![]() |
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dell'onorevole Marco Pannella.
MARCO PANNELLA. Signor presidente, sono accompagnato dal collega Capezzone al quale, se lei è d'accordo, riserverei una parte dell'esposizione.
PRESIDENTE. Va bene.
MARCO PANNELLA. Siamo venuti altre volte e credo che il rischio sia quello di dire «oggi più che mai»; me lo risparmio, perché penso che la situazione sia eloquente. Si dice ictu oculi, e questa materia è sotto gli occhi di tutti, visto che parliamo di televisione.
stata una manifestazione piuttosto singolare, anche per presenze internazionali, sulle mutilazioni femminili, di straordinaria importanza e di grande emozione. Bene, quando parlo della lista Bonino parlo di quell'assieme che loro conoscono bene. Bisogna considerare che spesso siamo giuridicamente, statutariamente, sigle qualche volta diverse, ma c'è un'unificazione nel recepire quello che è sostanzialmente radicale, al di là di «non c'è pace senza giustizia», di Caino, del tribunale penale internazionale, tutte le varie attualità del mondo, attualità nostre, attualità italiane.
quale si stava parlando. Per il resto mai... ma ancora adesso sentiamo che ho offeso il Pontefice. Va bene, sono andato, ha fatto scandalo, ogni volta che andiamo... Carlo Freccero in quella occasione - non perché io lo frequenti, ma perché a Satyricon c'era - mi aveva chiesto se con la Bonino eravamo disposti a fare un confronto con esponenti di un'altra area culturale a compensazione di anni ed anni (tranne un'eccezione) di totale esclusione. Gli ho detto che io ritengo, e qui lo ripeto perché lo dico sempre e ovunque, Santoro espressione di un teppismo professionale: lo dico sul piano tecnico, lo ritengo un teppista di grande talento. Però dissi subito a Freccero che eravamo disponibili. Sono passati... quanto? Anche venerdì prossimo, né Emma né io.
andiamo. Arriviamo a un altro esempio. Mentre attendevamo per la Presidenza della Repubblica, Emma Bonino era notoriamente e per mille motivi a Strasburgo (come noi tutti, perché si chiudeva una cosa importante). Alle 14,53 giunge a Strasburgo, alla segreteria di Emma Bonino, che l'ha raggiunta dopo 23 minuti (è tutto provato), l'invito di Biagi a partecipare la sera a Il fatto. Lei l'ha saputo alle 16. Basta, si è detto «qua stiamo, sta qui». Biagi nell'aprire Il fatto ha detto: abbiamo invitato la signora Bonino che però essendo in non collaborazione non ha accettato. Devo dire che per una cosettina meno importante di questa ho ricevuto dalla RAI e da Biagi - non l'avevo mai detto finora - qualcosa come 200 milioni in una causa civile: ripeto, molto meno grave di questa, ed è una cosa costante.
rare? Suicidarsi? Fottersene (chiedo scusa)? Lasciare andare? Cosa fatta capo ha?
PRESIDENTE. Ringrazio l'onorevole Marco Pannella.
DANIELE CAPEZZONE, Esponente della Lista Bonino. Signor presidente, signori commissari, nell'ulteriore documentazione che sarà loro consegnata troveranno non solo delle cifre ma, con le cifre, anche la progressione della realtà che quelle cifre documentano e testimoniano.
turno è al 36.81 per cento... Non è un refuso, la percentuale è proprio 36,81 per cento! Ancora: nella trasmissione Uno mattina è al 2,7 per cento; Porta a porta è al 3,22 per cento e così via. Tutto questo nei primi cinque mesi, dunque c'è la progressione in negativo che riguarda noi e quella in positivo degli antagonisti ufficiali.
MARCO PANNELLA. Scusate l'interruzione, ma oggi abbiamo ricevuto una comunicazione ufficiale del Presidente della Repubblica con cui ci avverte che dal 24 febbraio è intervenuto presso i Presidenti della Camera e del Senato, il presidente della Commissione, l'Autorità garante di Napoli e altre autorità. Dunque, il Presidente della Repubblica ha tratto dalla nostra documentazione un motivo per un intervento ufficiale.
DANIELE CAPEZZONE, Esponente della lista Bonino. Può essere utile stilare una sorta di classifica delle presenze dei rappresentanti di tutti i partiti; in tutte le trasmissioni della RAI, di Mediaset, di TMC in tutto il semestre considerato, ossia dal 1o settembre fino alla fine del mese Emma Bonino e Marco Pannella figurano rispettivamente al 53o e al 55o posto. Per dare un ordine di grandezza, Bonino ha parlato per 48 minuti e Pannella per 47 a fronte delle 9 ore di Berlusconi e delle 7 di Rutelli nonché di quello che è stato concesso alle forze minori. Se si sommano le presenze di Grazia Francescato e di Alfonso Pecoraro Scanio da una parte e quelle di Emma Bonino e di Marco Pannella dall'altra, si constata come i leader verdi siano intervenuti 116 volte per 7 ore e 30 minuti, mentre i radicali solo 15 volte per un totale di 1 ora e 30 minuti. I leader verdi hanno parlato otto volte più di Bonino e Pannella per un tempo cinque volte superiore.
Zaccaria, in parecchie circostanze pubbliche ha fornito cifre inattendibili, false. Al di là degli accorpamenti di comodo è stato citato un mucchio indistinto di dati riguardanti tutte le trasmissioni, su tutte le reti, di tutte le testate che ha reso impossibile qualunque analisi critica. Il presidente ha parlato «di tempo totale di tutte le trasmissioni», «di tempo complessivamente dedicato alla politica» il che significa che nei dati relativi a ciascun partito ha caricato anche i tempi relativi alle presenze nelle tribune e negli spazi di comunicazione politica cioè negli spazi obbligatoriamente concessi per legge in occasione di elezioni e referendum, drogando i dati di alcune forze politiche. È un fatto di una gravità estrema che non merita altri commenti.
GUIDO CESARE DE GUIDI. Ho avuto occasione di vedere la trasmissione Satyricon e, nonostante la mia sensibilità spiccatamente cristiano-cattolica credente, non mi sono sentito minimamente toccato dagli interventi di Pannella, del quale non condivido alcune posizioni culturali. Non ho riscontrato alcuna posizione da riprovare. Vi siete riferiti al «periodo di non collaborazione con la RAI», ma in effetti di che cosa si tratta?
MARCO PANNELLA. Alla riunione del nostro comitato non abbiamo invitato la stampa; alla fine abbiamo comunicato che, in attesa di essere ricevuti dal Presidente della Repubblica, eravamo presenti su Radio radicale e su Internet. Era una comunicazione di intenti, anche se nulla vietava a qualcuno di invitarci. In verità Porta a porta ha invitato Bonino - che però non ha partecipato perché non poteva - ad un dibattito con altri leader di partito tra cui Buttiglione. Tutti sapevano che il Presidente della Repubblica ci avrebbe ricevuti; adesso sono passati quindici giorni, abbiamo incontrato il Presidente della Repubblica che è intervenuto ed avantieri abbiamo ricevuto una letterina da Telecamere.
GUIDO CESARE DE GUIDI. Da quanto avete esposto, da quanto ho potuto leggere nel dossier che ci avete inviato e dai dati forniti - che prendiamo per buoni - risulta evidente che c'è un trattamento particolare nei vostri confronti, naturalmente in senso negativo, non positivo.
MARCO PANNELLA. Perché computano le tribune referendarie ed elettorali.
GUIDO CESARE DE GUIDI. Sempre relative allo stesso periodo, dal 1o settembre in poi.
DANIELE CAPEZZONE, Esponente della lista Bonino. C'è stato un ciclo di trasmissioni di comunicazione politica anche in autunno, obbligatorie per legge.
GUIDO CESARE DE GUIDI. Prenderemo in considerazione anche i dati della RAI definiti non veritieri relativamente alla presenza del vostro gruppo nei telegiornali. Dovendo definire in percentuale il tempo spettante al vostro gruppo (lista Bonino e gruppo Radicale) a quale forza ci si dovrebbe rapportare? Se la RAI deve stabilire i tempi, è difficile individuare il parametro a cui rapportarsi, perciò reputo più fattibile il riferimento ai temi, ossia alle aree culturali diverse, significative, specie su determinati temi, ai fini del
confronto ed a prescindere dal calcolo dei minuti e dei secondi della presenza. Al di là dell'episodio di Novi, per assicurare il pluralismo politico e culturale dei mezzi di comunicazione, varrebbe la pena muoversi in questa direzione. In presenza di aree culturali ben definite, è giusto prenderle in considerazione e consentire di confrontarsi con altre tematiche, al di fuori dello stretto calcolo dei tempi, dei diritti e dei doveri.
MARCO PANNELLA. Se fossimo al governo della RAI applicheremmo il criterio del servizio pubblico, anche nelle parti non convenzionate. Nel 1976 facevamo delle emissioni pirata, perché non eravamo autorizzati come sanno bene i commessi; siamo riusciti a farlo per dodici anni. Questo è il nostro punto di riferimento, l'altro è quello giornalistico. Dico provocatoriamente che ci hanno uniti al mondo cattolico, nel senso che noi e la parte più intransigente del mondo cattolico abbiamo posto le stesse domande negli ultimi quarant'anni, dando naturalmente risposte opposte ma abbiamo imposto a una società indifferente l'urgenza di quelle domande, e non di rado il paese vi si è riconosciuto. Aberrante è il dosaggio, ma siccome, evidentemente, è un criterio loro, non nostro, fa parte del dolo. Sono stato per circa dieci anni in questa Commissione, per cui, a proposito di ciò che lei ipotizza, cioè «segnaleremo alla concessionaria che occorre rispettare il pluralismo», posso anticiparle almeno una decina di delibere. Ma non c'è mai stata discussione su questo; l'ultima nel 1997, in cui la Commissione si è ufficialmente doluta di non essere stata ...Intanto, lo zero è zero, per cui non è un problema di spazio. Però il dolo, la progressione...Poi, mano a mano che ci avviciniamo alla scadenza elettorale, siamo un po' presenti, ma con una percentuale di poco superiore all'1 per cento, nei telegiornali, dove però si è oggetto di comunicazione, non soggetto. Spesso gradirei non avere quei venti secondi, per i quali, bene o male, mi si omologa attraverso il linguaggio del redattore. Perciò vorrei proprio supplicare, democraticamente, da cittadino... Non è possibile, ne hanno a tonnellate di queste cose in RAI, il pluralismo e via dicendo. Il problema è: c'è un risarcimento possibile del danno che l'Italia oggi ha? In decenni lontani ha avuto un tipo di danno, adesso ne ha uno che riguarda grandi temi, a proposito dei quali abbiamo la fortuna o la sfortuna di essere una minoranza, come esisteva cinquanta o sessanta anni fa, che, purtroppo, ha un po' il monopolio di uno dei due termini della questione; un monopolio che non vogliamo avere, che però è un fatto. La Bonino è cancellata da tutte le istituzioni e parlo di lei perché al massimo siamo riusciti ad avere uno spazio quando, da commissaria, aveva redatto i primi documenti sulla cosiddetta mucca pazza. In America e in Inghilterra è stata interpellata, come in Spagna. Ma in Italia non una parola.
EMIDDIO NOVI. C'è una contraddizione che vorrei mi spiegaste. Vi è stata una fase, soprattutto durante la campagna elettorale per Emma Bonino presidente, in cui, sostanzialmente, avevate un'esposizione mediatica non indifferente, ma poi improvvisamente è calato il sipario su tutte le vostre iniziative. Qual è, a vostro avviso, il motivo di quell'apertura e della successiva chiusura?
MARCO PANNELLA. La ringrazio moltissimo, senatore Novi: mi compensa di alcune polemiche passate. Allora abbiamo pubblicamente annunciato di aver venduto Radio radicale 2 (mi pare per 15 miliardi) e Agorà, il primo provider italiano, nel momento in cui il mercato ha decuplicato
il valore in pochi mesi. Abbiamo impegnato e messo in vendita Radio radicale. Abbiamo dimostrato di aver speso in quei tre mesi - ecco la sorpresa radicale - 7 miliardi con Mediaset. Abbiamo dovuto supplicare, ma li abbiamo messi i famosi spot della Bonino, che erano poi della nostra storia. Mediaset quasi niente, a livello degli altri spazi.
SERGIO ROGNA MANASSERO di COSTIGLIOLE. Mi sembra di capire che l'onorevole Pannella richieda, sostanzialmente, un pronunciamento della nostra Commissione in termini di risarcimento.
cui inizia il periodo elettorale, trasmissioni come Porta a Porta, per esempio, diventano un qualcosa di assolutamente non regolato, tant'è che ieri, nell'incontro con l'Autorità, ci siamo chiesti come porre regole che eliminino quell'area di discrezionalità. Sarà difficile inserire regole vere, ma sarà comunque necessario riflettere per fare in modo che Bruno Vespa, per esempio, non sia arbitro del dibattito politico italiano negli ultimi giorni della campagna elettorale. La stessa cosa può valere per Maurizio Costanzo, dal momento che le loro trasmissioni sono gli unici spazi in cui in qualche modo si discute di politica al di fuori di quella che è la comunicazione.
PRESIDENTE. Valuteremo attentamente quanto ci è stato riferito ai fini di un'iniziativa nei confronti della RAI per modificare la posizione assunta rispetto al partito radicale e ad altri soggetti politici.
La seduta termina alle 15.15.
Ricordo che il Presidente della Camera dei deputati ha trasmesso alla Commissione una lettera riguardante le sollecitazioni dell'onorevole Pannella in relazione al trattamento riservato dalla RAI alla Lista Bonino. Analoga segnalazione è stata poi formulata da parte del movimento «l'Italia dei valori-Lista Di Pietro». La Commissione ha nominato come relatore su tali questioni il senatore De Guidi, che dopo un'istruttoria abbastanza veloce riferirà alla Commissione sia sul contenuto delle due lettere, sia su quanto ascolteremo oggi, affinché si traggano le conclusioni per invitare la RAI ad assumere atteggiamenti conseguenti alle nostre decisioni.
Do la parola all'onorevole Pannella.
Nel contesto di iniziative giudiziarie, documentatissime... vorrei pregare la Commissione di esimerci, in via straordinaria, dal ricordare come in 10-15 anni di attenzione e di documentazione dal nostro mondo sono venute moltissime documentazioni, che si sono tradotte, ancora oggi, fotograficamente, con il fatto che il centro di ascolto è considerato, come è noto, dall'autorità garante di Napoli, dal Parlamento sotto varie forme e anche a livello internazionale, un centro di ascolto che, in termini di capacità tecniche e di deontologia professionale, non ha avuto smentite: credo che facciamo testo. Per cui sarebbe un po' ipocrita da parte mia fornire dei dati che abbiamo già mandato o insistere molto, ma daremo conto degli aggiornamenti di cui disponiamo.
Direi che è ictu oculi che noi siamo scomparsi, letteralmente scomparsi, passando dallo «zero virgola» allo «zero», cioè dallo zero della vita, che non è astratta, a qualcosa che appartiene piuttosto all'astrazione matematica. Se parliamo - perché evidentemente dobbiamo sapere di cosa parliamo - dei vari programmi di approfondimento politico, di dibattito politico, di intrattenimento parapolitico o meno, di vari tipi di programmi notturni o diurni, di fortissimo o di nessun ascolto (o quasi nessuno), vediamo che noi siamo assenti. E siamo assenti nell'assieme, come assieme anche di molte organizzazioni. Per caso, ieri, c'è
C'è una cosa che mi preme comunicarvi, poiché solo in parte, evidentemente, possiamo agire in tempo reale, perché su alcune cose ci fermiamo a cinque giorni fa, su altre a sette, e domani avrete i dati fino ad oggi incluso. Noi abbiamo una caratteristica: siamo stati considerati molto spesso il partito del costume, della società civile, che poniamo problemi di costume. Bene, in questi giorni, in queste settimane, vi sono dibattiti su vicende come quella di Novi Ligure o altre sulle quali noi autonomamente siamo intervenuti come forza politica; lo hanno fatto altri, ma come esponenti politici, non come forze politiche in quanto tali. Noi abbiamo dato le nostre letture, probabilmente non utili, ma forse dialetticamente preziose per approfondire: niente.
Noi siamo stati incriminati, lo siamo in Italia formalmente da alcune organizzazioni cattoliche, come partito pedofilo. La cosa è così seria che uno dei tre motivi di imputazione per i quali si chiedeva la nostra espulsione dall'ONU... altra cosa, la notizia è pari a quella dell'uomo che morde il cane. È mai successo che un partito politico si trovasse ad essere espulso grazie a una campagna per sei mesi dall'ONU, con il Parlamento, il Presidente del Consiglio, atti formali, l'intervento su questo Presidente della Repubblica? Mobilitazione ufficiale all'ONU di 23 paesi contro 19 e nel frattempo assassinano - gli stessi che hanno chiesto e stavano tentando...-, assassinano Antonio Russo; nello stesso tempo, evidentemente, scompare la candidatura di Emma Bonino a governare 25 milioni di rifugiati. C'è un legame, e questo lo leggiamo sul Financial Times, lo leggiamo sul Wall Street Journal, lo leggiamo su molti giornali tedeschi, lo leggiamo sui giornali georgiani. Non una parola, né nostra né altrui.
Nel 1997 la Commissione riprese qualcosa che fu statuito per la prima volta dalla Commissione Sedati (che precedette la costituzione della Commissione di vigilanza) a proposito del risarcimento, ma non del risarcimento rispetto a una forza politica, risarcimento dinanzi al paese, che nel 1999 piuttosto che nel 1939 sceglie in presenza contraddittoria delle varie tesi possibili. Nel 1939 sceglievano alcuni, sono stati tolti dalla circolazione e basta: era il 99 per cento degli italiani che sceglieva quella cosa, ma era gran brava gente come oggi, nel modo più assoluto, non lo metto in dubbio: mancavano le esposizioni contraddittorie.
Allora, che voi parliate di Novi Ligure... Vediamo per esempio Santoro, e parlo di questi giorni: c'è l'onorevole Buttiglione, bene, rappresenta una parte politica, l'onorevole Cacciari anche, sicuramente non di storia scandalosamente radicale o no. L'eliminazione allora avviene su tutti i temi: intanto si eliminano i temi. Quando l'attualità li impone, si manipola la sostanza dei temi stessi. L'unica eccezione in febbraio, quando sono stato invitato da un comico a Satyricon. Non l'avevo mai visto però mi sono detto «perché no?». Credo che il comico fosse l'unico libero o che si credeva libero di invitare anche uno come me. Sono andato e ne è sorta una specie di scandalo. Se però leggete il testo, è assolutamente falso, non ho fatto il più lontano accenno al Pontefice, per esempio, ho fatto qualcosa di sorridente, a livello dello sberleffo. All'inizio, in una sala che poteva anche fischiarmi, ho detto «sulla pillola del giorno dopo vogliamo dedicare un applauso, a favore o no, al cardinale X? Sullo spinello, vogliamo fare...?». Bene, certamente era sorridente, direi che non era minimamente qualcosa di violento o di aggressivo. Sollevavo un problema del
Poco fa ho sentito il nostro relatore dire che acquisirete i dati, che rifletterete sui dati, per prendere poi le misure opportune. Scusatemi, voi avete la prova provata che da luglio di quest'anno si inaugura, su 10 programmi che noi individuiamo, un azzeramento totale all'interno di ogni testata e nell'assieme dei vari servizi. Noi non siamo apparsi mai una volta neppure di notte! Abbiamo esponenti di un partito che fa gli scioperi della fame che in questo periodo da solo va molto più sulle reti televisive di quanto non siamo andati in totale Bonino ed io nello stesso periodo. Sono cose consuete. Questo lo denunciamo, nel senso che denunciamo i dati a settembre, a ottobre: li avete, li registrate, li contestate e ci annunciate che ci avreste sentito più di quattro mesi e mezzo fa. Nel frattempo c'è la progressione: uno può pensare che la cosa viene denunciata, si cerca qualche alibi... no, la cosa è ancora... In questi ultimi giorni, su 167 interventi politici, abbiamo zero (prima avremmo avuto 2, 3 o 4). Poi c'è Satyricon che è al di fuori, quindi zero. Perché? Il disegno è chiaro: il nostro problema, ovviamente, è quello di essere - lo eravamo in tutti i sondaggi - una forza fra il 3 e il 4 per cento quando inizia questo trattamento.
Noi subito diciamo, i documenti li avete, si cerca di intervenire su questo. Accade quello che accade, ma a ottobre la cosa diventa ancora più evidente, si passa dalla nostra esclusione alla moltiplicazione degli spazi, nel senso che il nostro zero prima era su dieci e poi diventa su venti. Non solo, ma da dicembre abbiamo inaugurato un fatto che è «un fatto»: in un programma che ha un ascolto di 8 milioni e 700 mila persone, la sera, vengono presentati all'Italia i tre leader non polisti e non ulivisti, la terza forza: D'Antoni, che allora non aveva ancora costituito il suo movimento, Di Pietro e Bertinotti. Bonino no, eppure era chiaro, ufficiale, dichiarato che stavamo da soli. È emblematico. E da quel momento abbiamo finalmente un trattamento quasi equo con Di Pietro (lasciamo stare Bertinotti) e D'Antoni, quasi equo se lo si giudica rispetto alle altre forze politiche, rispetto a noi iniquo.
Il disegno qual è? Anche gli antagonisti vanno scelti. Ma negli ultimi dieci giorni si verifica una novità: siccome ci avviciniamo alla data, aumentano gli spazi dei non Polo o Ulivo, dei tre - Telecamere, tele su, tele giù, dappertutto! -, ma siccome cominciano ad esserci i problemi del 4 per cento anche per liste interne ai due poli, levitazione massima, rispetto ai DS e a Forza Italia, degli altri che hanno questo problema e a noi lo zero assoluto! Dicono che noi non abbiamo collaborato. Certo, noi abbiamo programmato dal 7 febbraio, annunciando da quando... a quando ci riceveva il Presidente della Repubblica (pensavamo che ci avrebbe ricevuti in quattro giorni, siamo passati a dieci) che noi non avremmo collaborato, pur ricordando che eravamo in Internet, quindi in audiovisivo e con Radio radicale costantemente a disposizione (si poteva essere ricavato). Ma noi non abbiamo annullato nessun invito in corso, nessun programma in corso.
Ma c'è un fatto, perché questa sta diventando un'abitudine. Noi siamo i perennemente invitati che non vanno loro: Vespa da questo punto di vista è favoloso, ha un elenco immenso e dice «li ho invitati e non sono venuti». Masochismo: siamo assetati di questo però non ci
Allora, chiedo al relatore e a voi: scusate, sappiamo che fra cinque o sei giorni arriveranno le nuove norme, le nuove situazioni e sappiamo quanto sarà difficile districarsi. Si arriverà con noi allo 0,8: il risultato è fatale, semplice, scientifico. E poi noi cominciamo a correre mentre per gli altri si è garantita un'informazione. Sappiamo poi qual è il problema: possiamo anche indignare l'opinione pubblica, ma il peggio che a noi può accadere è che abbiamo il 60, il 70 per cento indignati con noi e il 30 appassionatamente a favore. Ora, essendo una forza che per il momento deve assicurarsi almeno il 4 per cento - poi si discute per il resto - il problema è che molto spesso le cose si capovolgono e quindi non possiamo andare, è impossibile farci andare, perché noi parliamo della Chiesa, ma ne parliamo in termini ... la fede, concepire con amore anziché procreare come bestie, che è una cosa un po' diversa, come posizione, quella per la quale la maggioranza dei cattolici ha votato con noi sul divorzio e sull'aborto, e i sondaggi dicono che continuerebbero, perché ci riconoscono come antidivorzisti e antiabortisti, nel senso che siamo contrari a che questi flagelli continuino ad essere provocati da un diritto positivo sbagliato.
Come devo fare? Cosa dobbiamo fare? Io credo che il problema riguarda un risarcimento al paese, un risarcimento alla democrazia, alla Costituzione, non a noi. Certo, per carità. Ma voi credete che si possa fare come si fa? Se avvenisse a nostro favore, lo diremmo con maggior calore. Novi Ligure: immediatamente abbiamo un cardinale interpellato sul fatto, da quel momento sempre presenze di quella parte diciamo morale e culturale, in regime praticamente di monopolio, poi qualche spezzoncino di Crepet e qualche altra cosa. Nessuno che ponga... come è accaduto sul divorzio, sull'aborto, sui grandi problemi che hanno unito la nostra società e che unirebbero negli ascolti.
Noi come facciamo? Nel 1939 non eravamo presenti elettoralmente ma nel rispetto della legalità. Le cifre che vorrei pregare Capezzone di sintetizzarvi fra poco, le novità, sono la dimostrazione che il nostro paese si trova... Volete garantire? È un problema di urgenza. Voi sapete che la RAI quando non vuole, come nel 1997, non ha ottemperato. Si trattava di determinati temi ma non ha ottemperato. Volete essere Parlamento, siete il Parlamento? La legge vi dà degli incarichi, delle possibilità, delle direttive ed altro. Come dicevo 20 anni fa, se noi prendiamo una decisione, può anche attivare un altro potere dello Stato; se noi prendiamo atto di alcuni comportamenti, questi possono appartenere al diritto amministrativo e anche a quello penale, se no il problema è quello dell'irresponsabilità assoluta. Quindi noi siamo qui per chiedervi immediati risarcimenti alla Repubblica, immediati, statuiti risarcimenti adeguati ai cittadini italiani, alla democrazia italiana, ma parlo di democrazia come Stato di diritto: se ci fosse uno Stato non democratico, evidentemente questo argomento non lo userei, non è per passione ideologica. Mi auguro che voi prendiate subito delle decisioni e diciate che è un grande dibattito: cosa fare in questi casi? Spa
Ho sentito qualcuno dire: certo le forze di minoranza non sono trattate degnamente. Beh, va bene, stiamo parlando d'altro, mi pare un'offesa a questo punto. Il problema non è questo, il problema c'è: un gruppo di cittadini, che è anche di eletti, un partito fornisce questa documentazione. Non l'avete vista, non avete tratto alcuna conseguenza da questo conoscere per deliberare. Io mi auguro che voi vogliate, tenendo presente la «ragione sociale» - per cui c'è un Parlamento in uno Stato di diritto -, vogliate forse, come la Commissione Sedati nel 1975-1976, che non aveva i vostri poteri, decidere: forse si discuterà a questo punto della vostra Commissione, della sua funzione e del Parlamento come forza sovrana nell'ambito dei suoi doveri e dei suoi diritti. Altrimenti, continuiamo in una ritualità nella quale faremo le elezioni, poi ci chiamano, poi nel frattempo subentra altro, dovrete discutere la par condicio eccetera, l'autorità garante sarà o no in sintonia di tempi con voi... Lo sappiamo: alla coscienza di ogni parlamentare, ma anche di ogni cittadina o cittadino, alla vostra coscienza come reagire dinanzi ai fatti che abbiamo documentato.
Do la parola al dottor Capezzone.
Il 1o febbraio scorso abbiamo reso noto un dossier relativo al comportamento delle reti radiotelevisive pubbliche e private nei cinque mesi compresi tra il 1o settembre e il 20 gennaio di quest'anno. Otto giorni dopo, il 9 febbraio, abbiamo trasmesso questa documentazione al Presidente della Repubblica e a tutte le massime cariche dello Stato. Oggetto di quella documentazione erano le 10 principali trasmissioni di approfondimento politico, quelle in cui c'è la presenza, l'intervento diretto in video e in voce dei rappresentanti dei partiti: Il raggio verde, Porta a Porta, Il fatto di Biagi, Primo piano, Telecamere, il Costanzo Show, gli spazi del palinsesto notturno, Uno mattina, i programmi di RAI-Educational, Correva l'anno.
In quei cinque mesi, su 768 interventi diretti in video e in voce dei rappresentanti dei partiti i radicali ne hanno totalizzati 6: su quasi 70 ore di interventi diretti in video e in voce dei rappresentanti dei partiti, i radicali hanno usufruito di poco più di 42 minuti! Questa è la realtà che abbiamo documentato. Nei venti giorni successivi, cioè dal 21 gennaio al 10 febbraio, in quelle stesse trasmissioni abbiamo registrato 155 interventi in video e in voce dei rappresentanti dei partiti e un solo intervento radicale - è l'eccezione che conferma la regola! - ossia la presenza di Emma Bonino in una puntata della trasmissione di Santoro, il 26 gennaio, sul tema della mucca pazza. È una progressione che prosegue.
Nei venti giorni ancora successivi, ossia dall'11 febbraio alla fine del mese, si sono avuti 103 interventi dei rappresentanti dei partiti in quelle dieci trasmissioni, zero assoluto dei radicali; 11 ore e 37 minuti di interventi diretti in video e in voce dei rappresentanti dei partiti, zero per i radicali: l'unica presenza radicale in questa fase è estranea ed è la ricordata partecipazione di Pannella alla puntata di Satyricon.
C'è anche la realtà parallela all'azzeramento radicale che è la sovraesposizione di chi è indicato come antagonista ufficiale dei due poli maggiori: è sufficiente confrontare lo zero - con o senza virgola - dei radicali con le presenze di Rifondazione comunista in quelle dieci trasmissioni e in quei cinque mesi. Nella trasmissione Raggio Verde Rifondazione comunista è all'11 per cento, nel Costanzo Show è all'11,92 per cento, in Primo piano è al 6,83 per cento, nel palinsesto not
L'opera di promozione è stata estesa a D'Antoni e Di Pietro. Il solo D'Antoni, tra il 21 gennaio e il 10 febbraio, ha partecipato ben due volte alla trasmissione dal titolo Dalla cronaca, successivamente è stato a Il Fatto, a Porta a porta e a Primo piano, mentre Di Pietro, sempre nello stesso periodo, ha partecipato ad una rubrica del TG2 dal titolo Non solo soldi, a Satyricon e a Porta a porta. Bertinotti ha partecipato alle trasmissioni Costanzo Show, Il Fatto, Porta a porta, La vita in diretta e per due volte a Sereno variabile (fermi restando i dati straordinari di presenza al Costanzo Show e al palinsesto notturno).
Negli ultimi venti giorni, dall'11 febbraio alla fine del mese, D'Antoni ha partecipato a Telecamere, Porta a porta e a quattro trasmissioni del palinsesto notturno della RAI; Di Pietro ha partecipato ad uno speciale relativo alla morte della contessa Agusta, poi a Porta a porta e a Telecamere, mentre Bertinotti ha partecipato a Telecamere, Parlamento in e TMC Reporter, anche con una sensibile crescita degli spazi assicurati, al di là dei tre antagonisti ufficiali, alle forze cosiddette minori dei due poli impegnate nel superamento della soglia del 4 per cento.
Vorrei sottolineare un altro dato da noi definito effetto Ciampi. Questa documentazione è stata sottoposta all'attenzione del Presidente della Repubblica il 9 febbraio: cosa è accaduto in quelle dieci trasmissioni dal momento in cui la documentazione è stata data al Capo dello Stato fino alla fine del mese? In quelle dieci trasmissioni si sono avuti 164 interventi in video e in voce dei rappresentanti dei partiti, mentre noi siamo allo zero assoluto! Questo è l'effetto dell'aver fornito la documentazione al Capo dello Stato e alla Commissione di vigilanza.
Questa stessa curva vale anche per i telegiornali. Abbiamo avuto dati estremamente bassi per tutto il semestre, negli ultimi due mesi lo zero si fa sempre più zero e la virgola viene meno; dal 1o gennaio, a seguito delle nostre denunce e con l'apertura della vera e propria campagna elettorale, la tendenza si è accresciuta. Questo vale sia per le trasmissioni di approfondimento, sia per i telegiornali. A me resta solo da dire che in queste settimane si è verificato un fatto estremamente grave: il presidente della RAI,
Più volte è stato evocato il mitico criterio dei tre terzi: non si capisce quale legge, quale regolamento, quale direttiva della vigilanza autorizzi la RAI a muoversi in base a quel criterio, abbandonato dalla stessa Francia che l'aveva introdotto; a maggior ragione, all'interno di quel criterio, non si capisce in base a quale regola nel terzo delle opposizioni siano cumulati Polo, Rifondazione e Radicali in un mucchio indistinto. Già queste osservazioni basterebbero per coprire di ridicolo i dossier forniti da altri.
Ho fatto delle ricerche sull'Osservatorio di Pavia e ho preso in considerazione i dati RAI da cui risulta che nei momenti di informazione e comunicazione politica, in cui vi sono presenze in video e in voce di leader politici, i tempi sono più elevati rispetto ai 42 minuti segnalati.
La disciplina scatta fra sette o otto giorni? La Commissione Sedati ingiunse alla RAI TV di Bernabei, in prima serata, quando allora vi era una rete... Ci fu un timida riparazione dal valore emblematico.
In tutti i trattati di semiologia, anche applicati alla comunicazione politica, queste cose sono segnalate come fenomeni importanti. E adesso? Francamente, siamo un po' terrorizzati.
Quando c'è stata la campagna per Emma for president e per i venti referendum, che iniziò il 20 aprile, per la prima volta Emma Bonino fu invitata il 22 maggio a Porta a Porta, e sa su che tema? Sulla donna nella civiltà Maya! Non un secondo sulla presidenza della Repubblica, mentre Marini andò in televisione sette volte, e gli altri tutti quanti.
E quei voti, senatore Novi, non li abbiamo avuti con gli spot, perché erano sì efficacissimi ma gli orari erano quelli che erano (abbiamo i dati di ascolto di quelle fasce orarie). Allora facemmo funzionare un disservizio pubblico come servizio. Abbiamo speso qualcosa come 22 miliardi per tre mailing a 35 milioni di famiglie italiane e siamo riusciti a garantirci che arrivassero. I sondaggi le diranno che prima del terzo invio eravamo, secondo l'Abacus, al 5 per cento il giovedì... Ma allora - questo lo sottolineo - è stata un'illusione...Siamo penetrati perché abbiamo comprato vendendo. Adesso non potremo farlo, e questo si sa.
Credo che tra i suoi poteri la Commissione abbia indubbiamente quello di indirizzo, non essendo solo di vigilanza, ma poiché siamo ormai alla nostra ultima riunione, stante l'imminenza del periodo elettorale, credo che in questo caso occorra una certa cautela, considerato che a questo punto è disponibile solo qualche giorno. Del resto, ciò che accadrà nel successivo periodo, sarà regolato dalla comunicazione, che è assai poco discrezionale da parte sia del servizio pubblico, sia degli altri. La comunicazione è un meccanismo orrendamente complicato, ma alla fine i conti vengono comunque pareggiati, anche se con qualche scarsa equità per quanto riguarda poi le possibilità reali di ascolto. In qualche modo è in questo la discrezionalità.
Un problema reale è come arrivare, in questa fase, a distaccarsi da uno zero che - esprimo una mia opinione, non quella della Commissione - fa effettivamente pensare ad una situazione per certi aspetti anormale. Da questo punto di vista, quindi, ritengo che la Commissione abbia il compito di pronunciarsi in merito. Tenuto conto che il nostro potere è quello di indirizzo, credo che debba essere stabilito in qualcosa di positivo, cioè di affermativo, in una qualche indicazione che sia effettivamente concreta, che sarà a discrezione della Commissione valutare. Il problema è che è praticamente impossibile considerare l'entità, cioè, mentre da un lato ritengo che effettivamente vi è stato un eccesso di censura o di mancata visibilità, dall'altro ritengo, per quanto riguarda la quantità, che qualche valutazione con il relatore sarà opportuna, sia per l'esiguità dei tempi, sia per quanto riguarda l'avviarsi alle elezioni vere e proprie. Vorrei che fosse chiaro questo punto, perché il problema è serio e concreto.
Per quanto riguarda trasmissioni quali Satyricon, è vero che per Pannella è stata una felice occasione, perché almeno ha trovato uno spazio, ma mi chiedo che razza di utilità abbiano, per il dibattito politico generale, presenze di questo genere (naturalmente non mi riferisco alla sua apparizione, onorevole Pannella). Se vogliamo, Satyricon ha anche un legame con l'attualità, con la quale la satira è necessariamente legata, ma è nei programmi di intrattenimento che vedo presenze politiche francamente insostenibili sul piano della giustificazione. Pertanto vorrei capire perché ciò non avvenga nelle trasmissioni di confronto politico, che sono quelle in cui davvero il confronto di idee dovrebbe avere un suo spazio. Bisogna anche aggiungere che, dal momento in
Ritengo che questo sia sicuramente fattibile. Altra cosa sono i telegiornali per i quali ci si può rivolgere al direttore responsabile, che decide quale notizia mandare in onda. Certo, nel caso dell'espulsione dall'ONU vi è stata una reazione opaca rispetto a quella della stampa internazionale, il che francamente è censurabile ma non risarcibile - se posso usare quest'espressione - perché l'attualità tale è. I dati ci sono stati forniti, abbiamo una valutazione complessiva e credo che la Commissione non si sottrarrà ad uno dei compiti che le sono stati assegnati, cioè quello della vigilanza e dell'indirizzo.
Nel ringraziare l'onorevole Pannella e il dottor Capezzone, dichiaro conclusa l'audizione.