Martedì 8 aprile 1997. - Presidenza del Presidente DEL TURCO indi del Vicepresidente VENDOLA.
La seduta inizia alle 10,15.
Il PRESIDENTE comunica, ai sensi dell'articolo 8 del Regolamento interno, che l'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi ha predisposto il calendario dei lavori della Commissione per la corrente e per la prossima settimana:
Il Presidente esprime l'auspicio che il Comitato ristretto che ha l'incarico di redigere il documento sulla funzionalità degli uffici giudiziari, coordinato dal deputato Scozzari, possa presentare, al termine dell'audizione del dottor Pansa, la relazione da sottoporre all'approvazione della Commissione.
Il Presidente comunica altresì che l'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi ha concordato sulla necessità di pervenire alla redazione, avvalendosi della collaborazione di alcuni consulenti della Commissione, di relazioni sull'impiego delle forze dell'ordine sul territorio e sul fenomeno del riciclaggio dei capitali provenienti da attività illecite.
Il Presidente avverte inoltre che l'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi ha deciso di affidare all'Ufficio di Presidenza il compito di formulare una proposta complessiva sulle collaborazioni, da definire ai sensi dell'articolo 6 della legge n.509 del 1o ottobre 1996, nonché su talune questioni procedurali che al riguardo si sono di recente poste. Tale proposta sarà discussa dall'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentati
dei Gruppi e successivamente comunicata alla Commissione.
Il Presidente illustra infine talune proposte di coordinamento delle norme del Regolamento interno, che, senza discussione, sono approvate dalla Commissione.
Audizione del direttore del servizio centrale di protezione della Polizia di Stato, Alessandro Pansa.
Il PRESIDENTE, osservato che con l'audizione odierna la Commissione avvia un percorso conoscitivo che dovrà concludersi, dopo successive acquisizioni, con la redazione di una apposita relazione da presentare al Parlamento, invita il dottor Pansa ad illustrare il fenomeno delle cosiddette altre mafie.
Il dottor PANSA, premesso che il tema da trattare è riferito alle altre mafie, nuove rispetto a quelle tradizionali già da tempo conosciute sul territorio nazionale, rileva preliminarmente che i fenomeni più eclatanti riguardano l'Albania, la Russia, nonchè la criminalità organizzata cinese e turca.
mafia russa, successivamente al tentato golpe del 1991, si è diffusa in tutto il sistema economico della Comunità degli Stati indipendenti e ha gestito la riorganizzazione, attraverso i processi di privatizzazione e il controllo degli istituti bancari, della Russia, partecipando direttamente alle stesse attività legali. Lo sviluppo della ricchezza della mafia russa è collegato all'espansione del mercato degli stupefacenti - solo in Russia si segnalano 5 milioni di tossicodipendenti - e alla capacità di produzione delle droghe sintetiche. Particolarmente importante appare altresì il traffico di armi, gestito dalla mafia russa che utilizza intermediari legali, sfruttando la flessione del mercato legale di armi - non va dimenticato che l'Unione Sovietica era un importante esportatore di armi - e creando un fiorente mercato illegale. Può sostenersi, insomma, che la criminalità organizzata gestisce il traffico di armi dopo essersi sostituita allo Stato.
Intervengono quindi a porre domande il senatore NOVI, che si chiede come sia possibile contrapporsi, rimanendo ancorati ad una dimensione territoriale, a una internazionale mafiosa che nasce dalla riconversione di intere nomenclature dei paesi dell'Europa dell'Est e che controlla un enorme flusso di capitali in grado di invadere e di inquinare intere economie, e il senatore PARDINI che domanda se vi siano strumenti di ausilio a disposizione delle aziende italiane che investono in Russia e che sono dunque esposte a contatti, anche involontari, con la criminalità organizzata in quel paese.
La senatrice DE ZULUETA sollecita informazioni in ordine alla adeguatezza degli strumenti di collaborazione disponibili, con particolare riferimento allo scacchiere balcanico, e sulle valutazioni che si compiono, a livello europeo, dei rischi del nuovo canale adriatico percorso dalla criminalità, nonchè sulla crescente importanza della criminalità russa.
Il senatore DIANA chiede se siano riscontrabili interconnessioni tra le mafie indicate dal dottor Pansa, in particolare quella russa e nigeriana, e la criminalità italiana e se vi siano nuovi strumenti di prevenzione e di contrasto da creare e attivare.
Il dottor PANSA, premesso che le risposte che fornirà alla Commissione devono necessariamente ricollegarsi alle sue competenze di investigatore, fa in primo luogo presente che lo strumento principale di contrasto, rispetto alle manifestazioni criminali, è la conoscenza e, in tal senso, sono state avviate iniziative bilaterali e multilaterali aventi ad oggetto la mafia russa, quella cinese nonchè la criminalità organizzata africana, con particolare riferimento al traffico di stupefacenti. Alla fase della conoscenza e della ricognizione dei fenomeni è seguita la scelta generalizzata della cooperazione bilaterale e multilaterale - si pensi ad Europol e Schengen - che è fondamentale nella lotta alla criminalità. Riferendosi alla condizione degli operatori commerciali italiani in Russia, osserva che essi svolgono un'attività ad alto rischio, essendo affidata alla loro capacità di discernimento la valutazione dei rapporti che realizzano in Russia.
Il deputato VENDOLA sollecita informazioni in ordine alla struttura della mafia albanese e chiede se i tratti della mafia turca non siano solo criminali, ma possano assimilarsi alle caratteristiche, illustrate dal dottor Pansa, della mafia russa che è definibile come mafia di sistema, contigua e, per molti aspetti, integrata nell'organizzazione dello Stato.
Dopo che il senatore CURTO ha chiesto come si sviluppi il circuito del riciclaggio di capitali provenienti da attività illecite tra l'Italia e l'Albania, quali ne siano le dimensioni e secondo quali criteri debba essere affrontato il fenomeno, sempre più rilevante, della immigrazione clandestina, il senatore MISSERVILLE domanda al dottor Pansa se siano stati realizzati progressi in merito al controllo dei nomadi e se sia a conoscenza che, da parte di questo gruppo etnico, è realizzata una imponente attività usuraria, agevolata dalla difficoltà delle identificazioni da parte dell'autorità di Polizia.
Il senatore FIGURELLI domanda se emergano interdipendenze e scambi nelle attività illecite tra le criminalità italiana e russa e se possano identificarsi rapporti di collaborazione nelle operazioni finanziarie e bancarie. Chiede altresì quali strumenti
innovativi possano immaginarsi - ad esempio in tema di segreto bancario - al fine di migliorare l'azione di contrasto nei confronti della criminalità organizzata.
Infine il deputato LUMIA sollecita notizie in merito alla evoluzione dei rapporti tra Cosa nostra americana e la mafia siciliana.
Il dottor PANSA, chiarito in primo luogo che la connotazione ideologica della criminalità organizzata turca ne ha determinato l'intenso collegamento con le istituzioni statuali, dichiara tuttavia che oggi non vi è prova di una collusione istituzionale del tipo di quella rilevata a proposito della mafia russa. Dopo aver fatto presente che non è possibile compiere una stima attendibile delle dimensioni quantitative del fenomeno del riciclaggio di capitali provenienti da attività illecite tra l'Italia e l'Albania, osserva come il flusso si muova dall'Italia verso l'Albania ed è particolarmente alimentato dai guadagni nel settore della prostituzione.
Rispondendo, infine, a un quesito posto dal senatore ROBOL, il dottor PANSA precisa che il recente arresto di un esponente dalla mafia russa a Madonna di Campiglio non ha alcun rapporto con attività illecite localmente condotte.
Il PRESIDENTE, dopo aver ringraziato il dottor Pansa dell'apporto assicurato ai lavori della Commissione, dichiara conclusa l'audizione.
martedì 8 aprile 1997, alle ore 9,30, I. comunicazioni del Presidente; II. audizione del direttore del Servizio centrale operativo della polizia di Stato, dottor Alessandro Pansa; III. discussione della relazione sulla funzionalità degli uffici giudiziari;
venerdì 11 aprile 1997, ore 9, I. audizione del Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura, prefetto Luigi Rossi; II audizione del Presidente del Comitato del fondo di solidarietà per le vittime delle estorsioni, avvocato Lorenzo Pallesi;
martedì 15 aprile 1997, ore 10, audizione del Ministro della pubblica istruzione, onorevole Luigi Berlinguer;
venerdì 18 aprile 1997, ore 11,30, audizione del Ministro dell'interno Giorgio Napolitano.
La criminalità albanese la cui conoscenza, allo stato embrionale, risale a prima dei moti che hanno determinato la perdita del controllo del territorio da parte dello Stato albanese, si è sviluppata approfittando della evoluzione verso il libero mercato e, insieme, di un sistema repressivo inefficiente. La criminalità albanese privilegia il settore della prostituzione, nel quale, con l'uso di metodi particolarmente violenti, è riuscita ad egemonizzare vaste zone del territorio italiano, e si dedica, altresì, al traffico degli stupefacenti e delle sigarette. Le linee del traffico di stupefacenti si spostano dalla rotta balcanica alla rotta baltica e a quella albanese in Adriatico. Attraverso la Romania, la Macedonia e poi l'Albania, l'eroina giunge alle coste adriatiche e da lì prosegue verso i paesi dell'Europa occidentale. Alcuni dati investigativi indicano che si sta cercando di realizzare un'attività di trasformazione degli stupefacenti in Albania dove si sta anche sperimentando la coltivazione della pianta di coca sugli altipiani.
Il dottor Pansa tratteggia quindi le caratteristiche della mafia colombiana, strutturata in Cartelli, che usa l'Italia prevalentemente come sede di riciclaggio dei capitali, essendo il mercato principale il Nord America. I Cartelli colombiani che controllano il traffico degli stupefacenti hanno una moderna, avanzata organizzazione e sono in possesso di strumenti di gestione del traffico illecito particolarmente sofisticati. Si appoggiano a gruppi criminali che forniscono servizi ma che sono esterni all'organizzazione. Il circuito del riciclaggio, amministrato in modo imprenditoriale, di gran lunga superiore a quello delle organizzazioni italiane, si avvale delle case de cambio e, al di fuori della Colombia, delle casse di giro che gestiscono gli accantonamenti delle somme incassate dai narcotrafficanti, in particolare per la vendita della cocaina negli Stati Uniti. Oggi - fa presente il dottor Pansa - i Cartelli colombiani hanno diversificato il mercato privilegiando, in Europa, il traffico della cocaina e, negli Stati Uniti quello dell'eroina, sulla base dei mutamenti del valore della merce prodotta. La mafia colombiana è organizzata secondo settori di attività, rigidamente compartimentati allo scopo di ostacolare la penetrazione investigativa nell'organizzazione, con il vertice separato dai settori operativi. In particolare è il settore della comunicazione che gestisce la volontà del vertice e coordina il flusso di direttive fra i vari comparti. L'enorme giro d'affari legato al narcotraffico ha determinato una sopravvalutazione della moneta colombiana, con effetto inquinante nell'economia di quel paese.
Il dottor Pansa si sofferma quindi ad analizzare le caratteristiche della mafia russa, la cui presenza è preoccupante sia in Europa - ed oggi anche in Italia - che nel Nord America. La
Risulta, da stime delle stesse autorità russe, che la mafia in quel paese controlla le strutture commerciali, i complessi industriali attraverso i programmi di privatizzazione, realizzati senza tutela, e il 60 per cento del settore del credito. Alle dimensioni economiche delle attività criminali - è stimato che il 40 per cento del denaro in Russia sia frutto di attività illecite - corrisponde un vasto mondo di criminalità, che utilizza 3 milioni di fiancheggiatori, strutturato su tre livelli: bande dedite ad attività microcriminali, brigate che controllano il primo livello e i cosiddetti «ladri nella legge» la cui attività illecita si confonde con le attività legali e con la stessa organizzazione statuale. La mafia russa si arricchisce prevalentemente controllando il commercio del petrolio in un mercato caratterizzato dalla caduta della domanda interna, per effetto dell'allineamento ai prezzi mondiali, e dal conseguente aumento delle esportazioni. Secondo gli analisti internazionali, la criminalità organizzata russa gestirebbe il 67 per cento delle esportazioni di petrolio e - nota il dottor Pansa - si è accertato, in Italia, a seguito di una operazione investigativa conclusa nello scorso mese di marzo, che la presenza di esponenti mafiosi russi - la cui attività è peraltro sanzionabile ricorrendo all'articolo 416-bis - è legata al commercio dei prodotti petroliferi.
Il dottor Pansa fa quindi presente che è attiva, in Italia, una criminalità cinese che opera nei settori dell'immigrazione clandestina, della falsificazione dei documenti, dei sequestri di persona a scopo di estorsione, del commercio abusivo e del traffico di stupefacenti. Non è ancora emerso, a livello investigativo, un collegamento tra tali gruppi criminali e la Triade, la tradizionale mafia di origine cinese oggi particolarmente attiva ad Hong Kong.
Ricordati quindi i contatti tra la mafia turca, presente nell'Italia settentrionale, con la 'ndrangheta calabrese, il dottor Pansa accenna alle attività poste in essere dalla criminalità organizzata in taluni paesi dell'Europa dell'Est - Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania e Bulgaria - operante nella produzione e nella distribuzione delle droghe sintetiche e nel traffico delle auto rubate. Infine il dottor Pansa segnala il ruolo sempre più attivo della Nigeria nel traffico internazionale degli stupefacenti, anche per i collegamenti con l'Italia e, più in generale, con i paesi della Comunità europea.
Il dottor Pansa rileva quindi che la rotta adriatica rappresenta certamente un nuovo fronte nella lotta alla criminalità che oggi si affronta in modo coordinato, con particolare attenzione alla legislazione interna dei paesi interessati.
Dopo aver assicurato che non risulta alcun collegamento tra la criminalità organizzata italiana e la mafia russa, mentre sono accertati i rapporti, già illustrati, con i Cartelli colombiani, il dottor Pansa fa presente che esistono certamente legami rilevanti con la mafia turca e che non sono disponibili informazioni certe sui collegamenti con la criminalità cinese. In linea generale va peraltro osservato che la presenza di una forte criminalità organizzata italiana induce a ritenere inevitabili i rapporti, anche di carattere conflittuale, con le varie forme di criminalità di origine esterna. Ricordato che la criminalità organizzata italiana non controlla l'intero territorio e che dunque sono possibili attività che presuppongono quel controllo, quali il racket della prostituzione da parte degli albanesi, il dottor Pansa ribadisce che la Nigeria ha un ruolo di rilevante importanza nel traffico degli stupefacenti che coinvolge anche l'Italia.
Ricordato che è stata segnalata la presenza di criminali italiani in Albania, ma in modo più rilevante in Montenegro e nella ex Jugoslavia, il dottor Pansa dichiara di aver svolto attività investigativa su singoli reati commessi da nomadi, ma di non avere dati in merito all'attività usuraria, segnalata dal senatore Misserville.
Con riferimento ai quesiti posti dal senatore Figurelli, il dottor Pansa fa presente che possono escludersi rapporti di scambio tra la criminalità organizzata italiana e quella albanese, mentre sussiste un rapporto operativo, peraltro già indicato, tra la criminalità organizzata italiana e quella colombiana. Al riguardo, ribadisce che le case de cambio colombiane hanno certamente rapporti con gli operatori finanziari e commerciali italiani. Dopo aver rilevato che è difficile ipotizzare, per l'instabilità e le difficoltà intrinseche al mercato russo, un impegno di capitali illeciti italiani, sostiene la necessità che siano previste sanzioni, a livello internazionale, per quei paesi che non rispettano le regole, normalmente accettate, in tema di riciclaggio. Inoltre, pur non disponendo di notizie aggiornate al riguardo, fa presente che la componente siciliana oggi svolge un ruolo secondario nell'ambito di Cosa nostra americana.