La Camera,
impegna il Governo a riferire periodicamente e tempestivamente al Parlamento sugli sviluppi delle riflessioni della conferenza intergovernativa in merito alla riforma complessiva del trattato di Maastricht e ad attenersi alle specifiche indicazioni che il Parlamento vorrà formulare in merito;
La Camera,
impegna il Governo: a sostenere con determinazione la necessità di regolamentare le cooperazioni rafforzate e la flessibilità. L'esigenza di eliminare il potere di veto e di accrescere gli spazi del voto a maggioranza non deve, infatti, aprire il varco ad accordi tra un numero limitato di Stati e ad uno strisciante abbandono del principio di coesione, che ha rappresentato il punto di forza del processo di costruzione europea;
La Camera,
impegna il Governo
ad informare puntualmente e periodicamente il Parlamento sugli sviluppi della conferenza intergovernativa e ad uniformarsi alle indicazioni che il Parlamento vorrà impartire al riguardo;
La Camera,
impegna il Governo nell'ambito dei negoziati in corso presso la conferenza intergovernativa per la revisione del trattato di Maastricht e nell'ambito del processo costituente per l'unione economica e monetaria, a farsi promotore del processo di integrazione politica e sociale attraverso il perseguimento di obiettivi di sviluppo economico e sociale durevoli e sostenibili, ed in particolare attraverso:
Nella parte motiva, al quarto capoverso sostituire le parole: un riequilibrio tra la dimensione monetaria e la dimensione politica dell'Unione europea con le seguenti: ad una subordinazione della dimensione monetarista a quella politica dell'Unione europea
Nella parte dispositiva, al secondo capoverso, premettere le parole: a sostenere la necessità che l'Unione Europea, partendo e prendendo atto delle posizioni espresse da importanti ed autorevoli Governi europei, secondo cui i criteri di adesione alla moneta unica sono sempre
Nella parte dispositiva, sostituire il quarto capoverso con il seguente:
considerato che:
la conferenza intergovernativa dell'Unione europea, i cui lavori sono iniziati il 29 marzo 1996 in concomitanza con il Consiglio europeo straordinario di Torino, si pone come obiettivo la modifica del trattato dell'Unione europea, firmato a Maastricht il 7 febbraio 1992;
tra i temi al centro dei negoziati in sede di conferenza intergovernativa rientrano argomenti essenziali quali: le disposizioni in materia di politica estera e di sicurezza comune; l'individuazione di una politica comune di difesa; il funzionamento efficiente dei meccanismi e degli organi comunitari; l'ordine gerarchico e la semplificazione degli atti giuridici; la cittadinanza dell'Unione; gli strumenti al servizio dell'Unione europea; la riforma complessiva delle istituzioni, con particolare riguardo alla ponderazione dei voti ed alla maggioranza qualificata; il principio delle «cooperazioni rinforzate»;
le materie oggetto del processo di revisione del trattato hanno, anche per il consolidarsi del principio della primazia istituzionale dell'Unione europea, obiettiva rilevanza costituzionale;
il Parlamento, in quanto titolare della potestà costituente, non può rimanere estraneo ad un processo deliberativo che incide anche sugli equilibri costituzionali interni, né può limitarsi ad un intervento di carattere puramente formale, ratificando «in blocco» un testo nei confronti del quale non ha avuto nemmeno la possibilità di esercitare un'attività d'indirizzo;
in altri Stati membri (Finlandia, Francia, Belgio, Regno Unito) sono state sperimentate formule incisive di cooperazione tra governo e assemblee legislative in materia di informazione e di consultazione sull'andamento dei lavori della conferenza intergovernativa;
contestualmente alla revisione del trattato, è in corso, nel nostro Paese, una revisione costituzionale;
in ragione della rilevanza materialmente costituzionale delle disposizioni del trattato attualmente in corso di revisione, i due processi di trasformazione, europeo e nazionale, sono suscettibili di interagire e vanno dunque coordinati, anche al fine di mantenere la dovuta consapevolezza del processo di riequilibrio delle sovranità nazionali;
a garantire un puntuale recepimento di tali indicazioni, anche in vista della conclusione dei negoziati della conferenza intergovernativa.
(1-00160) «Fei, Guarino, Bergamo, Nuccio Carrara, Dozzo, Evangelisti, Ferrari, Guidi, Landi, Losurdo, Lucchese, Paroli, Pezzoli, Poli Bortone, Polizzi,
Rodeghiero, Oreste Rossi, Russo, Saonara, Scarpa Bonazza Buora, Calzavara».
(19 maggio 1996)
premesso che:
la conferenza intergovernativa per la revisione del trattato di Maastricht, ormai giunta alla fase conclusiva, è stata avviata con l'obiettivo di introdurre profonde modifiche politico-istituzionali negli assetti che regolano l'Unione europea, secondo le indicazioni concordate nel consiglio europeo di Torino del 29 marzo 1996;
il dibattito svoltosi negli ultimi mesi ha fatto emergere una prevalente attenzione per temi estranei alla competenza della conferenza intergovernativa, come l'unione economica e monetaria e l'allargamento ad est della Nato, provocando, di fatto, un calo di tensione verso il processo di riforma in atto nell'Unione europea, come da ultimo ha dimostrato il consiglio straordinario di Noordwijk;
appare indispensabile che i processi di costruzione europea, in tutti i suoi aspetti, compresi quelli monetari e di sicurezza, siano governati da istituzioni forti e dotate di un alto grado di democrazia, al fine di assicurare uno sviluppo armonico ed equilibrato dei diversi settori in una cornice di solidità istituzionale in grado di affrontare i futuri allargamenti;
appare in particolare indispensabile, nella fase cruciale del negoziato in corso presso la conferenza intergovernativa, procedere ad un riequilibrio tra la dimensione monetaria e la dimensione politica dell'Unione europea, affinché la costruzione europea non si allontani da quei principi e da quegli ideali fondamentali che sono stati alla base dei trattati di Roma;
l'approssimarsi della chiusura dei negoziati richiede un'intensificazione dell'azione diplomatica affinché gli obiettivi della conferenza siano pienamente realizzati, rischiando altrimenti di non porre l'Unione europea in grado di affrontare efficacemente i prossimi allargamenti e, più in generale, gli sviluppi in atto nella realtà geopolitica mondiale;
ad agire per un rafforzamento delle istituzioni dell'Unione europea, in particolare per il rafforzamento del ruolo del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali, e per il miglioramento dei meccanismi decisionali, con la generalizzazione del voto a maggioranza nel funzionamento del Consiglio, salvo per limitate eccezioni a carattere istituzionale, e la sua estensione alle materie attinenti il secondo e il terzo pilastro;
ad operare per l'ampliamento della sfera dei diritti fondamentali e di non discriminazione dei cittadini dell'Unione ed a migliorarne la tutela, nonché a prevedere un aumento degli strumenti d'azione dell'Unione nei settori della sanità, della protezione del consumatore e della tutela ambientale;
a sostenere l'integrazione nel trattato delle tematiche sociali, prevedendo meccanismi ed azioni attraverso i quali l'Unione sia in grado di orientare e rafforzare le politiche degli Stati membri volte alla creazione di un elevato livello di occupazione;
a sostenere la progressiva comunitarizzazione delle competenze in materia di giustizia ed affari interni, in particolare per quanto attiene all'asilo, ai visti, all'immigrazione ed ai controlli alle frontiere
esterne, anche attraverso l'introduzione nel trattato delle disposizioni degli accordi di Schengen;
ad agire per la definizione di efficaci meccanismi per la politica estera e di sicurezza comune, come la creazione della figura di un rappresentante unitario dell'Unione, che garantiscano al tempo stesso il massimo coinvolgimento possibile della Commissione e del Parlamento, al fine di migliorare la proiezione esterna dell'Unione e la sua capacità di agire unitariamente sia nella costruzione dell'architettura della sicurezza europea sia nella risposta a situazioni di crisi.
(1-00163) «Occhetto, Ruberti, Cimadoro, Pezzoni, Danieli, Bartolich, Gambale, Leoni, Olivo, Lento, Saonara, Malentacchi, Ferrari, Bastianoni, Evangelisti, Brunetti, Giovanni Bianchi, Martino».
(28 maggio 1997)
visto che la conferenza intergovernativa dell'Unione europea per la revisione del trattato di Maastricht, iniziata nel marzo del 1996, è arrivata ad una fase decisiva;
considerata la straordinaria importanza e valenza politico-costituzionale dei temi oggetto dei negoziati in sede di conferenza intergovernativa che caratterizzeranno profondamente la vita futura dell'Europa unita e quindi dei singoli paesi membri dell'Unione europea;
rilevato che, in considerazione della decisiva importanza degli argomenti in discussione, il Parlamento deve essere coinvolto nel processo di modifica del trattato di Maastricht;
visto che, se è vero che l'unione dell'Europa non è solo un fatto monetario ed economico, ma è anche e soprattutto un fatto politico, e che è quindi in quella direzione che dobbiamo far convergere i nostri sforzi, è altresì vero che l'unione economica e monetaria costituisce parte irrinunciabile della costruzione europea;
a non abbandonare, date le difficoltà dell'ultima fase del processo di unificazione monetaria, l'obiettivo della moneta europea, nè tantomeno a rinunziare a perseguire l'obiettivo dei risanamento finanziario;
ad adoperarsi affinchè la moneta comune sia moneta di tutta l'Europa e costituisca un fattore di unificazione e non di divisione fra i paesi membri;
a far sì che la moneta europea dia credibili garanzie di stabilità e che a tal fine la Banca centrale europea sia sottoposta a regole predeterminate di condotta monetaria tali da garantire una gestione stabile della moneta comune e, inoltre, sia tenuta a presentare ai Parlamenti nazionali ed al Parlamento europeo gli obiettivi di crescita monetaria per ogni triennio, e a sottoporli alla loro verifica annuale;
ad adoperarsi affinchè le politiche di risanamento finanziario vengano perseguite ad un livello più basso di spesa pubblica e di fiscalità, in modo da assicurare la ripresa dello sviluppo e dell'occupazione.
(1-00168) «Pisanu, Martino, Vito, Rivolta, Giannattasio, Bergamo, Scarpa Bonazza Buora, Niccolini, Aprea».
(10 giugno 1997)
premesso che:
l'attuale fase di conclusione dei lavori della conferenza intergovernativa per la revisione del trattato di Maastricht
richiede un'intensificazione dei negoziati per la definizione dei futuri obiettivi del Trattato e in tale contesto risulta di particolare importanza un'azione dell'Italia volta ad assicurare la piena realizzazione delle finalità della conferenza e quelle della realizzazione di un'Europa politica, sociale e sostenibile;
il trattato di Maastricht considera fra gli obiettivi primari dell'Unione «un progresso economico e sociale equilibrato e sostenibile», ponendo dunque sullo stesso piano il progresso economico e quello sociale ed individuando nello sviluppo sostenibile la chiave di volta per «organizzare in modo coerente e solidale le relazioni tra gli Stati Membri e tra i loro popoli», e cioè per un'Europa dei cittadini;
la creazione di «un'unione sempre più stretta tra i popoli dell'Europa, in cui le decisioni siano prese il più possibile vicino ai cittadini», richiede la realizzazione di politiche sociali comuni, ed in particolare un riequilibrio tra la dimensione economica e monetaria e la dimensione politica e sociale europea;
la tutela dell'ambiente costituisce un presupposto imprescindibile nell'attuazione di tutte le politiche comunitarie e il perseguimento di uno sviluppo economico e sociale durevole e sostenibile costituisce fattore di coesione economica e politica nonché di stabilità sociale, e quindi elemento fondamentale del processo costituente l'unione economica, politica e sociale;
la necessità di colmare il deficit democratico dovuto all'attuale mancanza di equilibrio tra ampliamento delle competenze dell'Unione e poteri delle sue istituzioni democratiche rende indispensabile un rafforzamento delle sue istituzioni, ed in particolare del Parlamento europeo, quale espressione della legittimità democratica dei cittadini dell'Unione;
la dichiarazione ed il programma di lavoro adottati nel corso della conferenza di Barcellona stabiliscono la cooperazione tra l'Unione europea e i paesi terzi del bacino del Mediterraneo nei settori della politica e della sicurezza, economico-finanziario e nei settori sociale, culturale ed umano;
il Consiglio europeo, in occasione del vertice di Dublino del dicembre 1996, nell'ambito dell'attuazione dell'accordo raggiunto sul patto di stabilità e crescita, invita gli Stati membri, nella figura del Consiglio dei Ministri economico-finanziari, ad assumere impegni per una stretta applicazione del trattato e delle disposizioni giuridiche sulla stabilità di bilancio;
a) l'inserimento nel trattato di disposizioni relative al perseguimento di obiettivi e di indirizzi di sviluppo sostenibile, come indicati dal «libro bianco» Delors del 1994;
b) la promozione di un rafforzamento delle istituzioni europee per l'avvio di un vero processo costituente di un Europa politica mediante:
il conferimento delle competenze nelle materie relative al secondo ed al terzo pilastro alle istituzioni comunitarie;
la previsione di meccanismi decisionali che consentano una rinnovata capacità di funzionamento delle istituzioni dell'Unione, necessaria in un'Europa tendenzialmente in crescita;
un potenziamento del ruolo del Parlamento europeo nell'attività legislativa comunitaria quale cardine della legittimità democratica dell'Unione;
un piano per l'occupazione ed il lavoro, con particolare attenzione alle opportunità offerte da una combinazione ottimale tra risorse ambientali, tecnologie pulite, fiscalità ecologica, spostamento di investimenti e consumi verso modelli sostenibili;
l'effettiva applicazione dei diritti dei cittadini europei al fine di creare uno spazio di libertà e di sicurezza comune nel quale la tutela di tali diritti possa essere valorizzata;
l'adozione, nell'ambito degli accordi raggiunti sul patto di stabilità e crescita al vertice europeo di Dublino, di politiche economiche volte alla effettiva realizzazione del mercato interno, con particolare riguardo alla politica fiscale, al diritto societario, alle biotecnologie ed all'ambiente, settori nei quali l'azione comunitaria risulta incompleta, non essendo stata ancora raggiunta una linea di azione comune;
l'attuazione delle strategie strutturali del mercato del lavoro concordate al vertice europeo di Essen, al fine di rendere i sistemi di sicurezza sociale in vigore più idonei a prevenire la disoccupazione e ad incentivare il reinserimento dei disoccupati nel mondo del lavoro;
il perseguimento della politica del mainstreaming, favorendo cioè la promozione delle pari opportunità tra donne e uomini nella politica e nelle azioni a tutti i livelli, instaurando una condivisione equilibrata delle responsabilità, sviluppando e sostenendo azioni specifiche di riduzione delle disparità attualmente esistenti per quanto concerne l'accesso al mercato del lavoro, il livello di formazione, la partecipazione ai processi decisionali, come la destinazione di una maggiore quota prevista dai fondi strutturali per gli interventi in tale settore;
il sostegno alle iniziative, già in atto, per l'approvazione di un cambiamento della definizione degli animali da «prodotti agricoli» a «esseri senzienti»;
la valorizzazione dei beni culturali e ambientali, attraverso una politica di promozione del turismo culturale e la previsione di programmi di sostegno per le iniziative volte alla diffusione ed alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale;
la promozione, nell'ambito della politica di cooperazione euromediterranea, del dialogo con i paesi terzi del bacino del Mediterraneo, al fine della creazione di una zona di libero scambio basata sul rispetto dei principi democratici, dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, quale condizione essenziale per un futuro di pace, di democrazia e di sviluppo economico e sociale;
una politica estera e di sicurezza comune dell'Unione europea per un rilancio del processo di integrazione politica e sociale nell'Unione.
(1-00169) «De Benetti, Leccese, Paissan, Galletti, Cento, Gardiol, Dalla Chiesa, Procacci, Scalia, Turroni».
(10 giugno 1997)
n.1
Giordano, Diliberto, Mantovani.
più chiaramente ed evidentemente dettati dalle scelte politiche, possa annoverare al suo interno tutti quei Paesi che ne abbiano fatto o ne facciano richiesta, a cominciare da quelli che per la loro storia, la loro importanza strategica, economica e sociale, la loro stessa posizione geografica, sono perni imprescindibili di qualsiasi costruzione comunitaria credibile e duratura, e quindi
n.2
Giordano, Diliberto, Grimaldi, Mantovani.
a favorire e a sostenere il superamento del principio del patto di stabilità così come oggi è inteso, in modo da superare le visioni e i forti condizionamenti monetaristici nei confronti dei Paesi e dei Governi della quasi totalità della Unione Europea che impediscono oggettivamente ad essi di progettare e praticare politiche sociali e per il lavoro ed invece a lavorare alla costruzione di un governo reale e democratico dell'economia da parte dei Paesi della Comunità che, attraverso politiche sociali e sforzi comuni, in un quadro di solidarietà e di cooperazione, possa affrontare e avviare a soluzione a livello europeo i problemi della disoccupazione soprattutto giovanile che ha raggiunto, anche nei paesi a cosiddetta "economia forte", livelli pericolosi ed inaccettabili, operando, innanzitutto, sulla lotta all'evasione fiscale, leva decisiva in tutta l'Europa per liberare risorse da destinare allo sviluppo e alla occupazione; un governo reale dell'economia che infine si ponga nella lotta alla disoccupazione e alla evasione, obiettivi concreti e definiti da raggungere anno per anno e annualmente verificabili.
n.3
Giordano, Diliberto, Grimaldi, Mantovani.