Commissione parlamentare per l'infanzia - Resoconto di mercoledì 8 novembre 2000


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Mercoledì 8 novembre 2000. - Presidenza del Presidente Mariella CAVANNA SCIREA. - Interviene il Sottosegretario di Stato per la giustizia Rocco Maggi.

La seduta comincia alle 14.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

Il deputato Mariella CAVANNA SCIREA, presidente, avverte che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).

Esame delle risoluzioni: 7-00990 Cavanna Scirea ed altri: iniziative in materia di pedofilia; 7-00029 Montagnino ed altri: iniziative in materia di pedofilia.
(Esame congiunto e rinvio).

Il deputato Mariella CAVANNA SCIREA, presidente, ricorda che prosegue oggi l'esame delle risoluzioni in materia di pedofilia: la risoluzione a sua firma e quella a firma del senatore Montagnino riassumono infatti le precedenti risoluzioni che erano state presentate, al fine di poter votare un identico atto di indirizzo in materia di pedofilia.

La senatrice Francesca SCOPELLITI (FI), illustrando il complesso degli emendamenti a sua firma, fa presente l'opportunità di evitare espressioni ridondanti che mal si addicono ad un argomento come quello della pedofilia, che necessita di un linguaggio essenziale.
Per questa ragione ha proposto ad esempio di riferirsi al fenomeno della pedofilia nelle sue dimensioni sempre più «estese» anziché «drammatiche», ha ritenuto di dover evitare, quanto al punto 3 della parte premettiva, l'elencazione specifica degli atti e delle iniziative europee ed internazionali. Proprio rispondendo alle esigenze di fornire una lettura più immediata della risoluzione, ha proposto la soppressione del punto 5 della parte premettiva, in quanto è superfluo affermare che esiste una legge ma che essa ha dei limiti, mentre il richiamo alle inchieste di Torre Annunziata è inopportuno: per questo ha chiesto la soppressione anche del punto 6 della parte premettiva. Ritiene poi che sia opportuna una nuova formulazione dei punti 7 e 8, ove ad esempio appare inadeguata la parola «turpe».
Quanto al punto 9 della parte premettiva, ritiene che si debba approfondire l'esistenza di una seria inchiesta condotta


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da esperti di psichiatria in merito alla facilità con cui un minore che si collega in rete senza l'assistenza dei genitori possa subire tentativi di adescamento.
Quanto alla parte dispositiva, ritiene che non sia realistico prevedere la data del 31 dicembre 2000 per la presentazione del Piano di azioni applicative delle decisioni del Parlamento europeo e del Consiglio Gai: ha quindi proposto la data del 31 marzo 2001.
Ritiene altresì che incoraggiare segnalazioni alle autorità preposte da parte di utenti privati ingeneri solo confusione: per questo ritiene opportuno sopprimere il primo capoverso della lettera a) della parte dispositiva.
Considera inoltre inopportuna la lettera b) della parte dispositiva che istituisce una ennesima task force; da sopprimere anche il punto c) che, nel riferirsi ad una sentenza della Cassazione, pone il legislatore in una funzione che non gli è propria.
Quanto al punto d) della parte dispositiva, fa presente che la Commissione Giustizia del Senato ha al suo esame un disegno di legge in merito all'obbligo per tutti i provider di adottare un codice deontologico.
Rispetto alle lettere e) e j) della parte dispositiva, si è limitata, con due appositi emendamenti, a proporne una riformulazione.

Il deputato Anna Maria SERAFINI (DS-U) osserva che è necessario distinguere tra pedofilia e sfruttamento sessuale dei minori, in quanto ci può essere pedofilia senza fini di lucro e sfruttamento sessuale dei minori senza pedofilia. Questo è stato il filo conduttore che ha portato all'approvazione della legge n. 269 del 1998 e della legge n. 66 del 1996, sulla violenza sessuale. Proprio in questa legge è stato ribadito, dopo un dibattito molto sofferto, il principio della violenza presunta, ovvero dell'esistenza sempre e comunque di una forma di violenza nel rapporto sessuale tra adulti e minori: se allora si vuole davvero affrontare il problema della pedofilia nella sua complessità ed interezza si dovrebbe analizzare con attenzione anche la legge sulla violenza sessuale, della quale invece non si parla affatto nelle risoluzioni in titolo, constatando quali parti debbano eventualmente essere migliorate o applicate con maggior attenzione.
È quindi importante considerare l'insieme delle leggi per coglierne il filo conduttore, che è sempre stato la salvaguardia dell'interesse superiore dei minori: la legge n. 269, ad esempio, reca norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori quali nuove forme di riduzione in schiavitù, volendo così intervenire in modo particolare a spezzare quel rapporto tra domanda ed offerta in materia di pedopornografia. Il turismo sessuale, la pornografia e la prostituzione minorile sono state infatti considerate nuove fattispecie di reato le cui pene sono inferiori soltanto al reato di omicidio; la legge n 269, inoltre, colloca la libertà dei minori a livello più elevato, considerando i reati contro di essi come reati di riduzione in schiavitù. Con questa legge si è inoltre voluto distinguere tra organizzatori di commercio pedopornografico e fruitori di pedofilia, affermando la sussistenza di un reato per le fattispecie legate all'abuso sessuale a scopo di lucro: i fruitori del turismo sessuale, della pornografia e della prostituzione minorile sono quindi da considerarsi complici del reato stesso.
Ritiene comunque che il dibattito se la legislazione italiana sia di retroguardia o di avanguardia non sia efficace, mentre è senz'altro vero che si è all'inizio della consapevolezza e della presa di conoscenza del fenomeno dello sfruttamento sessuale dei minori e che a tale riguardo si debba pensare non solo a misure di contrasto, ma soprattutto a misure di prevenzione.

Il senatore Piero PELLICINI (AN) nel condividere le osservazioni svolte dalla collega Scopelliti in merito all'opportunità di migliorare il testo, eliminando dichiarazioni ultronee, concorda sull'osservazione


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dell'onorevole Serafini in base alla quale è necessario distinguere nettamente tra chi commercia e sfrutta sessualmente i minori e chi invece è fruitore di tale sfruttamento. A tale riguardo, nel ricordare anche quanto affermato dal Ministro Veronesi in occasione dell'audizione svolta dinanzi alla Commissione, osserva che i pedofili spesso reiterano i loro comportamenti: sotto il profilo dell'azione di contrasto ritiene pertanto necessario inserire una legislazione che ponga al centro della tutela la posizione delle vittime nel senso di porre chi sia stato condannato per reati di pedofilia dinanzi all'alternativa di restare in carcere o di farsi obbligatoriamente curare.
Ritiene inoltre che le segnalazioni da parte di utenti privati alle autorità di polizia non debbano essere considerate una forma di delazione bensì un vero e proprio obbligo morale: ritiene quindi che il punto a) della parte dispositiva della risoluzione debba essere mantenuto.

Il deputato Mariella CAVANNA SCIREA, presidente, nel raccogliere tutte le osservazioni che sono state svolte, ritiene che siano emersi ulteriori elementi da prendere in considerazione ai fini dell'approvazione delle risoluzioni in titolo: se non vi sono obiezioni, propone quindi di spostare il termine per la presentazione degli emendamenti a lunedì 13 novembre p.v.

La Commissione concorda.

La seduta termina alle 15.