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La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata concernenti la vicenda dell'arresto e del successivo proscioglimento dei membri della giunta della regione Abruzzo, le iniziative del Governo in merito al caso Parenti-Boccassini e gli orientamenti in materia di misure alternative alla detenzione e di dismissione di strutture penitenziarie situate in aree naturali protette.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, il 29 settembre 1992 l'intero governo della regione Abruzzo venne arrestato. Il presidente della Giunta e gli assessori furono trascinati via in manette. Recentissimamente la Cassazione ha prosciolto tutti gli indagati.
PRESIDENTE. Il ministro di grazia e giustizia, professor Flick, ha facoltà di rispondere.
GIOVANNI MARIA FLICK, Ministro di grazia e giustizia. La Corte di cassazione il 26 giugno 1997 ha pronunciato sentenza di annullamento della sentenza di secondo grado. Come è noto e come è ricordato nella premessa dell'interrogante, vi era stata una condanna in primo grado, confermata in grado di appello, con concessione della sospensione condizionale della pena.
PRESIDENTE. La ringrazio, signor ministro.
CARLO GIOVANARDI. Rimane il fatto che con una sorta di colpo di Stato venne azzerato un governo regolarmente in carica. Rimane il fatto che gli indagati per abuso d'ufficio (perché questa era poi rimasta come imputazione) sono stati distrutti dal punto di vista politico, familiare, professionale; che giornali come la Repubblica non hanno pubblicato una riga della sentenza della Cassazione, non hanno informato la gente di quello che è successo, e quindi per via giudiziaria si è svolta una vera rivoluzione politica, proprio attraverso il meccanismo degli arresti.
PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Carmelo Carrara n.3-01347.
CARMELO CARRARA. Signor Presidente, signor ministro, i fatti di Genova e Milano, che a vario titolo hanno coinvolto l'onorevole Tiziana Parenti ed il pubblico ministero Ilda Boccassini, ma anche, attraverso la sua ennesima esternazione, il procuratore della Repubblica di Milano, dottor Borrelli, hanno sicuramente minato la fiducia dei cittadini nei confronti della giustizia, ma hanno reso ancor di più inattendibili le nostre istituzioni.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Carrara.
GIOVANNI MARIA FLICK, Ministro di grazia e giustizia. Dei fatti riportati nell'interrogazione ho avuto notizia dalla stampa di sabato e domenica. Appena si è delineato il quadro, nella mattina di lunedì 7 ho chiesto all'ispettorato di acquisire presso le procure generali delle corti d'appello e nel rispetto del segreto investigativo tutti gli elementi possibili sulle vicende riportate dalla stampa con ogni possibile urgenza, sia per rispondere al sindacato ispettivo, sia per esercitare i poteri di mia competenza. Ho trasmesso anche all'ispettorato le denunce presentate all'autorità giudiziaria dall'onorevole Parenti il 28 giugno ed il 7 luglio ed inviatemi da essa nel pomeriggio del 7 luglio. Nella mattinata di oggi ho appreso dagli uffici ministeriali che le procure generali stanno cominciando a rispondere: alcuni elementi di risposta stanno pervenendo.
PRESIDENTE. L'onorevole Carrara ha facoltà di replicare.
CARMELO CARRARA. Signor ministro, mi dichiaro parzialmente soddisfatto, perché non le si chiedeva in questo momento di sostituire la procura di Brescia, né tanto meno di incarnare un certo giustizialismo. Le si chiedeva soltanto di fare maggiore uso del potere ispettivo e soprattutto di ridare tranquillità alle nostre istituzioni, evitando il dilagare del fenomeno di manipolazione delle notizie, anche attraverso i media, che non soltanto operano una distorsione della verità, ma interferiscono pesantemente anche nei confronti della giurisdizione.
PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Donato n.3-01348 (vedi l'allegato A).
DONATO BRUNO. Signor Presidente, innanzitutto voglio esprimere solidarietà alla collega Parenti a nome del gruppo di forza Italia (Applausi dei deputati dei gruppi di forza Italia e di alleanza nazionale). Mi auguro che lo stesso sentimento sia condiviso da tutta l'Assemblea. La collega Parenti è vittima di insinuazioni e di manovre tendenti a screditarla, nella sua funzione di parlamentare, e nella sua dignità.
PRESIDENTE. Il ministro di grazia e giustizia, professor Flick, ha facoltà di rispondere.
GIOVANNI MARIA FLICK, Ministro di grazia e giustizia. Come ho già risposto all'onorevole Carrara in riferimento alla domanda posta dagli onorevoli interroganti, le denunce dell'onorevole Parenti, datate 28 giugno e 7 luglio ed indirizzate alla procura della Repubblica presso il tribunale di Brescia, mi sono pervenute il 7 luglio pomeriggio quando avevo già dato disposizioni all'ispettorato del Ministero di acquisire con urgenza, presso le procure generali competenti, ogni notizia utile in merito. Questo è l'accertamento che ho compiuto prima di tali denunce, che ho trasmesso subito, anche esse, all'ispettorato, perché ne tenesse conto nella richiesta di notizie.
PRESIDENTE. L'onorevole Donato Bruno ha facoltà di replicare.
DONATO BRUNO. Signor ministro, la sua risposta purtroppo non è soddisfacente. Mi sarei aspettato una risposta più esaustiva.
PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Selva n.3-01349 (vedi l'allegato A).
GUSTAVO SELVA. Provo da deputato lo stesso disagio del cittadino comune a seguire il caso che i giornali definiscono Parenti-Boccassini. Però, è il caso di una giustizia che rivela, in certe procure, la patologia della dipendenza dalle dichiarazioni ancora una volta di un pentito. E la gente si chiede: quale credibilità hanno le gravi affermazioni del pentito Angelo Veronese? È possibile che la dottoressa Ilda Boccassini abbia offerto al pentito mezzo miliardo perché mettesse nei guai, con la storia di cocaina, l'onorevole Tiziana Parenti, alla quale esprimiamo la nostra solidarietà? È possibile che la procura di Genova abbia informato quella di Milano perché potesse predisporre la difesa della dottoressa Boccassini (che difatti dal pool «Mani pulite» di Milano è totale, perché il procuratore capo Borrelli esclude perfino l'incontro tra il pentito e la dottoressa Boccassini...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Selva.
GIOVANNI MARIA FLICK, Ministro di grazia e giustizia. Rispondo agli onorevoli interroganti anche su delega del Presidente del Consiglio dei ministri.
PRESIDENTE. L'onorevole Cola ha facoltà di replicare.
SERGIO COLA. Anch'io non posso che dichiararmi parzialmente soddisfatto.
PRESIDENTE. Passiamo alla interrogazione Meloni n.3-01350 (vedi l'allegato A).
GIOVANNI MELONI. Non c'è dubbio che le notizie divulgate, in questi giorni, dalla stampa circa indagini che coinvolgono esponenti dell'arma dei carabinieri, nonché magistrati ed ex magistrati della procura di Milano hanno creato certamente un allarme assai forte tra i cittadini. Credo che tale allarme sia accresciuto molto dal fatto che vengono contemporaneamente riportate intercettazioni telefoniche che dovrebbero risultare coperte da segreto istruttorio, e per di più nasce il sospetto, la sensazione, che tutto ciò sia finalizzato a gettare discredito su settori della magistratura che sono fortemente, e non da oggi, impegnati sul versante delle indagini contro la corruzione.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Meloni. Il ministro di grazia e giustizia, professor Flick, ha facoltà di rispondere.
GIOVANNI MARIA FLICK, Ministro di grazia e giustizia. Ho già confermato nelle mie precedenti risposte l'intendimento fermo e rigoroso del Governo e mio personale di assumere ogni iniziativa di mia competenza in un rispetto altrettanto rigoroso dell'indipendenza, dell'autonomia della magistratura e segnatamente dell'autonomia delle indagini giudiziali.
PRESIDENTE. L'onorevole Meloni ha facoltà di replicare.
GIOVANNI MELONI. Signor ministro, mi ritengo solo parzialmente soddisfatto perché, se apprezzo gli intenti che ella ha esposto in risposta alla mia interrogazione e a quelle precedenti, trattandosi di intenti condivisibili, peraltro mi sembra che la situazione che si è venuta a creare sia tale da richiedere un'azione del Governo che quanto meno dovrebbe essere più rapida e tempestiva.
PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Carotti n.3-01351 (vedi l'allegato A).
PIETRO CAROTTI. Signor Presidente, signor ministro, come a lei è sicuramente noto, sono all'esame dell'Assemblea e delle Commissioni parlamentari alcuni decisivi provvedimenti che riguardano il riordino della funzione del sistema sanzionatorio. È in atto un tormentato ripensamento sulla rigidità della pena tradizionale e la scelta delle misure alternative è ormai in avanzatissima fase di esame da parte della Commissione competente.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Carotti.
GIOVANNI MARIA FLICK, Ministro di grazia e giustizia. In sintonia con gli orientamenti legislativi del Parlamento e del Governo in materia di misure alternative, abbiamo inserito nel cosiddetto provvedimento Simeone e Saraceni finanziamenti relativi all'assunzione di 684 assistenti sociali e di 140 operatori amministrativi per garantire il concreto funzionamento del cosiddetto sistema extramurario che deve far fronte alle misure alternative, che sono notevolmente accresciute e che ci auguriamo vengano accresciute sempre di più.
PRESIDENTE. L'onorevole Carotti ha facoltà di replicare.
PIETRO CAROTTI. Mi dichiaro soddisfatto dell'articolata ed impegnativa risposta che il ministro Flick ha dato al Parlamento. Debbo segnalare che è consapevolezza della Commissione, alla quale appartengo e che ha istituito i due Comitati a cui si è fatto riferimento, che la giustizia non può esaurirsi con la soluzione del problema statistico del passaggio in giudicato delle sentenze per poi affidare al cosiddetto braccio secolare la fase esecutiva, che finisce per essere qualcosa di distaccato e di avulso dalla società civile.
PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Mussi n.3-01352 (vedi l'allegato A).
FABIO MUSSI. Come è noto, la legge prevede la dismissione degli istituti penitenziari di Pianosa e dell'Asinara entro il 31 ottobre di quest'anno, tuttavia il legislatore, come si evince chiaramente leggendo attentamente il testo della legge e la discussione che l'ha accompagnato, mirava sostanzialmente al carattere di massima sicurezza delle carceri localizzate su queste isole.
PRESIDENTE. Il ministro di grazia e giustizia, professor Flick, ha facoltà di rispondere.
GIOVANNI MARIA FLICK, Ministro di grazia e giustizia. Gli incontri che abbiamo avuto sabato a Pianosa con gli esponenti delle realtà locali e domenica all'Asinara, sempre con gli esponenti delle realtà locali (comuni, provincia e regione), con la differenza che a Pianosa abbiamo incontrato anche i rappresentanti del parco dell'arcipelago toscano, mirano proprio ad attuare quella fantasia e quella progettualità essenziali per una modifica del sistema penitenziario. L'amministrazione è vincolata a dismettere le strutture di massima sicurezza contenute nel carcere di Pianosa e dell'Asinara per consentirne una restituzione ed una fruizione alle popolazioni locali.
PRESIDENTE. L'onorevole Mussi ha facoltà di replicare.
FABIO MUSSI. Per uno di quei paradossi di cui è gremita la vita, una delle istituzioni meno naturali che esistono ha
PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Manca n.3-01353 (vedi l'allegato A).
PAOLO MANCA. Signor ministro, il prossimo 30 ottobre è prevista la chiusura delle carceri dell'Asinara, di Pianosa e di Gorgona e la conseguente riapertura delle stesse isole al turismo ed ai cittadini tutti. Il Governo avrebbe deciso in proposito di riutilizzare gli impianti e le strutture esistenti sulle isole, prevedendo un impiego, per i detenuti a bassa pericolosità, nel campo probabilmente della tutela ambientale e del turismo.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Manca.
GIOVANNI MARIA FLICK, Ministro di grazia e giustizia. Purtroppo, le agenzie di stampa non hanno dato lo stesso rilievo a ciò che si è verificato domenica all'Asinara. In tale occasione, facendo seguito alla conferenza dei servizi già avviata e che avrà luogo nella sua successiva edizione nel settembre prossimo, si è svolto un incontro con tutti i rappresentanti delle realtà locali, perché il Ministero di grazia e giustizia non intende chiedere, ma eventualmente offrire, la possibilità di concorrere ad una utilizzazione di queste splendide «posizioni» sulla base delle richieste che verranno da parte delle comunità locali, delle realtà e delle autorità ambientali. Intendiamo cioè offrire quel servizio di cui abbiamo discusso in sede di conferenza dei servizi e nell'incontro di domenica, direi con piena soddisfazione di tutti, al fine di contribuire - non già attraverso l'uso esclusivo delle isole a fini di detenzione, ma attraverso la presenza di strutture penitenziarie aperte sulle isole medesime - a realizzare sempre di più quell'integrazione tra realtà della pena o dei lavori socialmente utili e realtà del territorio e dell'ambiente. Questo mi sembra un traguardo estremamente ambizioso e una sfida che, con l'aiuto e la collaborazione determinante del Parlamento, vorrei contribuire a raggiungere per rendere il nostro sistema penale più umano.
PRESIDENTE. L'onorevole Manca ha facoltà di replicare.
PAOLO MANCA. Ringrazio il ministro per le precisazioni che ha fornito. Mi
PRESIDENTE. Non le resta, presidente Manca, che invitare il ministro Flick nel suo collegio, visto che è uno dei posti più belli d'Italia...!
Ricordo che, secondo lo schema procedurale sperimentale delineato nella Giunta per il regolamento, il presentatore di ciascuna interrogazione ha facoltà di esporla per non più di un minuto.
Il Governo risponderà immediatamente per non più di tre minuti.
Successivamente, l'interrogante, o altro deputato del medesimo gruppo, avrà la facoltà di dichiarare se sia soddisfatto della risposta del Governo per non più di due minuti.
Lo svolgimento delle interrogazioni è ripreso in diretta televisiva.
Cominciamo con l'interrogazione Giovanardi n.3-01346 (vedi l'allegato A).
L'onorevole Giovanardi ha facoltà di parlare.
La stampa nazionale - ho qui il quotidiano La Repubblica - per giorni e giorni enfatizzò l'episodio che finì anche
sul New York Times e sul Washington Post: l'Abruzzo divenne una regione corrotta e così i cristiano democratici.
Ora sappiamo che gli arresti erano assolutamente ingiustificati, che non esisteva il reato. Nel frattempo è cambiato anche il colore politico di quella regione. Noi chiediamo cosa possa fare il ministro perché non si ripetano vicende di questo tipo e quali responsabilità vi siano state perché per via giudiziaria e - lo ripeto - con una campagna di stampa forsennata un intero governo fu spazzato via.
La Cassazione ha pronunciato annullamento della sentenza di secondo grado nei confronti di tutti gli imputati, limitatamente al reato di abuso di ufficio loro ascritto, con rinvio per nuovo giudizio alla Corte di appello di Roma. Ha rigettato nel resto il ricorso del presidente della Giunta, confermando la condanna per falso in atto pubblico.
Non è stata ancora depositata la motivazione della sentenza della Cassazione. Non conoscendola, non posso dire se in essa, come è stato sostenuto, sia stato effettivamente affermato il proscioglimento perché il fatto non è stato riconosciuto come reato. Non sono in grado di informare sui motivi che hanno portato alla decisione. Soprattutto non posso ancora interloquire su un processo che, allo stato, risulta in corso davanti al giudice di rinvio.
Sono bene consapevole che durante le indagini preliminari undici indagati vennero arrestati dal 30 settembre e poi rimessi in libertà tra il 2 e il 25 ottobre.
Riguardo all'applicazione della custodia cautelare in carcere, non mi consta che vi sia stato ricorso al tribunale del riesame o pronuncia della Cassazione sul punto. Anche su questo, quindi, formulare un giudizio di giustificazione, o meno, di quella custodia cautelare, o un giudizio sulla possibilità di ricorrere al riconoscimento di un'equa riparazione per ingiusta detenzione, allo stato non mi è ancora possibile.
Ne faccio riserva esplicita ma, indipendentemente da ciò, mentre ricordo che il Parlamento nel discutere in questi giorni della riforma dell'abuso di ufficio ha escluso la possibilità dell'applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, voglio ricordare il fermo convincimento, che traggo dai principi costituzionali e dalle norme vigenti in tema di libertà personale, secondo cui la privazione della libertà personale ai fini del processo dovrebbe essere veramente indispensabile e rimedio estremo, non essendo ammissibile una custodia cautelare che funga da una sorta di espiazione anticipata di pena o un utilizzo di essa ai fini di indurre la persona a confessare. Questo Parlamento ha già fatto molto quando ha ribadito solennemente questi principi con la legge 8 agosto 1995, n.332.
Per quanto riguarda, infine, il fenomeno della spettacolarizzazione e la pubblicità data all'esecuzione della custodia cautelare in carcere, non posso che unirmi alle voci di più ferma condanna per questa forma di malcostume, che non è tollerabile in un ordinamento civile, perché è lesiva della dignità umana.
Per vero, il tempo, il luogo, i modi e le circostanze dell'arresto non sono disposti dall'autorità giudiziaria, ma dagli organi di polizia delegati e vorrei solo ricordare che proprio l'8 aprile 1993, con circolare dell'allora ministro di grazia e giustizia, le autorità cui spetta procedere alle traduzioni sono state invitate al più scrupoloso rispetto delle norme che regolano la materia.
L'onorevole Giovanardi ha facoltà di replicare.
Ora io attenderò le motivazioni, e di nuovo chiederò al ministro un suo giudizio sull'accaduto, perché è evidente che qui siamo davanti ad avvenimenti che hanno «scaravoltato» la storia politica di una regione, che hanno avuto riflessi in tutto il mondo, e che alla fine sappiamo che sono stati costruiti sul nulla, cioè che quegli arresti erano assolutamente ingiustificati. Si tratta di ridare l'onore a persone ingiustamente accusate, si tratta di ridare l'onore a partiti ingiustamente infangati, ad una intera regione che venne messa sotto accusa davanti a tutto il mondo; ed oggi sappiamo che questo venne fatto ingiustamente.
Mi riservo quindi di dare un giudizio definitivo quando il ministro avrà raccolto ulteriori elementi (Applausi dei deputati dei gruppi gdel CCD e di forza Italia).
L'onorevole Carrara ha facoltà di parlare.
Gli interroganti in questo momento non vogliono e non possono schierarsi nei confronti di nessuno, ma nei confronti del popolo italiano sì; quel popolo che è disorientato rispetto anche ad una cattiva informazione, ad una controinformazione che ingenera una sfiducia nei confronti delle istituzioni stesse.
Il ministro in passato ha inviato a tutti gli organi di giustizia una lettera affinché si astenessero dal parlare dei procedimenti in corso ed anche dei fatti che riguardano esponenti...
Il ministro di grazia e giustizia, professor Flick, ha facoltà di rispondere.
Mi riservo all'esito degli accertamenti ogni valutazione di mia competenza. Devo ancora una volta rilevare che purtroppo apprendo notizie, che coinvolgono le condotte tenute da uffici giudiziari, dagli organi di informazione. Come ministro della giustizia, rispettoso del principio dell'indipendenza e dell'autonomia della
magistratura, non intendo interferire in alcun modo sugli accertamenti e sulle indagini di competenza dell'autorità giudiziaria, compresi quelli relativi alle denunce presentate dall'onorevole Parenti. Lo spazio riservato al mio intervento ispettivo e disciplinare è legato a fatti specifici ed è subordinato alle eventuali indagini penali.
Concordo pienamente con l'onorevole interrogante sul fatto che l'esasperazione della polemica e l'enfatizzazione non giovano certo alla credibilità della giustizia. Mi auguro, fermo restando l'accertamento delle eventuali responsabilità penali e disciplinari, che si ristabilisca un clima di serenità e di distensione. Ma al di là di tale auspicio, devo rilevare che a tal fine è indispensabile per il conseguimento di questo obiettivo l'approvazione di una serie di riforme che in parte abbiamo proposto al Governo, e in parte nascono dall'iniziativa parlamentare, per riaffermare regole più razionali, certe e trasparenti per il funzionamento della giurisdizione. Penso non solo ai disegni generali delle sezioni stralcio e del giudice unico, ma anche alle riforme in materia di collaboratori di giustizia e di intercettazioni ambientali, proprio per conseguire obiettivi di trasparenza nella gestione dei collaboratori e nella generalità dell'acquisizione delle notizie; penso ai moduli organizzativi degli uffici di procura che, senza ridurre l'indipendenza del singolo magistrato e la sua soggezione soltanto alla legge, accrescano la responsabilità ed il potere-dovere di vigilanza dei capi degli uffici.
Vi è una considerazione di fondo: purtroppo l'offensiva della criminalità organizzata e l'evoluzione tecnologica nello svolgimento di attività illecite hanno reso necessaria una serie di previsioni normative e di strumenti eccezionali che tali devono restare; penso, a titolo di esempio, alle operazioni di copertura.
Affinché questi siano resi praticamente ineludibili e siano riaffermati i principi di trasparenza e di legalità, mi permetto di sottolineare la necessità di arrivare ad un discorso globale sulla riforma della giustizia, che stiamo affrontando.
Chiediamo quindi una sollecitazione del potere ispettivo per ridare fiducia alle nostre istituzioni, credibilità agli organi di giustizia e per evitare manipolazioni dell'informazione, affinché quest'ultima, che ha un ruolo importantissimo nel paese, insieme alla giustizia possa essere o continuare ad essere un pilastro della civiltà civile (Applausi dei deputati dei gruppi misto-CDU e di forza Italia).
L'onorevole Donato Bruno ha facoltà di parlare.
L'interrogazione da me presentata mira a conoscere quali iniziative ella, signor ministro, intenda assumere nei confronti della dottoressa Boccassini, alla
luce dei fatti emersi in tutta la loro asprezza in questi giorni, e che hanno visto il collaborante Angelo Veronese oggetto di attenzione da parte della prima per tentare di infangare l'onorevole Parenti, e contestualmente nei confronti del dottor Borrelli, che risulta essere stato parte attiva, per sua stessa ammissione, in una serie di incroci telefonici tendenti a conoscere la posizione della stessa Boccassini (Applausi dei deputati del gruppo di forza Italia).
Non ravviso, per il solo fatto della presentazione di una denuncia o per il solo fatto di ricevere sollecitazioni di vario tipo, tramite gli organi di informazione, elementi che consentano allo stato di proporre iniziative disciplinari o per disporre ispezioni, in questo come in casi analoghi, e ciò per le ragioni che ho esposto rispondendo all'onorevole Carrara circa il rapporto esistente tra l'accertamento in sé delle indagini penali e l'accertamento in sede disciplinare. Quest'ultimo, infatti, non può sovrapporsi al primo.
Non appena avrò avuto le notizie che ho richiesto e che cominciano a pervenire, formulerò le mie valutazioni e decisioni, come ho sempre fatto finora, con le cinquanta inchieste e le sedici ispezioni mirate svolte dal maggio 1996, con le azioni disciplinari che ho esercitato e con la pressoché quotidiana acquisizione di notizie tramite gli uffici di gabinetto e l'ispettorato. Devo nel contempo ribadire, nel pieno rispetto della sovranità e dell'indipendenza del Parlamento e nella piena assunzione delle mie responsabilità e prerogative costituzionali, che non intendo esercitare le mie prerogative e le mie responsabilità sotto spinte polemiche contingenti, ma attraverso un vaglio rigoroso e documentale per l'accertamento dei fatti, con assoluta imparzialità e senza quello che taluno ha definito timore reverenziale (Applausi dei deputati del gruppo della sinistra democratica-l'Ulivo).
Purtroppo, devo prendere atto ancora una volta che si sta procedendo sulla strada del «doppiopesismo». A Roma, il dottor Coiro, il dottor Misiani e il dottor De Luca Comandini, per una informazione chiesta dal primo ai colleghi di Milano, hanno avuto le conseguenze a noi tutti note: allontanamento per altri incarichi, trasferimenti. A Milano, identici comportamenti sono stati da lei valutati in maniera oserei dire ossequiosa, ove l'«ossequiosità» è da intendersi, a mio giudizio, come una sorta di timore reverenziale.
Non disconosciamo che l'attività svolta dalla procura di Milano sia meritoria e meritevole, anche per il coraggio avuto in quel particolare momento e che ognuno di noi intende riconoscere. Ma laddove emergono usi distorti o, peggio ancora, abusi nell'applicazione della normativa processuale e sostanziale, ella, baluardo costituzionale, ha il diritto-dovere di intervenire con tutti gli idonei strumenti atti a ristabilire il principio di legalità, che il nostro paese attende con ansia.
Concludo, signor ministro, invitandola a svolgere le sue prerogative, sempre e nei confronti di chiunque. Poiché i fatti di questi giorni rappresentano l'epilogo di una lunga serie di tentativi destabilizzanti, che trovano l'opinione pubblica confusa e disarmata, tali fatti esigono un suo chiaro e netto intervento, senza timori. Accolga pertanto questa mia esortazione. Coraggio, signor ministro, i cittadini chiedono chiarezza, garanzie e giustizia: non deludiamoli! Forza Italia, sul raggiungimento di detti principi, la sosterrà, ma la avverseremo se vedremo una posizione ondivaga, o peggio ancora di appiattiamento (Applausi dei deputati del gruppo di forza Italia e di deputati del gruppo di alleanza nazionale).
L'onorevole Selva ha facoltà di parlare.
Il ministro di grazia e giustizia, professor Flick, ha facoltà di rispondere.
Proprio prendendo lo spunto dalla premessa dell'interrogazione, che fa riferimento alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, vorrei sottolineare che il Governo ha già affrontato il problema attraverso l'elaborazione di un disegno di legge per disciplinare l'utilizzo dei collaboratori di giustizia, in modo che ne venga garantita l'eccezionalità, l'attendibilità, la rilevanza. Vorrei rispettosamente sollecitare il Parlamento perché valuti l'opportunità di dare il massimo impulso alla discussione di quel disegno di legge, ovviamente con tutte le modiche che riterrà di apportare.
Per quanto riguarda i rapporti tra le due procure della Repubblica di Milano e di Genova, mi riporto a tutte le dichiarazioni che ho reso in precedenza ed all'acquisizione degli elementi che ho disposto non appena ho avuto la notizia dagli organi di stampa, con le conseguenti riserve per ogni valutazione e decisione.
Tanto vale, per quanto di mia competenza, anche con riferimento alla tutela del nome e del ruolo dell'Arma dei carabinieri, i cui meriti indiscussi e i cui servigi al paese, come quelli resi del pari dalla magistratura al paese, non possono essere certo messi in discussione da episodi specifici, ferma restando la necessità di far piena luce su questi ultimi e di valutare gli interventi necessari sul piano normativo.
Onorevoli deputati, non vi nascondo il mio personale disagio e quello che percepisco nell'opinione pubblica per vicende e dichiarazioni attribuite o rese da magistrati che riguardano - anche a prescindere da ipotesi di reato o disciplinari, inesistenti o da accertare - i rapporti tra magistrati e testimoni imputati, i rapporti tra gli stessi magistrati all'interno degli uffici giudiziari, i rapporti tra autorità giudiziaria e polizia giudiziaria.
Quando gli elementi raccolti dall'ispettorato e gli accertamenti in ambito processuale offriranno elementi sufficienti per le mie valutazioni non mancherò di esercitare le mie prerogative se ve ne sono
i presupposti, ma intendo riaffermare che la normalità giudiziaria perseguita dal Governo e dal ministro della giustizia è quella in cui l'adeguatezza delle norme, il livello delle responsabilità dei controlli siano tali da restituire un clima di fiducia e di serenità alla giustizia così da non rendere neppure ipotizzabile e tanto meno verosimile il coinvolgimento di magistrati in condotte con rilevanza disciplinare o addirittura penale.
Signor ministro, da lei ci saremmo aspettati un atto di coraggio e non dichiarazioni di intenti come è accaduto anche in precedenti occasioni, così come ci saremmo aspettati oggi - cosa che le chiediamo formalmente - uno screening, un monitoraggio sulle denunzie di calunnia fatte dai procuratori della Repubblica nei confronti di pentiti che, come Veronesi molto probabilmente hanno detto cose inesatte nei confronti dell'onorevole Parenti, e non si sa se anche nei confronti della dottoressa Boccassini.
Ci saremmo aspettati, in questa sede, un atto di coraggio preannunciando sin da ora la promozione di un'iniziativa disciplinare nei confronti di un procuratore della Repubblica che sembra essere intoccabile, il quale ha avuto lo stesso comportamento del dottor Coiro, nei cui confronti è stata promossa azione disciplinare con trasferimento ad altro ufficio. Purtroppo il dottor Coiro, ha subito le conseguenze di ciò che si è fatto nei suoi confronti; ora pare che questo comportamento appaia legittimo nei confronti del procuratore della Repubblica di Milano.
Per la verità, ci saremmo aspettati e ci aspettiamo dalla sua competenza un atto di coraggio all'esito delle indagini che lei andrà a svolgere, un'azione disciplinare nei confronti di chi ha operato valutazioni sulle dichiarazioni dei pentiti con un doppio «pesismo» eccezionale; ci aspettiamo un atto di coraggio nei confronti di colui che ha ritardato l'iscrizione nel registro generale degli indagati di un personaggio ancorché eccellente, che è stato chiamato in causa da un pentito.
Se lei non avrà questo atto di coraggio ci deluderà profondamente e - quel che più conta - solleverà una nebbia profonda che metterà in dubbio la democrazia e la libertà in Italia (Applausi dei deputati dei gruppi di alleanza nazionale, forza Italia e CCD-CDU).
L'onorevole Meloni ha facoltà di parlare.
Per questa ragione, signor ministro, vorremmo sapere quali misure intenda adottare il Governo affinché nel più rigoroso rispetto dell'autonomia della magistratura venga fatta sulla vicenda la chiarezza massima nel tempo più breve possibile, e venga assicurato soprattutto, quali che siano gli esiti che le indagini in corso avranno, che nessun rallentamento possano subire le inchieste in atto presso le procure e in particolare presso...
Sulle misure di carattere specifico cui ella, onorevole interrogante, si riferisce, rinvio alle mie precedenti risposte; in termini più generali ed in relazione all'allarme cui ella si richiama circa la divulgazione di intercettazioni telefoniche ambientali, e le conseguenti delegittimazioni, non posso che ricordare rispettosamente il disegno di legge presentato dal Governo lo scorso novembre per una più compiuta disciplina di esse.
Non posso infine non denunciare il rischio di una delegittimazione della magistratura che può nascere dal disorientamento ingenerato da vicende polemiche come quelle di questi giorni e dal rischio che esse vengano strumentalizzate.
È fermo intendimento del Governo fare tutto ciò che rientra nelle sue competenze per opporsi a ciò. Credo sia questo il vero coraggio che il Governo deve avere, anzi il vero dovere che il Governo deve compiere e che esso, mio tramite, intende compiere fino in fondo.
Se vengono divulgate intercettazioni come quelle che sono state rese note, considerato il contenuto delle stesse, a me sembra necessario che si conosca come ciò sia potuto avvenire. Se è stato violato il segreto istruttorio, bisogna sapere a che scopo ciò sia stato fatto. Da questo punto di vista credo che il Governo dovrebbe attivarsi maggiormente, non lasciando il campo alle decisioni che verranno prese dal Parlamento circa i provvedimenti di legge, ma operando immediatamente per riuscire a dare al paese la risposta che questo attende. È necessario agire in tal modo, perché la delegittimazione che può colpire la magistratura e che rischia di investire l'Arma dei carabinieri ed istituzioni fondamentali per il paese è un pericolo da sventare in tutti i modi.
Pertanto l'azione del Governo, signor ministro, sotto questo aspetto dovrebbe risultare subito, senza aspettare la discussione dei disegni di legge che sono all'attenzione delle Camere, maggiormente incisiva (Applausi dei deputati del gruppo di rifondazione comunista-progressisti).
L'onorevole Carotti ha facoltà di parlare.
In tale codice culturale si iscrive una nuova e moderna lettura di collegamento tra la pena e il progetto di recupero sociale. Sono stati istituiti due comitati che devono accertare quale sia la dislocazione ed il trattamento all'interno degli istituti carcerari minorili e ordinari, per cui assume un'importanza non secondaria una scelta di distribuzione dei detenuti e di edilizia, soprattutto allo scopo di creare spazi di recupero culturale e di osmosi con il mondo esterno.
In questa realtà di grande attualità le chiedo quali siano le scelte di priorità del
suo Ministero, quali gli orientamenti, anche economici, al fine di dirottare una parte del capitolo del bilancio che miri un po'...
Il ministro di grazia e giustizia, professor Flick, ha facoltà di rispondere.
Quanto all'edilizia penitenziaria, sto predisponendo al fine di presentarlo al Consiglio dei ministri e quindi di sottoporlo rapidamente - come auspico - all'approvazione del Parlamento, un disegno di legge volto ad impiegare le risorse finanziarie e di bilancio ancora non utilizzate per la realizzazione delle tematiche dell'edilizia penitenziaria con particolare riferimento ai tossicodipendenti.
Intendiamo realizzare spazi e strutture alternative al normale circuito carcerario per agevolare il percorso del trattamento terapeutico finalizzato al reinserimento attraverso la realizzazione di una struttura penitenziaria destinata a raccogliere circa duecento soggetti tossicodipendenti in espiazione di pena dei distretti dell'Emilia-Romagna, della Lombardia e della Liguria, disposti a sottoscrivere un programma terapeutico e socioriabilitativo.
Un altro progetto sperimentale intendiamo affrontare con questo disegno di legge presso la terza casa circondariale di Rebibbia. Tutto ciò, oltre quanto dirò, nel rispondere ad interrogazioni successive, sulla posizione di Pianosa ed Asinara.
Nel settore minorile abbiamo predisposto, per la prossima finanziaria, la richiesta degli stanziamenti per la realizzazione di dieci centri destinati ad ospitare tutti i servizi necessari e ad attivare iniziative e programmi con finalità istituzionali di prevenzione e controllo.
Confido che il disegno di legge per l'impegno dei fondi globali concessi con la precedente legge finanziaria e gli stanziamenti che intendiamo chiedere nella prossima finanziaria possano varare concretamente quel programma di edilizia penitenziaria che deve inserirsi a pieno titolo nel discorso della riorganizzazione del sistema penitenziario nel quale confido moltissimo, affidandomi alle valutazioni che i Comitati istituiti presso la Commissione giustizia della Camera vorranno darmi.
La vera armonia tra un processo di cognizione e di esecuzione può misurare il grado di civiltà di un paese. Segnalo inoltre che, per quanto attiene alle scelte di edilizia penitenziaria ed apprezzando l'orientamento del ministero di tener conto del lavoro della Commissione e dei Comitati istituiti all'interno di essa, vi è un'opportunità legata al provvedimento all'esame del Senato nel quale, anche attraverso un po' di fantasia, si è cercato di scardinare il concetto di modulazione tradizionale della pena per arrivare a disegnare misure alternative. Vi è la necessità,
credo ormai ineludibile, di un'edilizia che tenga conto della differenziazione dell'esecuzione della pena rispetto a colui che è in carcerazione preventiva e rispetto a coloro i quali, attraverso l'utilizzazione dei benefici, sono portati ad avere un contatto stabile con il mondo esterno, che è poi il gradino di preparazione al reinserimento e al recupero sociale, cioè l'obiettivo fondamentale della pena (Applausi dei deputati del gruppo dei popolari e democratici-l'Ulivo).
L'onorevole Mussi ha facoltà di parlare.
Qualche giorno fa ho avuto occasione, in qualità di deputato di quel collegio, di partecipare ad un incontro a Pianosa al quale erano presenti il ministro, i rappresentanti dell'amministrazione penitenziaria nonché quelli delle autonomie locali e della regione. È stato un incontro molto interessante, nel corso del quale sono state espresse preoccupazioni nei confronti di un abbandono puro e semplice del carcere. So che il ministro ha avuto un analogo incontro all'Asinara.
Vorrei sapere se dopo tali incontri e la riflessione «sullo stato dell'arte» il ministro abbia tratto conclusioni operative.
L'amministrazione potrebbe procedere ad una dismissione completa, che peraltro viene paventata, perché si teme che ciò possa portare ad un degrado dell'ambiente che fino ad ora non si è verificato anche grazie alla presenza dell'insediamento carcerario. Mentre stiamo completando il trasferimento dei detenuti di massima sicurezza (il 41-bis: senza che ciò voglia assolutamente implicare un abbassamento della guardia rispetto a questa necessaria forma di custodia), stiamo verificando - ciò che aveva iniziato a fare il compianto dottor Michele Coiro - la possibilità di dar vita a strutture di carcere attenuato, di carcere a custodia più «leggera», di carcere «aperto», cioè di creare istituzioni penitenziarie che consentano di fare lavoro all'aperto, in raccordo con gli enti locali e di avviare detenuti a bassa pericolosità a forme lavorative di stretto contatto con la realtà ambientale, anche per un recupero di quest'ultima. Ciò consentirebbe di far permanere le strutture di sorveglianza esterna, che finora l'amministrazione ha approntato, e in qualche modo di costituire un ulteriore ostacolo al rischio di degrado di questi ambienti. Per far ciò sto verificando se occorrano interventi normativi o se sia sufficiente un'interpretazione della normativa vigente.
contribuito alla tutela della natura e dell'ambiente in due isole come l'Asinara e Pianosa, che rappresentano oggi due autentici gioielli ed un inestimabile patrimonio per il nostro paese.
Nel dichiararmi soddisfatto della risposta fornita dal ministro Flick, devo dire che noi condividiamo l'idea che ha voluto esprimere in questa sede come conclusione anche delle discussioni e degli incontri avuti recentissimamente a Pianosa e all'Asinara; mi riferisco all'idea del mantenimento di un presidio più leggero in tali località, collegato alla tutela dell'ambiente, e alla possibilità di una fruizione disciplinata di beni di così alto valore ambientale da parte dei cittadini. Immagino che il Governo possa procedere con gli strumenti che riterrà più opportuni e legittimi e penso che, se sarà possibile procedere nella direzione qui indicata dal ministro (verso la quale lo incoraggiamo), il Parlamento - credo - darà il proprio sostegno alla realizzazione di tale idea.
L'onorevole Manca ha facoltà di parlare.
Su questa ipotesi si è svolto un convegno a Pianosa che ha visto la partecipazione, tra gli altri, anche degli amministratori regionali della Toscana. In questa occasione sarebbe già stata prevista la costituzione di un gruppo di lavoro, coordinato dal sottosegretario Franco Corleone e dal vicepresidente della regione Toscana.
Secondo le agenzie di stampa, il Ministero di grazia e giustizia avrebbe precisato che la permanenza di strutture penitenziarie e il progetto di riutilizzo di detenuti a bassa pericolosità in iniziative di lavoro e di reinserimento sociale rientreranno nei programmi e nelle modalità stabilite dall'ente parco...
Il ministro di grazia e giustizia, professor Flick, ha facoltà di rispondere.
rimane tuttavia, signor ministro, una perplessità. Lei ha parlato dell'incontro all'Asinara con tutte le autorità locali della Sardegna. Modestamente rappresento le città di Sassari e Stintino, dove sono stato eletto, ma non sono stato invitato. Questo mi fa pensare che nel futuro quella speranza che abbiano noi sardi di avere importanza nelle decisioni che si prenderanno possa essere disattesa. Sappiamo che il dicastero che lei presiede è in buone mani e auspichiamo - e al momento opportuno lo chiederemo con forza - che nessuno di noi sardi venga messo da parte nelle decisioni che investono non solo l'isola, ma anche il personale della polizia penitenziaria, dei carabinieri, il turismo e tutto quello che a noi sardi sta veramente a cuore.
La ringrazio, signor ministro, per una futura, maggiore attenzione.
È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta fino alle ore 16.