Seduta n. 127 del 14/1/1997
(pomeridiana)

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Svolgimento di un'interpellanza.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: Interpellanza.
Passiamo dunque all'interpellanza Garra n.
2-00152 (vedi l'allegato A).
Prima di dare la parola all'onorevole Garra, ricordo che alle 15,30 è prevista l'informativa urgente del Governo sul disastro ferroviario del treno ETR 460 Milano-Roma, per cui la Presidenza rivolge, senza che ciò suoni come una violazione del regolamento, un sommesso invito all'interpellante ed al rappresentante del Governo a contenere i tempi loro assegnati.
L'onorevole Garra ha facoltà di svolgere la sua interpellanza.

GIACOMO GARRA. Signor Presidente, la mia interpellanza n. 2-00152 dell'agosto 1996 ha l'intento di risolvere il dilemma se i contratti d'area ed i contratti sperimentali saranno o meno attivati a Catania e nella sua provincia, dilemma che finora


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è rimasto avvolto in cortine fumogene. La stessa interpellanza vuole fornire un apporto alla graduale soluzione del caso Catania.
La concomitante tenaglia della crisi delle attività produttive di Catania e provincia da una parte e, dall'altra, dello stretto controllo che sul territorio viene effettuato dalle organizzazioni mafiose ha fatto precipitare ulteriormente i livelli di occupazione e fatto crescere le percentuali relative ai disoccupati. I nomi delle aziende che hanno fatto ricorso ai licenziamenti sono tristemente noti (mi riferisco alla Megara, alla ITIN, alla Itel, alle catene dei supermercati e alle centinaia di attività minori che si trovano in condizioni asfittiche e preagoniche).
La tenaglia della crisi economica stringe sempre di più le popolazioni di Catania e provincia e fa crescere a dismisura (il fenomeno si è appalesato nel periodo delle festività natalizie) il numero delle famiglie povere alle prese con difficoltà di alimentazione ovvero delle famiglie disperate nelle quali la generazione dei padri ha perso il lavoro e quella dei figli non si è mai neppure affacciata al mondo del lavoro.
L'altra tenaglia è costituita dalla stringente presa della mafia e delle organizzazioni malavitose sul mondo del lavoro e della produzione. È inconsueto quello che abbiamo ascoltato in occasione dell'apertura dell'anno giudiziario a Catania; il procuratore generale, nel corso della sua relazione, ha citato alcuni casi emblematici nei quali la violenza veniva operata nei confronti degli stessi lavoratori delle aziende sottoposte ad estorsioni o vittime di usura, lavoratori che di fronte alle minacce rivolte ai datori di lavoro e a loro stessi non sapevano «che pesci pigliare».
Le minacce si concretizzavano addirittura nel seguente terribile monito: «Se domani tornerete a lavorare in questo cantiere, vi uccideremo».
Sono casi emblematici sui quali non mi soffermerò, richiamandomi soltanto alla relazione del procuratore generale della Corte di appello di Catania.
Tornando ai problemi ed ai quesiti posti nella mia interpellanza, desidero evidenziare che oggi le prospettive di crescita del nostro paese - non mi riferisco soltanto al meridione - sono assai incerte, come è stato sottolineato dal Governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, nel corso della riunione dei Governatori delle banche centrali e del G10 svoltasi a Basilea; un'assise, questa, nella quale Fazio ha dato atto che con il suo 0,8-0,9 di crescita del prodotto interno lordo nel 1996, l'Italia ha fatto registrare il livello più basso di crescita del PIL, tenuto conto che nei paesi occidentali il livello medio si è attestato sul 2,50 per cento di crescita sul prodotto interno lordo.
È chiaro che con queste prospettive non vi sono grandi ed immediati interventi suscettibili di venire incontro alle tante situazioni difficili.
Riguardo all'attivazione dei piani d'area su Catania e provincia ho cercato invano di avere notizie - a livello di CISL e della Confindustria - sugli sviluppi della proposta di inserimento di Catania e della sua provincia tra le aree nelle quali sperimentare metodologie, procedure e forme d'intervento straordinarie. Le notizie che ho avuto non sono risultate tali, nel senso che fino a ieri sembrava che non fossero intervenuti fatti nuovi. Veniva fatto soltanto presente che, probabilmente, nella mattinata odierna avrebbe avuto luogo una conferenza stampa nella quale era probabile che sarebbero stati affrontati i problemi delle aree sperimentali e dei contratti d'area.
Mi auguro che il rappresentante del Governo, magari tirando fuori il «coniglietto dal cilindro», annunci in aula l'inserimento di Catania e della sua provincia tra le aree interessate ai suddetti interventi.
Mi riservo, comunque, di svolgere una brevissima replica alla risposta del rappresentante del Governo.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione economica ha facoltà di rispondere.


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GIORGIO MACCIOTTA, Sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione economica. Non ho «foglietti da tirar fuori dal cilindro», anche perché normalmente non uso il cilindro. Mi permetterò, invece, di fornire qualche precisazione rispetto ad una interpellanza che è datata e precedente alla ridefinizione normativa di questa complessa materia che - come l'onorevole interpellante sa - ha trovato la nuova disciplina nell'articolo 2, commi 203 e seguenti, del provvedimento collegato alla legge finanziaria il quale, «togliendoli» dal sistema delle aree depresse, ha regolato in modo nuovo il sistema dei rapporti esistente tra poteri centrali e poteri locali, che parte dall'intesa istituzionale di programma per giungere sino agli strumenti dei patti territoriali e dei contratti d'area.
In tale quadro il Governo si accinge a ridefinire, in modo più sistematico di quanto non sia stato fatto nel passato, il modo di procedere, anche perché fino ad ora si poteva lavorare - ripeto - soltanto in base alla previgente normativa nell'ambito del sistema delle aree depresse; d'ora in avanti, invece, le strade delle intese Stato-regioni e della programmazione sul territorio saranno, dal punto di vista della strumentazione giuridica, estese all'intero territorio nazionale e, dal punto di vista delle incentivazioni economiche, limitate - nelle percentuali previste anche dalla normativa comunitaria - alle sole aree depresse dei diversi obiettivi.
In tale quadro si colloca anche l'utilizzazione dei contratti d'area che, in realtà, è soltanto uno, e non è neppure il più importante dal punto di vista quantitativo, dei possibili interventi sul territorio. È, infatti, evidente che quello del contratto d'area è uno strumento straordinario ed eccezionale, che dovrà essere utilizzato in poche occasioni per sovvenire o a carenze rilevanti d'iniziativa locali, oppure a fenomeni particolarmente gravi di deindustrializzazione. La via normale che invece credo vada seguita è quella che prevede da un lato l'accordo Stato-regione e dall'altro i due strumenti di intervento subregionale e settoriale, cioè il contratto di programma e il patto territoriale. È questa la strumentazione recentemente definita.
D'altra parte il Governo è ben consapevole che la condizione in cui versa la Sicilia, e Catania in particolare, richiede interventi anche dall'esterno, che però supportino un tessuto locale di insediamenti di un qualche rilievo. Negli ultimi tre anni il Ministero del bilancio e della programmazione economica è intervenuto, sulla base della strumentazione vigente, con una serie di contratti di programma che mi permetto di richiamare. In primo luogo quello relativo alla SGS-Thomson, concernente l'ultimazione di un programma di ampliamento dell'impianto industriale per la produzione di microcircuiti, che ha comportato un intervento di 195 miliardi 571 milioni, con un onere per lo Stato di 35 miliardi 202 milioni, ed ha consolidato un'occupazione di 5.873 unità con 1.531 nuovi addetti.
In secondo luogo faccio riferimento ad un ulteriore intervento, sempre nel settore della microelettronica, relativo al consorzio Corimme, con una spesa complessiva di 155 miliardi 905 milioni ed un onere per lo Stato previsto in 124 miliardi 724 milioni.
Vi è stato poi il sostegno ad un progetto della MAC riguardante l'ampliamento di un centro di ricerca operante nel settore degli apparati per telecomunicazioni via satellite, per un investimento di 3 miliardi 746 milioni, con un onere per lo Stato di 2 miliardi 693 milioni e con un'occupazione di 110 unità.
Vi è stato ancora il sostegno ad un progetto di ricerca sviluppato dal consorzio Meditspazio nella tematica dei moduli di elaborazione e trasmissione via satellite, con una spesa di 7 miliardi 184 milioni ed un contributo dello Stato di 5 miliardi 747 milioni.
Infine, in data 18 dicembre 1996 il CIPE ha approvato un'estensione del contratto di programma SGS-Thomson per la realizzazione di un programma articolato di investimenti industriali e di ricerca per un ammontare complessivo di 673 miliardi, con un onere a carico dello Stato


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di 370 miliardi 249 milioni ed una nuova occupazione, oltre alle 5.873 unità di cui parlavo poc'anzi, di 325 unità.
Si tratta, come si vede, di un complesso articolato di iniziative che dimostrano l'attenzione del Governo allo sviluppo, in quell'area della Sicilia, di un sistema nel campo della microelettronica di grande rilievo, essendo la SGS-Thomson uno dei punti di riferimento fondamentali su scala nazionale.
Per tali ragioni dico che non bisogna attendersi conseguenze salvifiche dall'uso di uno solo dei diversi strumenti di intervento sul territorio, ma bisogna lavorare, ed a questo si accinge il Governo, sull'intero ventaglio delle possibilità. Non esistono orientamenti che riguardino le localizzazioni nelle città di Bari, Napoli, Cagliari, Crotone o altre di cui ha parlato la stampa; esiste la volontà del Governo di mettere a frutto la nuova normativa che il Parlamento ha approvato, per garantire nelle aree depresse, e in particolare in quelle del Mezzogiorno, un complesso articolato di interventi, che sia il miglior supporto al protagonismo delle amministrazioni locali e alle richieste di sostegno degli imprenditori locali e non solo locali.

PRESIDENTE. L'onorevole Garra ha facoltà di replicare.

GIACOMO GARRA. Signor Presidente, ricordo che in una delle lontanissime proteste studentesche ci eravamo recati presso l'ufficio del preside perché mancavano i vetri nelle aule, per lo meno alcuni vetri in molte aule. Il preside ci disse che si stava provvedendo a munire l'istituto dello stendardo e del gonfalone. Tutto ciò a noi studenti che pativamo il freddo non interessava per niente. Ecco perché, signor sottosegretario, mi dichiaro insoddisfatto (purtroppo non si può fare il superlativo) della sua risposta.
È accaduto che il 1 maggio 1996 sia stata celebrata a Catania - a livello nazionale - la festa del lavoro; tale evento ha riempito di gioia tutti i cittadini della provincia di Catania. Lasciamo correre sul fatto che quella festa del lavoro si è trasformata in festa della vittoria dell'Ulivo. Fatto sta che il ministro del lavoro del Governo Dini e, a quella data, ministro in corsa per il futuro Governo dell'Ulivo, onorevole Treu, nel corso di quella manifestazione si impegnò a dare a Catania un contratto d'area. Tale promessa è stata via via svuotata del tutto di ogni contenuto.
Il sottosegretario ci ha parlato dei patti territoriali. Ebbene, è proprio di domenica scorsa l'annuncio che la Corte dei conti ha negato il visto alle delibere riguardanti due patti territoriali localizzati in Sicilia.

GIORGIO MACCIOTTA, Sottosegretario di Stato per il bilancio e la programmazione economica. Non è vero!

GIACOMO GARRA. Le posso fornire la fonte di stampa, onorevole rappresentante del Governo!
Ed allora la verità è che quando i lavoratori ed i disoccupati avevano ritenuto essere una dichiarazione di intenti venuta da un uomo di Governo che poi è tornato ad essere ministro, in effetti altro non era se non una manifestazione verbale propagandistica e demagogica, giacché sulla vicenda è stata posta una pietra tombale. Giustamente il rappresentante del Governo ha affermato che né a Bari né in altre località, indicate dalla stampa come possibili sedi, si avrà tale sperimentazione. Ci troveremo ancora una volta senza il contratto d'area, così come ci troviamo di fronte ad una bocciatura dei patti territoriali. Ci troviamo inoltre ancora alle prese con una criminalità che, nonostante il trionfalismo del Ministero dell'interno sulla normalizzazione della situazione di Catania (addirittura si nega l'esistenza di un caso Catania), è ben presente. Vi sono decine di aziende che, a differenza della Thomson, giustamente ricordata come esempio di società che è riuscita a superare una fase difficile, occupano ed hanno occupato per decenni migliaia di unità lavorative ed hanno effettuato licenziamenti al momento operativi. Ebbene, con l'attuale quadro economico non vi è alcuna speranza per chi


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viene espulso dal mondo della produzione e del lavoro di tornarvi.
Sono quindi insoddisfatto; in coscienza ero convinto del fatto che si trattasse di un problema che avrebbe potuto trovare da parte del Governo - forse sono stato ottimista - una risposta positiva. Tale risposta invece è stata negativa; il sottosegretario ha giustamente fatto presente di non avere né cilindro né conigli da trarre dal cilindro e ne prendo atto; tuttavia il Governo avrebbe potuto cercare di risolvere o quanto meno di attenuare i problemi dell'occupazione in una città ed in una provincia come quella di Catania, che si sente abbandonata dallo Stato.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza all'ordine del giorno.

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