Seduta n. 96 del 13/11/1996

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Si riprende la discussione del disegno di legge n.2513.

PRESIDENTE. Il primo iscritto a parlare è l'onorevole Calzavara. Ne ha facoltà.

FABIO CALZAVARA. Il disegno di legge di conversione del decreto-legge n.480 del 1996 è arrivato alla Camera, per la sua definitiva approvazione, l'11 novembre, cioè alla vigilia dell'inizio del vertice mondiale della FAO sull'alimentazione, al quale prenderanno parte numerosi Capi di Stato e di Governo. Eppure si trattava di un appuntamento previsto da tempo.

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole Calzavara. Onorevole Biondi, può favorire l'andamento dei lavori? Onorevole Giovanardi, la prego di accomodarsi oppure, se intende discutere, di farlo fuori dall'aula. Onorevole Fontan, può rivolgersi verso la Presidenza?
Onorevole Calzavara, prosegua pure.

FABIO CALZAVARA. Eppure si trattava - come stavo dicendo - di un appuntamento previsto da tempo. Non sembra quindi corretto e rispondente ai canoni della buona amministrazione, che il Governo sia dovuto ricorrere allo strumento della decretazione di urgenza e che ora cerchi di estorcere il consenso in articulo mortis del Parlamento ad un pacchetto di misure che poteva essere predisposto prima.
Al di là di questa osservazione di principio, è bene ripercorrere alcune vicende che hanno preceduto l'esame odierno da parte della Camera dei deputati del disegno di legge di conversione in oggetto.
Al suo arrivo presso la Commissione affari esteri del Senato il decreto di cui si chiedeva la conversione in legge era corredato di una previsione di spesa pari a 2.235 milioni per il 1996 e 78 milioni per il 1997.
In questa originale previsione di spesa, allegata all'atto Senato n.1274, figuravano ipotesi di stanziamento palesemente sovradimensionate. La prova di ciò è che, richiamate in seguito alcune delle voci più


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vistose (600 milioni per la locazione di 150 autovetture, 454 milioni per quella dei pullman destinati alle navette Roma-aeroporti e FAO-hotel, 14 milioni per il fitto di due fotocopiatrici del 1996, 28 milioni per la stampa di opuscoli, dépliant ed inviti, 23 milioni di non meglio precisate spese eventuali)...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Calzavara.
Onorevole Lumia, si accomodi; presidente Jervolino Russo, la prego: si accomodi.

FABIO CALZAVARA. Non vorrei che questo fosse un segno che vogliono star qui tutta la notte, visto che hanno tante energie!

PRESIDENTE. Può darsi: il tema è interessante. Prosegua.

FABIO CALZAVARA. È stato proprio in seguito alla dura opposizione del gruppo lega nord per l'indipendenza della Padania - al quale si sono associati anche altri gruppi - che anche in Commissione affari esteri del Senato il Governo è stato costretto ad adottare un emendamento che riduceva la previsione di spesa per il 1996 dai 2.235 milioni ai 1.625 milioni attualmente previsti dall'articolo 3 del decreto-legge in esame. Si tratta quindi di un dimezzamento eloquente.
Il carattere subitaneo del ridimensionamento di spesa convenuto dal Governo costituisce prova dell'iniziale sovrastima dei costi, altro fattore che non depone a favore della correttezza amministrativa dell'attuale esecutivo.
Di fronte ai sacrifici crescenti che il Governo chiede al paese in nome del comune interesse ad entrare in Europa (e al nord e alla Padania in particolare) in queste ore ancora una volta si propone di trasferire risorse per risanare situazioni pregresse quali Bagnoli, il Banco di Napoli, eccetera; si ritiene pertanto opportuno dare un forte segnale in questo senso. Dopo aver ottenuto una riduzione al Senato, difficilmente si riuscirà a varare questa decisione di spesa la quale - anche nella misura di 1.625 milioni - non sembra proporzionata alla crisi in cui versa lo Stato italiano ed appare in decisa controtendenza anche rispetto al processo che registra un graduale ridimensionamento delle risorse assegnate dai paesi maggiormente industrializzati alle agenzie ONU.
Si censura infine la prassi amministrativa adottata dal Governo, in questa come in altre circostanze, che costringe di fatto il Parlamento ad approvare spese in condizioni di urgenza, spese che, in quanto prevedibili, avrebbero dovuto rientrare in una più organica pianificazione delle uscite del Ministero degli affari esteri.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Pezzoni. Ne ha facoltà.

MARCO PEZZONI. Signor Presidente, credo sia importante non sottovalutare il grande valore simbolico della scelta che stiamo compiendo, al di là della cifra modesta [si tratta di un miliardo e 600 milioni (non poche lire, comunque) che stanziamo per ospitare il summit della FAO che si tiene in questi giorni], tanto più se tale scelta - come mi pare - è unitaria nel senso che l'intera Camera domani convertirà questo decreto-legge.
È importante che si sia verificata tale eccezione, come avevo chiesto questa mattina a nome della sinistra democratica perché, oggi come ieri e soprattutto in futuro, sarà la collocazione internazionale del nostro paese, cioè la politica estera, la vera bussola che ci permetterà di porci nel contesto della mondializzazione.
Il vertice FAO è davvero, e avrebbe dovuto essere ancor più, una grande occasione per aprire il Parlamento italiano all'ospitalità e alla conoscenza dei nuovi processi che si affacciano sulla scena mondiale.
Questo vertice non è la vecchia ripetizione della lotta contro la fame. I dieci-quindici anni che sono trascorsi dalla relazione Brandt sul rapporto nord-sud non sono passati invano perché a livello internazionale le forze intellettuali ed economiche sono sempre più sensibili al tema del cattivo sviluppo del terzo e quarto mondo


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e hanno una nuova concezione ed un nuovo paradigma di lettura dei processi mondiali.
Con i vertici di Rio, di Copenaghen e di Pechino si è giunti alla conclusione che il cuore del problema è rappresentato dalla lotta alla povertà, che il tema centrale, come si è detto a Copenaghen, è rappresentato dallo sviluppo sociale.
La questione fondamentale da affrontare non consiste semplicemente in una diversa politica per l'agricoltura, per la cooperazione agricola - che pure nei paesi in via di sviluppo diventa questione centrale nel momento in cui l'agricoltura si modernizza, il che comporta forme intrecciate di passaggio verso lo sviluppo agroalimentare ed una nuova divisione internazionale del lavoro - ma come dicevo, vi è molto di più. Dal momento che il commercio mondiale ed il mercato mondiale si vanno modificando - è una delle questioni sulle quali dovremo riflettere nelle prossime settimane cercando di attuare il piano di azione che verrà approvato dal summit FAO - anche le vecchie politiche di cooperazione verticale nord-sud devono essere messe radicalmente in discussione.
In questi dieci anni lo Stato italiano è passato da 5-6 mila miliardi per la cooperazione allo sviluppo ad una cifra bassissima, 500-400 miliardi, se non ancor meno. Colgo quindi l'occasione per rivolgere un appello al Governo affinché, se possibile, si apporti una correzione alla finanziaria: non possiamo ridurre ulteriormente rispetto a quanto previsto nella precedente finanziaria gli stanziamenti diretti alla cooperazione allo sviluppo. Diamo un segnale di inversione di tendenza!
Fondamentale è la strategia che ci deve guidare. Non ci si deve più accontentare della vecchia cooperazione, che è marginale e si accontenta di coprire le nicchie del sottosviluppo, ma nell'ambito della mondializzazione del commercio l'Italia e l'Europa devono fissare un nuovo sistema di regole internazionali. Già l'Organizzazione mondiale del commercio ha posto i presupposti per iniziare ad effettuare una simile regolamentazione.
Come dice anche la Banca mondiale, il tema centrale è rappresentato dal debito estero. Facendo delle alleanze in Europa dobbiamo ridiscutere le questioni strutturali, quelle del Fondo monetario internazionale, della Banca mondiale e di un sistema ONU riformato. Inoltre è necessario favorire lo sviluppo sociale, come si è affermato a Copenaghen.
Il terzo e il quarto mondo in realtà diventano tigri. È il caso dell'Asia, del Vietnam, dell'Indonesia. Nel futuro quadro del sottosviluppo e della fame, sarà l'Africa il paese che nei prossimi anni si troverà in una situazione sempre più drammatica. Ebbene, consapevoli di ciò, dobbiamo dedicare il prossimo decennio, sia nel Parlamento italiano che in ambito europeo, al perseguimento dell'obiettivo dell'alimentazione per tutti: questo sarà uno degli slogan del vertice FAO. Ma il decennio dell'alimentazione per tutti non dovrà essere un mero slogan; il Governo e il Parlamento dovranno partecipare al piano d'azione, in modo lucido ma generoso, sapendo che bisogna riformare anche la politica internazionale del paese.
Presidente Violante, dobbiamo avere una nuova capacità di riformare, certo a Costituzione invariata, il nostro Parlamento perché è troppo chiuso rispetto alle questioni internazionali. Pur sussistendo molti Comitati misti tra Camera e Senato, manca tuttavia l'interfaccia strutturale. Ci devono essere delle Commissioni, delle Commissioni bicamerali, delle Commissioni miste fra Camera e Senato o dei Comitati - chiamiamoli come vogliamo - destinati a svolgere un rapporto di interfaccia per quanto attiene alle novità istituzionali che si affacciano a livello internazionale.
Penso, per esempio, a quel grande vuoto di democrazia esistente nell'area mediterranea. Mi chiedo se siamo davvero convinti che solo l'Europa possa «interfacciarsi» con la sponda sud e la sponda est del Mediterraneo senza una partecipazione dei Parlamenti nazionali tendente a perseguire, come si disse a Barcellona, ad una interparlamentare permanente, ad una parità di rapporti tra i Parlamenti

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della sponda europea e del sud del Mediterraneo e a dar voce alle esigenze della società civile. Perché allora il nostro Parlamento non istituisce, come si è auspicato nel corso dell'incontro in Commissione esteri con il ministro e l'ambasciatore Incisa di Camerana, forum per il Mediterraneo dove i Parlamenti possano confrontarsi per individuare le concrete politiche da attuare? Certo queste possono essere sovranazionali o multinazionali o multilaterali, oltre che bilaterali, ma tutte devono essere tese a combattere il sottosviluppo e la povertà con interventi intelligenti, moderni e non residuali. Per questo il Parlamento italiano deve dotarsi di strutture più moderne che accompagnino le politiche del Governo nel processo di internazionalizzazione della nostra economia e della nostra solidarietà.
Sono questi i temi innovativi e le sfide che il vertice FAO pone al nostro Parlamento. Mi auguro che venerdì prossimo (se avremo terminato l'esame della finanziaria) potremo partecipare, insieme con i nostri colleghi del Senato, all'incontro con le delegazioni di tutti i Parlamenti per individuare una strada che consenta un salto di qualità dal punto di vista democratico delle istituzioni parlamentari coinvolte nella lotta alla povertà e nella sfida rappresentata dalla nuova frontiera di solidarietà internazionale tra il nord e il sud (Applausi).

PRESIDENTE. Constato l'assenza dei deputati Costa, Alboni e Baccini, iscritti a parlare: si intende che vi abbiano rinunziato.
È iscritto a parlare l'onorevole Vascon.Ne ha facoltà.

LUIGINO VASCON. Signor Presidente, noi parlamentari della lega nord per l'indipendenza della Padania riteniamo che il vertice mondiale della FAO sull'alimentazione rappresenti un evento internazionale di straordinaria importanza, così come siamo consapevoli che l'Italia, in qualità di paese ospitante, non poteva di certo sottrarsi dal sostenere questo impegno. Siamo anzi convinti che il fatto di ospitare una così importante manifestazione internazionale rappresenti un'opportunità ed un onere per qualsiasi paese al mondo.
Questo è bene chiarirlo subito affinché nessuno dica che i deputati della lega nord non posseggono la giusta sensibilità per comprendere l'importanza di un vertice internazionale di questa natura. Non intendiamo dunque in alcun modo contestare il fatto che l'Italia ospiti questa manifestazione, piuttosto il modo in cui offre il proprio contributo organizzativo, un modo che denota provincialismo e pochezza di idee nonché scarsissimo rispetto nei confronti dei temi importanti ma drammatici che saranno discussi nel corso del vertice.
È mai possibile che il Governo italiano, nel momento in cui si trova ad ospitare delegazioni straniere, specie in occasione di un vertice ove si discute il più drammatico dei problemi dell'umanità, non sappia prevedere altra forma di accoglienza che quella di mettere a disposizione berline, pullman, autisti, organizzare pranzi, cene, ricevimenti e banchetti vari? Sappiamo bene che gli uomini che compongono questo Governo sono stati allevati e nutriti a suon di banchetti a spese del contribuente (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania) e che raramente hanno utilizzato per i loro spostamenti mezzi diversi dalle cosiddette auto blu (anch'esse rigorosamente a carico di chi lavora e paga le tasse!). Non vi è dunque da stupirsi se, nel momento in cui vi è la necessità di ospitare delle delegazioni straniere, il Governo Prodi non riesca a pensare ad altro che a mettere a disposizione auto di servizio e ad organizzare banchetti. Signor Presidente del Consiglio, lei ritiene veramente che in questo modo il suo Governo potrà fare colpo su qualcuno? Oppure ritiene che questo serva a far sì che l'Italia ed il suo Governo appaiano particolarmente ospitali o ricchi di capacità organizzativa? È strano pensare che i ministri del Governo italiano - che pure dovrebbero essere avvezzi alla frequentazione di ambienti internazionali - possano credere che i loro colleghi stranieri valutino positivamente tali ostenta


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zioni - ripeto - di cerimoniali, di auto e di banchetti. Per quelli che sono gli elementi in nostro possesso siamo certi che tali ostentazioni non impressionino più nessuno, se non forse alcune delegazioni di qualche piccolo Stato africano (Commenti del deputato Nardini). Di certo, sono giudicate molto negativamente dai rappresentanti dei paesi industriali...

MARIA CELESTE NARDINI. Vergognatevi! (Proteste dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

LUIGINO VASCON. ...che da tempo sono abituati a considerare i vertici internazionali di questa importanza in modo sicuramente più sobrio di quanto non stia facendo in questa occasione il Governo italiano.

MARIA CELESTE NARDINI. Vergognatevi! (Proteste dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

LUIGINO VASCON. Potete quindi stare certi del fatto che le rappresentanze straniere più qualificate non esprimeranno un giudizio lusinghiero nei confronti di Roma e del suo Governo, quando constateranno che in occasione di un vertice internazionale, ove si discute della fame nel mondo (lo sottolineo: si parla della fame nel mondo!), non si sia riusciti ad organizzare nient'altro che un enorme parata di berline e pullman, un grande défilé di moda! Non sappiamo quali siano i motivi che hanno spinto il Governo italiano a fornire un contributo organizzativo così qualitativamente modesto ad un vertice tanto importante.
A che cosa dobbiamo tale atteggiamento? Al pressappochismo, alla mancanza di idee o di capacità? Non è nostro compito rispondere a queste domande, né d'altronde ci interessa farlo. Siamo infatti certi che le delegazioni straniere maggiormente qualificate, nel vedere quel poco che siete riusciti a fare, non avranno esitazioni nel giudicarvi per quel che siete: purtroppo, a mio avviso, siete molto provinciali!
Qualcuno penserà: eppure gli abbiamo messo a disposizione delle auto di servizio. Non è accettabile, a mio avviso, prendere in giro delle persone serie che vengono in Italia per discutere di questioni estremamente serie.
Certo, capiamo il vostro disagio nell'ospitare delle delegazioni straniere in una città come Roma, che ha un sistema di trasporti indegno di una capitale europea, dove spostarsi dall'aeroporto di Fiumicino alle terme di Caracalla - ove ha sede la FAO - non può che rappresentare una vera e propria avventura per chiunque non abbia la fortuna e il privilegio di poter contare su di una provvidenziale auto blu. È meglio dunque portare tutti in berlina o nei pullman, caso mai scortati da auto delle forze dell'ordine a sirene spiegate, così gli ospiti stranieri penseranno che a Roma è possibile percorrere il tragitto Fiumicino-centro città in soli 20 minuti.
Fate bene a fare così, ma non pensate che la lega nord non comprenda i motivi dei vostri comportamenti. Vi comportate così per due motivi. Il primo è che non avete capacità in nessun campo e in nessuna materia; questo lo dimostrate ogni giorno nel modo in cui governate il paese: non potevate dunque smentirvi nel momento in cui vi era da contribuire all'organizzazione di un evento la cui importanza va oltre i confini di Roma e dell'Italia.
Il secondo motivo consiste invece nel fatto che questo Governo si è sempre molto adoperato a «portare acqua al mulino» di Rutelli: e ciò è sotto gli occhi di tutti. Il prossimo anno, infatti, egli dovrà essere rieletto sindaco di Roma; e per questo ha bisogno di costruirsi un minimo di immagine a livello internazionale. Dobbiamo ricordarci che a Roma il Governo italiano ha previsto di dare montagne di soldi per il Giubileo del 2000 e per le Olimpiadi che avranno luogo quattro anni dopo (o forse ancora più tardi: non si sa!).
È comunque evidente che questo Governo cerca di far credere agli ospiti stranieri che Roma è una città europea e non


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invece - come è - una città dai caratteri inequivocabilmente mediorientali: assomiglia sempre di più al Cairo!
Vi invitiamo a riflettere che i nostri comportamenti sono dissimili da quelli che voi ostentate; i vostri, purtroppo, sono quelli dei dittatori sudamericani: in occasione di eventi ufficiali i Presidenti di turno facevano di tutto pur di fornire un'immagine artefatta dei loro paesi.
A tal proposito, signor Presidente, teniamo a comunicarle che la lega nord per l'indipendenza della Padania è fermamente intenzionata a prendere le distanze da questo modo di fare, che forse è vicino alla mentalità che contraddistingue questo Governo. Purtroppo non è una diversità formale esigua, anzi è sostanziosa; questo modo di fare è infinitamente lontano dagli usi e costumi, dalla cultura delle genti della Padania che in quest'aula rappresentiamo.
In questo quadro preoccupante e desolante una cosa comunque è certa: in una qualsiasi altra capitale europea non ci sarebbe stato bisogno di un così plateale dispiego di mezzi di trasporti privati, innanzitutto perché in quelle città vi è una rete di trasporti pubblici che in gran parte sarebbe stata utilizzata anche da parte dei delegati.

VITO LECCESE. Ti contraddici...!

LUIGINO VASCON. No, non è vero. Da noi i mezzi girano, qui non girano (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)!

PIERO FASSINO, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. C'è un limite alla decenza!

LUIGINO VASCON. Comunque sono convinto che se anche avessero girato in mezzi meno sfarzosi, meno appariscenti, sicuramente sarebbero arrivati a domicilio senza dover ricorrere, ripeto, al fondo di risorse che sono state tolte dal bilancio, che sono state utilizzate per l'affitto di auto estremamente costose e lussuose. Non dimentichiamo che i nostri ministeri dispongono di 2.143 automezzi! Posso capire che un ministro non si possa privare della propria auto blu; posso capire che il sottosegretario ne abbia bisogno, ma a me risulta anche che nessun funzionarietto di qualsiasi ministero può fare a meno della sua auto blu! È un simbolo di potere, è un'ostentazione, alla faccia del contribuente (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)!
Non dimentichiamoci che con 22 lire - ripeto: 22 lire italiane - possiamo acquistare una compressa per potabilizzare due litri d'acqua! Ricordatevi, cari signori, che ogni 8 secondi - ripeto: ogni 8 secondi - muore un bambino! Vergogna! 8 secondi! 22 lire una pasticca per purificare due litri di acqua! 30 mila lire per i sei vaccini fondamentali! Se vuole, Presidente, li posso anche elencare. Sta di fatto che abbiamo speso, in questo caso come Governo italiano, 1 miliardo 625 milioni. Signor Presidente, quante pasticche avremmo comprato! Quanti vaccini!
È giusto ospitare il vertice, è giusto ospitare le delegazioni, è vero che porta lustro e decoro, è vero che è un momento di grande comunicazione, è vero che bisogna creare queste forme di intreccio tra le varie forze, onde poter codificare, onde poter concepire un intervento mirato e non separato, ma pensiamo a quanti di questi soldi potevano essere invece utilizzati in maniera più oculata, più attenta (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania - Congratulazioni)!

PRESIDENTE. Constato l'assenza degli onorevoli Rivolta, Alemanno, Bastianoni, Valducci, Aloi, Buttiglione, Palmizio, Amoruso, Cardinale, Acierno, Anedda, Carmelo Carrara, Aleffi, Angeloni, Casini, Amato, iscritti a parlare: si intende che vi abbiano rinunziato.
È iscritto a parlare l'onorevole Armani. Ne ha facoltà.

PIETRO ARMANI. Rinunzio, Presidente.


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PRESIDENTE. Constato altresì l'assenza degli onorevoli Cimarolo, Aprea, Armaroli, D'Alia, Aracu, Benedetti Valentini, Armosino, De Franciscis, Berselli, Teresio Delfino, Baiamonte, Bocchino, Di Nardo, Becchetti, Bono, Fabris, Bergamo, Buontempo, Follini, Berlusconi, Butti, Fronzuti, Berruti, Cardiello, Galati, Bertucci, Carlesi, iscritti a parlare: si intende che vi abbiano rinunziato.
È iscritto a parlare l'onorevole Giovanardi. Ne ha facoltà.

CARLO GIOVANARDI. Rinuncio, signor Presidente.

PRESIDENTE. Constato l'assenza dei deputati Vincenzo Bianchi, Nuccio Carrara, Grillo, iscritti a parlare: si intende che vi abbiano rinunziato.
È iscritto a parlare l'onorevole Biondi. Ne ha facoltà.

ALFREDO BIONDI. Rinuncio, signor Presidente. Mi sarebbe piaciuto, ma sarà per un'altra occasione.

PRESIDENTE. Constato l'assenza dei deputati Caruso, Lucchese, Bonaiuti, Cola, Manzione, Donato Bruno, Colonna, Marinacci, Burani Procaccini, Colucci, Mastella, Calderisi, Contento, Nocera, Cascio, Conti, Ostillio, Cavanna Scirea, Cuscunà, Pagano, Cesareo, Delmastro Delle Vedove, Panetta, Cicu, Fei, Peretti, Collavini, Fini, Sanza, Colletti, Fino, Scoca, Colombini, Fiori, iscritti a parlare: si intende che vi abbiano rinunziato.
È iscritto a parlare l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Soltanto poche considerazioni, signor Presidente, perché ritengo che questo provvedimento debba essere lasciato fuori dalle strumentalizzazioni politiche, anche per il dramma che richiama, che non è un dato di poco conto, un dramma che deve essere motivo di grande preoccupazione, non soltanto per quest'aula ma per tutto il paese.
Non faccio alcuna considerazione sul provvedimento, che ha carattere organizzativo, ma che ovviamente richiama un problema importante, vale a dire quello del funzionamento della FAO. Non siamo soddisfatti del modo in cui questa agenzia dell'ONU ha operato. Colgo l'occasione per richiamare anche il problema dell'ONU, della sua presenza e della sua capacità di intervento nello scacchiere internazionale per quanto riguarda sia le crisi sia i grandi problemi economici e di sviluppo esistenti nel nostro pianeta.
Allora, se questo dibattito ha un senso, pregherei il sottosegretario per gli affari esteri di promuovere un ulteriore confronto su questi temi. Questo vertice si sta tenendo a Roma, capitale non soltanto del nostro paese ma anche della cristianità. Credo che questa convergenza e questo confronto fra capi di Stato e di Governo abbia un senso, e vogliamo invitare il Governo a fare in modo che non si risolva in un fatto retorico, burocratico, di pura registrazione, ma possa dare un'indicazione forte.
Voglio ricordare - l'ho fatto anche in altre occasioni - al Governo che abbiamo avuto vari confronti a livello internazionale: è stata ricordata la Conferenza di Barcellona sullo sviluppo sostenibile; possiamo parlare dell'Agenda 21 e di Rio de Janeiro, dei grandi problemi che riguardano il futuro dell'umanità, la sua esistenza, la sua fisionomia, la sua prospettiva e la speranza di vivere in un mondo più dignitoso anche per quanto riguarda i dati ambientali e dello sviluppo.
Ebbene, in quelle sedi il nostro paese ha assunto grandi impegni che, per la verità, non sono stati seguiti da atti conseguenziali; forse può servire in questo momento un richiamo forte al Governo perché vi sia un atto conseguenziale sul piano della gestione del protocollo che il Governo stesso ha sottoscritto.
Voglio spendere ancora una parola a favore del Mediterraneo e rivolgermi al Presidente della Camera dei deputati: abbiamo trasformato la Commissione speciale per le politiche comunitarie in Commissione per le politiche dell'Unione europea. Sarebbe auspicabile che tale Commissione potesse allargare le proprie competenze ai problemi del Mediterraneo.


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Infatti si tratta di problemi che riguardano non soltanto la politica estera, ma anche questioni più gravi e complessive. Ritengo che questo potrebbe essere un dato importante e significativo. Non volevo urtare la suscettibilità dei colleghi della Commissione esteri e del suo autorevole presidente...

PRESIDENTE. Temo che abbia toccato una questione di rilievo!

MARIO TASSONE. Volevo però richiamare un argomento che non può essere passato sotto silenzio ed al quale l'Assemblea deve prestare molta attenzione. Noi siamo un paese dell'Europa, che però deve avere un suo ruolo nel Mediterraneo e non un ruolo qualunque. Eravamo infatti destinati a svolgere un ruolo di leadership all'interno del Mediterraneo, un ruolo anche di coordinamento dei paesi rivieraschi, ma questo ruolo noi non lo abbiamo e ritengo che ciò ci porti anche ad essere condizionati nell'ambito dell'Europa.
Qualcuno, come il Governo, è molto tranquillo sul fatto che l'Italia possa entrare in Europa semplicemente con una politica monetaristica, senza riuscire a capire che è necessaria una politica complessiva, una politica estera, una politica più appropriata rispetto all'integrazione politica a livello europeo. Io ritengo che il dato del Mediterraneo possa essere un riferimento anche per risolvere il problema del nostro Mezzogiorno, nonché quello di uno scambio serio, anche di tecnologie, e del commercio con i paesi del Medio Oriente e del Mediterraneo.
Con queste poche osservazioni, ho voluto rivolgere un richiamo al Governo, anche per capire quale linea stiamo seguendo nell'ambito dell'ONU. Sul problema dei cinque membri permanenti, quelli cioè che hanno il potere di veto, cui all'interno dell'Organizzazione è aperta un'ampia discussione. Non è su questo però che dobbiamo confrontarci, perché vi è una discussione precedente che dobbiamo affrontare. L'ONU si è attribuita grandi compiti e noi dobbiamo essere in condizione di fornire anche il nostro contributo e di esprimere il nostro orientamento, soprattutto verificando e registrando l'inanità in molte occasioni di questo organismo rispetto ai grandi impegni ed in relazione alle gravi, imperiose vicende che si verificano nel nostro pianeta.
La mia voleva essere una sollecitazione e quelle che ho esposto sono le motivazioni per le quali il gruppo del CCD-CDU è favorevole al provvedimento, lontano da ogni strumentalizzazione. Quando infatti ci richiamiamo alla gente, ai bambini che muoiono, dobbiamo chiedere qualcosa di più e l'auspicio che possiamo fare in questo momento - come dicevo poc'anzi - è che il vertice della FAO di Roma non si risolva in un nulla di fatto o con i soliti appuntamenti in cui si redigono protocolli, perdendo intere giornate per una parola in più od in meno; da questo vertice deve emergere la determinazione di conferire una dignità forte all'agenzia della FAO, affinché possa pienamente corrispondere ai propri compiti istituzionali (Applausi dei deputati dei gruppi del CCD-CDU, di forza Italia e di alleanza nazionale).

SIMONE GNAGA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

SIMONE GNAGA. Nella discussione sulle linee generali.

PRESIDENTE. Non è iscritto a parlare.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI PETRINI (ore 21,35)

PRESIDENTE. Constato l'assenza degli onorevoli Conte, Foti, Volonté, Cosentino, Fragalà, Crimi, Franz, Cuccu, Galeazzi, Danese, Gasparri, de Ghislanzoni Cardoli, Alberto Giorgetti, Del Barone, Gissi, Dell'Elce, Gramazio, Dell'Utri, Iacobellis, De Luca, Landi, Deodato, Landolfi, Di Comite, La Russa, Di Luca, Lo Porto, D'Ippolito, Lo Presti, Divella, Losurdo, Errigo, Malgieri, Filocamo, Mantovano, Floresta, Manzoni, Fratta Pasini, Marengo, Frattini, Marino,


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Frau, Martinat e Gagliardi, iscritti a parlare: s'intende che vi abbiano rinunziato.
È iscritto a parlare l'onorevole Martini. Ne ha facoltà.

LUIGI MARTINI. Rinuncio ad intervenire, signor Presidente.

PRESIDENTE. Constato l'assenza degli onorevoli Garra, Matteoli, Gastaldi, Mazzocchi, Gazzara, Menia, Gazzilli, Messa, Giannattasio, Migliori, Giovine, Miraglia del Giudice, Mitolo, Giuliano, Morselli, Guidi, Mussolini, Lavagnini, Nania, Leone, Napoli, Li Calzi, Neri, Liotta, Lo Jucco, Pace Giovanni, Lorusso, Pagliuzzi, Maiolo, Pampo, Mammola, Paolone, Mancuso, Pasetto, Marotta, Pepe Antonio, Marras, Pezzoli, Martino, Poli Bortone, Martusciello, Polizzi, Marzano, Porcu, Masiero, Proietti, Massidda, Rallo, Matacena, Rasi, Matranga, Riccio, Melograni, Rizzo, Miccichè, iscritti a parlare: si intende che vi abbiano rinunziato.
È iscritto a parlare l'onorevole Selva. Ne ha facoltà.

GUSTAVO SELVA. Voglio dire due parole naturalmente per associarmi alle finalità di un evento quale quello che si produce in questi giorni a Roma. Nessuno potrebbe non partecipare ad un convegno mondiale che si occupa di un problema che ha proporzioni catastrofiche, enormi: si parla di 800 milioni di persone nel mondo, tra cui 11 milioni di bambini. Quindi, la partecipazione a questo evento mi sembra un fatto opportuno, un fatto però che ci deve fare meditare sulle agenzie dell'Organizzazione delle Nazioni Unite.
In effetti, conoscendo in parte questo ambiente e queste organizzazioni internazionali, ritengo anzitutto che i soldi loro destinati dai Governi servano per un impianto burocratico, che non so se corrisponda sempre alle esigenze primarie per le quali queste organizzazioni sono nate. Credo quindi che il giorno in cui - e si sta discutendo proprio di questo - l'Organizzazione delle Nazioni Unite dovrà trovare ulteriori stimoli anche per adeguarsi alla nuova funzione che essa svolge, anche la FAO che ospitiamo a Roma debba essere perfezionata in una visione più specifica e più attenta ai problemi dei quali è destinata ad occuparsi.
Avendo preso brevemente la parola per un momento soltanto, vorrei soffermarmi anche sul vertice mondiale. Secondo quanto si desume dal bilancio, cui ho potuto dare solo un'occhiata, mi pare siano stati destinati troppi soldi ad attività che probabilmente potevano essere risparmiate: penso a tutta la parte protocollare, all'affitto di numerose automobili, alle tante segretarie... Mi rendo conto che nelle organizzazioni internazionali queste cose possono avvenire, ma data la delicatezza del tema - parliamo della fame nel mondo - credo che un principio di austerità maggiore sarebbe stato più consono all'avvenimento.
Per concludere, vorrei fare un'osservazione che riguarda anche noi parlamentari. Proprio perché mi sono interessato e continuo ad interessarmi di problemi internazionali, avevo chiesto, in quanto membro del Consiglio d'Europa, di poter partecipare ad alcune fasi di questa conferenza. Ebbene, proprio nel quadro di questa burocratizzazione, dopo aver tentato insieme alla mia segretaria per ben quindici giorni ed essere stato mandato da Ponzio a Pilato, da un ufficio all'altro, non sono riuscito nemmeno ad avere l'invito per partecipare questa mattina alla seduta inaugurale. Quello che è ancora più importante è che non sono riuscito neanche ad assistere alla specifica conferenza destinata ai parlamentari.
Non so se per una organizzazione delle Nazioni Unite che ha sede a Roma, questo sia il modo migliore per attivare i rapporti con i parlamentari del paese che ospita l'organizzazione stessa. Lo segnalo a lei, signor Presidente, perché in casi di questo genere credo che sia necessario da parte nostra compiere passi un po' più efficaci ed anche un po' più coraggiosi, perché in effetti ritengo che queste organizzazioni debbano mantenere un raccordo più efficiente con il Parlamento italiano, il quale offre la sua disponibilità anche attraverso


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la discussione del decreto-legge che stiamo facendo in questo momento.
Ciò rientra proprio nel quadro di cui parlavo all'inizio. Queste organizzazioni godono di tutti i privilegi diplomatici, normalmente hanno sede non nelle periferie delle città, ma forse in appartamenti abbastanza lussuosi. La FAO, ripeto, che si occupa anche della fame nel mondo, dovrebbe dare un esempio di maggiore attenzione al problema specifico. Lo raccomando non solo al Governo italiano, nel quadro generale - lo ribadisco - delle riforme che attengono all'ONU, ma anche a questo Parlamento, dando la mia adesione alla conversione in legge di questo decreto concernente il vertice mondiale di Roma.

PRESIDENTE. Constato l'assenza degli onorevoli Michelini, Simeone, Misuraca, Sospiri, Nan, Storace, Negri, Tatarella, Niccolini, Tosolini, Pagliuca, Trantino, Palumbo, Tremaglia, Parenti, Tringali, Paroli, Urso, Pilo, iscritti a parlare si intende che vi abbiano rinunziato.
È iscritto a parlare l'onorevole Valensise. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VALENSISE. Onorevoli colleghi, mi riporto a quanto è stato detto dal collega di gruppo che mi ha preceduto, con una sola aggiunta di carattere personale. Sono avanti negli anni e tanti anni or sono, quando ero ragazzo, nelle vetrine delle librerie campeggiava un libro dal titolo Pane per due miliardi di uomini. Oggi il problema è «pane per cinque miliardi di uomini». Se nell'arco di una vita si è passati (attraverso un'esplosione demografica di natura storica, che interessa tutto il pianeta) da due a cinque miliardi di uomini, le dimensioni di questo problema devono essere fronteggiate da parte dell'organizzazione della FAO in una maniera che noi auspichiamo efficiente ed efficace.
Pertanto, di fronte a queste due grandi quantità, le osservazioni puntuali dell'autorevole collega Selva ci dicono come la dimensione del problema mondiale non sia considerata, dal punto di vista della funzionalità, dell'impegno e della mobilitazione necessari, nelle forme in cui dovrebbe esserlo. L'auspicio è che tutti, comprese le grandi strutture internazionali aprano gli occhi sulle dimensioni del problema, sulle sue urgenze, sulle sue potenzialità. Quello della fame nel mondo, infatti, è un problema che si risolve attraverso l'esaltazione delle potenzialità produttive dei paesi che hanno tecnologie, vocazioni, know-how, capacità per sopperire o per tentare di sopperire ai grandi bisogni, alle grandi necessità che derivano dalla fame nel mondo, attraverso orientamenti che sono virtuosi e positivi per i destinatari del soccorso e possono essere virtuosi e positivi anche per quei paesi (l'Italia è tra questi) che hanno la capacità produttiva; capacità produttiva che non trovano per ragioni di mercato, per lacci e lacciuoli dei commerci internazionali o degli egoismi internazionali che molte volte turbano i mercati e non presiedono ai commerci ma li paralizzano. Si tratta di situazioni che devono essere superate.
Pertanto, con la massima attenzione che rivolgiamo alla riunione che si svolge a Roma, auspichiamo che da essa nascano procedure e strategie all'altezza dei grandi bisogni di una umanità che per tanta parte e per tanti versi è dolorante ed alla cui assistenza dobbiamo contribuire con le consapevolezze che dallo sviluppo e dalle capacità produttive vengono alla grande e nobile nazione italiana (Applausi dei deputati dei gruppi di alleanza nazionale e di forza Italia).

PRESIDENTE. Constato l'assenza degli onorevoli Piva, Zaccheo, Possa, Zacchera, Prestigiacomo, Previti, Radice, Rebuffa, Rivelli, Romani, Rossetto, Rosso, Rubino Alessandro, Russo, Santori, Saponara, Saraca, Savarese, Saveli, Scajola, Scaltritti, Scarpa Bonazza Buora, Serra, Stagno D'Alcontres, Stradella, Taborelli, Taradash, Tardini, Tortoli, Tremonti, Urbani, Valducci, Viale, Vitali e Vito, iscritti a parlare: s'intende che vi abbiano rinunziato.
Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.


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MARIO BRUNETTI. Anch'io mi ero iscritto a parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Brunetti, mi dispiace, ma lei non risulta iscritto. Potrà intervenire in sede di dichiarazione di voto.

MARIO BRUNETTI. Non avrei svolto un lungo intervento, ma questa è una scorrettezza che non accetto!

PRESIDENTE. Mi dispiace, purtroppo non risulta iscritto. Onorevole Brunetti, non può accusarci di scorrettezza, probabilmente si è verificato un disguido, ma in questa situazione...

MARIO BRUNETTI. Se la discussione sulle linee generali è stata aperta questa sera, io mi iscrivo a parlare questa sera!

PRESIDENTE. ...abbiamo stabilito che non è più possibile intervenire.
Ha facoltà di replicare il relatore, onorevole Leccese.

MARIO BRUNETTI. Sono meccanismi nuovi che non accettiamo!

VITO LECCESE, Relatore. Svolgerò soltanto qualche riflessione anche perché, nella fase concitata dell'avvio della discussione generale, non è stata data la possibilità al relatore di esprimere alcune sue riflessioni sull'importanza di questo evento.
Ringrazio innanzitutto i colleghi che hanno sentito il bisogno e la necessità di intervenire, dando un prezioso contributo al dibattito. Procederò pertanto per flash per fare chiarezza.
Sono innanzi tutto d'accordo con quanto sottolineato dai colleghi Pace e Tassone per quanto riguarda l'entità dello stanziamento contenuto nel decreto-legge, che non è peraltro particolarmente rilevante rispetto all'obiettivo del vertice mondiale. Esso infatti ha come obiettivo lo sradicamento della povertà e il problema di come assicurare il minimo vitale di alimentazione a 840 milioni di uomini, che vivono al di sotto di tale limite; peraltro di questi 840 milioni, 200 sono bambini.
In Commissione abbiamo sentito la necessità di elaborare un documento politico, un atto di indirizzo forte, per far sentire la voce del Parlamento italiano attraverso i rappresentati del nostro Governo presso il vertice mondiale della FAO.
Per quanto riguarda il merito, vorrei sottoporre all'attenzione dell'onorevole Fassino alcune considerazioni, essendo egli qui presente in rappresentanza del Governo in qualità di sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Voglio in primo luogo sottolineare che, anche grazie alla presentazione di un emendamento, è stato ridotto lo stanziamento finanziario, dando carattere di sobrietà ed austerità a questo grande evento. Ricordo infatti all'amico Calzavara ed agli amici della lega che vi è stata già una riduzione forte di 625 milioni rispetto ai 2 miliardi 235 milioni previsti dal Governo. Su questo punto è necessario comunque dire qualcosa, nel senso che non si tratta di spese esorbitanti, onorevole Selva, perché le unità lavorative sono soltanto tre e non centinaia di segretarie. A tal fine sono stati stipulati soltanto tre contratti per sei mesi, necessari per provvedere all'organizzazione del vertice della FAO, e sono stati chiamati per contratto, per 5 giorni, 4 interpreti: credo si tratti di uno sforzo minimo. L'Italia riceve 130 Capi di Stato, provenienti da tutto il mondo, e deve perciò fornire un adeguato servizio di interpretariato. Mentre sono fondate alcune osservazioni, fatte anche dall'onorevole Calzavara, rispetto alla necessità che il Governo programmi meglio i suoi interventi.
Onorevole Fassino, abbiamo approvato in agosto - ero relatore anche di quel provvedimento - il disegno di legge di conversione del decreto-legge n.347, meglio conosciuto come decreto sul differimento dei termini in materia di politica estera, riguardante provvedimenti del Ministero degli affari esteri. Ebbene, all'interno di quel decreto-legge il Governo avrebbe potuto inserire le spese relative all'organizzazione ed alla logistica, nonché alla realizzazione ed all'istituzione della delegazione organizzativa presso la FAO, in modo che non avrebbe poi dovuto far ricorso, a di


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stanza di venti giorni, alla decretazione d'urgenza proprio per prevedere cose che avrebbero potuto essere inserite nel provvedimento di cui ho detto. Su questo credo che il Governo debba porre per il futuro maggiore attenzione, anche in relazione alla nota sentenza della Corte costituzionale sulla non possibilità di reiterazione dei decreti-legge.
Un'ultima notazione e concludo. Credo che sul piano politico questo vertice debba rappresentare un momento di riflessione, così come abbiamo detto in Commissione e come egregiamente ha ripetuto questa sera il collega Pezzoni. Dovrebbe essere momento di riflessione sulle cause del fallimento della cooperazione bilaterale e multilaterale. Si dovrebbe parlare di riforma della cooperazione - e questo il Governo italiano già lo sta facendo -, di riforma del Fondo monetario, di riforma della Banca mondiale e di un modo nuovo di concepire lo sviluppo, la sostenibilità dello sviluppo, perché mentre cresce la domanda di alimentazione diminuisce la produzione di cereali.
Tutti questi elementi sono contenuti nel documento politico che ha avuto il consenso dei rappresentanti dei gruppi politici presenti presso la Commissione esteri. Ringrazio il presidente Occhetto, primo firmatario di quel documento, per essere riuscito ad inserire all'interno del testo che sarà sottoposta domani mattina all'attenzione dell'Assemblea tutte le istanze e tutti i contributi emersi nel dibattito in Commissione. Pertanto, concludo invitando l'Assemblea ad esprimersi favorevolmente sul disegno di legge di conversione del decreto-legge riguardante il vertice mondiale della FAO ed anche, con forza, la invito a votare, se possibile all'unanimità, l'atto di indirizzo forte di cui ho parlato e che vede come primo firmatario il presidente Occhetto.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.

PIERO FASSINO, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Replicherò assai brevemente e soltanto perché nel corso del dibattito è stata posta una serie di questioni alle quali è bene dare risposta.
Credo che tutti conveniamo sul fatto che si tratti di un evento di straordinaria importanza: è già stato rilevato dai colleghi che sono intervenuti e il Governo non può che associarsi e convenire con le considerazioni che questi hanno fatto sull'importanza che la Comunità internazionale affronti con maggiore determinazione e forza un tema così strategico per il futuro del mondo come la lotta alla fame ed il problema dell'alimentazione.
Ugualmente, credo che si debba sottolineare - anche a questo riguardo il Governo conviene con i deputati intervenuti nel dibattito - l'utilità di iniziative che l'ONU è venuta intensificando in questi ultimi anni, volte ad affrontare grandi problemi di ordine mondiale. Questa mattina Boutros Ghali, inaugurando i lavori della Conferenza mondiale dell'alimentazione, ha giustamente richiamato le conferenze svoltesi negli ultimi anni, da quella sulla demografia del Cairo a quella sulla condizione della donna di Pechino, a quella sull'habitat delle grandi città e metropoli svoltasi ad Istanbul qualche mese fa, proprio per sottolineare come sempre di più i problemi della sicurezza, della stabilità, della prosperità del pianeta siano affidati non soltanto alle relazioni tra gli Stati, ma anche alla capacità di affrontare grandi questioni di ordine globale, sovranazionale e mondiale, che riguardano tutti.
Il Governo non può che convenire su queste considerazioni. L'importanza politica di simili temi è peraltro testimoniata dalle dimensioni di questo vertice, che spiegano anche le esigenze di tipo organizzativo, oggetto del decreto-legge al nostro esame. Sono convenute a Roma 200 delegazioni, 130 delle quali guidate dal capo di governo o dal capo di Stato: tutto ciò comporta una serie di esigenze di tipo protocollare, logistiche e di sicurezza assolutamente indifferibili.
Desidero sottolineare poi un aspetto che non va sottovalutato. La stragrande maggioranza di queste delegazioni viene da paesi appunto del continente africano, del continente asiatico, del continente la


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tino-americano, che dispongono nella città di Roma di strutture diplomatiche assolutamente esigue; in alcuni casi si tratta di paesi che, per la ristrettezza delle risorse di cui dispongono ordinariamente, non hanno sede diplomatica a Roma per l'Italia, ma hanno un'unica sede diplomatica a Parigi o a Londra per tutta l'Europa. Ciò fa sì, per esempio, che gran parte di queste delegazioni abbia esigenze di carattere organizzativo, logistico, protocollare che non si possono soddisfare ricorrendo alle strutture diplomatiche...

GIANPAOLO DOZZO. Non occorre portarli in giro in cadillac, però!

PIERO FASSINO, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Non essere provinciale! Nessuno ha utilizzato delle cadillac! Perché dobbiamo dire queste sciocchezze? Non è stata usata una sola cadillac! Ci sono normali auto di rappresentanza che si usano in qualsiasi vertice mondiale, in qualsiasi paese del mondo! Visto che si è detto che questa è una dimostrazione di provincialismo, inviterei qualcuno a partecipare a taluni dei convegni che si tengono in tutto il mondo per vedere come sono organizzati!

PRESIDENTE. Onorevole Fassino, si rivolga alla Presidenza!

PIERO FASSINO, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Presidente, mi rivolgo a coloro che sono intervenuti ed interloquisco come è giusto in un dibattito democratico sugli argomenti che sono stati addotti!
In ogni caso, abbiamo dovuto farci carico di esigenze di protocollo, di esigenze di sicurezza - che non sono marginali - e di esigenze organizzative, che abbiamo cercato di contenere e di ridurre al massimo. Qualcuno ha eccepito sul fatto che vi sia un servizio di bus: si è ricorso al servizio di bus per non soddisfare tutte le esigenze solo con macchine individuali. È curioso che da un lato ci si rimproveri di utilizzare certi mezzi e dall'altro si faccia una critica di segno contrario!
Si è cercato - lo ripeto - di corrispondere agli standard normali di qualsiasi iniziativa internazionale di questo tipo (Commenti dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania). Ci si è attenuti alle richieste di istruzioni, di indicazioni dell'ente organizzatore, cioè la FAO, che ha naturalmente avanzato una serie di requisiti e di indicazioni non solo in termini di sicurezza ma anche di tipo procedurale e protocollare, che abbiamo cercato di soddisfare. Insomma, abbiamo tentato di fornire un'organizzazione razionale, contenuta nelle spese, e francamente la quantità delle risorse di cui stiamo discutendo in relazione al tipo di evento e al numero dei partecipanti è assolutamente esigua.
D'altra parte, chiunque stamattina - penso al presidente Occhetto, il quale può essere testimone - era tra coloro che hanno partecipato alla Conferenza, avrà visto che tutto si è svolto in un clima di assoluta sobrietà, senza che vi fossero particolari sprechi. Ciò, naturalmente, anche in coerenza con il tema al centro del vertice.
Per tutte queste ragioni ringrazio coloro che sono intervenuti; riconfermo che l'impegno del Governo è quello di conseguire due obiettivi: garantire il massimo di efficienza e di razionalità a livello di standard adeguati nei servizi che si prestano alla Conferenza e al tempo stesso contenere le spese, i costi, in modo non solo compatibile con le risorse disponibili, ma anche con le finalità stesse del convegno che si è organizzato.

PRESIDENTE. Comunico che la V Commissione (Bilancio) ha espresso, in data 6 novembre 1996, il seguente parere:

NULLA OSTA

sugli emendamenti.

Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato (vedi l'allegato A).


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Avverto che gli emendamenti presentati sono riferiti agli articoli del decreto-legge, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.
Avverto altresì che non sono stati presentati emendamenti riferiti all'articolo unico del disegno di legge di conversione.
Nessuno chiedendo di parlare sul complesso degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge, invito il relatore ad esprimere su di essi il parere della Commissione.

VITO LECCESE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Zacchera 1.11...

PRESIDENTE. Scusi se la interrompo, onorevole relatore. Nella serie dall'emendamento Zacchera 1.13 all'emendamento Morselli 1.10 saranno posti in votazione gli emendamenti Zacchera 1.13. Morselli 1.5 e 1.10. Il parere pertanto dovrà essere espresso solo su tali emendamenti.

VITO LECCESE, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Zacchera 1.13, Morselli 1.5 e 1.10. Il parere è altresì contrario sugli emendamenti Zacchera 1.12, Franz 1.17 e 1.16, Zacchera 2.3, sugli identici emendamenti Morselli 2.1 e Rivolta 2.8, sugli emendamenti Morselli 2.2, Zacchera 2.4, Rivolta 2.7 e Zacchera 2.5. La Commissione invita i presentatori a ritirare l'emendamento Zacchera 2.6 e a trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno; altrimenti, il parere è contrario.
La Commissione esprime altresì parere contrario sugli emendamenti Zacchera 3.51, 3.52 e 3.53.

PRESIDENTE. Onorevole relatore, della serie dall'emendamento Morselli 3.1 all'emendamento Morselli 3.54 saranno posti in votazione solo gli emendamenti Morselli 3.1, 3.26 e 3.54. Qual è il parere della Commissione?

VITO LECCESE, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Zacchera 3.1, 3.26 e 3.54 e sull'emendamento Rivolta 3.55.

PRESIDENTE. Il Governo?

PIERO FASSINO, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Il Governo concorda con il parere espresso dal relatore, Presidente.

MARCO PEZZONI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO PEZZONI. In considerazione del clima che si è creato questa sera, credo di poter auspicare che domani tutti questi emendamenti saranno ritirati dai presentatori. Mi pare questo l'invito politicamente più corretto da rivolgere ai presentatori degli emendamenti.

PRESIDENTE. Come precedentemente convenuto, il seguito del dibattito è rinviato alla seduta di domani.

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