di legge - talvolta anche in misura eccessiva - e si riferiscono ad un catasto che fotografa una situazione che non si sa bene quale sia (forse del 1938 o successiva) e che viene continuamente modificata a seconda delle esigenze del Ministero delle finanze e senza una effettiva trasparenza.
Si tratta di una commistione fra pubblico e privato estremamente pericolosa, che si basa sostanzialmente sul monopolio della Sogei (società dell'anagrafe tributaria) che si serve per questo aspetto di un suo rapporto con l'Ancitel, società strumentale di un'associazione di fatto che - come ho detto - riscuote i propri contributi attraverso i concessionari dei tributi locali.
È un sistema sul quale francamente avrei desiderio di maggiore chiarezza.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le finanze ha facoltà di rispondere.

PIERLUIGI CASTELLANI, Sottosegretario di Stato per le finanze. Signor Presidente, con l'interpellanza in esame gli onorevoli interpellanti sollevano talune problematiche concernenti il processo di informatizzazione del catasto, formulando al riguardo specifiche richieste.
In ordine alla predisposizione dello schema di regolamento per la revisione del catasto, gli onorevoli interpellanti, nel lamentare il mancato recepimento da parte dell'amministrazione finanziaria - dipartimento del territorio - dei criteri di delega previsti dalla legge 28 dicembre 1995, n.549, volti essenzialmente ad assicurare la partecipazione dei comuni nel processo di revisione del catasto, ritengono del tutto incomprensibile che tale processo sia stato avviato non utilizzando lo strumento del decreto legislativo, così come previsto dalla predetta legge.
Ciò premesso, gli onorevoli interpellanti chiedono quali iniziative si intendano assumere, anche sul piano legislativo, al fine di rendere partecipi i comuni nel predetto processo di revisione del catasto.
In merito all'attuazione del processo di informatizzazione del catasto, gli onorevoli interpellanti ritengono incomprensibili i motivi in base ai quali l'amministrazione finanziaria, in particolare il dipartimento del territorio, non consentono la possibilità di controllare il proprio operato, soprattutto in relazione al rapporto tra investimenti effettuati e risultati ottenuti con il processo di informatizzazione del catasto. Lamentano quindi la non trasparenza dei costi sostenuti per l'attuazione di tale processo di informatizzazione, la cui realizzazione è stata totalmente appaltata alla Sogei. A tal fine chiedono di conoscere quali siano stati i costi sostenuti e quelli preventivati per la suddetta informatizzazione, avviata dall'ingegner Vaccari, nonché i benefici da essa derivanti all'amministrazione finanziaria ed ai contribuenti.
Gli onorevoli interpellanti chiedono altresì di conoscere di quali consulenze ed apporti si sia avvalsa la Sogei nell'espletamento del processo di informatizzazione ed, in particolare, se l'ex senatore Triglia sia stato in passato o sia tuttora consulente della Sogei. Chiedono anche quale sia lo stato dei rapporti tra Sogei ed Ancitel.
Inoltre, ad avviso degli onorevoli interpellanti, la convenzione stipulata fra l'ANCI ed il dipartimento del territorio per attuare la suddetta informatizzazione trova giustificazione nell'affidamento di tale lavoro all'Ancitel, società controllata dall'ANCI.
In relazione ad un contratto stipulato dal Ministero dell'interno con l'ANCI per la fornitura dei servizi ai comuni, gli onorevoli interpellanti chiedono di conoscere quali siano i contenuti e la durata di detto contratto, se l'affidamento del servizio sia avvenuto nel rispetto delle leggi nazionali e delle direttive comunitarie,


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nonché se esistano altri contratti stipulati dall'ANCI con altri enti pubblici.
Gli onorevoli interpellanti chiedono altresì se possa ritenersi compatibile il ruolo di rappresentanza attualmente svolto dall'ANCI a favore dei comuni italiani, atteso il suo coinvolgimento - quale socio di maggioranza - negli interessi commerciali dell'Ancitel, nonché quali iniziative si intendano assumere affinché l'ANCI non favorisca l'accentramento dei poteri economici in capo all'Ancitel, consolidando in tal modo situazioni di monopolio distorsive della libera concorrenza.
Si osserva preliminarmente che investono la competenza dell'amministrazione finanziaria le problematiche di cui si punti 1, 2 e 3, mentre in relazione ai quesiti di cui ai punti 4 e 5 si riferiscono le notizie fatte pervenire rispettivamente dal Ministero dell'interno e dall'Ancitel stessa.
In riferimento al primo quesito si osserva che l'articolo 2, comma 1, del decreto-legge 23 gennaio 1993 n.16, convertito con modificazioni dalla legge 24 marzo 1993, n.75, ha previsto che con regolamento ministeriale è disposta la revisione generale delle zone censuarie, delle tariffe d'estimo, delle rendite delle unità immobiliari urbane e dei criteri di classamento. Tale schema di regolamento risulta trasmesso il 13 ottobre 1993 al Consiglio di Stato, che ha reso un primo parere interlocutorio in data 30 novembre 1993, cui ha fatto seguito una nuova versione del regolamento trasmessa il 4 dicembre 1995. Successivamente, poiché con l'articolo 3, comma 56, della legge 28 dicembre 1995, n.549, il Governo è stato delegato ad emanare uno o più decreti legislativi volti ad accelerare la revisione del catasto e ad assicurare la partecipazione dei comuni nel rispetto dei criteri direttivi ivi enunciati, il Consiglio di Stato, in relazione al predetto schema di regolamento, ha emesso in data 30 gennaio 1996 un parere interlocutorio con cui ha chiesto all'amministrazione finanziaria se intendesse procedere all'emanazione del regolamento di che trattasi o esercitare la delega di cui alla legge n.549 del 1995. In data 15 aprile 1996 il ministro delle finanze pro tempore ha chiesto al Consiglio di Stato di dare ulteriore corso alla richiesta di parere formulata in ordine allo schema di regolamento in parola, essendo a quella data scaduto il termine previsto dalla legge n.549 del 1995 per l'esercizio del potere di delega legislativa. Allo scopo di eliminare ogni dubbio circa la persistenza del potere regolamentare, nonostante la previsione di un decreto legislativo poi non emanato, tale problema da ultimo è stato affrontato dall'articolo 3, comma 154, della legge 23 dicembre 1996, n.662, che prevede l'emanazione di un regolamento volto a realizzare la revisione generale delle zone censuarie, delle tariffe d'estimo, della quantificazione, classificazione e classamento delle unità immobiliari. Sulla base di quest'ultima disposizione l'amministrazione finanziaria ha predisposto il nuovo schema di regolamento, che dovrà essere inoltrato al Consiglio di Stato per il prescritto parere.
In ordine alle richieste concernenti l'attuazione del processo di informatizzazione del catasto, i benefici derivanti all'amministrazione finanziaria ed ai contribuenti, nonché i costi sostenuti ed i risultati raggiunti di cui al precedente punto 2, il dipartimento del territorio ha rappresentato che, per quanto riguarda in particolare i benefici, obiettivo strategico del dipartimento è quello di assicurare al catasto, e più in generale al sistema di pubblicità immobiliare, requisiti di completezza, qualità e coerenza dell'informazione, non solo sotto il profilo cartografico e tecnico estimale, ma anche amministrativo-giuridico, in modo da fornire in tempi ragionevolmente ristretti risposte efficaci alle molteplici e pressanti istanze del paese. A tal fine il dipartimento del territorio ha precisato che intende raggiungere il suddetto obiettivo attraverso i seguenti moduli: radicale rinnovamento del sistema informatico; architettura hardware e procedure di integrazione del sistema catasto-conservatoria; completa inventariazione di tutti gli immobili, recupero definitivo arretrato e rilevazione degli immobili non dichiarati; miglioramento

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della qualità delle informazioni conservate; operazione revisionale degli estimi ed altre operazioni di rilevazione territoriale; creazione di un sistema di interscambio informativo con i comuni ed altri enti al fine di offrire servizi decentrati a tutti i cittadini. In particolare il dipartimento ha individuato quale priorità inderogabile quella di creare una diga normativa ed operativa atta ad impedire, a partire dalla sua realizzazione, ogni ulteriore forma di arretrato attraverso l'aggiornamento in tempo reale degli archivi ed a tal fine sono state progettate ed attivate, mettendole a disposizione gratuita delle categorie professionali: una procedura informatizzata chiamata DOCFA per la presentazione degli atti e l'aggiornamento tecnico del catasto fabbricati prodotti dagli stessi professionisti, idonei a permettere l'immediata inventariazione negli archivi e la certificazione dell'unità immobiliare urbana con le relative proposte di classamento; una nuova procedura informatizzata, chiamata NOTA, avente simmetriche finalità di registrazione automatizzata delle formalità presentate presso gli uffici su supporti informatici, di aggiornamento degli archivi e di rilascio dei relativi esiti, in tempo reale.
Inoltre, per effetto della legge n.425 del 1996, si renderà progressivamente attivabile anche la procedura cosiddetta di «voltura automatica» (in corso di sperimentazione) attraverso la trattazione della sola nota di trascrizione consegnata presso la conservatoria. Questa procedura, oltre a costituire una rilevante semplificazione per il contribuente, consentirà di raggiungere un ulteriore rilevante beneficio, sotto il profilo civilistico, dell'allineamento automatico tra gli archivi della conservatoria e quelli del catasto.
Ulteriore iniziativa del dipartimento è la completa informatizzazione degli archivi. Tra queste operazioni, di particolare rilievo è la «rasterizzazione» delle planimetrie del catasto edilizio urbano, ossia l'acquisizione su supporto magnetico delle schede planimetriche delle unità immobiliari urbane del nuovo catasto edilizio urbano ed il calcolo delle superfici in metri quadrati di circa 40 milioni di unità immobiliari urbane (come previsto dall'articolo 9, comma 12, della legge n.133 del 1994), la trasposizione su disco ottico di altrettante formalità delle conservatorie dei registri immobiliari relative all'ultimo ventennio di formalità trascritte (al fine di permetterne la consultazione informatizzata), nonché il completamento della banca dati di cartografia catastale.
In merito allo stato di attuazione delle iniziative sopraindicate, il dipartimento del territorio ha precisato che le procedure informatiche finalizzate alla presentazione degli atti tecnici catastali ed all'aggiornamento in tempo reale delle banche dati del catasto terreni (PREGEO) e del catasto urbano (DOCFA) sono già in funzione presso tutti gli uffici periferici del dipartimento del territorio. In particolare, per questa seconda procedura, il predetto dipartimento ha sottolineato che l'intero processo di attivazione, partito all'inizio del 1996, è stato ultimato entro la fine dello stesso anno nel completo rispetto di quanto programmato dal dipartimento stesso.
Le corrispondenti procedure predisposte dal dipartimento del territorio per l'acquisizione, con modalità automatiche, delle formalità ipotecarie (NOTA) sono state attivate nel 60 per cento circa delle conservatorie dei registri immobiliari, ovvero dei servizi dalla conservazione immobiliare degli uffici del territorio, in stretta correlazione con il processo di automazione dei sistemi hardware. Entro il corrente anno è previsto il completamento delle suddette attività.
Inoltre, il dipartimento ritiene che l'intero programma di informatizzazione dei flussi di aggiornamento sarà completato con l'adozione della procedura «voltura automatica», mirata a garantire l'aggiornamento automatico dei soggetti intestatari in catasto, sulla base delle corrispondenti note di trascrizione presentate presso le conservatorie. La procedura in argomento, già da tempo in corso di sperimentazione presso gli uffici di Milano,

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Pisa e Bari, sarà attivata ufficialmente a partire dalla fine del corrente anno.
Per quanto concerne lo stato dei lavori relativi all'informatizzazione degli archivi dei documenti grafici (planimetrie del nuovo catasto edilizio urbano) e del sistema informativo di interscambio con comuni e notai, il dipartimento del territorio, circa il primo obiettivo, ha fatto presente che sono in corso i lavori relativi a 67 province, per circa 38 milioni di unità immobiliari urbane. Per quanto attiene al conseguimento del secondo obiettivo, che prevede la creazione di una rete telematica, ha rilevato che lo strumento normativo attuativo, costituito dal regolamento previsto dall'articolo 9 della legge n.133 del 1994, è tuttora all'esame del Consiglio di Stato (a cui è stato trasmesso, nella nuova formulazione, in data 14 luglio 1997). In ogni caso, sul piano operativo, è in corso di realizzazione e di sperimentazione il progetto «catasto-comuni-notai», coordinato dall'AIPA, nell'ambito della più ampia rete unitaria della pubblica amministrazione. In particolare, partendo da laboratori sperimentali già attivati nel corrente anno a Napoli, Bari e Bologna, riferisce il dipartimento che è di prossima attuazione il collegamento con circa 50 comuni.
Ciò posto, i benefici in termini di servizio resi al cittadino utente sono identificabili nella possibilità offerta dagli attuali sistemi di: effettuare visure e certificazioni in tempo reale su tutto il territorio nazionale degli archivi già informatizzati; realizzare collegamenti telematici da parte di utenze pubbliche e private, anche se in numero contenuto in relazione alle potenzialità attuali del sistema; aggiornare le banche dati in tempo reale; supportare le operazioni revisionali degli estimi e del classamento, che implicano l'aggiornamento della banca dati globale.
Sono inoltre previsti i seguenti benefici-obiettivi: accesso telematico alle informazioni della banca dati per le utenze pubbliche e private (cittadini utenti), con la possibilità di effettuare visure e certificazioni in appositi sportelli decentrati e diffusi presso i vari comuni; accesso telematico alla suddetta banca dati per le categorie professionali interessate (tecniche e notarile), ai fini non solo di ispezioni, visure e certificazioni, ma anche della trasmissione di atti e dell'aggiornamento della stessa banca; maggiore e più efficace utilizzo delle informazioni presenti delle banche dati catastali e ipotecarie - attraverso una loro completa integrazione - non solo per finalità fiscali, ma anche ai fini giuridici e civilistici, perseguendo una migliore e più trasparente gestione del sistema della pubblicità immobiliare; disponibilità per i comuni di un indispensabile supporto aggiornato per il governo della fiscalità locale e per la pianificazione del territorio; attivazione di flussi comunicativi tra il dipartimento e i comuni ed altri enti interessati per uno scambio di informazioni idoneo a recuperare l'arretrato e a migliorare la qualità del sistema informatico catastale ai sensi dell'articolo 9, comma 12, della legge n.133 del 1994.
Va a tal proposito evidenziato che, attesa la rilevanza delle problematiche di cui trattasi, sono state ripetutamente esaminate, dal momento dell'insediamento al ministero del maggio 1996, le questioni connesse alla giacenza del predetto notevole arretrato presso gli uffici, nonché agli strumenti da utilizzare per la sua eliminazione e l'offerta di un efficace servizio al pubblico.
Da ultimo, con decreto del ministro delle finanze dell'8 luglio 1997, è stata istituita un'apposita commissione, presieduta da chi vi parla, al fine di esaminare i problemi organizzativi inerenti l'amministrazione del catasto, in particolare del sistema di acquisizione e di trattamento dei dati relativi agli immobili ed ai titolari di diritti reali sugli immobili. Il termine per la conclusione dei lavori è stato fissato al 15 ottobre 1997.
Circa i costi sostenuti per l'attuazione di tale processo di informatizzazione, il dipartimento ha precisato che nel triennio 1994-1996 i costi complessivamente sostenuti ammontano a 207 miliardi e 500 milioni di lire. Di tale importo, 67 miliardi

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e 500 milioni di lire sono relativi a servizi e forniture Sogei e la rimanente quota, di lire 140 miliardi, costituisce oneri sostenuti direttamente dall'amministrazione del catasto, compresi quelli sostenuti per l'incentivazione del personale.
In particolare, per quanto riguarda i costi sostenuti dall'amministrazione attraverso la Sogei (lire 67 miliardi e 500 milioni) gli investimenti più significativi hanno riguardato la manutenzione di hardware (pari a lire 46 miliardi e 500 milioni) e del software di base (pari a lire 15 miliardi e 500 milioni), che ha richiesto impegni gravosi tenuto conto della vetustà del parco macchine installato.
I costi sostenuti direttamente dal dipartimento (140 miliardi di lire) si riferiscono a tre distinte aree di spesa.
La prima area di spesa riguarda il catasto dei fabbricati. L'impegno più rilevante, pari a 57 miliardi, è costituito dall'attività di «rasterizzazione» e di calcolo delle superfici delle unità immobiliari urbane.
Altro impegno, per un importo pari a 20 miliardi di lire, concerne la rilevazione dei fabbricati presenti in aree prevalentemente rurali e non dichiarati in catasto (adempimenti previsti dalla legge n.133 del 1994), rilevazione condotta sulla base di una convenzione con l'AIMA. Detta convenzione utilizza le riprese fotogrammetriche e ulteriori sinergie conseguibili nell'ambito degli accertamenti in loco, effettuati dal suddetto ente, per l'aggiornamento degli schedari agricoli. L'attività riguarda circa 400 comuni per oltre ventimila fogli di mappa.
Ulteriori impegni, per circa 400 milioni di lire, concernono oneri per studi e ricerche, mirati all'individuazione ed alla definizione di un sistema di classamento parametrico, nonché oneri per un ulteriore recupero di circa un milione e 100 mila volture sospese per una spesa di 26 miliardi.
La seconda area di spesa riguarda il catasto e la cartografia catastale. L'impegno più pregnante, per una spesa di circa 10 miliardi di lire, è quello relativo alla costituzione di una maglia primaria di punti di riferimento, determinati nelle dimensioni planimetriche ed altimetriche.
Un altro impegno concerne, invece, l'appalto in corso di esecuzione, per una spesa di circa 7 miliardi di lire, che interessa le 27 province attualmente dotate di cartografia numerica ed attiene all'aggiornamento di oltre 950 mila documenti presentati su supporto cartaceo antecedentemente all'attivazione della procedura denominata PREGEO.
I rimanenti impegni riguardano le convenzioni stipulate con istituti universitari ovvero con enti pubblici specializzati, nonché l'acquisizione di strumentazione; le prime, per un importo di 700 milioni di lire, concernono studi finalizzati sia ad individuare nuove metodologie di aggiornamento della cartografia che a definire specifiche tecniche atte alla definizione di una maglia di punti di riferimento secondaria. L'acquisto di strumentazione topografica tradizionale e speciale (GPS), per un importo rispettivamente di 2 miliardi e 600 milioni di lire e di un miliardo, nonché di apparecchiature d'ufficio, è stato effettuato per dotarsi di strumenti necessari all'attività di collaudo sia dei normali atti di aggiornamento prodotti dai professionisti che per i collaudi degli appalti della maglia primaria.
La terza area di spesa riguarda gli oneri sostenuti per l'incentivazione del personale (15 miliardi).
Nel corso del biennio 1994-1995 il personale dipendente è stato incentivato dal dipartimento del territorio attraverso l'attuazione di quattro progetti finalizzati in via prioritaria al recupero di atti arretrati.
Per il periodo 1997-1999, il dipartimento del territorio ha preventivato un importo complessivo di lire 242 miliardi 300 milioni, di cui lire 168 miliardi 200 milioni relativi agli investimenti da effettuare tramite Sogei e lire 74 miliardi 100 milioni concernenti costi che il dipartimento intende sostenere direttamente.
Per quanto concerne in particolare i costi che il dipartimento ha in programma di sostenere attraverso la Sogei (168 miliardi 200 milioni), gli investimenti riguardano

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il ricambio di una parte delle attrezzature esistenti (47 miliardi); la manutenzione delle suddette attrezzatura (28 miliardi); l'«attrezzaggio» dei locali degli uffici (6 miliardi 200 milioni).
La quota residua è destinata allo sviluppo delle procedure (40 miliardi) ed a servizi di acquisizione dati della cartografia e delle planimetrie della provincia di Milano (34 miliardi).
È stato inoltre programmato un apposito atto esecutivo con la Sogei per il completamento della informatizzazione delle planimetrie urbane e della determinazione delle consistenze, anche per le unità immobiliari urbane non trattate negli appalti dell'amministrazione, per un importo preventivo di 13 miliardi di lire.
Per quanto riguarda, invece, i costi che il dipartimento del territorio ha in programma di sostenere direttamente per il completamento di attività già avviate (circa 74 miliardi) sono state individuate risorse necessarie per il completamento degli archivi informatizzati delle planimetrie per circa ulteriori 39 miliardi 900 milioni.
Un'altra attività prevista è quella relativa al parziale recupero dell'arretrato attraverso l'attivazione di un apposito progetto per lavori socialmente utili che, con una spesa di circa 16 miliardi 700 milioni, consentirà attraverso l'impiego a tempo parziale di lavoratori disoccupati di lunga durata di attribuire la rendita a due milioni di unità immobiliari urbane.
Inoltre, nel piano triennale 1997-1999 per l'informatica della pubblica amministrazione è stata prevista una spesa di un miliardo e mezzo di lire per lo studio di fattibilità e per la realizzazione dei prototipi del sistema di comunicazione di dati territoriali basato sulla rete unitaria della pubblica amministrazione; 16 miliardi di lire per la realizzazione della piattaforma del sistema interscambio «catasto-comuni» e l'adeguamento delle procedure gestionali proprie del dipartimento.
Il dipartimento del territorio ha precisato che gli atti di spesa, già sottoposti a molteplici organi di controllo, sono accessibili a chiunque ne abbia legittima facoltà o interesse.
Per quanto concerne le iniziative legislative assunte dal Ministero delle finanze circa il coinvolgimento dei comuni nella complessa revisione del catasto, anche al fine di uniformare il trattamento tributario nei confronti dei contribuenti, si fa presente che nel predetto articolo 3, comma 154, della legge 23 dicembre 1996, n.662, è stato inoltre previsto, al fine dell'aggiornamento del catasto e della sua gestione unitaria con province e comuni, l'attribuzione ai comuni medesimi di competenze in ordine alla articolazione del territorio comunale in microzone omogenee, secondo criteri generali uniformi, nonché l'intervento dei comuni nel procedimento di determinazione nelle tariffe d'estimo nell'ambito di conferenze di servizio indette in applicazione dell'articolo 14 della legge 7 agosto 1990, n.241.
Infine si evidenzia che i programmi da attuare e le spese da affrontare potranno essere approfonditamente riesaminati alla luce di quanto risulterà alla conclusione dei lavori della predetta commissione presieduta da chi vi parla.
In merito al quesito di cui al punto 3, riguardante eventuali consulenze ed apporti di cui si sia avvalsa la Sogei nonché i rapporti contrattuali tra Ancitel e Sogei, quest'ultima società ha precisato che non si è mai avvalsa in passato, né si avvale della collaborazione del senatore Riccardo Triglia né di alcuna consulenza in materia catastale e che, inoltre, non sono mai esistiti né esistono rapporti commerciali o di qualunque altro tipo tra Ancitel e Sogei. L'amministratore delegato dell'Ancitel, dottor Melideo, ha confermato quanto sostenuto dalla Sogei precisando che tra le predette società esiste soltanto una collaborazione tecnica finalizzata al collegamento telematico tra l'anagrafe dei comuni e quella tributaria per l'attribuzione del codice fiscale-codice personale ai neonati.
In merito al quesito di cui al punto 4, riguardante il contratto stipulato dal Ministero dell'interno con l'Associazione nazionale

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comuni italiani per la fornitura di servizi ai comuni, il competente dicastero ha fatto pervenire le seguenti notizie.
L'articolo 15-ter del decreto-legge 28 dicembre 1989, n.415 (convertito con modificazioni dalla legge 28 febbraio 1990, n.38) ha previsto una spesa di lire 2 miliardi per l'anno 1990 e di un miliardo e mezzo per l'anno 1991 e successivi, per la realizzazione di un servizio informativo telematico fra i comuni e fra essi e il Ministero dell'interno.
Secondo tale disposizione la tipologia dei servizi da fornire doveva essere individuata congiuntamente dal Ministero dell'interno e dall'Associazione nazionale dei comuni italiani e che aveva già attivato una struttura operativa denominata Ancitel Spa, per offrire ai comuni un servizio telematico di collegamento tra le varie realtà locali. A tal fine il Ministero dell'interno ha rilevato che l'ANCI si dimostrò disponibile a realizzare il servizio attraverso la propria struttura operativa Ancitel, consentendo il colloquio telematico dell'amministrazione medesima con gli enti locali mediante l'accesso alle banche dati del ministero già operative. Ha inoltre precisato che l'attivazione del servizio informativo telematico ha comportato un onere una tantum di lire 640 milioni per la realizzazione di un apposito ambiente tecnologico di proprietà del Ministero dell'interno concesso in comodato gratuito all'ANCI per il periodo della durata della convenzione, nonché un onere annuo di lire 420 milioni corrisposti dall'associazione per la gestione del servizio.
In attuazione della disposizione è stata stipulata una convenzione tra il Ministero dell'interno e l'ANCI il 21 febbraio 1991, a seguito del parere favorevole, limitatamente al collegamento Videotel, espresso dal Consiglio di Stato il precedente 16 gennaio. Ciò in quanto l'unica rete telematica pubblica era allora il Videotel amministrato dalla SIP e dall'ANCI, che già aveva attivato, tramite la propria struttura organizzativa, un collegamento con i comuni tramite Videotel.
La convenzione è stata approvata con decreto del Ministero dell'interno del 25 febbraio 1991, registrato alla Corte dei conti il 20 aprile 1991. Relativamente alla durata della convenzione è stato precisato che essa aveva inizio il 1 marzo 1991 e termine il 30 aprile 1992, per complessivi quattordici mesi solari, di cui i primi due per la realizzazione degli impianti ed i successivi dodici mesi, di anno in anno fino ad un massimo di quattro volte consecutive, al fine di consentire la formazione delle professionalità del Ministero dell'interno necessarie alla successiva gestione diretta.
I decreti di rinnovo della convenzione sono stati emessi dal Ministero dell'interno attenendosi alla legislazione allora vigente in materia di proroga di contratti, sottoposti all'esame ed alla registrazione dell'organo di controllo.
Il 27 marzo 1996, poco prima della scadenza improrogabile (30 aprile 1996) della convenzione, per la indispensabile continuità della gestione del servizio è stata stipulata una nuova convenzione, con durata fino al 31 dicembre 1996. La scadenza della nuova convenzione ed i cambiamenti tecnologici degli ultimi anni hanno imposto il superamento del servizio informativo telematico tramite Videotel e la considerazione, da parte dell'amministrazione, di un sistema più avanzato ed in linea con i tempi.
Il Ministero dell'interno ha quindi dato corso alla realizzazione di un servizio telematico che utilizzi la rete e gli strumenti di diffusione di Internet. Ciò è stato possibile solo in quanto alla data del 1 luglio 1996 è stata installata, previo parere favorevole dell'Autorità per l'informatica della pubblica amministrazione - acquisito il parere favorevole del Consiglio di Stato - una nuova configurazione elettronica Siemens, che la direzione centrale per i servizi elettorali ha assunto in locazione dalla società Siemens Nixdorf informatica Spa.
È stata, conseguentemente, studiata una diversa strutturazione del servizio informativo telematico direttamente fornito

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dal Ministero dell'interno con la divulgazione dei dati di finanza locale mediante rete Internet.
Per consentire il servizio tramite Internet si è reso necessario realizzare un'apposita procedura per la divulgazione dei dati di finanza locale. La realizzazione è stata affidata dal Ministero dell'interno alla società Siemens Nixdorf informatica Spa, con contratto stipulato il 30 luglio 1996 e approvato con decreto in pari data, debitamente registrato dall'organo di controllo il 26 agosto 1996. La realizzazione della procedura è stata conclusa entro il 16 dicembre 1996 al fine di permettere la divulgazione dei dati Internet a far data dal 1 gennaio 1997.
Il Ministero dell'interno ha precisato che per la convenzione con l'Associazione nazionale comuni italiani sono state rispettate le norme vigenti in materia contrattuale e sono stati acquisiti preliminarmente i pareri del Consiglio di Stato e del comitato tecnico consultivo per la fornitura di beni e servizi agli uffici della amministrazione civile dell'interno (istituito con l'articolo 83 del decreto del Presidente della Repubblica 7 agosto 1992, n.417).
La realizzazione e l'entrata in funzione della procedura Internet alla data del 1 gennaio 1997 ha consentito un notevole risparmio di spese per l'amministrazione dell'interno, in quanto non si è resa necessaria la gestione del servizio appalto all'ANCI nonché la locazione di apparecchiature Videotel della Telecom Italia Spa.
Il servizio telematico con rete Internet è attualmente svolto dal Ministero dell'interno senza costi di gestione per lo Stato, in quanto al servizio sono addette professionalità dell'amministrazione medesima.
In conclusione, il Ministero dell'interno ha evidenziato che la scelta dei soggetti affidatari della fornitura dei servizi telematici è stata realizzata nel rigoroso rispetto di quanto previsto dalle norme che regolano la materia, e gli enti locali fruitori delle utenze sono stati tutelati proprio dal rapporto continuativo e di collaborazione intervenuto fra l'amministrazione e l'ANCI.
In riferimento al quesito di cui al punto 5, riguardante i rapporti tra ANCI ed Ancitel, l'amministratore delegato, dottor Nicola Melideo, più volte richiamato nel testo dell'interpellanza, ha riferito che l'Ancitel è una società per azioni controllata dall'ANCI al 52 per cento e partecipata da altri enti a capitale pubblico o svolgenti funzioni di pubblica utilità (48 per cento tra ISTAT, ACI, Cerved, Telecom, Insiel). Compito dell'Ancitel è quello di assicurare, d'intesa con l'ANCI, servizi ai comuni laddove l'ANCI stessa assicura la funzione di rappresentanza politica ed istituzionale. Di qui il nome della società e di qui, anche, l'identità dei vertici delle due realtà: il presidente dell'ANCI è, infatti, anche il rappresentante dell'Ancitel.
La precipua vocazione dell'Ancitel è quella di fornire servizi telematici (informazioni, accessi a banche dati, possibilità di operare scambi informativi a distanza con altre pubbliche amministrazioni). L'Ancitel collabora, per assicurare servizi ai 3.500 comuni abbonati (con una popolazione complessiva che supera i 40 milioni), con i Ministeri dell'interno, dei trasporti, delle finanze, con il PRA, con l'ISTAT, oltre che con regioni e province. I proventi dell'Ancitel derivano, per la quasi totalità, da servizi resi ai comuni. Essi sono stati, nel 1995, di poco oltre i 13 miliardi per un numero di fatture emesse superiore alle 14 mila unità. L'Ancitel non ha mai goduto di finanziamenti pubblici a fondo perduto o agevolati. La politica di bilancio della società non ha l'obiettivo di massimizzare gli utili ma la partecipazione possibile dei comuni nella fruizione dei servizi offerti. Gli utili, perseguiti come indicatore di buona gestione, vengono sistematicamente reinvestiti.
Per sviluppare ulteriori servizi a favore dei comuni, l'Ancitel aveva contribuito alla predisposizione di una convenzione (marzo 1996) tra il Ministero delle finanze-dipartimento del territorio e ANCI, finalizzata al recupero dell'arretrato documentale

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del catasto, al suo allineamento con la realtà dei fatti e, quindi, alla connessione telematica tra catasto e comuni. Tuttavia, insediatosi il Governo e quindi l'attuale ministro, si è ritenuto non utile procedere alla stipula di detta convenzione.
Quanto alle considerazioni fatte su singole persone, il dottor Melideo ha precisato che egli è amministratore della società dall'inizio della sua attività (marzo 1988) in quanto designato da tutti gli azionisti della società. Essendosi da allora l'Ancitel distinta per rigore gestionale, capacità di tener ben distinti i livelli politico e finanziario, risposta puntuale alle esigenze dei comuni, gli azionisti non hanno ritenuto, sinora, di dover cambiare l'amministratore delegato. Per quanto concerne Arturo Bianco, ha chiarito che questi ricopre un ruolo eminentemente tecnico, in quanto responsabile di alcuni servizi; che è in Ancitel da prima che suo fratello Enzo, l'attuale presidente dell'ANCI e di Ancitel stessa, fosse eletto sindaco e, quindi, da molto prima che si potesse pensare a lui come presidente dell'ANCI e di Ancitel.
Infine, per quanto riguarda Fabio Melilli, ha fatto presente che questi dopo un lungo impegno professionale in Ancitel, dove ha curato lo sviluppo di servizi a forte valenza istituzionale (servizi di consulenza on line, supporti nella gestione della finanza locale, eccetera), è stato considerato dai soci dell'ANCI come il candidato più adatto a ricoprire la funzione di direttore dell'associazione. Egli è stato perciò distaccato da Ancitel in ANCI e, secondo le pratiche di buona amministrazione, il suo costo viene scaricato da Ancitel su ANCI. Inoltre, nessun legame gerarchico o di altra natura lega Fabio Melilli ad Ancitel.

PRESIDENTE. L'onorevole Armani ha facoltà di replicare per la sua interpellanza n.2-00277.

PIETRO ARMANI. Ringrazio innanzitutto il sottosegretario per aver letto questo lungo trattato, che poi riesaminerò accuratamente negli atti per rispondere puntualmente, magari con altri atti di sindacato ispettivo, a quanto oggi rilevato. L'impressione che io ricavo da questa sua lunga lettura - dandogli atto anche dell'impegno profuso nel settore anche come presidente della commissione che pare debba completare i suoi lavori entro la fine di quest'anno - è che non si chiarisce il motivo per il quale la delega contenuta nella legge finanziaria del 1996 non sia stata applicata puntualmente. Il problema, infatti, ancora esiste, non è stato risolto, anche se è stato affrontato con ulteriori strumenti approfonditi che sono ancora in corso di realizzazione.
Vorrei ricordare al sottosegretario quel celebre giornale satirico Il Travaso, nel quale vi era la vignetta della cosiddetta vedova scaltra. La vedova scaltra faceva sempre affermazioni estreme, impossibili da realizzare per poter poi raccogliersi accanto all'anima benedetta del marito defunto. Non vorrei che la vicenda del catasto italiano, quindi anche del rapporto tra gli interventi del Ministero delle finanze in questo campo ed i comuni che dovrebbero partecipare attivamente ed essere anche avviati a gestire in maniera appunto attiva e con capacità proprie tale settore, fosse simile a quella della vedova scaltra, cioè venisse rinviata nel tempo indefinitamente e non venisse mai risolta.
Al di là di questo aspetto, mi riservo di verificare più compiutamente il testo da lei letto per trovare eventualmente altre forme di sindacato ispettivo.
Per quanto riguarda i rapporti dell'ex senatore Triglia, ho informazioni che smentiscono quello che il sottosegretario ha affermato. Mi risulta infatti che in passato sia stato consulente della Sogei e che, fra l'altro, figuri tra coloro che hanno preparato lo studio per la commissione Gallo da cui poi sono derivati quegli interventi tra i quali quella specie di mostro fiscale, l'IRAP, della quale, come membro della Commissione dei trenta, dovrò occuparmi forse nei prossimi mesi.
Mi ritengo, dunque, in parte insoddisfatto, riservandomi ulteriori interventi


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dopo aver letto la lunga relazione del sottosegretario, che comunque ringrazio.

PRESIDENTE. Segue l'interrogazione Bova n.3-00792 (Nomina dei dirigenti degli uffici del territorio) (vedi l'allegato A).
Il sottosegretario di Stato per le finanze ha facoltà di rispondere.

PIERLUIGI CASTELLANI, Sottosegretario di Stato per le finanze. Con l'interrogazione in esame gli onorevoli interroganti chiedono chiarimenti in ordine ai criteri di individuazione delle sedi degli uffici unici del territorio, lamentando in particolare l'inosservanza di disposizioni direttive nella scelta dei titolari dei citati uffici, che sarebbe stata effettuata senza tener conto dei previsti criteri di rotazione del personale.
Risulta al riguardo che, con provvedimenti del 9 maggio 1996, quindi emessi antecedentemente alla data di insediamento dell'attuale Governo (17 maggio 1996), sono stati nominati alcuni titolari reggenti di uffici unici del territorio, la cui attivazione appariva più semplice con riferimento alle problematiche di ordine logistico esistenti in ogni città a causa della necessità di provvedere alla riunione in un'unica sede di preesistenti uffici: l'ufficio tecnico erariale, la conservatoria dei registri immobiliari, la sezione staccata del territorio.
Il competente dipartimento ha pertanto ritenuto opportuno, nella fattispecie, prescindere dall'attuare con immediatezza i previsti turn over, in quanto la loro applicazione si sarebbe riflessa negativamente se posta in essere in concomitanza con una fase delicata come quella dell'attivazione degli uffici unici. Il predetto dipartimento ha tenuto conto delle difficoltà che si sarebbero verificate nell'affidare i suddetti incarichi a dirigenti o reggenti provenienti da sedi diverse, i quali pertanto non avrebbero avuto alcuna conoscenza del personale e della realtà in cui sarebbero andati ad operare.
Risulta inoltre che le suddette nomine siano state effettuate innanzitutto in considerazione di proposte formulate al riguardo dai competenti direttori compartimentali del territorio, che ben conoscono le singole realtà locali, ed in secondo luogo tenendo conto dell'anzianità in ruolo dei funzionari nonché dei risultati dagli stessi ottenuti nel corso dello svolgimento di precedenti incarichi.
Per quanto concerne il compartimento per le regioni Campania e Calabria, che in effetti risulta l'unico ufficio ad aver formulato le proprie proposte tenendo conto del criterio rotativo, non è stata ancora effettuata alcuna nomina. Al fine di garantire un criterio di massima trasparenza, il dipartimento del territorio ha assicurato che la predisposizione dei provvedimenti concernenti l'ulteriore nomina dei direttori degli uffici - come del resto ogni provvedimento di nomina - sarà in concreto effettuata mediante una diretta informativa a tutti gli interessati, ai sensi della legge 7 agosto 1990, n.241, per consentire loro di formulare le osservazioni ritenute utili ed opportune. In tale ottica, con nota del 4 aprile 1997, il predetto dipartimento ha comunicato a tutti gli uffici l'intendimento di procedere ad ulteriori nomine, tenendo conto del suddetto principio della rotazione, anche nei confronti dei dirigenti già nominati titolari di uffici del territorio. Ciò allo scopo di poter attuare gli obiettivi fissati con la direttiva generale per l'anno 1997, che prevede tra l'altro l'attivazione di ulteriori 35 uffici del territorio. Peraltro, è allo studio di un apposito gruppo di lavoro presso la direzione generale degli affari generali e del personale, al quale partecipa anche un rappresentante del dipartimento del territorio, l'individuazione dei criteri e delle modalità per l'affidamento, l'avvicendamento e la revoca degli incarichi dirigenziali sulla base di quanto disposto dall'articolo 22 del contratto collettivo nazionale relativo al personale con qualifica dirigenziale. Pertanto, le nomine dei titolari e reggenti degli uffici dovranno essere effettuati sulla base dei criteri ivi adottati. In ogni caso, il criterio di rotazione sarà attuato anche nei confronti di tutti quei funzionari che, sia pur già nominati titolari o reggenti di


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uffici del territorio attivati o da attivare, versino nelle condizioni di permanenza ultraquinquennale nella medesima sede.
Per quel che concerne infine la concessione degli incentivi previsti dall'articolo 3, commi 197, 198 e 199 della legge 28 dicembre 1995, n.549, e dalle direttive ministeriali nei confronti del personale dell'amministrazione finanziaria soggetto a rotazione, si assicura che saranno corrisposti agli interessati nelle indennità previste e che nei loro confronti si provvederà, in quanto possibile, alla concessione di alloggi demaniali o, comunque, appartenenti al patrimonio dello Stato, con carattere di priorità rispetto agli altri aventi diritto.

PRESIDENTE. L'onorevole Bova ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n.3-00792.

DOMENICO BOVA. Ringrazio il sottosegretario per la sua puntuale risposta di cui posso dichiararmi soddisfatto. Vorrei però svolgere molto brevemente alcune considerazioni.
Prendo atto degli impegni che si assumono per quanto riguarda gli incentivi al personale, che mi paiono abbastanza opportuni. Peraltro, anche se il sottosegretario ha sostenuto che i provvedimenti sono stati adottati precedentemente alla costituzione del Governo Prodi, ritengo valido comunque il principio della continuità amministrativa che non ci esime dal fare rilievi su alcune questioni che sono state poste.
Nella mia interrogazione ho chiesto di conoscere i motivi per i quali nel dipartimento delle regioni Calabria e Campania si è assunto il principio della rotazione degli incarichi e si è avviata questa iniziativa, mentre, per quanto riguarda i diciassette uffici, su cento, che sono stati attivati l'importante principio della rotazione non è stato applicato, con funzionari dirigenti che ricoprono gli incarichi da più di cinque anni. Voglio citare al sottosegretario semplicemente per memoria gli uffici dei territori di Verona, Trento, Vercelli, Ancona, Macerata, Modena, Foggia e Sassari.
La risposta del sottosegretario ci tranquillizza perché, in pratica, ci viene detto che sarà attivato tutto un meccanismo per cui nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, quando la riforma entrerà a regime, saremo messi nelle condizioni di correggere gli errori che sono stati compiuti. Concludo quindi dichiarandomi, come ho anticipato, soddisfatto per la risposta del sottosegretario, auspicando che le indicazioni oggi fornite trovino attuazione in futuro.

PRESIDENTE. Segue l'interrogazione Balocchi n.3-00967 (Destinazione del contributo ai partiti ed ai movimenti politici nel modello 730) (vedi l'allegato A).
Il sottosegretario di Stato per le finanze ha facoltà di rispondere.

PIERLUIGI CASTELLANI, Sottosegretario di Stato per le finanze. Con l'interrogazione al nostro esame i presentatori hanno chiesto di conoscere quali iniziative siano state adottate al fine di consentire ai contribuenti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi avvalendosi del modello 730 di esercitare la scelta per la destinazione del 4 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche al finanziamento dei movimenti o partiti politici secondo la previsione della legge 2 gennaio 1997, n.2. Al riguardo, si osserva che l'articolo 1, comma 2, della suddetta legge n.2 del 1997 aveva previsto che i termini e le modalità per l'applicazione delle nuove disposizioni in materia di finanziamento ai partiti o movimenti politici dovevano essere regolamentati con atto da emanarsi entro 30 giorni dall'entrata in vigore - il 23 gennaio 1997 - della stessa legge, vale a dire entro il 23 febbraio 1997. A tal fine, con decreto del 13 febbraio, in particolare all'articolo 4, sono state disciplinate le suddette modalità per l'esercizio da parte dei contribuenti della destinazione del 4 per mille allo stesso finanziamento, prevedendo per l'effettuazione della scelta un'apposita scheda da allegare al modello di dichiarazione ovvero da inviare separatamente all'amministrazione finanziaria in caso di


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esonero dall'obbligo di presentazione della dichiarazione stessa.
Quindi, con nota del 24 febbraio 1997, il dipartimento delle entrate del Ministero delle finanze richiese al provveditorato generale dello Stato e al poligrafico e zecca dello Stato la stampa delle suddette schede in numero pari a quello già previsto per il modello 730, vale a dire in 9 milioni 600 mila esemplari, dando al contempo istruzione affinché il piano di ripartizione delle schede avvenisse secondo le stesse modalità e la medesima capillare distribuzione adottate per il modello di dichiarazione dei redditi. Inoltre, si rappresenta che, al fine di pubblicizzare quanto più possibile la facoltà di finanziamento di cui trattasi presso i contribuenti, i centri autorizzati di assistenza fiscale, nonché i sostituti di imposta che prestano direttamente assistenza fiscale ai propri dipendenti, tale innovazione è stata illustrata sia dalla circolare 26 marzo 1997, n.91/E, del dipartimento delle entrate sia dalla guida del contribuente n.10, pubblicate in data 28 febbraio 1997 a cura dell'ufficio per l'informazione del contribuente del Ministero delle finanze.
Peraltro, si segnala che l'amministrazione finanziaria ha incontrato più volte i tesorieri dei partiti e movimenti politici, al fine di fornire adeguate informazioni in ordine allo stato di attuazione delle nuove disposizioni inerenti al suddetto finanziamento. In occasione poi della presentazione della dichiarazione dei redditi, il Ministero delle finanze ha diramato un comunicato in data 17 giugno 1997, ampiamente ripreso dalla stampa nazionale, con il quale ha fornito ulteriori dettagliate istruzioni in merito alle modalità per usufruire della scelta di destinazione del 4 per mille dell'IRPEF al finanziamento dei movimenti o partiti politici. Da ultimo, nel corso dell'esame da parte del Senato della Repubblica del disegno di legge di conversione del decreto-legge 27 giugno 1997, n.185, recante differimento del termine per il versamento dei tributi relativi alle dichiarazioni di successione (atto Senato n.2582), è stato approvato un emendamento volto a prorogare al 31 dicembre 1997 il termine per effettuare la scelta relativamente all'anno 1997 del finanziamento in questione. Attualmente tale provvedimento si trova all'esame della Commissione finanze della Camera.

PRESIDENTE. L'onorevole Balocchi ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n.3-00967.

MAURIZIO BALOCCHI. Mi dichiaro parzialmente insoddisfatto per una motivazione che è emersa anche dalla risposta del sottosegretario. A proposito dei modelli, il sottosegretario Castellani si è riferito alla scheda da allegare al modello 730. La scelta che i cittadini avrebbero dovuto e potuto fare non riguardava solo i 9 milioni e 600 mila copie per il modello 730, ma avrebbe dovuto riguardare anche i modelli 101 e 201, e soprattutto gli oltre 12 milioni di schede necessarie per il modello 740.
È vero che, a seguito dell'approvazione da parte del Senato (penso nella giornata di oggi, essendo l'argomento in discussione stamattina), vi è forse la possibilità di rimediare, ed è altresì vero che la stampa ne ha parlato, ma ciò è avvenuto alla fine di maggio. Il quotidiano la Repubblica, infatti, il 28 maggio scorso ha pubblicato un articolo in cui si intervistava Massimo Teodori, il quale, pur essendo un ex politico e quindi una persona non del tutto digiuna della materia, riferiva una grossa panzana in merito alla legge, affermando che i movimenti politici non avessero interesse alla liberalizzazione dei versamenti in quanto questi avrebbero contribuito alla diminuzione del quorum del pacchetto del 4 per mille. Leggo testualmente l'intervista: «Anche la legge attuale garantisce le cosiddette erogazioni liberali, ma solo a parole, di fatto le disincentiva. Il partito che ottiene un contributo privato deve rinunciare per una cifra corrispondente al finanziamento pubblico e non ha quindi alcun interesse a cercarsi finanziatori tra i cittadini e le società». Questa era, il 28 maggio, l'informazione che circolava in Italia.
Abbiamo cercato di rimediare anche perché, per consentire al cittadino di


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scegliere, bisogna prima portare a sua conoscenza l'esistenza della legge.
Rivolgo un invito al sottosegretario per le finanze: se sono stati stampate solo 9 milioni 600 mila copie, bisogna provvedere a stamparne delle altre, perché la difficoltà che abbiamo lamentato il 2 aprile per iscritto, con l'adesione di tutti i partiti rappresentati in quest'aula, era quella di trovare materialmente le schede. Occorre, oltre tutto, tenere presente che ormai la stragrande maggioranza dei 740 viene compilata meccanicamente e nessun software in Italia aveva il collegamento con la scheda del PC740 posto su un unico foglio, contrariamente a quanto avviene per le firme dell'8 per mille.
Speriamo di poter rimediare alla situazione di confusione che c'è stata fino ad adesso.

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