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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del dottor Franco Todisco, presidente dell'Assovetro, che ringrazio per la sua presenza.
FRANCO TODISCO, Presidente dell'Assovetro. Innanzitutto ringrazio la Commissione per questa opportunità che ci viene fornita di esporre i problemi della categoria dei produttori di vetro.
che il decreto Ronchi abbia come obiettivo quello di risolvere il problema del recupero dei materiali, non quello degli spazi urbani.
PRESIDENTE. La Commissione ha già affrontato molte volte il tema della raccolta multimateriale, che è diventata una scelta operativa di molte amministrazione anche se la normativa europea ed il decreto legislativo Ronchi non la prevedono (pur non escludendola). Noi abbiamo sottolineato l'esigenza di andare ad alcune modifiche normative e credo che il ministero dell'ambiente stia pensando a decreti attuativi per quanto riguarda questo aspetto. In realtà la raccolta multimateriale richiede solo regimi procedurali diversi. Schematicamente si può dire che, mentre il monomateriale può accedere a regimi semplificati, il multimateriale richiede delle autorizzazioni.
FRANCO TODISCO, Presidente dell'Assovetro. Con la tecnologia esistente questo è impossibile, perché l'impasto di materie prime immesso nei forni è indistinto: nel forno viene immessa una massa informe di circa 400-500 tonnellate di prodotto che deve stazionarvi per un certo numero di ore per poter raggiungere il punto di lavorabilità. È impossibile distinguere e separare la ceramica ad una temperatura di 1.500 gradi, perché è fatta di particelle molto piccole, che non si possono distinguere in nessun modo, quindi passano nel materiale fuso e le si ritrova nei contenitori alimentari.
PRESIDENTE. La seconda domanda riguarda invece il fatto che in alcune aree sono già esistenti, in altre si stanno progettando impianti per la separazione dei materiali. Vorrei sapere se avete già esperienza di materiale proveniente da impianti di questo tipo, perché anche questa potrebbe essere una risposta per evitare le impurità.
FRANCO TODISCO, Presidente dell'Assovetro. Abbiamo degli esempi di questo genere, presidente. Il problema è che, quando proviene da multimateriale, la separazione è estremamente onerosa perché richiede passaggi continui fino ad arrivare a quei livelli di qualità che rendono utilizzabile il vetro. Si tratta di un aggravio di costi che non si sa bene da chi dovrebbe essere pagato.
PRESIDENTE. Gli esempi concreti che ho in mente sono, per esempio, dei nastri trasportatori, grazie ai quali, con opportuni dispositivi, a volte anche a mano, non è difficile isolare i contenitori di vetro, i quali avranno ghiere di plastica o di metallo, saranno di colori diversi, avranno l'etichetta di carta e forse conterranno anche dei liquidi; d'altronde, come la fotografia che ci ha mostrato prima dimostra in modo inequivocabile, il materiale che vi arriva dalla raccolta differenziata in termini chimici è ben lungi dall'essere una frazione omogenea.
FRANCO TODISCO, Presidente dell'Assovetro. Dal monomateriale arrivano è sostanzialmente capsule di metallo. che sono facilmente eliminabili con delle elettrocalamite (è sufficiente che il nastro passi sotto un'elettrocalamita perché questa attiri tutte le parti di ferro) e carta, che può essere facilmente eliminata attraverso sistemi di aspirazione; comunque, anche se una piccola frazione di carta finisse nel forno a 1.500 gradi, avrebbe ben poca vita. Per quanto riguarda invece il multimateriale, ci troviamo di fronte ad un campionario praticamente infinito.
PRESIDENTE. Il problema che ho posto è un altro, cioè se gli impianti di separazione del multimateriale che esistono - anche se sono pochissimi - non
possano in prospettiva fornire una soluzione sia pur parziale al problema che lei sta ponendo. Quanto ai costi della separazione, essi sono da definire, nel senso che non è scontato che siano a carico del ricevente, ma possono essere distribuiti tra «dante» e ricevente.
FRANCO TODISCO, Presidente dell'Assovetro. Va tenuto conto che il multimateriale, essendo composto da sostanze di peso specifico ed ingombri volumetrici molto diversi, nel tentativo di minimizzare i costi di trasporto viene compresso in camion particolari con dei compattatori, dove si frantumano in piccole frazioni questi materiali disomogenei, il che ovviamente aggrava il problema della separazione a valle. Tenete presente che una campana nella quale vi sia solo vetro porta circa 850 chili per ogni carico, mentre un cassonetto che contiene plastica, carta ed altri materiali ne porta a malapena 30 o 40. Per questo, nel tentativo di ridurre i volumi, il contenuto del cassonetto viene schiacciato, ma così facendo la situazione peggiora perché, se un pezzo di piatto ci arriva intero, è facilmente rimuovibile, ma se viene frantumato in centinaia di pezzettini non c'è più modo di rintracciarlo se non a costi folli.
PRESIDENTE. Credo che potrebbe completare la sua esposizione spiegando il momento in cui interviene la vostra operatività, e quindi i vostri costi, perché in teoria il materiale compattato dovrebbe essere separato e voi dovreste ricevere solo quello di vostra competenza. Insomma, per parlare molto chiaramente, mi sembra di capire che non vogliate che siano accollati a voi i costi di un'operazione che, a vostro avviso, dovrebbe essere compiuta a monte.
FRANCO TODISCO, Presidente dell'Assovetro. È proprio così. Vedo che lei, presidente, ha capito perfettamente: si tratta di una serie di operazioni che riteniamo superflue se non addirittura dannose per noi. Ora, se lo ritenete, posso velocemente esporre le tabelle contenute nella nostra relazione.
PRESIDENTE. La ringrazio, ma i dati, almeno in linea generale, sono noti; piuttosto, ci interessa capire i problemi. Ovviamente non siamo tifosi di un'ipotesi tecnologica rispetto ad un'altra, ma solo del fatto che i rifiuti vengano gestiti correttamente e che ciò che può esserlo venga recuperato. Mi sembra di ricordare che siano stati conclusi tra l'ANCI e le associazioni di recupero dei vari materiali cinque o sei accordi, mentre è rimasta in piedi soltanto la questione del vetro, la cui raccolta differenziata è stata tra le prime a decollare grazie ad un'ingente capacità di recupero di rilevanti quantitativi di tale materiale. Per questo, il recupero del vetro era diventato in un certo senso emblematico della tematica della raccolta differenziata, mentre oggi sembra rivelarsi un punto di sofferenza rispetto ai problemi che i cittadini affrontano nello smaltimento dei rifiuti.
FRANCO TODISCO, Presidente dell'Assovetro. È proprio questo che mi sorprende. Ricordo che abbiamo cominciato autonomamente l'attività di riciclo del vetro trent'anni fa ed essa ha funzionato perfettamente quando la gestivamo in maniera autonoma. Abbiamo paesi di gran lunga più avanzati del nostro nei sistemi di riciclo (Germania, Svizzera, eccetera) che ritirano percentuali molto più elevate ed usano non solo il monomateriale, ma addirittura un monomateriale separato per colori.
PRESIDENTE. Non credo che la Germania abbia continuato su questa linea.
FRANCO TODISCO, Presidente dell'Assovetro. Per quanto risulta a me, direi che quest'attività è estesissima in Germania ed è facile capire il perché: il vetro bianco non può essere mescolato a quello colorato, altrimenti uscirebbe un colore indefinibile. Gradiremmo anche noi avere il materiale separato per colore, mentre ce lo vogliono dare come pura immondizia. Ebbene, cerchiamo una via mediana: dateci almeno solo vetro, poi penseremo noi ad utilizzarlo nel modo migliore.
PRESIDENTE. Mi consenta, allora, di rivolgerle una domanda un po' cattiva. Molti degli amministratori che noi abbiamo sentito, soprattutto quelli delle città storiche, ma in Italia sono quasi tutte di questo tipo, rispetto alla questione dei centri storici pongono il tema dell'aggravio rappresentato dalla necessità di collocare molti contenitori per recuperare rifiuti di tipo diverso; da qui la scelta del multimateriale compiuta da molte amministrazioni. Ove invece continuasse la raccolta separata almeno del vetro, l'Assovetro sarebbe disposta ad accollarsi una parte dei costi di questo sforzo in più che le amministrazioni dovrebbero sopportare?
FRANCO TODISCO, Presidente dell'Assovetro. È un elemento che possiamo senz'altro prendere in considerazione; d'altro canto, in alcune città anche a scopo promozionale abbiamo fornito autonomamente queste campane.
PRESIDENTE. Le ho fatto questa domanda perché alcuni anni fa, in una prima fase, fu proprio l'Assovetro a finanziare l'installazione delle prime campane. Oggi il livello di raccolta differenziata è molto più spinto, soprattutto al nord: quando siamo andati in missione a Milano, siamo stati informati che tale provincia si attesta sul 35 per cento di raccolta differenziata. In situazioni diverse, nelle quali non bastano più le campane già installate, i costi ovviamente salirebbero in ragione proporzionale o quasi al numero di contenitori per il vetro che si dovesse mettere in campo.
FRANCO TODISCO, Presidente dell'Assovetro. Le rispondo subito, presidente. Una campana costa circa 700 mila lire e si finanzia tranquillamente con le 44 lire al chilo che noi proponiamo ai comuni. Le rispondo in maniera ancora più semplice: questo sistema ha funzionato ed in alcune zone continua a funzionare in mano ad operatori ecologici che fanno questo di mestiere, hanno finanziato essi stessi le campane e svolgono il servizio; non credo che quest'attività sia in perdita perché nessuno eserciterebbe un'attività se questa comportasse delle perdite. Pertanto, come si suol dire, evidentemente hanno avuto la loro convenienza, come d'altronde l'hanno avuta i comuni che si sono visti assicurare un servizio ad un costo molto basso. Quindi, non vedo dove stia il problema dell'aggravio dei costi: secondo me, essi subirebbero una riduzione, non un aggravio.
PRESIDENTE. Poiché non vi sono colleghi che intendono porre domande, credo che possiamo concludere questa audizione sottolineando che, pur rendendoci conto che le posizioni nella trattativa tra ANCI e Assovetro sono molti distanti, per parte nostra ci sentiamo tenuti a sollecitare una rapida soluzione della vertenza nell'interesse generale applicando un principio di buona volontà, che poi significa venire incontro anche ad esigenze diverse in ragione delle varie tecnologie che le amministrazioni hanno adottato sul territorio nazionale. Ciò è ancor più importante se si tiene conto di quanto ho detto prima, cioè che la raccolta separata del vetro ha svolto una funzione storica nel tempo ed oggi è diventata invece un elemento di resistenza e di difficoltà.
FRANCO TODISCO, Presidente dell'Assovetro. È un elemento di turbativa; d'altronde, il vetro è tagliente, presidente.
si tende a pensare che 20 lire non siano niente, mentre esse rappresentano per noi una cifra spaventosamente alta, che non ci possiamo permettere. Il costo medio di una bottiglia è di circa 180 lire; per un caffè si paga 8 volte quella cifra, ma credo sia più difficile fare una bottiglia che un caffè.
PRESIDENTE. Ringrazio nuovamente i rappresentanti dell'Assovetro e dichiaro conclusa l'audizione.
Noi sappiamo che l'Assovetro, come altre associazioni analoghe, è impegnata con l'ANCI per raggiungere un accordo sulla tariffa per la raccolta del vetro; vorremmo sapere da voi come procede la trattativa, che sembrava stesse per concludersi.
Inoltre, poiché abbiamo sentito delle lamentele sulla qualità del vetro raccolto, vorremmo capire meglio quali problemi pone l'attuale sistema di raccolta del vetro a chi poi deve recuperarlo e gestirlo.
Quanto alla prima domanda, purtroppo la trattativa con l'ANCI è ancora pendente perché c'è una grande differenza tra il prezzo proposto e quello che gli associati sono disponibili a riconoscere per questo rottame. Come ho detto recentemente in un'intervista, noi abbiamo offerto 44 lire mentre l'ANCI è ferma a 94; il ministro Ronchi ha indicato come possibile mediazione un prezzo di 60 lire al chilo, ma questo prezzo aggrava notevolmente i nostri costi di produzione, quindi non siamo disponibili a concludere su questa base, anche perché siamo forti dell'esperienza di città, dove la raccolta è fatta in maniera corretta, efficiente ed economica; in questo caso le 44 lire che noi offriamo rientrano tranquillamente nei costi della raccolta.
Per quanto riguarda la qualità, c'è una problematica rilevante. La normativa vigente parla chiaramente di raccolta differenziata per materiali omogenei; avere nelle campane di raccolta materiali disomogenei comporta per noi un notevole aggravio di costi per la separazione, ma, quel che è peggio, altera notevolmente la qualità del prodotto. Il prodotto più pericoloso per noi nella campana multimateriale è la ceramica, perché fonde a temperature molto più alte rispetto al vetro; ciò determina scarti di lavorazione molto alti, costi aggiuntivi in produzione ed anche dei rischi per la produzione dei cosiddetti infusi, cioè inclusioni nel vetro che rendono le bottiglie fragili e quindi pericolose. La presenza di ceramica nella raccolta multimateriale è superiore anche di dodici volte rispetto a quella monomateriale o porta a porta. Nel caso della raccolta multimateriale la separazione è difficile, richiede più cicli, aggrava notevolmente i costi e non garantisce la qualità; quella monomateriale, invece, è sufficientemente omogenea, anche se non è perfetta, quindi comporta costi decisamente inferiori.
Uno dei motivi addotti per giustificare questo tipo di raccolta è di ridurre il numero dei cassonetti; mi rendo che per le città questo sia un problema, ma credo
Vorrei fugare il sospetto che l'associazione che lei rappresenta, avendo colto un elemento di fragilità nel ciclo dei rifiuti, lo esalti fortemente. Lei può fugare questo sospetto rispondendo ad un domanda di carattere tecnico. Ci avete detto che per quanto riguarda il recupero del vetro il principale nemico da battere è la presenza della ceramica: è possibile individuare una soluzione tecnologica che consenta di separare il vetro dalla ceramica partendo dalla diversa temperatura di fusione dei due materiali?
Il presidente dell'AMA per quanto riguarda Roma ci diceva che si è già a 16 mila cassonetti per il multimateriale e si va verso i 20 mila; nel momento in cui, ascoltando le richieste dell'Assovetro, venissero poste delle campane per la raccolta separata del vetro questo comporterebbe dei costi aggiuntivi per l'amministrazione. L'Assovetro sarebbe disponibile ad accollarsi una parte di questi costi?
Se me lo permette, vorrei svolgere un'ultima osservazione perché lei consideri le nostre posizioni. Il vetro è un prodotto estremamente povero, con dei valori aggiunti modestissimi: per portare un esempio, una normale bottiglia di vetro, per esempio una bordolese, costa meno di 200 lire e quindi le 20 lire di differenza sono una percentuale enorme sul nostro costo di produzione. Probabilmente