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PRESIDENTE. Poiché il disegno di legge consta di un articolo unico, si procederà direttamente alla votazione finale.
TERESIO DELFINO. Signor Presidente, mi permetto innanzitutto di sollevare una questione proprio in relazione all'esame degli ordini del giorno. La questione nasce da una mancata informazione alla Commissione, e comunque qui in Assemblea, da parte del Governo circa il deposito di una relazione tecnica, prevista dal comma 2 dell'articolo 11-ter della legge di bilancio, sul comma 3-bis del maxiemendamento in riferimento al pagamento delle pensioni, conseguente alla sentenza della Corte. Siccome lei ha giustamente rilevato - come abbiamo potuto ascoltare e leggere - che esiste l'esigenza, nell'ambito dei provvedimenti economici, di garantire il rispetto delle indicazioni attinenti ai parametri di Maastricht, riteniamo di dover denunciare in aula la mancata disponibilità della relazione tecnica. Ciò al di là delle affermazioni, pur autorevoli, del sottosegretario Macciotta, il quale ha dichiarato che le modifiche recate dall'emendamento comportano una piena autocompensazione, salvaguardando dunque gli effetti del testo originario. Riteniamo infatti che nel quadro del gioco democratico il rispetto formale della norma della legge di bilancio consenta anche ad ogni deputato di valutare in modo adeguato ed approfondito la corrispondenza di una dichiarazione (non me ne voglia il sottosegretario Macciotta). Abbiamo riscontrato molte volte che le relazioni del Servizio bilancio della Camera erano difformi dalle indicazioni del Governo. Credo quindi che su tale questione le regole debbano valere per tutti, per l'opposizione ma soprattutto per il Governo. Quest'ultimo, infatti, ha nelle sue mani gli strumenti per operare, mentre l'opposizione non è messa in grado di assolvere all'impegno di una puntuale verifica delle cifre e delle quantità finanziarie che il Governo espone.
FRANCO FRATTINI. Signor Presidente, abbiamo presentato un ordine del giorno, recante anche la mia firma, che parte da una premessa, ossia che ormai l'obiettivo del raggiungimento degli indici e dei parametri che consentirebbero - e che noi auspichiamo consentano - l'ingresso dell'Italia nel primo gruppo dei paesi che realizzeranno l'unità monetaria in Europa è assolutamente indifferibile.
ADRIANA POLI BORTONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Poli Bortone. Mi scusi, avevo capito male?
ADRIANA POLI BORTONE. No, Presidente, lei ha capito benissimo che voglio parlare. Ma non so quando e in che sede posso farlo, per contestare l'inammissibilità del mio ordine del giorno n. 9/3489/15. Me lo dica lei.
PRESIDENTE. Se vuole, lo faccia adesso.
ADRIANA POLI BORTONE. L'intervento del collega Vito, Presidente, ha messo a fuoco un problema veramente importantissimo.
PRESIDENTE. L'onorevole Bono ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3489/4.
NICOLA BONO. Presidente, insieme ad alcuni colleghi del gruppo di alleanza nazionale ho presentato l'ordine del giorno n.9/3489/4, che è sintomatico del modo in cui si opera all'interno di questa Camera e dell'atteggiamento del Governo nei confronti delle decisioni del Parlamento.
PRESIDENTE. L'onorevole Sanza ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n.9/3489/10.
ANGELO SANZA. Signor Presidente, sappiamo tutti che il TFR e la relativa anticipazione ai dipendenti è uno strumento indispensabile per favorire investimenti nel settore abitativo ed a questo fa riferimento l'ordine del giorno n.9/3489/10 da me presentato insieme con altri colleghi. A tale riguardo, alla luce del provvedimento che è stato approvato, vorremmo sollecitare il Governo a prevedere, nell'ambito delle linee guida del DPEF 1998-2000, concrete misure in favore dell'edilizia abitativa, in particolare la riduzione dell'IVA al 4 per cento per i lavori di ristrutturazione e l'elevazione fino a 7 milioni dei limiti attuali delle detrazioni fiscali per i mutui ipotecari accesi per l'acquisto, la costruzione e la ristrutturazione delle abitazioni.
PRESIDENTE. L'onorevole Tassone ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n.9/3489/13.
MARIO TASSONE. Prima di illustrare gli altri ordini del giorno presentati dal mio gruppo, desidero fare riferimento all'intervento dell'onorevole Sanza, perché ritengo che ci siano dei fatti nuovi: qualche momento fa l'onorevole Visco, ministro delle finanze, avrebbe comunicato uno sgravio fiscale per quanto riguarda i lavori di ristrutturazione edilizia. Credo che questa dichiarazione vada nella direzione auspicata dalle richieste formulate nel nostro ordine del giorno. Però, ovviamente, vorremmo sapere dal ministro Visco quali siano gli impegni precisi che intende assumere, perché per tenere tranquilli gli inquilini e soprattutto gli operatori di questo settore in un momento delicato e difficile come questo non bastano le dichiarazioni.
PRESIDENTE. L'onorevole Marinacci ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n.9/3489/11.
NICANDRO MARINACCI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, dopo aver ascoltato l'intervento dell'onorevole Tassone, che condivido totalmente, mi limiterò a ribadire solo alcuni aspetti, illustrando l'ordine del giorno n.9/3489/11 presentato insieme con i colleghi del CDU.
PRESIDENTE. L'onorevole Ostillio ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n.9/3489/6.
MASSIMO OSTILLIO. Signor Presidente, intervengo per illustrare l'ordine del giorno, di cui sono il primo firmatario e che reca la firma anche dei colleghi Fabris, Manzione e Divella.
PRESIDENTE. Onorevole Bagliani, credo che lei abbia chiesto di parlare per dichiarazione di voto; non avendo infatti la lega presentato ordini del giorno non può intervenire per illustrarli; può però dichiarare il suo voto sugli stessi subito dopo che il Governo avrà espresso il parere.
GIORGIO BOGI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Per quanto riguarda l'ordine del giorno Berlusconi ed altri n.9/3489/2, prescindendo dalla premessa, che è stata qui illustrata dal collega Frattini, le interpretazioni da lui date sugli indicatori economico-finanziari riportati certamente non sono da noi condivisibili.
PRESIDENTE. Chiedo al sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione economica di esprimere il parere del Governo sull'ordine del giorno Parrelli ed altri n.9/3489/3.
GIORGIO MACCIOTTA, Sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione economica. Questo ordine del giorno pone un problema che il Governo aveva esaminato in relazione ad un emendamento che era stato presentato dai colleghi firmatari dell'ordine del giorno stesso.
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Macciotta, ma vorrei chiedere all'onorevole Ostillio se, dopo il parere da lei espresso, mantenga il primo capoverso del suo ordine del giorno.
MASSIMO OSTILLIO. Signor Presidente, se il Governo accoglie gli altri punti dell'ordine del giorno non come raccomandazione ma come impegno, ritiro il primo capoverso, altrimenti insisto.
PRESIDENTE. No, onorevole Ostillio, poiché il Governo li accoglie come raccomandazione, debbo ritenere che lei insista anche sul primo capoverso.
GIORGIO MACCIOTTA, Sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione economica. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Testa ed altri n.9/3489/7. Per quanto riguarda l'ordine del giorno Boghetta n.9/3489/8, il Governo ritiene che esso si riferisca ad altro disegno di legge, e cioè al disegno di legge n.2796, e ritiene che in sede di esame di quest'ultimo il rappresentante del Governo competente in materia potrà assumere gli impegni relativi.
PRESIDENTE. Prego il sottosegretario di Stato per le finanze di esprimere il parere del Governo sull'ordine del giorno Bono ed altri n.9/3489/4, vertente su materia di competenza del Ministero delle finanze.
GIANNI MARONGIU, Sottosegretario di Stato per le finanze. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ricordo che per dare attuazione agli ordini del giorno approvati nell'ottobre 1996 presso il Ministero delle finanze è stata istituita una commissione volta a dettare alcune norme nuove del processo tributario.
PRESIDENTE. Onorevole Bono, accede alla riformulazione proposta dal Governo?
NICOLA BONO. Signor Presidente, è la prima volta che il Governo chiede la cancellazione di valutazioni di ordine politico. Tra l'altro, otto mesi di ritardo non possono essere giustificati in maniera così elegante. Tuttavia, poiché a noi interessa l'affermazione del principio, prendiamo atto delle affermazioni del sottosegretario, che peraltro fanno il paio con l'impegno che aveva assunto il 16 ottobre di fare tutto entro dicembre; siamo arrivati a maggio e credo che il Governo abbia qualche piccola responsabilità.
PRESIDENTE. Sarà competenza delle commissioni tributarie.
NICOLA BONO. Accogliamo dunque l'invito del Governo a sopprimere le due frasi indicate ma sull'argomento torneremo con maggiore determinazione e con idee più bellicose se, entro un mese, ciò non avverrà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Chiedo di parlare per una precisazione.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Quando si parlò, nella seduta cui si riferiva l'onorevole Bono, di questo argomento, la fretta come sempre fu cattiva consigliera perché, come ricorderà il rappresentante del Governo, ci fu un evidente errore di scrittura, al punto tale che nella parte dispositiva avrebbe dovuto essere previsto il riferimento a commissioni distaccate regionali nelle città non capoluogo di provincia ma sede di tribunale. Vorrei dunque che rimanesse agli atti, come cofirmatario dell'ordine del giorno in questione, a quale testo si fa riferimento, cioè al testo corretto che abbiamo tempestivamente depositato presso la Presidenza. Vorremmo che questo impegno fosse esplicitato. Poiché il rappresentante del Governo si è riferito al testo stampato, vorremmo che fosse chiaro che il sottosegretario Marongiu ha fatto riferimento al testo corretto, il che comporta l'impegno anche in riferimento alle sezioni distaccate della commissione provinciale nelle città non capoluogo di provincia ove hanno però sede tribunali.
PRESIDENTE. Onorevole Marongiu, le stanno consegnando il testo contenente la correzione, in modo che possa confrontarlo con quello precedente.
GIANNI MARONGIU, Sottosegretario di Stato per le finanze. A condizione, naturalmente, che questo non sia inteso come un automatismo, perché noi non abbiamo intenzione di rompere l'unità della giurisprudenza, che deve rimanere unitaria sia a livello regionale sia a livello provinciale; a condizione altresì che vi siano le giustificazioni nel lavoro esistente e siano rispettate le compatibilità di bilancio, non abbiamo nulla in contrario ad accogliere questa modifica.
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Marongiu.
ENNIO PARRELLI. Sì, Presidente, insistiamo per la votazione del nostro ordine del giorno.
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Parrelli.
MASSIMO OSTILLIO. Poiché il Governo ha espresso due pareri diversi non accettando il primo capoverso del dispositivo e accettando come raccomandazione
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Ostillio.
LUCIO TESTA. Non insistiamo, Presidente.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Cherchi ed altri n.9/3489/16 se insistano per la votazione.
SALVATORE CHERCHI. Non insistiamo, Presidente.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Pistone ed altri n.9/3489/14 se insistano per la votazione.
GABRIELLA PISTONE. Non insistiamo, Presidente.
UGO BOGHETTA. Chiedo di parlare per una precisazione.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
UGO BOGHETTA. Volevo segnalare che per un errore il numero dell'atto Camera al quale fa riferimento il mio ordine del giorno n.9/3489/8 non è stato riportato correttamente, nel senso che il documento da me presentato si riferisce al disegno di legge n.3489 e non al n.2796.
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo intende aggiungere qualche cosa?
GIORGIO MACCIOTTA, Sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione economica. Il Governo, prendendo atto dell'esistenza di un errore nel testo dell'ordine del giorno, non può fare altro che confermare che è stata fatta una riduzione e che, nel quadro dell'uso delle risorse, le Ferrovie dello Stato - che sono una Spa - indicheranno come utilizzarle.
PRESIDENTE. Onorevole Boghetta, a questo punto insiste per la votazione del suo ordine del giorno n.9/3489/8?
UGO BOGHETTA. Sì, Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per una ulteriore precisazione.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
UGO BOGHETTA. Vorrei precisare che il contratto di servizio e di programma viene stipulato fra il Governo e le Ferrovie dello Stato. Quindi, il Parlamento deve dare una indicazione al Governo riguardo a quali tagli di spesa apportare. Quest'ultima non è pertanto un'autonoma decisione delle Ferrovie, ma una realtà che implica un rapporto tra queste ultime ed il Governo!
PRESIDENTE. Questa ulteriore precisazione non modifica il parere del Governo?
GIORGIO MACCIOTTA, Sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione economica. No, Presidente.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Teresio Delfino ed altri n.9/3489/9 se insistano per la votazione.
TERESIO DELFINO. Sì, Presidente, insistiamo per la votazione.
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Teresio Delfino.
ANGELO SANZA. Sì, Presidente, insistiamo per la votazione del nostro ordine del giorno.
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Sanza.
NICANDRO MARINACCI. Sì, Presidente, insistiamo per la votazione.
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Marinacci.
LUCA VOLONTÈ. Sì, Presidente, insistiamo per la votazione.
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Volontè.
LUCA BAGLIANI. Presidente, la situazione è la seguente: la corsa al massacro verso la depressione, verso i sacrifici inutili imposti dalle cure draconiane e folli adottate per riallineare la «barca» che sta affondando, i conti pubblici che non tornano, i costi di un'entrata senza indugi nel club dei «mammasantissimi», virtuosi salvatori della patria altrui (vedi l'Albania), ma dimentichi della propria o, peggio, finalmente quelli del mancato ingresso in Europa, l'Europa del lavoro, dei controlli alle frontiere contro un'indiscriminata immigrazione dei nullafacenti, delle prostitute albanesi, dei senzatetto, che vede e giudica il Governo italiano. Dall'altra parte l'Italia dei burocrati e dei Banchi di Napoli, Sicilia e Roma; l'Italia dei politici corrotti e riciclati, senza alcuna competenza economica, senza una visione politica programmatica e strutturale che dia un senso alle cose più semplici. È un'analisi piuttosto lucida degli «accidenti» che ci colpiscono con un ineluttabile disconoscimento della politica diseconomica e vessatoria, dove manca anche il più semplice rispetto per la dimensione culturale e sociale del tessuto produttivo umano e padano (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
PRESIDENTE. Onorevole Bagliani, deve concludere!
LUCA BAGLIANI. ...della solita illusione, di un'altra una tantum per abbindolare gli sciocchi.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Bagliani.
LUCA BAGLIANI. Che pena (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pisanu. Ne ha facoltà.
BEPPE PISANU. Signor Presidente, colleghi, desidero chiarire preliminarmente che tempi ristretti ed un banale disguido ci hanno impedito di raccogliere sull'ordine del giorno Berlusconi ed altri n.9/3489/2 le firme dei colleghi di alleanza nazionale, del CCD e del gruppo misto-CDU. Certamente, con il loro contributo, il documento avrebbe guadagnato in qualità dei contenuti e in autorevolezza politica. Debbo tuttavia dire che esso è stato impostato e formulato sulla base delle analisi e delle proposte contenute nel programma del Polo per le ultime elezioni e dei successivi arricchimenti prodotti dal dibattito interno ai gruppi parlamentari del Polo per le libertà. Si può pertanto dire a giusta ragione che in realtà questo documento è frutto del lavoro comune. Mi auguro che, pur con qualche eventuale riserva, gli amici del Polo possano in esso riconoscersi.
PRESIDENTE. Onorevole Zagatti, onorevole Fassino! Onorevoli Grimaldi e Pistone!
BEPPE PISANU. La linea che si esprime in questo documento è sostanzialmente quella di una ricerca rigorosa del risanamento strutturale della spesa pubblica e del rilancio della nostra economia, ritenuti condizioni indispensabili per arrivare all'Europa di Maastricht e per rimanervi in condizioni di pari dignità con i tre maggiori paesi che vantano una più virtuosa conduzione economica e sociale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Desidero innanzitutto dare atto di quanto testé dichiarato dall'onorevole Pisanu. Noi di alleanza nazionale ci sentiamo perfettamente in linea con l'ordine del giorno Berlusconi ed altri n.9/3489/2 e la dimostrazione di questa piena consonanza è data da tutto il lavoro che abbiamo svolto insieme in Commissione bilancio fin dalla predisposizione delle pregiudiziali di costituzionalità e, quindi, per tutto lo svolgimento della discussione in Commissione in preparazione dell'esame in Assemblea. È poi intervenuta la richiesta di fiducia, inopinata ed assolutamente immotivata in considerazione dell'assenza di ogni nostra volontà di ostruzionismo. Si è quindi schiacciata ed assolutamente distrutta la possibilità di discutere sui nostri emendamenti, compreso quello sostitutivo dell'anticipazione della tassazione sul TFR che il Presidente della Camera aveva valutato ed accettato e ritenuto ammissibile.
PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di prendere posto.
PIETRO ARMANI. Come dicevo, signor Presidente, ci riconosciamo in pieno nell'ordine del giorno Berlusconi ed altri n.9/3489/2 in particolare là dove impegna il Governo a predisporre un documento di programmazione economico-finanziaria che sia rigoroso ed attendibile.
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Armani.
PIETRO ARMANI. Come dicevo, Presidente, noi non accettiamo la distinzione
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Teresio Delfino. Ne ha facoltà.
TERESIO DELFINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, esprimo la nostra piena condivisione ed adesione con la sottoscrizione dell'ordine del giorno Berlusconi ed altri n.9/3489/2, dove è indicata una proposta di politica economica concreta sulla quale si possono trovare, in questo Parlamento, elementi significativi di convergenza e una svolta di politica economica utile al paese.
PRESIDENTE. Onorevole Sanza, vuole ascoltare l'onorevole Delfino?
TERESIO DELFINO. ...esprimere la sua totale contrarietà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boghetta. Ne ha facoltà.
UGO BOGHETTA. Signor Presidente, nel provvedimento in esame si tagliano ulteriori 267 miliardi con riferimento al contratto con le Ferrovie dello Stato, dopo i 400 miliardi tagliati con la finanziaria. Sapete, colleghi, che in questi mesi vi è stata una grande discussione sui tagli da effettuare riguardo ai treni locali con la legge finanziaria, tagli che siamo riusciti ad evitare. Ora è del tutto evidente che, aggiungendo ai 300 miliardi precedenti questi 267 miliardi, le Ferrovie sarebbero costrette ad operare tagli o sui treni locali o sugli accordi che hanno stipulato con le regioni del sud e del nord.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Parrelli. Ne ha facoltà.
ENNIO PARRELLI. Signor Presidente, signori colleghi, il mio ordine del giorno n.9/3489/3 scaturisce dall'introduzione nel comma 56-bis dell'articolo 1 della legge n.662 della possibilità, per i pubblici dipendenti che abbiamo scelto il part time, di iscriversi liberamente a tutti gli albi professionali. Ai firmatari di tale ordine del giorno sembra che a questa possibilità debba fare eccezione l'iscrizione all'albo degli avvocati, non per ragioni di difesa corporativa, come si usa dire, ma per ragioni oggettive, che sinteticamente riassumo nel seguente modo.
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Parrelli. Colleghi, per cortesia!
ENNIO PARRELLI. Vi è un conflitto insanabile che si viene a determinare tra lo status di pubblico dipendente, sia pure part time, e la funzione difensiva, che comporta il vincolo del segreto professionale anche rispetto a notizie di illeciti che si vengono a conoscere nell'esercizio di tale funzione. La versione che il Governo ci propone con le modifiche introdotte istituendo il divieto di assumere patrocinio per le pubbliche amministrazioni o contro di esse non solo non risolve il problema, ma sembra non porsi nemmeno quello delle associazioni professionali che eludono siffatto divieto. Ma non basta: non ha avuto minimamente presente le iscrizioni di diritto per cui i prefetti, i questori, i viceprefetti, i vicequestori, gli intendenti di finanza e via dicendo accedono all'iscrizione agli albi senza alcuna adeguata preparazione professionale (che non si acquista in quella direzione della pubblica amministrazione).
PRESIDENTE. Onorevole Sgarbi, la richiamo all'ordine!
ENNIO PARRELLI. ...di un elemento costituzionalmente rilevante che impegna in modo particolare questo Parlamento. Infatti l'attività difensiva, a differenza delle altre attività liberali, ha una rilevanza costituzionale espressamente richiamata nell'articolo 24 della nostra Carta fondamentale, che le attribuisce una soggettività particolare ed indispensabile per il buon andamento della pubblica funzione giudiziaria. Cosicché credo che il Governo avrebbe fatto bene - e bene farebbe - ad accogliere l'ordine del giorno sul quale chiamo tutti i colleghi (signore deputate e signori deputati) ad esprimere un voto favorevole (Applausi dei deputati dei gruppi della sinistra democratica-l'Ulivo e dei popolari e democratici-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Manzione. Ne ha facoltà.
ROBERTO MANZIONE. Signor Presidente, il gruppo del centro cristiano-democratico, oltre a sostenere l'ordine del giorno Ostillio ed altri n.9/3489/6, raccoglie l'invito rivolto dal capogruppo di forza Italia, collega Pisanu, e dichiara la propria adesione all'ordine del giorno Berlusconi ed altri n.9/3489/2, riconoscendo la necessità che nel documento di programmazione economico-finanziaria siano contenuti impegni precisi e solenni nella logica della revisione dello Stato sociale, nella logica di interventi per rimettere in moto un'economia ormai al tracollo che non facciano più riferimento ad interventi assistenziali a pioggia ma arrivino ad una corretta detassazione degli utili reinvestiti, indicando contemporaneamente reali misure di flessibilità nel mercato del lavoro. L'ultimo richiamo è per l'ordine del giorno n.9/3489/3, proposto dall'onorevole Parrelli e da altri colleghi, sul quale, per le motivazioni addotte, che condivido in pieno, annuncio a nome del mio gruppo il voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Mi ero permesso di chiedere la parola per illustrare gli ordini
PRESIDENTE. Onorevole Fragalà, vuole ascoltare le cose interessanti che sta dicendo il suo collega?
MARIO TASSONE. Non è solo l'opposizione a considerare un fatto rituale questa fase degli ordini del giorno, ma è un atteggiamento comune a tutti - signor Presidente, lei sa che parlo con estrema chiarezza - perché ognuno parla per fatti suoi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo all'ordine del giorno Parrelli ed altri n.9/3489/3.
ELIO VITO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Intervengo per comunicare che l'ordine del giorno è stato sottoscritto dai gruppi di forza Italia e di alleanza nazionale, rispettivamente con gli onorevoli Leone e Fragalà.
PRESIDENTE. Se me lo dice...
ELIO VITO. Alla Presidenza è stato comunicato.
PRESIDENTE. Pare che non sia stato comunicato.
ILARIO FLORESTA. Chiedo di parlare per una precisazione.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ILARIO FLORESTA. Desidero precisare che nella precedente votazione ho espresso un voto favorevole.
PRESIDENTE. Sta bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Onorevole Bono, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n.9/3489/4?
NICOLA BONO. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marzano e Frattini n.9/3489/5, non accettato dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Ricordo che l'ordine del giorno Ostillio ed altri n.9/3489/6 sarà posto in votazione per parti separate, nel senso di votare prioritariamente il primo capoverso del dispositivo e successivamente la parte restante.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione della parte restante del dispositivo dell'ordine del giorno Ostillio ed altri n.9/3489/6. Il Governo può ribadire il suo parere?
GIORGIO MACCIOTTA, Sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione economica. Ribadisco che il Governo lo accetta come raccomandazione.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
C'è una postazione di voto bloccata.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Boghetta n.9/3489/8, accettato dal Governo come raccomandazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Teresio Delfino ed altri n.9/3489/9, non accettato dal Governo.
Ci sono 2 postazioni di voto bloccate.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sanza ed altri n.9/3489/10, non accettato dal Governo.
Onorevole Evangelisti, se introduce da solo la mano nella sua postazione di voto è meglio!
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marinacci ed altri n.9/3489/11, non accettato dal Governo.
C'è una postazione di voto bloccata.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Volontè ed altri n.9/3489/12, non accettato dal Governo.
Ci sono 3 postazioni di voto bloccate.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tassone ed altri n.9/3489/13, non accettato dal Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
È così esaurita la trattazione degli ordini del giorno.
TERESIO DELFINO. Rinunzio ad intervenire, signor Presidente (Applausi).
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Delfino.
ETTORE PERETTI. Rinunzio ad intervenire, signor Presidente (Applausi).
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Peretti.
GIANFRANCO MORGANDO. Rinunzio ad intervenire, signor Presidente (Applausi).
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Morgando.
ANTONIO MARTINO. Rinunzio ad intervenire, signor Presidente (Applausi).
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Martino.
LUCA BAGLIANI. Signor Presidente, in effetti chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto (Applausi).
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente senz'altro. Colleghi, si è commosso persino l'onorevole Bagliani!
ALESSANDRO RUBINO. Rinunzio ad intervenire, signor Presidente (Applausi).
Avverto che sono stati presentati gli ordini del giorno De Cesaris e Galdelli
n.9/3489/1, Berlusconi ed altri n.9/3489/2, Perrelli ed altri n.9/3489/3, Bono ed altri n.9/3489/4, Marzano e Frattini n.9/3489/5, Ostillio ed altri n.9/3489/6, Testa ed altri n.9/3489/7, Boghetta n.9/3489/8, Teresio Delfino ed altri n.9/3489/9, Sanza ed altri n.9/3489/10, Marinacci ed altri n.9/3489/11, Volonté ed altri n.9/3489/12, Tassone ed altri n.9/3489/13, Pistone ed altri n.9/3489/14, Poli Bortone ed altri n.9/3489/15 e Cherchi ed altri n.9/3489/16 (vedi l'allegato A).
Avverto che i presentatori hanno ritirato l'ordine del giorno De Cesaris e Galdelli n.9/3489/1.
Avverto altresì che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 89 del regolamento, l'ordine del giorno Poli Bortone ed altri n.9/3489/15, concernente misure di sostegno finanziario a favore degli imprenditori italiani operanti in Albania, in quanto reca materia evidentemente estranea al disegno di legge.
Per quanto concerne in particolare gli interventi relativi alla situazione albanese, sono attualmente all'esame delle Camere due distinti decreti-legge, il n.60 del 1997, recante interventi straordinari per fronteggiare l'eccezionale afflusso di stranieri extracomunitari provenienti dall'Albania, all'esame della Commissione affari costituzionali; il n.108 del 1997, recante norme sulla partecipazione italiana alle iniziative internazionali in favore dell'Albania. Rispetto a tali provvedimenti sarà possibile valutare l'ammissibilità di questa materia.
L'onorevole Teresio Delfino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3489/9.
Signor Presidente, abbiamo già sollevato questo problema in altre occasioni in merito a provvedimenti economici e ancora una volta ci dobbiamo fidare di pareri, dichiarazioni ed impegni orali del Governo, mentre non vi è il rispetto di una norma molto precisa e specifica.
L'altro problema, attinente al complesso del provvedimento ed anche agli ordini del giorno presentati, era quella di verificare, sulla base delle relazioni più puntuali del Servizio bilancio e della relazione tecnica, le compensazioni che sarebbero state effettuate. Ciò anche perché teniamo a ribadire di aver presentato in Commissione emendamenti e proposte che miravano sostanzialmente a migliorare il disavanzo, il rapporto deficit-PIL,
in sostanza il debito pubblico. È in quest'ottica che sono voluto intervenire e mi permetto di sottolineare anche che con gli ordini del giorno che abbiamo presentato, a testimonianza di un impegno e di un'indicazione che vogliono essere costruttivi da parte della nostra opposizione, crediamo di dare delle indicazioni concrete. Quindi, non corrispondono al vero le dichiarazioni, anche di autorevoli esponenti della maggioranza, tendenti a sostenere che l'opposizione non ha proposte da contrapporre a quelle del Governo (Applausi dei deputati dei gruppi misto-CDU e di alleanza nazionale).
PRESIDENTE. L'onorevole Frattini ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Berlusconi ed altri n. 9/3489/2 di cui è cofirmatario.
Prendiamo le mosse da questo obiettivo per segnalare in quest'ordine del giorno che gli indicatori economici che in questi mesi sono all'attenzione di tutti e che risultano da fonti assolutamente certe ed attendibili destano qualche preoccupazione e possono deporre nel senso di una difficoltà od impossibilità, allo stato, di conseguire quell'obiettivo. Faccio riferimento, in particolare, a degli indicatori negativi per quanto riguarda la crescita del prodotto interno lordo: un aumento della disoccupazione, che negli ultimi mesi sta diventando davvero allarmante; un sistema che ha sostanzialmente ridotto, da parte delle imprese, le spese per gli investimenti, a causa dell'abbandono di un sistema incentivante fondato sul principio della manovra fiscale con la detassazione degli utili reinvestiti, ai quali si vuole sostituire una vecchia logica tutt'al più di interventi a pioggia, di tipo assistenziale, su questo o quel gruppo imprenditoriale; l'innalzamento della pressione fiscale, a proposito della quale tutti i colleghi sanno che siamo arrivati ad un inquietante 42,5 per cento, che rappresenta una percentuale davvero disallineata (e pensiamo al 43,5 per cento come media 1997, certo diversa da quella dei principali paesi europei).
Inoltre, un altro dato richiamato nella premessa di questo ordine del giorno è un aumento forte della spesa della pubblica amministrazione. Anche questo è un dato incontrovertibile. Abbiamo oggi una spesa che sfiora il 54 per cento del PIL, con un aumento di circa il 6 per cento - ovviamente in valore assoluto - rispetto all'anno precedente, quando vi era stato un 53,6 per cento.
Sono tutti dati che vanno aggiunti al dato ultimo e, forse, più allarmante, del forte aumento della spesa previdenziale, che oggi rappresenta il 14,80 del prodotto interno lordo. Questa percentuale, apparentemente non significativa, è molto elevata, specialmente se si considera che, a fronte di una diminuzione degli occupati, questi ultimi, che sono sempre meno, pagano pro capite sempre di più; quindi, la spesa sociale sta arrivando, con riferimento a ciascun occupato, a dei livelli che sono francamente fuori da quelli che in Europa vengono considerati adeguati.
Di fronte alle indicazioni negative che emergono dai nostri dati macroeconomici, segnaliamo e chiediamo che il Governo si impegni su alcuni punti fermi molto chiari e a proposito dei quali non da ieri il Polo chiede che siano posti con immediatezza all'ordine del giorno della politica economica del Governo. Chiediamo, in prospettiva del documento di programmazione economica, che entro il 15 maggio - quindi la settimana prossima - dovrà essere presentato in questo Parlamento, che si assumano degli impegni chiari: anzitutto, che entro il triennio di riferimento, cioè entro il 2000, si arrivi all'azzeramento
del disavanzo pubblico. Tutti i colleghi sanno, probabilmente, che nel patto di stabilità sottoscritto dal nostro Governo in ambito europeo vi è l'impegno a realizzare entro il 2000 o l'azzeramento del disavanzo o l'allineamento alla media dei tre paesi europei più virtuosi. Quindi, un impegno che chiediamo sia assunto oggi stesso in quest'aula dal rappresentante del Governo.
Chiediamo inoltre - secondo punto - che il DPEF non contenga inasprimenti della pressione fiscale e - terzo punto - che si anticipi all'estate del 1997 la manovra di finanza pubblica per il 1998.
Vogliamo riforme strutturali, vogliamo interventi seri sulla dinamica della spesa previdenziale ormai fuori controllo. Vogliamo un controllo rinnovato della spesa sanitaria, ormai priva di qualsiasi controllo concreto ed obiettivo. Vogliamo, infine, un serio programma di privatizzazioni e di deregolazioni che consenta alla manovra per il 1998 di essere in linea con quello che i partner europei chiedono (Applausi dei deputati del gruppo di forza Italia).
Lei ha citato l'articolo 89 del regolamento per dichiarare inammissibile un ordine del giorno che ho presentato, insieme agli altri colleghi della regione Puglia, non sull'Albania, ma su un problema che riguarda l'imprenditoria italiana (e non certamente quella pugliese), che casualmente in questo periodo opera in Albania. Ci sembrava quindi che nell'ambito di una manovra (una delle tante alle quali ci avete ormai abituati) si potesse quanto meno dare un indirizzo ad un Governo che rispetta sempre e soltanto i suoi esclusivi indirizzi, tra l'altro all'interno di una residua fascia di maggioranza, e niente di più.
Mi chiedo, Presidente, quale tipo di funzione lei abbia nel momento in cui deve garantire il Parlamento. Non vorrei che dovessimo ripercorrere una sorta di calvario come quello che abbiamo percorso lo scorso anno, a partire dal documento di programmazione economico-finanziaria, che credo dovrà essere presentato fra qualche giorno. Se incominciamo con il discorso delle scatole cinesi, per cui ci troviamo di fronte a manovre preconfezionate nelle quali non riusciremo ad intervenire a causa della prassi consolidata dei maxiemendamenti (manovre il cui contenuto quindi, come ha ricordato il collega Vito, non passa e non passerà mai neanche al vaglio delle Commissioni), mi chiedo quando, come e in che forma il Presidente della Camera (il quale ha certamente dato prova di voler garantire i diritti dei parlamentari) riuscirà a garantire i nostri diritti.
Lei, Presidente, ha detto che si augura che il Parlamento voglia darsi delle regole valide per la maggioranza e per l'opposizione. Se queste regole ce le diamo prima della presentazione del documento di programmazione economico-finanziaria, il suo discorso ha un senso. Ma se il suo è uno dei tanti discorsi «buonisti» che si fanno in questi ultimi tempi, molto accattivanti nei riguardi della pubblica opinione (che certamente la ascolta, Presidente, molto di più di quanto abbia modo di ascoltare noi, che non abbiamo le stesse possibilità di propagandare il nostro pensiero, che avrà certamente un minimo di dignità, almeno al pari del suo), le chiedo se questa sera sia in grado di dirci quando, come e in che modo vuole stabilire
un momento in cui determinare regole ben precise, prima della presentazione del documento di programmazione economico-finanziaria. Non intendiamo, ripeto, assolutamente ripercorrere la strada di fronte alla quale ci siamo trovati lo scorso anno e che ci ha costretti ad abbandonare l'aula.
Se anche questa vuole essere una prassi del Governo progressista, noi trarremo le conseguenze di quello che è il senso reale della democrazia e della partecipazione, ma ciò non andrà certamente a vantaggio del Parlamento ed io, Presidente, che credo nella funzione che lei può e sa esercitare, penso non andrà neanche a vantaggio della sua stessa persona, che deve tutelare e garantire tutti i parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo di alleanza nazionale).
In data 16 ottobre 1996, nel corso dell'esame del decreto-legge 8 agosto 1996, n.437, convertito nella legge 24 ottobre 1996, n.556, la Camera esaminò una serie di ordini del giorno finalizzati all'istituzione di sezioni staccate delle commissioni tributarie regionali nei capoluoghi di provincia o in comuni anche non capoluoghi di provincia ma sedi di tribunale. Ebbene, dal 16 ottobre scorso ad oggi quel voto della Camera è stato disatteso. Tra l'altro in quella giornata fu poi approvato un ordine del giorno unitario proposto dalla Commissione finanze che riassumeva le iniziative di varie parti parlamentari e sul quale vi fu il voto unanime del Parlamento.
Il fatto che il Governo nel mese di maggio, cioè a distanza di otto mesi, non abbia dato segni di vita sulla vicenda è grave, perché rappresenta l'ulteriore dimostrazione della poca o nulla considerazione in cui tiene le decisioni del Parlamento. È un fatto grave in rapporto alla vicenda di merito perché la mancata istituzione delle sezioni staccate delle commissioni tributarie ha grande rilevanza sociale e giuridica, morale ed economica, che non può essere disattesa facendo finta che il problema non esista. Infatti, a seconda della conformazione geografica di gran parte delle regioni d'Italia si rende difficile, impossibile o estremamente oneroso il ricorso alla giustizia tributaria ai cittadini in ragione della distanza della loro residenza dal capoluogo di regione. Per esempio in Sicilia - ma lo stesso vale per il Piemonte, per la Lombardia, per la Calabria, notoriamente sviluppata in lunghezza - si registrano costi fino a tre volte superiori per l'assistenza tributaria dei contribuenti che adicono l'appello in commissione tributaria regionale rispetto ai cittadini residenti nel capoluogo o nel suo interland. L'impalcatura della commissione tributaria regionale avrebbe dovuto rimanere in piedi, ma invece di concentrare tutte le sezioni nel capoluogo esse dovevano essere distribuite nelle varie sedi da individuare in quanto capoluoghi di provincia o comuni sedi di tribunale. Segnalo che per un refuso di stampa del nostro ordine del giorno che è stato riportato dagli uffici della Camera - che sono dunque totalmente innocenti - è saltato un intero capoverso che fa riferimento all'esigenza di istituire anche sezioni distaccate delle commissioni provinciali nei comuni che non siano capoluoghi di provincia ma sedi di tribunale.
Per un Governo che ha fatto della riforma della pubblica amministrazione, in termini di agilità, di modernità e di snellezza, uno dei suoi cavalli di battaglia, con particolare riferimento alla maggiore efficienza dell'amministrazione tributaria, è davvero grave che si continuino ad alimentare percorsi che allontanano sempre di più il cittadino dalle istituzioni e che rendono impraticabile nel nostro
Stato il diritto alla giustizia tributaria. Già la giustizia penale e civile versano in condizioni drammatiche; siamo ora riusciti ad inventare una norma che rende impossibile persino la giustizia tributaria laddove si trattava di una delle poche branche della giustizia che in qualche modo funzionava.
Il Governo non ci ha mai convinto, inoltre, sull'opportunità di insistere con l'attuale situazione. A distanza di molto tempo dall'entrata in vigore di quella legge, vi sono infatti sezioni regionali che non operano perché non hanno trovato i locali e non si riescono a sistemare la miriade di sezioni che dovrebbero operare; ciò rende ulteriormente limitato il diritto alla giustizia tributaria per il mancato esercizio dell'attività di decisione.
Siamo stati così costretti a riproporre la questione e questa volta lo facciamo con maggiore determinazione e con l'accompagnamento di una nota non dico di censura, Presidente, ma di forte rammarico. Non è possibile infatti che la Camera sia chiamata ogni 7-8 mesi a rinnovare il voto su problemi di grande rilevanza sociale come quello che abbiamo sollevato.
Concludo ribadendo l'esigenza di un voto favorevole dell'Assemblea su questo punto e di un impegno formale da parte del Governo a realizzare l'immediata periferizzazione delle sezioni staccate proprio per consentire entro tempi brevissimi il ripristino dei normali percorsi a garanzia della giustizia tributaria per tutti i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo di alleanza nazionale).
Il secondo punto che vorrei sottolineare con questo intervento, proprio per smentire le accuse della maggioranza sulla mancanza di proposte dell'opposizione in merito alla manovra economica, è la nostra piena condivisione dell'ordine del giorno Berlusconi ed altri n.9/3489/2, che ripropone in modo puntuale le scelte dell'opposizione sul riequilibrio della finanza pubblica (Applausi dei deputati del gruppo misto-CDU e di deputati del gruppo di forza Italia).
Vorrei ora illustrare gli ordini del giorno che abbiamo presentato. Certo, gli ordini del giorno possono lasciare il tempo che trovano, perciò auspico che da parte del Governo - vedo che il sottosegretario
Macciotta sorride - vi sia un atteggiamento di reale attenzione nei confronti delle nostre richieste, anche perché gli ordini del giorno non vengono scritti per perdere tempo (almeno i nostri non li abbiamo presentati con questo spirito), ma per porre questioni di grande interesse e di grande portata.
Il Governo si prepara a presentare il documento di programmazione economico-finanziaria e ci deve dire - visto e considerato che non ha risolto questi problemi - quale sia il suo atteggiamento per quanto riguarda le privatizzazioni; si parla dei trasporti, dell'ENEL, delle poste, delle dismissioni, delle banche, dei problemi dell'ENI. Ritengo che rispetto a questi settori il Governo debba fornire chiarimenti, proprio cogliendo l'occasione della presentazione degli ordini del giorno, altrimenti avrà incassato una fiducia e incasserà anche l'approvazione finale del provvedimento, ma non farà un passo avanti rispetto alle esigenze di chiarimento che il paese in questo momento si attende.
Chiedo formalmente al Governo di fare chiarezza rispetto all'ordine del giorno che si riferisce alle conclusioni della commissione Onofri. Quest'ultima, infatti, muovendosi in un'ottica di livellamento di tutte le imprese - piccole, medie e grandi - attraverso una eguale pressione fiscale ovviamente sacrifica solo le piccole e medie imprese produttive. Questo ragionamento riguarda tutte le imprese del nostro paese, ma soprattutto quelle del Mezzogiorno, che rappresentano un momento fondamentale per il recupero economico e sociale di quelle realtà. Il Governo continua a riferirsi ai patti territoriali e di area senza accorgersi che stanno fallendo perché non sono stati ancora realizzati concretamente; ritengo perciò che si debba fare chiarezza.
Dato che il dibattito è stato monco ed il voto di fiducia ha bloccato l'attività del Parlamento, invito il Governo a cogliere l'occasione rappresentata dagli ordini del giorno per dare una indicazione forte rispetto alla politica economica da realizzare, posto che il provvedimento in esame non contiene alcuna assicurazione circa la politica economica futura; anzi, sono presenti squilibri ed è difficile immaginare il prodursi di ripercussioni positive sulla nostra economia.
In conclusione invito il Governo a dare un'indicazione, un indirizzo, ma soprattutto a fornire una risposta ai molti quesiti da noi posti. Se gli ordini del giorno verranno accolti come raccomandazione, certamente non avremo costruito una prospettiva positiva per il nostro paese. Grazie.
È necessario un chiarimento sulla questione dell'IVA, perché sarebbe troppo facile per il Governo pensare di aumentare le aliquote a fronte del crollo dei consumi determinato dalle manovre recessive operate dall'esecutivo. Riteniamo indispensabile fare chiarezza, fare un esame di coscienza. Facciamo nostre le preoccupazioni espresse dal governatore della Banca d'Italia relativamente al pericoloso impatto inflazionistico da tutti avvertito. Non dobbiamo inseguire diuturnamente, signori del Governo, nuove entrate, ma percorrere esattamente la strada inversa, quella cioè della riduzione delle imposte, dello sviluppo dell'economia e dell'aiuto alla piccola e media impresa.
Chiediamo, signor Presidente, che ognuno si assuma le proprie responsabilità; tutto ciò fa parte delle questioni che toccano il pacchetto casa - e, quindi, la famiglia, la grande dimenticata e bistrattata da questo Governo - per il quale occorrono poderosi interventi di riduzione della fiscalità immobiliare, non aumenti di sorta. Grazie.
Con questo ordine del giorno intendiamo sottolineare l'esigenza di paletti rispetto alla vicenda della vendita degli immobili degli enti previdenziali di cui all'articolo 7 del decreto-legge n.79: ciò per meglio tutelare i conduttori di unità abitative degli enti previdenziali.
Più volte, recentemente, abbiamo evidenziato come il programmo straordinario di dismissione del patrimonio immobiliare di INPS, INPDAP, INAIL e INPDAI rischi di non decollare non solo perché esiste un sospetto di incostituzionalità per una parte delle norme, ma anche perché vari tribunali italiani hanno fermato la vendita in blocco di immobili di proprietà della CONSAP e dell'INA.
Inoltre questo programma straordinario di dismissione rischia di non essere trasparente perché sono pochi i soggetti che in questo settore possono spendere «sull'unghia» così tante centinaia di miliardi.
Riteniamo poi che la vendita in blocco farà crollare i prezzi di mercato e che gli inquilini saranno perfino espropriati del diritto di prelazione perché non basta la foglia di fico che ha trovato il Governo nel maxiemendamento che ha presentato. Insieme alla vendita che stanno per fare INA e CONSAP tutto ciò potrebbe significare sostanzialmente 40 mila unità immobiliari vendute su Roma e che presumibilmente finirebbero in poche mani se non in una sola. Questa mano sola di fatto controllerebbe a Roma le politiche della casa e dei fitti.
Credo che nessuno, nemmeno il Vaticano e la Beni Stabili abbiano controllato così tante unità immobiliari in questa città! Roma dunque sarebbe stravolta da tutto ciò e le famiglie meno in grado di «resistere» ai prezzi sarebbero certamente espulse dal tessuto urbano della città.
Non capiamo inoltre per quale motivo sia stato inventato questo programma di dismissione visto che esiste già il decreto legislativo n.104 del 1996 che è stato finora inapplicato da Treu tranne che nella parte (articolo 10) in cui è prevista la costituzione dell'osservatorio.
Pertanto, sostanzialmente l'ordine del giorno, piuttosto che fermare la vendita in blocco delle unità immobiliari, chiede la tutela dei conduttori degli immobili ad uso abitativo e quindi l'accelerazione delle procedure previste dal decreto legislativo n.104 del 1996 per consentire all'inquilino di comprare subito la casa che occupa. Se avesse fatto ciò in tempo, il ministro Treu avrebbe fatto non solo una cosa buona ma probabilmente avrebbe anche reso inutile l'articolo 7 del decreto-legge in esame.
Su questi temi ricordo al Governo che vi è stata anche una dura presa di posizione dei sindacati degli inquilini, che però il Governo finora ha fatto finta di non sentire.
Temiamo che una risposta negativa del Governo su questo ordine del giorno potrebbe in buona sostanza significare la reiterazione di un comportamento che sceglie di non tutelare i diritti dei cittadini, degli utenti e dei consumatori, insomma delle fasce deboli, ma sceglie la più semplice scorciatoia di un comportamento che intende solo privilegiare un modo veloce di far cassa, a scapito di tutto il resto. Ed è per tale motivo che abbiamo presentato questo ordine del giorno.
Qual è, dunque, il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?
Tuttavia dal dispositivo si evince con certezza l'intenzione dei presentatori dell'ordine del giorno dell'ingresso, diciamo così, nell'unione monetaria nei tempi previsti, e si evince anche l'intenzione di stabilità economico-finanziaria che ne consenta la permanenza.
Il Governo ritiene che effettivamente il documento delinei una posizione in materia; non ne condivide gli indirizzi specifici, però molti degli estremi toccati nella parte del dispositivo saranno sicuramente trattati dal documento di programmazione economico-finanziaria di prossima presentazione.
Il Governo ritiene che, quindi, questo sia uno dei modi mediante il quale sarà possibile confrontarci con le ipotesi che forza Italia - stando ai firmatari dell'ordine del giorno, ma penso anche ad altri deputati dell'opposizione - formula riguardo agli effetti del nostro ingresso nell'unione monetaria e alla stabilità per permanervi.
Questo è il riconoscimento che ad oggi mi sembra si possa dare. Gli effetti particolari degli indirizzi qua prospettati ci inducono ad esprimere un parere contrario sull'ordine del giorno, che riteniamo tuttavia sia un documento adatto per sviluppare un confronto effettivo rispetto alle politiche che delinea e a quelle che delineerà il Governo nel documento di programmazione economico-finanziaria.
Il Governo ha creduto di poter rispondere ad almeno una parte dei problemi posti da quell'emendamento attraverso una ridefinizione dei meccanismi che evitino i conflitti di interesse dei lavoratori pubblici in part time, prevedendo che il rapporto di part time escluda ogni incarico dall'amministrazione di provenienza e da tutte le pubbliche amministrazioni ed escluda altresì che si possano assumere incarichi professionali contro una pubblica amministrazione.
Naturalmente il Governo - non il Ministero del tesoro, che in questa materia non ha, come i deputati firmatari dell'ordine del giorno ritengono, alcuna competenza, ma i ministeri a ciò preposti e, in particolare, quello per la funzione pubblica e quello della giustizia - ritiene di dover valutare ulteriormente le misure da assumere e in questo senso pensa di poter accogliere l'ordine del giorno Parrelli ed altri n.9/3489/3 come raccomandazione.
Se lei mi consente, Presidente, andrei avanti sugli altri ordini del giorno, ad eccezione dell'ordine del giorno Bono ed altri n.9/3489/4, sul quale interverrà il collega Marongiu.
Il Governo ritiene di non poter accogliere l'ordine del giorno Marzano e Frattini n.9/3489/5, perché esso si rifà all'esercizio di una delega che è stata recentemente concessa dalla Camera con la legge 15 marzo 1997, n.59. È evidente che in sede di esame dei decreti delegati sarà possibile al Parlamento esprimere un parere, ma in questa sede il Governo ritiene di non poter accogliere questo documento.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Ostillio ed altri n.9/3489/6, illustrato poc'anzi dal primo firmatario, il Governo ritiene di dover rispondere nel merito sui singoli punti del dispositivo.
Ve ne sono alcuni infatti che ritiene di poter condividere e di accettare come
raccomandazione. Reputa tuttavia di non poter accogliere il primo capoverso del dispositivo, che pone un divieto assoluto di inclusione nel programma straordinario di dismissione di beni immobiliari. Come più avanti si vedrà, vi sono altri ordini del giorno che indicano invece al Governo un ordine di priorità e l'esecutivo dunque ritiene di poterli accogliere.
Prego, onorevole sottosegretario.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Teresio Delfino ed altri n.9/3489/9, in relazione al primo impegno in materia di privatizzazioni il Governo ha già avuto modo di dichiarare in Commissione la volontà di attuarlo assai prima di quanto non prevedano i deputati firmatari dell'ordine del giorno. Il Governo ritiene peraltro che in un programma del genere, che indica scadenze così definite per le singole privatizzazioni, sarebbe contrario agli interessi generali in materia di privatizzazioni procedere nel modo indicato dall'ordine del giorno stesso. Infatti, ponendo un obbligo talmente rigoroso si rischierebbe di svalutare la possibile attuazione del processo di privatizzazione. Il Governo ritiene di essere impegnato in un programma di privatizzazioni e reputa che non ci sia bisogno di un nuovo provvedimento legislativo, come indicato dall'ordine del giorno; inoltre non stima di poter accettare un calendario rigido con percentuali e date, come previsto nel secondo capoverso del dispositivo. Quindi il Governo non accoglie l'ordine del giorno Teresio Delfino ed altri n.9/3489/9.
Il Governo giudica l'ordine del giorno Sanza ed altri n.9/3489/10 contraddittorio con gli impegni stabiliti dall'Unione europea in materia di armonizzazione delle aliquote IVA. Lo stesso ragionamento potrebbe farsi in relazione al diverso peso che l'Italia ha rispetto ai paesi della Comunità europea per quanto riguarda l'ordine del giorno Marinacci ed altri n.9/3489/11. È noto, infatti, che l'Italia ha uno squilibrio di pressione fiscale e contributiva per quanto attiene ai redditi da lavoro e da impresa ed ha invece una pressione fiscale molto attenuata per quanto attiene alla imposizione sui consumi e sulle accise. Il Governo ritiene, quindi, che questa politica vada valutata nel quadro di un generale ridimensionamento della pressione fiscale, ma anche di un riequilibrio della stessa, come d'altra parte previsto anche dalle deleghe recentemente votate dal Parlamento. Quindi il Governo non può accogliere l'ordine del giorno Marinacci ed altri n.9/3489/11.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Volontè ed altri n.9/3489/12, il ministro Bogi ha già dichiarato quale sia l'orientamento generale che il Governo assume su tutti gli ordini del giorno concernenti il DPEF. Il Governo ritiene che nei prossimi giorni, una volta presentato il documento di programmazione economico-finanziaria, sarà possibile affrontare nel merito le singole questioni. In particolare, l'esecutivo reputa di non potersi impegnare ad
escludere in modo rigoroso il recepimento di tutte le indicazioni contenute nel rapporto della commissione Onofri.
Per quel che concerne l'ordine del giorno Tassone ed altri n.9/3489/13, il Governo ricorda che vi è una distinzione da effettuare tra gli eventuali vantaggi in termini di competenza e quelli in termini di fabbisogno. È evidente che le giacenze di tesoreria dell'Unione italiana cambi non produrrebbero alcun effetto in termini di riduzione del fabbisogno, quindi non sono materia che incide sulla vicenda di cui ci stiamo occupando. Pertanto il Governo ritiene di non poterlo accogliere.
Come ho già detto poc'anzi su un altro ordine del giorno vertente su materia analoga, il Governo ritiene di poter accogliere l'ordine del giorno Pistone ed altri n.9/3489/14 proprio perché in esso si indica un criterio di priorità e non si fissa un vincolo rigoroso nella predisposizione dei programmi di privatizzazione.
Passando all'ordine del giorno Cherchi ed altri n.9/3489/16, vorrei ricordare che il Governo aveva già espresso in Commissione il suo interesse su tre emendamenti presentati da differenti parti politiche con diverse tecniche di copertura ed aveva rilevato di non potersi esprimere favorevolmente in quella sede su tali emendamenti perché in termini di fabbisogno determinavano nella migliore delle ipotesi, come risulta da una documentazione successivamente acquisita, almeno 1.800 miliardi di peggioramento del fabbisogno per il primo anno. Il Governo ritiene peraltro che il problema posto nell'ordine del giorno Cherchi ed altri n.9/3489/16 sia rilevante e si impegna a farne oggetto di ulteriore riflessione a partire dal documento di programmazione economico-finanziaria e dai successivi atti legislativi che al documento stesso dovranno conseguire. Quindi lo accoglie come raccomandazione.
L'articolo 1 di questo progetto di legge che ci accingiamo a presentare è formulato sulla falsa riga di quanto contenuto nell'impegno dell'ordine del giorno, che altro non è che la trascrizione dei due precedenti ordini del giorno.
La commissione a cui ho fatto riferimento terminerà i propri lavori sabato prossimo. Il Governo ed il Ministero delle finanze non sembrano quindi meritare le censure qui formulate per iscritto e qui riprese verbalmente. Esprimo quindi il parere favorevole a questo ordine del giorno, a condizione che siano soppressi, nella premessa, il secondo capoverso e nell'ultimo capoverso, le parole da «mentre» fino alla fine del capoverso. Ripeto, se queste due frasi verranno soppresse, il Governo accetta l'ordine del giorno Bono ed altri n.9/3489/4.
Devo una risposta alla collega Poli Bortone che ha chiesto le ragioni della inammissibilità del suo ordine del giorno n.9/3489/15. Esso prevede, tra l'altro, che si ottenga dall'ONU l'ampliamento del mandato della forza di pace anche per azioni di controllo e bonifica del territorio, in collaborazione con le forze dell'ordine albanesi e così via. Si tratta di una serie di prescrizioni che esulano dalla materia che stiamo trattando ed è questo il motivo dell'inammissibilità. Lei avrà la possibilità di inserire queste sue indicazioni nell'ambito di provvedimenti che prima ho indicato, relativi all'Albania.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Berlusconi ed altri n.9/3489/2 insistono per la votazione.
Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Parrelli ed altri n.9/3489/3 se insistano per la votazione.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Bono ed altri n.9/3489/4, prendo atto che l'onorevole Bono la riformulazione proposta dal Governo.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Marzano e Frattini n.9/3489/5 insistono per la votazione.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Ostillio ed altri n.9/3489/6, mi pare che l'onorevole Ostillio sia favorevole al mantenimento del primo capoverso del dispositivo, non accettato dal Governo. È così?
la restante parte dell'ordine del giorno, chiedo la votazione per parti separate dello stesso.
Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Testa ed altri n.9/3489/7 se insistano per la votazione.
Poiché il testo dell'ordine del giorno è stato scritto prima dell'emendamento sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia, vorrei segnalare che in quest'ultimo i tagli al contratto di servizio e di programma delle Ferrovie dello Stato sono aumentati da 227 a 267 miliardi. Quindi, a maggior ragione, insistiamo affinché il Governo accetti questo ordine del giorno.
In conclusione il Governo accetta come raccomandazione l'ordine del giorno Boghetta n.9/3489/8.
Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Sanza ed altri n.9/3489/10 se insistano per la votazione.
Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Marinacci ed altri n.9/3489/11 se insistano per la votazione.
Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Volonté ed altri n.9/3489/12 se insistano per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Tassone ed altri n.9/3489/13 insistono per la votazione.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso degli ordini del giorno presentati.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bagliani. Ne ha facoltà.
Disoccupazione, risanamento, fuga dei capitali e delle imprese all'estero, immigrazione delinquenziale negano ogni reale possibilità dell'Italia di onorare gli impegni di Maastricht. L'europeismo degli altri resta ormai un dato di fatto acquisito perché ormai l'Italia appare agli occhi della gente più come una diminuzione di se stessa, con la perdita inevitabile di qualsiasi identità nazionale: la sola che sopravvive è quella basata sul lavoro e sull'economia ed è quella padana (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
Vessati e colpiti i padani, in nome dell'Europa che mai arriverà; i termini per un risanamento dei conti pubblici che non ci sono: i cittadini cominciano, se il buon Dio vuole, a nutrire seri dubbi, e i distinguo fra popoli e la loro non adesione ai falsi dogmi che il Governo promana si fanno sempre più forti. Maggiore è la consapevolezza dei vani sacrifici richiesti alle genti padane e dell'incapacità del Governo a raggiungere qualche risultato. Le tasse si sommano alle tasse, in una girandola infinita di soluzioni che non lasciano scampo, aumenta la sfiducia nei confronti di questa maggioranza e cresce in termini di deficienza economica la disaffezione e l'inaffidabilità nella gestione
della cosa pubblica. L'Italia è così distante dai parametri che determinerà inevitabilmente divisioni e squilibri sempre maggiori tra regioni forti e deboli, lasciando intendere che solo la Padania avrà qualche probabilità di ingresso nell'Unione monetaria.
La decisione del Governo di porre la fiducia sulla manovra-bis non fa altro che evidenziare le contraddizioni dell'Ulivo e la scarsa preparazione dei suoi uomini politici in materia economica. Sul tema previdenziale, a fronte delle promesse (le solite sparate elettorali di rimborsare in contanti gli arretrati a seguito della sentenza della Corte costituzionale) c'è la proposta del ministro Andreatta di bloccare per un anno le nuove pensioni di anzianità: una soluzione, oltre la «manovrina-bis», che renderà necessaria una «manovrina-ter», e così via. Probabilmente si arriverà all'abolizione totale delle pensioni di anzianità ma si tratterà, come sempre, di un escamotage...
Per il resto, prendiamo atto degli apprezzamenti espressi dal ministro Bogi, sia pure nel contesto di un parere complessivamente contrario.
Mi scusi, presidente Pisanu.
Abbiamo la presunzione di ritenere che l'analisi della situazione attuale, i rimedi proposti e gli obiettivi indicati siano tra loro profondamente coerenti. Quella che attraverso questo ordine del giorno abbiamo cercato di esprimere è una compiuta ed organica linea di politica economica e sociale. E con questa linea noi siamo pronti al confronto con la maggioranza e con il Governo che essa esprime anche se, per la verità, non ci pare di intravedere da parte della maggioranza una linea di politica economica e sociale egualmente organica e condivisa.
Ci auguriamo comunque che le condizioni del confronto siano ricercate seriamente, da subito, a partire semmai dalla discussione del «pacchetto Treu», che è
inevitabilmente un segmento che si colloca su una linea di politica economica e sociale più vasta e che noi confidiamo non si pretenda di far avanzare a colpi di fiducia. Se da parte del Governo vi sarà tale disponibilità, il Polo non verrà certamente meno all'impegno ad un confronto serio ed impegnativo, senza peraltro venir meno in alcun modo alla linea di politica economica e sociale che si è dato e che in questo documento è configurata (Applausi dei deputati del gruppo di forza Italia).
Noi, quindi, ci riconosciamo in pieno, come dicevo, nell'ordine del giorno Berlusconi ed altri n.9/3489/2, richiamando in particolare l'attenzione sulla richiesta che impegna il Governo circa l'esigenza di predisporre un documento di programmazione economico-finanziaria...
Onorevole Zagatti, prenda posto!
Prego, onorevole Armani.
Ministro Ciampi, sottosegretario Macciotta, fate bene i conti per non ripetere il ridicolo dell'anno scorso, quando avete predisposto un documento di programmazione economica che avete successivamente dovuto rettificare in sede di predisposizione del decreto di fine anno.
Ebbene, noi riteniamo che i conti debbano essere fatti rigorosamente nella convinzione che la previsione di un aumento del PIL nel 1997 dell'1,2 per cento sia assolutamente inattendibile in base all'andamento dei primi quattro mesi di quest'anno ed in base a quello che si prevede possa essere nei prossimi mesi. In realtà, per quanto riguarda i consumi, gli investimenti e la domanda interna, siamo a livelli assolutamente inferiori alle previsioni che il Governo ha già predisposto e su cui ha costruito la relazione trimestrale di cassa.
Invitiamo quindi l'esecutivo, anche nell'interesse dell'immagine del nostro paese per quanto riguarda la nostra presenza nell'unione economica e monetaria, a predisporre i conti in modo rigoroso, anche se ciò imponesse qualche verità che forse è scomoda per il ministro Ciampi e per gli altri membri del Governo.
Noi riteniamo che il documento di programmazione economico-finanziaria debba essere l'occasione di un confronto e non accettiamo la distinzione che ha fatto testé il ministro Bogi...
Onorevole Sgarbi, ci fa piacere che questa sera sia presente, però...
che ha fatto il ministro Bogi, con riferimento all'ordine del giorno Berlusconi ed altri n.9/3489/2, tra le buone intenzioni ed il dispositivo, perché in realtà, se vogliamo entrare in Europa, dobbiamo farlo con un paese vivo e a tal scopo non dobbiamo infierire ulteriormente sulla pressione fiscale, ma ridurre la spesa pubblica in modo consistente ed effettivo, non semplicemente rinviando spese ed anticipando entrate. Quindi, l'ordine del giorno Berlusconi ed altri n.9/3489/2 va accettato nel suo complesso, con le sue premesse e con le sue richieste di impegni al Governo.
E questi impegni dovranno essere rigorosi perché, in realtà, l'impegno per l'Europa è di tutto questo Parlamento, sia della maggioranza sia dell'opposizione. Ma l'impegno per l'Europa non deve essere un escamotage per aggirare certi snodi di difficoltà che emergono all'interno della maggioranza bensì servire per affrontare interamente tutti i problemi del paese nel loro complesso, sia quando sono scomodi alla maggioranza sia quando possono essere per essa favorevoli.
Quindi, con questa predisposizione d'animo, alleanza nazionale non soltanto accoglie gli ordini del giorno predisposti dalle forze del Polo, in particolare l'ordine del giorno Berlusconi ed altri n.9/3489/2, ma ritiene, sul complesso del disegno di legge, di preannunciare il suo voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo di alleanza nazionale).
Per quanto riguarda gli ordini del giorno presentati dai deputati del gruppo del CDU, riteniamo che il parere contrario del Governo sia stato affrettato e liquidatorio. Rileviamo che l'ordine del giorno Teresio Delfino ed altri n. 9/3489/9 tende proprio a sottolineare una grave carenza ed un grave ritardo del Governo sul processo delle privatizzazioni. Sappiamo che il Governo è molto abile negli annunci, ma i fatti e gli atti testimoniano l'esigenza che nel confronto parlamentare il Governo non si limiti a dire che ciò rientra nelle sue indicazioni, in quanto deve assumere tempi e modi concreti per realizzare quei tipi di impegno.
Per quanto concerne l'ordine del giorno Sanza ed altri n.9/3489/10, non possiamo non rilevare come il Governo, ed in particolare il ministro Visco abbiano più volte, anche qui, annunciato l'esigenza di diminuire la pressione tributaria sulla casa. Ma anche qui, davanti a questa politica dell'annuncio, di fronte ad un ordine del giorno che non fa che indicare concretamente alcune misure agevolative sia per il rilancio del comparto edilizio sia per quanto riguarda una indicazione in merito alla detraibilità delle spese manutentive e conservative, vi è un parere contrario da parte del Governo. Prendiamo atto che il Governo non vuole muoversi verso una politica di sostegno della casa.
Circa l'ordine del giorno Marinacci ed altri n.9/3489/11, attinente all'armonizzazione fiscale, a livello comunitario, sulla questione dell'IVA, riteniamo che si tratti certamente di un obiettivo importante, ma non possiamo consentire che esso venga perseguito strumentalmente per fronteggiare, come sarà dimostrato dai provvedimenti, le forti esigenze di gettito che dovranno essere garantite nel 1998. Né possiamo dimenticare, onorevole Macciotta, il rischio dell'ammonimento autorevole del governatore Fazio, il quale ha detto che una manovra sull'IVA potrebbe riaprire una pericolosa spirale inflazionistica. Quindi, anche in questo caso non comprendiamo per quale ragione il Governo abbia voluto...
Infine, nell'ordine del giorno Volontè ed altri n.9/3489/13, relativo ad una delle raccomandazioni che la commissione Onofri ha formulato nel documento consegnato al Governo, si fa riferimento all'esigenza di uniformità del trattamento fiscale delle imprese fino a quindici dipendenti rispetto a quelle di più grandi dimensioni. Questa indicazione non significa altro che un aumento reale della pressione fiscale per le piccole e medie imprese di almeno due o tre punti. Anche a questo riguardo chiedevamo al Governo un impegno affinché questo tessuto connettivo, questa realtà imprenditoriale e produttiva che è la spina dorsale del paese fosse garantita rispetto all'indicazione di cui ho parlato. Ma dobbiamo registrare anche su questo il parere contrario del Governo. Vorrà dire che in occasione dell'esame del documento di programmazione economico-finanziaria affronteremo una battaglia ancora più decisa, perché riteniamo che su tali questioni fondamentali debba essere tutelato l'interesse generale del paese (Applausi dei deputati del gruppo di forza Italia).
Vorrei fare altresì presente che in questi giorni si sta discutendo del passaggio alle regioni del trasporto locale, ferrovie comprese. Poiché il trasferimento alle regioni avrà luogo a finanza invariata, nel prossimo futuro le regioni si vedranno decurtati ulteriori 267 miliardi, non per un anno ma per sempre. Se vogliamo evitare questa situazione, occorre specificare che i tagli si fanno sull'alta velocità, anche se devo dire che, purtroppo, essi non avranno effetto sull'alta velocità perché, rispetto ad un affare da 30-50 mila miliardi, 300 miliardi non contano nulla, sono una goccia nel mare. Quindi, quanti si preoccupano che in tal modo si chiuda la questione dell'alta velocità lascino da parte tale preoccupazione, perché purtroppo non si produrrà questo effetto.
Per tali motivi, chiediamo ai colleghi di votare il nostro ordine del giorno n.9/3489/8, altrimenti da domani avremo contro i pendolari, i sindacati, i sindaci e le regioni. Se vi sembra poco, votate come vi pare (Applausi dei deputati del gruppo di rifondazione comunista-progressisti)!
Questa indicazione contraddice, innanzitutto, la necessità di creare una comune cultura della giurisdizione tra magistratura e avvocatura, verso la quale tutti sono orientati; contrasta con il disegno complessivo diretto ad esaltare e ad irrobustire la funzione difensiva con l'introduzione
di rigorosi principi per l'accesso all'esercizio di tale professione. In sostanza si risolve in un inaccettabile schiaffo alla funzione difensiva stessa, già mortificata dal legislatore, che al riguardo è inerte dal 1933. In secondo luogo il conflitto insanabile...
Prosegua pure, onorevole Parrelli.
Vi è infine il dato più rilevante, sul quale mi permetto di richiamare l'attenzione dei signori colleghi, ai quali chiedo, a qualsiasi settore appartengano, di meditare e di esprimere un voto consapevole e favorevole su questo ordine del giorno. Capisco che i colleghi della lega non siano particolarmente interessati, ma potrebbero consentire - anche l'onorevole Sgarbi - l'espressione...
del giorno con la speranza che il Governo recepisse alcune delle indicazioni che provenivano da questi banchi. Onorevole Macciotta, devo prendere atto, senza polemica, che il Governo si è «blindato» rispetto a molti temi. Ci sono questioni che non si possono liquidare in termini burocratici. Certo, ho già rilevato che gli ordini del giorno non hanno avuto una grande storia in questo Parlamento, nella maniera più assoluta; però, avrebbe dovuto esserci una disponibilità al confronto. Non c'è stata nella fase della discussione, perché il Governo ha posto la fiducia, per cui il Governo ha «ghigliottinato» il dibattito ed il confronto, ma almeno su alcuni temi, su alcune questioni sollevate negli ordini del giorno ritengo che il Governo avrebbe dovuto dimostrare una grande disponibilità. Ritengo di poter dire quindi che il Governo ha posto la fiducia non per la mole degli emendamenti presentati, ma soprattutto per la sua indisponibilità a colloquiare, a confrontarsi e anche a mediare. Quante volte, anche su provvedimenti di particolare importanza, il Parlamento ha mediato, trovando anche un modus vivendi con l'opposizione per quanto riguarda la soluzione di questioni, anche con l'accoglimento di alcuni emendamenti.
In particolare, mi meraviglia che lei, onorevole Macciotta, non abbia accolto nemmeno come raccomandazione il mio ordine del giorno n.9/3489/13. Onorevole Macciotta, come si fa a non accogliere nemmeno come raccomandazione la richiesta di liquidare l'Ufficio italiano cambi, che è già stato praticamente liquidato dal decreto legislativo del 17 maggio 1945, con il quale veniva stabilito che tale organo sarebbe rimasto in vita «fino a quando durerà il monopolio dei cambi»? Il monopolio dei cambi affidato all'Ufficio italiano cambi è stato abolito a partire dal 14 maggio 1990, pertanto l'UIC crea uno squilibrio, un'alterazione, anche nella gestione...
Prosegua, onorevole Tassone.
Tanto per intenderci, perché poi il Governo gioca e lo fa in termini pesanti, si rende conto il Governo che questo organismo crea un'alterazione anche nella gestione della Banca d'Italia rispetto alle altre banche centrali europee? Bisogna entrare in Europa in termini equilibrati e credo che questa indisponibilità del Governo crei un vulnus nei confronti della Banca d'Italia. Ma soprattutto mantiene un ente inutile; anzi, sarebbe poco se fosse semplicemente inutile, perché è anche, come ho detto, dannoso.
Non chiedo al Governo di rivedere la sua posizione. Il Governo ha detto di no a tutti gli ordini del giorno del Polo. Anche nei confronti dell'ordine del giorno Berlusconi ed altri n.9/3489/2, al quale abbiamo aderito, ha detto un «nì», valutando attentamente i problemi e le indicazioni in esso sollevate, ma di fatto dimostrando grande indisponibilità.
Un'altra cosa veramente incredibile è che, nel momento in cui il Governo non ha accolto l'ordine del giorno Teresio Delfino ed altri n.9/3489/9, sostenendo che erano indicate alcune date ben precise per quanto riguarda la dismissione di alcuni enti e di alcune banche, non ha formulato alcuna proposta alternativa rispetto alle date. Il Governo avrebbe dovuto fare una diversa proposta alternativa, indicando almeno un ventaglio di date, il periodo, il decennio, il secolo entro il quale esso intende assumere questi provvedimenti. Sarebbe necessario, perciò, dare qualche indicazione; mi compiaccio con l'onorevole Bono che ha avuto la grande fortuna di veder accogliere, sia pure in parte, il suo ordine del giorno.
Evidentemente il Governo si trova in difficoltà perché vi è una diversa valutazione tra il Ministero del tesoro e quello
delle finanze, ma noi non possiamo sciogliere questa vivace dicotomia tra i due dicasteri. L'onorevole Visco fa cenno di no, ma credo che abbia seguito molto poco il dibattito; ad ogni modo, per il rapporto amicale che ci lega credo che vorrà ascoltare le mie spiegazioni. Ritengo che abbia molte notizie da dare a me ed all'opposizione, se lo riterrà opportuno, perché è importante conoscere i rapporti intercorrenti tra il Ministero del tesoro e quello delle finanze. In questo momento regna una grande confusione e sarebbe un azzardo parlare del documento di programmazione economico-finanziario, dunque concludo. Grazie, signor Presidente.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Berlusconi ed altri n.9/3489/2, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 495
Votanti 493
Astenuti 2
Maggioranza 247
Hanno votato sì 172
Hanno votato no 321
(La Camera respinge).
In realtà mi accorgo ora che è pervenuto un foglietto in cui si legge «Fragalà e Leone: aderiamo all'ordine del giorno Parrelli»: più che un'adesione sembra un messaggio.
Prendo dunque atto che l'ordine del giorno è stato sottoscritto dai colleghi poc'anzi ricordati dei gruppi di forza Italia e di alleanza nazionale, nonché dal collega Manzione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Parrelli ed altri n.9/3489/3, accettato dal Governo come raccomandazione.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 499
Votanti 487
Astenuti 12
Maggioranza 244
Hanno votato sì 440
Hanno votato no 47
(La Camera approva - Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bono ed altri n.9/3489/4, nel testo riformulato, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 503
Votanti 483
Astenuti 20
Maggioranza 242
Hanno votato sì 440
Hanno votato no 43
(La Camera approva).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 504
Maggioranza 253
Hanno votato sì 177
Hanno votato no 327
(La Camera respinge).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul primo capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno Ostillio ed altri n.9/3489/6, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 504
Votanti 502
Astenuti 2
Maggioranza 252
Hanno votato sì 178
Hanno votato no 324
(La Camera respinge).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla parte restante dell'ordine del giorno Ostillio ed altri n.9/3489/6, accettato dal Governo come raccomandazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 502
Votanti 458
Astenuti 44
Maggioranza 230
Hanno votato sì 289
Hanno votato no 169
(La Camera approva - Applausi).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 496
Votanti 473
Astenuti 23
Maggioranza 237
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 288
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 500
Votanti 493
Astenuti 7
Maggioranza 247
Hanno votato sì 174
Hanno votato no 319
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 491
Maggioranza 246
Hanno votato sì 172
Hanno votato no 319
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 491
Votanti 490
Astenuti 1
Maggioranza 246
Hanno votato no 312
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 485
Votanti 482
Astenuti 3
Maggioranza 242
Hanno votato sì 169
Hanno votato no 313
(La Camera respinge)
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 485
Votanti 457
Astenuti 28
Maggioranza 229
Hanno votato sì 164
Hanno votato no 293
(La Camera respinge).
Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Teresio Delfino. Ne ha facoltà.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Peretti. Ne ha facoltà.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Morgando. Ne ha facoltà.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Martino. Ne ha facoltà.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bagliani. Ne ha facoltà.
Onorevole Bagliani, i colleghi mi suggeriscono che può presentare il testo della sua dichiarazione di voto perché venga pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta odierna (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alessandro Rubino. Ne ha facoltà.