Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari - Resoconto di marted́ 11 marzo 1997


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Martedì 11 marzo 1997. - Presidenza del Presidente DEL TURCO indi del Vicepresidente VENDOLA.

La seduta comincia alle 9,15.

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE

Il PRESIDENTE avverte che l'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi ha approvato il programma del sopralluogo che si terrà in Calabria dal 17 al 19 marzo prossimi. Comunica altresì di aver predisposto, su mandato dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi, il programma e la composizione della delegazione per il sopralluogo ad Agrigento che avrà luogo il 20 marzo prossimo.

AUDIZIONE DEL VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, PROFESSOR CARLO FEDERICO GROSSO, E DEI CONSIGLIERI DOTTOR SERGIO LARI, DOTTOR LIBERTINO ALBERTO RUSSO E DOTTOR CLAUDIO CASTELLI

Il presidente DEL TURCO ringrazia per la partecipazione all'audizione il professor Carlo Federico Grosso, Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, il dottor Sergio Lari, Presidente della Commissione per i problemi posti all'amministrazione della giustizia dalla criminalità organizzata, il dottor Libertino Alberto Russo, Presidente della Commissione per i trasferimenti e il dottor Claudio Castelli, Presidente della Commissione per l'organizzazione degli uffici giudiziari.

Il vicepresidente GROSSO, dopo aver premesso che - in accordo con la Presidenza della Commissione - è sua intenzione focalizzare l'attenzione anzitutto sul problema degli organici nelle sedi maggiormente impegnate nel contrasto alla criminalità organizzata, porta a conoscenza della Commissione il fatto che, mentre in Campania e in Puglia il tasso di mancata copertura degli organici oscilla intorno al 13 per cento - che è la media nazionale - in Sicilia esso è di circa il 17 per cento e in Calabria del 21 per cento, con punte di enorme rilevanza e gravità in alcune specifiche realtà locali particolarmente a rischio. Si sofferma quindi in particolare sul problema della copertura dei posti presso le Corti di appello per le quali il Consiglio superiore della magistratura possiede strumenti molto limitati dal momento che, presso queste giurisdizioni superiori, non è possibile l'inserimento di fatto coattivo degli uditori giudiziari. Sottolineato quindi che il Consiglio superiore della magistratura appare non favorevole ad assunzioni straordinarie di magistrati


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con modalità diverse dal concorso poichè ciò rischierebbe di abbassare il livello di qualificazione professionale, fa presente che purtroppo le stesse commissioni di concorso non riescono a selezionare un numero di candidati pari al numero dei posti banditi (negli ultimi tempi 600 all'anno) poichè le università non sembrano in grado di fornire un gettito adeguato di neolaureati di sufficiente livello. Afferma comunque che rimedi alternativi, o comunque concorrenti per far fronte alla carenza degli organici, debbono essere visti in provvedimenti legislativi quali l'istituzione dell'ufficio del giudice unico di primo grado o la revisione delle piante organiche, da effettuarsi non solo in base al numeri dei processi pendenti, o al bacino di utenza, ma anche in base alla qualità dei procedimenti giudiziari.
Riguardo poi al tema essenziale della copertura delle vacanze nelle sedi maggiormente a rischio, il Consiglio superiore della magistratura ritiene che debba essere approntata una seria ed efficace politica degli incentivi dal momento che è fuori discussione incidere sulla prerogativa costituzionalmente garantita dalla inamovibilità.
L'unico strumento efficace e massicciamente utilizzato - prosegue l'oratore - a disposizione del Consiglio superiore della magistratura per coprire i posti vacanti nelle sedi disagiate è quello di inviarvi la grande maggioranza degli uditori giudiziari al primo servizio, per almeno due anni, ma, a parte i risultati parzialmente positivi di un piccolo incentivo a livello di punteggi recentemente introdotto, questo meccanismo provoca normalmente un turn over continuo dei magistrati addetti, certamente non positivo per il funzionamento di questi uffici giudiziari. Dopo aver quindi riferito anche sui risultati quasi nulli o comunque insufficienti dell'utilizzo da parte del Consiglio superiore della magistratura sia dell'istituto del trasferimento d'ufficio (previsto per legge) che dell'istituto del cosiddetto trasferimento d'ufficio previa disponibilità (elaborato nella prassi), sottolinea con forza l'esigenza di un intervento legislativo ad hoc che dia inizio ad una seria politica degli incentivi, non tanto riguardanti la carriera o lo stipendio, ma centrati sull'adeguamento e la revisione dell'istituto dell'indennità di missione. Sarebbe inoltre fondamentale provvedere ad incentivi riguardanti il reperimento degli alloggi, la garanzia di alcuni trasferimenti gratuiti per ricongiungersi con i propri familiari e l'attribuzione di punteggi aggiuntivi ai fini del primo trasferimento successivo. Il vicepresidente Grosso sostiene infatti che vi sono molti magistrati disposti a rischiare di persona e a recarsi nelle sedi disagiate in nome del loro alto senso dello Stato, ma sottolinea come non sia possibile pretendere che quanti coraggiosamente affrontano le situazioni più difficili subiscano anche un danno economico, dal momento che, verosimilmente, sarebbero costretti a non trasferire anche la propria famiglia nelle sedi a rischio.
Dopo aver successivamente auspicato l'introduzione per legge di una forma di preselezione in grado di snellire i concorsi per la magistratura, che attualmente durano mediamente due anni, conclude sostenendo che occorre valutare, per l'accesso alla carriera, non soltanto la preparazione giuridica, ma anche altre doti quali l'equilibrio psicologico e la capacità di affrontare adeguatamente alcuni delicati processi: per questi motivi richiama brevemente l'attenzione sul problema della preparazione e dell'aggiornamento dei magistrati e conseguentemente sul problema dell'apertura di una Scuola della magistratura.

Prende quindi la parola il senatore FIRRARELLO che, dopo aver ricordato alcuni dati sconfortanti sulla percentuale dei reati impuniti e sulla effettiva permanenza in carcere anche dei criminali più pericolosi, sostiene che occorrerebbe studiare meglio la distribuzione sul territorio delle forze dell'ordine e dei giudici, dal momento che molti magistrati siciliani sarebbero lieti di rimanere in Sicilia qualora ricevessero in questa regione la loro prima assegnazione. Rilevato poi che potrebbe essere positivo regionalizzare i


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concorsi per la magistratura prevedendo contemporaneamente un obbligo minimo di permanenza nella sede, afferma che lo Stato è apparso più deciso nella lotta contro le Brigate Rosse di quanto appaia oggi contro la criminalità mafiosa. Invita quindi il Consiglio superiore della magistratura a porsi anche il problema della produttività dei magistrati e conclude manifestando il suo favore per una accorta politica degli incentivi che tenga conto anche del difficile problema del reperimento degli alloggi.

Il deputato BOVA, dopo aver ringraziato il vicepresidente Grosso per la franchezza della sua relazione introduttiva, sottolinea la drammaticità della situazione in molte regioni del Mezzogiorno dove non appare esagerato parlare di giustizia negata per molti cittadini, di egemonia sul territorio della criminalità organizzata e di prossimità al punto di rottura del tessuto democratico della società. Manifestato quindi il suo favore riguardo alla proposta degli incentivi per la copertura delle sedi disagiate, che dovrà essere comunque realizzata con modalità adeguate, sostiene che occorrerà giungere anche alla revisione delle piante organiche in alcuni distretti giudiziari e conclude denunciando la gravissima situazione del distretto giudiziario di Locri dove decine di omicidi di cittadini innocenti restano regolarmente impuniti.

Il deputato CARRARA, dopo aver dichiarato di concordare sull'accelerazione dei concorsi per la magistratura, auspica che il Consiglio superiore non abbia cambiato il proprio avviso contrario alla istituzione dei tribunali distrettuali antimafia, in considerazione anche delle gravi scoperture di organico esistenti e della vanificazione, che ne deriverebbe, dell'istituto delle applicazioni. Dopo aver quindi posto quesiti in ordine ai rapporti di totale scollamento, in particolare per l'applicazione delle misure di prevenzione, fra direzioni distrettuali antimafia e procure circondariali, chiede se si valuti congruo l'organico della Direzione nazionale antimafia e se comunque non si ritenga opportuno prevedere un obbligo di comunicazione degli atti rilevanti dalle direzioni distrettuali alla Direzione nazionale per contribuire a rendere più efficace il compito di coordinamento affidato alla struttura nazionale.

Il senatore MUNGARI, posta in rilievo la gravità del problema degli organici descritto dal vicepresidente Grosso, sottolinea in particolare la serietà dei problemi esistenti nel comprensorio della provincia di Crotone. L'attività della 'ndrangheta appare infatti, in generale, non meno pericolosa di quella di Cosa nostra e ulteriori problemi sembrano nascere dalla presenza massiccia di molti magistrati nativi dei luoghi dove esercitano i loro poteri giurisdizionali e da contrasti e dissidi all'interno di taluni uffici giudiziari, di cui auspica che il Consiglio superiore della magistratura sia a conoscenza al fine di porvi rimedio.

Il vicepresidente GROSSO, dopo essersi brevemente soffermato sulla necessità di rivedere radicalmente il sistema delle pene attraverso la previsione di pene alternative e di massicce depenalizzazioni, afferma che il Consiglio superiore della magistratura ha ben presenti i contrasti all'interno di alcuni uffici giudiziari a cui ha fatto cenno il senatore Mungari.

Il dottor LARI, dopo aver sostenuto che non vi è assolutamente un flusso di uditori giudiziari siciliani in grado di coprire le esigenze degli uffici di quella regione, descrive la grave situazione esistente in molte sedi disagiate del Mezzogiorno dove, accanto a pochi magistrati del luogo, sottoposti a pesantissime intimidazioni, vi sono giovani uditori giudiziari che tendono ad abbandonare tali sedi nel più breve tempo possibile, anche se occorre ammettere che la recente circolare del Consiglio superiore della magistratura sull'aumento del punteggio ha provocato un leggero miglioramento, esclusivamente riguardante, però, quanti aspirano alle sedi del Centro-Nord più


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difficilmente raggiungibili. Ricorda comunque una sua personale esperienza a Trapani dove è stato possibile celebrare molti processi grazie alla presenza di magistrati applicati che avevano la possibilità di tornare nella propria sede di appartenenza usufruendo di trasferimenti gratuiti.

Il vicepresidente GROSSO, dopo aver fornito ulteriori precisazioni in merito ai dati riguardanti la copertura della sedi giudiziarie, cede la parola al dottor CASTELLI con riguardo al problema della revisione delle piante organiche, precisando comunque che la questione resta di prioritaria competenza del Ministero di grazia e giustizia.

Il dottor CASTELLI, precisato che dal 1986 ad oggi la maggior parte degli oltre duemila magistrati che hanno incrementato l'organico è stata destinata alle regioni del Sud, fa presente che negli ultimi dieci anni la situazione del reclutamento è totalmente cambiata e che l'afflusso di giovani laureati nelle file della magistratura non è eccessivamente alto da regioni come la Sicilia o la Calabria. Dopo aver quindi affermato che l'aumento del numero dei magistrati è richiesto anche dalla giurisdizionalizzazione crescente di molte questioni operata incessantemente dalla legge, si sofferma poi sul problema della revisione delle piante organiche che dovrà tenere conto non soltanto delle pendenze giudiziarie (che possono anche essere artatamente esagerate), oppure del solo bacino di utenza, ma anche degli indici di criminalità organizzata, dei trasferimenti di processi in cui sono implicati magistrati e dell'ampiezza della litigiosità giudiziaria a livello civile dovuta allo sviluppo economico delle zone considerate. Ricordato poi che il Consiglio superiore della magistratura studia con attenzione il problema della produttività dei magistrati insieme a quello dell'organizzazione degli uffici, della presenza della polizia giudiziaria e dell'organico del personale amministrativo, manifesta alcune perplessità sulla ipotesi della regionalizzazione dei concorsi per la magistratura e conclude sottolineando l'importanza di una seria politica di incentivi per la copertura degli organici.

Prende quindi la parola il dottor RUSSO che, ricordato come il parallelismo fra procure distrettuali antimafia e tribunali distrettuali antimafia nonchè i problemi di carattere logistico interessanti i magistrati delle procure distrettuali antimafia e i tribunali costretti a fronteggiare nuovi carichi di lavoro indurrebbero ad accettare l'ipotesi di istituzione dei tribunali distrettuali antimafia, fa presente, d'altra parte, che vi è chi sostiene - non senza fondate ragioni - come l'istituzione dei tribunali distrettuali antimafia sottrarrebbe in modo preoccupante forze impegnate nei tribunali periferici. A questo proposito afferma che è venuto il momento di un ripensamento generale sulle strutture giudiziarie poichè il Consiglio superiore della magistratura non ha il potere di moltiplicare all'infinito il numero dei magistrati e certamente anche le recenti sentenze della Corte costituzionale in tema di incompatibilità implicheranno la necessità di rivedere la dimensione degli uffici giudiziari. Dopo aver quindi sostenuto che non appare ulteriormente rinviabile l'inizio di una seria politica di incentivi ai magistrati per la copertura delle sedi disagiate, afferma che, almeno per la situazione delle regioni meridionali, non sono a sua conoscenza problemi di scarso impegno lavorativo da parte dei magistrati.

Il dottor LARI si sofferma poi sulla pericolosità e sul potere criminale della 'ndrangheta che non solo è protagonista di un'attività estremamente diffusa in Calabria, ma ha anche ampiamente superato l'influenza di Cosa nostra nell'hinterland milanese dove, malgrado i successi delle forze dell'ordine, il problema dell'afflusso continuo di componenti di questa organizzazione, in particolare da Reggio Calabria, appare tutt'altro che risolto. In Calabria comunque, in generale, anche a causa dell'altissimo numero di adesioni a


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questa organizzazione in talune specifiche località e considerati gli stretti vincoli di natura familiare che limitano il numero delle collaborazioni di giustizia, la situazione del contrasto alla 'ndrangheta appare essere molto lontana da livelli minimi di accettabilità. Riguardo poi ai rapporti fra procure distrettuali antimafia e procure ordinarie, sostiene che attualmente il coordinamento è affidato essenzialmente alla collaborazione spontanea e che sarebbe opportuno un intervento legislativo in particolare per quanto riguarda le misure di prevenzione.
Sul problema, infine, della competenze della Direzione nazionale antimafia, il dottor Lari sostiene che, in particolare con l'aumento dei poteri relativi ai collaboratori di giustizia previsto dal recente progetto di legge, probabilmente questa struttura a livello nazionale avrà bisogno di un incremento di organico. Un terreno che appare comunque completamente riservabile alla stessa Direzione nazionale antimafia è inoltre quello delle indagini sulle implicazioni internazionali della criminalità organizzata, mentre debbono essere risolti nel modo migliore i problemi dell'obbligo, ma principalmente della tempestività del trasferimento degli atti rilevanti dalle direzioni distrettuali alla Direzione nazionale antimafia.

Il deputato LUMIA, premesso che l'aspetto repressivo-giudiziario è parte rilevante della strategia integrata di lotta alla mafia, nota che dai dati allarmanti forniti dal vicepresidente Grosso si delinea il rischio che lo Stato perda l'appuntamento con la stagione dei processi in atto. Sottolineata l'esigenza che sia superata una concezione ottocentesca del magistrato che, se deve fare certamente riferimento a valori, non può tuttavia essere sottratto alla logica degli incentivi, si dichiara d'accordo sull'ipotesi di prevedere incentivi di carattere funzionale, estranei a una logica corporativa.
Dopo aver quindi domandato se il numero ottimale di magistrati per ufficio sia ancora quello individuato dalla relazione Palombarini o sia stato riparametrato dalle stime del Consiglio superiore della magistratura e se il medesimo Consiglio abbia compiuto una proiezione in ordine ai riflessi, sugli organici, dell'istituzione del giudice unico, chiede se sia possibile ipotizzare modifiche al concorso sotto il profilo del tipo di conoscenze richieste al candidato e quale stima possa farsi del vincolo posto dai limiti di tempo entro i quali devono svilupparsi le procedure concorsuali, una valutazione, questa, che consentirebbe di definire con maggiore precisione un eventuale atto di indirizzo da suggerire al Parlamento.

Il deputato IACOBELLIS, espressa gratitudine al vicepresidente Grosso per l'obiettività dello scenario illustrato e dichiarato di concordare sugli incentivi da prevedere per i magistrati che devono essere assistiti sotto diversi profili - ricorda in proposito la positiva esperienza della casa-albergo di via Corridoni - osserva che il vero problema, stante l'elevato numero dei magistrati in organico, è piuttosto quello di una revisione delle circoscrizioni e della istituzione del tribunale distrettuale. In particolare, ritiene che gli incentivi da riconoscere agli uditori, sacrificati in sedi disagiate all'inizio della carriera, potrebbero essere compensati da una maggiore permanenza, elevata, ad esempio, a quattro anni, nella medesima sede dove gli uditori potrebbero essere utilmente adibiti a un collegio impegnato in maxiprocessi, ciò che consentirebbe loro di acquisire una positiva cultura antimafia.

La deputata NAPOLI, espressa preoccupazione - che aumenta per effetto dei dati forniti dal vicepresidente Grosso - per le condizioni degli uffici giudiziari nel Sud e lamentato che non sono pervenute risposte alle numerose interrogazioni parlamentari presentate al Ministro di grazia e giustizia in tema di organici, ricorda l'impegno che il Ministro, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, ha annunciato nei confronti della situazione degli uffici giudiziari in Calabria. Nel rilevare, quindi, che il prossimo sopralluogo


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della Commissione in Calabria dovrebbe essere un'occasione di risposta oltre che di ascolto, chiede di conoscere se il Consiglio superiore della magistratura abbia previsto priorità nella copertura degli organici degli uffici giudiziari nella regione e quale possa essere la consistenza dell'impegno finanziario determinato dall'adozione di un sistema di incentivi.

Il deputato SAPONARA, rilevato che si è confermata, tra le cause della crisi della giustizia, la deficienza negli organici dei magistrati e manifestato il dubbio che siano gli stessi magistrati a non volere un aumento degli organici, chiede notizie sulla situazione degli uffici giudiziari di Milano, sede particolarmente impegnata sul fronte della criminalità organizzata e, più in generale, domanda se oltre alle note misure - istituzione del giudice unico, depenalizzazione, istituzione del giudice di pace nel settore penale - altre possano costituire un rimedio alle attuali carenze. Invita infine i rappresentanti del Consiglio superiore della magistratura a esprimere una valutazione in ordine alla produttività degli uffici giudiziari che potrebbe essere conseguita, a suo giudizio, con una migliore organizzazione del lavoro, alla consistenza delle ferie riconosciute ai magistrati e alle ricorrenti critiche mosse alla università che non preparerebbe adeguatamente alla carriera giudiziaria.

Il presidente DEL TURCO, collegandosi a un quesito posto dal deputato Saponara, chiede se sia una banalizzazione della stampa o se invece corrisponda a verità l'opinione diffusa secondo la quale la più decisa opposizione al completamento degli organici verrebbe dalla magistratura e dalle sue presunte chiusure corporative.

Il vicepresidente GROSSO, ricordato che in un incontro del Consiglio con la magistratura locale, con l'ordine degli avvocati e con gli enti locali si è riproposta, nella zona di Caltanissetta, l'idea di riprendere l'esperienza della casa-albergo ricordata dal deputato Iacobellis, si dichiara d'accordo sull'istituzione dei tribunali distrettuali e sulla elevazione a quattro anni della permanenza nella sede disagiata, a compenso degli incentivi a favore degli uditori giudiziari. In proposito fa presente che, complessivamente, l'impegno economico necessario a finanziarie gli incentivi ammonterebbe a circa 10 miliardi, reperibili nelle pieghe del bilancio del Ministero di grazia e giustizia. Dopo aver fatto quindi rilevare che l'organico della Procura di Milano è completato e che sono stati pubblicati tutti i posti per il Tribunale di quella sede, osserva che la preparazione assicurata dalle università è tema più generale che coinvolge tutte le professioni alle quali la facoltà di giurisprudenza è propedeutica.
Quanto all'aumento degli organici, esprime la preoccupazione, a titolo personale, per un aumento indiscriminato che comprometterebbe il livello qualitativo dei magistrati, mentre, a proposito delle ferie, occorre ricordare che, se il limite di un mese e mezzo appare elevato, tuttavia spesso parte di quel tempo viene impiegata dal magistrato per redigere le sentenze. Sulla produttività dei singoli uffici giudiziari la valutazione dovrebbe essere compiuta, da parte del Ministero, allo scopo di verificare nicchie, indubbiamente esistenti, di scarsa produttività.

Il dottor RUSSO ricorda che l'istituzione di una scuola di magistratura deve essere considerata solo in una prospettiva di aggiornamento professionale e non per svolgere una funzione selettiva che è di competenza esclusiva del Consiglio superiore della magistratura; la frequenza alla scuola - rileva - potrebbe essere prevista nel caso del passaggio del magistrato da una funzione all'altra. Ricordato che la situazione degli organici, particolarmente carente per la Corte d'appello, appare tuttavia normale, anche se non a livelli ottimali, in Lombardia, fa presente che desta ben maggiore preoccupazione la situazione nel Sud, specie in Calabria e che, al riguardo, il Consiglio superiore della magistratura ha espresso il parere al


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Ministro il quale ora dovrà provvedere alla copertura delle sedi. Il Consiglio può, per parte sua, provvedere con la destinazione di magistrati di prima nomina o con trasferimenti d'ufficio.

Il dottor CASTELLI fa presente che è stato calcolato in otto magistrati il numero ottimale di un tribunale mentre non sono ancora possibili valutazioni appropriate sugli effetti della istituzione del giudice unico, poichè solo con la approvazione della legge delega potranno essere definite le competenze affidate al giudice monocratico e quelle affidate al giudice collegiale.

Il senatore FIGURELLI, dopo aver rilevato l'opportunità che si instauri uno stretto collegamento tra la Commissione parlamentare e la X Commissione del Consiglio, anche perchè non siano rapidamente archiviati i dati drammatici emersi in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, chiede informazioni in ordine agli strumenti e alla complessiva organizzazione a disposizione dei magistrati - si pensi, ad esempio, alle condizioni degli uffici giudiziari e della polizia giudiziaria a Trapani -esposti a rischi continui e gravi. Sollecitate ulteriori considerazioni sulla situazione della Corte d'appello, ritiene che si debba giungere ad una ridefinizione degli organici sulla base di nuovi parametri intesi ad individuare la qualità e la quantità effettiva del carico di lavoro, essendo, a suo giudizio, insufficienti i parametri fondati sul bacino di utenza o sul numero degli imputati. Non va dimenticato che i magistrati sono impegnati non solo nella gestione dei processi, ma anche in attività particolarmente complesse quali, ad esempio, le indagini scaturite dalle rivelazioni dei collaboratori di giustizia. Più in generale sollecita ai rappresentanti del Consiglio superiore della magistratura riflessioni su eventuali contraddizioni esistenti tra principi di riforma giusti e i pratici meccanismi di attuazione delle norme e tra la conoscenza del fenomeno mafioso e la effettiva topografia del potere mafioso.

Il senatore CURTO chiede informazioni in ordine all'attività della I e della II Commissione del Consiglio, sollecitando notizie in merito alle inchieste in atto a carico di magistrati, nonchè della IV Commissione, con riferimento ai criteri di valutazione della professionalità dei magistrati. Sollecitato un parere sulla eventualità di rivedere il principio della inamovibilità dei giudici, così da porre rimedio alle incrostazioni che da essa derivano, esprime l'avviso che debba ritenersi anacronistica, e dunque da eliminare, la pratica di presentare, da parte del magistrato, una richiesta di trasferimento allo scopo di sottrarsi alla sanzione del trasferimento d'ufficio disposto dal Consiglio superiore della magistratura per incompatibilità ambientale.

Il senatore LOMBARDI SATRIANI, osservato che i dati riferiti dal vicepresidente Grosso costituiscono motivo di ulteriore allarme ma non di sorpresa, conoscendo la situazione della Calabria, chiede quali misure possono essere adottate in attesa di adeguati provvedimenti, allo scopo di porre rimedio, con priorità assoluta, alle carenze degli uffici giudiziari in Calabria. Si potrebbe, in particolare, ipotizzare un decentramento nelle procedure concorsuali per evitare lo svolgimento di maxiconcorsi nazionali, assicurando comunque l'uniformità dei parametri valutativi.

Il senatore CENTARO, dopo aver rilevato che il punteggio aggiuntivo, riconosciuto al magistrato, operante in una sede disagiata, al momento del primo trasferimento successivo potrebbe essere previsto da una circolare del Consiglio superiore della magistratura, chiede se sia stato compiuto un monitoraggio sui procedimenti instaurati per incompatibilità ambientale, se tale ricognizione abbia fatto emergere una maggiore incidenza di talune zone ad alta concentrazione criminale rispetto alla media nazionale, e infine, se siano mutati i criteri di valutazione della professionalità dei magistrati.


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Il vicepresidente GROSSO, rilevato che la I Commissione è in una condizione di estrema difficoltà operativa per l'enorme massa di esposti che ad essa pervengono, auspica che siano limitati gli incarichi extragiudiziali e fa presente che la valutazione della professionalità avviene secondo un sistema che funziona in modo inadeguato al quale si dovrebbe porre rimedio con l'approvazione di un progetto di legge attualmente all'esame del Parlamento. Dichiaratosi poi favorevole alla creazione di una scuola di aggiornamento professionale per i magistrati, ribadisce che, in attesa di provvedimenti organici, l'unico strumento a disposizione del Consiglio superiore della magistratura è l'assegnazione coattiva dell'uditore alla sede disagiata. Osservato inoltre che la riforma dei concorsi coinvolge la più ampia tematica della formazione assicurata dal sistema scolastico, avverte che il decentramento dei concorsi non è compatibile con la vigente legislazione e che comunque, al riguardo, il Consiglio superiore della magistratura non ha espresso un proprio orientamento. Assicurato quindi che con una circolare del Consiglio superiore della magistratura si può regolare la materia dei punteggi, informa che è in corso un esame delle piante organiche, ma che lo studio non è ancora approdato a conclusioni definitive.

Il dottor LARI, dichiarato di concordare sulla necessità di una collaborazione istituzionale tra la X Commissione del Consiglio superiore della magistratura e la Commissione parlamentare d'inchiesta, sottolinea, in particolare, come l'impatto del fenomeno dei collaboratori di giustizia abbia messo in crisi il sistema giudiziario, determinando una prospettiva di indagini alle quale è sostanzialmente impossibile far fronte. Solo tenendo conto degli attuali collaboratori di giustizia - rileva - vi sarebbe spazio per cinque anni di indagini preliminari e dieci anni di processi. Espresso consenso ad una impostazione metodologica che sappia tener conto, nelle riforme normative, della evoluzione della strategia della mafia, ricorda, a proposito della situazione di Trapani, la delibera adottata dalla X Commissione permanente del Consiglio e rammenta, al riguardo, che sono stati indagati, imputati e anche condannati, per reati gravi, appartenenti alle forze di polizia. Dichiara infine di concordare sulla necessità di garantire il turn over negli organici delle forze di polizia e che tale valutazione è stata portata all'attenzione del Ministro dell'interno.

Il dottor RUSSO fa presente che problemi derivanti dalla carenza negli organici si sono progressivamente spostati dagli uffici della procura a quelli che gestiscono il dibattimento e, successivamente, agli uffici giudiziari competenti per il dibattimento di secondo grado: oggi, infatti, si assiste a una caduta dell'efficienza degli uffici della Corte d'appello che sono costretti a raccogliere il pesante carico di lavoro a livello distrettuale. Si può tentare di porre rimedio alle condizioni delle Corti d'appello solo ricorrendo al trasferimento d'ufficio, una misura che, peraltro, non ha dato esito positivo poichè i magistrati interessati hanno frequentemente impugnato il relativo provvedimento davanti al TAR. Il Consiglio superiore della magistratura rivolge quindi un appello al Governo e al Parlamento perchè pongano rimedio, sul piano legislativo, alle carenze lamentate che rischiano di far perdere allo Stato una occasione importante, come rilevato dal deputato Lumia.

Il senatore NOVI, osservato che il numero dei magistrati è particolarmente elevato e che dunque il problema da risolvere va ricercato in una migliore allocazione delle risorse umane a disposizione, si dichiara convinto che la macchina della giustizia è intasata anche per la scarsa produttività dei giudici per le indagini preliminari, particolarmente nelle aree di intensa criminalità, quali ad esempio la Campania. Nell'amministrazione della giustizia è necessario riconsiderare la redistribuzione degli organici, concentrando l'attenzione sulle aree di crisi così


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da evitare una pericolosa assenza dello Stato.

Il senatore DIANA, dopo aver rilevato che una riforma delle procedure concorsuali potrebbe prevedere il ricorso a forme di preselezione informatica, richiama l'attenzione sulla situazione particolarmente grave della provincia di Caserta, la zona a più alto indice di criminalità in Europa, che richiede un potenziamento degli organici e una nuova dislocazione dei tribunali. Il senatore Diana chiede altresì di conoscere il numero dei magistrati oggetto di inchiesta per collusione con la criminalità organizzata.

Il deputato MANTOVANO chiede quali criteri possono essere adottati nella revisione delle circoscrizioni giudiziarie, anche a seguito della istituzione del giudice unico, essendo emersa, nella audizione odierna, l'insufficienza del criterio statistico e di quello riferito al bacino d'utenza: un accorpamento su base provinciale o una verifica dell'indice ponderale di lavoro potrebbero rappresentare, a suo giudizio, misure adeguate.

Il vicepresidente GROSSO, definita indispensabile una riforma della preselezione in vista dei concorsi, avverte che il Consiglio superiore della magistratura ha già dato il parere favorevole al Ministero di grazia e giustizia sull'aumento degli organici per i distretti di Napoli e di Caserta, caratterizzati dalla virulenza della criminalità camorristica. Dichiarato quindi di non poter dare conto dei magistrati inquisiti per collusioni con la criminalità organizzata, essendo i dati coperti da segreto, esprime favore alla soppressione di tribunali dislocati in città che non sono sedi di provincia, anche se, per le difficoltà di ordine politico che si frappongono a tale soppressione, si potrebbe pensare alla trasformazione di quei tribunali in sezioni staccate del tribunale provinciale, costituendo, comunque, tale misura, un vantaggio nella allocazione delle risorse umane.

Il dottor CASTELLI, osservato che la istituzione del giudice unico e la conseguente revisione delle circoscrizioni rappresenta una importante occasione per la migliore distribuzione dei magistrati, fa presente che la Commissione Zuliani ha ritenuto di poter fornire solo indici su scala distrettuale, essendo tollerabile, a quel livello, la distorsione del dato statistico, e informa che la relazione della Commissione medesima è stata inviata, con richiesta di parere, ai Consigli giudiziari: dal confronto così avviato potranno emergere utili elementi di orientamento per la soluzione di una questione fondamentale.

Il presidente DEL TURCO, ringraziati il vicepresidente Grosso e i dottori Lari, Russo e Castelli per il prezioso apporto di suggerimenti e di proposte fornite ai lavori della Commissione, dichiara conclusa l'audizione.

Il presidente Del Turco propone che la Commissione deliberi di costituire un comitato di lavoro, formato dai deputati Carrara, Mantovano, Folena, Lumia e Scozzari e dai senatori Centaro e Peruzzotti, con il compito di redigere un documento relativo al funzionamento degli uffici giudiziari, oggetto dell'odierna audizione.

La Commissione concorda.

SEGUITO DELL'ESAME E APPROVAZIONE DEL REGOLAMENTO INTERNO

Il PRESIDENTE ricorda che la Commissione deve passare all'esame di un articolo aggiuntivo all'articolo 16, presentato dai deputati Ballaman e Borghezio e dai senatori Peruzzotti e Serena, nonchè degli articoli 21 e 23 ai quali sono stati presentati emendamenti da parte dei deputati Migliori e Mantovano. L'articolo aggiuntivo all'articolo 16 - precisa il Presidente - è volto a introdurre, nel Regolamento interno, la previsione della istituzione di un comitato per la lotta alla


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mafia nella Padania. Il Presidente dichiara inammissibile il contenuto dell'emendamento e invita i proponenti a trasformarlo nel seguente ordine del giorno: «La Commissione istituisce, ai sensi del comma 4 dell'articolo 1 della legge 1Lo ottobre 1996, n.509, un comitato con il compito di accertare e di valutare le caratteristiche della diffusione di fenomeni associativi criminali in regioni del centro e del nord dell'Italia storicamente estranee alla mafia e alle altre associazioni criminali comunque localmente denominate, e di riferirne al plenum».

Il senatore PERUZZOTTI, sottolineato come l'istituzione del comitato proposto con l'emendamento presentato dalla sua parte politica sia quanto mai necessaria e attuale, anche alla luce delle informazioni acquisite nel corso delle audizioni svolte nell'attuale legislatura, dichiara tuttavia di accettare l'ordine del giorno, proposto dal Presidente, che recupera la sostanza dell'emendamento, nell'intesa che il comitato di lavoro possa effettuare sopralluoghi conoscitivi.

Il PRESIDENTE pone quindi ai voti l'ordine del giorno che è approvato all'unanimità dei presenti.

Il PRESIDENTE avverte quindi che si passerà all'esame dell'emendamento presentato all'articolo 21. Dopo che il deputato MANTOVANO ha dichiarato di non insistere per la votazione dell'emendamento, il Presidente pone ai voti l'articolo 21 che è approvato all'unanimità del presenti.

Si passa successivamente all'esame dell'emendamento all'articolo 23, formulato - rileva il deputato MANTOVANO - allo scopo di sanzionare il comportamento illegittimo del commissario che divulghi il contenuto di una relazione prima che il documento sia deliberato dalla Commissione.

Il deputato VENDOLA osserva che il comportamento che l'emendamento tende a sanzionare è, con ogni evidenza, contrario al galateo istituzionale, ma tuttavia tale da dover essere distinto dalla violazione dell'obbligo del segreto disposto dalla legge; ritiene, alla luce di tale considerazione, eccessiva la disposizione prevista dall'emendamento.

Rilevato dal senatore DIANA che non vi sarebbe violazione della riservatezza su un documento che, non ancora deliberato dalla Commissione, risulti tuttavia depositato in Segreteria e sia oggetto della discussione, con ogni probabilità pubblica, da parte della Commissione, il deputato MANTOVANO fa presente che la proposta di relazione si configura come un atto qualitativamente diverso dalla relazione deliberata e pubblicata dalla Commissione. Dopo che il deputato BALLAMAN si è dichiarato d'accordo con le argomentazioni del deputato Mantovano, il presidente DEL TURCO, pur condividendo l'esigenza della riservatezza che l'emendamento tende a tutelare, giudica però eccessiva la sanzione che si vorrebbe introdurre.

Il senatore CENTARO propone che l'emendamento sia modificato nel senso che, qualora una relazione sia divulgata da un commissario prima della delibera della Commissione, il Presidente ne informi i Presidenti dei due rami del Parlamento.

Dopo ulteriori interventi dei senatori DIANA, FIGURELLI e PARDINI - il quale fa in particolare rilevare che l'atto del Presidente dovrebbe comunque essere adottato solo nel caso di acclarata responsabilità del componente della Commissione - del deputato VENDOLA e del presidente DEL TURCO, la Commissione approva all'unanimità dei presenti l'emendamento all'articolo 23 con la modifica proposta dal senatore Centaro.

Il PRESIDENTE pone quindi ai voti l'articolo 23, nel testo modificato, e, successivamente, il Regolamento interno nel


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suo complesso, che sono approvati all'unanimità dei presenti.

Concluso l'esame del Regolamento interno, il PRESIDENTE propone che la Commissione approvi la seguente delibera, intesa a consentire l'utilizzazione dei documenti acquisiti e degli atti formati nelle precedenti legislature: «La Commissione stabilisce di acquisire i documenti raccolti nelle passate legislature dalla Commissione presieduta dall'onorevole Violante e dalla Commissione presieduta dall'onorevole Parenti, fermo restando il regime degli atti definito da quelle Commissioni a conclusione dei loro lavori».

Posta in votazione, la delibera è approvata all'unanimità dei presenti.

Il PRESIDENTE avverte infine che la Commissione sarà convocata a domicilio.

La seduta termina alle 13,20.