![]() |
![]() |
![]() |
PRESIDENTE. Dobbiamo ora procedere nuovamente alla votazione del subemendamento Muzio 0.1.67.93, nella quale nella seduta pomeridiana di ieri è mancato il numero legale. C'è richiesta di votazione nominale?
ALBERTO LEMBO. Sì, Presidente.
PRESIDENTE. Poiché non è ancora decorso il termine regolamentare di preavviso, devo sospendere la seduta per qualche minuto, salvo che non vi sia l'unanimità di consensi dell'Assemblea.
ENRICO CAVALIERE. No, Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene, sospendo la seduta per tre minuti.
La seduta, sospesa alle 10,37, è ripresa alle 10,40.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Carazzi 0.1.67.78, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Vi sono 2 postazioni di voto bloccate. Onorevole Eduardo Bruno, risultano in uso due sue tessere!
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione del subemendamento Fontan 0.1.67.13.
GIACOMO STUCCHI. Presidente, in questo subemendamento si ribadisce quello che dovrebbe essere un concetto fondamentale e conosciuto da tutti, vale a dire che una norma abrogata non può trovare applicazione. Invece, l'emendamento della Commissione propone di continuare a mantenere in vita una norma che viene abrogata da un referendum: c'è un'evidente contraddizione e un'evidente limite alla costituzionalità di questa norma.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Fontan 0.1.67.13, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Vi sono tre postazioni bloccate.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Fontan 0.1.67.14, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Vi sono 2 postazioni di voto bloccate.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Fontan 0.1.67.15, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
C'è una postazione di voto bloccata.
Dichiaro chiusa la votazione.
OLIVIERO DILIBERTO. Chiedo di parlare sulle modalità delle votazioni.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
OLIVIERO DILIBERTO. Signor Presidente, a nome del gruppo di rifondazione comunista-progressisti, chiedo la votazione a scrutinio segreto.
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Diliberto.
GIACOMO STUCCHI. Con questo emendamento si intende porre un limite, in quanto effettivamente si toglie dalla fattispecie prevista dalla norma il caso dello scioglimento anticipato delle Camere. Quindi si prevede una condizione, che mira a depotenziare la portata della norma; si disinnesca la bomba e si riesce a contenerne gli effetti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.
LUCIANO DUSSIN. Intervengo in dissenso perché questa proposta è un'imbroglio. Vista l'impossibilità di riformare il paese e di salvarlo economicamente, si individua nella lega nord per l'indipendenza della Padania il pericolo numero uno, che può strappare la Padania al gioco colonialista del sistema, che finora ha mandato in malora i conti pubblici. Pur di non lasciar scappare la gallina dalle uova d'oro si inventa una legge come questa che «assorbe» i partiti in due soli, vale a dire PDS e forza Italia che sono già d'accordo per contrastare l'indipendenza della Padania, che comunque verrà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Paolo Colombo. Ne ha facoltà.
PAOLO COLOMBO. Signor Presidente, sono stato colpito dall'affermazione che ella ha fatto sul costo delle sedute della Camera. Penso che di sedute ne abbiamo «buttate» via fin troppe per questa ... Rebuffa legge. Una legge che effettivamente non serve proprio a nulla; essa è chiaramente anticostituzionale perché impedisce che le consultazioni referendarie trovino un'espressione compiuta. In altre parole, stiamo facendo una legge che non serve proprio a niente ed ha solo una funzione che può essere strumentalizzata a fini politici. Tale strumentalizzazione politica potrebbe trovare compimento con altri sistemi sicuramente meno costosi e meno svilenti per le istituzioni che certamente molti di voi si onorano di rappresentare.
PRESIDENTE. Come lei sa, il referendum sull'autodeterminazione è all'esame della Commissione bicamerale.
Onorevole collega, può votare con una sola mano? Onorevole Formenti, decida con quale mano votare! Adesso sì!
Passiamo alla votazione del subemendamento Fontan 0.1.67.17.
GIACOMO STUCCHI. Anche questo subemendamento tende a depotenziare il contenuto della normativa, in quanto stabilisce che le disposizioni di legge, qualora abrogate da referendum, possano trovare applicazione solamente se le consultazioni successive si svolgono dopo un periodo di due anni e senza che nel frattempo siano state emanate nuove disposizioni di legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Franciscis. Ne ha facoltà.
FERDINANDO DE FRANCISCIS. Signor Presidente, da più parti si è detto che la proposta di legge oggi al nostro esame è virtuale ed innocua. Esprimiamo invece un diverso avviso. Siamo in presenza di una norma che apparentemente viene considerata come legge ordinaria, ma che, viceversa, ha requisiti di carattere costituzionale e viene, in ipotesi concreta, a modificare sostanzialmente il corpo normativo del sistema elettorale.
PRESIDENTE. Onorevole Gramazio! Onorevole Gramazio, per cortesia!
FERDINANDO DE FRANCISCIS. Pertanto - dicevo - al fine di non porre in
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Diliberto 0.1.67.92, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Colleghi, vi sono 2 postazioni di voto bloccate.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione del subemendamento Meloni 0.1.67.64.
OLIVIERO DILIBERTO. Vorrei chiedere ai rappresentanti del Governo in aula, essendo noi, come è noto, forza politica e gruppo che ha appoggiato e tuttora appoggia lealmente e convintamente questo Governo, cosa pensino del fatto che una iniziativa sostenuta da una parte esigua della maggioranza porti a votazioni di questo genere, in cui la maggioranza medesima si presenta, ahimè, contro la nostra volontà, divisa in aula (Applausi dei deputati del gruppo di rifondazione comunista-progressisti).
PRESIDENTE. Siamo in sede di dichiarazione di voto, onorevole Diliberto (Commenti del deputato Maura Cossutta)!
Vi sono 2 postazioni di voto bloccate.
Dichiaro chiusa la votazione.
È così precluso il subemendamento Strambi 0.1.67.67.
PAOLO ARMAROLI. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE. Chieda all'onorevole Tremaglia alle sue spalle quale sia la ragione. Le spiegherà tutto.
PAOLO ARMAROLI. Desidero semplicemente dire che questo è un voto segreto parziale.
PRESIDENTE. È una vecchia questione, la esamineremo a suo tempo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Fontan 0.1.67.21, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
ENRICO CAVALIERE. Presidente, è mezz'ora che alzo la mano: non faccia finta di non vedermi! È la terza volta che alzo la mano!
PRESIDENTE. Non ho capito che cosa dice.
ENRICO CAVALIERE. È la terza volta che alzo la mano! È troppo distratto, Presidente!
PRESIDENTE. Deve solo segnalare nei modi corretti che intende parlare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione del subemendamento Meloni 0.1.67.54.
ENRICO CAVALIERE. Signor Presidente, quanto lei ha detto ha sollevato in me un problema di coscienza quest'oggi, perché non sapevo, evidentemente non avevo fatto bene i conti, che le sedute della Camera costassero ai cittadini 50 milioni al giorno. Quindi, è evidente che le invenzioni del collega Rebuffa costano circa 200 milioni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Vi sono 4 postazioni di voto bloccate.
Passiamo alla votazione del subemendamento Boghetta 0.1.67.55.
GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, il contenuto di questo subemendamento è estremamente interessante perché prevedere che «fino all'esaurimento del mandato degli eletti con la disciplina da essa prevista» ci si possa comunque servire della vecchia disciplina e si possa limitare l'applicazione della stessa solo ai casi previsti è una soluzione che permetterebbe di limitare i danni che questa legge potrebbe produrre in futuro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.
LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, continuo a reputare una vergognosa perdita di tempo il fatto di essere impegnati da almeno una settimana su questo provvedimento. Ho sentito prima fare quattro conti e mi sono reso conto che abbiamo buttato via 200 milioni dei cittadini per non arrivare ad alcuna conclusione su questi sporchi giochi di potere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Diliberto. Ne ha facoltà.
OLIVIERO DILIBERTO. Prendo la parola solo per dire che sto ancora aspettando la risposta dei rappresentanti del Governo.
DANIELE ROSCIA. Il Governo non c'è!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.
PAOLO COLOMBO. Ritengo vergognoso che una maggioranza così ampia di parlamentari non sia indignata di fronte al comportamento di chi vuole continuare a portare avanti una legge che appare davvero inutile. È una fatto scandaloso e penso che, a furia di comportarvi così, vi troverete nella situazione dei parlamentari albanesi (Commenti - Si ride - Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Fontan. Ne ha facoltà.
ROLANDO FONTAN. Mi sembra giustificata la richiesta del collega Diliberto, anche perché l'opposizione deve sapere se
PRESIDENTE. Avverto i colleghi che a disposizione per il dissenso vi sono ancora 2 minuti e 50 secondi.
C'è una postazione di voto bloccata.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Carazzi 0.1.67.96, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Vi sono 3 postazioni di voto bloccate.
Dichiaro chiusa la votazione.
Sono così preclusi i subemendamenti Diliberto 0.1.67.89 e Meloni 0.1.67.87.
Vi sono 2 postazioni di voto bloccate.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione del subemendamento Fontan 0.1.67.23.
GIACOMO STUCCHI. Anche questo emendamento rientra tra quelli volti a disinnescare la spoletta di questa legge che «esploderà» il 30 giugno 1998. Ci sembra utile fare ora questa proposta perché approvare questo provvedimento significherà condizionare il lavoro dei colleghi della Commissione bicamerale, cioè costringerli a recepire una norma che dovrà essere inserita nella riforma che dovranno elaborare.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Meloni 0.1.67.79, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Vi sono 3 postazioni di blocco bloccate.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento De Murtas 0.1.67.71, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Vi sono 10 postazioni di voto bloccate.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento De Murtas 0.1.67.69, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Vi sono 2 postazioni di voto bloccate.
Dichiaro chiusa la votazione.
Avverto che per i subemendamenti da Fontan 0.1.67.25 a Fontan 0.1.67.34, chiamerò l'Assemblea a pronunciarsi sul principio contenuto nella parte comune individuata nelle parole «ridefinizione dei collegi elettorali, a tale compito si deve provvedere entro un periodo».
Vi sono 9 postazioni di voto bloccate.
Dichiaro chiusa la votazione.
CESARE RIZZI. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto in dissenso.
PRESIDENTE. Vogliamo sentire il «consenso», prima?
CESARE RIZZI. Sono in dissenso rispetto al precedente subemendamento, sul quale non mi ha dato la parola (Si ride).
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, onorevole Rizzi.
CESARE RIZZI. Mi esprimo in dissenso da tutti i miei colleghi della lega nord, perché sono più che convinto che entro il 30 giugno 1998 non vi saranno più neanche questo Stato e questo Governo «italiota» (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Vi sono 23 postazioni di voto bloccate.
Dichiaro chiusa la votazione.
È pertanto assorbito il subemendamento Diliberto 0.1.67.94.
Vi sono 5 postazioni di voto bloccate.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.67 della Commissione.
STEFANO BASTIANONI. La proposta di legge in esame si configura come un monumento all'ambiguità! Già nella relazione, infatti, che l'accompagna appare evidente il linguaggio oscuro di chi vuole coprire i veri obiettivi che si propone.
PRESIDENTE. Colleghi!
STEFANO BASTIANONI. ... senza ricorrere a questi mezzi che sono di fatto
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia!
STEFANO BASTIANONI. Il nostro dovere di legislatori, colleghi, è quello di stare qui, a legiferare (Commenti dei deputati del gruppo di forza Italia)...
PRESIDENTE. Scusi un momento, onorevole Bastianoni: colleghi, per cortesia!
STEFANO BASTIANONI. ... a fare le scelte che ci competono, non quella di rimandare fuori le nostre decisioni (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania - Applausi polemici dei deputati del gruppo di forza Italia - Commenti)!
DANIELE ROSCIA. Venduti a D'Alema!
PRESIDENTE. Onorevole Roscia, la richiamo all'ordine!
STEFANO BASTIANONI. Guardate che non mi spaventate, potete anche continuare.
PRESIDENTE. Onorevole Roscia, la richiamo all'ordine per la seconda volta!
STEFANO BASTIANONI. Signor Presidente, quasi tutte le proposte emendative sono state presentate da una forza politica dalla quale mi dividono profonde ragioni di carattere politico e culturale; anzi per precisare - e faccio una digressione di ordine politico - ritengo che il peso di questa formazione politica sia notevole e rilevante nei confronti della maggioranza di Governo. Dico anche che noi non possiamo giustificare azioni, tendenti a mutilare questo Parlamento, di formazioni politiche di tutto l'arco parlamentare, perché in questa società ci sono strati sociali anche antagonisti che, se non trovassero rappresentanza istituzionale potrebbero, in maniera devastante, dare risposte non istituzionali (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania - Applausi polemici dei deputati del gruppo di forza Italia - Commenti del deputato Fabris)!
UMBERTO GIOVINE. Telefona, telefona!
STEFANO BASTIANONI. Dico a questi grandi semplificatori che, se vorranno fare questo, lo faranno senza il mio voto!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roscia. Ne ha facoltà.
DANIELE ROSCIA. Signor Presidente, non vorrei che il ruolo repressivo ed estremamente fazioso che lei ha tenuto in questa legislatura induca a considerare me un novello Solgenitsyn della Padania (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania). Sappia che il suo atteggiamento è fortemente repressivo ed assimilabile a quello di un novello Stalin di uno Stato che sta fallendo completamente, e lei ne è il principale artefice (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Manzione. Ne ha facoltà.
ROBERTO MANZIONE. Signor Presidente... Nessuno ha la pretesa di dire cose importantissime, però sarebbe opportuno un minimo di silenzio, per verificare che la proposta di legge Rebuffa, mai tanto citata come in questi ultimi tre giorni, tutto sommato si compone di due articoli chiarissimi, lineari, senza problemi a detta di tutti coloro che sostengono tale provvedimento. Salvo però accorgersi che questi due articoli, ognuno dei quali si compone di un unico comma, verranno entrambi modificati. L'articolo 1 verrà sostituito dall'emendamento proposto dalla Commissione; quindi il primo articolo non esisterà più e fino ad ora abbiamo discusso su un articolato - se me lo consente il collega Rebuffa - che sostanzialmente non esiste poiché verrà modificato.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Manzione.
Vi sono 2 postazioni di voto bloccate.
Dichiaro chiusa la votazione.
Sono pertanto preclusi tutti i restanti emendamenti all'articolo 1.
DOMENICO NANIA. Chiedo di parlare per una precisazione.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DOMENICO NANIA. Presidente, volevo segnalare che la mia postazione di voto non ha funzionato e che intendevo esprimere voto favorevole.
PRESIDENTE. La Presidenza ne prende atto.
Vi sono 2 postazioni di voto bloccate.
Dichiaro chiusa la votazione.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Moroni 1.04, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Vi sono 17 postazioni di voto bloccate.
Dichiaro chiusa la votazione.
Vi sono 17 postazioni di voto bloccate.
Dichiaro chiusa la votazione.
Passiamo all'esame dell'articolo 2, nel testo del Commissione, e del complesso degli emendamenti ad esso presentati (vedi l'allegato A).
FRANCO FRATTINI, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sul proprio emendamento 2.4 e contrario sugli identici emendamenti Bielli 2.1 e Stucchi 2.3.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIANNI MARONGIU, Sottosegretario di Stato per le finanze. Il Governo si rimette all'Assemblea su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.4 della Commissione.
SERGIO MATTARELLA. Ero incerto se esprimere un'opinione ma, avendo riflettuto molto sull'emendamento 2.4, a titolo personale, senza dare indicazioni di gruppo, avanzo qualche considerazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, anche se mi assumo la responsabilità di essere stato magari disattento, devo rilevare che abbiamo votato l'articolo 1 senza accorgercene, in quanto abbiamo approvato un emendamento della Commissione...
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Giovanardi, ma per il suo gruppo è già intervenuto il collega Manzione.
CARLO GIOVANARDI. Mi riferisco ad un'altra cosa, e cioè che anche colleghi avvertiti come il collega Cananzi aspettavano, come me, di discutere i loro emendamenti. Ci siamo invece trovati all'improvviso con un emendamento della Commissione approvato, che ha troncato la discussione. Sfido i colleghi che hanno onestà intellettuale a dire se si sono accorti che, con la votazione dell'emendamento della Commissione, era passato anche l'articolo 1 e che, senza alcun voto, si era passati all'articolo 2, saltando a pié pari una serie di questioni su cui ci siamo lungamente soffermati in Commissione, come quelle illustrate dal collega Cananzi. Questo modo di procedere su materie così delicate (faccio autocritica se non l'ho avvertito, ma credo che pochi lo abbiano avvertito) equivale a troncare ogni possibilità di dialogo e di confronto su questioni importanti e decisive.
PRESIDENTE. Onorevole Giovanardi!
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, mi consenta di finire!
PRESIDENTE. Mi dispiace, onorevole Giovanardi, ma il suo tempo è esaurito.
CARLO GIOVANARDI. Allora continuerò dopo!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tatarella. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE TATARELLA. Questa discussione sull'ex emendamento Soda ci dà la possibilità di fare molto brevemente la cronistoria della proposta di legge in esame, assumendoci l'onere di motivare la nostra posizione in tutti i passaggi dell'iter relativo al provvedimento.
GIACOMO STUCCHI. Chiedo di parlare per ottenere un chiarimento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIACOMO STUCCHI. Se non sbaglio non è stato posto in votazione l'emendamento Cananzi 1.48.
PRESIDENTE. L'emendamento Cananzi 1.48 era precluso per due ragioni: era già stato votato e respinto il subemendamento Cananzi 0.1.67.44, dello stesso tenore ed è stato poi approvato l'articolo 1.67 della Commissione sostitutivo dell'articolo 1.
OLIVIERO DILIBERTO. Interverrò per pochissimi secondi perché purtroppo, come i colleghi sanno, non abbiamo più tempo. Ci siamo già più volte espressi, come tutti sapete, contro la proposta Rebuffa ed ho già avuto occasione di dichiarare in quest'aula che riteniamo l'emendamento della Commissione, noto come emendamento Soda, non soltanto politicamente inutile per i motivi esposti dal collega Mattarella, ma anche un autentico mostro giuridico. Infatti, nonostante l'articolo 73 della Costituzione preveda la possibilità che l'entrata in vigore di una legge venga differita (la normale entrata in vigore è infatti dopo 15 giorni dalla pubblicazione), la posticipazione di
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Diliberto.
ANTONIO SODA. Intervengo per rivolgere poche battute, signor Presidente, innanzitutto all'onorevole Diliberto. Egli di mostri ne ha creati prima di me, quando ha formulato l'emendamento per differire l'entrata in vigore di questa legge, perché non fosse un siluro alla bicamerale (Dai banchi dei deputati del gruppo di rifondazione comunista-progressisti si grida: «Una sospensiva!»). No, è qui, è l'articolo aggiuntivo 1.05.
MAURO FABRIS. Di chi?
ANTONIO SODA. Del Polo (Proteste del deputato Giovanardi - Commenti).
PRESIDENTE. Onorevole Soda, dichiari il suo voto.
ANTONIO SODA. Ci è stato rappresentato che l'istituto referendario, in un sistema che si avvia verso il maggioritario, è uno strumento di garanzia delle minoranze che, ritenendo di essere maggioranza nel paese e minoranza nelle assemblee elettive, vogliono verificare la volontà del popolo. Ed allora, sotto questo profilo, abbiamo ritenuto che non potessimo opporci a che questa legge fosse messa in discussione, andasse a completare il nostro sistema di equilibri e di garanzie a Costituzione invariata. Si è alzato il livello, il tono, si è parlato di attentati alla democrazia e alle minoranze, si è detto che laddove esiste il sistema maggioritario si è fuori dalla democrazia; tutti dimenticano però che il sistema maggioritario funziona in Inghilterra, che è la patria della democrazia (Commenti)!
ANTONIO SODA. Come non è vero? È così. Quindi abbiamo aderito a favorire l'iter di questa legge, perché completa un equilibrio di garanzia nel sistema ed è una risposta alla Corte costituzionale la quale, correttamente, rileva che l'attuale Costituzione prevede la partecipazione del popolo alla formazione dei principi della legge elettorale. Che vi piaccia o non vi piaccia, nella nostra Costituzione il popolo è chiamato a formulare i principi, le regole e le direttive del suo sistema elettorale! La Corte costituzionale ha impedito i referendum sui sistemi elettorali sostenendo che non vi può essere un sistema democratico che abbia un momento della sua vita istituzionale senza una legge che possa essere applicata quando si va a votare. La legge Rebuffa colma questo vuoto istituzionale. Quindi, tutte le altre questioni - le ricadute politiche, il timore dell'appello al popolo, il timore della scomparsa delle minoranze - sono problemi politici che affronteremo, e in questo posso trovarmi d'accordo con il collega Tatarella. Anche noi vogliamo conciliare principio di rappresentanza e principio di responsabilità, perché siamo contrari ad una democrazia plebiscitaria o ad avvitamenti plebiscitari, ma non vogliamo assolutamente una democrazia debole e assembleare, che non consente a questo paese di essere governato (Applausi).
MAURO FABRIS. Ma sta scherzando?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paissan. Ne ha facoltà.
MAURO PAISSAN. Signor Presidente, i deputati verdi hanno già espresso varie volte la loro netta contrarietà a questo provvedimento. La proposta di legge del collega Rebuffa è un grave pasticcio e
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rebuffa. Ne ha facoltà.
GIORGIO REBUFFA. Signor Presidente, onorevoli colleghi ed anche, sinceramente, cari amici, nonostante alcune battute che sono emerse durante l'esame del provvedimento, la proposta di legge era stata presentata per una ragione estremamente semplice, ossia per rispondere ad una esigenza che la Corte costituzionale ha sollecitato anche nella decisione depositata in questi giorni, e che abbiamo letto.
ROLANDO FONTAN. È l'Ulivo che ha vinto!
GIORGIO REBUFFA. Avere degli amici vivaci è un conforto per la vita! Questa legge dunque non prefigura nulla. Personalmente - lo dico con sincerità al collega Diliberto - sono per la democrazia dei partiti. Da dove viene fuori questa storia che si «rompe» con la democrazia dei partiti? Io sono per la democrazia dei partiti in un sistema elettorale equilibrato!
ROLANDO FONTAN. Non a tutte!
GIORGIO REBUFFA. A tutte, amici della lega!
PRESIDENTE. Onorevole Rebuffa, il tempo a sua disposizione si sta esaurendo.
GIORGIO REBUFFA. Sull'emendamento specifico credo che, a questo punto, il dibattito consigli una cosa e penso che la Commissione la farà. Mi riferisco al ritiro dell'emendamento. Mi pare che il dibattito abbia manifestato questo orientamento, che credo debba essere tenuto presente dalla Commissione. Ringrazio per l'attenzione (Applausi dei deputati del gruppo di forza Italia).
FRANCO FRATTINI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCO FRATTINI, Relatore. Presidente, la Commissione, anzi il Comitato dei nove, aveva approvato a maggioranza questo emendamento per le ragioni che il collega Soda ha esposto. Tuttavia, le preoccupazioni dell'onorevole Tatarella e di altri colleghi circa la necessità di fare ancor maggiore chiarezza sull'esigenza ed efficacia immediata di avere una norma generale sulle fonti dell'ordinamento; le considerazioni degli onorevoli Mattarella e Diliberto, sulle quali pure dal punto di vista tecnico vi potrà essere un ancor maggiore approfondimento; e la richiesta del proponente, l'onorevole Soda, mi inducono a ritirare l'emendamento 2.4 a nome del Comitato, avendo consultato informalmente i componenti di quest'ultimo (Applausi di deputati del gruppo di alleanza nazionale).
TULLIO GRIMALDI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TULLIO GRIMALDI. Mi dispiace smentire il collega Frattini, ma il Comitato dei nove non è stato riunito ed io che ne faccio parte non sono stato interpellato. Quindi chiedo una formale riunione del Comitato dei nove (Applausi dei deputati del gruppo di rifondazione comunista-progressisti).
ROSA JERVOLINO RUSSO. Il relatore ha parlato di consultazioni!
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Muzio 0.1.67.93, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti.325
Votanti .321
Astenuti.4
Maggioranza 161
Hanno votato sì.31
Hanno votato no.290
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti.366
Votanti .361
Astenuti 5
Maggioranza 181
Hanno votato sì 96
Hanno votato no 265
(La Camera respinge).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 416
Votanti 410
Astenuti 6
Maggioranza 206
Hanno votato sì 125
Hanno votato no 285
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 405
Votanti 399
Astenuti6
Maggioranza 200
Hanno votato sì 123
Hanno votato no 276
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 402
Votanti 395
Astenuti 7
Maggioranza 198
Hanno votato sì 130
Hanno votato no 265
(La Camera respinge).
Passiamo alla votazione del subemendamento Fontan 0.1.67.16.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.
Gli italiani rinunciano anche alle ideologie politiche pur di tener schiavo il popolo padano che finora ha lavorato ed in cambio è stato solo depredato: un popolo che quando chiede libertà è definito razzista, mentre, in realtà, è semplicemente stanco di essere razziato (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
A mio giudizio - questa è la ragione del dissenso - questa è sostanzialmente una legge che «riconosce» un referendum di indirizzo. Se infatti un referendum non dà dei risultati chiari, esso diventa un referendum di indirizzo. L'eventuale applicazione di questa legge vanificherebbe il risultato referendario.
Riconoscere la possibilità di avere un referendum di indirizzo - questa è una contraddizione che lei dovrebbe aiutarci a capire - significa che le nostre proposte
sono ammissibili quanto alla possibilità di avere un referendum di indirizzo anche per l'autodeterminazione dei popoli della Padania. È dunque una chiara incongruenza il fatto che anche lei, signor Presidente, non si opponga all'approvazione di questa legge perché si stanno buttando via tempo e soldi della comunità italiana, ma soprattutto di quella padana; inoltre lei ha bloccato le nostre proposte di legge sull'autodeterminazione dei popoli.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Fontan 0.1.67.16, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 407
Votanti 406
Astenuti 1
Maggioranza 204
Voti favorevoli 156
Voti contrari 250
(La Camera respinge).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.
Credo che il Parlamento dovrebbe dare seguito alla volontà del popolo che si esprime mediante il referendum e riscrivere la legge elettorale. Però, qualora questo non dovesse succedere, il subemendamento al nostro esame ci tutela e potremmo pensare di mantenere in vita la legge abrogata.
Siamo nella immediata vigilia - atteso che il 30 giugno non è lontano - delle decisioni che sul nuovo ordinamento dello Stato dovrà assumere la Commissione bicamerale. Oggi esaminiamo una proposta legislativa che, viceversa, ci sembra debba essere appannaggio prima della bicamerale, poi del Parlamento e successivamente e definitivamente del corpo elettorale con il referendum da svolgersi, presumibilmente, nei primi mesi del 1998.
Oggi, quindi, stiamo svolgendo un'attività legislativa inficiata da elementi che propongono seri dubbi di costituzionalità per tutte le argomentazioni già esposte dai colleghi e particolarmente dal collega del mio gruppo, onorevole Manzione, che, con dovizia di argomenti, ha trattato questo tema. Pertanto al fine di non porre in essere un comportamento in contrasto con quanto questa Camera...
essere un comportamento in contrasto con quanto questa Camera ed il Senato hanno deciso con l'istituzione della bicamerale, ritenendo l'argomento in esame attribuito alla competenza di quella Commissione, esprimiamo l'opinione che la questione debba essere trattata in quella sede e con le modalità ivi previste. Per questi motivi siamo nettamente contrari alla norma proposta e quindi esprimeremo un voto complessivamente contrario.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Fontan 0.1.67.17, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 406
Votanti 403
Astenuti 3
Maggioranza 202
Voti favorevoli 158
Voti contrari 245
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 416
Maggioranza 209
Voti favorevoli 160
Voti contrari 256
(La Camera respinge).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Diliberto. Ne ha facoltà.
Non c'è l'obbligo: c'è la facoltà di rispondere, come lei sa!
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Meloni 0.1.67.64, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti.419
Maggioranza 210
Voti favorevoli 160
Voti contrari 259
(La Camera respinge).
PAOLO ARMAROLI. Signor Presidente, ho notato che è segreto il voto per coloro che votano o favore o contro, mentre per coloro che si vogliono astenere il voto è palese.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Fontan 0.1.67.20, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 419
Votanti 417
Astenuti 2
Maggioranza 209
Voti favorevoli.165
Voti contrari .252
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Vi sono 3 postazioni di voto bloccate.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 407
Votanti 405
Astenuti 2
Maggioranza 203
Voti favorevoli 155
Voti contrari 250
(La Camera respinge).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cavaliere. Ne ha facoltà.
Quello che mi preoccupa è che, considerato che se tutto andrà bene questa legge entrerà in vigore il 30 giugno 1998, dobbiamo tener conto anche degli interessi passivi che matureranno da oggi al 30 giugno 1998. Pertanto la situazione mi pare ancora più demenziale.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Meloni 0.1.67.54, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 414
Votanti 412
Maggioranza 207
Voti favorevoli 156
Voti contrari 256
(La Camera respinge).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.
Desidero sottolineare anche un altro aspetto: ci sono dei problemi che non possono più essere rinviati e ai quali bisogna porre mano, ma probabilmente a ciò non si dà importanza in quest'aula. I problemi a cui facevo riferimento attengono al fatto che ci sono 342 miliardi di lire al giorno di debito pubblico che cresce, vale a dire che ogni ora ci sono 14 miliardi di ulteriore debito pubblico, 237 milioni di debito pubblico al minuto, mentre noi stiamo qui a perdere tempo! Altro che 50 milioni al giorno di seduta! Sono 237 milioni al minuto di debito pubblico che ogni minuto crescono mentre il signor Rebuffa è tutto contento perché sta impantanando i lavori dell'Assemblea (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)! Ci sono invece tanti altri problemi di cui occuparsi, come quello di milioni di disoccupati che aspettano (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)!
esiste una maggioranza, soprattutto su un provvedimento di tale importanza. Anch'io dunque chiedo se esista ancora una maggioranza.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Boghetta 0.1.67.55, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 421
Votanti 418
Astenuti 3
Maggioranza 210
Voti favorevoli 59
Voti contrari 259
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 411
Maggioranza 206
Voti favorevoli 162
Voti contrari 249
(La Camera respinge).
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Carazzi 0.1.67.81, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 423
Votanti 422
Astenuti 1
Maggioranza 212
Voti favorevoli 159
Voti contrari 263
(La Camera respinge).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.
Non credo si tratti di un atteggiamento corretto perché chi si occupa delle riforme istituzionali deve farlo avendo le mani libere, cosa che rischia di non accadere nel caso in cui venisse approvata la proposta Rebuffa.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Fontan 0.1.67.23, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Vi sono 6 postazioni bloccate.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 410
Votanti 409
Astenuti 1
Maggioranza 205
Voti favorevoli 155
Voti contrari 254
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 401
Maggioranza 201
Voti favorevoli 145
Voti contrari 256
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 405
Maggioranza 203
Voti favorevoli 146
Voti contrari 259
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 396
Votanti 393
Astenuti 3
Maggioranza 197
Voti favorevoli 137
Voti contrari 256
(La Camera respinge).
Avverto inoltre che in caso di reiezione si intenderanno respinti tutti i subemendamenti recanti la medesima espressione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sul principio contenuto nel subemendamento Fontan 0.1.67.25, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 416
Votanti 415
Astenuti 1
Maggioranza 208
Voti favorevoli 155
Voti contrari 260
(La Camera respinge).
Passiamo alla votazione del subemendamento Stucchi 0.1.67.44.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Stucchi 0.1.67.44, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 415
Votanti 412
Astenuti 3
Maggioranza 207
Voti favorevoli 147
Voti contrari 265
(La Camera respinge).
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Stucchi 0.1.67.43, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 407
Votanti 405
Astenuti 2
Maggioranza 203
Voti favorevoli 150
Voti contrari 255
(La Camera respinge).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bastianoni. Ne ha facoltà.
Perché non si dice con chiarezza che, quando nel testo si fa riferimento alle modifiche introdotte nella operatività delle norme relative al sistema elettorale parlamentare, si fa riferimento alle modifiche introdotte per via referendaria, anziché per via legislativa? Ritengo insopportabili queste finzioni: almeno in quest'aula usiamo il linguaggio della chiarezza (Applausi polemici dei deputati del gruppo di forza Italia)! Se si vuole modificare la legge elettorale, e quindi eliminare la quota proporzionale, si presenti una proposta di legge chiara ed organica (Proteste dei deputati dei gruppi di forza Italia e di alleanza nazionale)...
una incitazione alle iniziative extraparlamentari (Applausi polemici dei deputati del gruppo di forza Italia - Commenti)!
Prosegua, onorevole Bastianoni.
Continui pure, onorevole Bastianoni.
Signor Presidente, sappiamo che il referendum è una forma straordinaria di intervento della coscienza popolare; esso deve intervenire solo quando sono in gioco questioni di rilevante carattere istituzionale, sociale e morale, questa è la sede dove noi dobbiamo esercitare il nostro ruolo di legislatori (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania - Commenti del deputato Roscia)!
Prosegua, onorevole Bastianoni.
Cari colleghi, io dico queste parole ai grandi «semplificatori», a quelli che vorrebbero che la politica qui dentro fosse risolta da quattro, cinque persone che si telefonano tra di loro.
In secondo luogo, lei ci manda belle letterine per spiegare che le leggi vanno approvate semplicemente per far capire agli italiani, che le leggi devono essere semplici: cominci dal suo comportamento ad essere un po' più democratico di quanto effettivamente non è!
Inoltre, in questa discussione si vedono e si stravolgono le connotazioni elettorali: forza Italia e alleanza nazionale adesso si accodano al compagno D'Alema. Questo sta succedendo, ed è giusto che questo venga spiegato alla gente e agli amici della sinistra che hanno vinto le elezioni: «noi dobbiamo governare con rifondazione comunista» (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania). No, voi state «sbugiardando» il vostro programma con questo atteggiamento subdolo che, perfino gli italiani non si meritano (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
L'articolo 2 prevede l'entrata in vigore della legge, poiché rispetto ad essa i confini operativi reali non si riuscivano ad intendere; per lo meno però tale articolo, così come formulato nel testo della proposta di legge, ci faceva comprendere che questa legge sarebbe stata come le altre. Si trattava dell'unico aspetto normale di una normativa poco chiara, per dirlo in maniera delicata, per non affermare che lo scopo di tale norma è assolutamente incomprensibile; non si comprendono le parole che compongono l'articolato, non si riesce cioè a capire in quale direzione si vada effettivamente. Ebbene, in tale contesto l'unico dato coerente era quello contenuto nell'articolo 2, che prevedeva l'entrata in vigore con la pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale. Tuttavia si è riusciti ad incidere sull'unico elemento di normalità in riferimento alla circolare che il Presidente ha inviato a tutti i parlamentari per verificare quanto tale proposta di legge si fosse attenuta alla necessità di istruttoria preventiva di cui all'articolo 72 della Costituzione, di chiarezza nella progressione della formazione della legge. Ebbene, l'unico dato che ci sembrava chiaro era proprio quello di cui all'articolo 2 della proposta di legge, giacché riproduceva la formula che generalmente viene indicata nelle leggi. La Commissione invece, proprio per eliminare questo ulteriore «dubbio», ha presentato un emendamento all'articolo 2 - che di qui a poco esamineremo - che ci lascia particolarmente perplessi, poiché prevede che la presente legge entrerà in vigore il 30 giugno 1998.
Mi chiedo allora - ma abbiamo l'obbligo di chiedercelo tutti - quale sia la ratio di una normativa sulla quale sono state presentate e superate questioni pregiudiziali, ordini del giorno di non passaggio agli articoli e via dicendo, sulla quale - come risulta dagli atti - non vi è stata in Commissione quell'istruttoria con l'esame degli emendamenti, come se si trattasse di una normativa eccezionale, dalla quale dipendesse la sopravvivenza del nostro paese; normativa che poi, quanto alla sua efficacia, dovrebbe entrare in vigore il 30 giugno 1998.
Presidente, in riferimento all'invito che lei ha rivolto a tutti noi a fare attenzione al comportamento, alla capacità di essere coerenti con il ruolo che esercitiamo
anche in considerazione dell'esborso di pubblico denaro, del costo per i cittadini delle nostre sedute, ritiene che questo tipo di provvedimento, composto di due articoli che vengono entrambi modificati, il primo dei quali non si sa cosa voglia dire ed il secondo dei quali indicherà l'entrata in vigore al 30 giugno 1998, meriti i richiami che lei ci ha fatto?
Signor Presidente, tali motivazioni si aggiungono a quelle che abbiamo cercato di illustrare. Ci rendiamo però conto che, proprio perché ci troviamo di fronte ad un braccio di ferro, ad una prova esclusivamente «muscolare», si tratta di una strana alleanza; non so se sarà una strana ed eterna alleanza, comunque è anomala e probabilmente è prodromica a qualche altro accordo che sta per essere stretto in Commissione. Tutto ciò sicuramente non ci mette in condizione di esercitare un ruolo costruttivo, di avere una capacità propositiva che possa essere accolta. Se infatti la nostra capacità di indicare quali fossero i limiti di questa normativa fosse stata minimamente recepita...
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.67 della Commissione, interamente sostitutivo dell'articolo 1, sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 431
Maggioranza 216
Voti favorevoli 255
Voti contrari 176
(La Camera approva).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Diliberto 1.01, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti432
Maggioranza 217
Voti favorevoli 162
Voti contrari 270
(La Camera respinge).
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 425
Votanti 424
Astenuti 1
Maggioranza 213
Voti favorevoli 154
Voti contrari 270
(La Camera respinge).
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Diliberto 1.05, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 434
Maggioranza 218
Voti favorevoli 163
Voti contrari 271
(La Camera respinge).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere su tali emendamenti il parere della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mattarella. Ne ha facoltà.
Probabilmente con questo emendamento si intendeva rimuovere una preoccupazione, quella che con la legge, o con la proposta di legge, Rebuffa si potesse dar vita nella primavera del 1998 ad un referendum che avrebbe attraversato il lavoro della bicamerale, suscitando appunto preoccupazione. Infatti, una Commissione bicamerale che lavori con la prospettiva di un ravvicinato scontro referendario e di una campagna elettorale referendaria, divaricante per le forze politiche, può essere - e probabilmente sarebbe - indotta nelle sue varie parti politiche a non compiere sforzi di avvicinamento reciproco, a non scoprirsi per il timore di doversi poi smentire nel corso della campagna referendaria successiva.
Con l'emendamento al nostro esame si intende evidentemente rimuovere questa preoccupazione, portando l'entrata in vigore della normativa al 30 giugno 1998.
La domanda che pongo e la convinzione che esprimo è però che tale emendamento non serve a questo scopo.
Signor Presidente, colleghi, l'emendamento 2.4 della Commissione che fissa l'entrata in vigore del provvedimento al 30 giugno 1998 non impedisce che si svolga un referendum nella primavera del prossimo anno, quando sarà ancora in corso il lavoro del Parlamento sulle proposte della bicamerale per quanto riguarda sia le norme della Costituzione, sia la legge elettorale, né l'una né l'altra ancora approvate a quella data.
La raccolta di firme probabilmente partirebbe subito. Nel gennaio 1998, cioè tra meno di un anno, la Corte costituzionale sarebbe indotta probabilmente ad ammettere il referendum, perché la legge c'è anche se non è ancora in vigore. E, ammesso che la legge riempia il vuoto legislativo di cui tanto si è parlato, tale vuoto sarebbe di poche settimane perché, potendosi votare entro il 15 giugno sui referendum, ed entrando la legge in vigore dopo quindici giorni, il referendum si svolgerebbe ugualmente in quanto il vuoto sarebbe di appena due settimane. Pertanto l'emendamento 2.4 della Commissione non serve a rimuovere quella preoccupazione; malgrado gli intendimenti dei promotori si concederebbe la possibilità di
indire un referendum sulla legge elettorale nella primavera dell'anno venturo, cioè quando il lavoro di riforma della Costituzione e quello successivo della legge elettorale sarebbero non ultimato il primo e neanche cominciato il secondo.
Credo che questo sarebbe un cattivo servigio rispetto ai lavori della Commissione bicamerale.
Colleghi, possiamo noi prevedere che una norma di legge entri in vigore fra un anno e mezzo? È possibile creare un precedente di questo genere? Ritengo che non vi siano precedenti analoghi se non per i codici, cioè per corpi normativi vasti e ponderosi, di cui possono essere prorogate l'entrata in vigore e l'applicazione perché se ne attendono le norme di attuazione. Per una legge composta da un articolo, un anno e mezzo di proroga dell'entrata in vigore è obiettivamente un fatto che non ha precedenti.
Ritengo che vi sia un problema di stile legislativo e di credibilità del legislatore. Il codice civile, che contiene oltre 2.900 articoli, entrò in vigore dopo un mese dalla sua approvazione; il codice di procedura penale, approvato pochi anni fa, nel 1988, è entrato in vigore un anno dopo in quanto occorrevano le norme di attuazione; il codice di procedura civile del 1940 entrò in vigore, come questa proposta suggerisce, un anno e mezzo dopo perché si attendevano le norme di attuazione dei suoi circa 800 articoli e, per di più, eravamo in guerra. Prevedere, come in questo caso, che una legge composta da un articolo entri in vigore dopo un anno e mezzo è un'ipotesi difficile da configurare.
Mi chiedo inoltre come possiamo coerentemente stabilire cinque mesi di tempo per i lavori della Commissione bicamerale e prevedere che una legge entri in vigore dopo un anno e mezzo.
Comprendendo le intenzioni della Commissione ma essendo convinto che non servano allo scopo, perché non impediscono un referendum che attraversi il lavoro della bicamerale e inoltre per la singolarità della sua configurazione, dichiaro dunque di non poter approvare l'emendamento 2.4 della Commissione ed annuncio che mi asterrò dal voto (Applausi dei deputati dei gruppi dei popolari e democratici-l'Ulivo e di rinnovamento italiano).
Ora resta soltanto un emendamento della Commissione e il voto finale. Permettetemi allora, onorevoli colleghi (mi rivolgo ai colleghi di tutti i banchi, della destra e della sinistra), di fare una piccola riflessione sulla democrazia. Sono assolutamente preoccupato di quello che sta avvenendo, perché ho una cultura di
minoranza. Sono stato iscritto alla democrazia cristiana, oggi sono democratico-cristiano, ma ho sempre vissuto in una regione in cui ho svolto un ruolo di minoranza, come tanti colleghi della sinistra hanno vissuto e fatto politica in regioni in cui governava la democrazia cristiana. Ho sempre pensato che in un paese democratico le opposizioni e le minoranze svolgano un ruolo indispensabile. Senza una funzione di critica, di controllo, di stimolo da parte delle opposizioni non c'è democrazia.
Di che cosa stiamo discutendo? Stiamo discutendo di un meccanismo che può aprire la porta ad un referendum che potrebbe trasformare il nostro sistema elettorale in un sistema completamente uninominale. Non stiamo affrontando una questione banale, perché rapportando, per esempio, questo sistema ad una futura Italia federale o a regionalismo avanzato, nelle varie assemblee o parlamenti regionali avremmo il cento per cento di potenziali eletti appartenenti ad una sola forza politica e lo zero per cento di rappresentanti dell'opposizione. Questo vale per il centro-destra nelle regioni «rosse» e può valere per la sinistra in Lombardia o nel Veneto (se il centro-destra si mette d'accordo), o in alcune regioni meridionali. Ciò significa azzerare la presenza dell'opposizione democratica, quindi cancellare un valore estremamente importante nella dialettica di un paese civile e democratico. Come viene cancellato questo valore?
Mi sembra (mi rivolgo anche ai colleghi di forza Italia) che si ragioni sempre come se si fosse maggioranza potenziale. Quando sei mesi fa presentai un provvedimento (che venne approvato da questo ramo del Parlamento ma bocciato dal Senato) sulla RAI-TV, che ritenevo dovesse essere governata paritariamente da opposizione e maggioranza (4 consiglieri eletti dalla maggioranza e 4 dall'opposizione, qualunque essa fosse), il collega Calderisi e soprattutto il collega Taradash (questa cultura radicale che si mangia dall'interno forza Italia, che oggi è diretta dagli ex pannelliani!) fecero cadere il discorso dicendo che era la maggioranza che doveva gestirsi. Avrei voluto allora che in questa legislatura, quando la maggioranza ha preso tutto alla RAI (una cosa che considero scandalosa), forza Italia avesse detto che andava bene. Ma giustamente forza Italia si è lamentata sostenendo che c'era stata l'occupazione militare della RAI!
Credo che il valore della minoranza sia un valore sempre. Sapete, colleghi, che nel sistema uninominale che volete costruire le elezioni si effettuano un mese prima? Avete mai riflettuto sul fatto che le elezioni si fanno predeterminando il numero degli eletti che ogni partito avrà sulla base...
Primo passaggio, onorevoli colleghi.
In sede di Conferenza dei capigruppo, alleanza nazionale si è battuta per far discutere questa proposta di legge prima della decisione della Corte costituzionale. Avrebbe avuto infatti un senso se il Parlamento fosse intervenuto nel momento in cui il vuoto di potere poteva essere un argomento decisorio sui referendum. Siamo stati sconfitti e la discussione è iniziata dopo la decisione della Corte costituzionale. Ora questa nostra
posizione ci mette nelle condizioni, avendo chiesto una legge del Parlamento come parte vitale del dibattito istituzionale e costituzionale prima della decisione, di non poter con coerenza sostenere la tesi che approviamo una legge che avrà come ambito di applicazione un anno a venire. Se volevamo la legge subito prima della decisione della Corte costituzionale, a maggior ragione la vogliamo ora. In questi termini è la chiarezza della nostra posizione politica. Ci rendiamo conto che il cosiddetto emendamento Soda serve a salvare l'anima alla libertà di coscienza, ma soprattutto alla libertà di manovra del PDS, che sta fagocitando tutto il centro-sinistra. Questo ci fa piacere, perché così diventeremo finalmente davvero alternativi.
Siamo inoltre grati a Mattarella che ha spiegato il segreto di Pulcinella. Egli ha avuto l'amabilità, con il suo garbo, di illustrare le conseguenze, che non vi sono, dell'emendamento Soda che, oltre a salvare la faccia, la crisi e le manovre del PDS doveva servire a convincere (ecco il segreto di Pulcinella) che comunque le firme si potevano raccogliere domani mattina. Ma è un Parlamento serio quello che approva leggi che entrano in vigore dopo un anno, ma che rispetto ai cittadini, per la raccolta delle firme, hanno valore dal giorno successivo? Vogliamo dare serietà alla centralità del Parlamento e dire le cose come sono ai cittadini, alla Corte costituzionale, alle parti politiche, alla bicamerale?
A proposito della Commissione bicamerale vorrei assicurare - nel rapporto bicamerale-legge elettorale - agli amici del CCD e del CDU che il gruppo di alleanza nazionale si muoverà sempre nell'ottica della rappresentanza all'interno dei vari schieramenti - rappresentanza elettiva, non di simbolo - di forza di prestigio e tutela delle forze cattoliche, di coloro che rappresentano una tradizione (Applausi dei deputati del gruppo di alleanza nazionale). Quindi, parlando e trattando con noi si parla con la chiarezza e la coerenza. In nome di tale chiarezza e coerenza riteniamo l'emendamento Soda un trucco; riteniamo l'emendamento Soda un fatto che offende il Parlamento; riteniamo la legge Rebuffa utile ai fini di un maggioritario - amici del CCD e del CDU - per il quale vi è un impegno politico. Come infatti ha detto Romano, le coalizioni vincono se rimangono due grandi coalizioni ed una grande tradizione di centro-destra può esistere soltanto se accanto alla destra c'è il centro cattolico (Applausi dei deputati del gruppo di alleanza nazionale).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Diliberto. Ne ha facoltà.
un anno e mezzo creerebbe davvero un precedente unico non in Italia, ma nel mondo intero.
Ho preso la parola per segnalare la nostra posizione e per dichiarare che ritiriamo la richiesta di scrutinio segreto mantenendo quella di votazione nominale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Soda. Ne ha facoltà.
Una risposta all'onorevole Tatarella. Questa legge è frutto del Polo.
Una voce dai banchi dei deputati del gruppo del CCD: Non è vero!
dietro questo grave pasticcio legislativo c'è anche un grave pasticcio politico. Riteniamo che l'emendamento in discussione aggravi questo giudizio da parte nostra. Siamo di fronte ad una proposta che, come ha esposto il collega Mattarella, è praticamente senza precedenti: una legge di un solo articolo, in pratica, la cui entrata in vigore viene differita addirittura di un anno e mezzo. È stato poi detto, giustamente, da vari colleghi che si tratta anche di un trucco, di un raggiro perché assai probabilmente l'effetto voluto, cioè quello di differire di un anno e mezzo (praticamente di due) un'eventuale consultazione referendaria sulla legge elettorale, verrebbe vanificato dalla Corte costituzionale che dinanzi all'esistenza di una legge comunque ammetterebbe tale referendum.
Pertanto noi siamo decisamente contrari anche a questo emendamento perché lo interpretiamo quasi come un'ammissione di colpa da parte del proponente della legge: stiamo cioè combinando un guaio e tentiamo di nasconderlo differendone di un anno e mezzo l'entrata in vigore!
Aggiungo infine che questo nostro voto contrario è rafforzato dai contenuti dell'intervento del collega Soda, che ho trovato inquietante per la logica istituzionale che ha espresso (Applausi dei deputati dei gruppi misto-verdi-l'Ulivo, dei popolari e democratici-l'Ulivo e di deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
Personalmente non sono mai stato d'accordo su quella interpretazione della Corte, che l'ha data forse in base ad una giurisprudenza costante. Ho ritenuto che fosse dovere di questo Parlamento provvedere.
Non era dunque il caso di fare tutta questa discussione (e cioè se si tratti di una legge utile o di una legge inutile; anche stamane ho sentito dai colleghi e dagli amici della lega nord aggettivazioni differenziate). Analogamente non era il caso, caro collega ed amico Diliberto, di drammatizzare su una sequenza logica un po' fantasmagorica, se mi consente di usare questo aggettivo; mi riferisco cioè al rapporto, per così dire, tra una legge sulle fonti e l'oppressione dei lavoratori e della classe operaia. Mi è sembrata, questa, una sequenza forse esagerata.
Quello in esame è un provvedimento che intendeva fare chiarezza; e già che ci sono vorrei dire delle cose agli amici che sono intervenuti e in particolare al mio carissimo amico, onorevole Giovanardi. Questa legge non serve per l'uninominale maggioritario «secco»! Tale legge serve invece per consentire al Parlamento di fare la legge elettorale. È questo il punto.
Qui c'è un altro problema di analisi. Voglio ricordare ancora una volta all'onorevole Giovanardi che il Polo ha vinto con il maggioritario. Siamo qui con il maggioritario (Commenti dei deputati dei gruppi della lega nord per l'indipendenza della Padania e del CCD).
La nostra Costituzione (è stato detto anche in questo dibattito) prevede un
bilanciamento tra la volontà del corpo rappresentativo, che è questo, e la volontà diretta degli elettori. Tale bilanciamento costituisce uno degli aspetti specifici e più pregevoli del nostro vigente ordinamento costituzionale. Non credo che dobbiamo averne paura; anzi - e lo dico proprio agli amici di rifondazione comunista - dovremo averne rispetto e stimolarlo.
Aggiungo ora qualche considerazione, se volete di carattere generale.
Sul merito costituzionale della norma abbiamo detto tutto ed il contrario di tutto ed io ho esposto la mia opinione. Sul problema politico, che è il problema storico del nostro paese, amici e colleghi, ho visto che in questo dibattito sono venuti fuori molti fantasmi.
Mi auguro che nel dibattito sulle riforme che si svolgerà in questo Parlamento, quando la bicamerale fra pochi mesi avrà finito i suoi lavori, questi fantasmi non vi siano più, perché se gli stessi fantasmi che si sono aggirati intorno a questo provvedimento torneranno quando dovremo parlare della forma di governo, della forma di Stato, del sistema delle garanzie, credo che renderemo un cattivo servizio a tutte le forze politiche presenti in Parlamento.