I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri per conoscere:
quali urgenti misure siano state adottate o si intendano adottare a favore della città e della provincia di Crotone, colpite da eventi alluvionali di fortissima intensità, con danni alla produttività della zona ed alle attività economiche in genere, ed in particolare all'agricoltura, che hanno, purtroppo, fatto registrare anche una vittima, oltre che gravissime conseguenze al sistema viario dell'intera provincia;
se non si ritenga necessario e doveroso riconoscere alla intera regione Calabria lo stato di calamità naturale, in relazione alle piogge alluvionali che flagellano da qualche settimana l'intero territorio della regione, con gravissimi disagi per le popolazioni e per le loro attività e con danni al sistema delle comunicazioni, alla insufficiente rete viaria interna, all'agricoltura ed alla trasformazione dei suoi prodotti, al sistema dei trasporti e, in genere, alla vita civile dell'intera collettività calabrese.
(2-00247)
«Valensise, Aloi, Bergamo, d'Ippolito, Filocamo, Fino, Galati, Napoli, Matacena».
(16 ottobre 1996).
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri ed i Ministri dell'interno, dei lavori pubblici, dell'industria, del commercio e dell'artigianato e delle risorse agricole, alimentari e forestali, per sapere - premesso che:
ALOI, VALENSISE, NAPOLI, FILOCAMO e FINO. - Ai Ministri dei lavori pubblici, dell'interno con l'incarico per il coordinamento dalla protezione civile, dell'ambiente, dei trasporti e della navigazione e delle risorse agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
ALOI, FILOCAMO e VALENSISE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
D'IPPOLITO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
ARMANDO VENETO. - Ai Ministri dell'interno e dei lavori pubblici. - Per conoscere - premesso che:
MARTINO, STAGNO d'ALCONTRES, CRIMI, GAZZARA, NUCCIO CARRARA, NANIA, PAGANO e D'ALIA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri ed al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
RIZZA e CAPPELLA. - Ai Ministri dell'interno e delle risorse agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
nella provincia di Messina e nell'area dello Stretto è piovuto per ben diciotto ore consecutive, con piogge torrenziali che hanno prodotto frane, allagamenti, smottamenti, ponti pericolanti, straripamenti di torrenti in molti luoghi, con danni rilevanti arrecati alle infrastrutture, alle strutture produttive ed alle produzioni agricole;
nelle giornate del 13 e 14 ottobre 1996 l'ondata di maltempo scatenatasi a Crotone è stata di eccezionale violenza, tale da provocare due morti, cinque dispersi e tantissimi feriti;
ha distrutto intere zone abitate, ha letteralmente cancellato tutte le attività produttive dell'intera zona industriale, ha arrecato danni ingentissimi a tutte le attività artigianali della città;
l'agricoltura, e l'intero comparto produttivo conseguente, è ormai solo un ricordo per gli addetti del settore;
gli straripamenti del fiume Esaro e del torrente Passovecchio hanno altresì provocato il crollo degli unici due ponti stradali che consentono l'entrata e l'uscita dell'intera città e di tutti quei cittadini della provincia che gravitano nell'orbita di Crotone;
il perdurare della mancanza d'acqua potabile e dell'assenza dell'energia elettrica potrebbe ancor più aggravare la situazione igienico-sanitaria, tanto più se si considera che l'ospedale civile, unico per una popolazione di duecentoventimila abitanti, non trova un pieno e puntuale uso per l'assenza appunto di energia, indipendentemente dall'opera e dall'abnegazione degli operatori sanitari;
Crotone e la sua provincia sono detentori del primato di disoccupazione (trentatrè per cento) e risultano agli ultimi posti per reddito pro capite; la popolazione
attiva al lavoro è di diciottomila unità e quanti in libertà sono circa novemila -:
quali provvedimenti il Governo intenda adottare per aiutare una zona ed una popolazione già duramente colpite.
(2-00248)
«Gaetani, Olivo, Bova, Oliverio, Palma, Caccavari».
(17 ottobre 1996).
un'ondata eccezionale di maltempo, con un pesante nubifragio, nei giorni 3 e 4 ottobre 1996 si è abbattuta sulla città di Reggio Calabria e su tutto il territorio calabrese, provocando gravi danni alle strutture viarie, come nel caso delle zone di Palmi, Gioia, Scilla e Villa S. Giovanni e sulle fasce tirrenica e ionica da Reggio Calabria fino a Monasterace. Si è registrata la presenza di frane, smottamenti ed allagamenti vari che hanno causato l'interruzione dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria e della strada statale n. 101, senza menzionare l'interruzione del traffico ferroviario nella tratta Gioia-Palmi, mentre nella città di Reggio Calabria, ed in particolare in quartieri come Vito, Archi, S. Caterina, Sbarre e Catona e Gallico, si è verificata tutta una serie di allagamenti, smottamenti e persino ostruzioni di gallerie, come quella nel rione Spirito Santo, da cui sono derivati danni ingenti alle attività produttive e persino alle stesse abitazioni, nonché alle strutture economiche cittadine -:
quali iniziative e provvedimenti immediati e tempestivi il Governo intenda adottare di fronte a fatti di tale grave portata che, tra l'altro, nella piana di Gioia Tauro, ed in particolare nella zona di Rosarno, hanno provocato danni ingenti alle colture agrumicole;
se non ritenga, di concerto con la regione Calabria, di dover dichiarare in provincia di Reggio Calabria ed in tutta la Calabria, lo stato di «calamità naturale», consentendo così di sopperire ai danni ingenti provocati dal suddetto evento calamitoso. (3-00293)
(8 ottobre 1996).
si è verificato un grave, disastroso nubifragio che ha colpito nei giorni 14 e 15 ottobre 1996 l'Italia, la Calabria, e in particolare la città di Crotone, che ha subito danni ingentissimi per oltre cento miliardi, così come quantificato dalla giunta regionale della Calabria, con interruzione della strada statale n. 106 e della linea ferroviaria che collega Taranto a Reggio Calabria, senza tacere la distruzione di numerose abitazioni, causando la morte di due cittadini e numerosi dispersi a causa dello straripamento del fiume Esaro, che ha inondato tutta la città di Crotone, con tutte le conseguenze che ciò ha comportato in termini di danneggiamenti e di distruzioni di case, terreni e strutture produttive;
quali iniziative intenda assumere il Governo per accertare tempestivamente l'entità dei danni subiti dalla viabilità di infrastrutture e strutture della città di Crotone e per disporre immediate provvidenze di ordine finanziario, di modo che si possa venire incontro alla legittima attesa delle popolazioni interessate, la cui situazione è oltremodo drammatica (decine di migliaia di persone alluvionate, alberghi occupati da senzatetto, fabbriche ferme, scuole chiuse), contribuendo così al ritorno delle attività produttive ed a condizioni di vivibilità di una città da poco legittimamente assurta a capoluogo di una nuova provincia. (3-00346)
(17 ottobre 1996).
BOVA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi una grave ondata di maltempo, con nubifragi e pioggie forti ed insistenti, ha colpito la Calabria, provocando gravissimi danni alle produzioni agricole, alle infrastrutture viarie, ai centri abitati, alle attività artigianali e commerciali;
martedì 8 ottobre 1996 nubifragi e mareggiate si sono ripetuti ed hanno ulteriormente aggravato la situazione;
in particolare, il versante ionico-calabrese ha subìto notevoli danni alla viabilità primaria e secondaria, ed in molti comuni le produzioni agricole sono state gravemente compromesse, il territorio è stato interessato da dissesti e da frane e la strada statale n. 106 (E 90), che collega Taranto con Reggio Calabria, è rimasta interrotta per molte ore -:
quali urgenti iniziative e provvedimenti intenda adottare;
se non ritenga necessario dichiarare lo stato di calamità naturale. (3-00306)
(10 ottobre 1996).
nella giornata di ieri un gravissimo nubifragio (con lo straripamento dei fiumi Esaro e Passovecchio, che hanno invaso abitazioni e luoghi di lavoro) ha colpito la città di Crotone;
a tutt'oggi è difficile quantificare l'entità dei danni, che già comunque appare elevatissima;
molti risultano i dispersi e già accertati alcuni morti, anche se non ne risulta ancora precisato il numero;
sono bloccati tutti i poli industriali dell'area (Enichem, Pertusola), con grave sospetto di pregiudizi permanentemente arrecati;
Crotone, già identificata come «area di crisi», con seri problemi di sviluppo, oltre che di mantenimento di livelli occupazionali assai precari, rischia il completo collasso;
già la regione Calabria, a seguito di recenti e gravissimi eventi alluvionali che hanno interessato l'intero territorio, ha sollecitato il Governo ad attivare i meccanismi connessi al riconoscimento dello stato di calamità naturale nella regione;
già con numerose interrogazioni i parlamentari calabresi hanno richiesto adeguati ed urgenti interventi a sostegno delle popolazioni danneggiate -:
se non ritenga ormai indifferibile la dichiarazione dello stato di calamità per la regione Calabria;
se non ritenga utile l'immediata nomina di un'apposita commissione tecnica, capace di stimare i danni ivi provocati e l'entità del finanziamento necessario al fine di impedire, con riferimento proprio all'area di Crotone, il completo blocco dell'economia nonché di avviare nell'intera regione il recupero delle singole aree interessate dagli eventi calamitosi verificatisi, con ciò evitando, altresì, possibili ripercussioni sul piano della giustizia e della pace sociale;
se non ritenga opportuno intervenire con decreto per lo stanziamento di un fondo straordinario diretto ad affrontare l'emergenza Crotone e, più in generale, l'emergenza creatasi in Calabria per i sovracitati fatti calamitosi del tutto imprevedibili;
se non ritenga opportuno estendere alla regione Calabria i provvedimenti già adottati per analoghe situazioni nella regione Piemonte.(3-00330)
(15 ottobre 1996).
ARMANDO VENETO. - Ai Ministri dell'interno e dei lavori pubblici. - Per sapere - premesso che:
le calamità naturali del 4 e 5 ottobre 1996, che hanno causato gravissimi danni sull'intero territorio della provincia di Reggio Calabria, così come è stato constatato dal sottosegretario di Stato, professor Franco Barberi, immediatamente portatosi sui posti interessati dalla alluvione, hanno causato la esondazione dei torrenti Calabrò e Iona nel territorio del comune di Varapodio;
le strutture murarie di contenimento esistenti sugli argini sono state demolite dai torrenti in piena e i danni alle colture sono stati elevatissimi -:
se siano a conoscenza di tali fatti;
se siano state effettuate stime dei danni sulle strutture sia pubbliche che private, e come si intenda procedere nell'immediatezza per ripulire l'alveo dei torrenti, consentendo così il regolare deflusso delle acque, ripristinare le strutture danneggiate e risarcire i proprietari dei gravi danni subiti. (3-00434)
(7 novembre 1996).
l'alluvione del 4 e 5 ottobre 1996 ha provocato gravissimi danni alla cittadina di Palmi, seconda per importanza, dopo il capoluogo, della provincia di Reggio Calabria;
migliaia di metri cubi di fango hanno invaso il centro della città, travolgendo auto, invadendo edifici e strade, causando feriti;
il sottosegretario di Stato, professor Barberi, e le strutture della protezione civile, pervenuti immediatamente sui luoghi dopo il disastro, si sono perfettamente resi conto dell'accaduto, dei pericoli incombenti sul territorio comunale e dei guasti principali causati dal dissesto idrogeologico che è seguito all'alluvione. Infatti, un'enorme massa di terreno circostante il torrente San Miceli, da cui sono pervenute le acque responsabili del disastro, potrebbe staccarsi dal fianco della montagna, abbattendosi sul letto del torrente. Pare che la mancata regimentazione delle acque lungo la strada statale n. 18, la mancata realizzazione di opere in loco e l'uso dissennato del territorio per realizzare discariche abusive abbiano concorso, e tuttora concorrano, nel determinare il dissesto ed il pericolo; numerosi tratti della fognatura cittadina hanno ceduto sotto la spinta delle acque di piena, rendendo pericoloso il transito sulle strade omologhe; le strade di accesso alle località Marinella e Tonnara sono minacciate da frane, tanto che la prima è stata chiusa al traffico, costringendo numerose persone ad allontanarsi da luoghi abitati e campagne coltivate, senza contare i danni derivati dall'interruzione del movimento turistico in tali zone;
l'amministrazione comunale, che solo da un anno era uscita dalla condizione di predissesto finanziario, ha dovuto affrontare, fino ad oggi e con i propri mezzi, l'emergenza per pronti interventi, asportazione di rifiuti, sistemazione provvisoria di alcuni servizi e strutture, ma il suo bilancio non è certo in condizioni di sostenere le spese necessarie per il ripristino delle canalizzazioni di acque e fogne, il contenimento di frane incombenti, la risistemazione di strade, impianti arborei, arredi ed edifici pubblici, gravemente danneggiati dalla alluvione -:
se siano a conoscenza della situazione di danno e di pericolo, e come intendano intervenire, con urgenza, per risarcire i danni ai privati, per ripristinare le reti fognanti e quelle idriche, le strade, gli arredi urbani, i pubblici edifici e quant'altro danneggiato dalle acque in piena, nonché per realizzare le opere provvisionali atte a scongiurare il pericolo di crolli ed a garantire la fruizione delle strade interrotte o in pericolo. (3-00435)
(7 novembre 1996).
B) Interrogazioni:
una eccezionale ondata di maltempo ha flagellato la città di Messina e la sua provincia;
la pioggia torrenziale - duecentoquarantotto litri per metro quadro in meno di venti ore - che solo casualmente non ha comportato la perdita di vite umane, ha travolto con gravissime conseguenze l'intero territorio. In tutta la provincia sono state seriamente danneggiate, ed in molti casi distrutte, abitazioni e beni mobili, strutture sanitarie e scolastiche, colture pregiate di agrumi di prima qualità, mentre strade, autostrade e linee ferroviarie sono state interrotte;
ancorché vergognosamente trascurate dalle televisioni nazionali, le piene di fango ed acqua in tutta la provincia impongono uno stato di massima allerta ed interventi finanziari al fine di rimediare ai danni, rilevati per centinaia di miliardi;
l'intero comprensorio jonico, nodo strategico tra le città di Messina e di Catania, ed insieme il comprensorio tirrenico, duramente colpiti dall'evento calamitoso, versano adesso in uno stato di assoluta emergenza. In seguito a ciò, i sindaci di Messina e della provincia hanno richiesto lo stato di calamità naturale ed il presidente della provincia ha attivato tutti gli strumenti a propria disposizione per riparare i disastri, mentre la regione è stata sollecitata al fine di appoggiare l'azione delle comunità locali -:
quali urgentissime e straordinarie misure intendano adottare per fronteggiare tempestivamente ed efficacemente l'eccezionale evento calamitoso che ha colpito Messina e la sua provincia;
se intendano dichiarare lo stato di calamità naturale.(3-00281)
(8 ottobre 1996).
la quantità d'acqua caduta al suolo è stata di duecentoquarantotto millimetri, quindi assolutamente straordinaria, con effetti drammatici sul territorio e sulle attività produttive -:
se non ritengano necessario dichiarare lo stato di calamità naturale per l'area colpita e che siano effettuati tutti gli interventi in grado di attenuare le difficoltà delle popolazioni e delle attività produttive.
(8 ottobre 1996).